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Racconti Gay

LA TROIA DEL CARCERE

By 1 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

LA TROIA DEL CARCERE

Sono un distinto avvocato di 42 anni. Alto, bruno e distinto con i lineamenti marcati. Mediterraneo e maschile. La mia disgrazie è stata sposarmi con Maria Laura, ragazza ricca, bellissima, viziata e isterica.

Per me è stato un grande amore, allietato, subito dopo il matrimonio, da un bel bimbo, Giacomo.

In realtà il matrimonio non è mai andato veramente bene: io mi butto nel lavoro (e sulla segretaria), lei fra le braccia dell’autista. In breve, dopo cinque anni ci separiamo. Ma non pacificamente: lei mi odia e mi vuole distruggere. Non vuol più farmi vedere mio figlio.

Ma io non demordo: chiedo ed ottengo dal giudice l’affido congiunto: turni di 15 giorni a testa col bimbo. Poi si cambia genitore.

Ma Maria Laura non ci sta: non sopporta. La sua è una famiglia potente e
la spalleggia. Trovano il modo di cucirmi addosso una denuncia di pedofilia: mi accusano di avere abusato sessualmente del mio bambino. Un’infamia. ‘Nessuno ci crederà mai!’, mi dico.

E invece mi arrestano subito: potrei ripetere il reato a anche inquinare le prove. Finisco in carcere e mi sento morire.

Varco il cancello del carcere con la mia valigia: mi sento un vitello al mattatoio.
Mi registrano: le guardie sono arroganti ed insolenti. Mi spingono e mi strattonano. Sono già colpevole, alla faccia del principio della presunzione d’innocenza!
Entro nel corridoio per andare alla mia cella.
E’ Una specie di discesa all’inferno: il tam tam del carcere ha già fatto correre le voci: tutti sanno chi sono e perchè sono lì.
Sento energumeni invasati urlare minacce e insulti verso di me. Io tremo, spero di essere messo in isolamento. E invece no: si apre una porta e la guardia che mi accompagna mi spintona dentro una cella e frettolosamente richiude.
Mi trovo davanti 15 energumeni, tra i 20 e i 40 anni, che sembrano aspettare proprio me.

Gli Italiani mi sembrano pochi: 5 o 6 sono di colore, e poi Arabi, Albanesi, Romeni e chissà che cosa. Ignoro cos’abbiano fatto per essere lì, ma di sicuro odiano i pedofili.

Con finta indifferenza saluto, chiedo dove posso sistemarmi”faccio un passo, non due, ma subito vengo bloccato alle spalle: due bestioni m’immobilizzano un braccio a testa.

In un attimo mi buttano a terra e tra insulti e sputi cominciano a strapparmi i vestiti. Io mi dimeno, urlo, piango e prego. Poi un coltello puntato alla gola mi convince che è meglio essere remissivo e lasciar fare’..

In breve sono completamente nudo, sdraiato sul pavimento gelido. Mille mani mi toccano, palpano e pizzicano. Sento ridere, grugnire e insultare. Il più frequente è : ‘Muoviti brutta troia!’ o anche uno sprezzante ‘Sharmut!’. Le gambe mi vengono alzate, fin quasi a farmi toccare le spalle con le ginocchia e io resto lì, immobile, oscenamente esposto.

Dita grosse e callose s’intrufolano nel buchetto. Sono unte, avevo sentito una voce: ‘Prendi l ‘olio! ‘, diceva. Adesso capisco a cosa serve, l’olio. Un dito, poi due’.tre dita! Urlo, c’è una tale violenza in quei gesti’..
La risposta è: ‘Taci puttana!’.
Dopo il breve lavorio mi appare un viso dai lineamenti duri, scolpiti come nella pietra (forse un albanese?) che si affaccia tra i miei polpacci e sento spingere sul buchetto.
Un colpo secco, senza riguardi, e mi sento morire. Credo di essere svenuto. Un dolore pazzesco. Ma passato l’attimo terribile mi apro a sensazioni nuove. Il bestione che ho sopra di me (era un muratore? ) ha un arnese enorme, o almeno a me pare tale.
Temo mi possa spaccare in due. E invece no: il mio culo si adatta perfettamente al calibro dell’invasore.
Lui va su e giù furiosamente: deve essere un pezzo che non scopa. Mi guarda negli occhi con disprezzo: digrigna i denti, si morde il labbro inferiore.

Ogni tanto mi sputa in faccia pronunciando insulti incomprensibili. Io non riesco a sostenere il suo sguardo, carico di odio e di disprezzo. Mi fa paura, ho male’ma anche piacere!!!!! Il bestione va su e giù per un po”ad un certo punto mi pare sia diventato un po’ più grosso’..lo sento grugnire e poi’.un’esplosione di calore nel culo! Mi ha eruttato nelle budella una quantità enorme di sperma”doveva essere in arretrato da un po’!!

Ma non ho tempo di capire cosa stia succedendo, ne’ di cambiare posizione, che subito un volto nero si affaccia tra i miei polpacci.
Questa volta l’espressione del viso non è cattiva. Il culo è già spanato e non fa difficoltà ad accogliere il nuovo venuto. Non mi odia: è solo infoiato, ha un buco a disposizione e lui muore dalla voglia di scaricare i coglioni.

Dieci, venti minuti. Non so: alla fine anche lui mi spara nel nel culo il suo sperma. Un mare di sperma.

E poi via lui avanti un altro’e poi un altro ancora e ancora, ancora e ancora. Non li conto più.

Non so quanto siano ma mi pare che tutti abbiano avuto il piacere di rimodellarmi il buco e di farcirmi con la loro sborra. Alla fine, saranno passate due ore, faccio fatica a distendere le gambe. Ho le anche anchilosate. Le gambe mi tremano’..il culo è spanato e liquido: fuoriesce una colata inesauribile di sperma’.sono aperto all’inverosimile e la sborra mi impiastriccia le chiappe e le gambe.
Traballo sulle gambe, sono nudo e ho freddo. Mi trascino su una branda. Mi sdraio: sono stordito: Forse mi addormento. Ma dura poco.

Due ceffoni mi svegliano: è di nuovo il primo bestione che mi ha sfondato. Mi afferra e mi mette seduto sulla branda.
E’ nudo, eccitato e si sta menando il cazzone, che è enorme.
Io sono inebetito, ma lui mi sbatte il suo arnese sulle labbra. E’ chiaro ciò che vuole. Io cerco di non raccogliere, di girare la faccia’..ma un manrovescio pazzesco mi fa cambiare idea.

Apro la bocca e lo faccio entrare’.’Troia, fammi sentire la lingua!’ Mi ordina.
Lecco la cappella’sento il suo sapore salato. Lui mi blocca la testa e’mi scopa in bocca. Va avanti e indietro. Ogni tanto mi tira i capelli o le orecchie:
‘ I denti, stronza’.I denti!’. Ho la bocca piccola e ogni tanto gli faccio sentire gli incisivi. E’ eccitato, lo sento espandersi’.Finalmente mi erutta in bocca la sua sborra. E’ calda, salata, sa di mare’.e d’infinito!

Poi, via il primo, avanti il secondo, terzo, il quarto’.tutti mi sborrano in bocca.
Penso che affogherò in questo mare di sperma’..ma non succede. Sono quasi inebriato.
E acquisto la consapevolezza di essere ormai la loro troia. La troia del carcere !

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