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Racconti Gay

L’accordo

By 21 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi serviva un avvocato ma ero decisamente al verde. Un amico mi ha consigliato un avvocato, col quale mi disse è possibile mettersi d’accordo. Ma non mi disse nulla sul tipo di accordo in questione. Stavo aspettando in sala d’aspetto quando la segretaria chiamò il mio nome. Mi alzai ed entrai nel lussuoso ufficio del dott. Guglielmetti. Lui era un uomo davvero attraente sui trentotto quarant’anni. Ricordo che mi è piaciuto subito, nonostante io avessi solo 21 anni, mi era capitato spesso di frequentare uomini più grandi di me. Mi sedetti e gli spiegai quale fosse la situazione e che non potevo pagare, e anche che mi era stato consigliato da un amico. Lo vidi annuire e poi chiese se l’amico in questione mi aveva spiegato che genere di accordo era propenso a fare lui coi giovani ragazzi gay come me. Io rimasi esterrefatto ma risposi che non mi aveva detto nulla, ma intuii che almeno parte dell’accordo comprendeva delle prestazioni sessuali e la cosa mi eccitava alquanto. “Allora vediamo subito se si può fare questo accordo” disse l’avvocato e si alzò dirigendosi verso di me si notava già il rigonfiamento della sua eccitazione. Quando mi fu di fronte, io ero ancora seduto. Aprì la lampo e ne sgusciò fuori il pene eretto, lo prese in mano e lo porse alla mia bocca già aperta. Lo volevo, ero eccitato e mi serviva quest’uomo e lo accettai in bocca senza problemi. Mi piaceva molto era caldo e carnoso e lo sentivo ancora più grande mentre lo faceva scivolare avanti e indietro facendolo scivolare praticamente sulla lingua. “Direi che questo accordo si può fare” disse l’uomo con voce roca per l’eccitazione. Aveva il respiro pesante e ora mi teneva la testa con una mano in modo da poterlo infilare quasi in gola….. Era davvero eccitante, avevo il pene molto duro nei pantaloni, lo sentivo spingere tanto da farmi male. Così mentre ancora ce l’avevo in bocca mi slacciai i jeans e me lo presi in mano, cominciando a masturbarmi. A quel punto lui mi disse: “Aspetta non masturbarti” e mentre toglievo la mano lui me lo spinse fino in gola e lo sentii palesemente avere un gemito di piacere. Poi lo estrasse dalla bocca e mi fece alzare. Me lo prese in mano per qualche secondo mentre mi baciava. Un bacio concitato e pieno di desiderio. A quel punto mi mise in direzione della scrivania e con una mano su l’inguine destro e l’altra sulla testa mi mise a novanta sulla scrivania. Sentii che mi tirava giù i pantaloni fino alle ginocchia e mi allargava le natiche. E lo sentii entrare, piano e con attenzione a non farmi male. Quando fu certo che tutto era ok cominciò ad andare avanti e indietro piano e poi un po’ più veloce e poi ancora piano. Mi sentivo al limite del piacere, avevo ancora la sua mano sulla testa che mi costringeva sulla scrivania e sentivo che entro poco anche lui sarebbe esploso. La sua mano scivolo in avanti e cominciò a masturbarmi e contemporaneamente lo sentii ansimare fortemente. “Non ce la faccio sto per venire” lo avvertii e lui senza parlare continuò, sentii ancora un paio di spinte e poi venni. Sentii palesemente che si sentiva molto soddisfatto del mio piacere. Senza che uscisse dal mio corpo, si sedette sulla sedia trascinandomi con lui ed accelero le spinte. Passò qualche secondo fino a quando sentii lui che finalmente arrivava al piacere e qualcosa che si spargeva ne mio ventre. Mi alzai e guardando dissi “ Accordo interessante”. Ci ricomponemmo e parlammo per qualche minuto del rimborso che mi serviva. Vinsi la causa e Antonio Guglielmetti divenne il mio avvocato di fiducia. Ora posso pagarlo, ma preferisco sempre cercare un accordo.

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