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Racconti Gay

Il Mio Migliore Amico p.1

By 22 Gennaio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, mi chiamo Francesco e vi voglio raccontare di come, da diverso tempo, mi trovo a fare sesso con il mio migliore amico Luca.
Io ho 25 anni, Luca 24 e siamo amici da quasi quindici anni. Ci conoscemmo a scuola, quando i miei genitori si dovettero trasferire, a causa delle difficoltà economiche, dalla città ad uno di quei paesetti satelliti che fungono solo da grandi casermoni per i lavoratori pendolari.
Qui dovetti frequentare le medie, e proprio durate quel periodo legai con Luca. Ci avvicinammo quasi subito avendo gli stessi interessi ed essendo entrambi gli “strambi” della classe.
Come in tutte le amicizie, il tempo volò tra videogiochi, chiacchierate e, più in là, ragazze e uscite varie. Col tempo, man mano, ho realizzato che c’&egrave sempre stato un forte legame tra noi, molto più che semplice amicizia, e che talvolta sfociava in qualcosa di più come particolari attenzioni, ma che, a causa del macismo, finiva sempre soffocato da entrambe le parti.
Tutto iniziò durante i primi giorni d’estate. Al tempo lui era già fidanzato da quasi due anni con Rossana, mentre io mi ero fidanzato all’inizio dell’inverno precedente con Monica. Di quanto sembrava tutto andava serenamente per entrambi, senonch&egrave un giorno Monica dovette allontanarsi per un quasi un mesetto a causa di sua madre finita in ospedale per un incidente.
Durante questo periodo ebbi il tempo e il modo di stare da solo, scavando a fondo nei sentimenti che mi scalpitavano nel cuore. Fu allora che capii che, per quanto fossi innamorato e attratto da Monica, anche Luca mi attraeva parecchio e che questo sentimento, nel corso degli anni, si era tramutato in un fortissimo desiderio.
Il 20 giugno ricevetti la chiamata di Luca:
-Ehi Franc&egrave, tutto bene?-
-Si si, dimmi….-
-Che ne dici se passo da te e ci facciamo una birra?-
Rimasi un tantino tentennante -Emmmmh…si ok, tranquillo-
Dopo nemmeno una ventina di minuti lo ritrovai davanti alla porta di casa, lo feci entrare e ci godemmo una birra nel portico del giardino. Parlammo molto, del più e del meno, finquando lui non mi guardò chiedendomi
-Oh, ma &egrave tutto a posto? ti vedo un pò assente…&egrave successo qualcosa?-
-No, Lù…lascia stare…&egrave solo una giornata un pò uggiosa-
-Uggiosa? Vedi di sputare la verità, ti riconosco quando menti-
-No Lù non credo tu possa capire…-in quel momento mi sentivo braccato, con le spalle al muro, il cuore iniziò a battere più velocemente
-Guarda che se &egrave successo qualcosa e non me lo dici, lo verrò a sapere comunque chiedendo a Monica, anche ai tuoi se &egrave necessario-
Mi alzai dalla sedia, lasciando la birra sul tavolo, e mi inoltrai di un paio di passi nel giardino pensando che se avesse chiesto in giro avrei dovuto inventare scuse su scuse alle domande pedanti dei cari intorno a me. Presi coraggio, alla fine sapevo che se gli e lo avessi detto sarebbe rimasto tra noi.
-Lù ci conosciamo da tantissimo tempo, ma c’&egrave una cosa che non ti ho mai detto -presi un’attimo di respiro- sono molto attratto da te e provo un forte desiderio-
Ci fù un momento di gelido silenzio. Mi voltai leggermente e lo vidi alibito, con gli occhi sgranati, come se avesse ricevuto una martellata alla testa.
Non dicemmo niente, poi lui si alzò, prese il giacchetto e con un asettico -Devo anndare, Rossana mi aspetta- uscì fuori di casa.
Dopo quel giorno non ci sentimmo ne vedemmo per diversi mesi.
Verso la metà di ottobre si presentò inaspettataemnte davanti alla porta, era un giorno piovoso e lui senza ombrello si era bagnato completamente. Monica era a lavoro.
Lo feci entrare, gli diedi degli asciugamani, phon e una tuta asciutta. La sua faccia era completamente sconvolta.
-Rosssana -disse quasi singhiozzando- ha chiesto una pausa…-
-Ma come? che &egrave successo?-
-E’ tutta l’estate che non risco a fare l’amore con lei come lo facevamo prima, crede che ho un’altra anche se gli ho detto che non &egrave così..-
-Dai, sono sicuro che capirà che stai dicendo la verità, &egrave solo una cosa passeggera, tornerete insieme e sarà meglio di prima, fidati-
Mi avvicinai alla credenza e afferrai il whisky per versarne un pò, feci due bicchieri. A lui doppio.
-Su bevi un pò, che ti riprendi- dissi allungandogli il bicchiere.
Ci sedemmo l’uno di fronte all’altro scolandoci il whisky.
-Cos’&egrave successo esattamente?-
-Durante tutta l’estate abbiamo avuto problemi a letto, poi dai primi di settembre abbiamo smesso di provarci…lei si &egrave fissata con quell’assurdità dell’amante e si &egrave messa di punta a non volerci nemmeno più provare-
Gli appoggia la destra sul ginocchio, strofinandoglielo un pò.
-Su dai, vedrai che capirà -buttai la coda dell’occhio sul suo pacco, vedendo un’inizio di erezione- ha agito solo d’istinto…alla fine &egrave solo gelosa-
In quel preciso istante capii che ero stato io a causare quella situazione parlandogli ad inizio esteta, forse anche lui provava qualcosa nei miei confronti, e ciò l’aveva bloccato a livello di rapporti, portandolo fino a quel punto. Mi feci coraggio.
Mi avvicinai lentamente alla vita dei pantaloni, inginocchiandomi sul pavimento e abbassandoli gradualmente, mentre lui, seduto, non diceva una parola.
Con voce calma e tranquilla gli dissi:
-Sappi, che ci sarò sempre per te…ogni volta che avrai bisogno di un’aiuto o qualcuno su cui sfogarti-
Gli slip ormai non erano più capaci di nascondere l’evidente erezione. Lo guardai negli occhi e gli sorrisi, dopodich&egrave gli abbassai l’intimo e afferrai con la mano la sua verga. Finalmente i miei occhi si posavano sull’agoniato premio. Il suo odore era intenso ed eccitante.
Aprii la bocca e lentamente iniziai ad assaporarlo centimetro dopo centimetro. Arrivai a cinque centimetri dalla base, prima che il suo pene mi riempisse tutta la bocca.
Intanto continuavo su e giù con la testa, leccandolo in ogni sua parte e gustandomi il sapore salato del suo lubrificante naturale.
Sentivo i suoi mugugnii e mi eccitavano. Tolsi il suo membro dalla bocca e inclinai la testa per poterlo guardare mentre iniziavo a leccargli i testicoli e con la mano masturbavo quello scettro bagnatissimo.
Aveva la testa inclinata all’indietro, gli occhi chiusi come per resistere a quelle sensazioni e i muscoli di tutto il corpo contratti e pronti a sfogarsi.
Sorrisi leggermente, misi in bocca quella verga e ripresi il ritmo, ma stavolta succhiando con magggior vigore. Continuai per un paio di minuti eccitandomi ad ogni suo lamento. Ad un certo punto mi prese la mano libera, la strinse, e disse:
-A..Aspetta…sto…sto per vemire!-
Fermai il ritmo e tenni solo la cappella in bocca, continuandola a succhiare con forza e facendogli roteare intorno la lingua, mentre con l’altra mano lo masturbavo contemporaneamente.
-Oddio non ce la faccio più! -masturbandolo più velocemente- AH! aaaaah…..aaaaaaaah siiiii….sii-
Vidi la sua testa chinarsi verso di me, gli occhi chiusi, il respiro affannoso e i muscoli che lentamente si distendevano mentre il pene pulsava e spruzzava abbondanti fiotti di caldo e denso sperma.
Quel liquido così caldo e così cremoso mi riempiva completamente la bocca. Non ne lasciai uscire nemmeno una goccia. Il suo sapore era acre, leggermente salato e l’odore si piantava dritto nel mio cervello mandandomi in estasi.
Lo ingoiai tutto, facendo rimanere Luca alibito e il suo membro ancora turgido. Continuai a succhiarglielo, lentamente e con forza, stringendoglielo un pò in modo da far uscire ogni singola goccia rimasta.
Ci alzammo in piedi entrambi, felici e soddisfatti come mai prima. Si sistemò i pantaloni e sorridendo mi diede un bacio sulle labbra.
-Ora ho capito -disse- cosa provo veramente- sorrise.
Gli abiti si erano asciugati e fuori aveva smesso di piovere. Glieli porsi per farlo rivestire.
-Ora credo che ci sia una ragazza che ti aspetta -dissi- risolvi questa situazione-
-Vero- rispose
Uscendo di casa mi diede un bacio sul collo, mentre io gli accarezzai delicatamente il pacco.
-Sei stato fantastico, e avremo bisogno di riparlare a riguardo- disse facendo un sorriso malizioso
-Certamente- gli risposi ricambiando lo sguardo. Se ne andò e chiusi la porta.
Avevo ancora il suo sapore in bocca. Lo adoravo.

E questo fù solo il principio… Era passato un pò di tempo dall’u,ltima volta in cui mi vidi fisicamente con Luca, tuttavia ci sentivamo molto spesso col cellulare per fare due chiacchiere.
Per lui, le cose dopo l’ultima volta erano andate molto bene, i problemi con la ragazza si erano finalmente appianati; tutto liscio filava anche per me con Monica.
Un venerdì sera ero da solo in casa, Monica non c’era da più di una settimana per occuparsi della madre caduta ammalata, e io avevo sfruttato questo lasso di tempo per potermi dedicare a qualche hobby; ad un certo punto mi arriva un messaggio da Luca con scritto “Oh Frà, Roberta &egrave uscita con le amiche, ti va se passo e ci rilassiamo con un film? Porto un pò di pizza e qualche birra…ti va?”, li per li non avendo nulla di interessante da fare accettai volentieri, anche perch&egrave avevo molta voglia di vederlo.
Quando arrivò a casa lo feci accomodare e iniziammo a sistemare le poltrone e il tavolino. Tra una cosa e l’altra gli chiesi:
-Bh&egrave? Come sta andando con Rossana?
E lui: -Tutto benissimo, sono un paio di settimane che stiamo un pò tesi con i nostri rispettivi lavori, ma stiamo stringendo un’attimo i denti nell’attesa
che arrivi il week-end della settiamana prossima…ho organizzato un piccolo viaggio fuori porta!
Gli sorrisi facendogli le congratulazioni, dopodich&egrave scoperchiammo la pizza, inserimmo i dvd ed iniziammo a vedere i film che avevmo scelto.
Passammo tutto sommato una tranquilla serata, tra risate e qualche birra di troppo; devo dire però che da parte di entrambi, qualche sorriso un pò malizioso c’era stato. Al termine dell’ultimo film Luca mi fece
-Frà, mi sta un pò a girare la testa, forse ho esagerato con la birra…ti dispiace se dormo da te stanotte? Posso stare anche sul divano, nn mi faccio problemi…
Contento della situazione, e grato delle birre di troppo che si era scolato volontariamente, risposi
-Certo che puoi stare, puoi dormire nella stanza degli ospiti…anzi io inizio ad accusare il colpo, quasi quasi me ne vado a dormire già adesso.
Lo aiutai ad alzarsi, gli feci vedere la sua stanza e il bagno vicino e gli diedi la buonanotte. Mentre me ne andavo mi cadde l’occhio sul suo pacco mezzo gonfio, ma lui non si accorse di ciò.
Avevo l’ardente voglia di passare con lui quella notte, ma non volevo fare il primo passo, per cui mi misi l’anima in pace. Andai in bagno per le abluzioni
notturne, tuttavia mi balenò in mente una speranzosa idea ed inizia ad armeggiare tra i cassetti di Monica senza fare troppo rumore; dopodich&egrave mi coricai.
Quella notte il sonno non voleva cogliermi per niente, per quanto provavo a rilassarmi e a tenere gli occhi chiusi il mio corpo bramava ben altro; ad un certo punto mi alzai per prendere un sonnifero, ma cambiai subito idea, gettando la scatola sul comodino.
Verso le tre sentii la porta della camera aprirsi di soppiatto e dei piedi scalzi avvicinarsi al letto. L'”intruso” si accorse del blister argentato sul comodino perch&egrave lo prese in mano per leggere di cosa si trattasse, generando un leggero rumore.
Qualche secondo dopo percepìi il letto piegarsi sotto un nuovo peso. Sapevo che era Luca, e cercai di rimanere immobile e impassibile. Iniziò ad infilarsi sotto le coperte avvicinanosi sempre di più. Sentivo il calore del suo corpo e il suo pene eretto toccarmi la natica destra. Con molta deliscatezza iniziò a sfiorarmi fino ad arrivare al sedere, ma percepivo la sua incertezza e il dubbio di quello che voleva fare.
Non eravamo mai arrivati a tanto e non aveva idea di come avrei potuto reagire. Nel suo delicato tastarmi sentì qualcosa di duro sporgere; incuriosito mi abbbassò lentamente il pantalone del pigiama e si accorse.
Si accorse del dildo unto di vasellina che nel bagno, nella speranza che si potesse arrivare a questo momento, avevo rubato a Monica. Immediatamente capì la risposta al suo dubbio che fino a poco prima lo attanagliava, e sentii subito il suo pene irrigidirsi più che mai.
Pian piano sfilò il dildo dall mio ano e da quel momento sapevo che rimanere impassibile sarebbe divenuto uno sforzo immane, ma l’avrei fatto. Ebbi quasi un sussulto quando lo tolse completamente, ma il mio retto non effe il tempo di rilassarsi che subito iniziò ad entrare la cappella di Luca. In poco tempo il suo pene era completamente dentro, visto che la strada era stata spianata dal dildo e dalla vasellina, e il retto doveva adattarsi alla forma del nuovo estraneo.
Sentivo Luca godere lentamente del calore del mio corpo mentre si muoveva con movimenti calpi per evitare di svegliarmi. Anch’io mi godevo in silenzio il suo corpo e i suoi gemiti, mentre il mio sfintere si allargava e si restringeva ciclicamente.
Dopo dieci minuti iniziò a mugugnare e muoversi meglio, al punto che il suo pene strofinava la mia prostata stimolandola. Qualche minuto dopo iniziai a sentire il pene di Luca fremere dal piacere. Rilassai tutti i muscoli più che potevo, lasciandogli la possibilità di muoversi meglio. Poco dopo i suoi movimenti si fecero più frenetici esplodendo in un forte grugnito ed in caldi e abbondanti fiotti di sperma. Riuscivo a sentire distintamente il calore del suo sperma che spruzzava inondandomi l’intestino e che pareva non volessero finire. Godetti cosi tanto in silenzio che mi parve di impazzire; sentii il mio pene eiaculare senza che fosse stato nemmeno toccato.
Quando Luca finì sentii il suo pene ridursi di volume e scivolare fuori dal mio ano. Potevo sentire il fiato di Luca, era stravolto, e lo ero anch’io.
Prima di alzarsi dal letto, sentii Luca prendere il dildo di Monica e pian piano riposizionarlo dov’era in origine. Una volta risistematomi i pantaloni sgattaiolò furtivamente dalla camera.
Quella notte lasciai che il dildo mi occludesse l’ano. Volevo che mi tappasse per poter far si che il mio corpo assorbisse completamente il prezioso succo di Luca.

Ero finalmente appagato, il mio Morfeo mi aveva dato finalmente il sonno.. Con l’incedere dei giorni arrivò Dicembre e con esso anche la necessità di trovare qualcosa da organizzare per le feste natalizie. Come ogni anno Luca e Rossana ed io e Monica decidemmo di passare il Natale con le nostre famiglie organizzandoci come più ci conveniva, ma il dillema del Capodanno rimaneva aperto. Avevamo parlato e deciso di volerlo festeggiare insieme ma, come sempre non ci si decideva mai dove. Passammo le prime due settimane del mese nella ricerca e nel solito battibecco conseguente al dover mettere in accordo quattro teste diverse; finch&egrave un giorno, per pura fortuna, Rossana non trovò l’annuncio di una baita nell’Appennino meridionale appartenente ad una coppia di vecchietti che quell’anno non l’avrebbero usata. L’idea di passare un capodanno tranquillo tra neve e montagne piaccue a tutti, e decidemmo di chiamare subito per prendere accordi e bloccare quell’opportunità. La vecchietta che rispose fu molto cordiale e il prezzo che chiedeva era abbordabile, ma l’acconto l’avremmo dovuto versarlo in contanti, e questo voleva dire andarci di persona. Ci accordammo quindi di vederci due giorni dopo, io e Luca saremmo andati dalla vecchietta per dargli i soldi ma anche per vedere la baita e la percorribilità della strada montana.
Due giorni dopo, come organizzato, partimmo per la baita. Il mattino presto trovai Luca in macchina sotto casa ad aspettare che scendessi; salutai Monica con un bacio, presi la nostra quota e scesi.
Il viaggio iniziò con noi ancora storditi dal sonno e proseguì tranquillamente tra qualche canzone alla radio e qualche chiacchiera sul più e sul meno. All’uscita dell’autostrada decidemmo di fermarci ad un bar per prendere un caff&egrave che ci caricasse un pò e per chiedere informazioni per arrivare alla baita. I signori del bar si dimostrarono felici di darci le indicazioni che ci servivano…e di ficcanasare nei fatti altrui.
Ci dissero che la strada per giungere alla baita risaliva la montagna, per circa 6-7 km, e che era ben tenuta (per i loro standard almeno), non si riusciva a vedere a causa della vegetazione che la celava ma non ci si poteva sbagliare nel seguirla, bisognava solo attraversarla con calma a causa delle curve.
Riprendemmo fiducia e ci rimettemmo in marcia; imbccammo subito la strada senza difficoltà e fu da subito chiaro che dovessimo seguirla “a passo di mulo”. Ma andava bene così, quel posto emanava tranquillità e riservatezza da ogni singola foglia.
Fu così che, rilassati dal posto e dal fatto che eravamo quasi arrivati, Luca iniziò a parlare più apertamente:
-Comunque riguardo l’altra volta che ho dormito da te…non credo di aver mai dormito meglio in vita mia- disse sorridendo; vedevo che voleva nascondere un sorriso malizioso sotto i baffi- oltretutto non avevo idea che dormissi in modo così…strano ecco!
-Lo credo bene -guardandolo con sguardo dichiaratamente malizioso- lo &egrave stato anche per me, non ho mai dormito meglio….strano? no mai dormito in modo strano- ridacchiai. Luca rallentò e mi guardò alibito.
-Tu sapevi? Eri sveglio? Come sapevi che sarebbe successo?-
-Si certo che ero sveglio non potevo sapere che sarebbe successo ma lo speravo, e mi ero preparato- risposi sorridendo.
Allungai la mano sulla coscia di Luca e iniziai a strofinarla dolcemente. Lui di risposta si avvicinò e mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
-Ti va se facciamo qualcosa?- mi disse guardandomi dolcemente.
-Lasciami fare- gli risposi sorridendo.
Slacciai le nostre cinture per stare comodi. Sbottonai il mio pantalone e quello di Luca, uscendo entrambi i nostri membri.
Presi con la sinistra il suo e con la destra il mio, ed iniziai a masturbarci a vicenda da prima con calma e poi aumentando il ritmo. Il pene di Luca si era eretto a metà quando lo lasciai per continuare a masturbarmi. Flettei i muscoli, iniziando a segarmi con più rapidità; ogni tanto guardavo Luca e il suo pene, mordicchiandomi e leccandomi le labbra.
Guardandomi Luca si era eccitato, il suo pene, completamente eretto, era duro come il ferro. Io sentii che stavo per venire, il mio pene pulsava sempre di più, per cui strinsi la cappella in un pugno e iniziai a venire, svuotandomi completamente. Strinsi un pò il pene per far uscire completamente tutto e poi lo sfilai. Mi sentivo alleggerito ma ancora tremendamente eccitato, mentre la mia mano era piena della mia stessa crema.
Guardai Luca; aveva il pene così gonfio che sembrava esplodere. Mi girai di fianco e versai tutto il mio succo sul suo pene, pulendomi la mano sulla sua asta e sulle sue palle. Lui mi guardò incuriosito, non capendo; io lo guardai con lo stesso sguardo di una tigre che punta il suo pasto.
Mi chinai sul suo bacino, iniziando con la bocca a divorare il mio ambito pasto. Senza usare le mani iniziai a succhiarlo completamente. Il mio succo, acidognolo, lubrificava la sua cappella e si mischiava al sapore della sua pelle. Ritmavo il mio movimento ai suoi mugugnii, mentre il mio lubrificante, unito al suo, lasciavano scivolare dolcemente il suo membro nella mia bocca.
Dopo circa cinque minuti iniziai a sentire i suoi muscoli tendersi e la macchina arrestarsi, capii che, in quella dolce lotta, la mia preda stava cedendo, ed avrei assaporato la sua vita di li a poco. Succhiai tutto il mio lubrificante dal suo membro e presi solo la cappella in bocca, lasciando che il mio succo la circondasse completamente, mentre iniziavo a fargli ruotare delicatamente la mia lingua intorno.
L’attimo dopo sentii gli spasmi ritmici dei muscoli di Luca, mentre la sua verga riempiva la mia bocca con caldi fiotti della sua virilità. Quando finì di svuotarsi dentro di me sentivo la testa leggera e che girava, mentre le labbra rimanevano ancora serrate su di lui per non perdere nemmeno una goccia di quella linfa. L’essenza di entrambi che si mischiava e si univa nella mia bocca. Rimasimo per un secondo in questo modo; poi mi stesi completamente di faccia in su, appoggiando la mia testa sulle sue gambe e aprii la bocca in modo che lui vedesse il nostro risultato. Subito dopo chiusi le labbra e ingoiai tutto quel nettare di vita. Girai la testa e ripresi in bocca il suo membro per pulirlo da ciò che era rimasto.

Mi rimisi a sedere e aspettammo qualche minuto, la mia faccia era rossa e le labbra anche di più. Avevamo bisogno di riprenderci dall’ondata di quel momento, di pulirci e di ricomporci.

Appena arrivati alla baita incontrammo la vecchietta e tutto filò liscio. Al ritorno ci fermammo a prendere un’altro caff&egrave…per evitare di far sentire il sapore di Luca a Monica…

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