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Racconti Gay

La mansarda in Trentino

By 21 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Luca, sto insieme a una ragazza che ha una grande amica, fidanzata, con cui spesso usciamo. Tra me e Marco, il moro dell’amica, c’&egrave stato da subito feeling, andiamo molto d’accordo ed &egrave nata una bella amicizia. Siamo entrambi due bei ragazzi, sportivi, dal fisico curato, anche per il lavoro che facciamo. Io sono informatore scientifico, lui rappresentante.

Un week end decidiamo di andare a farci un giro in montagna, noi due soli, visto che le ragazze la detestano. Marco &egrave di famiglia ben messo economicamente, ed ha un bell’appartamento nel centro di una cittadina del Trentino, una mansarda composta da cucina, sala, tre camere da letto e un gran bagno. Arriviamo e ci sistemiamo, ognuno nella propria camera. Arredata benissimo, letto da una piazza e mezza. Uno spettacolo. In un attimo ci cambiamo e andiamo in pista, dove stiamo tutto il giorno.

Torniamo a casa e ci spogliamo degli abiti pesanti per farci una bella doccia. Giriamo per casa seminudi, fa un caldo pazzesco lì all’ultimo piano, ma intanto ci siamo abituati, andiamo in palestra insieme quindi ci siamo visti anche nudi sotto le docce. Fisicamente siamo molto simili, atletici ma non pompati, petto e gambe pelose, barba incolta di almeno tre giorni, lui più scuro di carnagione rispetto a me.

Ci vestiamo normalmente, jeans camicia e maglione, per uscire. Aperitivo in un locale del centro, bello abbondante, visto che a tutti e due piace l’alcool. Ceniamo lì vicino in una trattoria, c’&egrave poca gente e il proprietario conosce Marco e ci coccola un po’. Usciamo che siamo già alticci, ma dopo aver fatto due passi ci facciamo ancora un paio di cocktail in un pub sotto casa. Quando usciamo siano belli pieni, ci dondoliamo fino al portoncino di casa e saliamo. Ci sbraghiamo sul divano levando i maglioni e restando solo con la camicia, e accendola tv. Non c’&egrave niente di bello. ‘Ci vorrebbe un bel porno’ gli dico. Ma non ne ha. Mannaggia. Però tira fuori la sorpresa. a un pezzo di fumo e rolla un bel cannone. Grande Marco. Svergino la bottiglia di Jack sul tavolino dietro di me con un bel gollone, poi la scambio con la canna. La bottiglia arriva a metà tanto velocemente quanto la canna finisce. Siamo in orbita tutti e due! Faccio per alzarmi ma gli cado addosso, viso a viso.

Lì avviene l’imprevedibile. Marco il bonazzo sciupafemmine mi stampa la bocca sulle labbra e mi infila la lingua. Sarà la situazione, ma lo ricambio senza esitazione. Limoniamo duro per un bel venti minuti, credo, ma la cognizione del tempo &egrave andata a farsi sfottere con il whisky e il fumo. Inutile dire che le camicie son volate via veloci quanto i nostri pantaloni e adesso siamo in boxer, tesi che sembran due canadesi’

Ci baciamo passandoci le mani su tutto il corpo, tra i peli, stuzzicandoci i capezzoli, che a turno ci succhiamo. Ci tocchiamo il pacco duro attraverso la stoffa e proviamo ad andare in camera. Non so come, ma siamo nel suo letto, a baciarci il cazzo attraverso il boxer teso, in un 69 spettacolare. Sembriamo speculari, qual che fa uno fa l’altro, e ci sfiliamo questa stoffa ormai ingombrante e umida della nostra eccitazione. Io non ho mai fatto nulla con un uomo, e penso pure lui, visto che siamo un po’ imbranati. Scoppiamo a ridere, e ci facciamo un altro sorso di liquore. Limoniamo poi torniamo al nostro 69. Ci lecchiamo le palle, poi saliamo lungo l’asta, fino alla cappella lucida e bagnatissima. Ha un sapore buonissimo, non avevo mai sentito il sapore di un uccello, ma devo dire che non &egrave niente male. Ci facciamo un bel pompino, leccandoci le palle, toccandoci ovunque. Siamo tutti un gemito di godimento. Le nostre mani sono come impazzite. Gli stuzzico il buchino e apre al bocca in un gran sospiro. Quando lo fa a me, capisco bene che sensazione ha provato. Lui però spinge anche il dito, mi forza, ma sono così eccitato che entra senza trovare resistenza. Gioca un po’ così, ce lo lecchiamo per bene, poi torniamo a limonare, io sopra di lui, lui sdraiato sotto di me, con le gambe spalancate, l’uccellone in tiro. Siamo tutti e due ben dotati, almeno 20 cm di carne vogliosa. Nella posizione in cui sono, mi sposto come per sedermi e sento il suo cazzo premere sul mio culo. &egrave umido e viscido della mia saliva e dei suoi umori, e uno sguardo ci fa capire cosa vogliamo. Ultimo sorso di Jack, la bottiglia ormai &egrave vuota. Scendo lentamente su quel paletto di carne. La cappella entra come fosse un coltello caldo nel burro. Eppure &egrave la prima cosa che entra nel mio culo. Fantastico. Scendo lentamente. Sono strettissimo, sento ogni sua venatura, il suo uccello contarsi, vedo il suo viso in una espressione di goduria, come lui poi descrive il mio mentre mi impalo. Arrivo in fondo. Sento le sue palle contro le mie natiche. Ho dentro 20 cm di cazzo e sto godendo come un maiale. Non so come, ci spostiamo e ora son io sdraiato e lui che conduce il gioco. Lo estrae lentamente. Vedo il Paradiso. Poi lo affonda, prima lentamente, poi sempre più veloce. Non resisto e vengo. La sborra mi arriva fino al petto, i peli imbrattati di caldo sperma. Sarà questa visione, saranno i colpi che ora si fanno violenti, che in poco sento il cazzo di marco pulsarmi nel culo e riversarmi dentro una gran sborrata calda. Si adagia su di me, ancora dentro di me, e ci baciamo. Intanto lo sento ammosciarsi, si sdraia accanto a me e ci abbracciamo. Un rivolo caldo esce da me e mi procura l’ultimo brivido. Ci addormentiamo, e la mattina dopo così ci ritroviamo. Nudi, abbracciati, col corpo pieno di quella che &egrave stata una scopata fantastica. In quella camera c’&egrave un odore di sesso indescrivibile.

Mi alzo per primo e vado a farmi una doccia. Marco arriva dietro di me, sotto l’acqua mi cinge i fianchi e mi sussurra all’orecchio ‘E’ stato fantastico’. Mi giro e gli rispondo con un lungo bacio dove le nostre lingue si avvolgono veloci.

Ci vestiamo e andiamo a fare colazione al bar sotto casa, poi altra giornata in pista, per poi tornare a casa dalle morose.

Dopo qualche settimana siamo usciti a farci una birra e abbiamo ripensato a quel week end, confessando che entrambi avevamo avuto qualche fantasia bisex nella nostra vita, ma non avevamo mai nemmeno pensato che l’avremmo messa in pratica.

Dopo quella volta, le nostre vite sono tornate quelle di sempre, ma ogni tanto ci concediamo un fine settimana solo per noi nella nostra mansarda in Trentino’

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