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Racconti Gay

il medico scolastico

By 8 Maggio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo preso freddo la sera precedente e quella mattina, in classe, sentivo la febbre aumentarmi.Era la terza ora e non sapevo quanto avrei potuto resistere in quelle condizioni.Nonostante fosse una scuola privata le regole erano ferree.Si poteva tornare a casa,in caso di malessere,solo dopo la visita del medico scolastico.Fui costretto così a dover chiedere di uscire dalla classe.L’insegnante quasi non si accorse della mia uscita.Erano gli ultimi giorni di scuola e la voglia di rimanere al chiuso delle aule era calata sia per noi che per i professori.Scesi nel piano seminterrato dove si trovava la sala medica.Premetto che sono un ragazzo carino,atletico,con un bel fisico,capelli lunghi curati.Ero in un’età in cui passavo molto tempo a masturbarmi su giornali e video porno e da un po di tempo avevo cominciato a provare fantasie da donna.Complice il mio pisello piuttosto piccolo e un culetto quasi femmineo,avevo cominciato a praticare la depilazione intima e a immaginarmi alle prese con le nerchie di uomini più grandi di me.Mi eccitava il ruolo della lolita e non potevo fare a meno di immaginare situazioni di sottomissione e umiliazione.Bussai un po’ titubante.Una voce dall’interno mi rispose di entrare.Aprii la porta.Seduto dietro una scrivania c’era un signore bianco di capelli,sui sessant’anni, dall’aspetto distinto e ben curato.Aveva una leggera barba e portava un paio di occhiali da vista.Quando mi vide,abbandonò per un istante i fogli sulla scrivania ed ebbi l’impressione di essere squadrato dalla testa ai piedi.
-Vieni avanti.Cosa vuoi?-mi disse con un tono non particolarmente gentile.
-Non mi sento molto bene-risposi
Lui mi guardò quasi sbuffando.Sembrava che l’avessi disturbato.
-Sarà la solita scusa per tornare a casa prima.Tutti uguali’-disse nervoso.
Io rimasi un po’ stupito dai modi.
-Che cosa fai lì in piedi?Chiudi la porta a chiave e vieni qui se vuoi che ti visito-mi disse con tono seccato.
-Va bene dottore-risposi titubante.Ora che lo guardavo meglio mi accorgevo della sua imponente stazza e delle sue grosse mani.Era un uomo rude,certamente abituato a comandare.Di fianco alla scrivania c’era un lettino,ma non c’era alcun paravento per spogliarsi.Non mi rimase che cominciare a spogliarmi.Mi sfilai prima i jeans e li ripiegai sulla sedia.Mi accorsi che l’uomo con lo sguardo mi osservava a tratti.Passai alle calze.Poi con un po’ di vergogna mi abbassai gli slip.La maglietta mi copriva appena il cazzo,che moscio raggiungeva i sei centimetri.Avevo un cazzo piccolo,che si scappellava solo quando diventava duro,altrimenti manteneva l’aspetto di quello di un putto.Con imbarazzo mi accorsi che ero depilato e il mio uccello svettava piccolo e roseo.L’ultima volta che mi ero rasato non avevo pensato di dovermi sottoporre a una visita medica.Il dottore se ne accorse e colsi nei suoi occhi un lampo di interesse subito represso dietro la sua aria fredda e distaccata.
-Togliti tutto e stenditi a pancia in giù!- mi ordinò.
Tolsi la maglietta e mi ritrovai completamente nudo sotto il suo sguardo.Mi sistemai sul lettino.Le mie chiappe,senza un pelo,assomigliavano a quelle di una ragazza e, una volta disteso, l’uccello scomparve fra le gambe,lasciando in vista solo il buchino roseo e liscio.Il dottore si avvicinò.Tentavo a tutti i costi di trattenermi,ma mi rendevo conto che la situazione mi stava eccitando e il cazzetto si stava gonfiando.Fortunatamente per il momento non se ne accorse. Cominciò a tastarmi la schiena,secondo delle modalità diverse da quelle delle visite mediche che avevo avuto in precedenza.Mi chiese se sentivo male.Le sue mani,ruvide cominciarono a scendere verso il mio culetto rilassato.
-Come mai ti depili?-mi chiese bruscamente tirandomi un pizzicotto sulle chiappe.
-Così- risposi imbarazzato,senza potergli confessare il piacere che provavo nel rendere il mio corpo più simile a quello di una donna.
Con le dita prese a frugare nel solco delle chiappe.
-Non hai neanche un pelo.Provi piacere se ti tocco qui?-mi chiese freddamente soffermandosi sul mio buchino.
Risposi timidamente di si.
Io non potei vederlo,ma lui sorrise,anche se il suo non fu un sorriso di gioia.
-Hai bisogno di rilassarti.Ti farò un massaggio che ti farà passare il dolore-disse con tono distaccato,mentre mi invitava a mettermi a novanta.Ora avevo davvero tutto in vista.Il mio cazzetto duro,il culetto e i miei piedi.
Il dottore non potè fare a meno di vedere il mio uccellino pendere duro tra le chiappe.Lo afferrò e si mise a masturbarmi come se mungesse una mammella.Il suo movimento ritmico mi fece contrarre il buchino provocandomi piacere.La cappella mi si inumidì e gemetti.
-Sei una piccola troia-mi disse sprezzante.
-Scommetto che hai voglia di cazzo,vero?-mi chiese con un vago tono divertito.
Annuì.
-Bene.Prima però voglio farti un po’ di foto-disse allontanadosi da me e tirando fuori da uno dei cassetti della scrivania una macchina digitale.
-E’ lo stesso trattamento che uso per quelle troiette delle tue compagne che vengono da me-specificò.
Mi ordinò di mettermi nelle posizioni più porche,come se mi trovassi a un provino per un film pornografico.
-Che puttanella. Fai vedere la tua figa, allargati il culo.Brava troia,fai vedere quanto voglia hai di cazzo!!-commentava mentre il pacco gli si gonfiava a vista d’occhio.
Io mi esibivo nelle pose più depravate provando un immenso piacere nell’umiliazione in quell’esibizionismo forzato.
-Brava.Adesso però me lo devi succhiare-.
Mi si avvicinò,abbassando la cerniera della patta.Fino allora avevo visto solo i cazzi dei miei compagni di scuola negli spogliatoi,durante l’ora di ginnastica,ma quello che vidi in quel momento superava ogni immaginazione.La cappella,tonda e lucida,uscì già bagnata di sperma.L’asta era lunga,ma anche larga,un vero siluro coronato da due grossi ciglioni pendenti.Sentii l’odore acre del cazzo farsi vicino.Rimasi sdraiato immobile.Spontaneamente aprii la bocca mostrando bene la lingua,così come avevo visto fare tante volte nei film.Mi sentii avvampare e lo ingoiai mugolando di goduria.Iniziai con un movimento ritmico da puttana esperta e ogni tanto lo guardavo negli occhi.Vedevo tutto il suo piacere e il disprezzo nel dominarmi come una femmina.Lo sorpresi e d’istinto mi infilai un dito nel culo,facendogli vedere come godevo a essere puttana.Mi guardò compiaciuto e per tutta risposta tirò fuori l’asta dalla mia bocca e cominciò a schiaffeggiarmi con il suo cazzo.Sghignazzava sadicamente’-Lurida troia’.avevi voglia di cazzo,eh?!L’hai mai preso nel culo?-
-Non,non ancora-risposi.
-Bene.Ti sverginerò io,ma non ora.A casa mia.Ti va?-
Annuii mentre mi riempiva la bocca con il suo uccello.
-Ti trasformerò nella mia schiava.Ti farò fare le cose più porche.Ti piacerebbe?
Per tutta risposta aumentai il ritmo con il quale mi ficcavo il dito nel culo e mi impegnai al massimo in quella lunga e appassionata pompa. Continua

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