Skip to main content
Racconti Gay

MANTOVA

By 26 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Vi parlo di quattro anni fa. Allora per lavoro mi recavo a Mantova almeno una o due volte al mese, per stare lì anche tre quattro giorni di fila.
Dovete sapere che nel piazzale antistante Palazzo Te, accanto allo stadio, la sera c’era movimento… (ora non lo so, è un pezzo che non ci vado). 
La sera, quando avevo voglia di avventura, ci andavo. 
Bastava stare in auto, avere un po’ di pazienza nello scegliere – o farsi scegliere – e il divertimento arrivava.
Una volta fui rimorchiato da un agente di commercio di mezza età, ce ne andammo nella sua auto in un vicoletto, e lì lui prese il suo piacere… solo che la tirava in lungo, gli piaceva andarci piano, mille carezze, baci dappertutto, e anche quando mi mise il cazzo in bocca (io stavo sotto e lui mi scopava la bocca) stette a lungo a pomparmi fino in gola, ogni affondo scendeva lento e profondo, poi si faceva leccare solo la punta – non voleva che usassi le mani – e quando venne fu abbondante e caldo, il suo sperma colò sul mio petto senza zampillare, e alla fine lui mi abbracciò, il suo corpo sul mio, baciandomi a lungo. Molto dolce, in effetti, ma a me con i maschi piacciono le cose un po’ più “selvatiche”.
Un’altra volta andai con un tipo corpulento, anche lui mi mise sotto, nudo, e mentre lo succhiavo, ogni tanto lui mi interrompeva, avvicinava il suo viso al mio e mi sputava un’abbondante getto di saliva sulla bocca e sul viso. La prima volta che lo fece mi disgustò, feci le mie rimostranze ma lui mi afferrò per la gola e mi disse ” a me piace così… chiaro?” Che dovevo fare? Ero nudo, in una macchina non mia e lontano dalla mia auto, lui era decisamente più forte di me… “va bene” gli dissi ” solo non farmi male…” “succhiamelo” mi disse, e io ricominciai a dedicarmi al suo coso.
Ogni tanto il rituale dello sputo si ripeteva, e dopo un altro paio di getti di saliva la situazione iniziò ad eccitarmi, ora glielo chiedevo io, e lui, ghignando di gusto, me lo faceva. Il suo orgasmo arrivò con forza, mi eiaculò sulla pancia, poi mi disse di rivestirmi e mi riportò allo stadio, alla mia auto.
Un’altra volta me ne feci due insieme, sdraiato sul sedile accanto a quello di guida: si erano avvicinati a piedi due uomini, dall’accento dovevano essere del luogo e dovevano sapere cosa c’era da prendere lì. Per me vederli e desiderare di darmi a loro fu tutt’uno, così uscii dalla mia auto e davanti a loro, che distavano da me non più di venti metri, mi spogliai rapidamente. nella situazione c’era del rischio, avrebbero potuto essere poliziotti in borghese, ma il bello era proprio in questo.Loro si avvicinarono, e mi trovarono nudo sul sedile di destra, il cazzo in tiro. In un attimo i loro uccelli erano sfoderati dalle patte e filavano nella mia bocca, li succhiavo a turno, a volte li mettevo tra le labbra insieme, loro mi accarezzavano dappertutto, me lo menavano tanto che me ne venni (bagnai la mano a uno di loro, che se la ripulì sul mio petto), ma continuai nella mia opera e alla fine anche per loro arrivò l’orgasmo, e due getti di sperma mi chiazzarono il torace.
Ma l’incontro più eccitante lo ebbi con un tipo che mi portò a casa sua. Faceva il pittore, stava in una casa bellissima, una grande cascina fuori Mantova. Era piena dei suoi quadri, mi piacevano i suoi disegni. Arrivammo a casa sua e stemmo un po’ a parlare di tante cose, non cercò subito il sesso, e siccome mi aveva rimorchiato che erano appena le otto e mezzo di sera, di lì a poco mi chiese di avere pazienza perchè attendeva un potenziale compratore. il quale arrivò verso le nove e mezzo; lui mi chiese di aspettarlo in un salottino in mansarda, un ambiente molto affascinante, e gli fece fare il giro della villa, mostrandogli le sue opere, sentivo che parlavano di prezzi, e la tiravano per le lunghe… io non ne potevo più, avevo voglia di sesso e quelli non la finivano. Allora, in preda alle scalmane, mi spogliai nudo e mi adagiai su un divanetto a leggere una rivista, pensando: “cazzi suoi, se lo porta quassù mi trovano così, e poi vediamo che succede…”.
Alla fine sentii che si accordavano e il visitatore finalmente si toglieva di torno. Mi si rizzò il cazzo all’istante sentendolo salire le scale. Sarà stato l’ambiente lussuoso e raffinato, sarà stata la mia voglia di cazzo, sarà stato l’indubitabile fascino della persona, fatto sta che quando lui arrivò nel salottino e mi vide tutto nudo sul divano, non fece in tempo a dire niente che io lo chiamai a me ” vieni qui, voglio farti godere…”. lui mi si fece dappresso, io ora ero seduto sul divanetto, tanto che così il suo inguine era all’altezza del mio viso… gli aprii la cerniera dei pantaloni, estrassi il cazzo, già duro, e lo accolsi nella mia bocca. Me lo lavorai a lungo, senza farlo uscire mai dalla bocca, lui era in estasi, mi teneva una mano sulla testa e con l’altra mi accarezzava le spalle e le braccia.
Lingua, labbra, gola, misi tutto me stesso nel dare piacere a quell’uomo magnetico. Sentivo che il suo piacere si avvicinava, mi interruppi un attimo per dirgli ” pensa solo a te, lasciati andare, mi hai fatto perdere la testa e voglio essere tutto tuo…” e ripresi la mia opera. Come mi piaceva succhiare quell’uomo, quel membro duro e pulito, non particolarmente grande che però rispondeva con sussulti e tremiti ai miei giochi orali. Sentii il suo orgasmo arrivare un attimo prima del suo primo zampillo, chiusi gli occhi, spinsi il cazzo in fondo alla gola e lo lasciai venire così, ingoiando il suo seme man mano che lui lo scaricava. Mi fece quattro spruzzi in gola, poi il cazzo si ammosciò continuando a colare un po’ di sperma… io con la lingua glielo ripulii con cura, gustando il sapore dolce di quel latte di maschio… fu un’esperienza bellissima, e proprio per quello, per non sciupare la magia dell’incontro, quando mi chiese di riincontrarlo gli dissi di no e che se fosse successo sarebbe stato solo per opera del caso.
Non è più successo…

Leave a Reply