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Racconti Gay

Iniziazioni gay di un ragazzo

By 9 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Fin da bambino mi piaceva toccarmi il sedere. Quando avevo circa 5/6 anni mi ricordo che, quando mi coricavo per andare a dormire, nel mio lettino mi abbassavo i calzoncini del pigiama e mi infilavo un dito nel culo. Poi lo tiravo fuori e lo annusavo, non so perché ma quella puzzetta che rimaneva sopra mi piaceva molto. Nelle elementari avevo un compagno di banco che per sfidare il maestro si sbottonava i pantaloni e metteva parzialmente in mostra il suo uccellino’ ma solo a me, ovviamente. Io lo guardavo, la cosa mi intrigava molto, e in seguito fui io stesso a incoraggiarlo. Ricordo che alla mia ennesima richiesta lui mi disse: ‘Sei proprio una puttanella’. A quel tempo non sapevo bene cosa volesse dire, ma intuivo che era un termine ‘perverso’.
A 12 anni ogni volta che andavo in bagno a defecare (chiudendo a chiave la porta per non farmi notare dai miei genitori) passavo un po’ di tempo a guardarmi il cazzetto e anche il sedere, me li strofinavo spesso’ poi un bel giorno dal cazzetto mi uscì un liquido bianco’ forse era quella cosa che i miei compagni di scuola più maturi chiamavano ‘sborra’! Da quel momento ogni occasione era buona per masturbarmi. A 14 anni mi segavo anche 3 volte al giorno.
A 15 anni non avevo ancora una ragazza, per cui sentivo il bisogno di sfogarmi attraverso le riviste pornografiche. Essendo minorenne le rubavo ogni tanto da un rivenditore di fumetti e poi a casa me le visionavo con calma. Un giorno i miei genitori andarono a fare una gita sul lago di Garda e io rimasi solo in casa. Decisi che in quel giorno avrei cercato di avere il maggior numero di eiaculazioni possibili, in modo da vedere fino a che punto avrei potuto arrivare. Così misi un telo cerato sul letto matrimoniale dei miei, feci su tutte le riviste porno che avevo (a quel tempo non c’erano le videocassette) e mi spogliai completamente nudo sul letto. Mi masturbai per circa 8 ore (con qualche intervallo) e in effetti riuscii a sborrare ben 7 volte, solo che le ultime 2 furono praticamente a secco! L’indomani arrivarono i miei e guardando la mia faccia smunta mi chiesero se ero stato male! Un po’ di vomito.. risposi e loro non andarono oltre. Un altro giorno ero solo in casa e mi stavo masturbando in piedi con la rivista porno appoggiata sulla scrivania. Facendo un passo indietro il mio culetto toccò il pomo della sedia che avevo lasciato dietro e provai a strofinarmi l’ano sopra. Mi ci sedetti sopra’ provai una grandissima eccitazione che mi fece fare una schizzata di sperma tremenda. Da quel momento capii che godevo di più se mi penetravo l’ano. Così le volte successive cercavo sempre di infilarmi qualche oggetto dentro il culo ‘ pennarelli, tubetti, flaconi, lampadine a pera ‘ per godere di più. Nello stesso tempo mi ponevo la domanda se ‘ come dicevano i miei compagni di scuola ‘ chi lo prende in culo &egrave finocchio.
A 18 anni entrai per la prima volta in un cinema porno di una grande città. Prima non ne avevo il coraggio, anche perché essendo basso e molto esile dimostravo degli anni di meno e temevo di essere scacciato o denunciato (!) Il primo film che vidi lo ricordo ancora adesso e mi sconvolse. S’intitolava ‘Bagnate d’amore’. C’era un tizio superdotato che si scopava delle biondone mozzafiato. Con quel cazzone dritto come un bastone le chiavava senza alcuna fatica e poi’ vidi per la prima volta che le faceva anche il culo! Alla fine gli sborrava sulle chiappe e loro si toccavano con la mano per portarsi la sborra alla bocca. Vedendo quella scena scioccante (per me) mi sborrai nelle mutande. Presi veramente gusto a vedere i film porno, ma allora avevo paura che gli altri si accorgessero della mia eccitazione. Una volta però mi si sedette vicino un uomo anziano che cominciò a toccarmi. Io provai la sensazione di essere sedotto e mi lasciai fare. Il vecchio mi tirò fuori l’uccello e mi masturbò…dopo poco sborrai sul pavimento. Dopo quell’esperienza capii che era più eccitante fare sesso con altri. Ma io ero ancora vergine.
Ora però, ogni volta che andavo in un cinema a luci rosse non mi limitavo a vedere il film, ma mi piaceva provocare i vecchietti, anche perché ero un bel ragazzino esile. Certe volte mi recavo nei gabinetti e mi tiravo giù jeans e mutande per farmi vedere da questi alluppati. Un giorno un tizio robusto, sui 55 anni, mi vide ed entrò nel gabinetto chiudendo la porta. Mi afferrò le chiappe e cominciò a baciarmi sul collo.. io mi sentii molto femmina.. e lo lasciai fare anche se la sua barba incolta mi pungeva la pelle. Poi si staccò e si sbottonò la patta dei pantaloni, mostrandomi il suo cazzo già gonfio. ‘Succhialo, dai’ mi disse lui, mentre con la mano sulla spalla mi invitava ad abbassarmi. Io mi lasciai andare e ubbidii. Mi piegai e avvicinai la lingua al membro sempre più duro di quest’uomo. Come lo imboccai sentii con la lingua che era caldissimo e si stava indurendo sempre più. ‘Dai, pompa!!’ mi disse il porcone e io non mi tirai indietro. Cominciai a spompinarlo come avevo visto nei film porno. Era un cazzo medio, ma essendo il primo a me pareva enorme. Mentre succhiavo lui mi guardava nei miei occhi grandi come per umiliarmi. Ma la cosa mi piaceva davvero. Dopo poco lui cominciò a mugolare come un suino e feci appena in tempo a staccarmi che fece una sborrata mostruosa. Ma io avevo paura a prendere lo sperma in bocca perché sapevo che si potevano prendere molte malattie. Comunque lui s’accontentò, si ricompose e se ne andò. Avevo fatto un pompino a un uomo! Ero gay? Cominciai a pensare di sì, ma in realtà io mi sentivo una donna, anzi, a forza di vedere quei film mi sentivo una troia!
E in effetti, nelle mie successive frequentazioni dei cinema porno, facevo di tutto per diventarlo. Ogni sera che vi andavo spompinavo 4 o 5 uomini e sempre gratis, perché io lo facevo per passione. Ma non facevo altro. A casa poi mi masturbavo ripensando ai loro cazzi e mi infilavo oggetti sempre più grossi nel culo, tipo zucchine, cetrioli, dispenser del dentrificio, bottigliette di cocacola. Guardandomi allo specchio capii che il mio ano era pronto per essere penetrato ma non avevo ancora trovato un partner giusto. (continua nel 2 capitolo.. con 2 foto esplicite)

Il partner giusto lo incontrai un pomeriggio sempre in un cinema porno. Lui era uomo di 35 anni, io ne avevo appena 19. Stavamo vedendo un film incredibile dove si vedeva una pornodiva con due tette enormi che si faceva scopare contemporaneamente in fica e in culo da due maschioni superdotati. Alla fine questi, ovviamente, le coprivano la faccia di sperma. Eccitati come animali ci recammo entrambi nei cessi, ma erano tutti occupati. Allora l’uomo, che mi disse chiamarsi Tony, mi chiese se volevo andare a casa sua. Io rimasi un po’ perplesso, ma accettai. Usciti, salimmo sulla sua Peugeot, e raggiungemmo un quartiere alla periferia. Lui suonò a un citofono e il portone d’ingresso si aprì. ‘Ma allora non sei solo’ chiesi io allibito. ‘Veramente questa &egrave la casa di un mio amico che ci può ospitare’. Ci aprì un vecchietto sui 70 anni, magro, ben curato, che ci fece subito entrare per ‘non dare nell’occhio’. Questi era un vecchio gay che talvolta riceveva amici più giovani anche solo per guardarli. Io ero molto imbarazzato, quindi chiesi qualcosa di forte di bere. Il vecchio tirò fuori dalla credenza una bottiglia di liquore Strega e ci offrì un bicchierino ciascuno. Finito di bere chiesi di poter andare in bagno. Ero vestito e mi limitai a lavarmi i genitali e il sedere. Uscito dal bagno il vecchietto mi condusse nella camera da letto dove Tony era già disteso sul letto completamente nudo. Aveva un fisico davvero notevole e il suo cazzo che teneva in mano era già a buon punto. ‘Dai, tesoro, spogliati, non avrai vergogna di me, vero?’ disse il vecchio accarezzandomi la guancia. Tony precisò che il vecchio non partecipava ma voleva solo fare da spettatore. Allora mi spogliai completamente e salii sul letto. Tony mi fece mettere sopra di lui a 69 e cominciammo a spompinarci a vicenda. Mentre succhiavo il bellissimo cazzo di Tony pensai che finalmente stavo consumando un rapporto omosessuale completo. Dopo varie leccate Tony mi disse di mettermi supino e si mise sopra di me a smorzacandela inculandosi sul mio cazzo. Andava su e giu’ che era un piacere, ma in quel caso ero io a fare l’attivo e la cosa non mi esaltava più di tanto. Allora gli chiesi se adesso voleva incularmi. Tony disse che per lui era lo stesso. Così cambiammo posizione e lui si mise supino. Mi accovacciai sopra il suo corpo e m’imboccai il suo cazzo con la mano, ma come fece per penetrarmi sentii un forte dolore (effettivamente Tony aveva un cazzo con una cappella molto grossa). Allora decidemmo di passare alla posizione a pecora. Il vecchietto capì che nel culetto ero ancora vergine e così tirò fuori dal comodino un tubetto di vaselina e con molto gusto prese a spalmarmela sull’ano. Tony m’imboccò il cazzo lentamente e cominciò a spingere ma sentii di nuovo un dolore lancinante. Alle mie lamentele lo tirò fuori e poi riprovò a incularmi ma’ ahiaaaaa’ mi faceva un male boia! A quel punto gli dissi di lasciar stare. Lui mi chiese se mi andava di incularlo e io, per non deluderlo, accettai. Stavolta si mise anche lui a pecora e glielo infilai dentro senza fatica, evidentemente era già molto esperto. Mentre lo scopavo il vecchietto si avvicinò a noi per godersi meglio la scena e questa sua presenza anomala mi fece eccitare molto. Cercai di resistere ma dopo pochi minuti non ce la feci più, tirai fuori il cazzo dal culo di Tony e gli sborrai sopra. Poi mi staccai e mentre mi recavo in bagno vidi una scena molto depravata: il vecchio leccava ogni goccia di sperma dal culo di Tony. Quindi ci lavammo, ci rivestimmo e Tony mi riaccompagnò alla fermata del bus.
Tornando a casa m’interrogavo sul perché di quella mia debàcle. Il cazzo di Tony non era piccolo ma neppure era un superdotato, allora come mai mi provocava tanto dolore? Eppure nelle mie masturbazioni solitarie a volte m’infilavo oggetti molto più grossi nel culo e non sentivo male. Ero molto deluso di me stesso, ma decisi di riprovarci.
Nei giorni successivi mi recai nuovamente nei cinema porno armato di preservativi e vaselina. I partner che trovavo li trattavo a seconda del cazzo che avevano: se era grosso lo succhiavo soltanto, se era piccolo gli offrivo il culo. Uno di questi che ce l’aveva piccolo, ma che devo ringraziare molto per la fiducia che mi ha dato, si chiamava Alberto. Era un 50enne distinto e come mi vide fu molto tenero con me. Nei gabinetti mi palpava come si fa con le donne, poi s’infilava il preservativo, mi spalmava con cura la vaselina nell’ano e m’inculava dolcemente. Mi piacevamo molto i suoi modi e un pomeriggio m’invitò in un appartamento di proprietà di un suo amico antiquario.
Era in un palazzo antico del centro storico e la camera da letto era in stile anni 30, molto raffinata. ‘Qui possiamo farlo come si deve’ disse Alberto con gli occhietti già eccitati. Io non persi tempo e mi spogliai nudo davanti a lui. Andai in bagno e tornato vidi che sul letto c’erano degli indumenti intimi femminili. ‘Ti va di indossarli?’ disse Alberto facendo cenno con la mano ‘li ho comprati apposta per te” Io li presi fra le mani, erano bellissimi, tutti neri’ c’era una guepiere di pizzo con reggicalze, 2 calze autoreggenti di naylon nere, una mutandina di pizzo e’ sul pavimento due scarpe nere col tacco a spillo (vedi foto). ‘Oddio’ vuoi davvero che mi travesta?’ Lui fece cenno di sì, si alzò e andò in bagno a lavarsi. Io ero tutto eccitato a indossare quelle cose, e quando ebbi finito mi guardai allo specchio. In quel momento uscì Alberto dal bagno completamente nudo, mi vide e disse: ‘Sei meglio di una donna!’ In effetti, col mio fisico esile (a quel tempo ero 1,65 x 50 chili di peso), la mia pelle glabra e il mio viso dai lineamenti fini ero più vicino alla femmina che al maschio, se non fosse stato per quel coso che tenevo in mezzo alle gambe. Alberto aprì un cassetto e mi porse un rossetto; io lo presi e me lo spalmai sulle labbra. ‘Ora sei veramente uno schianto’ disse, e mi prese fra le sue braccia. In piedi davanti allo specchio mi palpava le chiappe, mi baciava sul collo, poi avvicinò la sua bocca alla mia. Io non avevo mai baciato un uomo, ma mi sentivo completamente sedotto e lo lasciai fare anche quando mi metteva la lingua in bocca. Poi mi fece mettere in ginocchio e – mentre mi guardavo nello specchio – cominciai a succhiargli l’uccello. Quando Alberto ebbe il cazzo bello duro mi disse di staccarmi e ci coricammo sul lettone matrimoniale. Mi tolse lentamente le mutandine di pizzo e le annusò, poi mi fece mettere a pecora e restai in quella posizione mentre lui s’infilava il preservativo. Pochi secondi e sentii le sue mani accarezzarmi le chiappe belle depilate e poi sentii le sue dita frugarmi nell’ano. Alberto mi spalmò un po’ di vaselina nell’ano perché sapeva che mi eccitava molto’. Mmmm siiiiii’. Il momento di attesa prima della penetrazione era quello che mi faceva impazzire!!! Poi sentii il suo cazzo entrarmi dentro dolcemente e subito dopo Alberto cominciò a chiavarmi con ritmo regolare. ‘Ti piace, amore?’ ‘Siiii’.’ Dissi io con la voce di una femmina in calore. Allora lui mi afferrò per i fianchi e tenendomi il cazzo dentro mi fece piegare di lato, con lui dietro. In questo modo potevamo vederci davanti alla grande specchiera dell’armadio e vedere riflesse le nostre espressioni di piacere. Alberto come dicevo non era molto dotato ma era come un diesel, partiva piano ma durava molto. Dopo un quarto d’ora in quella posizione mi fece mettere a schiena sul letto con le cosce divaricate e alzate in modo da mostrare bene il culo. ‘Sei proprio una gran figa’ mi disse menandosi l’uccello mentre io mi sditalinavo l’ano. E subito dopo me lo infilava di nuovo dentro chiavandomi a tutta forza in quella posizione per lui un po’ faticosa. Dopo altri 15 minuti di chiavata lo vidi andare in trance, capii che stava per venire. Anche io stavo per godere ma in quel momento mi sentivo una gran puttana e gli dissi se voleva sborrarmi in faccia. Lui accettò, mi staccò il cazzo dal culo, si tolse il preservativo e si posizionò con le ginocchia divaricate sopra il mio busto. Prese a menarsi il cazzo sul mio viso e dopo poco vidi i suoi schizzi di sperma uscire copiosi e raggiungere la mia fronte, le mie guance, il mio naso, le mie labbra. Godette come un vero maiale. Ed io ero felice di essere stata la sua maiala. Poi lui si sdraiò distrutto sul letto e io mi alzai con il viso ricoperto di sborra per andare in bagno. Mi guardai allo specchio e vedendomi con lo sperma che mi colava sul petto mi eccitai da morire, decisi di menarmi il cazzo e dopo poco sborrai nel lavabo.
Dopo essermi lavato ritornai sul letto e mi accovacciai accanto ad Alberto per fargli tante coccole. Io lo amavo ma adesso avevo voglia di nuovo di cazzo e non mi sarebbe dispiaciuto uno più grosso. Alberto sembrò leggermi nel pensiero. Disse che uno come me si meritava dei cazzi più adatti… e mi propose di fare un’esperienza anche col suo amico antiquario. “Ma non sei geloso?” dissi io allibito. “Un po’ si” disse, ma “lo avevo promesso a lui e poi in tre sarebbe ancora più bello!” “Oddio… con due maschi non l’ho mai fatto!” risposi, con il pudore finto di un’educanda.
“Ti piacerà” disse accarenzandomi una guancia e mettendomi un dito in bocca. “Ti faremo diventare una vera troia trav!” E come disse queste parole lo baciai in bocca e poi feci di nuovo per prendergli in bocca l’uccello, ma lui non se la sentiva più e prendemmo appuntamento per il prossimo… eccitante… incontro a tre!

Alberto mi disse che potevo tenermi la lingerie nera perché la dovevo considerare un suo regalo personale, ma mi chiese di portarla sempre con me nei nostri futuri incontri. Rimanemmo d’accordo che mi avrebbe chiamato appena fosse riuscito a combinare l’incontro a tre col suo amico antiquario.
Nei giorni successivi pensavo con eccitazione a quando sarebbe venuto quel momento e nel frattempo cercavo di curare al massimo il mio aspetto, depilandomi con cura su tutto il corpo, spalmandomi creme per idratare la pelle e lasciandomi crescere i miei bellissimi capelli neri che però durante il giorno tenevo pettinati all’indietro per non dare troppo nell’occhio. E sì, perché io vivevo coi miei genitori, i quali erano molto tradizionalisti, e non volevo causargli dispiaceri (se avessero saputo quello che facevo mi avrebbero ammazzato!). Un giorno andai alla Rinascente e nel reparto cosmetici comprai un mascara, del phar e un altro rossetto color rosso ciliegia.

Passò una settimana, ma di Alberto nessuna notizia. Allora lunedì mi recai nel solito cinema porno dove quella sera proiettavano ‘Black anal’, un film dove la protagonista era una pornostar bionda, alta e magra con due tette esagerate (ovviamente siliconate) col piercing sulla lingua e sulle grandi labbra della fica, che si faceva scopare da due neri superdotati. Era veramente incredibile come questa ragazza esile potesse prendersi contemporaneamente in fica e in culo due cazzi così grossi che poi, nel finale, gli sborravano regolarmente in bocca. La cosa mi lasciò sconvolto. Mi alzai e andai nei cessi per masturbarmi, e mentre ero lì con la porta semichiusa che mi segavo, vidi un uomo sui 65 anni, alto e robusto, coi baffi grigio-neri, che mi spiava. Gli feci cenno di entrare. Una volta dentro gli abbassai la zip dei pantaloni e dai boxer uscì fuori un uccellone incredibile, di circa 25 cm di lunghezza! Mi accovacciai e glielo presi subito in bocca, cominciando a ciucciarlo come una ninfomane, forse perché avevo ancora ben viva nella mente l’immagine di quella pornostar che si gustava quegli enormi cazzoni neri! Fatto sta che dopo poco il porcone cominciò ad ansimare e prendendosi il cazzo in mano sborrò copiosamente nel cesso.
Poi ritornai in sala. Il primo film era finito e ora stavano proiettando un film di fisting, non ricordo il titolo, dove nella prima scena si vedeva una ragazza mora che si sdraiava su un lettino da ginecologo. Entrava un’infermiera molto sexy col guanto di lattice che le infilava la mano nella fica fino al polso e la chiavava ben bene; poco dopo entravano nella stanza due medici in camice bianco e le mettevano subito i due cazzi in bocca. Mentre guardavo questa scena molto stuzzicante mi sentii battere sulla spalla. Era Alberto! Si sedette accanto a me e commentammo insieme alcune scene. Io sostenevo che il fisting nella fica era abbastanza facile da fare ma quello anale era quasi impossibile. Lui invece diceva di aver visto un altro film, tempo fa, dove si vedeva un uomo che infilava una mano nel culo a una donna senza tanti problemi. ‘Hai voglia?’ mi chiese. E io dissi di sì, senza informarlo che 15 minuti prima avevo spompinato un tizio. Ci chiudemmo nei cessi, gli feci un pompino e poi lui mi fece regoralmente il culo, con vaselina e preservativo. Una volta finito, mi disse che era riuscito a fissare l’incontro col suo amico antiquario. ‘Ci vediamo venerdì sera alle nove nella piazzetta vicino alla casa del mio amico, ti va bene?’ ‘Ohhhhh siiiiiii!!!’ Risposi con entusiasmo.

Venerdì sera dissi ai miei genitori che andavo a vedere un torneo di calcio nella città vicino e che sarei arrivato dopo mezzanotte. Naturalmente avevo già messo tutto l’occorrente in macchina e loro non si insospettirono minimamente. Posteggiai l’auto in un parcheggio vicino alla piazzetta e attesi. Erano già le 21,15 e non si vedeva nessuno. Ero eccitato da matti e temetti in quei minuti che mi stessero per fare il pacco. Invece alle 21,20 vidi due uomini avvicinarsi nell’ombra verso di me.. erano loro! Alberto mi presentò il suo amico antiquario, un tipo sui sessantanni, di corporatura robusta, capelli corti bianchi e una barbetta curata, che appena mi vide disse: ‘Mmmm che bel bocconcino’ ciao, io mi chiamo Ezio e tu?’ ‘Io mi chiamo Lorenzo’ dissi, ma lui ribatt&egrave subito: ‘Vorrai dire Lory, non &egrave meglio?’ Io annuii e anche Alberto confermò: ‘Certo Lory &egrave molto meglio!’ ‘Bando alle ciance, andiamo a divertirci!’ disse Ezio e ci avviammo verso il palazzo d’epoca dove ero già stato. Il portone era piuttosto al buio e in giro non c’era nessuno, quindi non avremmo certo dato nell’occhio. Saliti al 2′ piano entrammo in quel vecchio alloggio arredato con mobili di recupero. Appena entrati Ezio mi disse di accomodarmi nel salotto, mentre invitò Alberto ad andare in bagno con lui. Il salotto era composto da due divani a fiori posti uno di fronte all’altro, da un tavolo in legno massiccio e da una credenza con le antine di vetro. Sul pavimento un tappeto bello ma dall’aria polverosa. Sentii il rumore dell’acqua del bidet e ogni minuto che passava accresceva la mia eccitazione.
Finalmente i due uscirono ancora vestiti dal bagno e Ezio mi disse che potevo andare a prepararmi. Così entrai in bagno, mi spogliai nudo e mi sciacquai nuovamente il sedere e i genitali. Poi indossai la guepiere, le mutandine di pizzo e le calze nere con le scarpe da donna. Mi misi il phar, poi il mascara e infine il rossetto. Diedi una spazzolata ai capelli che mi arrivavano alle spalle et voilà’ ero pronta! Come uscii dal bagno sentii un ohhhh di apprezzamento. Alberto ed Ezio se ne stavano stravaccati sul divano completamente nudi, con le pance e i cazzi ancora molli. ‘Ehi Lory facci vedere come ti sai muovere!’ disse Ezio ammiccando ad Alberto. Allora io improvvisai dei movimenti sexy davanti a loro, un po’ come fanno le ballerine di lap dance. Dopo 5 minuti Ezio disse: ‘Togliti le mutande’ suuuuu!!!’ E io sculettando come una troia mi abbassai le mutandine davanti a loro e girandomi le tirai casualmente ad Alberto che le afferrò, le annusò e poi le passò all’amico, il quale, oltre ad annusarle, ci diede anche una leccata sopra. Continuai la mia performance: mi misi sul divano di fronte a loro piegato a 90 gradi, mi allargai con le dita le chiappe depilate e mostrai il fiore rosa del mio culetto voglioso (vedi foto).
‘Vieni qui troia!’ sentii dire con tono deciso. Mi girai e vidi Ezio e Alberto in piedi che m’invitavano ad avvicinarmi. Mi presero in mezzo e cominciarono a strusciarsi contro di me, leccandomi il collo, palpandomi le chiappe, mettendomi entrambi a turno la lingua in bocca. Poi mi fecero abbassare in ginocchio e avvicinarono i loro cazzi al mio viso. Capii che Ezio era quello che dirigeva le mosse e oltretutto – a differenza di Alberto – lo faceva con tono deciso e anche molto volgare. ‘Ora succhia i cazzi, puttanella’ disse Ezio, mentre col cazzo si stava scappellando. Cominciai a prendere in bocca il cazzo di Alberto che conoscevo bene e lo spompinai per qualche minuto mentre con la mano destra toccavo il cazzo di Ezio che sentivo ingrossarsi sempre di più. Mi staccai dal cazzo di Alberto e quando mi girai verso quello di Ezio mi accorsi di avere di fronte qualcosa di veramente grosso! Ezio me lo buttò in bocca con decisione mettendomi anche una mano sulla testa come per guidare la pompata. ‘Ummmmpppfff” mugolai e sentii il suo cazzo crescere ancora nella mia bocca al punto che facevo fatica a prendere respiro! Lo spompinai per altri cinque minuti, poi mi lasciò staccare la bocca per tornare a succhiare quello di Alberto e poi di nuovo mi sentii spingere la testa verso il cazzo di Ezio che ora era completamente duro. Era un bel cazzone di 25 cm circa, di circonferenza media, con una cappella liscia conica. Lo succhiai ancora per un po’, quindi Ezio disse ad Alberto di avvicinarsi e di mettere anche il suo cazzo nella mia bocca! Con due cazzi in bocca mi venivamo alla mente scene da film porno ed io ora ne ero protagonista! Poi Ezio si staccò di colpo, si sedette sul divano a gambe aperte e mi fece cenno di venire a gattoni in mezzo a lui. ‘Ora devi pompare per bene, hai capito troia?’ e mi ficcò di nuovo il cazzo in bocca. Mentre succhiavo sentii Alberto che da dietro mi allargava le chiappette e mi frugava con le dita nell’ano. Poi sentii che mi spalmava la vaselina nel culo. Infine udii lo strappo della confezione di condom e capii che stava per incularmi col preservativo. Difatti sentii afferrarmi le chiappe e subito dopo Alberto me lo buttò su. Cominciò a chiavarmi nel suo stile, tranquillo ma costante, mentre con la bocca succhiavo a più non posso il cazzone di Ezio. Egli mi teneva la testa fra le mani e mi obbligava a ingoiare il cazzo fino in gola senza neanche darmi un momento di sosta e nel contempo Alberto mi dava colpi continui nel culo. Poi il solito Ezio, che dirigeva la chiavata, mi staccò l’uccello di bocca e disse: ‘Stop, ora voglio farglielo io il culo a ‘sta zoccoletta!’
Alberto non ebbe nulla da ridire, mi tolse il cazzo dal culo e rimase in attesa. Il suo amico disse che a lui il preservativo non piaceva, quindi mi avrebbe inculato senza alcuna protezione. Io ero talmente eccitato che non capivo più nulla, ero completamente succube e non obiettai nulla. Ezio mi disse di mettermi in piedi sul divano a gambe aperte sopra di lui con il viso rivolto dalla sua parte, poi mi fece accovacciare. Da sotto sentii la mano di Alberto che mi spalmava altra vaselina nell’ano, poi Ezio mi strinse forte ai fianchi e mi obbligò a sedermi sulla sua cappella, ma la stessa mi sgusciò di lato. Allora Alberto da dietro prese in mano l’uccello di Ezio e me lo posizionò nel buco del culo. A quel punto Ezio diede un sussulto e sentii la cappella penetrami nello sfintere. ‘Uhhhhhh’ &egrave grosso!!!’ dissi io sospirando’ mi sentii rispondere con un ‘Zitta, troia!!!’, poi sentii le mani dell’antiquario che mi stringevano più forte in vita e mi spingevano giù, sul suo cazzo durissimo. ‘Ahhhhhhhh’ non so se ce la faccio!’ implorai io con il volto sconvolto, ma a Ezio non importava nulla e m’inculò senza pietà. Ora il suo cazzo mi stava entrando dentro davvero e non era certo come il cazzetto di Alberto, era come un siluro che mi devastava il culo! Ezio prese a dare colpi regolari, mentre le mie cosce rimbalzavano su e giù sul divano favorendo la penetrazione. Il cazzo di Ezio mi era entrato per metà quando Alberto da dietro mi abbassò leggermente la guepiere e cominciò a strizzarmi i capezzoli. Il ritmo stava salendo e a un certo punto i due mi sollevarono di peso facendomi ricadere pesantemente sul cazzo duro di Ezio. Traaaaaaaaaaaaa” e l’inculata fu totale: il cazzo di Ezio mi penetrò completamente facendomi sbattere le chiappe sulle sue palle gonfie! Ci fermammo qualche secondo, eravamo sudati come bestie. Ezio mi guardò nei miei occhi cerchiati, poi mi prese il viso fra le mani e mi mise la lingua in bocca, sbavando come un maiale. Quindi si staccò la bocca, mi chiese se mi piaceva e io, completamente sottomessa, risposi ‘Siiiiiiiiiiii.. nessuno mi aveva mai inculato così!’ A queste parole si eccitò ancora di più, afferrò forte le mie chiappette e riprese a stantuffarmi il cazzo nel culo, su e giù, su e giù, per un tempo che a me pareva interminabile. Poi Ezio si fermò e mi disse: ‘Adesso, alzati vacca, mi hai rotto il cazzo!’ Così scesi dal divano e mi appoggiai con la pancia sul bracciolo imbottito del divano. Erano le 10,30 di sera, quindi scopavamo da circa un’ora.
Ezio andò in cucina a bere un bicchier d’acqua e io ed Alberto ne approfittammo per scambiare due chiacchiere. Mi venne vicino con l’uccello in mano e mi chiese come mi sentivo. ‘Ohhh’ nessuno mi aveva mai chiavato così, &egrave un’esperienza incredibile. Mi sento così troia” dissi. ‘Se non te la senti la finiamo qui’ azzardò Alberto guardando il mio culetto già con l’ano rosso. In quel momento rientrò Ezio nel salotto e intervenì dicendo: “Si, brava, vuoi piantarci sul più bello? Quello era solo l’aperitivo, ora arriva il piatto forte!’ Detto questo mi afferrò per i fianchi e mi posizionò a pecora sopra il bracciolo del divano. Poi mi allargò le chiappe, mi sputò in mezzo al culo e m’inboccò il cazzo ancora durissimo nell’ano. Diede un colpo deciso e traaaaaa il suo magnifico cazzone mi entrò di nuovo tutto dentro. Ricominciò a sbattermi con una forza inaudita per la sua età. Alberto si mise davanti al mio viso con l’uccello senza preservativo e me lo offrì in bocca. Ora mi stava inculando con forza ma non sentivo più tanto male. Anzi, mi piaceva da morire e non potevo fare a meno di mugolare e di sospirare, cosa che al mio inculatore faceva ancora più effetto. Mi stava facendo un culo come una casa e io tra un ‘ohhhh’ e un ‘Siiiiii’ ciucciavo sempre più forte il cazzo di Alberto.
Dopo 15 minuti Ezio si fermò, mi tolse il cazzo dal culo e andò di nuovo in cucina. Alberto mi sollevò da quella posizione e mi fece stendere sul divano a faccia in giù. Mi aprì le chiappette e vide che avevo l’ano tutto rosso e dilatato. ‘Ti spalmo ancora un po’ di vaselina’ disse lui un po’ preoccupato, ‘Sai, mi sa che il mio amico non &egrave ancora soddisfatto!’ Fece appena in tempo a ungermi che Ezio rientrò nella stanza. Mi fece sedere sul divano e mi piazzò il cazzo un po’ ammosciato davanti alla faccia. ‘Ora fammelo di nuovo venire duro, brutta puttana spompinara’ Non feci in tempo a dire boh che già mi sentivo il suo cazzo in gola. Per fortuna in cinque minuti fu di nuovo durissimo. Allora mi prese per un braccio, facendomi anche un po’ male, e mi trascinò sul grande tavolo del salotto. Mi fece mettere sdraiato a faccia in su sul bordo con le gambe divaricate alzate al massimo. Ezio si mise in piedi in mezzo alle mie cosce e m’imboccò di nuovo il suo cazzone. Ricominciò a incularmi con colpi possenti tenendomi le gambe alzate con la forte presa delle sue mani. Mentre mi chiavava diceva volgarità di ogni genere, tipo ‘Toh, vacca, te lo sfondo ‘sto culo di merda!’ e ancora ‘Ti rompo in due, brutta troia rottainculo!!!’ Chiaramente lo diceva per eccitarsi di più e per fare in modo di dare il massimo. Penso però che prendesse qualche sostanza per avere performance del genere. Nel frattempo Alberto era salito sul lato opposto del tavolo e si era messo in ginocchio a gambe divaricate sulla mia faccia, in questo modo potevo succhiargli l’uccello senza fatica. Dopo altri venti minuti di inculata selvaggia mi sentivo il culo in fiamme e non avevo quasi più saliva in bocca. Per fortuna ad un certo punto Ezio mi staccò di colpo l’uccello dal culo, mi fece scendere dal tavolo e disse che dovevo stare in ginocchio come una cagna. Vidi che andò ad aprire un’antina della credenza e ne tirò fuori un calice da champagne. Anche Alberto scese dal tavolo e si avvicinò. Ora i due erano in piedi accanto a me e si masturbavano furiosamente i cazzi davanti al mio viso.
Ezio mi diede il calice in mano e mi disse di metterlo sotto il mento.’Ora devi bere tutta la nostra sborra, hai capito Lory? E la sborra che cade la devi raccogliere nel calice, hai capito? Bada di non fare la stronza se no ti meniamo!’ Feci appena in tempo a posizionare il bicchiere sotto il mento che mi arrivarono subito due fiotti di sborra sul naso e sulle labbra’ era Alberto che stava venendo! ‘Apri la bocca, troia!’ urlò Ezio incazzato. Alberto fece ancora due o tre schizzi che mi finirono sulla lingua, quindi fu la volta di Ezio che iniziò con uno schizzo pauroso che mi andò direttamente in gola. Diedi un colpo di tosse e sputai la sborra nel calice e immediatamente dopo un altro schizzo di Ezio mi finì sul naso e cominciò a colare. Ma Ezio era davvero pieno, e continuò a fare schizzi su schizzi nella mia bocca e sul mio viso. Una buona parte colò nel calice, come mi aveva ordinato, insieme alle ultime gocce che i due fecero cadere strizzandosi gli uccelli. Alberto ed Ezio si buttarono sul divano stravaccati, finalmente sazi del mio corpo. Io posai il calice sul tavolo e dissi che volevo andavo in bagno. Finalmente era finita.
Mi guardai nello specchio del bagno e vidi il mio viso truccato con il mascara che gocciolava, gli occhi cerchiati per la fatica, la sborra che mi colava dappertutto e soprattutto in bocca quel gusto viscido di salato. Era questa la faccia della depravazione? Come ho potuto subire tutto questo? Pensai. Ma io non ero ancora venuto e vidi che avevo il mio cazzetto ancora duro. Aprii il rubinetto e mi abbassai per portarmi l’acqua alla faccia. Improvvisamente mi sentii afferrare intorno ai fianchi e sentii un cazzo mollo strusciarsi sulle mie chiappe. ‘T’&egrave piaciuto, troia?’ Era di nuovo Ezio che mi sussurava all’orecchio. Io dissi di siiiiiii’ e lui mi spostò verso la tazza del cesso col il viso rivolto verso lo sciaquone. Temetti per un attimo che volesse di nuovo incularmi, invece no. ‘Fammi vedere il buco di culo che t’ho fatto, vacca!’ Allora mi allargai le chiappette e gli mostrai l’ano oscenamente aperto e tutto infiammato. Lui mi scattò una foto ricordo (vedi foto)
e poi disse: ‘Dai, masturbati, fammi vedere come godi!’ Ubbidii, anche perché avevo le palle gonfie. Come feci per sborrare vidi la mano di Ezio spuntarmi di sotto le gambe con il solito calice in mano’ stava raccogliendo tutta la mia sborra! Poi mi prese sottobraccio e mi riportò nel salotto. ‘Ora dobbiamo brindare!’ disse, e aprì di nuovo la credenza tirando fuori altri due calici e una bottiglia di cognac. Li riempì e poi ne diede uno ad Alberto e ne tenne uno per se stesso. Per me, ovviamente c’era il calice di sborra, che oltretutto ora era quasi a metà. Ezio disse: ‘Brindiamo a Lory, la gran troia travestita che ci ha fatto godere col suo corpicino esile!’ Alberto alzò il calice e bevve il cognac. Ora toccava a me. In passato non avevo mai bevuto la sborra, se non poche gocce cadute sulla lingua per sbaglio durante i vari pompini, perché temevo brutte malattie. Ma ormai ero andata oltre i limiti e non potevo più tornare indietro. Mi feci coraggio e scolai la sborra dal calice fino all’ultima goccia. Ci misi alcuni secondi perché lo sperma &egrave molto denso, ma questa lentezza fece apprezzare ancora di più ai miei amici il mio gesto perverso. Una volta deglutitito ‘ Ezio mi fece aprire la bocca per vedere se l’avevo davvero ingoiato ‘ mi guardò e mi disse: ‘Ora vai a lavarti che puzzi di sborra da far schifo!’ Così andai a lavarmi e mi rivestii. Anche loro si sistemarono e uscimmo di casa che era mezzanotte e mezza. Arrivai a casa che i miei stavamo già dormendo e fu meglio così perché non volevo mostrargli il mio viso stravolto dalla depravazione.
Dopo quella incredibile scopata con Alberto ed Ezio, mi sentivo veramente ‘una troia spompinara e rottainculo’ per cui entrai nella fase più pericolosa della mia vita, perch&egrave non mi preoccupavo più di prendere alcuna precauzione durante i rapporti sessuali sia orali che anali. Così ogni qualvolta incontravo un maschio che mi piaceva mi facevo fare il culo anche senza preservativo e pretendevo sempre che mi sborrasse in bocca, in modo da gustarne il sapore.
A parte questi incontri casuali nel solito cinema porno, speravo che Alberto mi chiamasse per fissare un nuovo appuntamento nella casa di Ezio. Avevo di nuovo una gran voglia di farmi chiavare per almeno due ore in una casa comoda, travestita da puttanella, ma purtroppo nessuno dei due si faceva vivo.
I miei genitori, vedendomi uscire quasi tutte le sere, mi chiesero se avessi la ragazza. ‘No’ dissi, ma ho delle amiche”, tanto per sviare i sospetti. In realtà io non provavo nulla per le donne però mi piaceva vederle prendere dei grossi cazzi, in pratica io mi immedesimavo in loro, perché mi sentivo donna, anzi a dire il vero mi sentivo troia.
Il martedì sera della terza settimana ero nel cine porno che mi guardavo il film ‘Quella porca di mia zia’, dove si vedeva un ragazzo di 25 anni circa che si chiavava una donna matura e poi le sborrava sulla fica. Lì per lì il film non mi pareva molto eccitante, ma poi improvvisamente divenne interessante. La donna, una 45enne mora col fisico da vacca, si mise seduta su una sedia con le cosce divaricate e il nipote si piazzò in mezzo e cominciò a leccarle la fica fradicia di umori e di sborra. Ad un certo momento la troia si allargò le grandi labbra e dalla fica fuoriuscì uno zampillo di orina gialla. ‘Piscia, siiii, dai pisciami in bocca, zia!’ disse il nipote aprendo la bocca. La zia non si fece pregare oltre e cominciò a pisciare come una fontanella sulla faccia del nipote che cercava di prendere in bocca quanto più liquido possibile. Quella scena mi turbò molto perché non avevo mai visto una scena di pissing e mi aprì nuovi orizzonti di perversione sessuale. Andai nei cessi del cinema per segarmi un po’ e ‘ come al solito ‘ trovai un uomo che mi seguiva. Avrà avuto sui 40 anni, moro, e dalle mani rugose mi dava l’idea di essere un muratore. Ci chiudemmo nel gabinetto, glielo presi subito in bocca e sentii che sulla cappella aveva già gocce di sperma. Era arrapato come una bestia. Lo spompinai con la solita foga ma il poveretto non resistette molto e nel giro di cinque minuti mi inondò la bocca del suo sperma caldo. Lo gustai per bene ma poi decisi di sputarlo nel cesso. Uscii dal gabinetto per finire di godermi il film, quando nel corridoio vidi la sagoma di Alberto. ‘Ciaooooo!!!’ gli dissi tutto eccitato di vederlo. ‘Oh, ciao!’ rispose lui. ‘Ma perché non ti sei più fatto vivo? E il tuo amico Ezio? Quand’&egrave che ci invita di nuovo a casa sua?’ chiesi. Alberto rispose: ‘Ehhh’ purtroppo ha avuto dei guai fiscali e la casa gliel’hanno messa sotto sequestro. In questo momento &egrave pieno di guai e non può certo divertirsi” Con quelle parole capii che con le scopate di Ezio il discorso era finito lì. E di Alberto e del suo cazzetto ormai mi importava poco, perché volevo provare maschi sempre più dotati. Lui mi chiese se volevo fare qualcosa nel cesso, ma io risposi che era tardi e dovevo tornare a casa.
Ora mi sentivo davvero deluso, perché desideravo tanto un uomo maturo ben dotato che mi ospitasse e mi facesse diventare la sua puttanella personale. Allora decisi di mettere un annuncio sui giornali di zona che diceva più o meno così: ‘Ragazzo esile, carino, amante travestimento in privato, cerca maschi attivi maturi in grado di ospitare. Carta d’identità XXXX Fermoposta XXXX.’

Una settimana dopo andai alla Posta e mi consegnarono cinque lettere. Di queste due erano poco chiare e senza numero di telefono, una era di un settantacinquenne ammogliato e un’altra era di un ragazzo della mia età, quindi le scartai. La quinta lettera era di un quarantacinquenne sposato ma dal tono molto deciso e col numero di cellulare indicato. Decisi di chiamarlo, mi diede appuntamento alla periferia della città alle 5 del pomeriggio. Come lo vidi mi piacque subito. Era alto e snello, una faccia tipo Clint Eastwood, di poche parole. Mi fece cenno di salire e mi portò in un posto tranquillo della zona industriale. Fermata la macchina, tirò indietro il suo sedile, lo declinò e sbottonandosi i pantaloni tirò fuori l’uccello. ‘Wow!’ feci io tutto eccitato ‘hai un bellissimo cazzo!’ E non lo dissi per adularlo! Senza dire altro glielo presi in bocca e cominciai a pompare, tenendogli però la mano alla base del cazzo. Ma lui mi disse che non dovevo usare le mani, solo la bocca. Ubbidii, e cominciai a succhiarlo tutto, mentre lui mi teneva le mani sulla testa per guidare la pompata, in modo da farmelo arrivare in gola. La cosa mi faceva sentire molto troia e stavo bollendo dalla voglia. Così mi staccai dal suo cazzone e gli chiesi se mi voleva vedere nudo. Lui annuì, così in 15 secondi mi tolsi maglione, jeans, mutande e scarpe e mi feci vedere come mamma m’ha fatto. Poi mi buttai di nuovo con la bocca sul suo cazzo durissimo e pompai di nuovo con una foga incredibile. Ora lui, oltre a spingermi la testa mi strizzava le chiappette e la cosa mi faceva impazzire. Ero già lì lì p&egraver farmi inculare quando sentimmo una macchina avvicinarsi. ‘Oddio.. sembrava un’alfa dei Carabinieri!’ Allora mi rivestii in tutta fretta e lui rialzò il sedile e ci mettemmo a posto. Ma in realtà i carabinieri non ce l’avevano con noi e passarono dritti senza considerarci. Purtroppo questo ci rovinò la scopata. Mi accontentai di prendergli di nuovo in bocca l’uccello e dopo varie pompate lui mi schizzò in bocca una buona dose di sborra. Questi mi piaceva molto ma decisi di non rivederlo perché non poteva ospitare.
Dopo questa esperienza mi resi conto che non potevo continuare così. Dovevo trovare per forza uno con la casa disponibile, altrimenti non potevo avere lo sfogo ideale per le mie perversioni.
Per fortuna la seconda settimana che andai al Fermoposta trovai una lettera molto interessante. Ma di questo vi parlerò nel prossimo capitolo. (Continua)
Mi recai nuovamente al Fermoposta per vedere se c’era qualche nuova lettera. Me ne diedero altre due. In una mi rispondeva un ragazzo di 18 anni che voleva essere aiutato a diventare gay. Nell’altra mi dava appuntamento un uomo sui 50 anni disposto ad ospitare. Senza pensarci due volte telefonai subito al cellulare lasciato da quest’ultimo. Prendemmo appuntamento a casa sua per l’indomani alle ore 16.
Ero tutto eccitato al pensiero di farlo nuovamente in una casa e arrivai al luogo prefissato con 15 minuti di anticipo. Il quartiere era periferico e il palazzo, piuttosto fatiscente, dava una facciata su un torrente in cui defluiva acqua non proprio pulita. Suonai alla porta, mi aprì un uomo sul metroeottantacinque, robusto, capelli a spazzola bianchi e occhialini spessi. ‘Vieni, accomodati’ disse e passammo in un lungo corridoio che immetteva in un cucinino arredato in modo spartano. Dal cucinino c’era una porta che dava sul gabinetto e un’altra porta aperta lasciava intravedere la camera da letto col letto matrimoniale. Mi fece accomodare sul divanetto di panno rosso della cucina e mi offrì da bere una limonata perché era giugno e faceva già caldo.
Dopo aver bevuto ci presentammo, lui disse di chiamarsi Carlo, di professione guardia giurata. Viveva da solo, quindi potevamo rilassarci senza problemi. Io cominciai a spogliarmi davanti a lui. Rimasto nudo gli chiesi se voleva che indossassi qualcosa di sexy, infatti mi ero portato dietro la lingerie che mi aveva regalato Alberto. ‘No’ disse ‘ti preferisco totalmente nudo’. Si avvicinò a me lentamente e cominciò a palparmi il petto, i fianchi, le chiappe, come se mi stesse facendo una visita. ‘Sei magrino, eh’ proprio come piacciono a me’ disse sogghignando. Poi mi prese per mano e mi portò in camera da letto. Anche lui si spogliò nudo: era un tipo asciutto ma molto muscoloso. Si mise seduto a gambe larghe con le spalle appoggiate alla spalliera del letto. Senza che dicesse una parola mi avvicinai a lui posizionandomi in ginocchio e cominciai a menargli il cazzo. Poi presi a dargli qualche leccatina sulla cappella e vidi che il suo uccello s’induriva in fretta. Dopo poco diventò duro come il marmo. Non era un superdotato ma era comunque un cazzo di 20 cm anche piuttosto largo di circonferenza. Ora glielo stavo succhiando a tutta forza scendendo anche sulle palle che gli prendevo in bocca ad una ad una. Ad un certo momento mi fece fermare e mi disse di mettermi a pecora. Mi spalmò nell’ano una specie di crema, frugandomi bene con le dita. Poi, senza tante parole, me lo ficcò nel culo, senza preservativo. Mmmmm’ era un cazzo che nel culo si sentiva molto bene per via del diametro, e cominciò a incularmi con colpi regolari. Una volta entrato tutto il suo ritmo accellerò bruscamente e sentivo le sue palle fare cic-ciac sulle mie chiappette. Non si fermava un’attimo, anzi dava colpi talmente forti che col suo peso (circa 80 Kg) mi schiacciò sul letto (io sono 50 Kg) col la testa fuori dal bordo. E continuava, continuava come un forsennato, e sentivo che mugugnava parole tipo ‘t’inculo tutto’ siiii’ te lo spacco” C’era il letto che cigolava da matti sotto di noi e il suo peso mi stava veramente schiacciando, ma non avevo il coraggio di interromperlo. Dopo venti minuti me lo tirò fuori dal culo e mi fece mettere supino sul letto. Poi si mise sopra di me ma questa volta il cazzo me lo infilò in bocca. Cominciò ad andare su e giù come se volesse chiavarmi in bocca. Era lui che dirigeva la chiavata, io ero solo un corpo con 2 buchi da riempire, come una bambola gonfiabile. Anche in bocca mi scopava con violenza, facendomi arrivare il cazzo in gola con una forza tale da farmi avere dei conati di vomito. A tratti lo tirava fuori con la mia saliva che colava e poi me lo buttava di nuovo dentro. Ma non era finita qui. Mi afferrò di forza e mi fece divaricare le cosce al massimo, poi m’inforcò di nuovo il cazzo nel culo e riprese a chiavarmi. Ora, nella posizione della locomotiva, m’inculava con una foga mai vista, ma per fortuna che il materasso sotto di me attutiva un po’ i colpi che mi sconquassavano l’intestino. Dopo un quarto d’ora di scopata bestiale Carlo mi tirò fuori il cazzo dal culo, si mise a in ginocchio a gambe divaricate sulla mia faccia e cominciò a masturbarsi furiosamente sul mio viso. Io aprii la bocca dimenando la lingua come una troia in calore e poco dopo sentii i suoi fiotti di sperma arrivarmi sul viso. Alcuni schizzi mi riempirono la bocca, poi gli leccai le ultime gocce di sborra che gli colavano dal cazzo. Fu davvero una bella scopata anche se mi sentivo solo un pezzo di carne nelle sue mani. Mi andai a lavare e poi ci salutammo con l’accordo di altri incontri, ma non sapevo ancora quello che mi sarebbe accaduto in seguito’

Passò una settimana e Carlo mi chiamò di nuovo a casa sua. Appena entrato mi spogliai nudo e rimasi davanti a lui seduto sul divano che mi guardava. ‘Vieni, succhiami il cazzo!’ disse senza perdere il tempo. Io mi posizionai in ginocchio in mezzo alle sue gambe e presi a spompinarlo. Poi m’interruppe e mi fece mettere in posizione fetale sul divano col suo cazzo in bocca. Mentre succhiavo sentii lui che mi strizzava le chiappe, poi mi diede una sculacciata’. Poi un’altra’ e io non capii più nulla. Le sculacciate mi eccitavano da morire e cominciai a succhiargli il cazzo con una foga incredibile. Lui capì che mi piaceva e continuò a battermi con sempre più forza, fino al punto da farmi bruciare un po’ le chiappette. Poi si staccò e andò in camera. Tornò con una corda. Mi disse: ‘Vieni troia, ora ti voglio legare!’ Io rimasi stupito ma lo lasciai fare. Mi legò stretti i polsi sul davanti e poi legò la corda alla spalliera del letto. Quindi andò in cucina e tornò con un mestolo di legno piatto. ‘Ti faccio il culo rosso, puttana!’ e detto questo prese a battermi sulle chiappe con quel mestolo rigido. ‘Ahhhhhhh” urlai io, e non per finta. Ogni colpo era un ciak sulle mie chiappette che bruciava da morire. E più io mi dimenavo e urlavo più lui picchiava forte. ‘Basta, basta.. così mi rovini!’ urlavo io piangendo, ma lui continuava con sadico piacere. Quando ebbi le chiappe rosse come due pomodori lui mollò il mestolo e mi prese da dietro. Mi ficcò il cazzo in culo senza neanche un po’ di vaselina e cominciò a fottermi con una violenza da paura. Essendo legato non potevo oppormi e lui continuava a incularmi senza sosta. Dopo venti minuti di inculata bestiale si staccò, slegò la corda dal letto e mi fece mettere in ginocchio con le mani ancora legate. Tenendomi per la corda, cominciò a prendermi a calci nel culo, insultandomi pesantemente con frasi tipo ‘Rottoinculo figlio di puttana”, mentre io gridavo ‘Basta.. basta’ non ne posso più!’ Allora mi tirò con la corda verso di se, mi diede uno schiaffo sul viso e mi disse: ‘Succhia tutto ‘sto cazzo, spompinara bastarda!’ Io glielo presi di nuovo in bocca, era duro e caldo, e me lo ficcava fino in gola come per farmi affogare. Quando non ce la facevo più tossivo e cercavo di buttarlo fuori per respirare, ma lui un attimo dopo me lo cacciava di nuovo in gola. Questa ormai non era più una scopata, era una vera e propria violenza. Lui godeva da matti a maltrattarmi e a violentarmi e io non riuscivo più fermarlo. Improvvisamente mi tolse il cazzo di bocca che colava della mia saliva, mi diede altri due schiaffi sul volto urlandomi ‘Puttana schifosa’ ti sistemo per le feste!’ e mi legò nuovamente alla spalliera in ferro battuto del letto. Mi allargò con forza le chiappe ancora rosse e dopo avermi guardato l’ano, prese a sculacciarmi con violenza. ‘Ora ti batto fino a quando non m’implori di incularti!!! Hai capito vacca?!?’ Mi dava degli schiaffi secchi sul culo che mi bruciavano da morire, ad un certo punto non resistetti oltre e dissi: ‘Basta, basta, ora inculami’ siii’. Dai’ inculami’ sono la tua vacca!!!’ Allora lui mi inforcò di nuovo con violenza e cominciò a sbattermi nel culo il suo cazzone con sempre più foga. Dopo 10 minuti di inculata si fermò, mi tirò fuori il cazzo dal culo e andò in cucina. Io speravo che si fosse stufato, invece tornò dalla cucina con una bottiglia di spumante vuota. ‘Ora t’inculo come si deve, troia bastarda!’ Detto questo mi afferrò con forza le chiappe e mi piantò nel culo il collo della bottiglia. ‘Ahhhhhhh” urlai io per il dolore (perché la bottiglia era dura e lui me l’aveva spinta su con inaudita violenza) ma lui continuò a insistere su e giù nel mio culo in modo da farmela entrare dentro il più possibile. ‘Ahiaaaaaahhhh’ così mi spacchi il culo!!!’ urlai io piangendo. ‘E’ quello che voglio, vacca rottainculo!’ rispose lui con gli occhi eccitati. Poi improvvisamente mi tolse con uno scatto la bottiglia dal culo e subito mi infilò dentro il suo cazzo durissimo e riprese a incularmi in maniera bestiale, tenendomi stretto ai fianchi bassi con una presa fortissima. Mentre m’inculava sentivo l’odore del sudore che colava e la sua voce perversa che diceva ‘Tò’tò’tò’ prendilo tutto in culo, troia bastarda!!’ Dopo altri 15 minuti di penetrazione selvaggia sentii lui che mi sbavava sul collo e urlava ‘siiiiiiiiiiiii’ ti sborro tutto in culo, vacca puttana!!!’ e difatti sentii il suo sperma caldissimo inondarmi l’intestino. Poi Carlo fece un ‘Ahhhhhh’ di soddisfazione e mi sfilò il cazzo dal culo. Lui andò in bagno a lavarsi e mi lasciò lì, legato al letto, col culo in fiamme. Cercai di rilassarmi un po’, ma pochi minuti dopo Carlo uscì dal bagno e si avvicinò nuovamente al mio culo. Mi divaricò di nuovo le gambe, mi aprì le chiappe forse per vedere il capolavoro che mi aveva fatto ed esclamò ‘Cazzoooo’ guarda quanta sborra ti cola dal culo, troia!’ E in effetti il mio rilassamento anale aveva provocato la fuoriuscita dello sperma, che ora mi colava sulle cosce interne. A quel punto Carlo mi strofinò due dita sull’ano in modo da raccogliere quanto più sperma possibile e poi mi piazzò la mano fradicia davanti alla bocca. ‘Adesso la lecchi tutta la mia sborra, vero puttana?’ disse minacciosamente afferrandomi per i capelli. Io annui e presi a leccargli la mano come una cagna. Come ebbi finito di leccare mi passò la mano umida sul viso come per pulirsi e poi mi liberò i polsi dalla corda. Mi guardai e vidi che mi erano rimasti i segni a causa della forte legatura. Poi andai in bagno e davanti allo specchio notai tutti i segni della violenza subita: I capelli scarmigliati, gli occhi cerchiati, le guance segnate dagli schiaffi’ per non parlare del culo che mi duoleva dentro e fuori. ‘Oddio’ come faccio a tornare a casa in queste condizioni?’ Pensai. Feci appena in tempo a sciacquarmi il viso che Carlo entrò dentro e mi disse a muso duro: ‘Allora… ti togli dai coglioni o no? Adesso mi hai rotto il cazzo, vattene!!!’ Mi rivestii in fretta e uscendo dalla porta quel bastardo mi diede anche un calcio in culo. Io mi girai e gli dissi: ‘mi sa che non vengo più” e lui rispose: ‘Che cazzo me ne frega’ a me mi sa invece che torni perché si vede che ti piace troppo!!!’ Gli feci il gesto del medio alzato e me ne andai. Ma alla sera, nel mio letto, ripensai a quelle parole con preoccupazione. (continua)
Due giorni dopo ero di nuovo in calore. Andai nel solito cinema porno dove davano un film del genere ‘animal’. Si vedeva una ragazza che si spogliava nuda in una stalla e il suo uomo le proponeva di eccitare un bel cavallo nero. La pornostar si metteva in ginocchio sotto l’animale e cominciava a leccare il membro equino fino a che questo diventava una cosa esagerata! Lei lo segava come poteva e cercava anche di spompinarlo ma la cappella era talmente grossa che non gli entrava tutta in bocca. Ad un certo momento l’uomo la interruppe un momento e sistemò sotto il cavallo una panca. Fece mettere la ragazza sdraiata sulla panca a cosce divaricate e gli mise fra le mani il cazzo enorme dello stallone. A questo punto la ragazza cominciò a strofinarsi l’uccello equino sulla fica e anche l’uomo l’aiutava in questa incredibile perversione. Tanto fece che la pornostar riuscì a penetrarsi col cazzo equino ed ora se lo stava infilando dentro per un bel pezzo. ‘Che roba” pensai – e poco dopo vidi il cavallo godere, inondando la donna di una quantità incredibile di sperma! La pornostar proseguì la performance spalmandosi addosso tutta quella sborra viscida e leccando anche alcune gocce direttamente dal cazzo dell’animale. Dopo aver visto quelle scene sentii un bisogno irrefrenabile di cazzo.
Intravidi nell’oscurità della sala quell’uomo sui 65 anni, baffuto, che avevo spompinato il mese scorso. ‘Quello ha un bel cazzo!’ pensai e mi avvicinai a lui. ‘Mi riconosci?’ gli dissi toccandogli la patta dei pantaloni. Lui mi riconobbe e io mi avviai verso i gabinetti del cinema. Ero già dentro quando vidi la sua faccia fare capolino sulla porta. ‘Ti dispiace se entra anche il mio amico?’ disse, mostrandomi dietro di lui un uomo sulla quarantina, con barba scura e un paio di occhiali. ‘Oddio.. ‘ pensai ‘qui mi scopano in due!’ e la mia mente andò un attimo a quando Alberto ed Ezio mi scoparono in quella casa. ‘No, non mi dispiace affatto!’ risposi e li feci entrare entrambi nel gabinetto. I due tirarono subito fuori gli uccelli e cominciai a spompinarli a turno. Il baffuto lo conoscevo già, aveva un cazzo sui 25 cm molto grosso di diametro, mentre il suo amico aveva un cazzo normale, sui 15 cm, leggermente arcuato all’insù. Ad un certo punto mi infilarono i due cazzi contemporaneamente in bocca. Cercai di ciucciarli il più possibile, poi il barbuto me lo tolse di bocca e s’infilò il preservativo. ‘Voglio farti il culo!’ disse con decisione. Io non mi feci pregare. Mi abbassai jeans e mutande e piegandomi a 90 gradi gli offrii il mio culetto depilato. Senza dire altro il barbuto si mise dietro di me e m’inforcò il cazzo in culo. Intanto davanti alla mia bocca avevo il bellissimo cazzone del baffuto e presi a spompinarlo con avidità. L’amico intanto mi chiavava davvero bene, penetrandomi completamente con colpi decisi e regolari. Dopo pochi minuti però godette e mi tolse il cazzo dal culo. Si tolse il preservativo e si ricompose senza dire nulla; aprì la porta del gabinetto e se ne andò. A quel punto io rimasi piegato a 90 gradi con ancora tanta voglia di cazzo. Guardai il baffuto con l’uccello ancora duro e gli dissi: ‘Fammi il culo tu, adesso!’ Lui mi guardò stupìto perché l’altra volta glielo avevo solo succhiato e mi disse: ‘Ma io non ho preservativo!’ ‘Non ti preoccupare’ risposi ‘sono sano’ e poi ho troppa voglia del tuo cazzo!’ Il baffuto si lasciò convincere e si posizionò dietro di me. M’imboccò il cazzo con dolcezza e poi cominciò a spingere lentamente. ‘Ummmmm” sospirai io per l’eccitazione’ il mio ano era talmente caldo che favorì al massimo la penetrazione. ‘Siiiiiiiiiiiii’così” dissi mentre sentivo quel magnifico uccellone farsi largo nel mio intestino. Oddio era veramente grosso, più di quello di Ezio e anche del violento Carlo, e sentirmelo affondare dentro mi faceva sentire una troia incredibile! Ora il baffuto mi stantuffava dentro che era una meraviglia, pensai che mi sarebbe piaciuto addormentarmi con un cazzo così piantato nel culo. Ora anche lui ci prendeva veramente gusto perché lo sentivo emettere suoni gutturali sempre più suini e anche il ritmo dell’inculata stava aumentando. Mi stava sfondando il culo ma ero talmente preso che non capivo più nulla. In più io lo incoraggiavavo con frasi del genere ‘Siii’ inculami.. sono una troietta’. Sfondami tutta!’ E lui, sudato come una bestia, mi montava senza fermarsi un attimo. Ad un certo punto lo sentii dare un gemito e sentii il suo cazzo uscirmi dal culo per sborrarmi copiosamente sulle chiappe. ‘Ahhhhh” fece lui scrollandosi le ultime gocce di sperma su di me. ‘Potevi sborrarmi in culo se ti faceva piacere’ dissi. Lui mi guardò, si rivestì e mi rispose con un semplice ‘Ciao’. Se ne andò lasciando la porta del cesso socchiusa. Era stato bellissimo, ma avrei preferito sentirlo sborrare dentro di me o, in alternativa, in bocca. Rimasi alcuni minuti lì, con le brache abbassate e lo sperma che mi colava dalle chiappe, come se desiderassi che entrasse ancora un altro uomo a farmi il culo. In effetti se questo fosse successo non mi sarei tirato indietro. Ma non accadde. Allora mi pulii con un fazzolettino di carta e mi ricomposi. Arrivato a casa mi feci il bidet e me ne andai a dormire.
L’indomani mattina, svegliandomi, sentii un senso di bagnato dietro al pigiama. Così mi alzai, andai in bagno e mi sfilai i pantaloni del pigiana. Li guardai e vidi che avevano una macchia rossa sopra. Allora andai nella camera dei miei ‘ che non c’erano perché erano andati a fare una gita a un santuario ‘ e mi guardai nello specchio dell’armadio. Mi spalancai le chiappe e rimasi impressionato vedendo il mio ano dilatato e sporco di sangue! Evidentemente il baffuto mi aveva davvero spaccato il culo! A quella vista mi eccitai moltissimo perché mi sentivo veramente una troia rottainculo e mi sborrai addosso. Poi tornai nel bagno e dopo essermi lavato bene mi disinfettai per bene e mi misi un batuffolo di cotone nell’ano per tamponare la perdita. Dovetti lavare anche il pigiama, in modo che i miei non si accorgessero di nulla.
La violenza anale mi fece ripensare a quello stronzo di Carlo, ma dopo quello che mi aveva fatto sarei stato un pazzo a rincontrarlo. (continua)
Dopo l’esperienza col baffuto che mi sfondò il culo, riuscii a stare una settimana senza farmi inculare ma non per questo smisi di fare sesso orale. Nel solito cinema porno spompinai quattro uomini poco significativi, tra cui uno, di nome Armido, che si sedette vicino a me durante la proiezione di un film sul fisting. In questa pellicola si vedeva un uomo che faceva mettere a pecora una ragazza e poi le dilatava lentamente l’ano con le dita, con la mano e infine la inculava con una bottiglia da vino dalla parte del fondo. Rimasi sorpreso nel vedere quel bianco culetto dilatato in quella maniera oscena e espressi il mio stupore ad Armido, che in quel momento mi stava accanto. Lui mi guardò e mi disse se mi sarebbe piaciuto provare. Io annuii, ma dopo poco dovetti andarmene perché era già tardi e non volevo poi giustificarmi con i miei genitori. Prima di andarmene Armido mi disse che lui viveva da solo e se volevo potevo andarlo a trovare. Armido non era un uomo virile, era un vecchio gay di 65 anni ancora piacente, però l’idea di fare certi giochetti mi stuzzicava molto.
Così, una settimana dopo, decisi una sera di fargli visita. Lo chiamai al telefono che mi aveva lasciato e lui accettò con entusiasmo. La Casa di Armido era in un anonimo condominio di periferia, dove nessuno conosce niente di nessuno almeno all’apparenza, ma in realtà sanno tutto. Suonai al citofono e il portone si aprì; entrai nel suo appartamento senza minimamente preoccuparmi di una vicina che stava chiacchierando sul pianerottolo con un’altra donna. Era un appartamento ben curato, pulito e ordinato come se ci abitasse una donna. Armido mi fece accomodare dapprima in camera da letto dove c’era un lettone matrimoniale con una specie di spesso lenzuolo sopra il copriletto.
‘Carino qui!’ dissi e cominciai a spogliarmi davanti a lui. Armido era un uomo anziano coi capelli bianchi ma ancora molto in gamba; anch’egli si spogliò davanti a me e mi mostrò il suo fisico asciutto e piuttosto abbronzato. Mi prese tra le sue braccia e cominciò a leccarmi il collo’ poi prese a succhiarmi i capezzoli’. Mmmm’ ci sapeva davvero fare! Poi mi prese il viso fra le mani e cominciò a baciarmi, mettendomi anche la lingua in bocca. Lo lasciai fare per qualche minuto, poi gli allontanai il viso dal mio e gli dissi: ‘Ok, ok.. mi piaci molto’ ma sono qui per fare altre cose” Lui annuì e mi fece cenno di adagiarmi sul letto. Io mi stesi sul letto mettendomi di fianco, quindi gli dissi: ‘Ti ricordi quel film sul fisting che abbiamo visto insieme? Ebbene.. tu mi mi chiedesti se avrei voluto provare’ ‘Si, &egrave vero, e ti farò quello che ho promesso!’ disse lui ridacchiando. ‘Sai, ho bisogno di qualcuno che mi alleni il culo a prendere grossi cazzi’ dissi. ‘Due settimane fa un tizio che ce l’aveva piuttosto grosso mi ha sfondato il culo e mi &egrave uscito un po’ di sangue. Non che la cosa mi dispiacesse, ma poi son dovuto stare una settimana senza farmi inculare.. e questo per me &egrave una sofferenza!’ ‘Perché?’ chiese lui visibilmente interessato. ‘Perché io non posso stare un giorno senza prendere almeno un cazzo nel culo, capisci?’ risposi io con l’espressione da porcello. ‘sei proprio una gran troia!’ ribatt&egrave lui scrollando la testa. ‘Ma se &egrave questo che vuoi, non c’&egrave problema. Io adoro fare culi con la mano. Pensa che una volta a un ragazzo un po’ sovrappeso gli ho fatto il culo infilandogli quasi mezzo avambraccio dentro’ e come vedi io sono piuttosto robusto! Ma tu sei esile.. hai un culetto piccolo.. non so se ce la farai!’
‘Non m’importa nulla’ devi fare quello che ti ho chiesto. D’altronde hai visto quella ragazza nel film, no? Aveva un culetto simile al mio eppure si &egrave fatta sfondare senza grossi problemi, no?’ ‘Va bene, se &egrave questo che vuoi, cominciamo!’ Detto questo Armido prese un tubetto di crema che disse essere un lubrificante vaginale. Si mise un guanto di lattice sulla mano destra e mi fece mettere a pecora sul letto con la faccia appoggiata sul letto. Mi aprì le chiappette depilate e cominciò ad ungermi bene l’ano e tutta la zona intorno. Poi prese a infilarmi dentro le dita.. prima due, poi tre’ e infine quattro. Ora muoveva le dita dentro il mio sfintere un po’ in senso orario e un po’ in senso antiorario. Io intanto mi stavo sciogliendo dalla libidine e cercavo di accompagnare quei movimenti delle dita con le movenze del mio culetto. Armido si fermò un attimo per lubrificare ancora lo sfintere e poi riprese con movimenti lenti ma decisi. ‘Siii.. così’ bravo’.’ Sussurrava lui mentre io lo incoraggiavo con frasi del tipo ‘Siiiii’ che belloooo’ dai continua’ mi fai morire.. sono una troietta’ dai sfondami il culettooooo’. Siiiii’ La penetrazione stava entrando nel vivo: ora avevo tutte e quattro le dita di Armido nel culo fino al palmo della sua mano ma mancava ancora il pollice’ Stavamo sudando come animali e io mi tenevo le chiappe aperte con le mani per favorire al massimo la dilatazione. Poi sentii Armido che chiudeva le dita per infilare dentro il pollice e spingeva con forza mentre io cercavo di accompagnare al massimo i suoi movimenti. ‘Dai’ dai.. così’ suuuuu.. dai che ci siamo quasi.. siiiiii’ bene .. così” mi incitava lui senza fermarsi un attimo. Io intanto cercavo di respirare regolarmente per favorire l’oscena penetrazione, un po’ come fanno le donne quando stanno per partorire. In effetti penso che il dolore non fosse tanto distante da quello.

Ora il problema era fare entrare le nocche della mano dentro l’ano. Sentii che Armido si aggiungeva crema sulla mano senza sfilarne un millimetro dal mio culo. All’improvviso senti l’ano dilatarsi con forza e subito dopo un’incredibile sensazione di riempimento. ‘Siiiiiiiiiiiiiiiii’ ci siamo”ce l’hai nel culoooooo!!!’ urlò con libidine Armido. Ce l’aveva fatta!!! E anch’io ce l’avevo fatta! Ora la sua mano mi era entrata tutta dentro al culo e il porcone si era fermato un attimo per prendere fiato. ‘Ahhh’ oddio’ che sensazione!’ dissi io con la voce da troia ‘mi sento pieno come un tacchino farcito!’ ‘siiii’ e questo &egrave niente!’ disse lui riprendendo a muovere la mano. ‘Ora ti chiavo con la mano!’ E detto questo prese a muoversi lentamente su e giù nel mio culetto facendomi affondare dentro anche il polso. ‘Come ti senti?’ chiese lui mentre continuava a fare fisting nel mio culo. ‘Mmmmmm’ mi sento proprio impalato!’ dissi io con le lacrime agli occhi per l’emozione. Dopo dieci minuti di inculata fisting Armido disse: ‘Ora te lo tolgo dal culo, ma solo per vedere a che punto siamo, ok?’ E difatti mi sfilò lentamente la mano e il polso dall’ano. Appena uscito mi allargò le chiappe per vedere bene il lavoro che mi aveva fatto. ‘Mmmm’ che spettacolo!!!’ disse lui tutto eccitato, e mi mise uno specchio di dietro per farmi vedere quello che mi aveva fatto. ‘Oddio’ che roba!’ escalmai io per l’emozione. In effetti si vedeva il mio ano oscenamente dilatato per un diametro di circa otto centimetri a riposo! Non c’era sangue però, e questo voleva dire che Armido aveva fatto un ottimo lavoro.
‘Ora però dobbiamo insistere sennò si richiude!’ disse Armido tutto convinto. Allora mi spalmò di nuovo di crema e si accinse a incularmi di nuovo. Ma io lo fermai dicendo: ‘Un momento’ perché non ti togli quello stupido guanto? Io voglio sentire il calore della tua pelle nel mio culetto!’ Lui accettò senza problemi: si tolse il guanto ma andò a lavarsi le mani. Poi si unse nuovamente di crema la mano e anche l’avambraccio. Mi riposizionai a pecora con le mani che tenevano dilatate le chiappette. Adesso in pochi secondi avevo già le quattro dita dentro, poi cinque.. poi le nocche.. e traaaaaaa di nuovo la mano nel culo! ‘Siiiiiiiiiiiiiiii’ cosìiiiiiiiiiiiiiiiii””.inculami tuttooooooooo’ urlai e lui rispose ‘Siiiiii’ ti fotto tutto in culooooooo’ e riprese a chiavarmi con una foga incredibile. Ora ero talmente aperto che non capivo più nulla e lui mi scopava spingendo sempre di più, al punto che senza accorgersene era arrivato a metà avambraccio! Mentre mi fotteva lui con l’altra mano si masturbava furiosamente tra i suoi improperi e le mie grida. Poi si fermò ed estrasse lentamente il braccio dal mio culo. Io mi girai come una cagna e presi a leccargli la mano che era stata nel mio intestino. ‘Sei proprio una vacca!’ disse lui guardandomi stupìto. ‘Già che ci sei leccami anche il buco del culo!’ disse lui mettendosi a culo all’insù. E io ubbidii umilmente, leccando quell’ano pulito fino alle palle’ per poi passare a succhiargli il cazzo che, pur non essendo da superdotato, era comunque un bel cazzo duro. Lo spompinai con tanta foga che dopo pochi minuti mi riempì la bocca di sperma. Poi scesi dal letto e andai nell’ingresso dove c’era uno specchio a grandezza naturale. Mi misi a 90 gradi davanti e spalancandomi le chiappe vidi il risultato di quella incredibile inculata: ora il mio ano era tutto spalancato, con un diametro di circa 10 cm!!! Lui venne a vedermi e mi tenne le chiappe spalancate mentre io mi segavo dopo aver visto quella scena perversa. ‘Sono una troia rottainculooooooooooo!!!’ gridai e mi sborrai addosso. Lui mi fece alzare e mi baciò con la lingua in bocca, assaporando un po’ della sua sborra che avevo inghiottito.
Poi andammo a lavarci soddisfatti e distrutti per quella scopata depravata.

Dopo l’esperienza fisting con Armido il mio culetto era diventato molto elastico e capiente. Ma per mantenere quell’elasticità decisi di andare in un pornoshop a comprare un dildo di gomma con la base piatta piuttosto larga. In questo modo potevo inserirmelo nel culo quando ero in casa da solo, oppure anche quando dormivo, senza pericolo che potesse inavvertitamente entrarmi completamente nell’intestino (avevo infatti sentito parlare di casi di donne o gay che erano dovuti ricorrere al pronto soccorso per farsi estrarre certi oggetti dall’utero o dalla pancia!)

Ora però ero diventato molto esigente e cercavo cazzi di grosse dimensioni. Nel cinema porno di cazzi ne trovavo molti, ma di superdotati neanche l’ombra: oltretutto non avevo più incontrato il baffuto (quel 65enne che mi avevo sfondato il culo quella volta’) ed ero stufo delle solite facce. Una sera però uno di questi occasionali, dopo averlo spompinato fino a farlo sborrare, mi disse che sull’autostrada c’era un’area di sosta dove si fermavano dei camionisti cazzuti desiderosi di qualche gay passivo. Mi feci spiegare come fare per arrivarci e la sera dopo mi recai sul posto con la mia macchina.

Erano le 10 di sera, l’area era piuttosto ampia con parecchi alberi. Dietro la recinzione c’era un boschetto e poco sotto il greto del torrente. Due camion stazionavano già sul posto, avevano le tendine delle cabine di guida tirate e non si vedeva nulla. Io mi posizionai con l’auto davanti a uno di questi, e rimasi lì ad attendere. Ma non successe nulla’ le tendine non si aprivano, evidentemente il conducente dormiva. Dopo un po’ arrivò un altro camion che posteggiò proprio davanti a me. Passarono altri 10 minuti interminabili, poi il portellone di destra si spalancò ma non vidi scendere nessuno. All’improvviso vidi uno zampillo uscire dalla cabina di guida e capii che era qualcuno che stava pisciando! Lì per lì rimasi stupìto, poi, quando lo zampillo terminò scesi dall’auto e mi avvicinai alla portiera aperta del camion. Guardai in alto e vidi un uomo completamente nudo sdraiato sul lettino dietro il posto di guida. Il camionista si accorse della mia presenza, alzò la testa e guardandomi nella penombra mi fece cenno di salire. Era una cabina molto accogliente e le tendine del parabrezza erano già tirate. L’uomo, un 50enne snello ma muscoloso se ne stava lì sdraiato con il membro ancora moscio in mano. ‘Ti piace?’ disse il camionista menandosi il cazzo. ‘Ohhh siiiiiii’ mi piace troppo!!!’ e dicendo questo lo accarezzai sul torace fino a toccargli l’uccello. ‘Bene, fammi vedere cosa sai fare!’ disse lui allargando ancora un po’ le cosce ‘Ma prima chiudi il portellone!’

In un attimo chiusi la portiera del camion e mi buttai a capofitto con la bocca su quel cazzo voglioso che però aveva sopra ancora qualche goccia di pipì. A vederlo non sembrava molto grosso, però più lo succhiavo e più diventava lungo. Era dritto come un’asta e misurava credo almeno 20 cm. Oltre a spompinargli il cazzo gli leccavo anche le palle e il basso ventre. Quando fu bello duro il camionista mi staccò il cazzo di bocca e mi disse di spogliarmi. Io non mi feci pregare, e in mezzo minuto fui completamente nudo. Mi misi a 90 gradi e gli mostrai il mio culetto depilato e aperto e lui fece un ‘Ohhh’ di stupore nel vedere un sederino così esile con un ano così capiente. ‘Ne hai presi di cazzi, eh?’ disse il camionista allargandomi le chiappe. E io risposi: ‘Siiii’ma ho sempre voglia!!!’ ‘Ok’ disse l’uomo ‘ma io mi metto il preservativo, ok?’ ‘Ok, ok” annuii io e salii sul lettino mettendomi accanto a lui. Lui mi accarezzò il petto strizzandomi i capezzoli, poi mi afferrò una chiappetta e me la palpò fino a farmi gridare, quindi mi disse: ‘Dai troietta, vienimi sul cazzo a smorzacandela!’ Allora mi inumidii l’ano con un po’ di saliva, mi misi a gambe aperte su di lui e mi sedetti sul suo cazzo duro’ che mi entrò dentro senza alcuna fatica. Così cominciai a muovermi su e giù sopra di lui e in poco tempo mi ritrovai il suo cazzo in culo fino alle palle. Poi mi fece abbassare sopra su di lui, mi afferrò forte le chiappe con le mani e continuò a incularmi con colpi decisi e profondi. Mmmmm’ mi chiavava davvero bene e io ansimavo come una troia. Lui alzò anche la testa e cercò di baciarmi’ io mi tirai un attimo indietro perché sentivo un alito con un forte odore di birra, ma poi non resistetti’. E mi lasciai baciare appassionatamente con tanto di lingua in bocca. Ad un certo momento si fermò e mi fece scendere dal lettino. ‘Ora mettiti a pecora fra i due sedili, troietta!’ mi disse lui mentre si sistemava meglio il preservativo sul cazzo. ‘Siii’ amore!’ risposi io piazzandomi come lui aveva detto. ‘Ti piaccio così???’ e intanto lo provocavo dimenando il culo come una troia in calore. Dopo due secondi mi sentii di nuovo riempire il culo del suo cazzo ancora durissimo, che andava su e giù fino alle palle senza alcuna fatica. ‘Lo senti come ti chiavo nel culo, troia?’ disse lui eccitato come un maiale. ‘Siiiii’ siii’ di più’ spaccami amore’ spaccami tutto!!!’ Il camionista dava dei colpi fortissimi che ogni volta mi facevano sobbalzare. Dopo un quarto d’ora di inculata bestiale il camionista urlò: ‘Godoooooo’ e capii che mi aveva sborrato nel culo col preservativo. Quando però tirò fuori il cazzo dal mio culo il preservativo non c’era! Con grande stupore ci accorgemmo che mi era rimasto dentro! Mentre lui si asciugava l’uccello con un kleneex io mi infilavo le dita dentro e dopo vari tentativi riuscii a sfilare il preservativo fradicio di sborra dal mio culetto. Una volta estratto lo mostrai penzolandolo davanti al camionista e gli diedi anche una leccatina sopra per assaggiare la sua sborra, lui mi guardò e disse: ‘Fai schifo, troia!’ Capii che una volta goduto il camionista si era già stufato di me. Così mi rivestii in fretta e scesi dal camion. Beh, non male come prima scopata con un camionista, pensai.

Qualche sera dopo invece incontrai un camionista livornese. Lui mi fece salire nella cabina del camion e chiuse le tende. Feci in tempo a togliermi solo la maglietta che avevo addosso, poi mi fermò e mi disse di mettermi in ginocchio in mezzo alle sue gambe con lui adagiato sul sedile del camion. ‘Fammi una pompa!’ disse con tono deciso, e si tirò fuori il cazzo. Glielo presi subito in bocca e cominciai a succhiarlo nella mia maniera. Aveva un bel cazzo duro e lo spompinavo con grande foga, ma dopo 10 minuti non dava segni di godimento. Allora mi fermai e gli chiesi se voleva far dell’altro, intendendo se volesse incularmi. Ma lui rispose ‘Zitto e succhia!’ Così proseguii nel pompino, che lui guidava tenendomi la testa fra le mani. Mi faceva arrivare il cazzo fino in gola, ma io ormai ero un’esperto. Dopo altri dieci minuti di pompata lo sentii ansimare e improvvisamente mi schizzò in gola una quantità notevole di sborra che mi fece quasi soffocare. Per fortuna lui mi sfilò il cazzo di bocca quasi subito e dopo qualche colpo di tosse riuscii a ingoiare lo sperma come una brava troia. Mi ripulii con i kleenex e scesi dal camion ringraziandolo. Avevo bevuto della sborra davvero saporita!

Ma le esperienze con i camionisti non finirono qui. La scopata più bestiale doveva ancora realizzarsi e non immaginavo che sarei potuto arrivare a tanto (continua).

Così ritornai sull’autostrada altre volte. Certi incontri furono delle delusioni (a causa di cazzi piccoli o mosci) ma altri si tramutarono in scopate bestiali. Come quella volta con due siciliani.
Quella sera, quando arrivai sul posto, c’era un camion targato Trapani fermo in un angolo. Intravidi un uomo corpulento che nell’ombra sembrava stesse pisciando. Mi avvicinai e come mi vide si girò verso di me menandoselo. ‘Vuoi che te lo succhi?’ Azzardai io avvicinandomi. Lui mi guardò, poi disse ‘Vabb&egrave!’, io mi abbassai con la faccia davanti al suo cazzo e cominciai a leccarglielo. Ovviamente il porcello aveva appena pisciato e si sentiva forte il gusto della sua orina. Ma a me eccita tantissimo e quando lo sento succhio ancora più forte. ‘Minchia’ ma che sei un aspiratutto?’ disse lui guardandomi ciucciare. Dopo alcuni minuti mi fece staccare e disse: ‘U&egrave, senti a me, in cabina ci stà il mio cumpare di viaggio, se vuoi ti fottiamo tutt’e due!’ ‘Odddio’ dici davvero? Non vedo l’ora!’ dissi io tutto eccitato. Così mi fece salire sul camion dove c’era già il suo amico sdraiato sul lettino posteriore, un tipo rozzo, ancora vestito, che si fumava una sigaretta. Una volta entrati costui chiese ‘Ahò, chi minchia &egrave chisto?’ ‘E’ ‘nu ricchione che spompina da dio’ Sasà.. chisto ce lo dobbiamo futtere!’ e mi dissero subito di spogliarmi. Una volta nudo mi fecero girare su me stesso guardandomi attentamente, poi quello che mi aveva fatto salire, di nome ‘Rosario’ disse: ‘Minchia questo mi pare ‘na femmina!’ Sasà (cio&egrave quello che stava sul lettino) senza dire altro si slacciò pantaloni e mutande e si sedette sul lettino. Si prese in mano il cazzo e disse: ‘Forza, sucami la minchia!’
Mi piegai in mezzo alle sue gambe e cominciai a leccarglielo. Era ancora mollo, un po’ sudato e aveva un leggero odore di pecorino. Così cercai prima di lavarlo con tanta saliva e lui disse: ‘Beh.. che c’&egrave? Non ti piace il gusto della mia minchia?’ ‘Noooo’ dissi’ mi piace molto!’ e glielo presi in bocca con decisione. Presi a spompinarlo come so fare e sentii il suo cazzo ingrossarsi nella mia gola al punto che dovetti prendere respiro un attimo. Lo presi fra le dita e’. però! Era un gran bel cazzone di 26-27 cm, anche piuttosto largo! Pensai che era tanto che non trovavo un cazzo così grosso! Intanto l’amico che ci stava guardando mi avvicinò anche il suo cazzo (sui 16-18 cm) alla bocca e disse: ‘Dai, facci vedere come suchi due minchie insieme!’ Così mi girai verso di lui e gli feci un succulento pompino, poi i due accostarono i loro cazzi insieme al mio viso e io li presi entrambi in bocca! Ma lo sforzo era notevole e la bocca mi si deformava per riuscire a contenerli entrambi. Ad un certo momento Sasà disse al suo socio: ‘Rosà, fagli il culo a stu ricchione, mentre a mia me lo deve ancora sucare’ Allora mi fecero mettere a 90 gradi con la bocca sull’uccello di Sasà che stava seduto sul lettino mentre Rosario si posizionò in piedi dietro di me pronto a incularmi. ‘Minchiazza che buco di culo c’ha stu ricchione!’ disse Rosario mentre mi allargava le chiappe. ‘Ma vedrai che stasera te lo riempiamo per benino, vero Sasà?’ E senza altre parole lo sentii che m’imboccava l’uccello senza alcun preservativo e me lo schiaffava dentro con violenza. Io ebbi un sussulto che mi fece scappare di bocca il cazzo di Sasà, ma costui mi afferrò per i capelli e mi spinse di nuovo la testa sopra il suo uccello durissimo. ‘Minchia’.. ti fotto.. ti fotto tuttu in culo!!!’ urlava Rosario eccitato come una bestia, mentre Sasà mi affondava tutto il cazzone in gola fino a farmi quasi soffocare. Dopo un quarto d’ora di scopata Rosario si fermò e disse: ‘Sasà, veni tu a fottere ‘sto frocetto!’ I due si cambiarono di posto e intanto io presi un attimo di respiro asciugandomi anche la saliva che mi colava sul mento e sul petto. Poi mi rimisero nella stessa posizione, solo che ora avevo in bocca l’uccello di Rosario e dietro mi stava per inculare Sasà. ‘Sfondagli il culo!’ disse Rosario al suo amico. ‘Maronna’ ora gli faccio un culo che dovrà girare con un pannolone per il resto della sua vita!’ gli rispose Sasà. Con queste frasi i due volevano vedere la mia reazione, ma io l’unica cosa che riuscii a dire fu: ‘Sono tutto vostro’ ma non fatemi del male!’ I due risero.
Sasà cominciò a frugarmi nell’ano con le dita, poi sentii uno sputo e subito dopo la cappella del suo cazzo infilarsi nel mio sfintere. ‘Toh.. lo senti come t’inculo’ frocetto?’ disse Sasà mentre mi spingeva il suo gran cazzone nel culo. E in effetti lo sentivo dilatarmi l’ano al massimo e penetrare sempre più profondamente dentro. Intanto Rosario mi teneva il suo cazzo in gola e pretendeva che lo succhiassi senza fermarmi. Di dietro Sasà insisteva lentamente ma con una spinta bestiale’ lo sentivo entrarmi nell’intestino come un siluro e dava colpi decisi tenendomi ferme le chiappe per affondarmelo tutto dentro.
Io non capivo più nulla. Era tanto che non subivo una violenza del genere. E il fatto di fare la femmina di due esseri volgari e sporchi come loro mi faceva sentire ancora più troia. Appena avevo la bocca libera mugolavo e gridavo di dolore (vero) per quello che mi stavano facendo ma la cosa li faceva eccitare ancora di più! Erano già venti minuti che Sasà mi devastava il culo con colpi tremendi e non avevo più saliva in bocca per succhiare l’uccello di Rosario, eppure i due non si fermavano, avevano una resistenza incredibile. Ad un certo punto mi staccai il cazzo di bocca di Rosario e tutto rosso in viso e con un filo di voce dissi: ‘Basta’ non ce la faccio più’ sborrate e lasciatemi andare” Rosario s’incazzò moltissimo per quelle parole e disse ‘Brutta vacca rottainculo, ora ti faccio vedere io” Si mise seduto sul lettino con le gambe all’insù, quindi mi afferrò la testa per i capelli e mi fregò il suo culo peloso sul mio viso. ‘Leccami il culo, leccami il culo!!!’ urlò Rosario con una rabbia preoccupante. Mi spaventai e cominciai a leccare l’ano puzzolente di questo maiale mentre da dietro Sasà ridacchiava ma continuava a incularmi senza pietà. Ad un certo punto mentre leccavo Rosario mi mollò una scorreggia tremenda in faccia, che mi fece sobbalzare. I due presero a ridere come iene, poi Rosario mi prese il volto fra le mani e mi disse a muso duro: ‘Ora ciucciami i coglioni!’ Fui costretto a prendergli i testicoli in bocca ad uno ad uno e a succhiarli completamente, anche se ricoperti di peli. Intanto, da dietro, sentii che il suo socio si era fermato. Mi sfilò il cazzo dal culo, mi divaricò le chiappe ed esclamò: ‘Porcozzio che culo che c’ho fatto! Pare ‘na galleria!’ Rosario fu incuriosito da quell’espressione, mi staccò l’uccello dalla bocca, scese con un balzo dal lettino e venne a guardarmi l’ano oscenamente aperto. ‘Minchia’.. che bucodiculo!!! Secondo mia chisto può pigghiare due cazzi insieme!’ ‘Pecch&egrave no?!?’ rispose Sasà tenendosi l’uccello duro in mano. ‘No, no!!’ dissi io girandomi verso di loro ‘siete pazzi, volete spaccarmi???’
‘Zitta bottana rottinculo!’ mi urlò in faccia Rosario prendendomi per il collo. ‘Sei venuta tu su ‘sto camion, e ora cummanniamo noi!’ A questo punto Rosario salì di nuovo sul lettino e si mise supino col cazzo all’insù. Poi invitò a salire anche me dicendomi con tono minaccioso ‘Venimi sopra, troia!’ Io ubbidii (tanto non avevo scelta) e mi misi a cavalcioni sopra di lui, e in un attimo mi infilò il suo cazzo nel culo. Mi fece abbassare con la faccia su di lui, mi afferrò forte le chiappe con le mani e prese a fottermi per alcuni minuti. Poi esclamò: ‘Sasà.. veni a futtere ‘sta bottana in to culo!’ Sasà salì sul lettino dietro di noi e mi aprì le chiappe con le mani, in modo da spalancarmi al massimo l’ano. ‘C’&egrave posto p&egrave tia?’ disse sogghignando Rosario a Sasà. ‘Certu che c’&egrave posto!’ rispose il suo socio e mi appoggiò la punta del suo cazzone nello sfintere già occupato dal cazzo di Rosario. ‘No, no, noooooo’. ‘ Gridavo io per dissuaderli (non mi aspettavo certo arrivassero a questo punto) ma a quelle grida Sasà rispose con una spinta di cazzo tremenda che mi penetrò nel culo. ‘Ahhhhhhhhhhhhhh” urlai io per il dolore. Non riuscivo a crederci’ ma stavo prendendo due cazzi in culo contemporaneamente!!!
Una volta entratomi nel culo anche il cazzone di Sasà i due cominciarono a muoversi come assatanati, col preciso intento di farmi male. Mi inculavano veramente senza pietà. Anche se avevo l’ano molto allenato il dolore era notevole e non ce la facevo veramente più. Cominciai a piangere, e questo fatto forse eccitò il loro animo di sadici. Infatti dopo poco sentii Rosario che diceva ‘Minchiazza’ sto per sborrare!’ ‘Anch’io sto per sborrare Rosà!’ Come fossero già d’accordo, i due mi sfilarono i cazzi dal culo, mi afferrarono di forza e mi fecero mettere supino sul lettino. Si posizionarono entrambi a cavalcioni sul mio corpo e mi misero i cazzi a pochi centimetri dalla faccia. Poi presero a masturbarsi freneticamente sul mio viso urlandomi ‘Bottana sucaminchia apri la bocca!’ ‘Pigghia la sborra sulla lingua, schifosa!’ e dopo pochi secondi vidi gli schizzi di sperma fuoriuscire quasi contemporaneamente dai loro cazzi e cadermi addosso, sugli occhi, sul naso, sulle guance e soprattutto in bocca. Mi affogarono di sborra. I due camionisti si scrollarono le ultime gocce sul mio viso, poi mi dissero di vestirmi e di andarmene perché ormai gli facevo ‘schifo alla minchia’ (!)
Scesi dal camion in condizioni pietose, ma d’altronde non potevo recriminare nulla perch&egrave me l’ero cercata io. Me ne tornai a casa verso l’una di notte. I miei dormivano già e non potei fare a meno di pensare a come avrebbero reagito se gli avessi raccontato di questa mia esperienza hard. ‘Ciao mamma, lo sai che stasera mi hanno fatto il culo in due contemporaneamente?’ Un’affermazione del genere sarebbe stata choccante per lei, che sicuramente s’era accontentata sempre del cazzetto di mio padre nella fica. Ma il solo pensiero della mia troiaggine a confronto mi faceva eccitare da matti e così prima di andare a letto trovai ancora il tempo di farmi una gran sega di soddisfazione. (continua)

Ogni tanto ritornavo nel cinema porno dove potevo rincontrare partner già conosciuti. Una sera proiettavano un film dove si vedeva una donna che si faceva inculare contemporaneamente da due uomini. La scena mi ricordava la mia doppia inculata con quei due camionisti siciliani e pensai che per una volta io quell’esperienza l’avevo provata prima di averla vista al cinema. Mentre ero assorto in queste cose mi si sedette accanto Armido, quel 65enne che mi aveva fatto fisting a casa sua e mi chiese come stavo. ‘Bene!’ dissi, ‘ma faccio sempre fatica a conoscere maschi superdotati!’. Allora lui mi rivelò che sul greto del torrente dove andava a prendere il sole d’estate c’era un posto dove i gay si trovavano per incontri sessuali. E lì a volte capitava qualche superdotato. Mi feci spiegare dove fosse questo posto e mi ripromisi di andare a visitarlo.

Era un pomeriggio caldo di fine luglio. Decisi di uscire prima dal lavoro per andare in quel boschetto che attornia le rive del torrente. Mi cambiai in macchina: indossai solo una canottiera rossa attillata corta, un costume a perizoma giallo e un paio di calzoncini blu. In uno zainetto misi la stuoia, un asciugamano, una scatola di preservativi e un tubetto di vaselina. Non so se per il caldo o per i miei bioritmi fatto sta che avevo una voglia pazza di prendere cazzi. Cammino e cammino nel boschetto finché vicino a una spiaggetta in mezzo ai cespugli intravedo due uomini nudi che sono stesi al sole. Allora li raggiungo e mi accorgo che uno di questi &egrave il mio amico gay Armido! L’altro &egrave un 60enne tarchiato, anche lui abbronzatissimo. Mi fanno sistemare con la stuoia in mezzo a loro, quindi mi spoglio completamente nudo, visto che loro già lo sono. Poi vado subito a farmi un bagno nelle fresche acque del torrente. Il più tarchiato mi raggiunge subito in acqua, mentre faccio il bagno si avvicina a me, mi accarezza il braccio, mi tasta le chiappe, ma non va oltre. Usciti dall’acqua ci stendiamo al sole. Armido si rivolge al suo amico, che dice chiamarsi Lorenzo, e gli dice: ‘Hai visto che bel ragazzetto c’&egrave venuto a trovare?’ ‘Si, &egrave molto carino’ risponde, e mi accarezza il petto. Poi mi dice se voglio vedere delle riviste porno ed io ovviamente gli dico di si. Mentre sfoglio le riviste lui mi tocca il culo, vedo il suo cazzo indurirsi e mi chiede di succhiarglielo. Io glielo prendo in bocca e pompo sotto gli occhi del suo amico Armido, poi mi chiede se mi va di leccargli l’ano; subito ho un po’ di titubanza, poi vedo che &egrave depilato e pulito e lo accontento. Nel frattempo Armido mi palpa il culetto e mi infila anche due e poi tre dita dentro. ‘Mmmm’ vedo che sei sempre molto elastico, eh?’ dice Armido continuando a ispezionarmi l’ano. ‘Siiii’ sono sempre in allenamento!’ gli rispondo con voce da troietta. Mentre stiamo facendo queste cose sentiamo un rumore provenire dal boschetto, allora ci stacchiamo e attendiamo di vedere chi arriva. Dal boschetto esce un uomo alto 1,90 circa, robusto ma non grasso, sui 50 anni. Egli ci vede e sia avvicina. I miei amici lo conoscono. E’ un abitu&egrave di quel posto. Armido mi dice: ‘Sai, questo &egrave il nostro amico Tullio ed &egrave un tipo speciale. Lo sai perché &egrave un tipo speciale?’ E io rispondo ‘Behhh’ non so !?!’ Allora si avvicina al tizio e gli abbassa il costume a calzoncino che indossa ed ecco’ esce fuori un cazzone ancora mollo che misura già circa 20 cm di lunghezza! Rimango esterefatto, perché mi rendo conto che un cazzo così da duro può diventare circa 30 cm, praticamente come quello di un negro. Neppure Ezio, neppure Carlo, neppure il baffuto del cinema porno, neppure Sasà il siciliano ce l’avevano così grosso e lungo. Lui mi fa: ‘lo vuoi?’ E io sospirando ”ehhhhh’ ma &egrave troppo grosso!’ Il mio amico dice che non puoi lasciartelo scappare, &egrave un’occasione imperdibile’. Così, sotto le insistenze di Armido e di Lorenzo decido di provarlo. Ma per queste cose ci vuole un po’ di privacy, allora questi prendono tutto il necessario e poi mi invitano a seguirli ‘ completamente nudi ‘ in mezzo alla boscaglia. Trovato un posto riparato mettono giù le stuoie e il gioco può cominciare.
Mi fanno mettere in ginocchio e Tullio mi mette subito l’uccellone sul viso. Oddio’ &egrave così bello’ mi sto già sciogliendo dalla voglia! Comincio subito a leccarlo, poi prendo a succhiarlo, ma diventa talmente grosso (anche di diametro) che faccio fatica a prenderlo in bocca. Ogni volta che pompo mi deforma la bocca e mi prosciuga di tutta la saliva, ma non voglio arrendermi. Mentre sono li che succhio, gli altri miei compagni guardano e si masturbano vicino alla mia faccia. Poi Lorenzo (quello tarchiato) da dietro mi palpa il petto strizzandomi i capezzoli. Armido invece estrae un tubetto dalla sua borsa, si mette anche lui dietro e comincia a tastarmi l’ano. Lo sento che mi spalma una cremina dentro e continua a frugarmi nel buco del culo. Intanto io proseguo faticosamente a spompinare il cazzone di Tullio finch&egrave ‘ finalmente! – diventa completamente duro. E’ davvero un membro spettacolare. Non avevo mai visto dal vivo un cazzo così lungo e grosso. Tullio me lo strofina ancora sul viso e poi mi dice: ‘Sei pronto? Ho voglia di infilartelo!’ Io mi volto verso i due amici che mi stanno guardando come per avere un consiglio e Armido mi fa: ‘Sei venuto fin qui in cerca di superdotati, no? Ora ne hai uno a disposizione, cosa vuoi di più? D’altronde io ti ho già infilato nel culetto mezzo avambraccio, penso che tu ce la possa fare!’ Allora annuisco ma specifico: ‘Si, ci provo perché sono una vera troia, ma fate piano vi prego!’ Allora Tullio si stende supino sulle stuoie con le gambe larghe e il suo cazzo dritto come un palo. Lorenzo si abbassa sul quel cazzone e comincia a fargli una sega ungendolo con la stessa cremina che hanno usato per il mio ano. A questo punto Lorenzo, con un sorriso perverso, mi fa: ‘Dai, facci vedere come lo prendi nel tuo culetto!’ Io tiro un grosso sospiro, poi i due amici mi vengono vicini, si strusciano coi loro cazzi a me, mi leccano le orecchie, mi infilano le dita nell’ano e’ non capisco più nulla! Mi sento mancare tanta &egrave la voglia mista alla paura di fare una cosa di cui potrei pentirmi’ (come &egrave già successo) ma non resisto, sono troppo troia. I due uomini mi spalmano ancora un po’ di crema nell’ano e poi mi sollevano con le cosce divaricate e le mie braccia intorno al loro collo. Sembro una vittima sacrificale, ma la cosa mi eccita moltissimo. Io, così esile (peso appena 55 chili) sopra quell’omone di 100 chili con un cazzo mostruoso! I due amici mi trasportano sopra l’uomo disteso e lentamente mi abbassano sopra quella mazza, tenendomi però con le cosce spalancate e alte. Mi imboccano la cappella che, per fortuna, &egrave conica, e mi tengono alcuni secondi così’ come per posizionarsi bene, senza dire nulla. Oddio’ questa attesa mi fa impazzire’. Poi Lorenzo e Armido si voltano verso di me e mi leccano le orecchie’ mmmmm’ mi sto sciogliendo’ e mentre provo queste sensazioni sento che mi calano ancora giù e’. sento la cappella di Tullio che comincia a entrarmi’. Oddio’ se non avessi tutta quella crema nell’ano me l’avrebbe già spaccato! I due continuano ad abbassarmi piano piano’ sento il mio culetto aprirsi lentamente sotto la pressione di quel palo di carne’ ‘Mmmmmmmm” mi sta entrando dentro’ cerco di respirare profondamente e di lasciarmi andare’ per fortuna i due amici mi stanno muovendo su e giù con leggerezza e mi sussurrano all’orecchio parole rassicuranti tipo ‘Bravo.. così’ lasciati andare.. vedrai che ti piacerà..’ e ancora ‘piano piano, così, ti inculiamo piano ok?’ E lentamente, ogni volta che si abbassano, sento il cazzone di Tullio penetrarmi sempre di più.. sempre di più’ sempre di più’ Ad un certo punto però i due mi sollevano leggermente’ mi tengono fermo per qualche secondo e poi’ traaaaaaaaaaa!!!! Mi mollano di peso sul cazzone di Tullio! ‘Ahhhhhhhhh” Caccio un urlo terrificante – e per fortuna che i due non sono così sadici da mollarmi completamente ‘ e mi vengono le lacrime agli occhi! IL cazzone di Tullio mi &egrave entrato per metà nel culo ora i due amici mi sollevano su e giù per farmi chiavare completamente da Tullio, che da sotto si muove in sintonia con noi. Intanto le mie grida hanno attirato alcuni curiosi. Dai cespugli vedo sbucare due maschi arrapati che osservano la scena in silenzio toccandosi l’uccello. La loro presenza non ci disturba, anzi ci eccita ancora di più.
Ad un certo momento il cazzo di Tullio mi entra ancora più dentro, penso per 20 cm e a quel punto i due amici mi mettono giù, lasciandomi posare i piedi per terra, ma col cazzo ben piantato nel culo. Tullio da sotto mi tiene le chiappe ben spalancate e io continuo ad andare su e giù ansimando come una troia in calore. Mentre mi sta inculando Armido e Lorenzo si segano a vicenda e anche gli altri due maschi si toccano e riesco a sentire i loro commenti allucinati: ‘Porca troia come se lo incula ‘sto ragazzo’ ‘ ‘Puttana eva.. ma così glielo spacca proprio il culo!’ ‘Mai visto niente di simile.. pare che abbia un palo nel culo!’ Ad un certo momento Tullio mi disse che voleva cambiare posizione, che voleva farmi alla pecorina. Allora mi staccai lentamente dal suo cazzo e mi misi piegato a pecora mostrando a tutti il mio ano oscenamente dilatato. Sentii un ohhh generale che mi fece sentire una vacca incredibile! Poi Tullio mi prese di nuovo davanti a tutti e mi inforcò il suo cazzone in culo. Questa nuova penetrazione mi fece gridare ma mi accorsi che una volta dentro non mi faceva tanto più male. Tullio se ne accorse ello sentii che diceva ‘Siii’ così.. bella troietta ti sfondo il culetto!’ Mentre mi chiavava vidi Armido che prendeva in bocca il cazzo di Lorenzo e gli altri due uomini guardoni facevano lo stesso fra loro. Era diventata un’orgia gay ed io (o forse Tullio) ero il centro dell’attenzione. Piano piano il cazzone di Tullio mi stava svangando il culo e mi aspettavo da un momento all’altro di sentire le sue palle sbattermi sulle chiappette. Mi entrava ormai senza difficoltà ma dopo un quarto d’ora il bruciore che provavo era notevole. Stavo perdendo le forze e mi chiedevo quando questo bestione sarebbe venuto. Per completare l’opera mentre Tullio mi scopava si avvicinò uno di quei maschi guardoni e mi mise il suo cazzo già insalivato in bocca. Vedendomi così anche il suo amico si fece sotto e pretese che prendessi in bocca anche il suo. ‘Succhia troiona’ se hai succhiato quel cazzone puoi succhiare anche i nostri!’ disse uno dei due. Non ce la facevo veramente più, oramai ero un pezzo di carne con due buchi pieni di cazzi. La scopata pareva interminabile, oltretutto Armido si mise sotto le cosce di Tullio e cominciò a leccargli i coglioni. Questa scelta però accellerò sicuramente il godimento di Tullio perché dopo cinque minuti lo sentii grufolare: ‘Sto per venire’ sto per venire’ E come disse queste cose mi sfilò il cazzone dal culo e mi fece mettere supino sulla stuoia. Un istante dopo mi spruzzò sulla faccia mezzo litro di sborra calda. Gli presi in mano il cazzo per godermi anche le ultime gocce. Poi lui si tirò indietro e mi ritrovai con i cazzi dei miei amici (e guardoni) sopra il mio viso che volevano fare altrettanto. Si masturbavano e mi dicevano che ero una troia, che facevo schifo, che ero un rottainculo spompinaro, il tutto per arrivare all’orgasmo più laido. Cominciò a schizzare un guardone, poi Lorenzo, poi Armido e infine l’altro guardone che pretese di sborrarmi completamente in bocca. Un ‘ahhhhhh’ di soddisfazione generale chiuse quell’incredibile orgia gay. Mi alzai in piedi con le gambe tremolanti, il culo a pezzi e la sborra che mi colava sul petto e arrivava fino all’ombelico. Avevo in bocca un gusto aspro di sperma ed ero rimasto senza saliva. Armido mi sorresse fino alla spiaggetta del torrente e lì potei fare un bagno rinfrescante prima di rivestirmi. Ma l’odore della sborra mi rimase addosso fino a quando tornai a casa, dove potei fare una doccia profumata.

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