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Racconti di DominazioneRacconti Gay

L’hobby estremo

By 5 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

 

A me piacciono le donne sposate. Con figli preferibilmente.

Le sposate con figli sono le mie preferte. Non cercano una relazione, già cel’hanno. Non vogliono un uomo con cui riprodursi, hanno già trovato il padre dei loro figli. Spesso troppo assorbite dal loro ruolo di mogli e madri cercano qualcuno che le gratifichi, che le riscopra come donne, senza aggiungere ulteriore peso alla loro vita. Insomma, vogliono scopare senza impegno, esattamente come me. Qualche imperfezione dovuta alle gravidanze, qualche anno in più, qualche chilo in più, le rendono solo più reali e appetitose. Mi regalano tutta la loro femminilità, la loro passione, in cambio vogliono solo quello che ho tra le gambe. Io sono soddisfatto, loro sono soddisfatte. Gli unici che non sempre lo sono sono i mariti.

Purtroppo il mio è un hobby che presenta i rischi degli sport estremi. Gli incidenti possono capitare, a me è successo un tiepido mattino di settembre a casa di una formosa brunetta. I bambini a scuola fino al pomeriggio, il coniuge al lavoro fino a sera. O almeno così doveva essere.

Volete sapere cosa prova un cane in calore che riceve una secchiata d’acqua fredda? Fatevi trovare da un uomo infilati fino alle palle nelle terga di sua moglie. Mi sono sempre chiesto che scusa possa inventarsi una signora in un momento del genere. Forse: “Caro, non è come sembra. Il signore alle mie spalle è uno stimato proctologo, stava solo dando una controllata a proposito di quel fastidio di cui ti avevo parlato.” Bè, ad ogni modo la brunetta non cercò alcuna giustificazione, si sfilò dal mio imbarazzo e senza una parola corse a raccogliere i suoi abiti lasciandomi solo, vestito di un misero preservativo, ad affrontare un incazzato energumeno a quattro ante.

Le persone reagiscono in modi diversi davanti al tradimento. C’è chi se la prende con entrambi, chi solo col patner, chi imputa a se stesso tutta la colpa automartirizzandosi, chi rompe la relazione subito, chi perdona, chi rende pan per focaccia, perfino chi gode della situazione. Questo qui era più il tipo da “hai sedotto quella santa di mia moglie e adesso ti rompo le ossa”.

Ok, ci sta. Diciamo che è tutta colpa mia e quella povera creatura che un secondo fa mi pregava di sfondarla con più forza è del tutto innocente. Qualche cazzotto lo devi mettere in conto se hai una passione come la mia. Anche se devo ammettere che questo ci andava giù pesante, al primo impatto mi sono trovato steso dall’altra parte della stanza. In sequenza ho registrato: labbro rotto, mascella dolente, un paio di ganci nello stomaco, numerose tirate di capelli e i pomelli della cassettiera intarsiati nella schiena. Al primo calcio nelle palle ho smesso di registrare e ho vomitato sul pavimento supplicando.

Lo so, non è una bella scena, me ne rendo conto. Non sarebbe stato neanche troppo male se la cosa si fosse risolta così, il problema è che il cornuto era anche il tipo da “siccome sei fortunato e per me un culo vale l’altro, adesso paghi in natura quello che mi hai tolto altrimenti passo le prossime ore a sterilizzarti a calci.”

Cazzo di fortuna.

In un attimo mi sono trovato in ginocchio con la patta dei suoi calzoni davanti agli occhi.

– Ora lo tiri fuori con tutti gli onori e ci fai esattamente quello che la mia signora ha dovuto fare a te. E ti consiglio di stare attento ai denti se non vuoi aver bisogno di frullare tutti i pasti per il resto della tua vita.-

Mettiamo una cosa in chiaro, non ho mai stuprato nessuno. Non è che la signora in questione avesse “dovuto” farmi un pompino, diciamo piuttosto che ci si è buttata sopra come una bimba golosa su un cono gelato, ma non credo che al marito sarebbe interessata la mia versione.

Ero perso nelle mie considerazioni quando un sonoro manrovescio mi ha girato la faccia e fatto fischiare le orecchie. Cazzo, quell’uomo aveva le mani come due badili. La gente non dovrebbe poter circolare liberamente con mani così.

– Ne vuoi uno dall’altra parte o cominci a darti da fare?-

Nossignore, mi do da fare eccome!

Non fate quella faccia, sono uno che si tromba le donne degli altri, mi sembra assodato che non sia necessario avere un estremo senso dell’onore per farlo. Io in ogni caso non sono mai stato traboccante di orgoglio e coraggio e nella mia posizione non mi sembrava ci fosse tutta questa scelta. Tra l’altro stavo lambiccandomi il cervello per tentare di arginare i danni, pensavo che se avessi fatto bene il mio servizio forse lui avrebbe desistito dal fare il culo a me. Valeva la pena di tentare.

Gli ho slacciato i pantaloni cercando di toccagli il pacco il meno possibile, un pudore abbastanza cretino se consideriamo quello che mi apprestavo a fare. Ho afferrato l’elastico delle mutande e le ho abbassate per metterlo allo scoperto.

Oh porca…, ma allora lassù qualcuno mi odia!

Capisco perchè la brunetta mi è saltata addosso, non era carenza di sesso, per una volta voleva scopare senza sentirsi infilzata su un palo. Questo a riposo è già più grosso del mio in tiro e io, non per vantarmi, ho un attrezzo di tutto rispetto.

– Devi prenderlo in bocca, non impararlo a memoria.-

Sì, vabbè, un minimo di comprensione. Infondo sto salutando la mia verginità orale!

Ho preso un bel respiro e ho accostato la bocca a quel filetto di manzo che gli pendeva dall’inguine. Ne sentivo già il calore sulle labbra.

Oddio, ma sto per farlo davvero?!

Un’occhiata verso l’alto alla sua faccia incazzata.

Sì, non c’è dubbio, sto per farlo se voglio portare a casa gli organi interni nella stessa sede in cui la natura li ha messi. Così parto d’impegno.

Dopo i primi timorosi colpi di lingua il volume dell’amico era decisamente aumentato, svettava duro e teso proprio davanti al mio naso. Mi impegnavo, ci giravo attorno insalivandolo per bene, stuzzicavo i bordi della grossa cappella, titillavo il filetto come un suonatore d’arpa. Ogni tanto percorrevo tutta la lunghezza leccando con perizia. Per essere la prima volta che lo facevo ero abbastanza fiero di me, mi stavo comportando bene. Voglio dire, a me sarebbe piaciuto. Se fossi stato dall’altra parte certo, data la mia posizione invece non lo trovavo affatto divertente, ma mi sono fatto forza.

Ho cercato di fare mente locale, nonostante la situazione ansiogena, su quello che sua moglie aveva fatto a me. Alla fine ne andava della mia salute, quindi. Ricordavo che la brunetta, che ora stava seduta in un angolo della stanza, nienteaffatto turbata da quello che mi faceva il suo uomo, era scesa a stuzzicarmi i testicoli. Tentavo di riproporre la stessa azione su quelle specie di palle da tennis che possedeva il marito, la situazione era decisamente più complicata data la mia inesperienza e il differente volume, ma sembrava non dispiacere al mio aguzzino. Valeva la pena proseguire, magari lo mettevo abbastanza di buon umore da graziarmi.

See, magari. A volte sono decisamente ingenuo.

– Ok dolcezza, ci hai fatto amicizia. Adesso apri la bocca e fai le cose seriamente.-

Seriamente? Perchè, fino ad ora credeva scherzassi?!

Gli è bastato incrociare il mio sguardo e aggrottare le sopracciglia per convincermi ad accantonare qualunque obbiezione e spalancare la bocca. Potenza della mimica facciale!

Mi aveva detto di stare attento ai denti, ma come diavolo facevo a non fargli sentire i denti? Non ci stava neppure tutto in bocca! Cercavo di allargare le fauci come un pitone mentre mi spingeva in gola il suo palo di carne, ma passata la punta ero già pieno e prossimo all’apnea. Naturalmente il mio aguzzino è venuto in mio soccorso afferrandomi la testa e spingendo forte fino in gola. Andava avanti e indietro scopandomi la bocca mentre gli occhi mi si appannavano di lacrime, le mascelle mi facevano sempre più male e venivo scosso dai conati ogni volta che affondava il colpo.

Sinceramente anch’io adesso ero del parere che sua moglie fosse una santa donna, se sopravviveva a questa tortura tutte le volte era in grado di fare miracoli.

Ogni tanto si fermava intimandomi di succhiare. Impossibile con i muscoli tesi all’inverosimile per cercare di contenerlo, allora ha cominciato a muoversi più velocemente, dopo qualche minuto mi ha afferrato più saldamente ed è venuto. Sembrava non finisse più.

Non riuscivo più a respirare, cercavo di tirare indietro la testa ma lui mi teneva inchiodato lì, i miei capelli saldi nella sua mano e il suo attrezzo piantato nella mia bocca. Ho finito per ingoiare quel mezzo litro di roba che mi aveva schizzato in gola. Se mi avesse mollato a quel punto avrei dato di stomaco per la seconda volta ma, ovviamente, la carogna non l’ha fatto. E’ rimasto fermo dov’era e l’idea di annegare nel mio vomito mi ha impedito di dare libero sfogo all’istinto.

Uscito dalla mia bocca mi ha dato due buffetti di approvazione sulla guancia continuando a tenermi per la chioma.

– E bravo il nostro bocchinaro. Hai talento sai?-

Problema, era venuto ma non era soddisfatto. Davanti alla mia faccia svettava bagnato e mostruoso il suo uccello ancora di marmo.

Ricordatemi di prendere informazioni sul marito la prossima volta che medito di scoparmi una signora.

– Adesso vediamo se il tuo talento passa anche dal didietro.-

 

 

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