Skip to main content
Racconti Gay

La spagnola col culo nel laghetto

By 10 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una domenica mattina di quelle in cui avevo deciso di fare una passeggiata in montagna, in mezzo ai boschi, giusto per starmene un po’ per i fatti miei.
Arrivai quindi con la macchina al parcheggio dal quale poi sarei proseguito a piedi e proprio mentre stavo prendendo lo zaino dal baule sentii una voce familiare chiamarmi per nome, mi voltai e vidi un tale sulla cinquantina che conoscevo solo di vista perché frequenta il bar dove la mattina vado sempre a fare colazione. Si trattava di un uomo non molto attraente, calvo e con un po’ di pancetta, non certo di quei cinquantenni curati che si vedono in giro oggi con un fisico da far invidia ad un ventenne, rimasi sorpreso del fatto che sapesse il mio nome e per educazione risposi al suo saluto fingendo di non esere non infastidito dall’averlo incontrato. Mi si avvicinò e cominciò a parlarmi come se mi conoscesse da sempre e io non riuscivo a trovare un modo gentile per scollarmelo di dosso ed iniziare la mia passeggiata.
D’un tratto mi chiese se avesse potuto unirsi a me ed io, anche se non ne ero entusiasta, non seppi dirgli di no; cominciammo così a camminare in salita lungo il sentiero che si addentrava nel bosco in direzione di un bellissimo laghetto che distava circa un’ora di cammino dal punto di partenza.
Durante il tragitto scoprii che chiacchierare con lui era piacevole, mi raccontò un po’ di cose sul suo conto e io feci altrettanto così da entrare in confidenza.
Quando finalmente fummo arrivati al laghetto ci sedemmo un po’ su una panchina a riposare, non c’era nessuno nei dintorni e lui si rivolse a me dicendo:
sai cosa sarebbe bello adesso?
Cosa? risposi io.
Farci un bel bagno, disse lui.
Ma non ho il costume! Ribattei.
Lo facciamo nudi, non ti vergognerai mica di me?
Certo che no! Risposi, Facciamolo!
Mi tolsi i vestiti in un lampo e quando fui nudo e stavo per buttarmi in acqua vidi che lui non si era ancora tolto nemmeno la maglietta.
E tu? Gli chiesi
Non posso spogliarmi adesso, mi disse
Perché? Risposi io sorpreso
Perché vedendoti nudo ho fatto dei cattivi pensieri e mi &egrave diventato duro.
Rimasi un po’ sorpreso perché non mi dava certo l’impressione del tipo a cui piacciono i maschi ma non avevo voglia di fare la solita recita di quello che rimane sorpreso come se non avesse mai preso un cazzo in bocca o in culo, così mi avvicinai a lui, sempre nudo, e gli dissi:
spiegami bene questa cosa, che genere di cattivi pensieri? vuoi dire che tu?
Lui sospirò, mi guardò poi mi disse:
Sai, non sono qui per caso, questa mattina al bar ti ho sentito dire che saresti venuto qua così ho approfittato del fatto che avevo lo zaino in macchina e mi sono fiondato ad aspettarti nel parcheggio, tu non lo sai ma io e te chattiamo da un po’ e una volta mi sono anche segato su skype mentre mi mostravi il culo, capisci chi sono adesso?
In realtà era un gioco che avevo fatto con più di una persona, sempre senza mostrare il viso, ma non non mi sembrava carino dirgli che lo confondevo fra i tanti così gli chiesi semplicemente:
come fai a sapere che sono proprio io?
In uno dei nostri incontri in videochat indossavi un braccialetto che non si vede certo dappertutto e che avevo notato al tuo polso anche al bar, così ho cominciato a pensare che potessi essere tu ed ho chiesto ad un amico informatico che sa dei miei gusti, anche se non li condivide, se fosse possibile risalire a chi eri, mi disse che l’unica cosa in cui poteva aiutarmi era risalire alla zona da dove chattavi ed effettivamente risultò nel nostro quartiere’.
Gli mostrai i miei polsi e gli dissi:
non porto braccialetti, come fai a dire che sono io?
Oggi non hai braccialetti, ma quel culo lo riconoscerei fra mille, fidati.
Lo prendo come un complimento
gli risposi sorridendo, poi mi buttai in acqua e lo invitai a raggiungermi.
Nuotammo un po’ rievocando i nostri incontri in chat, la cosa non mi dava affatto fastidio anzi, mi eccitava parecchio, inoltre lui ci provava insistentemente ed allungava le mani sott’acqua, la cosa mi lusingava perché anche se vedendolo fino a prima di quel momento non mi era parso attraente, quando si spogliò e vidi il suo cazzo anch’io lo riconobbi.
Era uno di quei cazzi con la cappella più grossa dell’asta, di quelli a fungo che le prime volte hai paura che ti si incastrino dentro e di finire al pronto soccorso come nella più celebre delle leggende metropolitane, ma che in realtà quando provi a prenderli, se chi ne &egrave dotato lo sa usare bene, ti fanno venire senza menartelo raggiungendo orgasmi anali da paura.
Esauriti gli argomenti rimanemmo un po’ a mollo in un silenzio che io interruppi dicendogli:
beh, che facciamo allora?
Cosa dovremmo fare secondo te?’ mi rispose lui.
Lo guardai maliziosamente poi gli dissi: ‘non vorrai mica andare a casa, accendere il computer, e farti di nuovo una sega mentre ti mostro il culo su skype!’.
E che alternativa proponi?
Ma come che alternativa propongo? Sei venuto fin qua per provarci con me, ecco, ci sto! Avanti! Scopiamo no?
Qua? E se ci vede qualcuno?
Se hai casa libera possiamo andare a casa tua
No, non ho casa libera
E allora ci tocca farlo qua
Non lo so… insomma…
Non ti tirerai mica indietro, non ti piaccio forse? tutta la tua irruenza in chat, tutte le frasi che mi hai detto? ‘ti rompo il culo’, ‘se ti prendo ti faccio uscire il sangue’, ‘se te lo infilo in bocca ti soffoco’, non sarai mica solo un chiacchierone?
Lui rimase in silenzio un attimo, abbassò gli occhi imbarazzato e prima che avesse il coraggio di balbettare qualcosa io capii tutto e, molto indelicatamente, esclamai:
Non ci credo! Tu non sei mai stato con un maschio!
Lui imbarazzato mi rispose:
beh, se devo dirti la verità non no mai inculato nemmeno una donna, non ho mai avuto il coraggio di chiederlo ma &egrave un chiodo fisso che ho fin dalla pubertà, non tanto con una donna quanto di provare ad incularmi un maschio, per questo vado sulle chat come quella dove ci siamo incontrati, poi però finisce sempre tutto con una bella sega e non ho mai avuto il coraggio di andare oltre.
Capisco, ci penso io, gli dissi.
Mi avvicinai a lui in un punto in cui si toccava il fondo del laghetto con i piedi e l’acqua ci arrivava sopra le spalle, gli voltai le spalle gli dissi di appoggiarsi a me, inarcai la schiena all’indietro in modo da spingere il mio culetto contro il suo cazzo durissimo poi misi una mano fra i nostri corpi, glielo afferrai e lo guidai fra le mie natiche fino ad appoggiarsi al mio buco, gli presi le mani e mi feci abbracciare poi gli dissi:
adesso muoviti su e giù e strofinalo fra le mie natiche fino a venire,
ma ti sporcherò tutto!
Di che ti preoccupi, siamo nell’acqua, piuttosto cerca di non fare il furbo ed entrare perché non sono lubrificato, se entra mentre siamo nell’acqua fa un male pazzesco e potrei emettere un urlo da far scappare tutti gli uccelli del bosco compreso il tuo.
Cominciò a muoversi dietro di me e la cosa riportò la mia memoria ai primi giochi fra maschi che facevo con un amico quando ero più giovane, già allora il culo che veniva imbrattato era sempre il mio.
Sai, adesso una parte di me vorrebbe spingertelo dentro e sentire quell’urlo, fregarmene e andare avanti,
mi disse.
So bene che quando si arriva in queste situazioni bisogna stare attenti perché &egrave un attimo che il padrone del cazzo che hai fra le chiappe perda la ragione e ti sfondi, ma un conto &egrave quando sei preparato e almeno un po’ lubrificato, un altro &egrave quando sei nell’acqua di un laghetto di montagna col culo che si sta congelando e ti domandi quanto lui debba essere eccitato per avercelo così duro nonostante l’acqua fredda, siccome mi &egrave già successo in una piscina ed &egrave stata una delle inculate più sgradevoli che io ricordi, era il caso di far si che non succedesse di nuovo.
Fortunatamente l’eccitazione gli fece perdere il controllo e il suo cazzo esplose fra le mie natiche, il sui orgasmo fu così potente che sentii distintamente lo schizzo del suo sperma che impattava contro il mio ano verso il quale aveva bussato di prepotenza fino a quel momento.
Non ci credo, l’ho fatto davvero! Disse.
Cosa hai fatto?
Ti ho inculato
scoppiai in una risata
ma non mi hai inculato!
Beh, quasi
Ma non puoi ‘quasi’ incularmi! O mi inculi o non mi inculi, come fai ad avermi inculato se non me lo hai nemmeno messo dentro? Dai, usciamo, vestiamoci e andiamo verso il parcheggio.
Ci incamminammo verso le nostre macchine e durante tutto il tragitto non faceva che ringraziarmi per quello che gli avevo lasciato fare, arrivati alla macchina fece per salutarmi e io gli dissi:
aspetta un attimo, non crederai di cavartela così?
Lui rimase per un attimo impietrito non capendo cosa volevo dire, poi balbettando mi chiese: ‘oh, scusa, non avevo capito, ti devo dei soldi?’.
Io non mi offesi anche se so che avrei dovuto almeno fingere di esserlo, quindi gli risposi:
Ma che soldi?! Mi devi un orgasmo!
E come faccio?
Sospirai alzando gli occhi al cielo e dissi:
Questo parcheggio la sera &egrave un posto abbastanza sicuro ed &egrave sempre pieno di coppiette, alle nove ti aspetto davanti al nostro bar, poi veniamo qua e mi fai il culo, per davvero! ti va?
I suoi occhi brillarono poi esclamò:
Certo che mi va!
Lo salutai e salii in macchina, imboccai la strada verso casa ed una volta arrivato mi feci una bella doccia pensando a quanto mi sarei divertito di li a qualche ora.

Leave a Reply