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Racconti Gay

L’inizio di un viaggio

By 1 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Per quanto, cerco ancora oggi di cancellarlo dai miei pensieri, il ricordo della mia esperienze giovanili ancora oggi mi tormenta. Spesso in qualche momento di solitudine e motivo di masturbazione. Anche se faccio finta di niente, spesso vorrei rivivere quei momenti, non solo nella mia mente. Come quasi sempre, le cose iniziano per gioco poi seguono una loro strada e non &egrave mai quello che ti aspetti.

Quell’estate, io ed il mio vicino di casa Roberto passavamo un sacco di tempo a far niente. Quasi sempre la noia ci assaliva. C’era davvero ben poco da fare, amici e amiche erano chissà dove in vacanza, mentre noi ci crogiolavamo nella noia e nell’afa.
Roberto era più grande di me, non solo di età, ma anche di stazza fisica. Insieme eravamo davvero un duo piuttosto curioso. Io gracilino e bassino, lui alto e muscoloso. Successe che un pomeriggio particolarmente palloso gli uscì quest’idea: ‘Ti va se andiamo da me a vedere un film porno?’. La risposta fu immediatamente affermativa. Non avevo mai visto un film porno in vita mia la cosa mi emozionava, avevo avuto la possibilità di vedere qualche giornaletto preso in prestito da mio padre ma film mai. Così finimmo sul divano di casa sua a vedere questo film. Il susseguirsi delle scene e delle posizioni mi eccitava da morire, così trovai una benedizione quando Roberto si mise a segarsi platealmente sul divano, lo segui a ruota e dopo poco mi lasciai andare ad una liberatoria sborrata.

Ripetemmo l’esperienza per un paio di giorni. Poi come quasi sempre accade anche quella novità divenne noiosa, guardavamo il film senza tanto interesse. Fu in quel momento che scattò qualcosa nel mio amico, mi sono sempre chiesto se fosse premeditato o spontaneo, purtroppo non &egrave mai stato argomento di conversazione e la lontananza mi ha lasciato senza risposte.
Ero seduto sul divano intento a masturbarmi e lui così improvvisamente mi dice: ‘dai fammela tu una sega’. Io lo guardo titubante, ero sorpreso dalla richiesta, forse anche scandalizzato. ‘Mica c’&egrave niente di male’ insiste lui. Io sono paralizzato davvero non so che dire o fare. Lo guardo mentre si cala i pantaloni e le mutande. Mi prende una mano, e se la porta sul cazzo. ‘Dai no, mica siamo froci’ protesto io. Lui stringe la mia mano sul suo cazzo e inizia a muoverla su e giù piano. ‘Ma che dici, mi stai solo facendo una sega’ mi dice lui sorridendo. Il suo cazzo comincia ad indurirsi sempre più, ed io continuo a segarlo guardandolo crescere. Mi sento rapito da una marea di sensazioni contrastanti: ad avere la meglio e una parte di me eccitata a dismisura dall’idea di dare piacere.

Comincio così a segarlo con convinzione, gli scappello il membro e gli accarezzo la cappella con le dita. Lo sento gemere. Guardo il mio amico rapito da quel gesto, vedo nei suoi occhi una brama e una passione che non avevo mai percepito. Continuo a masturbarlo fino a quando non viene con un getto che mi centra il braccio e una coscia.

Mi alzo di scatto e vado in bagno, sono turbato e provo una incredibile vergogna. Mi vergogno più di tutto perché quell’esperienza mi ha sconvolto, mi &egrave piaciuta. Apro l’acqua del lavandino, la lascio scrosciare un po’ solo che prima di lavarmi mi vengono in mente le scene dei film che avevo visto. Non so perché ma curiosamente allungo la lingua sulla colata di sperma sul mio braccio e la lecco. Il sapore mi permane sulle labbra mentre allungo la mia mano e inizio a segarmi anche io fino a venire. Mi ripulisco, esco dal bagno e me ne vado a casa senza dire una parola. La vergogna mi sta lacerando il cuore.

Il giorno dopo il mio amico non si fa vedere tutta la mattina, il che fa crescere in me sempre più il pentimento per quello che era successo. Vorrei andare da lui ma non mi oso. Resto così tutta la mattinata a crogiolarmi nei miei pensieri.

Verso le due del pomeriggio suonano alla porta, guardo dallo spioncino e Roberto con una videocassetta in mano. ‘Dai vieni da me a guardarla?’ mi dice sorridendo. ‘Non so se &egrave il caso’ faccio eco io un po’ rabbuiato. Lui si avvicina a me: ‘Dai non farti pregare’ dice allegramente. Decido di seguirlo in subbuglio con me stesso.

Roberto però ancora una volta riesce a sorprendermi e sconvolgermi in pochi attimi. Appena chiusa la porta di casa sua si cala la zip dei jeans e tira fuori il cazzo durissimo, se lo scappella lentamente davanti a me e guardandomi mi dice ‘Preferisci ripassare come si fa un pompino o me lo succhi senza film?’

Lo guardo come se mi avesse tirato uno schiaffo. Lui sorride mentre il suo sguardo si fa imperativo, duro ‘Dai vieni a succhiarmi il cazzo’. Io sono di preda al panico. Il cuore mi batte forte. Faccio un passo verso di lui. Roberto mi viene vicino e mi porta con le spalle alla porta, mi sento in trappola, si china e mi bacia in bocca. Ogni resistenza mentale crolla, mi lascio trasportare dal suo impeto. La mia mano gli afferra il cazzo. ‘Ti va di essere la mia puttanella?’ mi sussurra in modo rude. Io ansimo e gli dico ‘Si’ quel si liberatorio che mette pace a tutta la mia mente che mi provoca un erezione strepitosa, mentre lui mi sfila la maglietta e mi lecca i capezzoli.

Sono completamente in sua balia. Mi bacia lungo la pancia, mi sfila i pantaloni e le mutande senza tanti complimenti. Inizia a leccarmi il cazzo, io lo lascio fare sospirando. Si tira su di scatto e mi bacia in bocca nuovamente. ‘Ti piace il sapore del tuo cazzo?’ mi dice con un sorrisetto crudele. Non rispondo lo guardo con aria persa e vogliosa. Mi caccia il suo dito indice in bocca, comincia a muoverlo nella mia bocca. ‘Succhia troietta, avanti’. Io lascio che la mia saliva ricopra il suo dito mentre scivola furiosamente tra le mie labbra.

Mi spinge in basso. Mi trovo proprio davanti al suo cazzo. Mi allungo e inizio a leccargli la cappella. Cerco di capire tramite i suoi gemiti dove e più sensibile e insisto in quei punti con la lingua.
‘Lo sapevo che eri una troia’ esclama ansimando. Mi sbatte il cazzo senza gentilezza in bocca. Provo a succhiarlo meglio che posso. Lo faccio scorrere tra le labbra tenendomi alle sue ginocchia. Un piccolo movimento con la lingua mi prova come un conato di vomito mi scanso. ‘Imparerai tranquillo’ dice ridendo. Mi afferra la testa e mi rimette il cazzo in bocca. Inizia a muoversi dentro la mia bocca con impeto. Faccio fatica a contenere la sua irruenza. Il suo cazzo in bocca diventa caldo e sempre più duro.

Mi abbandono e inizio a masturbarmi senza ritegno. ‘Ti piace essere una troia ammettilo’ mi dice sfilando il cazzo dalla mia bocca. ‘Avanti dillo’ mi incalza.
‘Sono una puttana e voglio il tuo cazzo’ gli rispondo senza smettere di masturbarmi. Sento il cuore che mi batte nelle orecchie, avrei voglia di urlare dalla carica che provo in quel momento. Mi appoggia il cazzo sul viso, comincio a leccarglielo scendo sulle sue palle e gliele lecco seguendo il mio istinto.

Lo sento grugnire di piacere. ‘Troia sei una troia’ grida prendendosi il cazzo in mano e masturbandosi davanti alla mia faccia, mi appoggia la cappella sulle labbra e gemendo mi riempie del suo seme le labbra e parte del viso. Anche io vengo copiosamente il mi schizzo da solo sulle gambe.

‘Ti piace sentirti così?’ mi dice inginocchiandosi davanti a me. Annuisco pulendo il suo seme sulle mie labbra con la lingua.

‘Domani sarai ancora più troia per me’ non era una domanda ma un affermazione, ed io non risposi ero troppo intento a godere di quei piaceri che mi avevano tanto sconvolto. Dentro di me pulsava solo la brama e la gioia di essere uno strumento di piacere. Anche la vergogna in quel momento si era ritirata.

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