Skip to main content
Racconti Gay

L’elettricista

By 1 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero in camera a studiare quando il rettore del collegio universitario presso cui alloggiavo mi mandò a chiamare. Giunto nel suo ufficio lo salutai; lui rispose con un cenno e mi chiese di accompagnare nel locale dei quadri elettrici l’elettricista che sarebbe arrivato nel pomeriggio.
Risposi per me andava bene, anche se pensai che era solo una scocciatura in più che mi distraeva dalla preparazione del prossimo esame..
Così nel pomeriggio arrivò l’elettricista; era un giovane di circa 25 anni, robusto e con un viso decisamente bello!Si presentò sorridendo ‘Francesco, piacere’. Lo accompagnai nel locale dove stavano i quadri elettrici e gli feci vedere dove stavano i pannelli e i vari apparecchi elettrici da controllare. Infine gli feci vedere dov’era camera mia e gli dissi che se aveva bisogno mi poteva trovare li. Ci salutammo con una stretta di mano e vidi che il suo sguardo indugiava a staccarsi dai miei occhi..ma forse era stata soltanto una mia impressione.
La sera prima di andare a letto ripensai a Francesco e mi sentii pervadere dalla voglia.
La mattina seguente mi alzai verso le nove.. le lezioni erano finite e non avevo un orario preciso per alzarmi, così spesso la mattina cedevo al sonno e al tepore delle lenzuola.
Mi stupii vedendo Francesco intento a controllare il quadro elettrico che stava sul mio corridoio..mi sentii un po’ a disagio perché sentivo di aver l’aria di chi si &egrave appena svegliato..tutto un po’ per aria, mentre lui era già al lavoro da un po’, sempre bello come il giorno prima. Levò lo sguardo dal pannello, mi guardò con un sorriso e mi disse ‘buongiorno, dormito bene?’; penso di essere arrossito in quel momento, comunque risposi ‘Si, ti ringrazio!Il tuo lavoro come procede?’ .Mi disse che aveva trovato un circuito da sostituire e che probabilmente avrebbe dovuto mettere mano all’impianto elettrico della mia camera; ‘Si, non c’&egrave problema’ gli risposi, ‘vieni pure quando vuoi’. Poi ci salutammo e io andai a fare colazione. Al mio ritorno lo trovai ancora nello stesso posto di prima. Entrai in camera e iniziai a studiare, ma non ci riuscii..ero troppo eccitato dal fatto che di li a poco Francesco sarebbe entrato in camera mia. Quando finalmente bussò gli aprii; quando fu nella stanza mi fissò e poi sorridendo iniziò ad accarezzarmi un braccio..non mi sembrava vero..andai alla porta e la chiusi a chiave, poi mi girai a guardarlo. Francesco indossava una salopette blu e una t-schirt bianca; con sguardo intrigante si calò la salopette.. con sorpresa scoprii che sotto non indossava biancheria e come l’indumento arrivò sotto la vita sgusciò fuori il suo cazzone. Era piuttosto grosso, teso, con le vene in rilievo; i peli pubici erano corti e la cappella era turgida. ‘Dai, fammi una bella pompa!’ mi disse avvicinandosi. Quando mi fu addosso sentii la sua eccitazione contro i miei jeans e preso dalla voglia mi inginocchiai e iniziai ad accarezzare quel cazzo, che da vicino sembrava davvero enorme. Lo sentii caldo tra le mie mani e duro come un bastone; gli baciai la cappella e poi iniziai a leccarlo..aveva un sapore salato e amaro al contempo. Iniziai a muovermi ritmicamente, avanti e indietro con la testa. Poi Francesco mi prese i capelli tra le mani e iniziò a muovere la mia testa con ritmo incalzante; lo sentivo eccitarsi e sospirare di piacere. Il suo cazzo entrava e usciva dalla mia bocca e potevo sentire le asperità sulla sua superficie; quando era tutto dentro toccavo con le labbra i peli pubici, mentre la cappella sembrava volermi sfondare la bocca e rendeva difficile il respiro. Mi girava la testa a forza di scuoterla e ad un certo punto Francesco spinse il cazzo dentro la mia bocca e tirò la mia testa verso di sé; sentii il suo cazzo irrigidirsi ed ingrossarsi di colpo e con un gemito di piacere iniziò a riempirmi la bocca di sperma. Quando fu soddisfatto si spogliò completamente e mi disse di fare lo stesso, dopodiché mi disse di stendermi sul letto a pancia in giù. Lui si mise sopra di me..sentivo il suo corpo muscoloso che mi sovrastava e che scivolava sulla mia schiena; il suo cazzo era di nuovo in tiro e lo sentivo muoversi nell’incavo tra le natiche in cerca di un buco da scopare. Dissi a Francesco di fare piano perché non lo avevo mai fatto; lui mi sussurro dolce come il miele di non preoccuparmi e al contempo si leccò il medio della mano destra. Sentii la sua mano destra che mi percorreva un fianco arrivando sul mio ano. Mi penterò con un dito.. sentivo che entrava a fondo e con forza crescente, ma non mi fece male, finch&egrave non fece entrare un secondo dito. Feci una smorfia di dolore, ma Francesco mi disse che era normale e che doveva allargarmi prima di sfondarmi. Sentivo le sue dita dentro di me che si muovevano a descrivere un cerchio, poi ad un certo punto le tolse. Francesco mi prese la spalla sinistra con una mano, mentre con la destra guidava il suo cazzo sul mio ano. Sentivo la pressione della sua cappella che prepotente voleva penetrarmi, ma non ci riuscì. Francesco riprovò e con una scappellata decisa mi sfondò emettendo un gemito di piacere. Sentivo il mio ano dilatarsi e bruciare, poi Francesco sospinse il suo cazzo dentro e sentii come un fuoco pervadermi dall’interno. Francesco iniziò a muoversi ritmicamente dentro di me, dapprima piano, in modo che il mio ano si abituasse, poi con sempre maggiore forza. Mi sentivo come se mi sfondasse un treno merci in corsa e ad ogni scappellata sentivo le sue palle che sbattevano sulle mie natiche emettendo un suono ritmico. Intanto il mio cazzo, durissimo per l’eccitazione, scivolava avanti ed indietro sulle lenzuola dandomi piacere. Francesco mi cinse la vita con un braccio e sempre tenendomi impalato mi mise seduto sopra di lui (che nel frattempo si era sdraiato sul letto a pancia in su); io mi alzai e mi girai in modo da guardarlo i viso e facendo attenzione mi sedetti tra le sue coscie; sentivo nuovamente la sua cappella che premeva sul mio ano, che stavolta cedette senza troppa difficoltà. Sentii il suo cazzo scivolare dentro di me e al contempo potevo vedere il godimento sul viso di Francesco ed il suo corpo sotto di me. Aveva degli addominali ben sviluppati che su contraevano ad ogni scappellata e dei bei pettorali lucidi per il sudore. Mi prese per i fianchi ed iniziò a spingermi su e giù; sentivo la sua eccitazione crescere, come tra il resto il ritmo della scopata. Con una mano iniziò a menarmi l’uccello, che puntava dritto verso la sua faccia. Poco dopo ero al culmine del piacere e sentivo che stavo per venire; allo stesso tempo Francesco inarcò il bacino verso l’alto penetrandomi completamente, poi sentii il suo uccello che si ingrossava dentro di me pompandomi di sperma. Anch’io venni assieme a lui e gli schizzai la faccia e il petto di sborra ansimando di piacere. Poi ci sdraiammo l’uno accanto all’altro accarezzandoci e toccandoci come due amanti.

Leave a Reply