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Racconti Gay

Il Sosia nudista

By 11 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Carlo aveva trent’anni, era single in quel periodo. Fisico asciutto, carnagione chiara, capelli castani un pò mossi ed occhi del medesimo colore, pochissimi peli sul torace. Non era particolarmente bello nè aveva un fisico da urlo, ma a trent’anni si è nel pieno del vigore fisico e la gioventù rende in ogni caso piacenti. Comunque nel complesso non era per niente male.
Finito il lavoro, di corsa a casa. Via il cappio della cravatta che in estate è sempre una tortura, via gli abiti formali che l’ufficio richiedeva, doccia veloce, bermuda T-shirt, ciabatte e di corsa al molo della sua città per prendere la barchetta che possedeva.
Gli piaceva andare per mare, quella barchetta era la sua chiave per la libertà.
Quel pomeriggio di luglio il sole strillava ma senza troppo bruciare. Il mare ed il cielo fornivano tutta una gamma di gradazioni di blu e di azzurro che nessun pittore avrebbe mai saputo riproporre.
La bianca scia che la barca disegnava sull’acqua non disturbava questa meraviglia ed il vento provocato dal procedere rendeva l’aria più fresca. Era bellisimo il golfo che si allontanava, i monti riarsi dalla canicola, il mare trasparente e calmo che lo accoglieva.
Appena salito in barca, vaveva tolto anche la maglietta ed i bermuda, rimanendo in costume.
Guidava la barca in piedi in maniera da sentire meglio la brezza. Come sempre si dirigeva verso un tratto di costa rocciosa, raggiugibile via terra con una certa difficoltà, via mare invece era facilissimo arrivarvi.
Gli scogli di quel tratto di costa, offrivano varie superfici piane dove erano soliti sdraiarsi al sole i nudisti, ed era proprio lì che Carlo si dirigeva. Quel tratto di costa veniva evitato dalle famigliole e dalle barche dei “tessili”; era una zona per convenzione consolidata, riservata ai naturisti.
A Carlo piaceva da sempre prendere il sole e fare il bagno nudo, era un naturista convinto. Lo affascinava la sensazione della assoluta libertà che dona la nudità all’aperto. Gli piaceva da impazzire sentire su ogni centimetro quadro del suo giovane e vigoroso corpo il calore del sole; era meraviglioso nuotare in quel limpido mare senza che nulla si frapponesse tra lui e l’acqua . Gli piaceva guardare il suo corpo ed il suo sesso immerso, sentire nuotando l’acqua marina che lo accarezzava in ogni dove.
Finalmente arrivato sul luogo, ancorò la barca e si tolse anche il costume donandosi totalmente nudo al sole.
Ogni tanto si guardava intorno per assicurarsi che altre barche non passassero troppo vicino, ma non c’era alcun motivo di preoccupazione. Tutto era calmo si poteva star nudi senza problemi. Dalla costa altri nudisti avevano notato la sua presenza, probabilmente invidiadogli il fatto che poteva raggiungere quel tratto di mare senza scarpinare per mezz’ora nella calura come erano stati costretti a fare loro, ma dopo pochissimo ognuno tornò a crogiolarsi sugli scogli.
La barca era ancorata ad una trentina di metri dalla costa, si posizionava sempre all’incirca a quella distanza. Era facile così nuotare fino a terra, riposarsi un pò e rientrare successivamente in barca.
Si accorse però che tra i nudisti “terrestri” c’era un ragazzo che lo guardava con una certa insistenza e sembrava che manifestasse un particolare interesse verso di lui. Carlo pose un pò più di attenzione e notò che quel ragazzo gli assomigliava tantissimo. La discreta distanza non gli consentiva di vedere bene i particolari, ma la somiglianza appariva notevole; la cosa lo divertì ed incuriosì insieme.
Cominciò così uno scambio di sguardi con quel ragazzo sempre più intenso ed intrigante. Carlo decise di fare una nuotata parallelamente alla costa e si accorse che il ragazzo seguiva lo stesso percorso via terra.
Carlo era fortemente acchiappato. Come spesso accade, anche quella zona naturista era frequentata anche da gay e pareva evidente che quel ragazzo fosse uno di loro, egli tuttavia non aveva alcuna movenza effeminata. La cosa che turbava Carlo era che quell’interesse non gli dispiaceva, in cuor suo ne era contento. Non è che Carlo non avesse mai avuto fantasie omo, a turno capita a tutti ed anche a lui era capitato di immaginarsi come sarebbe stato, ma si era sempre fermato lì. Questa volta invece si sentiva catapultato in un vortice di strane idee e rapidissimamente attratto da quella persona mai vista prima, come in una piena tempesta ormonale adolescenziale. Una cosa sola non capiva e metteva in dubbio le sue elucubrazioni, perchè quel tipo non si tuffava per raggiungerlo in barca? Con la scusa di riposarsi un pò per la nuotata avrebbero potuto scambiare qualche parola. Era più logico, e invece no… il ragazzo si limitava a guardar Carlo pervicacemente, rimanendo però sempre sugli scogli.
A quel punto però Carlo era troppo incuriosito e praticamente coinvolto. Decise di raggiugere la costa e lo fece, qualche bracciata ed arrivò.
-Ciao, -gli disse il ragazzo che lo raggiunse immediatamente.
Ciao, -rispose Carlo con un certo imbarazzo ma non più di tanto-
erano nudi entrambi seduti sul limitare del mare, si osservarono vicendevolmente ed ambedue ricevettero la sensazione di apparire gradevole l’uno all’altro..
ti ho notato dalla barca perchè ho l’impressione che ci assomigliamo parecchio – proseguì Carlo sorridendo
-è vero l’ho notato anch’io – rispose il ragazzo sorridendo più di Carlo – io mi chiamo Matteo
Anche Carlo si presentò, la somiglianza era più che evidente. Senza troppo sforzo chiunque avrebbe potuto scambiarli per gemelli. La cosa li divertì parecchio.
Ma come mai non mi hai raggiunto in barca?
-Non so nuotare;
risata di Carlo,
Carlo spiegò che pensava di sbagliarsi, che l’idea che Matteo avesse provato curiosità per lui fosse solo frutto della sua immaginazione visto che fino a quel momento non si era avvicinato, invece era solo perchè Matteo non sapeva nuotare! Che scemo!
ma così dicendo dichiarò il suo interesse che Matteo colse subito
Da lì a poco Carlo sentì la mano di Matteo carezzargli la coscia. Carlo non era stupito del fatto in sè, era logico, era piuttosto stupito della sua favorevolissima reazione, gli piaceva da matti. Assecondò la mano di Matteo e ricambio con una carezza sul petto.
Matteo cominciò a cerezzargli il cazzo che nel frattempo si era manifestato in una totale erezione, Carlo provava un piacere intenso e profondo. Sentire quella mani sul suo sesso turgido gli procurava un godimento inusuale. Matteo ad un tratto si immerse e cominciò a ragalargli uno straordinario pompino subacqueo….. meraviglioso.
Carlo aveva il cazzo nella bocca di un uomo e contemporaneamente era carezzato da lui e dal mare. Non aveva una parte del corpo che non vibrasse. Matteo ogni tanto usciva dall’acqua per respirare da questa doppia apnea. L’estasi di Carlo era totale e completa. La frescura dell’acqua provocava un ritardo nel raggiungimento dell’orgasmo ed il prolungarsi del piacere. Le labbra e la lingua di Matteo scorrevano sull’asta di Carlo che sembrava esser stata fatta per quell’evento. Con le dita e con il palmo delle mani, Matteo tastava la virilità di Carlo e la parte di corpo compresa tra i peli pubici e l’ombellico, incessantemente. Reggeva lo scroto e carezzava l’attaccatura delle natiche alle cosce procurando dei fremiti inenarrabili. Quando ritenette Carlo pronto, Matteo uscì dall’acqua e iniziò a segare Carlo con una decisa dolcezza, virile e generosa fino a che Carlo non venne copiosamente donando al mare il suo seme maschile. Nel frattempo anche Carlo si sentì di ricambiare l’affettuosa effusione a Matteo e per la prima volta in vita sua prese in mano un cazzo che non era il suo, menandolo però come se lo fosse. Il cazzo di Matteo era ben fatto come quello di Carlo. Ben proporzionato, durissimo e pronto. Carlo riuscì a masturbalo per bene ma non aveva la medesima maestria di Matteo il quale tuttavia dava l’impressione di gradire oltre misura quelle carezze e quei colpi donati da Carlo. L’effetto ritardante dell’acqua fredda si manifestò anche su Matteo che assaporò per un tempo più lungo del normale il piacere della sega. Gemette di piacere a voce bassa ed anche lui confuse con il mare il suo meraviglioso orgasmo.
Si scambiarono un sorriso d’intesa e di reciproco compiacimento. Sebrava che si conoscessero da molto tempo e la fortissima somiglianza aumentava questa sensazione. Ognuno era specchio dell’altro sia nel fisico che nelle emozioni di quel momento. Con la promessa di rivedersi si lasciarono e Carlo, riprese le forze, rientrò in barca per poi allontanarsi, contento di aver conosciuto Matteo, il suo “quasi sosia” e felice di aver allargato per sempre i confini delle sue inclinazioni.

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