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Racconti Gay

Lo spogliarellista

By 4 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Tornavo a casa dopo una serata con i miei amici. Avevamo preparato una festa per un nostro amico che festeggiava il suo compleanno e invitato un paio di spogliarellisti che avevano rallegrato la serata. Il mio bottino personale era rappresentato dal perizoma di uno dei due che, una volta nudo, mi aveva fissato con gli occhi languidi e mi aveva lanciato il capo intimo. Da parte mia, ero troppo ubriaco per intraprendere qualsiasi contatto con quel ragazzo.
Arrivato a casa, mi buttai direttamente nel letto senza neanche spogliarmi. Ero letteralmente distrutto.
Il giorno dopo mi svegliai a pomeriggio inoltrato. Mentre andavo in cucina a preparami un caffé, notai che la spia della segreteria telefonica lampeggiava. Schiacciai il pulsante e iniziai ad ascoltare i messaggi mentre preparavo il caff&egrave.
I primi tre erano dei miei amici, che chiedevano di me per un’altra festa che si sarebbe tenuta il sabato successivo. Mentalmente presi nota del messaggio e passai al successivo. Riconobbi immediatamente la sua voce’lo spogliarellista!!!
‘Ciao’ti ricordi di me? Sono lo spogliarellista. Quello del perizoma.’ specificò ‘Il tuo numero me l’ha dato Andrea. Se vuoi possiamo incontrarci uno di questi giorni. Ti do il mio numero.’
Mi precipitai a prendere un foglio ed una penna e trascrissi il numero, poi cancellai i messaggi e mi ripromisi di richiamarlo quella sera.

Tornato dallo shopping, trovai un altro messaggio lasciato dal ragazzo.
‘Ehm’ciao. Come va? Volevo chiederti’ti va un film stasera? Ci sono un paio di cinema molto belli. Il mio numero ce l’hai. Chiamami se ti va.’
Controllai l’orologio e calcolai che avevo un paio d’ore prima dell’inizio degli spettacoli. Lasciai le buste sul tavolino di vetro del soggiorno, presi il cordless e digitai il numero mentre entravo in bagno.
Mi rispose al terzo squillo.
‘Ciao. Vedo che hai ascoltato i mie messaggi.’
‘Certo.’
‘Allora, ti va di andare al cinema stasera?’
‘Mah’avevo pensato ad una cenetta”
‘Ok. Allora alle nove a casa mia.’ mi diede l’indirizzo.
‘Alle nove, allora. Ciao.’
Mi sentivo come un ragazzino al primo appuntamento. Ero entusiasta, non vedevo l’ora di incontrarlo. Allo stesso tempo, però, non volevo sbagliare, rovinare tutto per una cazzata.
Indossai l’abito più elegante che avevo e mi feci più bello che potevo. Un’ora e mezza dopo essere entrato in bagno mi guardai allo specchio: ero uno splendore. Guardai l’orologio e calcolai di avere ancora dieci minuti di margine prima di essere in ritardo. Presi una bottiglia di vino dalla cantina e mi avviai. Decisi di non prendere l’auto: casa sua era a soli quindici minuti da casa mia.

‘Allora, Marco’ mi chiese mentre versava un po’ di vino nel mio bicchiere ‘adesso tocca a te raccontarti.’
Avevo scoperto che si chiamava Luca, che abitava da solo in un appartamento ereditato da un suo zio e, beh, il suo lavoro lo conoscevo già, no?
Raccontai i passi salienti della mia vita, da quando avevo scoperto di essere gay, a diciannove anni, fino alla festa della sera precedente.
Terminata la cena, andammo in salotto portandoci dietro i bicchieri con il vino. Luca mise nel lettore cd un cd dei Queen. Riconobbi immediatamente il brano. ‘Body Language.’ Piuttosto adatto alla serata, visto che per tutta la cena gli avevo fatto il piedino sotto il tavolo.
Mentre gli spiegavo che i Queen erano i miei preferiti, lui si voltò verso di me, mi tolse il bicchiere e iniziò a baciarmi sul collo. Non aspettavo altro. Gli alzai il volto e iniziammo a baciarci appassionatamente. Feci scivolare una mano fino al rigonfiamento dei suoi pantaloni, che subito si accentuò. Capimmo immediatamente i nostri ruoli e ci comportammo di conseguenza. Gli abbassai i pantaloni e presi il suo cazzo in bocca. Iniziai a succhiarlo e a leccarlo come non avevo mai fatto in vita mia. Ogni volta che tornavo su con la testa il suo cazzo si gonfiava sempre di più. Alzai lo sguardo e vidi dipinta sul suo volto un’espressione di estremo piacere. Ad un certo punto mi fece alzare, mi tolse il perizoma e mi mise a pecora. Indossò un preservativo e sentì il suo cazzo riempirmi il culo. Godetti come non mai, ad ogni colpo sempre più, fino a raggiungere l’orgasmo, insieme, come due orologi che, sincronizzati, alla stessa ora danno la sveglia.
Mi distesi sul divano e lui si accoccolò accanto a me. Lo abbracciai e ci baciammo, fino a raggiungere una nuova erezione.
Questa volta durò di più, ed aumentò anche il piacere. Dei gemiti mi uscivano dalle labbra ad ogni suo colpo. Venimmo insieme ancora una volta e ci stendemmo ancora sul divano, questa volta addormentandoci.

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