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Racconti Gay

la sagra di paese

By 6 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un caldo’bollente pomeriggio primaverile e un forte pruriginoso impulso mi spinse verso la chiesetta del paese in cui ero andato per una sagra.
Il vino non era mancato e anche per questo mi sentii perso nei miei desideri più perversi.
La chiesa era calda ma piacevolmente areata e soprattutto buia,l’unica luce era data dalle fessure dalle quali l’aria calda faceva capolino.
Stavo impazzendo dal desiderio all’immagine che si era fatta nella mia mente,e che da li a poco sarebbe,speravo,divenuta reale.
Entrai e mi diressi al confessionale che aveva il lumino acceso,avevo lo stomaco chiuso e una voglia smisurata,e dentro vi trovai il parroco.
Mi inginocchiai e nel più assoluto rispetto della proforma cominciai la mia dettagliatissima confessione di una festa alla quale avevo partecipato,non molto tempo prima,anche li,complice il vino,scoppiò il finimondo,cominciammo a giocare a moscacieca,intanto ascoltavo il parroco che senza dire una sola parola respirava affannosamente e ascoltava,io dovevo bendato trovare gli altri che mentre non vedevo si erano denudati,non eravamo tantissimi,se non sbaglio eravamo in sei,
io ero il più giovane e per questo’dovevo patire’le loro angherie,immaginate voi che succedeva durante la mia ricerca,continuavano ad avvicinarsi e a farmi toccare i loro membri,alcuni già in erezione,ma conclusosi il gioco non accadde nulla di speciale e andammo tutti a dormire chi sul divano chi per terra chi ancora sui letti della camera.
A questo punto sentivo il prete ansimare e,che con voce leggermente roca mi diceva di andare avanti nella confessione.
E così feci.
Ero tremendamente in subbuglio ormai,ma decisi comunque di andare avanti nella confessione.
Il mattino dopo la festa mi svegliai pensando che fosse tardissimo,invece trovai tutti persi nel sonno,e nudi,dissi al parroco di aver provato la stessa sensazione che provavo nel raccontare a lui il fatto,e lui mi disse di non preoccuparmi che era normale che accadesse,stavolta con voce molto più profonda e bassa mi fece una domanda a bruciapelo,che non avevo calcolato,mi chiese che avevo fatto,e che sensazione era quella di cui parlavo in quel momento,risposi molto dolcemente eccitazione,e mi disse di andare avanti.
Vedendo tutti dormire decisi di guardare da vicino quei membri che avevo toccato per tutta la sera prima,emanavano un profumo davvero inebriante,e io me ne inebriai tanto da voler sentire il loro sapore,così cominciai col ragazzo sdraiato sul divano,aveva una cappella scura e insolitamente grossa rispetto all’asta,e le palle morbide e calde,lo presi in bocca pianissimo e cominciai a ciucciare e ad andare su e giù,finché dopo pochissimo non mi riempì la bocca di sperma che ingoiai immediatamente per evitare che si sporcasse e si accorgesse di qualcosa.
Sentii il sapore dolciastro e salato,e decisi,ormai al colmo della lussuria di far lo stesso con gli altri ragazzi.
Mi avvicinai a quello che riposava sul letto,era girato ma la cappella spuntava da sotto,cominciai così a leccarla e lui si girò,mostrando un pene di notevoli dimensioni che non riuscivo a contenere nella mano,cominciai a succhiare prima piano ma poi sempre più avidamente golosamente,finchè con un rantolo non venne anche lui nella mia bocca,ma stavolta era tantissima,dovetti ingoiare a più riprese e ripulirmi un paio di gocce che mi erano colate fuori dagli angoli della bocca.il terzo era un ragazzo di colore ma a dispetto di questo non esageratamente dotato,la cappella sapeva di urina era leggermente umida e ciucciando la sentii letteralmente soffocarmi e esplodermi in gola,tanto che per la forza dello schizzo mi uscì un fiotto dal naso.
Con gli altri due invece dovetti faticare non poco,il primo aveva le palle bollenti e gonfissime tanto da spaventarmi un po,ma decisi comunque di proseguire e cominciai a ciucciare forte,forte,sempre di più finchè anche lui mi riempì la gola,ma qui ci fù il problema,immediatamente dopo esser venuto,mi scaricò in bocca un fiotto di urina,avevo appena avuto il tempo di ingoiare che già mi ritrovavo la bocca piena,fortunatamente riuscii ad ingoiare anche quel pochino di urina senza tanti problemi.
E infine l’ultimo ragazzo che dormiva a terra,aveva un uccello spaventosamente grosso,delle vene che pompavano sangue,enormi.
Lo presi in bocca e succhiando mentre lo sentivo ingrossarsi nella mia bocca,mi masturbavo e mi infilavo le dita nel sedere,stavo per fare una pazzia ma decisi di provare,al limite se si fosse svegliato sarei scappato via di corsa.
Cominciai ad umettarmi il buchino per bene e a spingere dentro le dita prima una poi due e infine il terzo,e nel mentre continuavo a ciucciare ma più piano,non volevo che venisse volevo sedermi su quel palo e sentirmi pieno fino alla pancia.
Mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lui,ero eccitato e abbastanza largo,cominciai a sedermi piano e lui cominciò a scivolarmi dentro,mi sentivo spaccare ma andai avanti finchè stringendo i denti non sentii il contatto delle sue palle contro le mie natiche.
Cominciai a muovermi sempre più veloce e sempre più facilmente finche non lo sentii esplodere dentro di me,sentivo le budella che si scaldavano con quel liquido caldo che continuava ad uscire,era tantissimo e credo che avrei fatto davvero fatica ad ingoiare tutto.
A quel punto sentivo distintamente provenire dal confessionale rumore di stoffa e fruscii strani,ci ero riuscito il parroco si era eccitato e si stava masturbando.
Si accorse che mi ero fermato e io incalzandolo gli chiesi se potevo mostrargli come avevo fatto con quel ragazzo e,senza aspettar risposta entrai nel confessionale.
Aveva già il pene duro nella mano,non dovevo far neanche la fatica di tirarglielo fuori,era grosso e carico di vene,ma la cosa più incredibile erano le palle gonfie,gonfissime e morbide calde e leggermente umide,mi avventai immediatamente a succhiare e lo feci sprofondare in gola fino alle palle,andai avanti così per neanche due tre minuti che mi scaricò in gola un sacco di caldo sperma,feci fatica a ingoiare tutto ma dovevo farlo assolutamente e lo feci,dopodiché mi rialzai e come se niente fosse andai via.
Che magnifica domenica.

P.S. graditissimi i commenti a fulviotarzan@yahoo.it

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