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Racconti Gay

Io Bisex

By 6 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premetto che tutto quello che esporrò in queste pagine &egrave una confessione, spero di scrivere bene non essendo mai stato molto bravo in grammatica.
Abitavo ormai da due anni in un nuovo quartiere popolare alla periferia della città, erano tutte giovani famiglie con figli che avevano pressappoco la mia età, fu facile fare amicizia con gli altri ragazzetti, si giocava un po’ a tutto, calcio, guardie e ladri, nascondino.
Avevo circa 10 anni quando successe un fatto che segno la mia vita, avevamo fondato una piccola gang di circa una decina di ragazzetti e nominato capo Pino che all’epoca aveva circa 14 anni, gli altri più o meno avevano la mia età.
Avevamo preso il vizio di nasconderci nella campagna che stava ai limiti delle case a masturbarci guardando delle riviste porno rubate ai propri genitori, facevamo a sfida misurarci i nostri pisellini e il vincitore era sempre Pino per via della età era il più sviluppato ed era l’unico a cui cominciava ad uscire qualche goccia di sborra.
Una sera d’estate quando già aveva imbrunito mi trovai a passare dietro la mia palazzina in un punto che dava verso il campo dove di solito si andava a giocare e non era illuminato dai lampioni, vedevo delle ombre e non riuscivo a capire chi fossero e che cosa facessero, mi avvicinai un po’ timoroso e mi accorsi che erano Piero il capobanda e Roby un ragazzino, più piccolo di me, che abitava nell’appartamento sotto il mio.
Mi accostai ‘che fate al buio ragazzi’, avvertivo la sensazione di aver interrotto qualche cosa, ‘mah’ niente si parlava di cosa fare domani’ rispose Pino, ma c’era qualcosa che non mi convinceva, Piero aveva la cerniera dei pantaloni tirata giù.
Roby intuì che mi ero accorto di quel particolare e rivolgendosi a Piero disse ‘dai glielo diciamo? Tanto Tonio non dice niente!’ lui annuì e Roby continuo spiegandomi ‘faccio una sega a Piero e lui domani mi lascia usare per un po’ la sua bicicletta, tu non dici niente a nessuno?’, lo tranquillizzai che avrei tenuto il segreto a patto che mi lasciassero guardare, ‘si si guarda pure’ continuo Roby.
Pino si calò calzoncini e slip mostrando un uccello già duro, Roby lo strinse in mano facendola andare lentamente su e giù.
Sentivo Pino ansimare ed io non toglievo gli occhi dal suo cazzo paonazzo, era enorme messo a confronto del mio, ne ero affascinato e avrei voluto prenderglielo io in mano ma avevo paura di sembrare troppo sfacciato ed esser preso per finocchio.
Poi Pino emise un rantolio e s’irrigidì ‘sto sborrando sto sborrando’ e subito dopo vidi uno goccie di crema bianca uscire dalla punta del suo cazzo ‘ti va di leccarlo’ disse rivolto a Roby ‘no non ne ho voglia’ gli rispose lui, così Piero prese un fazzolettino di carta e si pulì dalla sborra buttandolo poi per terra. Ci salutammo e ognuno a casa propria anche perché ormai era ora di cena, io fecci finta di andare ma poi tornai indietro e presi il fazzolettino zuppo di sborra.
Una volta a casa mi chiusi in bagno e inizia ad annusare quel fazzoletto, il suo aroma mi inebriava, ed iniziai a masturbarmi pensando al cazzo di Pino, provai anche a gustare il sapore leccando il fazzoletto e non mi dispiacque anzi mi ripromisi che presto lo avrei voluto assaggiare direttamente dalla fonte, inizia a sentire i brividi dell’orgasmo che era mentale visto che sborra ancora non ne producevo finito buttai il fazzoletto nel WC e tirai lo sciacquone.
L’indomani mattina scesi in strada e vidi Roby che già pedalava contento di essersi guadagnato quei giri in bici, Pino lo guardava facendogli capire che il tempo stava per scadere.
Pino e Roby mi dissero che dovevano incontrarsi il pomeriggio e mi chiesero se volevo assistere, dal mio canto cercai di non far capire il mio interessamento ma nel contempo non vedevo l’ora di partecipare, ci demmo appuntamento per il pomeriggio a casa di Pino.
Verso le 16 passai a prendere Roby, insieme ci recammo a casa di Piero che ci aspettava ansioso, ‘ma &egrave questa l’ora di arrivare &egrave da un po’ che mi smanetto il cazzo aspettandovi’ disse vedendoci.
Ci fece entrare in una stanza vuota senza arredi l’unica cosa era un materasso per terra, i suoi genitori erano in cucina, chiuse la porta a chiave ci rassicurò dicendoci che comunque non ci avrebbero disturbato, ‘dai ragazzi iniziamo’ disse calandosi i pantaloni e rimanendo con l’uccello all’aria quasi in tiro seguito subito da Roby anche lui con l’uccello mezzo duro ma di dimensioni di gran lunga inferiori.
Io rimasi li ad ammirare il loro uccelli e Pino cerco di convincermi perché mi spogliassi anch’io e dopo un po’ cedetti alle sue insistenze. Mi spogliai, il mio pistolino era il più piccolo come lunghezza ma leggermente più grosso di quello di Roby, ero molto impacciato e pieno di vergogna.
Loro iniziarono a masturbarsi reciprocamente e Pino invitandomi ad avvicinarmi ‘vuoi farlo tu ?’ non mi feci pregare non aspettavo altro, mi avvicinai gli strinsi il cazzo e iniziai a fare la mia prima sega ad un’altra persona mentre Pino smanettava il mio.
La mia voglia di sentire che sapore aveva era tanta e non seppi trattenermi mi chinai senza dire nulla lo presi in bocca e iniziai a succhiare tra lo stupore di Pino e Roby, ‘che fame di cazzo che ha e meno male che faceva il timido’ disse Roby.
Succhiavo ad occhi chiusi lasciandomi inebriare dal sapore e dall’odore del cazzo di Pino, lui mi teneva per la nuca spingendomi la testa verso il basso in modo che ne ingoiassi di più cazzo e a momenti mi sentivo soffocare e quando mi arrivava in gola avevo la sensazione di dover vomitare ma mi abituai presto.
Ad un certo punto Pino mi fece interrompere di succhiare e mi fece mettere pancia a terra sul letto lui si sdraiò al mio fianco iniziando ad accarezzarmi le chiappe nude, ‘ma sai che hai proprio un bel culetto’ disse cercando di infilare un dito ‘ed &egrave pure stretto’ continuò accorgendosi della resistenza che opponeva il mio buchetto. Si umettò le dita con la saliva e continuò a stimolarmi manualmente il forellino, io a occhi semiaperti mi godevo il massaggio e vedevo che Roby continuava a masturbarsi eccitato per quello che io e Piero stavamo compiendo.
Sentivo il cazzo di Pino sulla coscia, era durissimo, ad un certo punto Roby gli disse ‘perché non lo coddi (scopi) magari gli piace pure a questo caghino (finocchio)’, Pino sputò sul cazzo e mi venne sopra ‘ora stai tranquillo che ti faccio sentire il paradiso’.
Non potevo vederlo molto bene, ma senti la testa calda del suo cazzo contro il mio buco del culo e che lentamente cercava di entrarci. Cercai di agevolare la penetrazione rilassandomi al massimo ma il dolore ebbe il sopravento fece in tempo ad entrane qualche centimetro che inizia ad urlare a denti stretti ‘toglilo toglilo mi fa troppo male’ lo pregai, ‘cazzo sei proprio stretto, ma se vuoi riprovare troviamo un sistema per alleviare il dolore’ feci cenno di si con la testa anche perché la voglia di provare era tanta. Pino si rimise in ordine ed usci dalla stanza, Roby chiuse la porta a chiave e riprese a smanettersi poi rivolto verso di me chiese ‘vuoi succhiare un po’ il mio mentre aspettiamo che torni Pino?’ ormai la vergogna era passata così m’inginocchia davanti a Roby ingoiandolo tutto, ‘Cazzo per non avere mai provato sei proprio ingordo ma vedrai che ti sfamiamo’ disse ridendo Roby.
Sentimmo la porta aprirsi e per un attimo ci bloccammo, entro Pino richiudendo a chiave, aveva una scatoletta rossa in mano e mostrandomela fece ‘vedrai che con questa non sentirai niente’, era la crema per le mani che la madre di Pino usava per tenerle morbide.
‘Mi sa che abbiamo trovato proprio una gran troia, mi stava divorando il cazzo’ fece Roby rivolto a Pino, ‘a non ti basta il mio puttanella!’ quei termini che di solito andavano diretti ad una vera femmina erano invece rivolti a me e la cosa non faceva altro che alzare il mio livello di eccitazione, mi misi a quattro gambe egli dissi di riprovare a penetrarmi.
Aprì la scatoletta prese un po’ di crema con un dito ed inizio ad ungermi dentro e fuori il buchetto, poi vidi che se ne spalmò un bel po’ sull’uccello, mi disse di stare calmo e rilassato che adesso avrebbe riprovato. Mi fece sdraiare sul tappeto mettendomi un cuscino sotto la pancia in modo che il culetto fosse sollevato ‘apriti bene il culo con le mani che adesso ti sfondo troia’ disse venendomi sopra.
Sentiì la testa del suo cazzo che si faceva strada dentro di me, Pino dava dei colpetti in modo da farmi sentire il meno male possibile, ad un certo punto senti tutto il suo corpo sopra il mio immaginai che fosse tutto dentro ma per averne conferma glielo chiesi ‘si si &egrave tutto dentro puttana’ rispose ‘eppure dovresti accorgertene visto che eri vergine’ continuo.
Roby intanto era estasiato ad ammirare come Pino m’inculasse ma anche lui voleva la sua parte, si sedette per terra davanti alla mia faccia mettendomi il cazzo ad un palmo dalla mia bocca, non mi feci pregare lo inghiotti e iniziai a succhiare mentre Piero cominciava ad andare più forte a stantufarmi il culo ‘dai riempitela tutta la vostra troia’ dissi loro per incitarli. Il ritmo di Pino aumento, sentivo che stava per godere nel mio culo, ad un certo punto si attacco forte ai miei fianchi diede due o tre colpi fortissimi e poi spinse tutto il cazzo dentro come se volesse entrarci anche le palle.
Sentì un fiotto caldo nell’intestino e capii che mi stava sborrando dentro, anche Roby aveva goduto ma lui sborra ancora non ne produceva però a detta sua era stato lo stesso bellissimo.
Stanchi, ma felici, ci riposammo un attimo ci accorgemmo che i nostri giochi avevano fatto passare il pomeriggio ed era già ora di cena, salutammo Pino ripromettendoci di rifarlo presto, io e Roby ci avviamo verso la nostra palazzina e poi ognuno a casa sua per cenare.
Continua”’..
Sardo_1955@hotmail.com

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