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Racconti Gay

Mio cugino Andrea

By 25 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Io avevo 18 anni appena compiuti lui Andrea 22, era il mio preferito tra i cugini, avevo con lui un feeling particolare, con gli altri non ero legato come con lui.
Era l’unico cugino con cui trascorrevo i weekend a casa sua, dormendo nel lettone matrimoniale, che sotto sua insistenza, la zia ci cedeva volentieri.
Passavamo lunghe giornate a casa di mia zia a giocare a calcio in atrio o con i soldatini Atlantic o ancora lottando interi pomeriggi sul letto rincorrendoci tutto il giorno.
Durante quelle lunghe sessioni di lotta grecoromana, lotta mai violenta ma giocata sulle posizioni e sulle prese, che faceva avvicinare i nostri corpi giovani, sudati e pieni di pulsioni sessuali mai espresse, ci venne l’idea di un nuovo gioco, quello di moglie e marito.
Dopo lunghe discussioni sulle regole da adottare, concludemmo che avremmo alternato i ruoli. Inizialmente mi andò bene, ma più che andavamo avanti, più mi accorsi che lui preferiva fare il marito, cosa che non mi dispiacque.
Il nostro gioco a differenza di quello delle femmine si svolgeva solamente a letto e consisteva nel coccolarci e nel fare l’amore, parola che per me non significava niente in quel momento, preso com’ero a giocare.
Andrea mi disse di distendermi a letto senza il pigiama ma solo con la biancheria; dopo un pò arrivò anche lui a torso nudo con solo gli slip, da dove spuntava una leggera peluria e incominciò dal basso a baciarmi e leccarmi, dai piedi alle gambe poi sempre più su, cosa che mi fece provare dei brividi mai provati e sentire parecchio strano e accaldato. Quando si distese su di me e arrivò ai miei capezzoli e iniziò a succhiarli e a morderli dapprima con dolcezza poi sempre più con foga, iniziai a sentire una strana inquietudine in me e mi agitai; avvertì che una parte di me stava crescendo..
Turbato da tutto questo, da quel qualcosa di duro che c’era tra me e lui, qualcosa che premeva su di me, aumentava l’eccitazione e la sudorazione.
Quando salì ancora più su inizio a mordicchiarmi le orecchie e a succhiarmele, mi fece impazzire e iniziai a baciargli il collo e a leccarlo, allora lui si girò e guardandomi negli occhi mi disse “adesso fai come faccio io, usa la lingua” e cominciò a baciarmi prima lentamente le labbra e poi insinuando la sua lingua morbida e calda nella mia bocca. cominciò a baciarmi sempre più intensamente, cosa che all’inizio mi lasciò attonito ma che lentamente mi sbloccò del tutto e cominciai a ricambiarlo provocandomi una fortissima eccitazione che mi fece perdere completamente la testa.
Lo rigirai sul letto mettendolo disteso a pancia sopra e dopo parecchi baci, iniziai dapprima a leccarlo sul collo e sulle orecchie, cosa che gli piacque molto, perché lo sentì ancora di più irrigidirsi sotto di me e gemere di piacere.
Poi passai ai suoi splendidi capezzoli rosa, turgidi di voglia che mordicchiai dolcemente, al suo torace forte e senza peli che accarezzai lentamente e senza fretta e quando passai sulla pancia girando la testa vidi un forte rigonfiamento nei suoi slip.
In vita mia non avevo mai visto un membro se non il mio e vedere quella montagnetta dai cui fuoriuscivano i peli mi fece perdere gli ultimi limiti.
Non resistetti: con una mano iniziai ad accarezzare gli slip da sopra mentre con l’altra ci entrai dentro, tra i peli sentì qualcosa di caldo e duro che cinsi subito con la mia mano e con l’altra lo liberai dagli slip.
Era il primo cazzo che avevo in mano e la sua durezza mi eccitò terribilmente, mi attrasse talmente che anziché segarlo mi avvicinai col viso e iniziai a odorarlo come si fa con un fiore, aveva un profumo inebriante e iniziai a baciarlo facendo gemere mio cugino che disse “usa la lingua come col gelato ma non mordere”.
Le sue parole mi eccitarono più che mai e cominciai lentamente a leccarlo, aveva un sapore che amai subito, partendo dalla base arrivai alla punta e li iniziai a succhiarlo lentamente andando su e giù sempre più in basso facendolo gemere, progressivamente aumentai la velocità di succhiamento, mentre con una mano gli accarezzavo dolcemente le palle.
Ad un certo punto sentii che stava succedendo qualcosa, perché il suo pene inizio a pulsare sempre di più, fino a che la mia bocca si inondò di un liquido vischioso che mi provocò un conato di vomito e che mi fece correre in bagno sputandolo…
Sciacquatami la bocca, mi ripresi quasi subito dallo shock, e mentre pensavo il da farsi, Andrea mi busso alla porta e mi chiese come stavo.
Risposi che era tutto passato e arrivavo subito, ma in realtà mi vergognavo molto dall’essere scappato e chiedendomi cosa gli avrei detto, deglutendo, assaporai ancora quel liquido vischioso tra le mie labbra, cosa che mi rifece rizzare il cazzo.
Quel sapore dolciastro in bocca mi turbò talmente tanto che dimenticai i freni inibitori, tanto che iniziai a stuzzicarmi dapprima i capezzoli e poi l’uccello.
Tornato in camera pensai di riprendere a giocare ma mi resi conto che lui stava dormendo e sconsolato decisi di rimettermi a dormire anch’io.
Alzando le coperte però vidi il suo sederino giovane e decisi di provarci, mi tolsi gli slip, e pronunciando la frase, da noi concordata per il gioco, dissi:
‘tu hai mal di testa ma tua moglie ha ancora la fica calda, stronzo’ e gli gettai le mutande sulla faccia.Girandomi ridacchiai e aspettai una sua mossa’Invano!!
Rattristato mi decisi a dormire e stringendomi l’uccello riassaporai ancora una volta quei momenti così intimi e densi di voglia.

Ad un tratto però senti che dietro di me stava succedendo qualcosa.
Una mano calda iniziò ad accarezzarmi subito la schiena poi le spalle e poi i miei capezzoli pieni di voglia, mentre l’altra mi palpeggiava il sedere, ma quando sentii che entrambe le sue mani mi allargavano i glutei, per dilatarmi il buchino, mi volsi di scatto e gli dissi: ‘Cazzo fai, stronzo!!’
Lui tranquillo rispose: ‘Allora se non ti va, risucchiami il cazzo TROIA’ e mi spinse la testa verso i suoi fianchi, per resistere, spinsi le mie mani contro il suo bacino ma involontariamente palpai un suo membro ritto ,caldo e duro. Impazzi al pensiero che il mio corpo adolescenziale e inespresso lo eccitava tanto; un turbinio di pensieri mi affollò la mente, ma quando cedendo volontariamente, le mie labbra iniziarono a sfiorargli la cappella sentii il mio sfintere contrarsi e il mio cazzo indurirsi sempre di più.
Quello splendido uccello, duro e voglioso della mia bocca era tutto mio e voleva solo me; stringendolo tra le mani iniziai a mettermelo in bocca lentamente senza avvolgerlo nella mia gola più in fondo che potevo. Quando non ne potei più ,chiusi la bocca per avvolgerlo con le labbra, la gola, la lingua, stringendo forte contro il membro eccitato allo spasimo e sfilandolo verso l’alto.
Percepì nell’aria il suo rilassamento e il suo sospiro di lussuria, mentre gli leccavo con voglia immorale quel tronco di cazzo, mi disse: ‘Nessuno me l’ha mai ciucciato così, sei nata troia’
Le sue parole non fecero altro che infoiarmi di più. Iniziai a salire e scendere dal suo uccello turgido, prima lentamente, poi più velocemente titillandogli di tanto in tanto anche i coglioni e prendendoli in bocca completamente e dolcemente, mentre con un ditino gli stuzzicavo il buchetto del culo, lui continuava a muoversi in modo convulso sotto di me a volte gemendo di lussuria, a volte tenendo la mia testa.
Dopo qualche minuto mi tirò fuori il cazzo dalla bocca e mi disse di smettere che se no, veniva.

Senza dire niente mi misi alla pecorina e gli dissi: ‘Adesso rompimi il culo’ con tutta la lascivia che avevo in corpo.
Non so cosa mi aveva preso, il mio corpo era avvolto da brividi sconosciuti, avevo la bocca secca, il cazzo impazziva dal dolore e il mio buco di culo era tutto un fremito e avevo la voglia di allargare le gambe.
Non se lo fece dire due volte, dapprima inumidendo le dita, cominciò a stuzzicarmi lo sfintere e a spingere un ditino dentro, sempre di più, poi arrappatissimo inizio a leccarmi il buchino sempre più in fondo facendomi godere come una troia tanto che gli dissi:’ sei proprio un frocio leccaculo, che non fa quello che gli si ordina’.

Un attimo dopo mi accorsi che le sue mani mi allargavano i glutei, lentamente un palo lungo, liscio e duro mi sfondò il retto, senza violenza ma senza fermarsi. Mi sembrava che non finisse mai di entrare, ma non mi faceva male, avevo troppa voglia di farmi fottere da quel tronco di carne.
Mi aveva sverginato il culo ma stavo godendo come una puttana e cominciai ad incitarlo a sbattermi più forte , dicendogli che nè volevo anche uno in bocca.

Lui incurante continuò alla sua velocità. Dopo avermelo messo fino in fondo, iniziò a spingerlo a volte più velocemente a volte più lentamente, non m’importava. In ogni caso mugolavo di piacere dimenando i fianchi.
Mi disse: ‘ smettila di muoverti così che mi fai venire’ ma io non potevo fermarmi.
Quando sentii il suo cazzo ingrossarsi pieno di sperma, il mio retto era allo spasimo e il mio cazzo non ancora venuto gli dissi ‘ riempi di sborra la tua troia”
Alle mie parole tirò fuori il cazzo e schizzò sulla mia schiena, squassato dall’orgasmo e si stese supino al mio fianco.
Io che non ero ancora venuto mi adagiai a pancia sotto col cazzo ancora duro, ma la notte, senza tregua, ebbe la meglio su di me.
Al mio risveglio mi ritrovai sotto le coperte circondate da giocattoli nuovi e con mio cugino sorridente sulla porta’.ma questa è un’altra storia’
Non capivo come aveva fatto, non era di certo ricco ma tra quella marea di giocattoli un piccolo pacchetto chiuso m’incuriosì.
Sempre sotto il suo sguardo, lo aprì con ferocia e ci trovai delle mutandine strane, che voleva che indossassi, si chiamavano perizoma.
Alle urla di mia zia scoppiò il finimondo: Andrea aveva usato i soldi delle bollette per comprare i regali. Dovette restituire quasi tutto e per punizione rimanere a casa e non andare a sciare quel weekend. Saremmo rimasti soli da venerdì fino a domenica sera.
Intanto io ero andato in bagno ad infilarmi gli slip che, causa lo sfregamento del filamento sul mio buchino, per tutta la mattinata, m’infoiarono di brutto.

All’uscita dei miei zii, iniziai a girare per casa solo con gli slip e una maglietta, ma i miei tentativi di eccitare mio cugino furono vani.
Cominciai a pensare che fosse colpa mia, che avevo combinato qualcosa.
La fortuna mi arrise, trovai Andrea nella sua cameretta intento a scrivere e quando gli cadde una penna sotto la scrivania, la raccolsi inginocchiandomi.
Alzando gli occhi vidi spuntare dai suoi pantaloncini corti il suo membro molle, mi avvicinai silenziosamente e con mossa fulminea me lo misi in bocca.
Colto di sorpresa si arrese ed iniziò a spingere la mia testa verso il suo membro, oramai era travolto dai sensi e quando iniziai a succhiargli i coglioni gemette di piacere.
Mi piaceva ciucciargli il cazzo così liscio e caldo, odoroso di maschio, mi sentivo una troia.
Dopo una decina di minuti era partito completamente e mi disse di mettermi alla pecorina che mi avrebbe rotto il culo.
Andai sul letto a gambe larghe, iniziò a tirarmi il filetto del perizoma e disse ‘Sei una vera vacca, hai il culo già fradicio di voglia’ e m’infilò il suo uccello sodo in un colpo solo nel culo, urlai.
Incurante, cominciò a montarmi con foga bestiale, sentivo il suo manganello duro scivolarmi nel retto con facilità e incominciai a godere da matti ed inarcando la schiena, lui ne approfittò, con una mano mi prese il cazzo e cominciò a menarmelo, ci vollero pochi minuti per farmi sborrare e lui mi seguì, spossato mi accasciai .
Dopo mezz’ora venne a prendermi e mi ficco nella vasca piena d’acqua bollente, mi rilassai completamente svuotato dal primo orgasmo della mia vita che non dimenticai mai.
Il giorno dopo mi risvegliai verso le undici, Andrea non c’era, la zia era tornata e io mi sentivo abbandonato e dissoluto per quello che era successo. Prima di tornare a casa mi feci la vasca e mentre sconsolato ripensavo a quei rapporti immorali, la porta si aprì e prima che proferissi parola vidi mio cugino.
Disse che era successo un casino e che non poteva più vedermi, chiuse la porta a chiave, e disse ‘ma non potevo lasciare il mio culorotto preferito senza salutarlo’.
Tirò fuori il suo tronco di carne già duro di voglia, m’inginocchiai in vasca e allungai il collo. Il suo cazzo mi penetrò le labbra delicatamente ed inizia a pomparlo, venne rapidamente e mi disse di ingoiare tutto. Mi baciò in bocca e per suggellare il nostro segreto mi pisciò in gola. Quando andò via eccitatissimo mi ficcai nel retto un manico menandomi il cazzo, schizzai velocemente.
Non lo rividi mai più, forse i nostri genitori si accorsero di qualcosa e non ci fecero più incontrare.
Per anni quel weekend mi tormentò le notti ma passata la giovinezza e avute le prime esperienze con donne, si perse nei meandri nella mia mente.
Alcuni anni fa, con mia moglie incinta e con i mesi senza sesso per la gravidanza, lentamente questi ricordi riaffiorarono e mi spinsero a cercare in rete racconti che avrebbero risvegliato in me quei momenti.
Adesso vorrei tanto conoscere maschi desiderosi di uno schiavetto sessuale’
Scopare con un uomo non è tradire’ vero?!!?!

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