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Racconti Gay

L’importanza di fare sport

By 15 Marzo 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero andato a giocare una partita al circolo tennis che frequento, non avevo appuntamento con nessuno, ero semplicemente andato la nella speranza di trovare qualcuno che volesse fare una partita con me ed ho incontrato Marco, lo conoscevo poco, ci avevo parlato poche volte in presenza di altri amici e le nostre conversazioni non erano mai andate oltre un cordiale saluto e qualche battuta in gruppo.
Mi invita a giocare, entriamo in campo e quando abbiamo finito dal circolo sono andati via tutti, &egrave rimasto solo il custode che ci offre di lasciarci le chiavi a patto che gliele riportiamo dopo che avremo finito di farci la doccia, Marco infatti abita vicino a lui.
Andiamo negli spogliatoi e ci spogliamo per fare la doccia, io con la scusa che vado in bicicletta ho le gambe depilate e con quella scusa, essendo che senza far troppa pubblicità con le persone che frequento normalmente ho il mio giro di maschi che mi scopano ogni tanto, arrivo sempre fin su e mi depilo anche le natiche e il pube.
Noto che Marco mi guarda con un certo interesse e spero di non sbagliarmi, perché se sarà così nella doccia farò di tutto per provocarlo.
E’ un bell’uomo, spalle larghe, petto villoso, gambe da calciatore e vedendolo nudo pronto per andare in doccia devo dire che ha anche un cazzo che fa venir voglia.
Le docce del nostro circolo non sono separate, sono un unica stanza con più getti, tutta piastrellata, dove ogni uno può vedere l’altro.
Io mi insapono e indugio sul culo, voltato di spalle per mostrarmi a Marco e provare a provocarlo un po’, lui guarda, si capisce che la cosa gli interessa ma non sa se provarci, noto che il suo cazzo sta aumentando di consistenza e allora decido di rincarare la dose. Ogni scusa &egrave buona per piegarmi in avanti e mostrargli tutto, più lo faccio e più noto che gli viene duro, a un certo punto con tono scherzoso gli chiedo cosa sia successo, indicando la sua meravigliosa erezione.
‘Non saprei’ risponde lui, ‘a volte si alza per niente’.
‘Beh, starò attento a non far cadere la saponetta come nei più comuni stereotipi da film’ rispondo ridendo.
‘Potrei non rispondere più di me’ risponde lui.
E’ fatta! Mi avvicino lasciando il mio getto scrosciare senza nessuno sotto, allungo una mano e gli accarezzo il cazzo, ‘cosa fai?’ mi chiede lui con aria imbarazzata.
‘Quello che in realtà speri che faccia’ gli rispondo.
Mi metto in ginocchio davanti a lui in piedi e comincio a succhiarglielo, lui all’inizio sembra impacciato e lascia fare a me, ma poi si sblocca, mi afferra la testa e me la scopa spingendomi il cazzo fino in gola e provocandomi i conati di vomito.
Poi mi lascia, io prendo fiato facendo riposare la bocca e tenendoglielo su menandolo con una mano, mentre con l’altra gli accarezzo le palle.
‘Sai &egrave da quando ti sei spogliato che ti guardo il culo’ mi dice.
‘Lo vuoi provare?’ rispondo io.
‘Finiamo la doccia, portiamo le chiavi al custode poi andiamo a casa mia’ mi dice lui.
‘E perché non qua?’ ribatto.
‘Voglio fare le cose per bene’ mi risponde.
Accetto ma gli chiedo di lavarmi la schiena, lui accetta sapendo che non &egrave sulla schiena che voglio che si concentri, e infatti dopo pochi secondi mi spinge contro le piastrelle, lui &egrave dietro di me e preme col suo corpo contro il mio, impedendomi di divincolarmi, e in un orecchio mi dice: ‘lo sapremo solo noi, vero?’
‘Sarà il nostro segreto’ rispondo io.
A quel punto lui infila una mano fra le mie natiche, incontra il buco insaponato e inizia a frugarci attorno poi dentro, io gemo di piacere e anche un po’ di dolore visto che non &egrave molto delicato e con quelle manone ci va giù pesante.
Mi parla nell’orecchio e mi chiede se sono la sua troia, rispondo di si e lui con le mani va giù più pesante, a quel punto mentre lui mi bacia sul collo e mi tiene premuto contro le piastrelle gli dico sotto voce: ‘inculami, ti prego!’.
Non se lo fa dire due volte, guida la sua cappella contro il mio buco già allargato dal lavoro della sua mano e con un colpo secco mi spinge dentro tutta l’asta, io inarco indietro la schiena per fargli capire che lo voglio, lui mi afferra per i fianchi e ad ogni colpo nel culo che mi da con tutta la forza che ha si aiuta con le mani, tirandomi verso di se.
Di colpo sfila il cazzo, spero non sia perché sta già venendo perché io non ne ho ancora avuto abbastanza, invece mi butta per terra, sul pavimento della doccia, a pancia in giù, mi sale sopra e mi impala di nuovo senza troppi complimenti.
Mentre &egrave li sopra di me che mi fotte a tutta forza mi chiede se posso fingere di non volere, io accetto perché questo genere di giochi mi piace molto, quindi comincio a implorarlo di lasciarmi andare e ad offrirgli un pompino con ingoio in cambio del mio povero culo.
Mi risponde che non se ne fa niente, che potrò dimenarmi, scalciare, urlare, ma lui resterà dentro di me finché non avrà finito.
Iniziamo così la danza dello stupro, io non voglio e lui continua, più gli chiedo di smettere più si eccita finché sento che sta per venire.
Non dentro! Esclamo, e questa volta non voglio davvero, lo conosco appena.
Lui sfila il cazzo e sono già pronto a prendermi la sua sborrata in bocca o sulla schiena, invece mi afferra di nuovo e mi mette a pecora, poi mi afferra i polsi e mi fa appoggiare le mani sulle mie natiche, ordinandomi di tenerle aperte e mostrargli il buco.
Io sono appoggiato con la faccia sul pavimento e il culo per aria divaricato da me stesso per compiacerlo, convinto che voglia segarsi mentre lo guarda e venirci sopra. Invece con un colpo secco me lo reinfila dentro e ricomincia a fottermi violentemente.
Ad ogni uno dei suoi colpi sembra che il cazzo mi debba uscire dalla bocca, gemo come una puttanella mentre lui si dimena dentro di me poi a un certo punto il ritmo dei colpi cambia, rallenta, e mi rendo conto che sta per venire.
Gli urlo ancora: ‘non dentro! Non dentro!’ ma lui non sente ragioni, altri due o tre colpi e inizia a svuotare le sue enormi palle dentro di me, mi riempie della sua sborra calda poi il cazzo gli si affloscia e il mio culo lo sputa fuori.
Mi chiede di inginocchiarmi sul pavimento e di lasciar uscire dal mio culo quello che mi ha appena svuotato dentro, obbedisco senza fare troppe storie e lascio andare sulle piastrelle tutto il brodo con cui lui mi ha riempito il culo.
Mi rialzo in piedi e lui mi riafferra da dietro, mi mette due dita nel culo e con l’altra mano mi afferra il cazzo, menandomelo finché non mi fa venire.
Nessuno dei due commenta l’accaduto, finiamo di fare la doccia, ci vestiamo e fuori dal circolo tennis ci salutiamo.
Prima di uscire ho messo un biglietto con scritto ‘ancora!’ e il mio numero di telefono nel suo borsone, speriamo che lo trovi e mi chiami presto.

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