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OrgiaRacconti Gay

il circo

By 24 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Passando con la macchina Andrea aveva visto che in città era arrivato il circo.
Non amava il circo, ma soprattutto da qualche anno a questa parte, ogni volta che il circo era in città si erano verificati diversi furti nelle abitazione relativamente vicine alla zona in cui stazionava.
Probabilmente un caso, ma si ripromise di essere più attendo del solito, nel chiudere le persiane e finestre ogni sera, indipendentemente dalla calura notturna.
Passò qualche giorno da quel pensiero e tutto procedeva come sempre, nulla di eclatante succedeva nella sua vita.
Andrea aveva 35 anni circa, viveva da solo in una villetta a schiera nella periferia sud della città, era agosto, ma le sue ferie erano ormai terminate, in ufficio si lavorava senza fretta e senza alcun affanno.
Le sere venivano trascorse fuori con gli amici, bevendo, chiacchierando e cercando refrigerio da quelle bollenti giornate.
Quel giovedì sera tornò a casa verso le 2 di notte, aveva chiuso meticolosamente ogni finestra, per paura di intrusioni, la calura diurna sembrava aver fatto la tana in casa sua.
Anche se stanchissimo decise di restare sul divano, cercando di non addormentarsi mentre aspettava che, aprendo tutte le finestre, la calura avesse lasciato il posto alla brezza notturna.
Colpa dell’acool, della stanchezza e della piacevole brezza, senza neppure rendersene conto, si addormentò.

Lo spettacolo serale era terminato i circensi si stavano accingendo a riassettare tutto per partire l’indomani mattina all’alba. Ruben, Jeff e Alfred avevano fretta di riordinare le loro cose il più in fretta possibile, era la notte giusta per cercare di raccimolare qualcosa rubacchiando negli appartamenti in zona.
Il giorno dopo sarebbero stati a chilometri di distanza, gli incassi deludendi dovevano essere rifocillati.
Ruben e jeff erano due ragazzi slavi, alti, biondi, muscolosi, facevano uno spettacolo sul trapezio, non avevano alcun grado di parentela, ma si assomigliavano veramente tanto, avevano un rapporto morboso fra loro, erano perennemente insieme, facevano tutto insieme. Alfred, invece, era un nano, aveva il suo spettacolo: intratteneva con le sembianze di un piccolo e goffo clown. Le sue piccole dimensioni erano necessarie per riuscire ad entrare dalle finestre delle abitazioni per poi aprire le porte agli altri due compari durante il loro dopolavoro abituale.
Al circo Alfred era soprannominato il grande clown: la sua piccola statura era stata compensata da “madre natura” con una verga enorme.
I tre partirono, vestiti di nero, passamontagna in tasca, per gli slavi, maschera da clown per il nano, i ferri del mestiere in macchina.
Fecero un giro nei dintorni e l’occhio cadde sulle finestre completamente spalancate di una villeta a schiera poco distante. La luce dello schermo della televisione riberberava al suo interno. Sarebbe stato un colpo davvero facile, non sembrava ci fossero cani, sarebbero potuti entrare senza fare il minimo rumore.
Il nano venne spinto dentro al giardino dell’abitazione dei due compari, si avvicinò cautamente, mentre gli altri due aspettavano un cenno per seguirlo.
Alfred sbirciò dentro l’alloggio: dalla finestra della cucina non si riusciva a scorgere nessuno, dalla finestra del bagno neppure, prese il coraggio a quattro mani ed entrò, fece il giro dell’abitazione, arrivò alla sala, vide un uomo addormentato sul divano, la luce dello schermo della tv, illuminava il corpo semi nudo dell’uomo, indossava solo dei boxer color arancio, neppure un pelo, completamente depilato e fisico tornito da anni di palestra, moooolto invitante.
Era la situazione perfetta, sarebbero riusciti a portare via qualche oggetto di valore senza neppure svegliarlo… torno in giardino e fece cenno ai suoi compari che la via era libera, lo raggiunsero.
Solitamente i contanti e gli oggetti in oro venivano tenuti nella camera da letto, la loro meta era quella, ma per arrivarci dovevano passare accanto al bell’addormentato.
Quando i due slavi videro Andrea sul divano, decisero di cambiare il piano di attacco… si guardarono senza proferire parola, la luce nei loro occhi era chiarissima. Alfred avrebbe sicuramente accettato il cambio di programma.
Tutto accadde molto velocemente.

Andrea si svegliò di soprassalto, qualcuno lo stava tenendo per i polsi e era stato bendato e imbavagliato.
Il cuore gli stava battendo fortissimo, cerca di urlare, ma il suono non riusciva ad uscire dalla sua bocca. Agitò le braccia, ma non riusciva, qualcuno gli stava trattenendo i polsi dietro la schiena.
Una voce maschile dall’accento dell’est gli aveva ordinato di smettere di agitarsi e nulla gli sarebbe capitato…
Andrea aveva una tremenda paura, con il respiro affannato e con il cuore in tachicardia cercò di rimanere immobile, i suoi aggressori avrebbero potuto avere un coltello…. meglio essere derubato che ucciso.
Fu portato di peso su di una sedia, le mani vennero legate dietro la spalliera, lo straccio che aveva in bocca fu fissato con del nastro isolante e la benda sugli occhi venne tolta, come per fargli comprendere cosa sarebbe successo da lì a poco.
Andrea ebbe bisogno di alcuni secondi prima di riuscire a vedere nettamente intorno a s&egrave.
Dopo poco vide due uomini, alti, vestiti di nero e con passamontagna ed un bambino… con una maschera da clown.
I tre iniziarono a spogliarsi, tutti e tre, si tolsero tutto tranne che il passamontagna e la maschera.
Quando furono nudi capii che il terzo non era un bambino, ma un nano. Il corpo era minuto ma peloso.
Perch&egrave quei ladri si stavano spogliano? Andrea capì solo dopo qualche secondo che stava per avvenire il furto più orribile… quei tre avrebbero portato via la sua verginità… Andrea non era mai stato con un uomo!
Uno dei due slavi prese il suo coltello a serramanico e portò la lama accanto alle palle di Andrea dicendogli che se non fosse stato buono con loro avrebbe rischiato veramente grosso. Infilò la lama fra la pelle e i boxer e con un movimento deciso recise parte delle mutande, finì l’opera lasciandolo nudo.
Il volto di Andra era segnato dalla paura, le sue pupille dilatate, stava sudando freddo nonostrante la temperatura.
Urlava e chiedeva di avere pietà di lui, ma il suono che usciva dalla sua bocca non era altro che un bofonchio attutito dal bavaglio.
In nano si diresse in camera da letto, dopo qualche minuto tornò con qualcosa in mano, aveva svuotato il portafoglio di Andrea e il cassetto in cui teneva gli oggetti preziosi, lo stesso cassetto in cui teneva lubrificante e preservativi.
Il nano poggiò tutto sul tavolo, non c’era molto di valore quindi i tre dissero qualcosa in slavo, poi uno tradusse …. gli comunicò che avevano voglia di scopare e visto che non aveva un cazzo di valore in casa avrebbero abusato di lui.
Il capo di Andrea faceva segno di no e i suoi occhi imploravano pietà.
La richiesta non venne accolta, iniziarono a segarsi, quando i cazzi furono duri, i due slavi, afferrarono le caviglie di Andrea, facendo in modo che il suo culo fosse alla portata della bocca del nano, iniziò quindi a leccarglielo tirandosi la maschera sopra la testa.
Andrea iniziò a divincolarsi, per quanto possibile, i due facevano fatica a tenere le gambe ferme, uno dei due slavi, spazientito, lo prese a sganassoni, fino a quando non si calmò.
Andrea sentiva la lingua ruvida che leccava il suo ano, poi la bocca del nano pareva volerglielo divorare dopo qualche minuto di quella tortura il nano si stacco dal culo dette il cambio ad uno dei due compari, il quale si diresse verso il tavolo, prese il lubrificante che avevano trovato in camera, ci si cosparse il cazzo duro, tornò, guardandolo dritto negli occhi, con un sorrisetto ironico e maligno, puntò il suo cazzo nello sfintere e in un sol colpo lo penetrò.
Dalla gola del malcapitato uscì un suono agghiacciante, ma quel suono sembrava eccitare i ladri.
Continuò a stantuffare nel culo, mentre con la mano cercava di masturbarlo, il pene di Andrea rimase moscio e inerme sia per il dolore che per lo schifo che provava in quel momento…
Dopo qualche minuto i colpi iniziarono a farsi più intensi, le lacrime rigarono il volto di Andra, singhiozzava e mentre singhiozzava sentiva il suo culo inondarsi di sborra.
I gemiti di piavere dello slavo si conclusero, uscì dal suo culo, dette il cambio all’altro slavo.
Il dolore pareva essersi attenuato, Andrea era pervaso dalla sensazione di essere umiliato e vittima di quella situazione, era inerme, il suo corpo adesso si muoveva solo per lo stantuffare del secondo cazzo dentro di lui, ma i suoi muscoli erano totalmente inermi, gli occhi chiusi.
Lo slavo iniziò a muoversi più velocemente, nuovamente altri schizzi di sperma lo riempirono, sentiva le goccie di quel succo cadere sul pavimento, il suo ano ne era pieno.
Fu il turno del nano!
Gli urlò di aprire gli occhi… non lo fece, due altri sganassoni lo fecero trasalire. Fu costretto ad aprirli per paura di essere nuovamente percosso, vide il pene del nano… era mostruso.
Trenta centimetri di cazzo dal diametro enorme, sembrava una bottiglietta di acqua minerale allungata.
Gli occhi di Andrea strabuzzarono, torno nuovamente a divincolarsi, aveva veramente paura che quell’arnese gli avrebbe potuto procurare delle lacerazioni e dei dolori lancinanti.
Il nano utilizzò lo sperla che fuorisciva dal suo culo come lubrificante, se ne cosparse il cazzo, i due compari risero e allargarono ancora di più le gambe di Andrea.
Sentì la cappella nodosa spingere nel suo sfintere. Mentre gli altri due si erano inginocchiati, quindi le spinte con il bacino erano limitate; adesso il nano era in piedi, le oscillazioni erano libere, di un sol colpo lo penetrò. Sentì molto meno dolore di quanto non si aspettasse, ma soprattutto quel cazzo enorme gli stava stimolando la prostata, una strana sensazione lo pervase, il suo pene iniziò ad ereggersi.
I due slavi lo schernivano, ma in un lingua che lui non capiva.
Il nano uscì e rientrò dal suo culo molte volte, ogni nuova penetrazione portava nuovo piacere, gli urli soffocati di Andrea stavano divenendo mugoli di piacere.
Mentre il nano ci stava dando dento, Andrea non riusciva più a resistere, venne, i suoi stessi schizzi di sperma gli arrivarono in faccia.
Il nano, vedendo quella scena si eccitò a tal punto da venire pure lui.
Mentre stava venendo spinse fino in fondo, Andrea ebbe la sensazione che quel cazzo gli arrivasse in gola.
Anche se aveva raggiunto l’orgasmo il nano non perse la sua statuaria rigidità e continuò a sfondargli il culo, cominciava adesso a dargli dei piccoli schiaffetti sulle palle, nuovo dolore, il cazzo sbatteva ripetutamente sulla sua prostata, quel movimento stava sollecitando anche la sua vescica, non riusciva più a controllare i suoi sfinteri, iniziò ad urinare. La sua stessa urina cadeva calda sul suo petto, i tre, vedendo la scena che mai avrebbero immaginato, furono presi da ulteriore enfasi, le presero a sperle mentre il nano continuava a scoparlo e ad ogni spinta il getto della sua urina si intesificava. In nano tirò fuori il cazzo dal culo, quando, quest’ultimo fu libero, si udii uno scrosciare di liquido che ricadeva sul pavimento. Finì di masturabarsi sul suo ventre e venne sul suo pene ormai molle.
Rapidamente si pulirono, rivestirono, afferrarono il magro bottino e così come erano arrivati fuggirono.
Andra era rimasto lì, immobile, legato, con il culo che grondava sperma e sangue, l’odore dell’urina e del suo stesso sperma in faccia, sperma che scendeva lentamente seguendo la scia che poco prima avevano lasciato le lacrime… riprese a piangere.

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