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NON ERA PREVISTO

By 12 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019One Comment

Sono a casa….. &egrave tardi….. e tu ancora non sei rientrata.
Sei uscita, come tutti i venerdi sera, con le tue amiche, ma questa sera una strana agitazione mi ha colto.
Ti ho visto prepararti con cura, indossare l’intimo più bello…. il corpetto…. le brasiliane… poi le autoreggenti, e il filo di perle…. quelle che spesso metti con me.
Quante volte mi hai fatto impazzire vestita così, solo guardarti mi commuove, ringrazio la fortuna che ha voluto che ci incontrassimo, che potessimo parlare, conoscerci, svelarci, sei un dono inaspettato, che non credevo potesse arrivarmi più.
Ma questa cura…. così meticolosa nel prepararti mi ha un po’ lasciato perplesso… strane visioni mi appaiono, le scaccio ma nel corso della serata mi tornano prepotenti. guardo il cellulare nervosamente, tentato di scriverti, ma non lo faccio, ho paura di non trovarti, di una tua non risposta…. perch&egrave?
Ma forse dovrei partire un pò più da lontano… perché ultimamente ti ho visto fiorire… &egrave nata una splendida rosa dal bocciolo che eri. Sei frizzante… lo sei sempre stata… ma qualcosa di nuovo &egrave presente. Fai l’amore con passione… ma anche avidità, sono sempre nei tuoi occhi tranne alcuni momenti…. momenti terribili… che non so spiegare… ma il tuo sguardo &egrave altrove…
Sono stato sempre cosciente della differenza di età che ci separa. .. pronto e paziente a sopportare lo sguardo degli altri su di te… non ho mai temuto di te… fino a quando? Non so dirlo con sicurezza…. forse il lavoro… forse quel telefonino al quale ti vedevo spesso incollata.. scrivevi fitto fitto… sorridevi facendolo, io ti guardavo…. rapito da quel sorriso… che nonostante fosse destinato a chissà chi… mi apparteneva
Confesso di essere stato tentato di guardare nel tuo telefono, non l’ho mai fatto… per lealtà? Per codardia? Non saprei dirlo… alcune volte vedevo che scrivevi a tuoi clienti… per chiedere appuntamenti per anticiparli. .. niente di che… ma tutto… tutto stasera mi perseguita mentre aspetto il tuo ritorno…
E poi un tarlo… Negli ultimi venerdì. .. tornavi radiosa… ancora più bella… io in attesa pregustavo i tuoi baci… le tue carezze.. il tuo corpo… ma tu.. li hai rifiutati… perché, c’era sempre un motivo diverso… rientravi. .. andavi in bagno… facevi la doccia e poi a letto… stanca… soddisfatta ti accoccolavi vicino a me…. &egrave tutta una mia immaginazione? Sei ancora mia lo so… lo spero… ma torna presto, mi manchi.
Il tempo non scorre mai… I minuti scivolano via lentamente… lasciando spazio alle mie insicurezze. So che non posso fare a meno di te… cosa farei se scoprissi. … ma cosa vado a pensare… mi perdo a pensare al tuo sorriso… al tuo profumo….. irresistibili. .. per me, e se lo fossero anche per qualche altro.. che importa, mi hai dato più volte prova di quanto queste cose ti facciano piacere ma secondarie a noi… in due anni ci siamo talmente uniti, che nulla ci può separare. Maledetto orologio. .. solo pochi minuti, ti chiamo? Che strano ma mi viene in mente un tuo messaggio che hai scritto pochi giorni fa. Posso venire senza appuntamento? Vieni quando vuoi. Lo hai scritto accanto a me, al titolare dell’Azienda . Perché mi viene alla mente ora. Adesso la chiamo e le dico… no meglio di no. Il dottorino…. così l’ha chiamato….
Preda dei miei incubi mi sono addormentato sul divano, guardo l’orologio, &egrave l’una e mezza e tu ancora non sei tornata. Ho sognato di te’ e nella mia tremenda confusione si &egrave delineata precisa una immagine, sono pazzo’. Pazzo di te. Chiusa nell’ufficio di un tuo cliente’. Ma come posso pensare che tu’. Cerco di cancellare l’immagine ma questa si riaffaccia prepotente. Ma il colpo che accuso ancora più violentemente &egrave che ti amo ancora di più, pensarti nelle braccia di un altro mi ferisce, ma allo stesso tempo mi fa vivere ancora più intensamente le tue emozioni, le condivido, sono con te, in te. Via via prendo coscienza che le mie paure sono le mie fantasie. Che stupido’.. tra poco tornerai a casa’ sorridente per la serata trascorsa con le tue amiche e tutto verrà dimenticato, sepolto.
Rassicurato ecco, ora mi sento talmente rassicurato che quasi gioco con quelle immagini’. Sul divano mi adagio’ e mi scopro quasi eccitato, ti vedo’ in ginocchio’. Con un uomo’ &egrave giovane, più giovane di me sicuramente, e lentamente la mia mano raggiunge il mio cazzo, inizio a masturbarmi’. Incredibilmente pensando a te con un altro’.

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Maledizione il telefonino’. ‘Amore sto arrivando, tra un quarti d’ora sono a casa, sei sveglio?’
‘Sai abbiamo fatto tardi” Ma che ore sono? Quasi le 2!
Corro di corsa sotto la doccia’ mi rivesto velocemente e ti attendo sul divano, un auto’. Il cancello’. La nostra porta’. Mamma mia come sei bella, occhi lucidi, labbra carnose’ sembrano gonfie’ un po’ spettinata forse. Ma allora’ no, forse si’. La mia donna’. Impossibile che’. Ma mi scopro eccitato, il cazzo durissimo, di marmo. Mi alzo, ti vengo vicino, ti appoggio al muro, voglio baciarti. ‘Amore aspetta’ un attimo’
‘Aspetta’. Aspetta un attimo, fammi dare una rinfrescata’.’ Ma approfitto del momento per invadere la tua bocca’.
La divoro, sondo con la lingua ogni angolo delle tue labbra, prosciugo la tua lingua, ne assumo i sapori’ che sono a me conosciuti’.. tutti, tutti tranne uno’. E’ un sapore diverso sconosciuto’. Ma che mi rende nervoso, una minaccia per la mia mente, questo sapore. &egrave un istinto atavico quello che mi permette di riconoscerlo, &egrave il sapore di un maschio. Sono combattuto tra il fermarmi o continuare, mentre le mie mani ti cercano, si insinuano tra le tue gambe, le blocchi per non permettermi di raggiungere il sesso. E’ una lotta disperata’. ‘Amore fermati’. Fermati’..’
Ma ho il sopravvento’. Sposto le tue mutandine’. Appena ti tocco sei così sensibile che un gemito esce dalla tua bocca’ la trovo diversa’ aperta’. Gonfia’ bagnata’. Bagnatissima’. Ma dove diavolo sei stata’. Tu non sei uscita con le tue amiche’ sei un lago’. Con voce roca e sensuale mi guardi negli occhi e mi dici ‘Caro, ti devo parlare, siediti, stasera devi sapere ‘ Incredibilmente mi trovo in uno stato di eccitazione incredibile’ prendi una sedia, mi fai sedere, mi spogli’. E guardandomi ti siedi su di me’. Te lo infili tutto dentro, scivola dentro con facilità, trovandoti calda, accogliente, morbida, e piena. E cominci a raccontarmi’.
Mi parli del tuo ambiente di lavoro, delle persone che frequenti’ alcune insignificanti, altre gradevoli, alcune interessanti, tra queste un dottorino, bella presenza, ma come tanti però, solo che avete cominciato non sai neanche perché a scrivervi messaggini, ne &egrave nata un amicizia, si scoprono affinità, si scambiano certezze, io per te’. La moglie per lui. La frequenza diventa giornaliera, e scopri il piacere di essere nel giorno destinato all’incontro lavorativo. I colloqui con lui non sono mai banali, a volte si gioca sulle parole, sei a poco a poco attratta dalla sua presenza. Ma hai un scoglio al quale attaccarti, il nostro amore e cancelli ogni volta strane idee nella testa. Sento una contrazione a questo punto’ ti deve essere passata una immagine per la testa, e la tua fica ha reagito’. Mi stringe’. Socchiudi gli occhi’. Vai avanti ti dico, con un tono che sembra più una supplica che una minaccia’. E tu riprendi a raccontare ‘Cosi a poco a poco, mi sono legata a lui, ma come amico, solo come amico, te lo giuro’ solo che poi’ un giorno mi ha chiesto una foto, e io di getto ho accettato’ non mi sembrava di fare niente di male, anche lui lo ha fatto, me ne ha mandata una in costume, chiedendomi se ne avessi anche io’ non so cosa mi &egrave preso’ te lo giuro’. Ma ero dall’estetista’.. ed ho fatto una foto con reggiseno e mutandine’.. dio non lo dovevo fare vero?’.
‘Si perché da quel giorno non &egrave stato più lo stesso, ero combattuta, tra l’amore per te e il desiderio di sentirlo’ vederlo’ nel suo ufficio, dove lo incontravo con pretesti assurdi’. Oddio amore’..’ Ti sento sciogliere su di me’.. resisto avrei voglia di venire’.. ma resisto’. Sento bagnarmi le gambe, da te, e forse da lui’. Perché ne sono sicuro ormai’. Lo hai fatto. Dai continua’. ‘Vuoi lasciarmi’.. vuoi lasciarmi? O vuoi che ti dica il seguito’. Vuoi sapere tutto?’ Vorrei toglierti di dosso, gridarti mille insulti’. Ma allo stesso tempo stringerti forte e dirti quanto ti amo. Si voglio sapere tutto’. ‘B&egrave quando andavo da lui mi preparavo con cura’. Mi guardavo allo specchio la mattina emozionata dalla vicinanza dell’appuntamento, ma poi gli incontri erano abbastanza formali, solo’ quando lui si alzava, mi girava intorno, sentivo il suo profumo, e una insostenibile voglia di sfiorarlo’ toccarlo’. Tutto ciò era presente nell’aria ma non &egrave mai successo niente. Poi la sera a casa riprendeva la serie di messaggini, dal contenuto sempre più intimo. Lo scambio di foto’ mi piaceva fare foto per lui, e via via’ non so come dirtelo’. Lui mi ha mandato una foto con la camicia aperta’. La cintura dei pantaloni sbottonata’ ho perso la testa con quella foto, ho avuto mille fantasie su quella foto, mi sono messa davanti allo specchio, basta amore’ non voglio farti più male. Fai l’amore con me adesso solo io e te!’ chiudi gli occhi’. Stai godendo’. E voglio farlo anche io’. Unirmi alle tue passioni, condividerle e cosa c’&egrave di meglio che unire il mio seme al suo’. Vengo Amore”.. Ma poi’. Voglio sapere il resto’.
Rimaniamo abbracciati cosi, muti assorti da mille pensieri, storditi da tanto piacere, cerco di riordinare le idee, tirare conclusioni da questa tremenda serata’.. così forte, casi amara e così dolce. Vorrei confessarti di non essermi mai sentito più vicino a te di questa notte, ma ho paura a dirtelo, vorrei sapere a cosa pensi, ma ho paura a chiedertelo. Sei tu che rompi il silenzio’. ‘Sai cosa più mi faceva soffrire? Il fatto di non poterti rendere partecipe delle emozioni che provavo, la mattina’ quando mi vestivo, sceglievo i capi di abbigliamento, l’intimo, pensando a quello che gli sarebbe potuto piacere, l’ho fatto lo sai? Davanti allo specchio mostravo a lui le mie mutandine, lui si fotografava in boxer, amore’ mi piaceva, mi piaceva farlo e mi piaceva lui. Poi c’&egrave stato ancora un passaggio successivo, perché ad una sua richiesta, ho acconsentito ad abbassarmi un po’ le mutandine, poi a girarmi, e lui’.. per la prima volta,”. Si &egrave mostrato a me, non so come dirtelo, ma non userò mezzi termini’. Ha un cazzo meraviglioso, ne sono rimasta ammaliata, stregata, innamorata, io non so se puoi perdonarmi giustificarmi, ma l’ho sognato dal primo momento, lo volevo, lo voglio, non posso farne a meno. Ritornare nel suo ufficio &egrave stato tremendo, mi tremavano le gambe, appena entrata mi ha accolto con un sorriso smagliante, mi ha fatto accomodare, e poi ha rivolto la sua attenzione al pc, quasi estraneo alla mia presenza. Non sapevo cosa dire, cosa fare, indispettita gli ho chiesto se voleva che andassi via’ mi ha detto da andare da lui, di leggere quello che aveva trovato’ una poesia, e lo ha fatto facendomi sedere sulle sue gambe, come fosse la cosa più naturale del mondo. Credo di non essere nemmeno riuscita a leggere una parola’. E proprio in quel momento mi &egrave squillato il cellulare, ricordi quando mi hai chiamato, e mi hai chiesto se mi sentivo bene?
Mentre parlavo con te, con un gesto della mano, mi ha spostato i capelli’. Ha avvicinato la sua bocca al collo e sottovoce mi ha detto’. Continua pure parla tranquillamente, sentivo il suo alito caldo, la fragranza del suo profumo mentre una mano si posava sul mio fianco, il suo petto aderiva alla mia schiena. Capisci cosa provavo sentendo la tua voce e ricevendo quelle attenzioni? Ero confusa, agitata, mi sono mossa inavvertitamente, e il mio corpo &egrave aderito ancora più al suo. Poi in attimo di lucidità, mi sono tirata su, inarcando la schiena e appoggiando una mano sulla sua coscia, dio mio ero perduta’. Innamorata’ da quella situazione, l’ho guardato’. Era eccitato, lo eravamo entrambi, quasi dimentica di te dall’altro capo del telefono l’ho guardato negli occhi e ho capito che sarei stata sua’ Ti ho salutato frettolosamente accampando una scusa, poi nel silenzio più totale si &egrave avvicinato a me’. Ha appoggiato le sue labbra alle mie’ mi ha salutato dicendomi che ci saremmo visti presto. Mi sono ritrovata in macchina, confusa preda di una agitazione di una eccitazione tremenda e’. guidando la mia mano &egrave scesa tra le mie gambe’ dandomi il piacere che cercavo.
Ho ascoltato in silenzio’ rapito dal tuo racconto, ho cercato di ricordare il giorno l’ora la situazione, non riuscendoci, ma vivendola ugualmente come se fossi stato presente, come se fossi stato parte di te. Rimango in attesa di una tua parola, che non tarda ad arrivare, mi sfiori il viso, con una carezza colma di affetto, e riprendi il racconto che sta sconvolgendo le nostre vite.
‘Sono tornata a casa, e ho subito trovato un suo messaggio’ con una foto scandalosa’ seduto sulla sedia il camice aperto’ i pantaloni aperti’.. mi chiedeva se avessi voluto essere ai suoi piedi.
Non ci ho pensato un attimo, mi sono spogliata’ e per la prima volta ho fatto un video per lui’ amore’ gli ho mostrato cosa avrei voluto fare con quel cazzo quella mattina, ho usato il nostro giocattolino blu, e non ho avuto pudore. Ho continuato a filmarmi, in ogni posizione, mostrando tutto di me, poi con un semplice clic ho spedito tutto, in ansia, in attesa di una sua risposta’. Mi guardi con la coda dell’occhio studiando le mie reazioni, che sono evidenti ora, sono di nuovo eccitato, sorridi, e questa volta padrona della situazione, cominci a masturbarmi, ‘mi ha risposto subito, ha detto se avevo voglia di fare l’amore con lui, se avevo voglia di uscire la sera. Venerdi ho detto di getto, venerdi sera, puoi? Certo mi ha detto, ti voglio ora domani venerdi’ Ma sei eccitato.. come mai amore? Non sei arrabbiato con me? Io ti amo, più di ogni altra cosa, ma a lui non posso resistere’. L’ ho capito quel venerdi’ e i successivi’..
E cosi prendo coscienza della mia condizione, ho una donna che adoro, che mi ama’ ma che mi confessa che un altro uomo ha potere su di lei, un potere grande che via via si delinea dal suo racconto. Ma se ciò non bastasse mi rendo conto che nonostante questo, io l’amo, anzi l’amo ancora di più. Non avrei accettato il tradimento, ma questa stasera sta diventando una condivisione, e anche lei se ne sta rendendo conto, ha capito che raccontarmi quanto &egrave accaduto le provoca piacere quasi quanto a me. Perciò non rifugge nessun particolare, anzi calca la mano su di essi’
“Ho aspettato quel venerdi con trepidazione, facevo tutte le sere l’amore con te, ma spesso davanti gli occhi avevo lui’ continui a massaggiarmi’. Lentamente’ ti alzi in piedi davanti a me’. Sei nuda, avvicini la fica al mio viso’. Con le mani la apri’. E me la offri. E’ la stessa fica che ha fatto l’amore con me poco fa e con lui qualche ora fa. Questo gesto sancisce un punto di non ritorno, se accetterò di leccarla mi legherò per sempre a questa situazione, accetterò che un altro uomo possa averti e che tu possa avere lui con il mio consenso’. Sei vicinissima’ dio come sei bella, il tuo sesso &egrave più aperto del solito’ brilla pieno di umori’ ne sento l’odore’ mi mordo le labbra, alzo il mio sguardo per vederti in viso ancora una volta, prima di affondare la mia lingua dentro di te’. Urli dal piacere, piacere fisico e mentale, sono tuo in maniera incondizionata, senza nessuna condizione. Sento le contrazioni che precedono il tuo orgasmo, vienimi in bocca amore’. Vieni’..
Ogni situazione di questo tipo puo essere accettata, ma lo scoglio da superare sono i dubbi che un uomo si pone sull’altro uomo’. Lo fa meglio di me? Ma cosa fa con te? E’ più grosso del mio?
Solo gli uomini danno peso a queste cose, ma lo facciamo’. E io sento il bisogno di farlo.
Non mi hai raccontato niente del venerdi, perché’.
‘Non l’ho fatto volutamente, aspettavo me lo chiedessi’ ‘E’ stato magnifico, come immaginavo, splendida serata e poi al mare, nella sua casa.’ Mah’ balbetto quasi dall’emozione, &egrave bravo a fare l’amore, come me? Più di me? ‘amore non chiedermi queste cose’. Perché vuoi saperle?’
Sopraffatti dalle emozioni e dalla stanchezza ci siamo addormentati.. abbracciati, ma il mio sonno agitato &egrave costellato da sogni e immagini scandalose. Mi sveglio di soprassalto, &egrave ancora notte e tu dormi, nuda accanto a me, bellissima più che mai, mi soffermo a guardare le tue sopracciglia, le tue labbra, le tue curve perfette, ti sfioro, ma non interrompo il tuo sonno. Guardo una luce che lampeggia’ il tuo telefonino. Un messaggio’ sarà lui? Sono tentato di prenderlo’. Conosco il tuo pin, potrei leggerlo, ma qualcosa mi trattiene, non l’ho mai fatto.. mi sembrerebbe di profanare la tua intimità’ ma la tentazione &egrave forte, solo una volta’ una volta sola. Mi allungo lo prendo, digito velocemente il pin e apro whatsapp’ l’ultimo messaggio &egrave il suo’ ‘Sei stata magnifica stasera’. Non avevo provato mai un’emozione così forte, unica’. Un po’ imbarazzante ma unica  ciao amore notte’. Chiudo subito’ dio l’ha chiamata amore’. E poi sono colpito dall’intimità’ dalle parole. Ho voglia di leggere ancora, non dovrei ma so che lo farò’ ad ogni costo’
Ma come posso ferirmi così tanto, e allo stesso tempo eccitarmi in modo così morboso gli episodi accaduti stasera’ non so spiegarmelo, come non so come questa dolce creatura che dorme al mio fianco abbia potuto lasciarsi trascinare da questo uomo in una relazione così profonda. Deve esserci una attrazione fortissima, so quanto mi ama, non mentiva stasera mentre me lo diceva, ha letto nei miei occhi il perdono, e per lei &egrave stata una liberazione, l’offrirsi a me in quelle condizioni una dichiarazione di complicità assoluta. Non ho scelte devo sapere tutto, leggerò ogni cosa, tornerò indietro nel suo telefonino al primo incontro, anzi da quel giorno nel suo ufficio, il solo pensiero mi eccita’. Chissà quante altre volte si sono incontrati li, ora capisco le sue richieste di anticipare gli incontri, i suoi sorrisini’ i suoi arrossamenti’
Approfitto che stai ancora dormendo e riprendo il tuo telefonino’. Scorro messaggi’. Foto’ filmati’ senza soffermarmi, senza leggere fino a trovare la foto che mi hai commentato, la osservo, &egrave un uomo interessante quello che vedo. Ma la cosa che mi stupisce’. &egrave vedere il suo sesso’. &egrave” imponente’.. svetta dai suoi pantaloni minaccioso, ha un bel cazzo, lo devo ammettere’.
‘Ti piace quello che vedi?’ scrive lui’.
‘sei molto sicuro di te’. Vai subito al sodo tu, non perdi tempo’ Ti voglio’.. lo voglio dentro”’ rispondi.
‘Sai che sono uscita dal tuo ufficio agitatissima, un po’ mi sentivo in colpa’. La telefonata di mio marito mi ha colto di sorpresa, per questo sono scappata via, avrei voluto rispondere a quel bacio’ avrei voluto dare sollievo a quello che vedo, al tuo cazzo’ al tuo magnifico cazzo, voglio mandarti una foto la vuoi?’ seguono un paio di commenti e poi una foto. Sei davanti allo specchio, con indosso un body nero leggermente trasparente, la schiena nuda, il filo di perle’ sei splendida in questa foto, così provocante, con quella mano che risale verso il pube’ Ho bisogno di un attimo di pausa, la mia mano &egrave nei boxer, aggrappata al mio sesso di nuovo duro, gonfio, stordito da quello che leggo, innamorato da quello che vedo’.
Dovrei fermarmi, fermare la mia mano, i miei pensieri, ma non riesco a pensare ad altro’. Voglio sapere, bere completamente questo calice allo stesso tempo amaro e dolcissimo. L’intesa tra di voi &egrave lampante, ridete, scherzate su ogni cosa, poi basta una scintilla e il discorso scivola sul sesso’.
‘Non so se resisto fino a venerdi’ hai scritto, ‘ieri sera ero cosi agitata’ eccitata’. Che credo di aver prosciugato’sai chi , non mi vedeva da tempo così, reggicalze, tacchi alti, mi vergogno un po’ a dirtelo’. Mi sono fatta legare a letto’ bendare’.e mentre mi toccava’ sentivo le tue mani su di me, mentre mi baciava, baciavo la tua bocca, e mentre il suo sesso entrava dentro di me’ pensavo al tuo’ cazzo. Dio &egrave così grande’. Ogni volta che lo vedo vorrei baciarlo succhiarlo stringerlo’. Mi farai male? Sarai tenero? Come fai l’amore’ Io credo d’impazzire’
‘Potresti anticipare a domani la visita’ vuoi?’
‘Mio Dio, domani da te? Mi stanno tremando le gambe, ma nel tuo ufficio”
‘Vieni presto prima che apra’ ti aspetto, guarda come’
Aggiunge una foto scandalosamente eccitante, dal basso’ svetta la sua asta, stringe i suoi testicoli e in primo piano il suo culo completamente depilato.
‘Ci sarò’ la tua laconica risposta
Spengo un attimo, non riesco ad andare oltre, mi manca il respiro, il cuore mi batte fortissimo, stravolto da questa immagine.
E’ li allora che &egrave successo la prima volta’. Nel suo ufficio, devo sapere come, devo sapere cosa ha provato, non posso attendere oltre, vado di nuovo a cercare. Stranamente dopo la sua risposta, c’&egrave un salto di 2 giorni, per 2 giorni non si sono parlati, poi sei tu che scrivi ‘Domani &egrave venerdi, dimmi cosa devo mettermi’
Sto cercando di capire’. Salto qualche risposta, quando sento la tua mano sulla mia ‘cosa fai’. Amore’. Con il mio telefono, Perché?’
Voglio sapere, non resisto’ dimmi cosa &egrave successo nel suo ufficio!
Inspiri profondamente, ti riempi dei ricordi di quel giorno, sensazioni, odori ti assalgono all’improvviso, il suo profumo riempie le tue narici’ hai nello sguardo un non so che di felino.. ‘sono arrivata prestissimo’ praticamente non ho chiuso occhio la notte, ero talmente eccitata che faticavo a respirare, camminare, o a fissare chiunque incontrassi per strada. Tutto intorno a me aveva perso valore, avevo un unico obiettivo. Ma appena entrata nel suo ufficio mi sono calmata, e mi sono seduta in attesa di lui. Erano assenti colleghi, segretarie, saremmo stati soli. Mentre mi guardavo nello specchio per valutare l’impatto che avrei avuto sul mio dottorino, &egrave entrato, ho visto prima il suo sorriso’. Ho percepito una pressione al ventre e allo stomaco’ ‘ma guarda che sorpresa!! Fammi indovinare sei qui per presentarmi la tua nuova proposta di collaborazione oppure.. ‘ Esatto hai vinto un premio, rispondo un po’ acida. ‘Un bacio’ replica lui.
E fissandomi negli occhi si &egrave avvicinato a me.
Ogni gesto, parola, movimento, sospiro, suono, da quel momento sono impressi nella mia memoria indelebilmente.
“Cerca di farmi capire cosa in che modo ti ha stregato”.
Ci siamo dati il primo bacio sulla porta del suo ufficio’. Ero completamente nelle sue mani, le gambe mi tremavano, il cuore sembrava uscirmi dal petto, per la prima volta, da quando eravamo insieme io e te ero nelle braccia di un altro’
Ci siamo ritrovati all’interno, il rumore della serratura della porta mi indicava che eravamo completamente soli. Sono rimasta appoggiata alla porta, insicura di riuscire a rimanere in piedi. Ha iniziato a spogliarsi’ uno spettacolo da togliere il fiato, soprattutto pensando a cosa potesse preludere tutto questo.
Ho Iniziato a sollevare la mia gonna, fino all’inguine, senza scoprirlo. Lo guardavo mentre lui guardava me’. Si &egrave avvicinato, inginocchiato e le sue labbra deliziosamente calde e morbide si sono appoggiate sul mio inguine nel tratto di gamba libero dalle autoreggenti. Respiravo a fatica, ma sono riuscita a sussurrare: Baciala’..
Nel frattempo prendi la mia testa, la porti sulla tua fica, emetti un grido liberatorio, e in un sussulto d’amore mi sussurri ‘Baciala’..’
‘Ho un video di quel giorno’ voglio confessarti una cosa: ho avuto sempre il desiderio di fartelo vedere, dal primo momento’. Ero con lui, volevo lui, ma sognavo che tu potessi vederlo. Vuoi?’
Neanche aspetti la mia risposta, che il video parte’ ‘Dai guardalo’. Guarda come lo prendo’
Lui &egrave seduto sulla sedia, dai le spalle a lui e la telecamera &egrave posizionata davanti. Inizi a scendere con le gambe aperte, spostando con una mano le mutandine sul suo membro ma quando arrivi ad appoggiare la fica sul glande ti ferma’ la sua mano tiene il cazzo in posizione e te lo strofina sulle labbra che si aprono al contatto, ma non ti permette di scendere, poi piano piano lo accogli, per un centimetro, ‘lo voglio fino in fondo’ ‘sino in fondo? Sei pronta?’ ‘ Siiiiii’
Il tuo viso &egrave una maschera di piacere, e assumi una espressione che conosco bene. Scendi decisa, senza esitazione, e quel palo di carne entra nel tuo ventre con facilità. La tua bocca si apre, gli occhi sembrano velarsi.. Risali e vedo quel cazzo ricoperto dai tuoi umori. ‘Ora scendo fino in fondo” ‘Fino in fondo?’ ‘Siiii’
Il tuo viso diviene quasi irriconoscibile, un’espressione distorta dal piacere parte dai tuoi occhi per esaltarsi nella bocca.

I capezzoli sono eretti, la pelle &egrave lucida di sudore e freme.

Spingi contro di lui, abbassi lo sguardo sul ventre come per costatare quanto sia dentro poi muovi le anche. Ruoti il bacino e contrai il ventre.

Posso immaginare sin dove le arrivi, se mi concentro riesco a proiettare quel cazzo dentro il tuo ventre. La carne che ti penetra ti sta dilaniando mentre le labbra seguono con precisione il contorno del pene.
Mentre continuo a guardare ti sei impossessata del mio cazzo, lo stringi con le labbra, lo lecchi fino a scendere tra i testicoli, lo ingoi con avidità lasciando una scia di saliva ogni volta che torni sul glande.
Preda di queste emozioni che partono dagli occhi per arrivare al mio sesso ho una visione: Leggo sulle tue labbra distintamente ‘ohh sì vengo’..’ &egrave un urlo rauco, il corpo si inarca, spingi ancora più giù, mentre guardando fissa la telecamera pronunci: ‘guardami” Aumenti il ritmo sei nel pieno dell’orgasmo, ma tutto ora &egrave più chiaro: Guardami era per me amore. E mentre realizzo questo vengo nella tua bocca’..
Ci siamo lasciati in silenzio questa mattina, pieni di sensi di colpa, incapaci di trovare le parole giuste, ora sono in strada’ e mi sento deluso, tradito, sbollita quella eccitazione pazzesca che mi aveva stordito ripenso a te’ a lui’.. e a me fuori dal vostro mondo. Sei tu che mi riporti alla realtà. Mi chiami: ‘Ciao amore come va?’ come vuoi che vada
‘Sai devo dirti una cosa, tu per me sei la cosa più importante della mia vita, non voglio perderti, ma dovevi sapere, devi sapere’. E poi decidere. Quell’uomo per me &egrave dominante, non ho potuto farne a meno, non posso farne a meno e non potrò più farne a meno.
Ma io amo solo te!!!
Vieni a casa amore, ti aspetto, se verrai capirò, altrettanto se non verrai. Ho molte cose ancora da farti vedere’
Continuo a vagare per la città, pensando a te, alle tue parole, misto di amore per me e passione per un altro.
Mi ritrovo davanti la porta di casa, apro, ti cerco, e ti trovo in camera da letto, il telefonino pericolosamente vicino.
Sei estremamente sexy, con un nuovo body, mai visto nero e fucsia, ti avvicini, ‘grazie, di essere venuto’ Non sai che nemmeno io so come sono arrivato qui, o forse si.
Mi ritrovo stretto a te, ti stringo tra le mie braccia, come fosse l’ultimo abbraccio, ti sento piccola, indifesa e un senso di protezione nasce prepotente dentro di me. ‘Mi ha scritto questa mattina mentre tu non c’eri, mi ha chiesto se era andato tutto bene al rientro, non ho avuto il coraggio di dirgli nulla, non potevo dopo ieri sera, ma di questo ne parleremo dopo, adesso vorrei che tu vedessi perché non posso fare più a meno di lui. Sei pronto?’
Non so se sono pronto, ma faccio un cenno di assenso, ‘Voglio sentirti parte di me ora, ne ho bisogno, tu risiedi nella mia vita’, mi dici mentre ti appoggi sensualmente sulla mia spalla. Riesco a percepire il tuo tremore, e sento nelle narici il naturale profumo della pelle eccitata. ‘Guardami’ E fai partire il video’..
La prima immagine &egrave già sconvolgente, &egrave il primo piano del tuo sedere, devi essere sdraiata sulla sua scrivania, e le mutandine sono leggermente calate, ma quello che mi stupisce ancora di più son le tue mani dietro la schiena, bloccate da un paio di manette’. Sento parlare sottovoce, frasi indistinte, la tua e la sua voce’. Poi l’immagine si oscura, per un attimo sento solo la tua voce’. ‘Oddio Stefano!!’ Ti guardo stupita ‘Si non te l’ho detto’. Si chiama come te’
Quando l’immagine ritorna sul tuo culo &egrave zuppo della sua saliva, che continua a scendere dall’alto. ‘Voglio il tuo culo’ ‘Ho paura mi farai male’ ‘Farò piano’. Giuro che una immagine più bella non l’avevo mai vista, ansimavi, mentre lui con una mano ti allargava e con l’altra infilava un dito dentro’ poi due.
Ma, balbetto’. &egrave stato più bravo di me? ‘Non chiedermelo amore’. Non chiedermelo’
Non lo chiederò più perché da quel momento, tra noi cala il silenzio’. Solo le immagini scorrono sul video, sento la tua mano stringere la mia, le tue unghie infilarsi nella pelle’ non ho il coraggio di guardarti, mentre quel cazzo’. Mio Dio’. Ma sarà veramente così grande, quel grosso cazzo, si avvicina, si strofina’. In modo che Anna lo percepisca, che venga avvisata’. Che da li a qualche istante se lo sarebbe ritrovato dentro. Mugolii’. Nel video, ma anche qui vicino a me’. Fatichi a farlo entrare, si muove con lentezza per consentire di adattarti a quella presenza, ho l’impressione’ non capisco se provi dolore o piacere, poi però quando inizia a spingere più forte, quando sento il tuo primo siiiiiii capisco il piacere che stai provando, lo inciti ora, mentre lui fa un primo piano del suo cazzo dentro al tuo culo. Perdo ogni speranza di riaverti tutta per me, quando lo estrae, lasciandoti orfana di quel palo, oscenamente aperta e preda a spasmi di orgasmo, Lo supplichi di riprendere, con parole che non starò qui a ripetere. Ottieni quello che chiedi, presa con forza ora, quasi con brutalità. Non guardo più fino a quando l’immagine scompare per un attimo, ricompare dopo il vostro prorompente orgasmo.. le tue grida’. ‘Riempimi il culo!!’ con una voce strozzata, poi il silenzio, lui che ti toglie le manette’. Lo sperma che scivola sulle cosce, tu esausta che non accenni a rialzarti, le tue dita che spasmodicamente si introducono nel tuo culo, due tre quattro dita raccolgono il suo sperma, forse lo stai portando alla bocca perch&egrave ne sento gli inequivocabili rumori.Frammenti di follia, che terminano con un bacio sulle labbra, il mio, per una donna per la quale sento ancora un amore incredibile e per la quale sarò pronto a lottare, con ogni mezzo, qualsiasi possibile’..
La cosa che più mi faceva star male, che più mi faceva incazzare era la mia totale mancanza di reazione, la completa accettazione di tutto ciò che era accaduto, la cosa che più mi faceva penare era la consapevolezza che tutto ciò che avevo visto lo avevo in fondo alla mia anima desiderato, e la cosa che più mi faceva sentire a disagio era che forse Anna lo aveva capito prima di me. Credo che in fondo per lei fosse stata una liberazione che io scoprissi tutto, per tacitare i suoi sensi di colpa forse, ma soprattutto perché aveva voglia che io vedessi. Per il suo piacere e per il mio.
Quel guardami’. Sussurrato rivolto alla telecamera dava la misura di quanto anche lei lo avesse desiderato.
Ma alcune cose non mi erano chiare. Perché’. Perché umiliarmi, non rispondendo a domande, mostrandosi insieme ad uomo che’. la apriva come io non avrei mai potuto fare. Avevo bisogno di un chiarimento, capire come lei fosse così sicura di non perdermi mettendomi davanti ad una situazione simile. La scelta di quell’uomo era casuale? Era solo un oggetto per coinvolgere me o qualcosa di più. Non riuscivo a pensare ad altro. Non riuscivo a togliermi dalla vista l’immagine sconvolgente, fantastica della mia donna’ che si faceva’. Dio che bella così aperta’ con lo sperma che colava’ le gambe che tremavano’ credo sarei stato capace di raccogliere dalle sue gambe tutto quel liquido, risalire fino al culo’ lavarla con la mia saliva, per poi congiungermi con lei in un bacio appassionato.
Ora avevo bisogno della conferma che lei fosse sempre stata al corrente di questo, e anche per questo avesse accettato di tradirmi.
‘Stefano’. Davvero vuoi sapere queste cose?, potrebbero ferirti o forse sbaglio’.. vuoi proprio questo’. Siediti ti spiego’
‘Ti ho già detto come &egrave cominciata la nostra storia, sono coinvolta Stefano, non nego che tra le cose che mi hanno spinta tra le sue braccia possa esserci stato questa convinzione che tu avessi accettato, anzi che in fondo era un desiderio nascosto, ma’.. con lui ho trovato un’intesa su tanti fronti, abbiamo sempre parlato di tutto, ci siamo confidati i nostri sogni, le nostre paure, le debolezze’ poi a poco a poco le nostre fantasie. Ti ho sempre tenuto fuori da queste, poi a poco a poco ho preso in considerazione l’idea di qualcosa di più concreto’ una scappatella insomma, qualcosa che avrebbe ravvivato ancora di più il nostro rapporto. Non pensavo potesse coinvolgermi tanto. Lo hai visto, fa l’amore da Dio’. Con sicurezza, arroganza, forza, tenerezza, &egrave autoritario’ una volta a casa sua mi ha tenuta per ore davanti alla finestra. Nuda con solamente le mutandine reggicalze e scarpe. Ha voluto che continuassi a scendere le mutandine fino alle cosce per poi riportarle su, lentamente molto lentamente’. Dovevo dondolarmi, ma mai toccarmi, ne lo faceva lui. Ero spossata, sudata’ colavo piacere dalla fica. la faccia attaccata al vetro, il culo rivolto verso di lui, seduto su una sedia, pregavo che mi toccasse, o che potessi farlo da sola. Ma inflessibile mi negava questo piacere. Credo di essere venuta non so quante volte’. E poi credo di aver perduto i sensi. Comprendi come sono irrimediabilmente legata a lui? Non ho bisogno di ripeterlo, io amo te, ma se adesso arrivasse un messaggio, un suo messaggio che mi chiedesse di raggiungerlo’. Io non potrei non andare. Sono nelle sue mani Stefano’. Mi ha fatto di tutto’.. gli ho permesso di tutto’. Godendo di questo, e voglio che tu lo capisca, perch&egrave voglio che tu condivida questo con me. Ti chiedo troppo? Ti piacerebbe essere presente’. Osservarci’.. magari baciarmi’. Toccarmi’.. io l’ho sognato dal primo momento’. Quando ho detto guardami’ a te pensavo, perché era l’unica cosa che mi mancava in quel momento per raggiungere la perfezione assoluta, la tua presenza, il tuo amore, i tuoi occhi’ e vederti eccitato del mio piacere”
B&egrave me l’ero cercata in fondo, in fondo era quello che volevo sentire. Ora Anna (ho detto il suo nome senza rendermene conto precedentemente, non era mia intenzione, ma ormai..) mi aveva messo davanti la sua verità. Tutto il dolore che provavo, faceva nascere in me parallelamente, un senso di beatitudine, di piacere inusitato. L’impressione era quella di essere arrivato alla morte attraverso di lei, giunto alla liberazione definitiva per poi rinascere di nuovo e immergermi nella perfetta unione con lei. Svincolato da pretese di possesso, ma colmo di un amore incondizionato.
‘La cosa che mi affascinava di lui era la facilità con la quale cambiava il suo modo di fare, affascinante, spiritoso, dolce un momento, e subito dopo maschio arrapato, duro, prepotente, autoritario’.

Una sera che siamo usciti ha voluto che passassimo dal suo ufficio, mi ha sorpreso con un regalo inaspettato. Un tubino corto, nero, senza maniche, collo all’americana, ha voluto che lo indossassi subito’. Li davanti a lui. Un po’ stretto sul seno’. Leggermente aperto sulla schiena’ mi fasciava completamente il corpo, ha completato l’opera con un paio di decollet&egrave Louboutin, gli saranno costate un occhio delle testa’. credevo volesse fare l’amore li invece un bacio’ un complimento e poi via in macchina con lui. Li’. Mi ha chiaramente fatto capire cosa volesse’. Ha preso la mia testa’ e delicatamente l’ha portata tra le sue gambe. Ho cominciato ad armeggiare con la sua cintura, ho aperto i suoi pantaloni, dai quali ha fatto subito capolino quella magnifica bestia che ha’. Mentre la mia bocca pregustava di assaggiare tanto ben di Dio, ho sentito le sue mani trafficare con il bordo del mio vestito’ tirarlo su fino alle mutandine’ indossavo un perizoma ridottissimo’. Lo ha spostato e ha cominciato a giocare con il mio buchino, mugolavo mentre ingoiavo il suo cazzo. Eravamo in autostrada ormai’ ed ho avuto come l’impressione’ che nei sorpassi, quando superava i tir, quasi riducesse la velocità, si soffermasse, come voler dare la possibilità all’autista di godersi una scena simile. Forse l’ho immaginato, ma lui avrebbe potuto farlo senza che io avessi la forza, la volontà di oppormi.
Umettava le sue dita, per bagnarmi il culo, poi mi ha fatto tirare su, aveva uno strano oggetto in mano, un cono di silicone credo, stretto in punta ma abbastanza largo alla base, b&egrave direi molto largo. Ha voluto che lo bagnassi, che mimassi con lui le attenzioni che fino ad allora avevo rivolto al suo cazzo. Poi lo ha preso’ lo ha puntato sul buchino’ ha spinto, e lo ha infilato tutto, tutto dentro’. Oddio Stefano’. Lo sento ancora dentro adesso’. Rivestiti adesso mi ha detto. Come? Lo tolgo? Niente affatto’. Tienilo, sistemati le mutandine’ il vestito’. Stasera lo terrai per me.
Di quella serata ricordo la difficoltà iniziale di avere movimenti fluidi’ la sensazione provocante di essere tra la gente e di celare il segreto di avere qualcosa infilato nell’ano, era una eccitazione non solo mentale però, amplificata dalla reale sensazione di avere qualcosa che veramente mi stava penetrando. Avevo paura che qualcuno si accorgesse della mia condizione, mentre lui giocava tenendo a volte andature più svelte, poi più lente’ obbligandomi con una scusa qualsiasi a piegamenti improvvisi. Credo che sul mio viso ci fosse un’espressione di appagamento difficile da nascondere, da non riconoscere, mentre lui mi sussurrava a volte parole dolci, altre volte meno’ quasi volgari, ma’ Stefano ti senti bene? Cos’hai’ cos’hai tra le gambe oddio non ti ho mai visto così eccitato’ sei un porco lo sai?’
Ora il porco ero io’. Ma forse era proprio così. Questo stato di eccitazione mentre la tua donna ti racconta cosa ha fatto con un altro uomo non &egrave normale, non &egrave giustificabile. Ma purtroppo per me e per lei reale. Normalmente chi tradisce o lo fa per amore, o per vivere un’avventura’ quello di Anna non sembrava nessuno dei due casi, mi tradiva senza pentimento, convinta di fare il suo e il mio bene’. ma adesso da solo, vengono a mancarmi alcune certezze’. Tutto ritorna in discussione, &egrave così ogni volta che mi allontano da lei. In fondo quei filmati erano per lui’. Chi mi dice che una volta scoperta’. Non abbia modificato la verità’. Guardami’. Quel guardami suona ora nella mia testa in tanti modi diversi. Ho bisogno di averla accanto altrimenti impazzisco’ dove sarà ora’. Ti chiamo’.
‘Ciao amore’ dove sei’
dove sei tu vorrei dirti, ‘Mi manchi’.’ sussurro.
‘Dai Stefano sto lavorando ora, non possiamo sentirci più tardi?’
‘Sei da lui?’
‘Non fare così’ no’ non sono da lui’
‘Lo hai sentito?’
‘si’, l’ho sentito, mi ha scritto stamattina e poi mi ha chiamato’
Bene, un quadretto interessante’. E io sono lo stronzo che ti disturba mentre lavori’.. ‘No Stefano non &egrave cosi aspetta esco e ti richiamo’. Sono furioso, deluso, mi sento malissimo’. Ho lo stomaco in pezzi. Ecco mi richiami, ‘Stefano dimmi una parola una parola sola’ e’.. non ti parlerò più di lui’. Non lo vedrò’.. dio questo non riesco a promettertelo, tenterò di non vederlo più. Sai io ho pensato tanto a lui’ quando sono con te’. Ma penso sempre a te quando sono con lui’ vorrei che fossi li’ con me’. Che godessi del mio piacere, che virtualmente mi accompagnassi in questa avventura. Ma sono disposta ad accettare qualsiasi tua decisione, per il tuo bene’ la persona più importante al mondo per me; e anche per me stessa.’
Ora avevo l’opportunità per metterti con le spalle al muro’.. una sorta di Aut Aut o me o lui, ma le parole non mi escono dalla bocca’ cosi facili da pronunciare, ma qualcosa mi obbliga al silenzio, vicino a te riacquisto la mia sicurezza, la mia voglia di sentire i tuoi racconti e vivere questa sua passione, con te, in te, per te.
No non te lo chiederò, perché so che non &egrave quello che vuoi’. ‘ O caro’ mi fai felice’ devo dirti alcune cose ancora’ ma non adesso’. Stasera a casa”
Una volta a casa rimango in attesa del tuo arrivo, ma l’attesa si prolunga sino all’ora di cena. Il mio umore &egrave andato peggiorando nel corso del pomeriggio, e quando arrivi non sono gentile, non ne ho voglia, mi indispettisce la tua allegria, la tua bellezza, la tua sfrontatezza. Ti guardo con sguardo inquisitore cercando di captare particolari inquietanti, ma fai presto a farmi cambiare umore, sei amorosa, sempre vicina, dimostri quello che io sono per te. Mi aduli, giochi con me, consapevole di eccitarmi, mangiamo in fretta, tutto sembra come pochi giorni fa, scherziamo ridiamo’. Dio quanto ti amo’. ‘Stefano, oggi mi hai fatto paura’ perché quella telefonata’. Vuoi che te lo ripeta’. Senza di te per me niente ha più senso, questa storia, la nostra storia’ vive perché viviamo noi. Senza di noi morirebbe, sono attratta da lui’. Molto’. Perché ci sei tu. Non so se riesco a spiegarmi’. Ma quando faccio l’amore con lui io lo faccio con te. Forse qualcosa di diverso c’&egrave’ fai una risatina maliziosa’. ‘sai perché ho fatto tardi stasera?, sono passata a prendere due cosine per te’ per noi’ Ho voglia che tu le usi su di me’ che sono stata tanto cattiva’. Non ho il coraggio di chiederti dove sei andata a recuperare quelle manette’ il frustino’. E uno strano dildo a due teste’. Ma non ho tempo di pensare che tu sei attaccata a me, la tua bocca sulla mia. ‘Facciamolo qui in cucina’. Sul tavolo”’ Sento il tuo seno che spinge contro il mio petto, sento i tuoi capezzoli turgidi sotto il tessuto della leggera maglia che indossi. Come mai sei così eccitata’ ‘venendo a casa non pensavo che a questo momento, secondo te cosa ho sotto’ vuoi scoprirlo’.? ‘ Non attendi la mia risposta, armeggi con la chiusura dei miei calzoni, liberi il mio cazzo eccitato’ ‘E’ durissimo’.. cosa ti eccita io? I giocattolini? Il dubbio che io forse oggi sia andato da lui? Ti eccita sapere, vedere che lo faccio con lui?’ Ti afferro per il sedere e faccio aderire il tuo corpo al mio.. ‘Un attimo mi spoglio” Ti sfili la maglia, i jeans e rimani solo con l’intimo di marca, leggermente trasparente, bellissimo. Divarichi leggermente le gambe, prendi la mia mano e la fai scivolare verso il pube, perfettamente liscio. Mentre mi baci insinuo un dito tra le tue gambe, ti abbassi leggermente, accogliendolo nel tuo ventre, nella tua fica leggermente dilatata. Ti stai bagnando sempre più e inizi a spingermi verso il divano. Mi fai cadere giù’ e cali su di me, accogliendomi nella fica. Sai muoverti con grazia, e quando vuoi godere lo fai in modo meraviglioso’ gli occhi socchiusi’. Lo sguardo distorto da un’espressione di puro godimento’
‘Cosa faresti se adesso lui fosse qui’. Gli permetteresti di approfittare di me’. Magari da dietro’.. ohhhhh mentre tu mi scopi’.. dio”.’ Mi poni queste domande continuando a muoverti sempre più velocemente, Sali e scendi lentamente facendo scorrere il mio cazzo dentro di te. ‘Sto per venire rispondimi, rispondimi!!’ Hai un fremito, spalanchi gli occhi, mi sussurri ‘Vengo’.’ Quando vuoi tu, quando vuole lui, amore mio’. Rispondo, vorrei prolungare questo magico momento che precede il mio piacere. ‘Davvero?’ rispondi maliziosa mentre scendi ancora lentissima e contratta sul mio sesso’. Spingo in alto il bacino e vengo anche io’. Non posso più resisterti. Ti lasci riempire ‘Rimani dentro! Per sempre’ mi preghi. Sento il mio cazzo perdere consistenza, sento ancora le tue contrazioni, il mio seme che bagna entrambi. Mi guardi, aspetti che il respiro si regolarizzi, e poi mi baci sulle labbra’ ‘Neanche hai usato i miei acquisti’. Lo farai presto vero? Lo farai quando mi vedrai ancora con lui” Non ho mai ascoltato una minaccia più dolce. Sorridi maliziosa, ‘Sei la mia vita amore mio’ poi ti alzi e io rimango a guardarti mentre ti allontani, ondeggiando con grazia, come una dea’ la dea dell’amore. Attendo questa mattina da giorni, sei da lui, &egrave il suo giorno stamattina, sono nervosissimo. Ci siamo sentiti al telefono prestissimo ma sono stato freddo, acido. Non so niente’. Non mi hai ancora telefonato’. Sono in ansia.

Amore mio’. Sono stata da lui, dovrei telefonarti, ma non riesco a comporre il numero, cercarti in rubrica, mi manca la forza, non trovo il coraggio. Mi sono ripromessa di resistergli e sono stata bravissima, a non cadere nelle spire del suo sguardo del suo sorriso.
Un sorriso smagliante appena sono entrata, due baci sulla guancia ‘non posare nemmeno la borsa, andiamo a fare colazione dai” mi ha detto.
Ha lasciato li tutti i suoi collaboratori: ‘impegno urgente!!’. E mi ha portato alla sua macchina, guida tu mi ha detto, sai che ha la Q5 bianca come piace a me? Ero un po’ emozionata ma tutto andava liscio’ ci siamo sfiorati’ parlando, niente di più, gentile, arguto, spiritoso’ abbiamo fatto colazione seduti in una pasticceria ed il tempo &egrave volato’ Dai torniamo mi ha detto. Poi in macchina una carezza, un buffetto’ e le mie certezze hanno cominciato a vacillare’ Sali su ci salutiamo e vai via. Il tono deciso non ammetteva repliche, sono scesa. Entrati nel portone, siamo rimasti un attimo immobili sulle scale, la porta dell’ufficio socchiusa’ il portone serrato, mi ha attirato a se’ mi ha baciata’ Sei matto gli ho detto, qui, ci potrebbero vedere’. Non avevo più forze, il suo sguardo magnetico aveva smantellato tutte le mie difese.
Raccontami di Stefano, cosa sa, Tutto’ rispondo. Tutto tutto? No, quasi tutto’. E come l’ha presa?
E’ difficile spiegarlo, ma noi ci amiamo cosa credi, un legame forte, difficile da spezzare’
Davvero? E gli hai raccontato cosa? Lo chiede mentre sale due gradini e inizia a sbottonare i pantaloni’
Cosa fai’ dai fermati’ non farlo’
Un bacio’ un bacio solo’ glielo dai?
Tu sei matto! Comunque ha visto anche dei filmati.. Dio sei già pronto.. mio dio’ non mi abituerò mai a questa visione’ solo un bacio veloce’. Lo giuri?
Mi avvicino non devo neanche inchinarmi troppo’ la possibilità che qualcuno ci veda aumenta il mio desiderio’
Sento l’odore del suo cazzo’ e perdo ogni ritegno. Con la lingua umetto la punta’. Lo sfioro’ lo passo sulle mie labbra’
“Devo dirti una cosa” gli dico’ guardandolo negli occhi, tra un bacio veloce, e una leccatina sull’asta’ ieri sera abbiamo fatto l’amore’ e mentre io ero sopra di lui’ sentivo te’ vedevo te’ tanto’ ti volevo’ tanto, cosi tanto che sono esplosa e gli ho chiesto cosa avrebbe fatto su tu fossi giunto dietro di me e mi avessi inculato’. Sono venuta ancora prima di sentire la sua risposta, al pensiero di averlo ancora nel culo’. Sentirmi sfondare da te’ mi apri come nessuno potrebbe farlo’. In un attimo prende la mia testa tra le mani mi costringe a spalancare la bocca e spinge quel bastone di carne in fondo alla mia gola’. Mi sono sentita soffocare’. Ho tossito’ sputato saliva’ ma non accennava a smettere di spingere’. Avevo voglia di toccarmi ma la situazione non lo permetteva. Sto per venire’ mi ha avvisato’. Lo sento gonfiarsi ancora, pulsare’. e subito dopo’ mi ha riempito la bocca, costretta ad ingoiare tutto’. Costretta’. Felice Stefano’. Felice’. Rabbrividivo dal piacere’. Lo ha sfilato gocciolante, l’ho ripulito’ si &egrave subito rivestito. Un bacio profondo e nel salutarmi mi ha detto: sei una vera donna, non ho mai avuto una donna che mi ha fatto godere di pìù.
Io’ io non volevo dirlo ma le parole mi sono uscite spontanee: ‘Per me &egrave la stessa cosa, non ho mai avuto un uomo con un cazzo meraviglioso come il tuo”.
Fagli vedere il filmati di venerdi, mi suggerisce prima di andarsene’ e io pallida in viso’ smarrita mi sono risistemata in fretta, con ancora il suo sapore in bocca, sono uscita inebetita, pensando solo a quando sarei riuscita a raccontarti tutto questo.
‘Sono delusa, arrabbiata, non capisco il suo atteggiamento, prima dolcissimo, poi sfrontato, sicuro di se al punto di costringermi’.. costringermi’ b&egrave non &egrave che non sia stato eccitante, le scale’. La porta socchiusa’ la paura di essere scoperti’ Ma mi sono sentita usata, usata da un uomo, sicuro che io avrei accettato. Poi quella sua richiesta perentoria’ il video di venerdì’ fallo vedere a Stefano’
Ma cosa gliene frega a lui’ O forse’. &egrave un modo per dimostrare la sua superiorità, il totale controllo della situazione.
Dio mio cosa farò’ forse se Stefano fosse stato più categorico, avrei avuto la forza di rinunciare, ma invece’ sembra che la cosa lo ecciti.. Già, lo eccita eccome’ l’ho visto come mi guardava nel video, come chiedeva’ voleva sapere ogni mia sensazione, per niente inorridito di vedere la sua donna presa da un altro.
Stasera avrei dovuto prenderlo e raccontargli di stamattina, sono sicura che ora &egrave già in agitazione, attendendo le mie confessioni, il mio racconto. E poi fargli vedere cosa ero stata capace di fare, per un uomo, un uomo che non era lui e per il quale mi ero talmente sottomessa da accondiscendere a qualsiasi richiesta. Inoltre avrei potuto negare che non mi fosse piaciuto? Impossibile’ sarebbe bastato vedermi, anche senza l’audio che toglieva ogni dubbio.
Si’ mi era piaciuto sottostare alle sue pretese, se ripenso alla mia lingua, se ripenso al suo corpo’. Sento ancora fitte al basso ventre. Devo prenderne atto, Stefano &egrave il mio amore, il mio padrone.’

Siamo in sala’ sono sfinito’. Anna ha appena finito di raccontarmi di questa mattina, delle scale’. Di lui che le ha riempito la bocca di sperma’ lasciandola li’ con una pretesa’. Fagli vedere il video di venerdi.
Avrei dovuto ribellarmi’. Scacciarla’ andare da lui, e prenderlo a pugni.
Invece siamo qui, abbracciati, in attesa di vedere il video che Anna considera la prova provata della sua sottomissione. Mi ha detto che ha cercato di evitarlo ha pensato a mille modi diversi di affrontare questa situazione ma &egrave inevitabile, perch&egrave lei non ne può fare a meno, perché io lo voglio in fondo. Il piacere che riceve nel dirmi queste cose &egrave evidente lei si nutre della mia sofferenza, si nutre del mio piacere. Questa storia in fondo, che sembra la storia di due sottomessi ad un terzo &egrave l’esatto contrario. Siamo noi che sfruttiamo il dottorino, per fonderci in un’unica anima.
Sono in una stanza, le luci sono soffuse’ attendo un attimo per abituare la vista a quelle inquadrature, poi vedo te.
Come al solito sei bellissima. Il solito filo di perle, un bustino nero, mutandine ridottissime, reggicalze e calze autoreggenti.
Ma sei praticamente a quattro zampe’ la telecamera gira intorno a te, partendo dal viso, che guarda trasognata l’obiettivo, per arrivare dietro’ dove mi accorgo che infilato nel culo si muove un vibratore’. Ben piantato e tenuto fermo dall’elastico delle tue mutandine. Ritorna l’inquadratura sul tuo viso, sento la voce di lui che ti intima di andare verso di lui’ senza alzarti, cosa anche difficile viste le tue condizioni. Poi vedo il cazzo di lui, semieretto’ barzotto insomma’ già umido’ segno tangibile che avete già fatto l’amore’ Non resisti a quel richiamo, ti avvicini carponi, inizi ad accarezzare le sue gambe, fino ad arrivare al cazzo. Il cazzo reagisce’ si gonfia rapidamente. Non posso negarlo’ &egrave grosso’ molto grosso’ Eccitante oserei dire. Inizi a sfiorare con le labbra il suo sesso umido’ mentre con la mano massaggi le sue palle. In sottofondo il ronzio del vibratore non accenna a fermarsi’.
Cosa provi a rivedere queste cose Anna’.
‘Stefano vederle insieme a te &egrave’. Magnifico’, sentivo l’odore del suo sperma’ del mio liquido’. Del suo cazzo’ ‘
Intanto avevi cominciato a leccarlo’. Eri partita dal basso.. all’attaccatura dei testicoli e salivi verso la cappella, che minacciosa ti attendeva almeno 20 cm più in alto.
Il pensiero che quel cazzo fosse potuto entrarti nella fica’ nel culo’. Mi stordiva’ mi donava un effetto afrodisiaco e perverso.
Le mie dita erano già piantate nella tua fica’.. bagnatissima’. Due tre e poi quattro dita erano scivolate all’interno’
Ansimavi… gemevi’ ‘aspetta Stefano’. Guarda’..’
Ti vedo aprire la bocca, e fai scivolare la cappella all’interno, la tua lingua &egrave impegnata nel cercare di contenerne il più possibile’ ingoi ingoi sempre più fino quasi ad arrivare con il naso al suo ventre.
Poi lo lasci’.. lo prendi con una mano’. Lo masturbi’.. mentre con la lingua scendi nei coglioni’. E anche più sotto nel tratto che li separa dal culo’ cospargi quella zona di saliva’ tanta’ tanta che comincio a vederla scivolare a terra.
La sconcezza della situazione mi fa girare la testa.. mentre porto le mie dita alla bocca, per assaporarti’
Mentre cerchi di tornare su’ al suo cazzo, sento la sua voce chiederti’. Vuoi leccarlo?
Cosa’.. chiedi. Il mio culo risponde’ e mentre lo dice si gira’ offre il suo culo alla tua bocca’
Ti vedo esitare’ ti vedo emozionare’. Ti vedo trasalire’. Mentre sembri sul punto di venire. Stai venendo senza toccarti’ con un vibratore nel culo’ e un uomo davanti a te girato di spalle’
A poco a poco ti avvicini’. La lingua fa capolino dalla tua bocca’ la passi nel taglio delle sue natiche’ poi diventi più intraprendente.. da rapide leccate passi a lunghe leccate’ vedo la saliva creare un cordone che unisce il suo culo alla tua bocca’. Cadendo poi a terra e venendo subito sostituita da altra.
‘Mi piace, mi piace’.’ Esclami’. ‘Ti adoro’.. ‘
Ora giochi anche con un dito, lo passi nel suo buco bagnatissimo, per portarlo poi alla bocca’ la cosa dura per molto tempo. Nel frattempo lui ti incita’. Ti chiede come ti senti con quel cazzo nel culo’ mentre lo lecchi’. Se hai mai provato una sensazione simile’. No rispondi, non l’ho mai fatto, &egrave la prima volta, ma &egrave bellissimo’.
Poi riprendi il suo cazzo in bocca, fai appoggiare la cappella sul tuo morbido palato, sul quale tante volte ho goduto.
Ti prende per i capelli e ti dice: aspetta ancora no.
Lo guardi in preda all’eccitazione totale del momento. La saliva che ti cola da un angolo della bocca e con il respiro affannato. Ora la tua mano scende nelle mutandine, zuppe. Dai continua fatti vedere come sei bella mentre godi.
Lo saprà Stefano di quello che mi fai?
Non mi importa adesso’. Adesso voglio lui’ dammelo’. Voglio essere tua’ ooohhhh ferma questo arnese mi sta facendo morire’ vengo in continuazione’
Non ancora’ e continua a tenerti le dita nella fica.
Intanto lui inizia a massaggiarsi il cazzo’ Lo vuoi allora’. Guardami negli occhi. Non guardare il cazzo!
Ma era vero’. Il tuo sguardo non smetteva di puntare sulla sua cappella. Sembrava che ogni ordine che ti dava aumentasse il tuo desiderio. ‘Scusa” gli hai detto guardandolo negli occhi.
Lo vuoi in bocca o no?
Guardandolo ancora all’altezza del cazzo hai risposto’ ‘si’. Lo voglio in bocca”
Avevo l’impressione che quella voce non fosse la tua voce, ma tu la ripeti ancora una, due volte.
Mettiti le mani dietro la schiena allora, e prendimi in bocca i testicoli.. dai lecca’. Leccami le gambe’.
Sei qui vicino a me, ti tocco di nuovo, e il lago che si &egrave formato sotto di te &egrave evidente.
Hai la pelle d’oca, il respiro affannoso. Mentre nello schermo sei risalita e fai entrare di nuovo il cazzo nella tua bocca.
Le contrazioni che sento preludono ad un tuo imminente orgasmo, mentre sullo schermo, vedo lui arcuare le reni, emettere un urlo soffocato, e vedo fiotti di sperma fuoriuscire dalla tua bocca incapace di deglutire tanta sostanza, mentre lui continua a premere la tua testa con tutte e due le mani.
‘Sei un bastardo’. Uno stronzo bastardo’.. ma hai un cazzo meraviglioso” queste le ultime parole che sento’ mentre vieni vicino a me’. Mentre vengo vicino a te. Siamo complici di un sogno maledetto.
‘Baciami amore’ e stammi vicino tutta la notte..’
Per l’ennesima volta rileggo la mail che mi &egrave appena arrivata.
‘Ciao non ci conosciamo di persona, ma abbiamo una amica in comune, ma io so qualche cosa di te, e tu abbastanza di me. Credo sia necessario incontrarci tu, io e Anna’ Per sistemare, capire, e soprattutto stabilire.
Non intendo portartela via, ma io ad Anna ci tengo, ha fatto uscire una parte di me che non conoscevo e credo anche io a lei. Non devo scendere nei dettagli vero? Anna mi ha detto’.. credo che anche tu ne senta il bisogno.
Attendo una tua risposta.
Dott. ””
Ma che grandissima faccia da culo!!! Ma come si permette” sono incazzatissimo, quanta arroganza, presunzione.
E ancora di più sono stupito di come abbia potuto avere la mia mail, ma certo”. Anna.
Dimmi come hai potuto! ‘Scusami Stefano ma me la estorta, non sai come’.’
Cerca di farmi capire’ cosa significa estorta.
‘B&egrave una sera, sai sono uscita in mezzo alla settimana, mi ha invitato al cinema, all’ingresso abbiamo incontrato un imprenditore che conoscevamo entrambi, ho cercato di sottrarmi alla vista, non volevo farmi vedere con lui’ che invece &egrave andato a salutarlo, mi ha chiamato’ e così ci siamo ritrovati al cinema insieme’. Io al centro, Stefano alla mia sinistra e l’altro alla mia destra’
Avevo una strana sensazione, un presentimento’. Questo incontro casuale mi lasciava perplessa, scorrevano le immagini del film sullo schermo, ma non riuscivo a rimanere tranquilla.
Poi lui mi ha abbracciato, stretta a se’ e mi ha dato un bacio, un semplice ed affettuoso bacio, sottovoce gli ho detto che ero imbarazzata’ dalla presenza dell’altro. La mia preghiera, non ha sortito effetto’. Ho sentito la sua mano sbottonarmi la camicetta, stringere il mio seno, pizzicare il mio capezzolo, ed una prima fitta mi ha colpito nel basso ventre. Dai Stefano non fare così fermati’. Via via le sue attenzioni diventavano più pressanti, nell’oscurità della sala ha iniziato a slacciarmi i pantaloni, ma per quanto provasse non &egrave riuscito ad infilare all’interno la sua mano.
Tirali un po’ giu, mi ha detto. Sei matto, il tuo amico mi vede’. Fallo mi ha detto, e io l’ho fatto’ appena appena’ tanto da consentirgli di introdurre la mano all’interno, arrivare al bordo delle mutandine, spostarle e infilare 2 dita nella fica già umida.
Allarga un po’ le gambe.. dai’.. ormai avevo perso il controllo e istintivamente ho eseguito, mi sono lasciata scivolare un po’ sulla poltrona, reclinato la testa all’indietro e chiuso gli occhi, dimenticando tutto quello che avevo intorno a me’
Stefano nel frattempo si era anche lui sbottonato i pantaloni e con una occhiata veloce ho visto la sua potente erezione ho pensato di chinarmi su di lui’ ma la poltrona non me lo permetteva. Ho passato la mia mano sul mio viso, riempiendola di saliva, e poi ho afferrato il suo cazzo cominciando una lentissima’. sega.
Amore, lo so che sembra impossibile, ma sa come circuirmi’ sa come obbligarmi’ e io sono schiava di questa situazione. Insomma, ero talmente persa che non avevo più pensato al suo collega, tanto che quando lui mi ha detto guardalo’ mi sono girata e ho visto che lui guardava tutto con attenzione, eccitatissimo’. Lo faceva mentre si masturbava. Era tutto organizzato Stefano capisci? Lui mi ha attirato a se mi ha baciato e facendolo con una mano ha fatto scendere ancora di più i miei pantaloni sul sedere, agevolando l’altro, mostrandogli il mio culo.
Ti piacerebbe se al suo posto ci fosse il tuo uomo? Si gli ho detto’ mentre continuavo a stringere il suo cazzo.
Dammi la sua mail che ci penso io ad organizzare’ Sentivo gli occhi di entrambi su di me, lo confesso ho anche sperato di sentire le loro mani su di me’. Ho detto si te la darò’.. avrai la sua mail. Credo di aver raggiunto uno stranissimo orgasmo, ho cercato di ricompormi’ quando l’ho fatto l’altro era scomparso. in silenzio nel buio, siamo andati via, non ho più avuto modo di affrontare la discussione con lui, un po’ per vergogna, speravo se ne fosse dimenticato. Fino ad oggi.. Cosa pensi di fare ora? Quando ci vedremo con lui?’
Entrambi avevamo già accettato l’idea, entrambi fremevamo nell’attesa” mancava solo di stabilire quando, di stabilire come.
Non avevamo da dirci altro, nei giorni precedenti, bastava guardarci negli occhi per capire la tensione, la preoccupazione, l’attesa per questo incontro imminente.
Ci saremmo visti in un ristorante, per concludere la serata chissà dove. Facevamo l’amore in quei giorni con passione, rabbia, disperazione’ tanta dolcezza, ma sempre pronti a scorgere negli occhi dell’altro, un cenno’ un qualsiasi gesto, che comprovasse che uno dei due pensasse a lui. Non ne avevamo fatto più nessun accenno, nessuna allusione. Il tempo si era fermato’ in attesa dell’incontro.
La sera prevista, l’ho guardata prepararsi con cura, il pomeriggio dal parrucchiere, i giorni precedenti più volte dall’estetista. Poi sull’intimo trasparente e ridottissimo, il tubino nero, senza maniche, dopo un secondo senza respiro, ho atteso che terminasse e siamo usciti.
Fuori al ristorante il primo incontro. Un bell’uomo’. alto, sorridente, ammaliante nel modo di parlare, abbastanza disinvolto, il mio era un atteggiamento invece abbastanza difensivo, quello di Anna, non so spiegarlo’.. remissivo’ intimidita da questa situazione paradossale.
In un tavolo appartato, abbiamo preso posto, Anna era al centro stretta tra di noi, come non avrebbe potuto essere altrimenti.
‘Dobbiamo trovare una soluzione a questa situazione Stefano’ non credi? Vorrei spiegarti.. vedi Anna &egrave una ragazza fantastica, attraente’. Ma tutto quello che &egrave successo tra di noi non sarebbe accaduto se ognuno di noi, non avesse avuto bisogno di completarsi. Io ho una moglie lo sai, ma non avevo mai provato certe sensazioni’ nate un po’ alla volta e ogni giorno, in ogni visita, amplificate fino alla naturale conclusione. L’amo’. a modo mio, ma l’amo.
E Anna’ pensi che lei fosse stata disposta a questa relazione, se dentro non desiderasse questo. Sai quanti colleghi mi parlano di lei, sono tutti innamorati, e ansiosi di averla nel loro studio, per la sua allegria la sua verve’
Ma &egrave sempre stata professionale con tutti, con tutti fino a quando in lei &egrave nata la convinzione che questo non fosse quello che mancava a lei e a te. Già perché in fondo tu hai sempre voluto questo, e anche senza mai esplicitarlo, &egrave stato captato da Anna’ che si nutre della tua sofferenza, del piacere che da esso ne deriva per te.
Poi a poco a poco’ ha stabilito con me un rapporto speciale’., un attaccamento particolare, che non toglie nulla al vostro, ma la completa come donna, Insomma ognuno di noi ha tratto beneficio da questa storia, &egrave indubbio.
Potrei chiedere il parere di Anna, ma voglio farlo a modo mio’ ora.’
Il viso di Anna si colora improvvisamente, la vedo agitarsi sulla sedia’. Quasi sobbalza su di essa.
‘Vedi Stefano’. La mia mano ora, si sta introducendo sotto la gonna di Anna’. Tocca la sua pelle vellutata’. Sopra la fine delle autoreggenti’ si sposta’. &egrave sul bordo delle mutandine’. Se solo volesse, se solo pensasse che &egrave questo ti da fastidio’. Che non &egrave quello che vuoi, e quello che vuole lei, mi fermerebbe. Non permetterebbe alle mie dita, spostato il bordo del’ perizoma? Si’ credo di si’. Di introdursi nella sua fica, che trovo bagnata’ mmmmmm’
Subito dopo, estrae la mano da sotto il tavolo’. Annusa le sue dita le porta sulle labbra, guardando me, guardando Anna, che &egrave presa da uno strano tremore. Si alza di scatto e raggiunge il bagno.
E’ chiaro che &egrave lui che conduce il gioco. Tra i tre &egrave quello che si trova più a suo agio.
Rimasti soli, prima del tuo ritorno aggiunge: ‘Non ti preoccupare, Anna ha bisogno di questo’ le sue fantasie la portano a voler essere presa da tutti e due’. Insieme’. E ancora di più’ ad essere presa da me’ con te presente. Con te che la guardi, con lei che ti guarda’ Se vuoi’. Stasera puoi farla felice.
Finiamo la cena, fa lo splendido, si offre di pagare, ma non glielo permetto. Poi usciamo, ‘Andiamo con la mia macchina, facciamo un salto da me, poi vi riporto qui, tieni le chiavi Stefano, guida tu sono stanco, tu Anna’. Sali dietro con me.’
Mi da l’indirizzo’. Partiamo’ nello specchietto, li vedo parlottare’ lui le bisbiglia qualcosa nell’orecchio, la sfiora, la tocca’ Anna sembra paralizzata, il suo sguardo &egrave fisso nello specchietto retrovisore, i nostri sguardi si incrociano per un po’. Poi sento lui armeggiare con la cintura’ si sta sbottonando i pantaloni. ‘Vieni Anna’. Guarda in che stato di eccitazione mi hai messo’. Vieni’ ‘O Dio’. Stefano che cosa vuoi che faccia’.’ Ma non attende risposta’.. vedo la sua testa abbassarsi’ la perdo dalla visuale’. Sento solo il rumore osceno della sua bocca piena del suo cazzo’
Sarà una lunga notte questa’ perversa, tremenda ma magnifica notte’. Per diversi lunghi minuti, l’unica cosa che mi circonda sono i loro lamenti, i loro gemiti’ non resisto, con una mano stringo forte il mio cazzo da sopra i pantaloni, appena posso mi volto per osservare la situazione. Anna ha il vestito completamente tirato su, le gambe oscenamente aperte, vedo la sua testa andare su e giù, una mano di lui sulla sua testa, l’altra tra le sue gambe.’ ‘Stefano &egrave enorme’ voglio mangiarlo, ingoiarlo’ posso?’ mi chiede Anna. La situazione &egrave irresistibile, il dottorino reclina la testa all’indietro, ha dei sussulti inconfondibili, le sta inondando la bocca’ Anna si rialza, mi guarda, e mentre con le dita si ripulisce il mento, probabilmente di qualche ultima goccia’ le porta alla bocca e mi sussurra ‘Fermati amore voglio salire davanti adesso”
Accosto, lei sale davanti e senza darmi un secondo di tempo per respirare mi assale infilando la sua lingua nella mia bocca. La sua lingua risulta salata, impiastrata del suo seme, mentre mi bacia nervosamente mi slaccia i pantaloni, stringe il mio sesso tra le mani, ne constata l’eccitazione. ‘Ora tocca a te amore mio’ unisci il tuo seme al suo, in modo che io vi possa avere entrambi.. si abbassa su di me, lo bacia, con affetto, con venerazione, con amore, e poi lo ingoia. Le mie mani si introducono da dietro nelle sue mutandine, scosto la striscia di tessuto che mi separa dal suo buchino, il vestito completamente tirato su sulla schiena. E’ un attimo, un lampo, mi giro verso di lui’ ci guardiamo negli occhi e lui capisce il mio desiderio. Scende, apre lo sportello, si inginocchia dietro di lei, &egrave coperto ora, ma nel momento in cui lui appoggia la sua lingua sul culo, lei lascia per una attimo la presa, spalanca occhi e bocca.. ‘Oddio Stefano’.. ora impazzisco’. Finalmente vi ho insieme’. Si rituffa sul mio cazzo, ansimando, completamente in estasi. Lui la sta ancora leccando mentre con un dito la penetra. Sono momenti interminabili. Poi lui si alza’.. stringe in mano il suo bastone di carne, ne intuisco le intenzioni, e mentre Anna ha completamente ingoiato il mio sesso, allungo le mie mani, cercando di allargare il più possibile il suo sedere. Anna intuisce, cosa accadrà da li a breve, si stacca, e girandosi un secondo l’avverte’. ‘Fai piano all’inizio’. Altrimenti mi spacchi’. Ma poi inculami’.. inculami a sangue’.’
Mi bacia di nuovo, mi guarda fisso negli occhi, vuole che non perda un attimo di questo momento fatidico, e mentre lui punta il cazzo sul suo culo, ho letto la nostra storia nei suoi occhi’.. ‘Fai piano ti ho detto’.. ce l’hai troppo grossooooo”’ Mi guarda un ultima volta, leggo il suo amore per me, mi trasmette un messaggio che al momento non comprendo. Ridiscende su di me, ora ha il possesso finalmente di entrambi’. Il piacere che prova deve essere immenso, sento le sue contrazioni, mentre ad ogni spinta di lui Anna &egrave costretta ad ingoiare completamente il mio cazzo. Credo che gli orgasmi di Anna si siano ripetuti infinite volte, mentre completavamo il percorso iniziato da qualche settimana. Mentre mi appresto a venire nella sua bocca, mentre lui si appresta a riempirle il culo di sperma bollente, comprendo finalmente il suo sguardo. Capisco che non abbiamo più bisogno di lui, non abbiamo più bisogno di nessuno, perché tutto &egrave in noi, tutto quello che cerchiamo, ogni sogno, ogni fantasia, ogni perversione. E so che tu, mentre raccogli il suo sperma che fuoriesce dal tuo culo aperto, mentre mi porgi le tue dita offrendomi il succo capace di dissetare la mia sete, ansiosa di darmi quest’ultima prova di accettazione, stai pensando alla stessa cosa, so che non aspetti altro che sentirlo dalla mia bocca, di vederlo nella mia bocca. Mentre godo, mentre al culmine del piacere ognuno di noi raggiunge il suo piacere, tutto sparisce intorno a me, tranne te, tranne me, il tuo centro dell’universo, il mio universo. Più di un mese &egrave passato da quella sera, e tra noi tutto &egrave tornato come prima, ci amiamo’ ci siamo sempre amati, e quella esperienza particolare &egrave stata cancellata dai nostri discorsi, dai nostri sguardi, forse non dai nostri pensieri. Ma quelli si fa presto a sotterrarli, a nasconderli, dietro a sensi di colpa e paura. Si paura, paura per qualche cosa che &egrave stato emozionante, eccitante ma non gestibile da me e da Anna. Lei ha cambiato addirittura il suo giro di clienti, ha escluso la sua Azienda, in modo da non dover essere più costretta a passare da lui, a dover rientrare in quell’ufficio, a dover rincrociare quegli occhi.
Le sere nella nostra stanza, abbracciati o intenti a fare l’amore ci trovano innamorati e complici ma senza nessun riferimento all’altro.
Questo &egrave quello che spero? Questo &egrave quello che desidera Anna? La muta domanda non esce dalla mia bocca, non sgorga dai suoi sguardi’.
Poi improvvisamente una sera la novità. ‘Riprendo il giro del dottorino’
Perché? Silenzio’.. un lungo silenzio tra noi, un silenzio nel quale io e lei ci siamo fatti mille domande e ci siamo dati mille risposte.
‘Cosa penseresti se ti dicessi che ho voglia di vederlo? Sentire l’emozione di essere nel suo ufficio”
Pensavo fosse una storia finita’
‘Lo pensavo anche io’. Ma negli ultimi giorni ci penso’..non lo so’. Non so come la prenderà lui’ forse ho bisogno di contattarlo prima tu che dici?’
Mi stai chiedendo il permesso Anna? Cosa vuoi che ti dica’ Tu sai tutto di me’ sai quanto soffrirò per questo, ma sai anche quanta voglia ho di dirti di si’ di chiamarlo’ di andare ancora da lui, per vivere insieme emozioni imparagonabili.
‘Ti dico la verità’. Mi ha chiamato pochi giorni fa, era giù di morale’ una discussione con la moglie, aveva voglia di parlare, siamo stati un bel po’.. e da qui &egrave nato la voglia di rivederlo, lui mi ha chiesto se avessi voglia di uscire.
Ma ho preferito non prendere impegni con lui’ e si &egrave un po’ risentito. Ora non so cosa fare’.
Le cose giravano in modo che fossi io l’ago della bilancia, un mio rifiuto avrebbe chiuso definitivamente questa storia, ma un mio assenso avrebbe aperto le porte dell’inferno e del paradiso per me e per Anna contemporaneamente.
Sai cosa potresti fare’.. mandagli una tua foto’ questa che mi hai mandato dal bagno l’altra mattina’
‘Ma’. Vestita così? Solo con l’intimo?’ Si poi gli dici che ti sei sbagliata’. mi sembra un buon modo per riallacciare un contatto.
‘Oddio’. Ho una voglia irrefrenabile di mandargliela subito’ Voglio rivederlo, ne sento il bisogno’
Non hai paura delle conseguenze? Non hai paura di innamorarti di lui?
‘No, io amo solo te’. Ma con lui &egrave diverso’. Sai, ti ricordi l’ultima sera in macchina, non ne abbiamo più parlato. Ma io non ho più dimenticato quei momenti’ tu’ lui’ insieme. Mi ha fatto male sai? Tanto’. A casa poi’ mi sono trovata del sangue’. E quando l’ho visto mi sono eccitata di nuovo. Non potrò mai dimenticare il potere che aveva su di me. Poteva chiedermi qualsiasi cosa’ so che lo avrei fatto, per lui’. Per te. Poi ho ripensato a te, mentre leccavi le mie dita intrise del suo sperma, non ho potuto far altro che toccarmi, infilare le dita nel culo e poi in bocca pensando a lui, pensando a te’.
B&egrave Anna’ se lo rivedrai’ voglio sapere tutto’ voglio essere con te, anzi voglio essere te. Voglio fare l’amore con te anche quando sei con lui, perché io e te siamo una cosa sola’ e se tu lo vuoi io lo voglio, se io lo voglio tu lo vuoi.
Vedi’ la differenza &egrave tutta qui: lui può chiederti qualsiasi cosa e tu saresti disposta a farla. Io non devo chiederti niente’ e tu nemmeno’. Noi siamo e basta.
Adesso ti legherò’. Ti benderò’. Ho voglia di fare l’amore con te, ma tu potrai materializzare chiunque’ quando sentirai il mio respiro, quando sentirai le mie labbra, quando inizierò ad accarezzarti i seni, tu potrai immaginare che sia io’ oppure il tuo dottorino’ Quando insinuerò la mano tra le tue cosce, quando ti costringerò ad aprirle’ quando il mio dito comincerà a scorrere sul tuo clitoride’. Quando non sarai più capace di trattenerti, mentre l’eccitazione vincerà ogni tua resistenza, tu potrai farmi un solo nome’. Uno solo’. Ed io saprò se hai ancora voglia di giocare con me.
Voglio sentirti godere’ riempirti la bocca di sperma, fino a farti soffocare.
Ti ho bendata’. Legata’.. facendoti fremere ad ogni carezza’. Ho visto le tue labbra socchiudersi, mugolare parole sconnesse’ mentre la tua lingua era protesa a cercare il cazzo che doveva saziarti. Mi spoglio e il mio membro ti accarezza il collo, le guance’ ne senti l’odore, vorresti toccarti, ma hai le braccia immobilizzate, puoi solamente dimenarti e gemere, ‘Scopami’ implori’. ‘Scopami ancora dottorino’.. ti prego’. Fammi godere’ ‘ Sono le parole che aspettavo, infilo il mio cazzo nella tua bocca’ afferro la tua testa la tengo stretta mentre riverso nella tua gola il mio seme, inondandoti. ‘Ancora’..’ mugoli, mentre le mie dita affondano nella tua fica turgida, e dilatata’. Le sento fradicie. Senti montare l’orgasmo, stai godendo’ondate di piacere si fanno strada in te, dentro e fuori e di te. ‘Siiiii vengo amore’. Vengo Stefano’..’ in quel momento tolgo la mano’ e incollo la mia bocca alla tua fica, la mia lingua dentro di te. ‘Godo’godooo’ e mentre ripeti quella parola sento i tuoi umori nella mia bocca che ti sta succhiando.
Gemi ancora e mentre l’orgasmo va spegnendosi, mi stacco da te, salgo alla tua bocca e ti bacio sulle labbra.
Amore’. Spedisci la foto’.

Era durata lo spazio di una serata la mia sicurezza, la mattina dopo ero pieno di dubbi. Perché avevo incitato Anna a spedire la foto, ero amaramente pentito, ce l’avevo con me, ce l’avevo con Anna che non sembrava desiderasse altro. Chissà se lo aveva già fatto’. Chissà come aveva reagito lui, forse la stava guardando, forse stavano chattando, parlando, ogni volta che avevo guardato whatsapp stamattina, Anna era online, non le avevo scritto, ero tentato di farlo’. Ma il pensiero che lei fosse con lui, aveva un sapore’. Un sapore amaro, che lentamente avvelenava la mia mente, che faceva sanguinare il mio cuore. Maledetto imbecille!! Perché’. Perché l’avevo spinta di nuovo tra le braccia del dottorino. Finalmente prendo coraggio’. Le scrivo che fai?
Passa un po’ di tempo prima che risponda’ gioiosa, ignara del dramma che sto vivendo.
‘L’ho fatto sai? L’ho mandata’.’
Davvero? ‘Certo Stefano’ non giocavo mica ieri sera, &egrave da stamattina che mi tempesta di messaggi, mi vuole vedere, subito, io lo sto tenendo sulla corda’.. ma sono eccitatissima’
Dove sei? ‘A letto’. Sono rimasta a letto’ Sai che vuole altre foto’ Scusa mi sta scrivendo’
Ecco’ in fondo me la sono cercata’. Era quello che volevo io’. Era quello che voleva Anna’. Che quasi gode del piacere di raccontarmi gli eventi.
E’ un piacere il suo dirmelo, ma nonostante il dolore &egrave un piacere il mio ascoltarlo.
‘Vuoi leggere cosa gli ho detto che gli farò appena entro nel suo studio?’
E’ tornata, ‘si’ dimmelo scrivimi’.
‘Mi piacerebbe toccarti, metterti le mani sul tuo petto, sentire il tuo battito, avvicinarmi. Spingerti dolcemente sulla sedia, appoggiarti le mani sulle spalle e guardarti negli occhi, naso a naso. Un bacio. Due baci. Leggeri. Un bacio lungo, caldo, avvolgente, le lingue si intrecciano, si rincorrono una nella bocca dell’altro, la passione che cresce insieme al tuo cazzo sotto di me. Mi piacerebbe stringerlo, toccarlo, farlo mio, subito, ora, senza riguardo ma no” con calma, non voglio avere fretta. Non bisogna trascurare nulla, nessun centimetro del tuo corpo che freme. A cavalcioni su di te ho il pieno controllo, io dono il ritmo di questa danza. Scendo con le mie labbra, leccano il collo e vanno a cingere un lobo.. succhiano e mordono.. una mano scende e va a lottare con la cerniera dei jeans.. la bocca prosegue la sua discesa e va a mordicchiare i tuoi capezzoli turgidi,.. la lingua descrive movimenti ampi intorno al tuo ombelico.. con la mano, riesco a sentire attraverso i tuoi boxer la voglia e l’eccitazione che queste attenzioni ti hanno procurato, &egrave gonfio, ma non al meglio, le mie mani si posano sui tuoi fianchi, afferrano l’orlo dei pantaloni e li fanno scivolare verso il basso, inizio a massaggiarti attraverso i boxer. Lo sento e lo lecco mentre ti guardo, voglio vedere il tuo viso poi abbasso anche i boxer, mettendo a nudo il tuo magnifico cazzo che si erge davanti a me. Ti faccio aprire le gambe e mi accoccolo in mezzo, ritorno a leccarti l’ombelico, su e giù, mi sposto lungo la gamba verso l’interno coscia e ti mordicchio succhiando a tratti. Il tuo cazzo ora inizia ad essere minaccioso: la cappella turgida fa capolino mi avvicino e con la punta della lingua lo assaggio” mi piace’.. mi piace e sento un calore scorrere tra le mie gambe. Mi sposto sotto e ti lecco il buchetto, prendo in bocca le tue palle, le succhio, mi concentro su quello, mentre sento che la tua asta trema perché vuole essere presa, toccata, leccata, succhiata’lo faccio, per tutta la lunghezza, arrivo alla cappella già bagnata dai tuoi umori. La lecco e la prendo tra le labbra e da dentro descrivo con la punta della lingua piccoli cerchietti, mentre con le mani faccio andare su e giù la pelle. Lo sento mio, in mio potere. Tiro via una mano e il tuo cazzo entra nella mia bocca, lo sento toccare il palato e aiutandomi con delle spinte sempre più profonde, me lo faccio entrare tutto’.. i tuoi gemiti ripagano i miei sforzi, sento la tua mano sulla mia nuca che accompagna il movimento. Vieni così ‘. con un lungo sospiro, inondandomi’. come se in quel liquido fosse racchiusa tutta la tua voglia per me. Mi piacerebbe sentire i tuoi baci sul collo, sul petto, sul seno, le tue labbra che cingono sicure i miei capezzoli duri e succhiano’ la lingua che li bagna e gira vorticosamente intorno a loro. Intanto le tue dita mi accarezzano tra le gambe. Le schiudo e sento la tua mano calda che mi tocca, gemo, fremo. Mentre le tue labbra coprono la mia pancia, le tue dita aprono con delicatezza le mie grandi labbra e vanno a toccare la mia fica umida, dischiudo le gambe per permetterti ogni movimento’. la tua bocca scende, la sento vicina, sento il tuo alito: sei tra le mie gambe ed &egrave li che ti vorrei sempre avere. Mi tocchi e mi apri, mi accarezzi sento i tuoi denti. Vuoi farmi aspettare e te la prendi comoda. Mi mordi voluttuosamente e dolcemente. Poi la lingua, oh’.. la tua lingua la sento scorrere, gonfia, ruvida va a cercare il clitoride, lo trova e piano lo lecca, lo circonda. Dio quanto mi piace, la mia schiena si inarca, le mie mani si chiudono, gemo. Con due dita inizi a muoverti in me piano, dentro e fuori, stai leccando selvaggiamente. Mi provochi degli spasmi alle gambe che tremano’. Continua” continua, continua” il mio cuore batte all’impazzata e sento che ci sono vicina, vicinissima’ lo sento che arriva travolgente non vorrei farlo, ma le mie gambe si chiudono sulla tua testa e ti tengono finch&egrave le ondate di adrenalina non finiscono. Sento gli umori che colano e rendono tutto scivoloso. Mi corico di fianco a te e ci abbracciamo soddisfatti.’
‘Ti piace Stefano? &egrave questo che volevi no?.. lo sai che &egrave come se lo avessi fatto’. Ora’ con lui’. davanti a te’.’
Non so quanto reggerò ancora tutto questo’. Troppo dolore’ Mentre in macchina inebetito constato la mia eccitazione’.

‘E no Stefano, adesso non puoi venirmi a dire queste cose’. Sei stato tu in fondo a volerlo, sei stato tu a farmelo desiderare’ sognare, e ora mi vieni a dire di lasciare perdere tutto? Non ho l’intenzione di tornare sui miei passi’ Stefano io voglio bene a te’ ma lui’ lui &egrave entrato nella mia testa’. &egrave una ossessione, voglio rivederlo’.
Questa era la situazione’ questa era quanto aveva prodotto il nostro sogno, l’amavo così tanto da impazzire dal desiderio di vederle ancora sul viso quella espressione di piacere puro disegnato sulla sua bocca, nei suoi occhi, ma ne soffrivo allo stesso tempo.
Spiegami almeno perché’ abbiamo già giocato con lui, ci &egrave piaciuto, mi &egrave piaciuto’ ma adesso forse sento che la cosa mi sfugge di mano, non riesco più a controllarla. La paura di perderti supera il piacere di saperti presa da un altro’ Saperti tornare da me con ancora il sapore del sesso dell’altro’ Cosa altro ci può dare questa storia?
‘Sai perché lo voglio? Perché adoro vederti così principalmente’ non so spiegarti’. Ma quando te ne parlo, mi eccita scendere nei particolari, quasi che vederti soffrire sia per me fonte di piacere. Sogno di farlo perché &egrave capace’ dotato’ un bell’uomo certo, ma se non ci fossi tu’. Non credo mi interesserebbe.
Ho mille fantasie quando ci penso’. Sai una cosa che mi fa morire? Pensare a lui dietro di me’ che mi prende’ nel culo’. E tu davanti a me, mi guardi’ ti avvicini, scendi sotto di me, e inizi a leccarmela’.. mentre l’altro’. O Dio’. Mi eccito solo al pensiero. Lo faresti? Se te lo chiedessi lo faresti? La tua lingua a pochi centimetri da quel cazzo che mi incula, il suo e il mio piacere che cola direttamente nella tua bocca.’
Anna se tu vuoi’. La tua fantasia &egrave la mia, ma teniamola qui’ nel nostro letto, se vuoi posso fare ogni cosa per te, ma non sono pronto per farlo davvero.
‘Eh no’. Ti voglio insieme a lui’ dimmi se lo farai, o se vuoi che vada da sola. Ti prometto che sarò brava, ti racconterò tutto’ ma non voglio più resistergli, non posso più resistergli. Sono eccitata solo al pensiero di quella grossa cappella’ quando lo tirerà fuori dai pantaloni, quando prenderà la mia testa e la spingerà giù verso quel bestione che si trova tra le gambe.
Voglio sentirlo ingrossare e pulsare nelle mie labbra, sentire il getto caldo dello sperma scendermi nella gola, sentire i suoi schizzi’. tanti’. da non riuscire a trattenerlo. Vuoi questo amore? Vuoi che torni a casa come la prima volta’. piena di lui’ per sentire la tua lingua sulla mia fica gonfia, per sentirla riempirsi del suo seme, del mio piacere, per poi fare l’amore insieme? Mentre ti racconto ogni più piccolo particolare, ogni dettaglio’ Questi pensieri ed altri mi eccitano’. Ho scoperto questa nuova parte di me, che non conoscevo, mi eccita essere autoritaria con te, farti soffrire, farti morire, obbligarti ad ogni umiliazione, per poi ritrovarci con un semplice sguardo. Mi piacerebbe venissi sotto lo studio, mentre io sono su, di sera, lasceremmo la luce accesa. Mi farei portare alla finestra, incollare il viso al vetro e mentre lui si occupa di me, mentre piega definitivamente le mie resistenze, mentre schiaffeggia il mio culo nudo, tu potrai guardarmi’ potrai intuire’. potrai immaginare.’
La guardo’. Cerco di capire quanto di vero ci sia in quello che mi sta raccontando, e non riesco a capirlo, scorgo uno sguardo malizioso, quando i suoi occhi cadono sulla mia eccitazione’ evidente, che non lascia dubbi sulla mia incapacità di resistere a lei, alla sua sensualità, alla sua trasgressione. Sono totalmente schiavo della sua mente a tal punto che desidererei ora sollevare la sua gonna, accarezzarla, per vedere la sua fica violata da lui. Mi sento svenire, ti voglio adesso’ Anna, adesso’ avvicino la bocca alla tua, ti lecco le labbra, il viso, mentre ti stringo a me.
Sono perdutamente innamorato di te, e consapevole che tu sia la donna della mia vita. Perché con te ho trovato la forza di raccontare me stesso, non so se me lo chiederai ancora’ ma se lo vorrai’. verrò sotto di te’. Ti leccherò’. Ti accarezzerò’ ti asciugherò, vi asciugherò, ti amerò come nessuno potrà farlo mai.
‘L’Azienda mi offre la possibilità di riprendere contatti che non seguo da un po” tra questi c’&egrave anche la sua Azienda, Stefano che dici? potrei così cogliere l’occasione per rivederlo forse togliermelo dalla testa, chissà”. Non ero stata molto convincente, lo leggevo nello sguardo di Stefano, combattuto tra il netto rifiuto e la voglia di trasgredire.
Facciamo così se ti accompagno io, si può fare. Ti aspetto fuori al massimo, in sala riunioni, ma da sola non ti ci mando, in fondo lo hai lasciato senza spiegazioni, cambiato giro, potrebbe essere risentito’. No, o vengo anch’io o non se ne fa niente.
Accetto’ non ho scelta, lo chiamo, spiego il mio desiderio di rivederlo nella maniera più neutra e professionale che posso ma sono un vulcano di emozioni. E’ galante, affabile come lui sa fare e mi fissa un appuntamento per l’indomani mattina.
La mattina sono agitata, Stefano con tenerezza cerca di calmarmi, nonostante la sua posizione &egrave molto più sicuro di me, &egrave certo mio complice lo &egrave sempre stato e non ha insicurezze sembra. Io invece sono piena di dubbi, gli piacerò ancora? Come mi vesto’.. che intimo scelgo. Sono in ritardissimo quando partiamo da casa. Arriviamo nelle vicinanze dell’ufficio senza scambiare molte parole, anche se fra di noi sento la tensione salire, siamo assorti negli stessi pensieri, ma nessuno dei due ha il coraggio di manifestarli. Quando vedo la targhetta dell’ufficio, un languore mi assale, entriamo, ma ci sono diverse persone che attendono, forse rappresentanti, forse clienti, imprenditori. Poi la porta del suo ufficio si apre ne esce una signora, e dietro, lui’ il dottorino, alto abbronzato, mentre saluta mi scorge, il suo sguardo indugia su di me. Mi sento a disagio, mi sento nuda, poi rientra chiudendo la porta. Io mi rigiro sulla sedia, quello sguardo inquisitore mi ha dato una sensazione molto bella, mi sento uno strano languore allo stomaco e un principio di calore fra le gambe. Passa un po’ di tempo e poi la porta si apre di nuovo, e resto paralizzata dalla sorpresa, intravedo all’interno il collega che ci aveva accompagnato tempo in dietro al cinema, saluta l’ultima cliente, mentre mi guarda con insistenza, poi rientra. Mi giro stupita verso Stefano, che non percepisce la mia preoccupazione. Ormai sono rimaste solo due persone, cerco di non pensare alla strana situazione che sto vivendo, prendo un giornale ma non riesco a leggere, Stefano si &egrave alzato e cammina nervosamente su e giù. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Nel frattempo le due signore che erano insieme finiscono l’incontro, e sulla porta lui mi chiama ‘Venga Anna’ mi porge la mano, quando mi tocca’. Una piccola scarica elettrica attraversa il mio corpo’ ‘Suo marito aspetta fuori vero?’ lo dice con un lieve sorriso sul volto’. La mia fica reagisce con un aumento di umori che m’innervosiscono ulteriormente. I nostri sguardi s’incrociano, i suoi occhi neri’ penetranti sembrano raggiungere il mio essere in profondità. Entro, ‘Il dottor Marchetti lo conosci già vero? Oggi &egrave qui perché stiamo lavorando in un progetto comune, siediti” Accenno un saluto mentre la porta si chiude alle mie spalle.
‘E’ bene che tu sappia che dall’ultima volta che ci siamo visti, l’azienda sta cercando partners in diversi paesi del mondo’..’ e tutta un’altra serie di informazioni che per lo più mi sfuggono, non capisco più nulla, solo il suono della sua voce calda e sensuale sta facendo effetto su di me, la mia fica si contrae ritmicamente per proprio conto, mi sto eccitando, e non vorrei, ho timore che se ne accorga, che figura ci faccio!!
‘Adesso tocca a te, spogliati di ogni titubanza e presentami la tua offerta’ anzi, presentacela, perché il Dott. Marchetti &egrave molto interessato, direi quasi eccitato’, Mi afferra per un braccio, mi colloca tra di loro’ ho davanti a me lui, l’altro di fianco che mi guardano ammirati.
Rimango in silenzio per qualche attimo poi comincio ad esporre.. non so cosa, come richiesto. ‘Rilassati’ mi sussurra in maniera molto professionale, sembra intuire il mio disagio, la mia inquietudine, mi parla normalmente mi fa domande sciocche alle quali rispondo automaticamente. ‘Vieni a vedere’ avvicinati’ dice al Marchetti. Ora sono vicinissimi, troppo vicini, le loro mani mi sfiorano, mi toccano sono 4′ mi sto eccitando’. Dio’ ho paura che si veda. La voce calda e profonda di lui mi rilassa, mi aiuta sopportare bene la situazione che alla fine mi eccita anche. ‘Alzati’. Io eseguo, si avvicinano di nuovo, mi sfiorano dietro le ginocchia, in modo sensuale. Fatico a tenermi in piedi. ‘Spogliati mi ordina’ mentre lui indossa dei guanti di lattice’ io obbedisco, si avvicina’. Prende le mie mutandine’. Sono bagnate” con un tocco dolce mi sfiora’.. Sono perduta” Stefano’.. Stefano’.. sono perdutamente nelle sue mani, le sfila e il contatto con la sua mano mi fa chiudere gli occhi.
‘Anna rilassati” Si sono abbassati, davanti a me davanti alla mia fica, stringo le labbra, per non urlare il mio piacere.
Sono scossa da continue vibrazioni, mentre le loro mani risalgono, non riesco più a controllarmi, sto andando via di testa. Due dita si insinuano dentro di me, regalandomi un piacere dolce, intenso, poi le dita diventano tre, quattro. Tenta di far scivolare l’intera mano all’interno della mia fica, che si oppone per quanto bagnata. La loro camicia &egrave aperta, sbottonata, e sotto la stoffa dei pantaloni, vedo delle evidenti erezioni. I loro visi ora sono vicini alla mia, ‘dai rilassati, lasciati andare, vedrai che non resterai delusa.’ Io sono in un tale stato di eccitazione che non mi oppongo a nulla, le bocche vicinissime alla mia, e quando le labbra toccano le mie, il mio corpo si arrende al piacere del contatto. La lingua entra in me, io la succhio, in un bacio che mi fa impazzire, poi le loro mani prendono le mie e le portano al loro pacco di carne che nascondono sotto i pantaloni. Il solo contatto mi regala una scarica tale che ”. Stefano’. Prendo un attimo di pausa, sei sempre il mio amore, ma ora devo venire’
Mentre uno mi bacia, l’altro &egrave sceso tra le mie gambe, mi sta leccando, le cosce e sempre più si sta avvicinando alla fica, Stefano intanto ha aperto i suoi pantaloni, e quando tira fuori il suo meraviglioso cazzo, resto senza parole, mi mette la mano sopra, lo sento già duro, caldo’.. lungo’. Mi spinge verso il basso, lo avvicina alla bocca, la sua grossa cappella si insinua dentro. ‘Dai leccalo, succhia, succhialo bene’.’ Mi incita. Intanto anche Marchetti si &egrave spogliato, anche lui ben dotato, meno grosso’. Ma altrettanto lungo. A questo punto sono in preda ad un sogno erotico, non vedo l’ora di sentirli dentro, il pensiero che tra me e Stefano ci sia solo una porta a separarci non fa che aumentare a dismisura il mio piacere. Vorrei che vedesse’. Vorrei che fosse qui vicino a me’. Magari a stringermi la mano’. Ad accarezzarmi. ‘Dai, scopala!’ ordina Stefano, e subito l’altro mi spinge verso la scrivania, si posiziona tra le mie cosce, si appoggia sulle labbra della mia fica ormai allagata, e con un colpo deciso entra. ‘Ssiiiii daiiii ‘. Spingimi il cazzo dentro fino in fondo’.’. Entra cosi deciso che provo un misto di piacere e dolore, vorrei urlare, ma penso a Stefano’. Mentre Stefano si avvicina di nuovo alla mia bocca, mentre se ne impossessa, col suo membro minaccioso, incita l’altro’. ‘Dai scopala, scopala bene, sbattile dentro il cazzo, che così la prepari’. Voglio sfondarla oggi’. E’ violento il suo linguaggio, dovrei essere risentita, ma non posso, sono parole crude, mi trasmettono un brivido di paura, ma anche un forte desiderio di non volere altro.
Si scambiano un segno di intesa’. E subito scambiano anche posizione, dopo tanto tempo mi ritrovo lui’ riconosco chiaramente la sua cappella’ aprirsi un passaggio tra le grandi labbra, mi dilata a tal punto’ mi procura un piacere così intenso che dalla mia bocca escono parole che in vita mia non ho mai detto mentre facevo l’amore. Lui affonda dentro me, mi apre, e quando sento il suo inguine toccare il mio corpo realizzo che &egrave tutto dentro di me. ‘Vengooooo dai sbattimi forte’. Siiiii’. Lui non si fa pregare, entra ed esce con un movimento che mi uccide, ad ogni affondo sono sconvolta continuamente da scariche di piacere intenso, continuo, vengo a raffica senza più nessun controllo. Poi mi solleva, si sposta lateralmente alla scrivania, mi tiene su con le sue forti braccia, mi solleva, io sono impalata su di lui. Quando mi lascia scivolo sul suo corpo fino a infilarmi tutto il cazzo dentro, ripete alcune volte la cosa, e io ogni volta vengo scossa dal piacere, intanto Marchetti si posiziona dietro di me, lui si distende un poco sulla scrivania e io resto alzata, con metà del suo cazzo dentro. Sento le sue mani aprirmi il sedere, poi la cappella di lui si fa strada nel mio culo, resto perplessa un momento, poi lo incito ‘daiiiii ‘ si si siiiiii ‘ daiiiii si dai mettilo dentro’. ‘Vienile nel culo così lo prepari per me,’ ordina Stefano. E lui m’infila il cazzo dentro, fino a che non sento il suo corpo aderire al mio, in quel momento incomincia a pomparmi di brutto, io sono sconvolta da innumerevoli orgasmi. Perdo la cognizione del tempo, loro mi sbattono a loro piacimento, poi lo sento accelerare il ritmo e poco dopo si svuota dentro, ‘si si siii ‘ eccomi vengo!!!! ‘ vengooooo’. Mi sembra di ricevere una lingua di fuoco nel culo, ma raggiungo l’orgasmo nel suo stesso momento, io pure ‘. ‘vengo!!!”’ esce dal culo, il dottorino mi rigira, mi fa appoggiare le mani alla scrivania e prende a sbattermi da dietro con tale forza che quando entra mi stacca dal pavimento. Intanto il socio si posizione dall’altro lato della scrivania, ‘succhia, succhiami il cazzo, fallo restare duro che voglio scoparti ancora.’ Detto questo, mi pianta il palo in bocca che non mi sembra calato di molto. Andiamo avanti per un poco così, poi lui dice ‘ sono pronto’, in effetti, il suo cazzo &egrave tornato perfettamente duro. Mi solleva, si gira e si appoggia, l’altro si posiziona davanti, non realizzo cosa vuole fare fino a quando non lo sento accoppiare il suo cazzo all’altro ed entrambi entrare dentro di me, ‘no no no no ‘ dai no’. non c’entrano’.’ le mie proteste sono subito smentite dalle due cappelle che prepotentemente entrano in me ‘piano ‘. si così ‘. si’.. dai siiiii ‘ haaaaaaaahhhh ‘. Vengooooo’ sono sconvolta. Quasi non mi rendo conto per quanto tempo mi scopano in due dentro la fica. Sento ancora accelerare il ritmo, ”.. si ‘ eccomiiiiii” e scarica dentro la mia fica orami a secco di umori caldissimo sperma ”. Siiii ‘ vengo!!’ grido pure io senza sapere dove trovo ancora la forza di gridare. A questo punto il dottore mi solleva e mi ridistende sulla scrivania, mi porta le gambe in alto fino alle sue spalle, e sfilato il cazzo dalla ormai apertissima fica lo pianta nel culo. Sento il palo sfondarmi l’ano, ma con calma, molto lentamente mi pianta tutto dentro, poi mi pompa con forza, con movimenti anche rotatori che mi procurano un piacere aggiunto al tanto che già provo, e quando accelera per venire, io pure sono pronta con lui ‘si eccomi, ti inondo il culo’.. schizzzoooooo ‘ urla, e io di risposta ‘dai daiiiiii che vengo!!!!!!!!!!!’ urliamo insieme, lui si sfila di colpo, sento tanto sperma uscire, si porta di lato e m’infila il cazzo in bocca ancora gocciolante, ‘dai bevi, lecca tutto.’ M’incita, e io mi infilo giù per la gola quel palo che ora ha dimensioni sempre ragguardevoli, ma che posso finalmente far entrare completamente. Resto distesa per un poco. Poi mi rivesto, ‘sei una donna stupenda, complimenti’ sentenzia il Marchetti, ‘per tutte le questioni non risolte incomplete se vuoi ripassare fra otto giorni saremo pronti.’ Io li guardo, ‘forse &egrave meglio dieci o dodici giorni’ rispondo scherzando, lui mi prende per mano, mi accompagna alla porta, sento lo sperma colare dentro le mutandine, ‘sono contento di averti rivisto, sei stupenda, vieni quando vuoi.’ e mi bacia sulla bocca. Esco, trascinando letteralmente le gambe, e vado da Stefano, mi si avvicina con la chiara voglia di abbracciarmi, ma io sono a pezzi, non avrei mai creduto di arrivare a questo punto, ho il culo in fiamme, la fica indolenzita e gonfia, la bocca mi fa male. Mi chiede dell’incontro ‘ &egrave stata dura, mi hanno analizzato a fondo, in maniera molto invasiva.’ Per tenerlo buono, lo guardo con occhi innamorati, si &egrave vero, non so spiegare il mio comportamento, lui in un attimo capisce’ capisce il mio dolore, il mio piacere’ la mia voglia di tornare a casa, di rimanere sola con lui, di abbracciarlo nell’oscurità, muti, fino a quando non mi chiederà, fino a quando potrò liberarmi’. di quello che loro mi hanno donato’ fino a quando potrò trovare sollievo sulla sua lingua, sarà tuo Stefano perché tu sei parte di me.
Si….siamo insieme in questo maledetto ufficio… Dove &egrave nato tutto…quante volte mi sono trovata in questo luogo da sola in attesa di entrare da lui…osservo le persone, immaginando come possa essere lui con il resto del mondo… ne sento parlare sempre bene, come fosse una sorta di Dio in terra, risolve problemi, da buoni consigli…&egrave così che dicono tutti!
Mi hai assecondata, ancora una volta….sei con me ora in questo luogo di perdizione….tutto mi sembra diverso con te, il luogo, le persone che spesso rincontro lì…. Dovrei entrare tra poco.. per fargli vedere una cosa che so essere insignificante….
Ti guardo, ti guardo negli occhi come forse non ho mai fatto prima…. mi assale una sensazione strana, quasi di malessere da un lato se penso che tra pochi minuti sarò lì dentro….dall’altro lato invece provo un grande amore, per questo uomo che sarebbe disposto ad assecondare ogni mia richiesta ogni mio desiderio….pur di restarmi accanto.
In questi pochi minuti ho immaginato cose praticamente impensabili per me prima di d’ora….io dentro il suo ufficio.. il suo collega….. insieme, ho un flash di quello che potrebbe accadere….in pochi secondi vedo quello che accade….tremendamente eccitante ma… terribile allo stesso tempo, non mi sento più padrona delle mie azioni, me ne sfugge il significato, mi manca il coinvolgimento mentale, non posso ridurre tutto solamente ad un fatto fisico. In quegli stessi secondi Stefano &egrave lì che si accorge di qualcosa, e senza dire nulla mi stringe forte la mano…come a volermi rassicurare…

“Il mio Stefano….&egrave per questo che mi sono legata in maniera così forte a lui…dal primo momento, dalla prima parola che mi ha detto ha saputo dimostrarmi l’uomo che &egrave, bello, intelligente, furbo…a volte scaltro, dolce, spregiudicato….sa essere tutto per me.. un amico, un amante, un grande giocatore… si lui adora giocare con me e adora farlo in qualsiasi modo….&egrave un complice perfetto!
Come non avrei potuto innamorarmi di un uomo così? &egrave una delle poche persone che spesso e volentieri riesce a farmi ragionare… Racchiude tutto ciò che una donna possa desiderare da un uomo!”

Con quella stretta così decisa così calda così piena di tenerezza capisco che io a quel gioco non voglio starci più….
Non abbiamo bisogno del dottorino per esistere!
Stefano questo lo capisce, mi legge negli occhi.. nell’anima….la nostra complicità ci ha sempre contraddistinto…..
Non ce n’&egrave bisogno ma mi escono lo stesso due parole rivolte a lui mentre non smetto di guardarlo negli occhi…”portami via”.
Il mio grande amore non se lo fa ripetere.. mi sorride, con il più bel sorriso del mondo, continua a stringere forte la mia mano e mi porta via….

Tienimi con te, stretta a te….tienimi nei tuoi sogni….

Vi ho già raccontato la mia storia con Anna, che credevo conclusa, sepolta.
La nostra vita scorreva felice e come sempre ci amavamo, ignari dei pericoli che la nostra esperienza precedente aveva instillato in noi. Quelle sensazioni provate.. sconosciute fino ad allora erano state troppo forti perché potessimo cancellarle definitivamente, lei aveva provato il piacere di sentirsi femmina oltre che moglie’ mamma, e senza quel retrogusto amaro che lascia ogni tradimento, quei sensi di colpa che arrivano dopo aver fatto sesso con un altro. Io, invece, avevo scoperto il fascino perverso di lasciare la mia donna tra le braccia di un altro. Lasciarla dominare’ standogli vicino, proteggendola, accudendola. Il dolore, il senso di vuoto provato si erano da subito trasformati in una eccitazione fortissima, avevo vissuto settimane come sopra una nuvola, sempre eccitato.. sempre pronto a far l’amore, sempre pronto a sapere.
Tutto questo, ritornando alla normalità della vita quotidiana, appagante e tranquilla quanto si voglia, mancava. Mancava ad entrambi, che non ce lo confessavamo, ne all’altro ne a noi stessi. Ma nei momenti in cui rimanevo da solo’. Quando avevo bisogno di eccitarmi, spesso le scene che mi scorrevano davanti agli occhi erano quelle dei suoi video, o quelle nella macchina all’uscita del ristorante dopo l’incontro con il dottorino.
Mi vergogno a dirlo, ma mentre le mie dita entravano in lei, mentre la mia bocca assaporava il suo sesso, mentre facevamo l’amore, cercavo sempre dentro di esso il sapore del peccato.
La mia angoscia era di parlarne ancora con lei, perché anche per me, era inammissibile questo desiderio di vederla tra le braccia di un altro ed essere allo stesso tempo l’uomo pronto a proteggerla, rassicurarla. Avevo insomma paura che lei perdesse stima di me.
Avevo voluto giocare con il fuoco’ ma forse mi ero avvicinato troppo, e per conoscere la verità fino ad in fondo forse mi sarei dovuto bruciare.
Avevo paura che il nostro rapporto ne risentisse, mi ero illuso che il nostro amore fosse in grado di sconfiggere questo demone che mi aveva catturato.. ma avevo bisogno dell’uno e dell’altro. I segnali erano inequivocabili, nella confusione della mia mente, scorgevo chiaro il mio desiderio di rivivere quel gioco erotico nato tra le nostre menti.
Non conoscevo fino ad in fondo i suoi pensieri, visto che evitava con cura l’argomento. Ero certo che non avesse più visto l’altro. Oltretutto aveva avuto una importante offerta di lavoro da una ditta concorrente, perciò tutto era cambiato’ tranne le nostre menti.
Ero catapultato in un contesto che mi faceva sentire vicino scrittori della mia gioventù. Come Goethe, Hesse, Sthendal e Tomas Mann raccontavano delle lotte intestine interne, delle prove alle quali l’uomo era sottoposto quando spirito e carne venivano in contrasto. Io mi sentivo alla stessa stregua in lotta fra l’uomo e il lupo che erano dentro di me.
Avevo trovato conforto anche nell’amicizia virtuale che qualche mio lettore mi aveva concesso dopo il primo racconto, ma niente mi faceva superare lo scoglio che si frapponeva tra l’amore per Anna e la voglia di vederla ancora posseduta, sodomizzata.. piena di un altro uomo, tra le mie braccia, tremante, mentre dettagliatamente mi raccontava ogni sua singola emozione.
Il problema era uno solo: a me mancava la sofferenza psicologica di un innamorato geloso.
Cosa mi fosse successo non lo so, non ero mai stato così nella mia vita, nei rapporti avevo sempre mantenuto una posizione dominante, ora non attendevo altro che bere dal calice amaro della gelosia.
Confesso che alcune cose mi spaventavano, delle immagini mi tormentavano, la sua fica piena dello sperma di un altro.. la mia lingua che si avvicinava titubante, era irresistibilmente eccitante. Avevo preso a masturbarmi frequentemente, assaggiavo il mio liquido seminale, lo passavo sulle mie labbra, scoprendone il piacere, gustandone il sapore, e mi piaceva, mi piaceva pensare che fosse dell’altro. Poi dopo ero preso da sensi di colpa.. fino a che questo non si ripeteva, aggiungendo ogni volta un particolare. Sarei stato in grado di farlo anche davanti a lui? Sarei stato in grado di’. non osavo pensarlo, mi rifiutavo di pensarlo’. di leccarlo’.. di leccarlo direttamente dal suo cazzo.
Credo che qualcosa cominciò a cambiare quando tra i suoi colleghi venne assunto un ragazzo di Firenze, lo chiamavano il Duca per i suoi modi eleganti, per la cura nel vestire. Non che Anna me ne parlasse più del dovuto, ma piccoli dettagli mi avevano fatto scattare un campanello di allarme.
Poi l’occasione giunse inaspettata: l’Azienda organizzò una convention in una nota località balneare, sarei stato così costretto a rimanere lontano da Anna per un paio giorni.
I preparativi per la partenza si svolsero in un clima di spensieratezza e colsi l’occasione per fare qualche battutina sui suoi colleghi e sul fatto che lei avesse l’occasione di essere sola.
‘Hai messo il tubino nero? Non scordarti le perle.. Ma viene anche il Duca? Lo conosci?’
‘E chi non lo conosce” mezza frase lasciata cadere li, ‘Ho visto anche il suo profilo su FB deve essere proprio un bel tipo quello’.
‘Ah”
Finì di riempire la valigia, osservai mettere con cura tutta la sua lingerie più bella, il mostro si faceva largo dentro di me, non seppi resistere: ‘Con quella roba addosso’.. credo che il Duca cadrebbe ai tuoi piedi’
‘Dici? Secondo te gli piacerebbe” un sorriso, uno sguardo indagatore, un bacio e poi via.
Da quel momento le sono stato vicino solo attraverso una chat’ Whatsapp, con la quale in poco tempo ci siamo scambiati una infinità di messaggi, con la quale sono caduto e risalito in cielo un milione di volte, con la quale’ b&egrave, ora ve ne farete un’idea.

Arrivata in albergo cominciammo a scriverci e poco a poco il discorso scivolò sul sesso, con giochi di parole, mezze frasi parlavo di me alludendo a qualcos’altro a qualcun’altro. Anna se ne rese conto, stava al gioco, cominciò a scoprirsi.
Anna: Ora sono arrivata….
Stefano: Dove….
Anna: In albergo!!!!
Anna: Mi sono spogliata nel frattempo!
Anna: Stasera prima cena, sono indecisa cosa indossare
(Segue una foto di una guepiere)
Anna: Se lo indosso poi dovrei mettere anche le autoreggenti….
Stefano: Assolutamente si
Anna: Sai che ci vuole un po’ per indossarlo.. ha tanti piccoli gancetti dietro….
Anna: però &egrave bello farlo! Mi piace!!
Stefano: Voglio vederti
Anna: L’ho levato…..
Stefano: perché
Anna: Spetta tel
Stefano: Chi ti telefona
Anna: Una mia amica. Vuole a tutti i costi convincermi a sedermi al suo tavolo stasera..
Stefano: Io ho una mezza idea che non sia una amica’, secondo me &egrave il tipo’.
Anna: Senti….. Vuoi eccitarmi?
Stefano: Si, possiamo farlo con lui se vuoi.
Anna: Allora si &egrave lui, &egrave da quando sono arrivata che mi stuzzica
Anna: Con lui….. ci stuzzichiamo e basta…..
Anna: Mi intriga però, mi manda messaggi..
Anna: E io nonostante tutto continuo a scrivergli…..
Anna: E a vedere il suo profilo su Facebook
Anna: Ehi rispondi….
Stefano: Disintegrazione del mio amor proprio…..
Anna: Vabb&egrave…..
Stefano: Vabb&egrave cosa…. vedi le sue foto…. così mi pensi?
Anna: Per conoscerlo meglio, per capire con chi ho a che fare
Stefano: Saggia…. prudente
Anna: E quelle foto rispecchiano esattamente la realtà
Anna: In alcune foto secondo me non &egrave tanto male
Stefano: Non aspettarti che ti dica di si
Stefano: Senti……
Anna: Senti che? Dai’
Stefano: Voglio sapere di più…. ma non farmi troppo male…..
Anna: Avrei voglia di farlo….
Anna: Di raccontarti tutte le emozioni
Anna: In ogni secondo…..
Anna: Posso dirti una cosa
Stefano: Dimmela
Anna: più ne parlo con te di lui….del momento….
Anna: più ho voglia di stare sola con lui.
Stefano: così puoi pensare a me…..
Anna: E sto sperando che mi scriva che sarà assolutamente al mio tavolo….
Stefano: Sono agitato…. e tu?
Anna: Tantissimo
Stefano: Sono eccitato…. e tu?
Anna: Quello con te sempre!
Stefano: E con lui……
Anna: Ho voglia di abbracciarti
Stefano: Forse sarei in imbarazzo….
Stefano: Un secondo… qualche secondo…..
Stefano: Poi sentirti tra le mie braccia credo abbatterebbe ogni ostacolo
Anna: Sarebbe così….
Anna: Mi sento vicinissima a te ora
Anna: Posso quasi sentire il tuo calore
Anna: E’ bello…. Mi piace sentirmi così
Stefano: sei di una dolcezza…. superiore a qualsiasi altra occasione
Anna: Ci sarà qualcosa che mi spinge a pensarle queste cose….a sentirle
Anna: E quindi a scrivertele
Stefano: E che &egrave difficile capirlo per me…..
Anna: Per me &egrave facilissimo!
Stefano: Secondo me sai come prendere le persone
Stefano: Ma la vera domanda &egrave
Stefano: Sanno le persone come prenderti?
Anna: Beh….forse…non lo so… Credo che faccia parte dell’indole delle persone
Anna: La maggior parte no….
Anna: Ma va benissimo così
Anna: Non mi importa
Stefano: Penso a quello che hai detto adesso…..
Stefano: A quello che hai detto prima. ….
Anna: Senti…..
Stefano: Dimmi
Anna: Visto e rivisto..
Stefano: Cosa…..
Anna: (video della guepiere)
Anna: però a me piace sempre
Stefano: Moltissimo, a chi non piacerebbe…..
Anna: Anche a lui secondo te….
Stefano: Ma lo stai riprovando ora….
Anna: Si lo sto togliendo ora….
Stefano: Stai scegliendo?
Anna: Lo mettevo mentre ero al tel
Stefano: Per lui…..
Anna: Non lo so……
Stefano: Ti piace pensarlo…
Anna: però voglio qualcosa di carino….
Anna: Mi dice che sono piccola….
Anna: Non voglio che lo pensi….
Stefano: Devi farglielo vedere allora….
Stefano: Vuoi?
Anna: Cosa il body o la guépi&egravere?
Anna: Completa però
Stefano: Dimmi se vuoi
Anna: Io credo di si….
Anna: Almeno mi piace pensare di indossarlo se dovessimo vederci
Stefano: Senza farglielo vedere….
Anna: Non perché voglio che succeda qualcosa, però….boh &egrave così
Anna: Riesci a capire? No mi sa….’
Stefano: Spiegami, lo indossi….
Anna: Allora….
Stefano: Lo hai sotto, vi incontrate’
Anna: Devi dire qualcosa ancora?
Stefano: Cosa fai?
Anna: Niente ti leggo….
Anna: E penso….
Stefano: Cosa
Stefano: Dai scrivi…
Anna: Fammi pensare…..
Anna: Penso che io non gli chiederò mai di poterci vedere da soli
Stefano: Lo so
Anna: Non posso farlo….
Anna: Ma spero tanto lo faccia lui….
Stefano: E tu cosa risponderai
Anna: La sai la risposta
Stefano: No
Anna: Si
Stefano: E indosserai quelle cose
Stefano: Insieme a me?
Anna: Si….
Anna: Sempre insieme a te…..
Anna: Per te….
Stefano: E se lui… le vedrà cosa farà?
Anna: Non lo so, sono confusa, tanto confusa
Stefano: Non mi vuoi più?
Anna: Cosa?
Anna: Ma stai scherzando spero!
Stefano: No voglio che me lo dici
Stefano: Se lui ti vede.. se tu glielo permetti. …
Stefano: Se tu sei
Stefano: (di nuovo il video)
Stefano: così davanti a lui
Stefano: Io….. dove sono
Stefano: Sarò sempre nel tuo cuore?
Anna: Dove sei sempre stato
Stefano: Nei tuoi pensieri?
Anna: Non solo
Anna: Tu sei sempre con me
Anna: Soprattutto in quel momento…..
Stefano: Io voglio sapere cosa provi
Anna: Se dovessimo incontrarci
Stefano: Mentre ti vesti per lui
Stefano: Cosi cosa immagini
Anna: Immagino che ci sia tu a guardarmi
Anna: Vorrei potessi farlo veramente
Anna: Mentre indosso l’intimo
Anna: Mentre mi trucco
Anna: Anche semplicemente mentre spruzzo il profumo
Stefano: Ti aspetterei anche al rientro…..
Anna: Poi se mi dai qualche consiglio sarebbe più bello ancora…..
Stefano: Consiglio?
Anna: Mi aspetteresti veramente?
Anna: Si si
Anna: Metti questo piuttosto che questo….
Stefano: Certo voglio sapere tutto
Anna: Queste scarpe no…le altre si….
Stefano: (una foto del mio cazzo durissimo)
Anna: Dio……
Anna: Ma sei così ora?
Stefano: Sì …..
Stefano: Dimmi ancora…..
Anna: Fammi vedere ancora…..
Anna: Sei stupendo
Stefano: Ho paura a rovinarti il trucco….
Stefano: Non posso toccarti…..
Anna: Non ti piacerebbe farmi sbavare un po’ il rossetto….
Stefano: E poi…
Anna: Sai quando resta sul contorno delle labbra….
Stefano: Se lui ti vede così….
Anna: Lo sistemo
Anna: Lui non se ne accorge
Stefano: Ah…
Anna: A meno che…..
Stefano: A meno che…. cosa
Anna: Non decida di avvicinarsi a me….
Anna: Tanto a me
Anna: Potrebbe riconoscere qualche odore…..
Stefano: Credo che lo farà . ..
Stefano: E allora?
Anna: Non sono nella sua testa….
Anna: Non posso anticiparti le sue mosse
Anna: Te lo posso dire solo dopo se ci incontriamo
Stefano: Ma sai quello che vuoi tu….
Stefano: Ti bacia….. sicuro, ti tocca sicuro….
Stefano: Ti spoglia, tu sei ancora eccitata… per prima
Stefano: Lo sente.. si vede… il resto forse lo saprà
Anna: Io sono eccitata solo al pensiero di te…..
Anna: Che immagini me con lui…..
Stefano: E io sono eccitato al pensiero di poterti baciare
Stefano: Quando tornerai
Anna: Il resto non posso dirtelo ora….
Stefano: Ora vengo….
Stefano: Pensando alla sua mano
Stefano: Sulla tua testa, Dio…..
Anna: Amore…..
Stefano: Baciami
Anna: Ti vorrei accanto a me in quel momento…..
Stefano: Mentre……
Anna: Mentre mi riempie la bocca
Anna: Di cazzo e sperma…..
Stefano: Sono venuto anche io…..
Anna: Vorrei poterti vedere……
Stefano: Sei capace di farmi provare sensazioni stupende
Stefano: però se ci penso adesso…. mi dispiace….
Anna: Per me o per te…..?
Stefano: Per tutti e due
Stefano: Ma anche no
Anna: Ma si…..
Anna: In fondo lo vogliamo
Stefano: Io voglio te
Anna: perché esserne dispiaciuti….
Anna: E io te
Stefano: Stella prepara tutto….
Stefano: Ma voglio vedere il vestito
Anna: Madonna in alto mare!!!
Anna: A dopo
Stefano: Ti adoro Anna: Ehi mostro ci sei, solo un attimo….
Stefano: Dimmi stella….
Anna: Pensavo a te, ho un problema, un dubbio, il tubino nero
Stefano: Mi piace
Anna: Molto molto aderente però si vede il segno delle mutandine però….
Anna: Secondo te….
Stefano: Fammi vedere….
Stefano: Dai fammi vedere. ….
Anna: Se ne accorge qualcuno?
Anna: Ora arriva
Stefano: Filmato…..
Anna: Si…..
Stefano: Meglio senza mutandine dici, così non si vede il segno….
Anna: Si quel segno &egrave orrendo!
Stefano: indubbiamente
Anna: Tu che dici….
Stefano: Meglio senza
Anna: Andato per niente allora!
Anna: Grazie!!!!
Stefano: No, non andare ancora, lo indosserai così…
Anna: E certo, non lo metto o lo indosso così
Stefano: Bello avrei voluto vederlo intero
Stefano: Con le scarpe
Anna: Mancano le scarpe
Stefano: Necessarie tacco
Anna: Una cintina, la borsa….
Stefano: Con una stringhetta sulla caviglia
Stefano: Mi piacciono, un po aggressive, ma sexy
Stefano: La caviglia…. lo sai quanto mi piace
Stefano: Evidentemente sono follemente invaghito di te
Anna: Mi piace questa cosa, soprattutto perché &egrave perfettamente reciproca
Anna: Se mi viene qualche altro dubbio ti scrivo
Stefano: Adesso rivedo….
Stefano: Ripenso a te….. 1000 volte
Stefano: Rivisto…
Stefano: Mozzafiato. … mentre tiri su….
Anna: Madonna 2 matti scatenati….
Stefano: Penso toglierai il fiato a tutti…..
Anna: Ti farò sapere…..
Stefano: Dio…. adesso riparte…..
Stefano: Mi irrigidisco di nuovo
Anna: No no basta….. devo scappare amore ti scrivo dopo però
Stefano: Finito di preparare? tutto pronto?
Anna: Tutto pronto si….
Anna: Devo solo mettere scarpe….
Anna: Che fai?
Stefano: Guardo la partita dell’Italia
Stefano: Voglio vederti pronta…. prima che vai a cena
Anna: Ok….
Anna: Allora niente eh.. sotto al tubino
Anna: Si
Stefano: Non vorrai mica far vedere il segno…..
Anna: No infatti
Anna: A parte gli scherzi
Anna: Dai piacerebbe a te?
Stefano: Senza &egrave da infarto….
Anna: Pensa se succede qualcosa
Stefano: Che deve succedere
Anna: Che ne so, i tacchi sono alti…..
Anna: Una slogatura, una caduta
Stefano: Qualcuno che ti fa un massaggio. …
Stefano: Mentre sei seduta….
Anna: Mica lo decido io
Anna: Se e quando cadere!!
Stefano: A certo…. se dovessi decidere tu……
Anna: Avrei altri modi……
Anna: Che non una banalissima slogatura…..
Stefano: Be questo non sarebbe male…..
Stefano: Immagina
Stefano: Mentre &egrave alle prese con la tua caviglia. ..
Stefano: Dolorante….
Stefano: Lo guardi seduta… dall’alto….
Stefano: E impercettibilmente le gambe si dischiudono. ..
Stefano: Vorrei essere io a curarti
Anna: Che bella immagine… Bravo!!!!!
Anna: Non mi mandare foto eh!!!!!
Stefano: Un’altra….
Stefano: (una mia foto)
Anna: Sei sempre bello…..
Stefano: Ciao stella….
Anna: Ciao??? tanto ci sentiamo dopo
Anna: Cosa mi hai inviato?
Stefano: Il mio letto disfatto…. dopo aver fatto l’amore con te….
Anna: Conservo questa foto…..
Stefano: Sei ancora in camera? O sei scesa
Anna: No no in camera ancora, 2 min. e scendo
Anna: Mi ha chiamato su whatsapp
Stefano: Ah…
Stefano: Come mai?
Anna: Non lo so, mi ha detto di aver sbagliato…
Anna: Mah
Stefano: Senti… ho rivisto un sacco il tuo video……
Stefano: Visto il letto…..
Stefano: Ma.. lui lo ha visto?
Anna: perché ti interessa saperlo ora….
Stefano: perché l’ho pensato
Stefano: Una volta mi hai detto che volevi fargli vedere delle foto
Anna: Si lo ha visto
Stefano: Non so perché l’ho pensato…..
Stefano: Io l’ho rivisto pianissimo
Stefano: E’ durato una eternità
Stefano: Bellissimo
Stefano: Lo ha visto?
Anna: Si dal vivo
Stefano: Ccccezzzzzionale
Anna: Come se ti avessi sentito
Anna: Lo rifai uguale
Stefano: Ma non hai rovinato il vestito….
Anna: No no….
Anna: Comunque dovevo portarlo
Anna: Quindi poi l ho sfilato
Stefano: Non voglio farti scappare via….
Stefano: quella parte di te che non &egrave per me….
Stefano: Quella che non pensa a me…. per pensare a lui
Stefano: Quella che gioca con lui…. aspetta i suoi messaggi….
Stefano: E li guarda ancora prima di pensare a me.
Anna: No no ho aperto prima whatsapp
Stefano: Ah…. meno male
Anna: Mi sta scrivendo…..
Anna: Parli del diavolo…
Stefano: Su WhatsApp
Anna: No ruzzle
Stefano: Digli che stai parlando con me ora…..
Anna: Mi ha scritto…
Stefano: Come fai a saperlo…. se sei su WhatsApp
Anna: Vuoi vedere?
Anna: Arrivano le notifiche
Stefano: Ah… fammi vedere… su continuiamo a farci del male
Anna: (screen del suo messaggio)
Stefano: Dio che rabbia..
Stefano: E de qui, e de li
Anna: Eh povero….
Anna: Lui non ci ascolta….
Stefano: Spingi il dito nella piaga
Stefano: Non sa di me? Che mi parli di lui…
Anna: No no non sa nulla…
Stefano: Non gli hai mai detto niente di me…
Anna: No non ce ne &egrave stata occasione….
Anna: Vuoi che lo faccia?
Stefano: Se non c’&egrave il motivo…. ne l’occasione
Stefano: No
Anna: Ma sei arrabbiato scusa?
Stefano: Sono confuso…..
Anna: Scocciato?
Anna: Ho voglia di giocarci un po’….
Anna: Non mi va di dirgli subito si
Stefano: perché. … gli dirai di si….
Anna: Mi va di vederlo….
Anna: Ho proprio voglia
Stefano: Quanta
Anna: Mi sa non dovrei dirtelo però….
Stefano: Tanta….
Anna: Si
Anna: Sono curiosa di vedere se si accorge che sono senza mutandine…..
Anna: I suoi occhi che mi guardano, mi scrutano….
Anna: Cerca di capire….
Anna: Mi piacerebbe vederlo così
Stefano: E lo lasci nel dubbio……
Anna: Chissà ….
Stefano: Lasci me nel dubbio allora
Anna: No se viene….
Anna: A te lo dico
Stefano: Viene….
Anna: Qui da me
Stefano: Davvero?
Stefano: Mi dici tutto….
Anna: Certo, a te racconto tutto…..
Anna: Voglio rispondergli…..
Stefano: Adesso?
Stefano: Dimmi cosa prima
Anna: Prima?
Anna: Ma così non sono spontanea….
Stefano: Vabb&egrave vai allora
Stefano: Vai vai…..
Anna: Ma non voglio lasciarti però….
Anna: Voglio averti con me
Anna: Ci sei?
Stefano: Ci sono…
Stefano: Che devo fare…
Anna: Sempre e comunque?
Stefano: Accendere la candela?
Anna: E dai!!!!
Anna: Sei tu il mio universo
Anna: Solo tu
Stefano: Ciao stella
Stefano: A dopo
Anna: E una foto?
Anna: Prima che vado?
Stefano: Quale….
Anna: La tua!!
Stefano: Non sono in condizioni…
Anna: Ok…. sei tu l’artefice di tutto…..
Anna: Mi piace questo gioco con te….con lui…..
Anna: Ma solo una tua parola.. e mi fermo….
Stefano: Mi fai riguadagnare punti….
Anna: Ancora non gli rispondo
Stefano: Tieni tutti sulla corda….
Stefano: Me…. Lui. ….
Anna: Anche io sono sulla corda….
Anna: Io mi sto eccitando
Stefano: Adesso….
Anna: Si
Stefano: Per cosa
Anna: Non lo so…… per tutto questo
Anna: Mi sa che lo chiamo
Stefano: Ma per dirgli cosa…
Anna: Per sentirlo….basta niente di che….
Stefano: Vorrei essere con te
Stefano: Per vederti, per sapere tutto, per sentirti, per condividere, per essere, per avere
Anna: Amore…..
Stefano: Per dare, per prendere
Anna: Ti vorrei anche io qui
Anna: Con me….
Stefano: Voglio succhiare ogni tuo pensiero
Stefano: Dai più candidi, ai più peccaminosi
Anna: però credo che avrei sempre voglia di chiamarlo……
Stefano: E io sarei vicino a te
Anna: Mmmmm
Anna: Mentre parlo con lui?
Anna: Mi piace…..
Stefano: Anzi controllerei la tua fica….
Anna: Beh se tu sei vicino a me….
Stefano: La vorrei trovare bagnata…..
Anna: Non &egrave difficile sapere in che condizioni puoi trovarla…..
Stefano: Cosa fai adesso
Anna: Aperitivo…..
Stefano: Voglio vederti pronta ricordati
Stefano: E anche un po’ prima…..
Anna: Comunque mi vedrai….
Anna: Se non &egrave tra un’ora
Anna: Comunque mi vedrai
Stefano: Non ho capito molto bene….
Stefano: però….
Stefano: Mi chiami?
Anna: Ora?
Stefano: Si
Stefano: Mi scaldi il cuore
Stefano: Mi bruci l’anima
Stefano: Riempi i miei pensieri….
Anna: Amore…..
Anna: Ti amo
Anna: A cosa pensi
Stefano: A te…..
Stefano: Che fai….
Anna: (Media omesso)
Anna: Scatto una foto…
Anna: Sei generico
Anna: A me come
Stefano: Mica ho capito….
Anna: Io ti ho scritto a cosa hai pensato….
Stefano: Ah…..
Stefano: Sono sulla corda….
Stefano: Lo sai
Stefano: Dio…..
Anna: Cosa….
Stefano: Sono perso di te, mi piace ogni cosa che fai, mi piaci tu, i tuoi pensieri….
Stefano: Il tuo candore nell’essere sfrontata, mi piace quando mi ami
Stefano: Ma anche quando non pensi a me….
Stefano: Lo hai chiamato?
Stefano: Sì o no?
Anna: Non ancora….
Stefano: Ti piace…. pensarlo….
Anna: Gli ho solo scritto che voglio sentirlo….
Anna: Si….mi piace
Stefano: E lui?
Anna: Infatti voglio sentirlo…..
Anna: Quando vuoi…
Anna: Lo sai che ti penso in qualsiasi momento della giornata
Anna: In continuazione….sei sempre con me
Anna: però….in quei pochi minuti che penso a lui….
Anna: Al fatto che potrò sentire la sua voce….
Anna: Che potrò stare con lui….
Stefano: Ti emoziona più di me ora….
Anna: Mi viene una sensazione strana allo stomaco
Stefano: La sento anche io
Stefano: Deve essere la stessa
Anna: Si ma &egrave bella
Anna: Piacevole ma fastidiosa a momenti….
Anna: Una sensazione che mi fa spuntare un bel sorriso sulle labbra….
Anna: Non mi emoziona più di te
Anna: Smetterei di confessarmi se fosse così
Anna: Invece voglio sentirti ancora di più
Stefano: Ti piace svelarmi tutte le tue emozioni…
Stefano: perché sai quanto piace a me….
Anna: E se poi ti racconto anche di più?
Anna: Insomma ora &egrave un gioco….
Stefano: Cosa potresti raccontare….
Anna: Ma se inizio a frequentarlo?
Anna: Se iniziamo a sentirci…..
Anna: Io continuerei a dirti tutto….
Stefano: Giochiamo finché &egrave un gioco…. non posso farne a meno…..
Anna: Ma a questo punto non so se vuoi tu….
Anna: Sapere…..
Stefano: Continueresti a dirmi tutto?
Stefano: Tutto?
Anna: Cosa non hai capito della parola tutto?
Stefano: No &egrave una domanda….
Stefano: Mi diresti…
Anna: Si ti direi tutto
Anna: Finché sento che lo vuoi….
Stefano: Che ti sei eccitata pensando a lui?
Anna: Si….se lo penso si
Stefano: Non &egrave ancora mai successo….
Anna: No
Stefano: Neanche… quando parli con me…..
Stefano: A me sembra che tu sua coinvolta quando parli con me
Stefano: Quando mi dici
Stefano: Che se inizi a frequentarlo…
Stefano: A sentirlo….
Stefano: Saresti disposta a dirmi tutto
Stefano: In quel momento
Stefano: Ti sento mooolto coinvolta..
Stefano: Quando aspetti che io ti chieda….
Stefano: E lo sento….
Anna: Non avevo pensato mai a queste cose
Stefano: Scrivimi… parlami
Anna: Cio&egrave mi c’hai fatto riflettere tu
Stefano: Ho bisogno delle tue parole adesso
Anna: Non riesco più ad essere lucida….’
Stefano: Mi mancheranno quelle parole
Anna: E me manchi tu
Anna: perché anche in quei pochi minuti…te l’ho detto….che penso a lui
Anna: Ci sei sempre tu….
Anna: Oh sei un chiodo fisso!
Anna: (Video vestita per la cena)
Stefano: Sei proprio bella….
Stefano: Sei da mangiare
Anna: Mmmmmm
Stefano: Sempre… comunque…. per sempre…
Anna: Bellissimo…..
Stefano: Ho un video….
Stefano: Per te….
Anna: Dammelo
Stefano: Subito?
Anna: Si ora
Stefano: (video che mi sto masturbando)
Stefano: sta arrivando…..
Anna: Non arriva
Stefano: Sì arriva…..
Anna: Eccolo
Stefano: Viene tra un po’….
Stefano: Anche….
Anna: Voglio vederti
Anna: Sei fantastico
Anna: Sempre…..
Stefano: Lo hai visto?
Anna: Due volte
Anna: E lo guarderai ancora…..
Stefano: Bacialo……
Anna: Lo mangio…..
Stefano: Vai?
Anna: Si vado….
Stefano: Si ma con chi…..
Anna: Poi però rientrando in albergo mi ha chiesto se può salire da me solo 10 minuti
Anna: Non gli ho detto ancora di si….’
Stefano: Mi dirai….
Anna: Non ci credo che vuoi saperlo veramente…..
Stefano: Sì che lo voglio
Stefano: Voglio sapere tutto
Stefano: Bisogna vedere se tu lo vorrai
Anna: Certo che lo voglio anche io
Anna: Se ci penso mi agito però….
Stefano: Io sono agitatissimo
Anna: Bbrrrrrrr
Stefano: Cosa posso scrivere….
Stefano: Come posso spiegare
Stefano: Non ho le parole, non ci sono dovrei inventarle
Anna: Sei ancora in tempo a dirmi di fermarmi…..
Stefano: Lo fai se te lo dico?
Anna: Si……
Stefano: Anche se lo vuoi?
Anna: Anche se lo voglio…..
Anna: Ma per me la cosa importante sei sempre tu…..
Stefano: E come posso dirti di fermarti…. se tu lo vuoi……
Stefano: Io ti direi fermati
Stefano: Ma sarebbe la stessa cosa sapendo che tu lo vuoi
Anna: Mi ha appena scritto…..
Anna: Allora quando mi chiami?
Anna: Posso leggere?
Anna: Tre secondi
Stefano: Leggi….. io vado
Anna: Mi ero dimenticata…..
Anna: A dopo…..
Stefano: Non mi dici niente?
Anna: Ma sei andato via….
Stefano: Sai che tutto questo dolore &egrave un piacere sublime……
Stefano: Questa attesa….
Stefano: Dai…..
Anna: Cosa vuoi sapere…..
Stefano: Lo sai
Anna: Se lo chiamo?
Stefano: Si …
Anna: Ci dovremmo sentire eventualmente alle 19
Stefano: Non hai risposto a nulla praticamente
Anna: Si gli ho detto che forse lo chiamo se mi libero verso le 7
Stefano: Devo trovare qualche cosa da fare
Stefano: Non posso stare sempre a pensare a te
Stefano: Hai visto più il video?
Anna: Certo….
Anna: Una volta, poi non ho più potuto
Anna: Ma….. hai continuato poi……?
Stefano: Cosa pensi tu…..
Anna: Non lo so, spesso ti fermi
Stefano: Si ho continuato guardandoti
Anna: Io volevo una foto
Stefano: La farò, presto…..
Stefano: Cosa faccio….
Anna: Te lo stavo per chiedere….
Stefano: Rimango qui seduto a pensarti?
Anna: Dove sei?
Stefano: In sala
Stefano: Allora ci sentiamo alle 19 e 30?
Anna: Certo, che pensi che chiamo lui e non te?
Anna: Mai
Stefano: Ciao stellina
Stefano: Mi occupo di qualcosa.
Anna: Va bene…..’
Anna: Ora non sono in camera
Anna: Sai che potrei chiamarlo…..
Stefano: Ecco
Stefano: Ah… già le sette
Anna: Sono le18:50
Stefano: Ti devo lasciare?
Anna: Stavolta decidi tu…. resto con te?
Stefano: Sì resta con me
Anna: Allora non gli scrivo ora…..
Anna: Ok…. a tra poco
Stefano: Aspetto che passa
Anna: Chi?
Stefano: L’orario’ ecco 19.01
Stefano: Già meglio
Stefano: Ti dispiace che ti abbia detto fermati?
Anna: No, non mi &egrave dispiaciuto
Stefano: Ciao amore… a tra poco Stefano: A casa?
Stefano: Cio&egrave in albergo
Stefano: Nse sa……
Stefano: Non rientri più…. &egrave tardi.
Stefano: ‘.. Notte……
Stefano: Ma…… mi devo preoccupare?
Stefano: Dammi un cenno appena puoi
Anna: No
Anna: Non devi preoccuparti….’
Stefano: Dove sei….
Anna: Sono in albergo…..dormo
Anna: Tu sei rientrato?
Stefano: Madonna
Stefano: Sono stato in pensiero, ho pensato di tutto
Stefano: Sì sono a casa adesso
Stefano: Ma a che ora sei andata a letto a mezzanotte….
Anna: Si a mezzanotte ero a letto
Anna: Non mi sono addormentata subito ma ero a letto….
Anna: Sonno… Tu no?
Stefano: No io no….
Stefano: Puoi immaginare quello che ho provato?
Anna: perché?
Stefano: Sparita nel nulla…
Stefano: Neanche ciao
Stefano: Buonanotte….
Stefano: Non so dove eri, se eri in albergo….
Stefano: Se….
Stefano: Se
Stefano: Poi all’ultimo pure preoccupato…
Anna: Hai ragione…..
Anna: Ma mi sono addormentata con il cellulare in mano….’
Stefano: Le &egrave successo qualcosa…..
Anna: E con la suoneria al minimo
Stefano: Non vorrei tediarti…….
Stefano: Ma vi siete incontrati….. o no…….
Anna: No…..
Anna: Non ci siamo incontrati
Anna: Abbiamo solo parlato tanto
Anna: Ma non ci siamo incontrati
Stefano: Allora.. la mia faccia &egrave passata
Stefano: Da un sorriso idiota a uno che non so definire
Stefano: Forse idiota e basta
Anna: Quindi &egrave rimasto lo stesso!
Anna: Ho bisogno di dormire…..
Stefano: Ok
Stefano: Si deve essere riaddormentata. ..
Anna: Madonna si….
Stefano: Notte……
Anna: Buonanotte mostro
Stefano: Comunque almeno non sono più preoccupato
Anna: Tranquillo…..
Stefano: Dormi

Anna: Buongiorno….
Stefano: Giorno….
Anna: Buongiorno???
Anna: Dormi…..!!!
Stefano: Riunione?
Anna: Si riunione sono in sala
Anna: Dovrei finire verso le 16:30-17
Anna: Tu che fai?
Stefano: Io?
Stefano: Niente per adesso sono a letto ancora
Anna: Stanco?
Stefano: No….
Stefano: Un po triste….
Anna: E perché ?
Anna: perché non ci siamo visti….
Stefano: Forse sarebbe stato meglio che sentirti dire: abbiamo parlato tanto
Stefano: Ti sento meno…… Anna
Anna: Non puoi sentirmi meno….
Anna: Per me non &egrave così
Anna: E non voglio darti questa sensazione
Stefano: B&egrave…. allora….. mi farai cambiare idea…..
Anna: Devi stare sempre al 100%…..
Stefano: Chevvordi
Anna: Che non mi piace che dici che mi senti meno…..
Anna: Per me ci sei tu.
Anna: Il resto…. &egrave un piacevole contorno
Stefano: E’ quello che io avrei voluto……. che avrei voluto saper gestire….. ma che invece mi ha un po’ travolto….
Stefano: Volevo che mi raccontassi. …
Stefano: Che fossi li con te.. boh..
Anna: Ho capito cosa vuoi dire…..
Stefano: Insomma…. dimmi qualcosa, baciami per esempio…..
Anna: Vorresti adesso?
Stefano: Si
Stefano: Vorrei che tornassi da me sono a casa….. &egrave tardi….. e tu ancora non sei rientrata ricordi?
Anna: Vorrei stare lì con te
Anna: Veramente…..
Stefano: Sapresti rassicurarmi?
Anna: Si, ti scrivo tra pochissimo…..
Stefano: Ok fumo allora
Anna: Coffe break…
Anna: Sono triste anche io ora comunque….
Stefano: Come mai?
Anna: perché mi dispiace saperti così….
Anna: E sapere che la causa sono io….
Anna: Adesso inizio a raccontarti solo altre cose……
Anna: Mi sa che non hai capito che genere di cose………
Anna: O forse si?
Stefano: No me sa de no…
Stefano: Spiegati meglio
Stefano: Dimmi di ieri sera…. accennami
Stefano: Fammi partecipe
Anna: Sai che le persone accanto a me potrebbero leggere……
Anna: Vabb&egrave…..
Anna: A mezzanotte non dormivo….
Anna: Da mezzanotte alle tre non sono stata sola
Anna: E’ che…..
Anna: Mi &egrave mancato il coraggio di confessarti tutto subito
Stefano: Raccontami tutto
Anna: Si amore
Anna: Ormai ho rotto il ghiaccio
Stefano: Credo che mi ecciterò mentre mi racconti…..
Stefano: perché se mi racconti….
Stefano: Io sono con te….
Stefano: Io ti sento mia….
Stefano: E dimmi ancora amore…..
Stefano: Un’altra volta
Anna: Amore mio ti dirò tutto….
Anna: Non posso non farlo….
Stefano: A dopo allora…..
Stefano: Bacio amore mio
Stefano: Buon pranzo……
Anna: A presto….’
Stefano: Ti amo
Stefano: E’ ufficiale
Anna: Mi lasci senza parole ogni volta…..
Anna: Amore mio!!!!!!
Stefano: A me?
Stefano: Non sparire…..
Stefano: Mi chiami?
Stefano: Vuoi vedermi morire….
Anna: Voglio saperti mio…..
Stefano: Sono tuo totalmente….
Stefano: Disperatamente….
Stefano: Voglio sapere tutto
Stefano: Voglio sapere il sapore dei suoi baci
Stefano: Lo voglio sentire sulle mie labbra
Stefano: Che baciano le tue
Anna: Potresti non sentire solo quello…..
Stefano: Io non posso amarti più di cosi
Anna: Solo il sapore dei suoi baci…..
Stefano: Cosa potrei sentire……
Anna: Posso dirti che….quando si &egrave avvicinato
Anna: L’ho guardato finché le sue labbra non si sono poggiate sulle mie
Anna: Poi ho chiuso gli occhi
Anna: C’eri tu…..
Anna: Che mi baciavi……
Anna: Ho fatto un video dopo…..
Anna: Subito dopo…..
Anna: Ma non so se vuoi vederlo…..
Stefano: Quando saremo soli…
Stefano: Me lo manderai
Anna: Sono d’accordo con te……
Stefano: Ciao stella
Anna: Sei sempre nei miei pensieri
Anna: Sempre……..
Stefano: A dopo…..
Stefano: E intanto penso a te
Stefano: Scrivi….
Anna: Io anche non vedo l’ora di dirti tutto….
Stefano: Non so quanto resisto ancora
Anna: Se avessi potuto l’avrei fatto mentre ero con lui…..
Stefano: Mandami il video io ti mando quello del mio cazzo (video del mio cazzo bagnato)
Anna: E’ gonfissimo…..
Anna: Ora?
Stefano: Si
Anna: Sicuro…?
Stefano: Si
Anna: Sono in macchina e rientro tra 15 min
Stefano: Poi dopo ne parleremo
Stefano: Adesso….
Anna: Non vuoi aspettare oggi….?
Stefano: Ti prego
Anna: Sono 2
Anna: I video….
Stefano: Subito
Anna: 1?
Stefano: Si
Anna: O tutti e 2
Stefano: Tutti
Stefano: Tutto, mandami te, il tuo cuore, il tuo viso, la tua bocca..
Anna: (Video della sua bocca piena di sperma)
Anna: Ecco perché ieri ti ho detto che…..
Anna: Non avresti sentito solo il sapore dei baci….
Stefano: Era buono…..
Stefano: Ma dove eri….
Stefano: In camera?….
Anna: No
Anna: Ero in bagno….. non più davanti a lui….
Anna: Era buonissimo
Stefano: Dell’albergo…
Anna: Si
Anna: Forse non devo dirtelo…..
Stefano: Ho voglia di sapere tutto
Anna: E’ salito con me
Stefano: Tutti i particolari che non mi hai detto
Stefano: Come sei arrivata a questo
Stefano: Non certo parlando del nulla
Anna: Posso dirti che mi &egrave piaciuto….?
Stefano: Immagino. …
Anna: Che mentre eravamo ancora giù….
Anna: A parlare del nulla….
Anna: Ho avuto voglia di dirgli di salire
Anna: In ascensore….solo qualche carezza….
Stefano: Volevi inginocchiarti. ..
Anna: Per il corridoio mentre raggiungevamo la camera mi ha preso la mano
Anna: Poi in camera….
Anna: E’ lì che mi ha dato il primo bacio
Anna: E si…. Non ero inginocchiata
Stefano: No?
Anna: Seduta su quel divanetto basso della camera….
Anna: Lui era davanti a me….
Stefano: Come era…..
Anna: Alle mie spalle lo specchio….
Anna: Era…..
Anna: Era bello….
Anna: Slacciare la cinta dei pantaloni
Anna: Sbottonarli
Anna: Tirare fuori la camicia….
Anna: E vedere la sua erezione….
Anna: Sempre più evidente
Stefano: Era…..
Stefano: Grande…….
Anna: Mi &egrave piaciuto…
Anna: Era enorme
Stefano: Davvero?
Anna: Si….
Anna: Grande
Anna: Doppio
Stefano: Come doppio….
Anna: Si Stefano….
Anna: Enorme
Stefano: Il doppio del mio
Anna: Mi sembrava di avere il tuo davanti….
Stefano: Lui &egrave stato tenero, o”
Anna: così….
Anna: (video della sua bocca piena del suo cazzo)
Stefano: Ti ha scopato la bocca
Anna: Tenero all’inizio
Anna: Ha lasciato che facessi io….
Stefano: Ti parlava….
Anna: Si divertiva a raccogliere con le dita la saliva che colava dalla mia bocca….
Anna: E poi a leccarsi le dita …..
Anna: Si mi parlava….
Stefano: Cosa ti diceva
Anna: Qualche parola…..
Stefano: Mandami il secondo….
Anna: Gli piace quel sapore
Anna: Di saliva e di cazzo….
Anna: Il secondo….?
Anna: Ora?
Stefano: Si
Stefano: Se vuoi’
Anna: No voglio, però il secondo l’ho fatto….
Anna: La seconda volta…..
Stefano: Dopo… che
Anna: Si
Stefano: Hai fatto quello che ti piace tanto?
Anna: Si…..
Anna: Vedi
Anna: Tu lo sai…..
Stefano: Ti sei fatta inculare. ..
Anna: Si
Anna: perché era come se fossi con me
Anna: Tu eri con me
Stefano: Potrei venire adesso
Stefano: Fammi vedere
Stefano: Come ti sei data a lui
Anna: Mi sento meglio ora….
Anna: Che posso dirti tutto
Stefano: perché
Stefano: Voglio sapere una cosa
Anna: (foto di Anna di spalle con il vestito sollevato )
Anna: Dimmi
Stefano: Le foto del vestito
Stefano: Le aveva viste anche lui?
Anna: Si
Anna: E in camera ha voluto che lo rimettessi
Stefano: Perché non me lo hai detto
Stefano: Io lo sentivo
Anna: (video osceno del suo culo pieno di sperma, sento la sua voce ansimante)
Anna: Lo sto facendo ora….
Anna: Avrei voluto subito….
Anna: Ma non ce l’ho fatta
Anna: Un po’ perché mi sentivo in colpa
Anna: Un po’ perché non credevo che sarei riuscita a fare tutto quello che ho fatto
Stefano: Comunque le aveva viste….
Stefano: Cosa c’entra…..
Stefano: Ho bisogno che tu mi dica tutto
Stefano: Solo così accetterò tutto
Stefano: Altrimenti non ne sarò in grado
Anna: Non so da dove cominciare
Anna: L’unica cosa che avevo in mente erano le nostre storie
Anna: Quando facciamo l’amore.. tutte le tue fantasie..
Anna: Ed &egrave come se avessi voluto ricreare tutto…. con lui
Anna: La prima volta….
Anna: Sarà venuto subito…dopo nemmeno 15 minuti
Anna: Per quasi tutto il tempo ho avuto gli occhi chiusi
Anna: Avevo quel cazzo in bocca
Anna: Lo leccavo baciavo….era completamente bagnato
Anna: Ho iniziato a masturbarlo solo con la mano
Anna: E l ho guardato
Anna: Negli occhi
Anna: Gli ho chiesto….
Anna: Ti va se faccio un’altra cosa…..
Anna: Mi ha risposto…. Tutto! Fai tutto quello che vuoi
Anna: Ho voluto leccargli il culo Stefano’.
Anna: Volevo vedere se su di lui poteva avere lo stesso effetto
Anna: E’ impazzito….
Anna: Mentre lo bagnavo e leccavo con la punta della lingua….
Anna: Ho voluta infilarla….
Anna: Dio….&egrave piaciuto tanto anche a me
Anna: Lui non resisteva più
Anna: Me lo diceva
Anna: Si stringeva il cazzo
Anna: Fino a quando &egrave arrivato al culmine
Anna: Si &egrave girato
Anna: Mi a preso la testa
Anna: Mi ha rinfilato il cazzo in bocca
Anna: Qualche colpo forte….
Anna: Ed &egrave venuto….
Anna: Giù in gola ….
Stefano: Sarai bagnatissima ora….
Anna: Si, come lo ero in quel momento Stefano: Dove sei
Anna: In camera
Stefano: Ma adesso…. come farai a gestire tutto
Stefano: Io non capisco
Anna: Se avrò voglia di rivederlo lo farò….
Anna: Se avrò voglia di scrivergli lo farò
Stefano: Vuoi dirmi
Stefano: Che rimango io….
Stefano: Il tuo centro?
Anna: Ma….&egrave stata una cosa di quel momento….
Anna: Senza nessun valore
Anna: Senza nessuna implicazione
Anna: Sei tu….
Anna: Solamente tu il mio centro
Anna: E questa ne &egrave stata la prova
Stefano: Sei stata eccitantissima
Stefano: Anche se non me lo aspettavo
Stefano: Che tu potessi farlo
Stefano: Mah….
Stefano: Dio
Stefano: Lo hai fatto veramente?
Stefano: Voglio che poi mi racconti come ti ha inculato
Stefano: Se ti ha leccato il culo…. bene
Stefano: Se glielo hai chiesto
Anna: Cosa ti cambia sapere se l’ho fatto veramente o no….?
Stefano: Niente anzi
Anna: L’importante &egrave che tu sia con me
Stefano: Meglio cosi
Anna: E poi….
Anna: Te l’ho già detto ieri
Anna: Tu mi conosci……
Stefano: Questa non l’ho capita
Stefano: Avevi voglia di sentirmi così eccitato?
Stefano: Raccontandomi
Anna: Si
Stefano: Dimmi quanto ti piace….
Anna: E’ un altro modo per sentirmi vicina a te
Stefano: Tu ogni tanto sei andata via a me questi giorni
Stefano: Terribili
Stefano: Emozionanti
Stefano: Sconvolgenti
Stefano: Alcune volte ho avuto paura di perderti
Stefano: Senza speranza
Anna: Ci sentiamo tra pochissimo ok?
Stefano: Faccio da mangiare
Stefano: Ciao amore mio
Stefano: Sto rileggendo….
Stefano: Ho voglia ancora di te…..
Stefano: Dimmi quando……
Anna: Dopo quando…. (una foto di lei con il tubino sullo stipite della porta del bagno nella sua camera)
Stefano: Questa io non ce l’avevo
Anna: Lo so….
Stefano: Te l’ha scattata lui?
Anna: Si….
Anna: Martedì notte
Stefano: Ne ha scattate altre?
Anna: No solo questa….
Anna: Solo una
Stefano: Prima….
Anna: Voleva un ricordo di quella sera….
Stefano: Dopo….
Stefano: Durante….
Anna: Prima….
Stefano: Prima di tutto….
Anna: E’ andato via che non ero più vestita….
Anna: Prima della seconda volta….
Anna: Gioco di parole….
Stefano: Ti ha lasciato li….
Stefano: Prima che mi dicessi tranquillo….
Stefano: Eri piena di lui
Stefano: Quando me lo hai detto….
Stefano: La tua bocca sapeva di lui
Anna: Si….
Anna: Sapeva di lui
Anna: Di me…..
Stefano: Era eccitante?
Anna: Scriverti sapendo che lui era appena andato via….?
Stefano: Si
Anna: Beh….
Stefano: O più adesso…
Anna: C’era un pizzico di eccitazione
Anna: Mista ad un gran senso di colpa
Anna: E tanta voglia di raccontarti….
Stefano: Raccontami ancora allora….
Stefano: Dimmi se lo ha preso di sua iniziativa
Stefano: O se lo hai pregato tu
Anna: Ha fatto tutto di sua iniziativa….
Anna: E capiva che era quello che volevo
Stefano: Devo ancora venire da oggi… e continuo ad essere eccitato
Stefano: Continua solo se vuoi
Stefano: Se non vuoi adesso fermati
Anna: perché parli così
Stefano: Voglio venire sapendoti eccitata….
Stefano: Voglio venire con te
Stefano: Come se io fossi stato li
Stefano: Ti faccio una domanda…..
Stefano: Volevi tenere tutto dentro…. per me?
Anna: Si
Stefano: Avresti voluto?
Stefano: Darmelo
Anna: Dovevi vedere quanto fossi bagnata…..
Stefano: In quel momento
Anna: Dio
Stefano: Dimmi
Anna: La cosa che avrei voluto di più…..
Stefano: Cosa avresti voluto
Anna: Che me lo baciassi….
Stefano: Davanti a lui…..
Anna: Avrei voluto sentire le tue carezze
Stefano: Sentire la mia lingua
Stefano: Nel vuoto lasciato dal suo cazzo
Stefano: E poi baciarti sulla bocca
Anna: L’avresti fatto?
Stefano: Tu lo vuoi?
Anna: No rispondere con un’altra domanda
Anna: Dimmi se lo avresti fatto
Stefano: Io voglio qualsiasi cosa ti dia piacere
Stefano: Io vivo per il tuo piacere
Stefano: E’ una risposta?
Anna: No
Anna: Ma non mi interessa
Stefano: Comunque. …
Anna: E’ un’affermazione perfetta!
Anna: E me la tengo…. mi piace!
Stefano: Avrei voluto che fosse il tuo desiderio
Stefano: Che fosse quello che hai pensato
Anna: Pensi che non lo sia stato?
Stefano: Penso di si
Stefano: Penso che avresti voluto
Stefano: Che ti avrebbe dato un piacere immenso
Stefano: Dimmi come &egrave stato
Anna: Non lo immagini…..
Anna: Non lo senti…..
Anna: Con la tua lingua che ora &egrave proprio lì
Anna: A constatare quanto fossi bagnata
Stefano: Sei aperta….
Anna: Si…..
Anna: Bagnata
Stefano: Scivola dentro
Anna: Se mi dici così non sono più tanto in grado
Anna: Di scrivere….
Stefano: (foto del mio cazzo pieno di liquido)
Anna: Sgocciola….
Stefano: Da ieri
Stefano: E’ sempre bagnato….
Anna: Hai visto quello specchio?
Anna: Dalla foto….?
Stefano: Cosa hai fatto con lo specchio
Anna: Mmmmmm
Stefano: Dimmi
Anna: Dopo la foto
Stefano: Lo hai fatto li davanti
Anna: Subito dopo
Anna: Avevo ancora un gran voglia….
Anna: Di lui….
Anna: Lo avrà capito forse dal mio sguardo
Anna: O dal fatto che mentre mi baciava
Anna: Mi ha alzato il vestito
Anna: E ha sentito come fossi bagnata
Anna: Si….
Anna: Lì davanti….
Anna: Mi ha spinto contro lo specchio
Anna: Potevo specchiarmi bene….con le mani appoggiate sul vetro dello specchio e lui alle mie spalle
Anna: Mio dio…..adoro gli specchi
Anna: E’ rimasto un po’ così a guardami…
Stefano: Li davanti allo specchio
Stefano: Le tue mani appoggiate
Stefano: Il vestito tirato su
Stefano: Ti avrei fatto una foto
Anna: Voglio una foto così
Stefano: Non parli più. ….
Anna: No amore…..
Anna: Non riuscivo a scrivere…..
Anna: perché sono già venuta
Stefano: Io aspetto….
Stefano: Ancora….
Anna: Non riesco a trattenermi con te…..
Anna: Lo so…..
Anna: Tu sei più bravo di me
Stefano: E lui allora…..
Stefano: Quanto bravo &egrave stato
Anna: Beh…..
Anna: Il risultato &egrave stato abbastanza evidente…..
Anna: Comunque…..
Anna: Mi sbottonato il tubino di dietro e me lo ha sfilato via…..
Anna: Voleva baciarmi la schiena….
Anna: Mentre piano piano scendeva giù…..
Anna: Sentivo le sue mani sul mio sedere
Anna: Le sue labbra che mi baciavano….
Anna: Poi una sua mano &egrave scivolata sul buchino della fica….
Anna: così gonfia….
Anna: Pulsava di eccitazione
Stefano: Non l’aveva ancora toccata. …
Anna: No
Anna: Lui no
Anna: E io appena sfiorata
Anna: Prima….
Anna: Si &egrave bagnato per bene un dito….
Anna: E poi me lo ha infilato nel culo
Stefano: Senza chiedere
Anna: Ha iniziato anche a leccarmelo….
Anna: Senza chiedere nulla
Stefano: E tu?
Stefano: Cosa dicevi
Anna: Il fatto che io stessi lì ferma immobile…..
Anna: A gemere ad ogni suo tocco
Anna: Era più di una conferma
Anna: Che mi piaceva ogni cosa facesse
Anna: Mi spingevo contro di lui
Anna: Volevo la sua lingua dentro più che poteva
Anna: Me lo apriva con le mani
Anna: Infilava dita e le lingua…..
Anna: Non resistevo e ho iniziato a toccarmi….
Stefano: Eri un lago piena di umori saliva…..
Anna: Quando ha capito che ero un po’ più aperta e tutta bagnata
Anna: Si pienissima
Anna: Si &egrave alzato
Anna: Ha messo il suo cazzo sul buco….
Anna: Infilava la cappella e usciva….
Stefano: Sto per venire forse…
Stefano: Dio….
Anna: L’avrà fatto una diecina di volte
Stefano: E tu
Anna: Lo volevo
Stefano: Spingevi
Anna: Mi stava facendo impazzire
Anna: Si….
Anna: L’ultima volta mi sono spinta violentemente contro di lui
Stefano: Avrei parlato io
Anna: Mentre stava entrando….
Anna: L’ho fatto….
Anna: Nel momento in cui mi sono spinta contro il suo cazzo
Anna: L’ho guardato negli occhi dallo specchio
Anna: E l’ho praticamente supplicato di incularmi
Anna: Di farmi male con quel cazzo enorme
Stefano: Adesso voglio venire….
Anna: Lo volevo….tutto
Stefano: Spero lo abbia fatto
Anna: Si…..
Stefano: Che ti sia sentita aperta in due….
Anna: Si aggrappava ai miei fianchi e spingeva….
Anna: Con forza
Anna: Sempre più forte
Anna: Non ce la facevo quasi più
Anna: Avevo voglia di toccarmi
Anna: Ma non riuscivo
Stefano: (ancora un video del mio cazzo)
Anna: Con le poche forze che avevo mi aggrappavo allo specchio
Anna: Dio…..
Anna: E’ come il suo…..
Stefano: Non era più grande il suo…..
Anna: No
Anna: così…..
Stefano: Uguale?
Anna: Io dentro lo sentivo come sento il tuo….
Stefano: Ti ha riempito il culo…..
Anna: Si….
Anna: Totalmente
Stefano: E poi….
Anna: Ma prima…..
Anna: Prima di riempirmi il culo
Anna: Mi ha sfondato anche la fica…..
Anna: Era troppo gonfia
Stefano: Si &egrave preso tutto….
Anna: Quando ha sentito che ero così bagnata…..
Stefano: Gli hai dato tutto….
Anna: Lo ha sfilato dal culo
Anna: E infilato nella fica
Anna: E’ scivolato benissimo
Stefano: Dimmi….
Anna: Sono eccitata….
Anna: Come se fosse ancora quel momento….
Stefano: Lo hai ripreso anche in bocca dopo…
Stefano: Lo hai ripulito…
Anna: Dopo che mi ha scopata così
Anna: Poteva chiedermi qualsiasi così…..
Anna: Cosa
Anna: Si
Stefano: Lo ha chiesto….
Anna: Quando &egrave venuto nel culo….
Anna: Mi ha riempito….
Stefano: Visto…..
Anna: Traboccava….
Anna: Mi colava dal culo
Anna: Lungo le cosce
Anna: E nonostante questo
Anna: Mentre veniva
Anna: Ero così eccitata
Anna: Che gli ho chiesto di non fermarsi
Anna: E’ riuscito a continuare per un po’
Anna: E’ stato il momento più bello
Anna: Sono venuta ancora….anche io….
Anna: Mi sono seduta esanime sul divanetto
Stefano: Desidererei ardentemente di venire anche io…
Anna: L’ho guardato
Anna: E ti giuro
Anna: Ho visto te….
Anna: Che ho avuto voglia di leccarlo
Anna: Di prenderlo in bocca così
Anna: Beato lui…..
Anna: Beato te……
Stefano: Avrei voluto tornassi a casa a da me
Stefano: Dopo
Anna: Tornare da te?
Anna: Tu eri con me…..
Anna: Tutto il tempo
Stefano: Mentre….
Stefano: Ti sfondava la fica…..
Anna: Mentre avevo il suo cazzo in bocca?
Anna: Si
Anna: Mentre mi inculava?
Stefano: Ti apriva il culo….
Anna: Si
Anna: Mentre mi sfondava la fica?’
Anna: Assolutamente si!
Stefano: Adesso vengo amore….
Stefano: Pensando a te
Stefano: A me
Anna: Vorrei essere li e chiederti di… incularmi…..”
Anna: Vorrei sentire il tuo cazzo che viene nel culo, come il suo
Anna: così come hai fatto l’altra sera…..
Anna: Sapessi come sono bagnata…..
Anna: Per me saperti eccitato….sapere che stai per venire……
Stefano: (video mentre finalmente vengo)
Anna: Dio……
Stefano: Dovrò ispezionare il bagno ora…..
Anna: Vorrei leccarlo….”
Anna: Schizzato?
Stefano: Si ma non so dove
Stefano: Nei bermuda….
Anna: Noooooo’
Stefano: Si
Stefano: Dentro però
Anna: Allora non si vede….
Anna: Levalo subito….
Stefano: Vorrei vivere la nostra storia sempre così. … libera senza impedimenti
Stefano: Senza tabu
Stefano: Senza paranoie
Stefano: Alcune volte però quando sono solo….
Stefano: Quando non ci sei. ….
Stefano: Quando mi manchi
Stefano: Vado un po’ in crisi
Stefano: Stanotte 3 ore
Stefano: 7246 volte il telefono ho visto
Stefano: Vabb&egrave. .. starà dormendo…
Stefano: O forse no….
Stefano: Ma cosa fa….
Stefano: Mi sono imposto di spegnere tutto
Stefano: E non guardarlo più
Stefano: Mi hai fatto provare profonde emozioni questi giorni
Stefano: Dimenticate….. alcune
Stefano: Sconosciute altre
Stefano: Ti vorrei solo abbracciare adesso
Stefano: E mettertelo nel……….
Anna: Ce la fai?
Anna: Ce la faresti?
Anna: Adesso
Anna: Rispondi
Stefano: Dammi 5 minuti . .. e poi dipende da te……
Stefano: Che carte usi……
Anna: Ah ok
Stefano: Posso amarti un pochino……
Anna: O tantissimo
Anna: O niente!
Stefano: Non voglio essere un rompicoglioni
Anna: Non &egrave nella tua natura….
Stefano: Mi odierei
Anna: E non lo diventi di certo adesso
Stefano: Tanto di quello che faccio con te non &egrave nella mia natura
Stefano: O almeno credevo
Anna: Sapessi io mostro……
Anna: Vabb&egrave…. non ci penso!
Stefano: Stella vado adesso……
Stefano: Ma non mi hai detto una cosa oggi
Anna: Cosa….
Stefano: Che mi ami
Stefano: Un pochino…..
Anna: No ti amo tantissimo!!!!
Anna: Tu quanto ti pare…..
Stefano: Rido
Stefano: La mia bocca ride….
Stefano: Il sorriso di un idiota…. Si era spento qualche cosa dentro di noi, avevamo osato troppo, ci eravamo spinti oltre il limite della sopportazione. Ero consapevole di averla persa, di aver perso l’Anna che avevo conosciuto fino ad allora, ma di aver perso allo stesso tempo le certezze sulle quali era poggiata la mia relazione sentimentale con lei. Vivevamo di sesso si, ma non era più un sentimento delicato, era solo carne, sperma, depravazione e ricerca di superare ogni limite. L’unico mio obiettivo era quello di umiliarmi vedendola umiliata. Spesso la costringevo a confessarmi le mie fantasie.. le riempivo la fica di panna.. poi la costringevo a rivestirsi, la insultavo costringendola a raccontarmi quello di cui avevo bisogno: i suoi tradimenti.
Mostrandosi a poco a poco.. piena mi supplicava di aiutarla a lenire quel suo dolore’ a spegnere il fuoco che ardeva dentro di lei. Mentre la ripulivo sognavo che fosse vero e insistevo, volevo di più, il barattolo della panna riempiva anche il suo culo, fino in fondo. ‘Ti sei fatta anche inculare?’ ‘no’ si’. Insomma non volevo ma lui ha approfittato, mi ha fatto male e poi mi &egrave venuto nel culo’ senti mi ha riempito’. Mi bastava, per far scorrere la lingua’.. immaginando che quello che ingoiavo fosse lo sperma del suo amante. Ma non era più il nostro amore, non c’era dolcezza, ma solo desiderio irrefrenabile di perversione e sesso, ero drogato.
La maggior parte del giorno non pensavo ad altro. Avevo iniziato anche a visitare siti dove le mie pulsioni erano definite in modo chiaro, inequivocabile. Sempre più spesso mi trovavo a rimanere da solo davanti al pc, leggendo un racconto cuckold o vedendo video dove il marito assisteva inerme, umiliato, a rapporti della mogli con superdotati, che le riempivano fica’ bocca’ culo’. E mi eccitavo, tanto, mi masturbavo pensando ad Anna, alle sue mutandine sporche, al suo culo aperto, alla mia lingua pronta a qualsiasi sacrificio. La situazione peggiorava di giorno in giorno, mi ripromettevo di smetterla, ma poi’ alla sera mentre Anna dormiva tornavo davanti allo schermo. A sognare la sua fica piena di quei cazzi, mentre lei con la sua vocina mi esortava ad avvicinarmi, consapevole del mio desiderio che non conosceva limiti. Mi domandavo se fossi stato pronto ad insinuare la mia lingua tra di loro, se fossi riuscito a’ baciare entrambi i sessi. Mi sorprese la scossa che mi colpì la prima volta che lo pensai. Ero arrivato al punto che mi attirava l’idea di leccare il cazzo di un altro uomo.
Così iniziai a leccare il mio stesso sperma, rimasi meravigliato: avevo visto tante donne sputarlo con disgusto, altre ingoiarlo con fatica. Il suo gusto era gradevole, eccitante sentirlo in bocca.
Poi l’inizio della fine fu quando decisi di pubblicare quello che avete letto nei capitoli precedenti. Ero completamente preso dalla stesura del testo, sapere che da li a poco chissà quante persone potessero leggere, eccitarsi attraverso il mio racconto mi faceva vivere perennemente eccitato. Anna esisteva solo su queste righe, mentre quella reale si allontanava sempre più da me. I primi racconti pubblicati mi permisero di venire in contatto con altre persone che vivevano la mia stessa condizione: diverse coppie, coppie bisex, gay, singoli, tra i quali alcuni molto intriganti, che catturarono la mia attenzione e con i quali cominciai a scambiare e mail sempre più serrate. Uno di questi mi eccitava molto perché il suo ruolo dominante era adatto alla mia situazione. Mi esortava a parlare con Anna, mi chiedeva foto.. video e un incontro dove poterla finalmente conoscere.
Fu’ così che concentrai su di lui la mia perversione sempre più esplicita.
Stavo al suo gioco, consapevole che non avrei potuto coinvolgere Anna, almeno pensavo, e accettavo di farci considerare da lui una puttana e un uomo da dominare. Mi avvertiva che se ci fossimo veramente incontrati avrebbe inculato lei e poi obbligato me a pulire entrambi. Il suo culo’ il suo cazzo’. E tutto mi girava intorno’ preda di una eccitazione pazzesca, catturato da una idea nella quale la mia Anna non era più parte integrante.
Mi pento di aver accettato le sue richieste’ perché attraverso questo percorso ho perso spesse volte la mia dignità di uomo ma soprattutto ho perso Anna. La mia Anna.
Ma &egrave stato talmente eccitante che ancora oggi, che scrivo e rileggo’. Ripercorrendo le varie tappe non posso che far scivolare la mia mano sul mio cazzo.. bagnarlo, lasciando scivolare la saliva verso il basso, verso il culo.. non più inviolato, permettendo alla mie dita di insinuarsi all’interno, alla ricerca di un godimento che plachi la mia voglia di lei, la mia voglia di voi.
Non so come collegare in maniera organica gli episodi successi, come si sia intrapresa la deriva, ma so che camminava pari passo la mia vita reale con Anna e la mia approfondita relazione epistolare con l’uomo conosciuto attraverso i miei primi racconti. Aveva un nick molto esplicito: Toro da monta. Mi aveva fatto sorridere, e un po’ mi faceva sorridere anche il suo modo esplicito di presentarsi. La sua sicurezza, la sua convinzione di essere un personaggio dominante capace di sottomettere me e Anna. Lo lasciavo fare, convinto che tutto fosse invece in funzione delle necessità mie e di Anna. Mi tempestava di richieste di poter vedere Anna, di sentire la sua voce, di poterla incontrare. Mi sollecitava di parlare di lui ad Anna, perché era convinto che fosse quello il suo destino. Diceva che io ero ottuso dal mio amore, e che non vedevo che lei era solo una donna bisognosa di percorrere un cammino che l’avrebbe portata a vivere da sottomessa la sua sessualità. Era chiaro da quanto avevo descritto, le sue relazioni con gli amanti denunciavano la sua necessità di essere schiava dell’altro, per non parlare della mia natura di cuckold, che nella sofferenza e nella privazione raggiungevo il limite massimo del godimento. Non avevo dubbi che qualcosa fosse realmente così, ma lo ritenevo comunque gestibile, controllabile da entrambi. Con Anna comunque non ne facevo parola, anche se sempre più forte in me era la tentazione.. sempre più forte in me era la tentazione di cedere alle sue richieste; magari una foto senza il viso’ un po’ sexy’ Dio.. se avessi potuto mandargli una della sua fica, magari piena del mio sperma, avrei potuto dirgli che quello poteva essere il suo, che io avrei accettato di fare qualsiasi cosa loro avrebbero deciso di farmi fare. Era eccitante pensarlo e non esitavo a masturbarmi pensando a questo, riempiendomi la bocca del mio stesso sperma.
Cominciai a condividere le mie fantasie con Anna, mentre facevamo l’amore una sera, iniziai a raccontarle di un uomo nuovo, creato da me, che avrebbe voluto entrare nella nostra vita, nel nostro letto, con decisione e autorità. Un uomo che avrebbe preso dominio delle nostre vite. Anna ebbe una reazione contrastante, sulle prime ritrosa, ma poi mentre le sussurravo all’orecchio cosa sarebbe potuto succedere la sentii scogliere. Mentre il mio cazzo era dentro di lei, sopra di me, la obbligai a piegarsi, e usando le mani per aprirle il culo, le chiesi cosa succedeva alle sue spalle. Iniziò a parlare di un uomo che le si era avvicinato, che la toccava’ sentiva le sue dita, la sua bocca, la sua lingua insinuarsi nel culo. Era eccitatissima, e sentivo il suo piacere bagnarmi le gambe, mi baciava nervosamente succhiandomi la lingua, per poi riprendere a raccontare come fosse prepotente l’azione dell’altro. Ora aveva avvicinato il suo cazzo al suo culo, lo sentiva così caldo, così duro, così enorme. Le chiesi se avesse voluto che intervenissi per scacciarlo, ma imbarazzata disse di no.. che non avrebbe negato a quell’uomo, ciò che lui desiderava.. ciò che io desideravo. Ero sul punto di venire, nonostante fossi immobile nella sua fica, ma le sue contrazioni erano letali per il mio cazzo, cosi decisi di scivolare fuori, scendendo lentamente sotto di lei, nella posizione che mi permettesse di leccarle la fica. Intanto Anna continuava nel suo racconto, mi avvertiva che lui dopo averle sputato nel culo ora si approssimava a metterglielo dentro. Simulai l’effetto introducendo via via tutte le dita di una mia mano, sentendo Anna lamentarsi di tale intrusione, sentendola incitare l’altro, sentendola godere sulla mia bocca. Voleva il suo sperma nel suo culo, come io lo volevo nella mia bocca. Così era iniziato il nostro percorso, io alla fine ancora più determinato a proseguire, lei dispiaciuta di essersi così lasciata andare.
Non potevo non condividere con lui quanto era successo, ne fu’ talmente entusiasta che mi allegò nella risposta la foto del suo cazzo dopo essersi masturbato. Era la prima foto che ci scambiavamo, mi chiese se ero pronto a ripulirglielo, e anche se tutto quello che vedevo non mi desse particolari emozioni, dissi di si. Disse che ne era sicuro, perché io ero un cornuto, mi insultò, avvertendomi che alla prima occasione mi avrebbe stretto i coglioni fino a farmelo urlare. Nonostante tutto’ mi piaceva sentirmelo dire. Ma il mio più grande dubbio, la mia più grande tentazione era mandargli una foto di Anna.
Decisi di coinvolgere lei nella decisione, sempre giocando sull’equivoco della fantasia, in un’altra occasione dissi ad Anna che l’uomo che l’aveva inculata, l’aveva anche fotografata.. mostrando ora ad altri, il suo culo, pieno del suo sperma. Anna mi guardò pensierosa.. un po’ impaurita, disse che il gioco non le piaceva, che non avrebbe mai voluto che ciò accadesse, ma sotto la mia insistenza capitolò, quando le raccontai di quanti altri cazzi avevano schizzato sul suo culo, di quanti avrebbero voluto farlo se ne avessero avuto l’occasione. Cominciò a muoversi nervosamente sotto le mie spinte, e alla fine ammise che avrebbe voluto sentire quegli schizzi caldi sul suo corpo, sul viso’ nella bocca, ovunque.
La decisione era presa: il Toro da monta avrebbe avuto le sue foto. Ora dovevo decidere quale foto inviare a lui di Anna, che nel frattempo continuava a pressarmi per riceverne. Non volevo essere aggressivo, anche se mi sarebbe piaciuto, ma in qualche modo volevo eccitarlo, ancora di più di quanto già lo fosse leggendo i miei racconti. Mi aveva confessato che anche a lui piaceva mostrare la sua donna, addirittura lo aveva fatto in luoghi pubblici, obbligandola a rapporti orali con sconosciuti, spingendomi a provare con lei, perché da cornuto quello era il mio compito. Scelsi una foto che necessariamente ritagliai, eliminando il viso sopra la bocca, si la bocca l’avevo lasciata perché volevo che lui fantasticasse sulle sue labbra, Anna indossava una guepiere con calze nere dove risaltavano le sue gambe.. il suo seno’ Dio come era bella!. Inviata, attesi con impazienza la sua risposta, che non tardò ad arrivare. Fece i complimenti ad Anna, che non si aspettava così bella, enfatizzò la sua pelle vellutata, l’eleganza delle sue linee, ma pretendeva di più’ voleva sentire la sua voce, voleva vedere tutto di lei e voleva assolutamente che io continuassi ad insinuare in lei la voglia di rendersi disponibile ad altri, a lui e ad altri che lui volesse. Perché questo era il suo scopo ultimo, insieme l’avremmo fatta prendere da altri, e mentre la guardavamo lui mi avrebbe sussurrato quanto fossi cornuto, strizzandomi il cazzo e obbligandomi a masturbarlo, per poi correre da lei colma di sperma in ogni dove, e supplicarla di poterla baciare ovunque ripulendola da tutto il piacere ricevuto. Era scandaloso quanto mi chiedeva, era pazzia continuare, ma non potevo resistere al piacere che mi donava. Ammisi che quello che mi ordinava avrei fatto, e accettai la richiesta, inviai una foto dove’. Lo so’ non avrei dovuto’ Anna era nuda, completamente depilata, con le mutandine abbassate che si offriva a me. Non soddisfatto cominciai a pensare che avrei potuto condividere dei video, anche quelli che avevo ricevuto da Anna nel passato, quelli che avevano causato tanto dolore e tanto godimento in me. Anna percepiva che qualcosa stava cambiando in me, sempre più ossessivo nella ricerca di superare ogni limite, mi guardava con occhi diversi, ma non rifiutava di assecondarmi, perché forse sentiva che in fondo di questa mia trasformazione, ne era stata causa principale. Cominciai per gioco ad instillare il dubbio ad Anna che quest’uomo esistesse davvero, o che comunque dovesse essere per noi una persona reale. Descrivevo con cura il suo carattere deciso e altrettanto facevo del suo sesso; in fondo erano le sue uniche cose che conoscevo, le chiedevo se fosse pronta ad incontrarlo, e indecisa se prendermi sul serio, Anna non rispondeva.
L’effetto che provocò la foto su Daniele, finalmente sapevo il suo nome, fu devastante. Mi confermò di essersi masturbato sulla sua foto, voleva ora tutto di Anna, video, audio’ foto ma soprattutto voleva lei. Io lo incoraggiavo, confidandogli che lui ormai era sempre presente nei nostri rapporti e che nella fantasia aveva già abusato di lei, in ogni buco, in ogni modo. Fu in quella occasione che mi chiese una mia foto dove fosse visibile il mio cazzo e il mio culo. Rimasi sconcertato’ eccitato ma dopo ore di ripensamenti mi sdraiai su letto, cominciai a masturbarmi, aprii le gambe e con il cellulare scattai una foto oscena dove visibile era il mio buco umido offerto ai suoi occhi.
Per lui fu una conferma della mia disponibilità, una conferma delle sue convinzioni. Se possibile si dimostrò ancora più dominante, mi dichiarò cornuto bisex e sottomesso, volle conferma che conclamassi ad Anna la sua esistenza, e che fossi pronto ad assecondarlo in tutto, perché tutto avrebbe voluto.
Stavo andando fuori di testa, mi eccitava più raccontare a lui di Anna, che Anna stessa. Volevo sapere cosa avrebbe fatto e continuavo a masturbarmi ormai bagnandomi immancabilmente il culo, infilandoci le dita, e mentre venivo vedevo lui’ scopare lei’ mentre io da dietro, avvicinandomi leccavo lei, leccavo lui, leccavo la fica, il culo, leccavo il cazzo, leccavo il culo’ di lui.
Non sapevo come trasferire tutto questo ad Anna, non potevo, ma intanto il primo video arrivò a Daniele. Scelsi un video forte, scelsi un video dove Anna giocava con un dildo per me, dove lei offriva il suo culo alla telecamera e poi lo offriva all’immaginario sconosciuto, si spingeva forte il dildo su nel retto, lamentandosi del dolore, ma continuando a spingere con vigore. La sua voce era irresistibile quasi quanto le immagini e lui ne fu entusiasta. Mi consigliò di provarlo personalmente quel dildo, perché quando fosse riuscito ad incontrarci non si sarebbe limitato ad inculare Anna, ma avrebbe preteso anche il mio culo, perché così avrei voluto. Gli chiesi se era pazzo, che non lo avrei mai fatto e conclusi li. Ma la sera, iniziai un lento percorso di avvicinamento, introducendo una piccola carota nel mio culo mentre mi masturbavo, non nei fui particolarmente appagato fisicamente, ma mentalmente era devastante. Avevo ancora una volta accettato una sua richiesta, dimostrando una volta di più la mia sottomissione.
Avevo deciso di coinvolgere Anna in qualche situazione particolare, ero indeciso, come agire, come forzare la mano. Le occasioni che mi si offrivano erano le classiche, quelle che tutti noi che viviamo queste situazioni fantastichiamo.. il cinema a luci rosse’ i guardoni che poi approfittano’ il pompino in autostrada con i camionisti che lampeggiano’ i palpeggiamenti sul bus.
Non credo sarei riuscito a decidermi, senonché l’occasione venne da sola, ad una cena a casa di amici. Erano presenti solo coppie consolidate, e solo alcuni single, tra i quali un ragazzo molto attraente. Cercai subito di sollecitare Anna, con battute su di lui e allusioni evidenti. Causa l’eccesso di vino, che provvedevo a non far mancare ad Anna ed al sottoscritto, a poco a poco i freni inibitori si allentarono in lei, che cominciò ad apprezzare le mie battute, credo pesanti agli occhi degli altri, ma efficaci per il mio scopo. La stavo stimolando, incoraggiandola a fare in modo di attirare su di lei la sua attenzione, e lei non si fece mancare l’occasione. Lo fece in maniera discreta, garbata, ma per me evidente. Parlava con lui sfiorandolo ogni volta che l’occasione lo permettesse, spesso mostrava la sua lingua, e le sue movenze evidenziavano il suo interesse. Fu tutto molto soft, ma nonostante ciò riuscirono a sfuggire alla mia vista per circa 10 minuti’ e al ritorno lo sguardo malizioso di Anna non lasciava presagire niente di buono. Il mio compito ora era di scoprire’ riuscire a sapere ogni particolare’ sperando poi di poterlo raccontare a Daniele, il mio dominatore.
Tornando a casa in macchina cominciai subito ad indagare, le dissi quanto era stata provocante a cena. Lei mi rispose che in fondo era come io avevo voluto, lo disse in maniera fredda, io l’abbracciai e non proseguii nelle domande.
Poi arrivati tra le pareti domestiche con tranquillità tornai sull’argomento, per provocarla un po’, iniziai a toccarla. Le misi subito le mani in mezzo alle gambe, lei era già umida. Non si lasciava andare però, nonostante le mie richieste su cosa fosse successo in quei 10 minuti. Quando finalmente cominciò a cedere fui colto da una emozione tremenda, finalmente avrei saputo. Mi confessò che lui aveva tentato di baciarla appena erano rimasti soli, lei aveva resistito per un po’ ma quando aveva iniziato a palpeggiarla aveva ceduto al suo bacio. Poi lui aveva preso con forza la sua mano obbligandola a constatare la sua durissima erezione. Aveva cercato di respingerlo ma lui più forte di lei aveva avuto la meglio. In pochi minuti si era trovata travolta dalle emozioni, con una mano di lui nelle mutandine e praticamente con il suo cazzo in mano. Mi girava la testa ascoltandola, ma la supplicai di continuare. Lei aveva preso ormai a fargli una lenta sega, ma aveva rifiutato di inginocchiarsi, lui l’aveva chiamata troia.. eccitatissimo voleva di più’ voleva che glielo succhiasse, rapidamente venne, imbrattando le sue mani di sperma, non aveva saputo come pulirsi e d’impulso passò la sua mano sul pene bagnandolo completamente, poi prima di rientrare lentamente si abbassò’ e iniziò a leccare tutto’ Era eccitata e disperata insieme, mentre la facevo venire toccandola solo con le dita la vidi piangere, la vidi ancora una volta allontanarsi da me. Piccolo amore mio, piccola puttana intimorita.
Appena solo scrissi a Daniele cosa era accaduto, si complimentò con me, dandomi del vero cornuto, affermando che presto sarei riuscito a portarla da lui. Era veramente preso da lei, voleva sapere tutto, per la prima volta si sentiva pronto a sopportare anche il ruolo di schiavo, a condividerlo con me, a patto che mentre Anna veniva scopata da estranei, succhiassi il suo cazzo, poi l’avremmo ripulita insieme. Già’ con me sarebbe rimasto padrone, ed io schiavo suo e di Anna, la principessa puttana. Per mantenere il mio ruolo, decisi di inviare a lui il video di quando in albergo si era fatta venire in bocca dal Duca. Ero un po’ preoccupato di queste mie decisioni, temevo osassi troppo, ma non sapevo resistere alla tentazione, anche il rischio ampliava l’eccitazione. Volevo leggere le sue reazioni, volevo sapere quanto ne fosse rimasto eccitato e cosa avrebbe scritto di me. Vendevo Anna per la mia voglia di trasgressione. La bocca piena di sperma ebbe un successo sconvolgente, Daniele si era masturbato ripetutamente su quel video. Mi ordinò di fare presto, voleva essere lui il prossimo a soffocarla con il suo cazzo, non ne poteva fare più a meno. A me avrebbe lasciato il compito di pulirla, dopo aver assistito lì a due passi, con la bocca aperta e tanta voglia di unirla alla sua. Non so perché ma confermai che quello era il mio desiderio, e quello fu il mio obiettivo con Anna nei giorni seguenti.
D’altronde perché tanti scrupoli, lei ne aveva avuti con il dottorino? Con il Duca? Con il single alla festa? B&egrave ora avrebbe assaggiato il cazzo del Toro da Monta, perché così doveva essere.
Ero praticamente impazzito, o forse finalmente consapevole della mia natura. Oltretutto lui mi aveva confidato della sua particolare qualità di produrre una quantità di sperma enorme, e non mancai di rispondere che Anna andava pazza di berne. Si stupiva quando una sua amica le confessava il suo rifiuto ad inghiottirlo. Sarebbe stata golosa del suo nettare. Ero impaziente di vedere quello sperma riempirle la bocca, e non aspettavo altro che sentirlo nella mia.
Ma fui preceduto da due sue richieste, la prima che dovevo depilarmi completamente, e mostrarmi a lui, a me scegliere la posizione. E poi voleva vedere il culo di Anna pieno di sperma. Feci di più: la sera dopo averla sodomizzata in maniera feroce, senza un filo di tenerezza, dopo averla fatta urlare dal dolore e dal piacere, venuto nel suo culo le chiesi di rimanere così, e mentre cominciavo a riprendere tutto, le dissi di toccarsi il culo’ di far uscire lo sperma’ e gridare ‘Oddio’ sei un toro! Sei un toro da monta!!’
Poi la mattina da solo a casa mi depilai completamente, cosa che facevo fino all’ora solo parzialmente. Era molto piacevole farlo sapendo che lui me lo aveva imposto, sentivo il cazzo rispondere, indurirsi, privo di ogni peluria sembrava ancora più grande e più bello, mi sdraiai sul letto e presi a masturbarmi, scattai diverse foto, e quella dove oltre al cazzo si scorgeva anche il buco del culo la spedii a Daniele insieme al video.
Attesi la sua risposta, che arrivò con due video allegati, nel primo svettava il suo cazzo, grosso’ largo soprattutto, pieno di vene, la definizione giusta era minaccioso. Il suo ventre era peloso, lo intravidi quando puntò la cappella verso la telecamera, per farmi osservare le prime gocce di liquido preseminale bagnare il glande, il suo scopo era sicuramente quello di eccitarmi o forse eccitare Anna non lo so. Nel secondo mi stupì, aveva stampato un’immagine del filmato ultimo, quello con il culo di Anna bagnato’ e iniziò a venire lì’ proprio sul culo’ Io non avevo mai visto niente di simile, riempì il foglio, era un’immagine scandalosa, continuò a venire con getti potenti, densi, che avrebbero potuto riempire completamente il viso di una persona. La commentò dicendo che il merito era tutto mio, che ero stato bravo, un bravo cornuto a farle dire quelle cose. Ora dovevo trovare il modo di far vedere ad Anna il filmato, di dirle chi era il toro da monta, di farglielo vedere e rivedere, la sua reazione sarebbe stata indicativa di ciò che avremmo fatto a breve noi tre. Commentò in tono ironico dicendomi di non preoccuparmi, di sborra ne aveva a sufficienza.. anche per inondare il mio di culo’
Il video era molto eccitante, lo era per me, lo sarebbe stato anche per Anna, ma c’era un elemento spartiacque: la sua foto.
Come potevo arrivare a farle vedere quel filmato? Avrei dovuto confessare tutto, avrei dovuto dirle che avevo tradito la sua fiducia..
Nei giorni seguenti perlustrai ogni ipotesi plausibile. Certo dovevo scegliere un momento particolare, un momento in cui lei in preda all’eccitazione confermasse quanto desiderasse un altro al posto mio. Lì avrei potuto farle vedere il primo filmato, avrei potuto farle fare la conoscenza con Daniele, con il suo cazzo’ e poi dopo averla fatta ammettere che quel cazzo lei lo voleva, farla assistere a ciò che sarebbe stato capace di fare su di lei.
Riconosco a distanza di tempo che i miei ragionamenti mancavano di quello fosse un elemento essenziale: la sua disponibilità, il suo coinvolgimento mentale e affettivo. A mia scusante, c’era il continuo bombardamento di richieste di Daniele, c’era tutto ciò che nei mesi prima Anna mi aveva fatto vivere. Ora sembrava che lei fosse disinteressata, che solo sotto le mie sollecitazioni rispondesse alle mie richieste.
Le chiesi una sera perché era così ritrosa ultimamente, e lei mi confessò di essere spaventata, spaventata da me e da ciò che stavo diventando, ma soprattutto dalle sue reazioni, dai suoi torbidi pensieri quando era sollecitata dai miei racconti, dalle mie richieste, dalle mie fantasie.
Era il mio momento, la baciai prima dolcemente, poi sempre più in modo travolgente, la stimolai con gesti e movimenti graduali, lentamente.. simulai più volte di raggiungere il suo sesso senza mai arrivarci, aveva un completino sexy delizioso, piccolissimo.. abbassavo lentamente le mutandine al limite della fica, ma non procedevo oltre, la sentii agitarsi, tentò di toccarsi da sola, ma la bloccai. Poi quando mi accorsi che era al limite, quando le sue mutandine divennero umide, presi coraggio. Le sussurrai che avevo un video da farle vedere, ma che avevo bisogno prima di legarla, lo feci teneramente, sfiorandola ovunque per mantenere alta la sua agitazione. Poi con mani tremanti, feci partire il primo video.
Sono consapevole che negli ultimi capitoli, raccontando velocemente ciò che stava avvenendo, ho tralasciato diversi aspetti psicologici, affettivi ed erotici del rapporto tra me e Anna. Ricorrerò perciò da qui in avanti a qualche frase virgolettata, che meglio rappresenterà tutto ciò che stava inevitabilmente accadendo.
Le reazioni di Anna, la sempre più pressante e ingombrante presenza di Daniele, furono fondamentali per le mie scelte, posso cercare di spiegarle e farle vostre, solo attraverso dialoghi che cercherò di riportare più fedelmente possibile.
Non voglio trovare scusanti ai vostri occhi, so che i più capiranno, perché come me siete attratti fatalmente da queste pulsioni, in fondo ho scritto questo racconto perché ero disperatamente alla ricerca di anime come me con le quali condividere questa voglia di vivere senza barriere mentali la mia sessualità.

A letto Anna guardava le immagini del video, non capiva il perché io glielo avessi voluto mostrare per forza, era abbastanza eccitata da aspettarsi un normale rapporto con me, e rimase all’inizio perplessa di quella presenza. Certo era un cazzo notevole quello del video, diverso dal mio, che intanto baciavo le sue intimità.
Cominciai a domandarle cosa ne pensava..
‘E’ un cazzo inquietante’ largo’ fa paura’.’ Rispose
Proprio in quel momento però vidi che si leccava le labbra, credo fosse il momento in cui lui lo puntava contro l’obiettivo, bagnato di liquido.
‘E’ diverso dal tuo, il tuo &egrave liscio, rassicurante, questo fa male credo’ Dio come &egrave bagnato’ ma dove hai trovato sto video’ dai leccami ancora’.
‘Si amore ti lecco’. Ti preparo’ lo vorresti ora nella fica’ quel cazzo?’.
‘Voglio il tuo ora, dai mettimelo dentro’ dai’. Era evidentemente eccitata, e mi chiese nervosamente di far ripartire il video, la slegai, e continuai a leccarla e succhiarla mentre sentivo la sua fica contrarsi. Mentre le mordicchiavo la clitoride, umida e turgida, sentivo le sue labbra grondanti; ora le sue dita libere avevano violato la sua bocca’ era implicito che stesse leccando quel cazzo. Quando la mia lingua entrò in lei, sentii una scossa violenta.
‘Allora lo vuoi dentro?’ ‘si dai mettimelo dentro’ ammise.
‘No.. non il mio, quel cazzo voglio metterti dentro, lo farò io se tu vuoi, lo appoggerò con delicatezza, in modo che trovi la sua strada senza farti male’ lo vuoi?’
Intanto liberai il mio cazzo, vidi Anna trasalire’ ‘Che fine hanno fatto i tuoi peli, sei glabro come la mia fica’.
‘Dimmi se ora la differenza con quello che vedi nel video non &egrave ancora più evidente.. Dimmi se ti piace quel cazzo, dimmi se lo vuoi’.
‘Smettila Stefano, mi fai paura.. mi sento insicura ora, che fai ora’ mi fai male con quelle dita, oddio’ mi vuoi sfondare”.
Sentivo il suo piacere colare tra le natiche, mentre simulavo la penetrazione del cazzo del video.
‘Ancora, ancora.. scopami, sfondami’ gridò.
Mi fermai, le confessai quale fosse il mio desiderio da quando avevo creato il nostro uomo immaginario, quello avevo sognato nella sua bocca, nel suo culo, le chiesi di farlo suo anzi di farlo nostro.
Non aveva ancora realizzato in pieno la verità che le stavo confessando, la credeva ancora una fantasia e finalmente decise di lasciarsi andare.
‘Come nostro? Quello casomai lo prendo io’ facile per te! A me farà male’. Dai almeno aiutami’ vieni qui vicino fammi baciare il tuo mentre lui mi prende la fica’.
‘Vorrei essere li.. mentre entra, voglio vedere le tue carni aprirsi, voglio vedere il tuo corpo ansimare sotto le sue spinte, voglio raccogliere ogni goccia del vostro piacere, gustarne il sapore, sapendo che quando verrà ti annegherà di sperma, quanto non ne hai mai visto, bagnerà ovunque, perché non saprai contenerlo. Tu ancora non lo sai ma io l’ho visto venire’
‘Come lo hai visto venire? Hai un altro video? Dai fammelo vedere! Presto non resisto lo voglio, dai amore presto!”
‘Ti confesso che &egrave molto eccitante’ sai ha eccitato anche me, al punto che’. Non so spiegarti Anna, ma lo avrei voluto sulle labbra anche io’
‘sei veramente un porco amore’ hai delle fantasie veramente morbose, scopami ora perché non resisto più’.
Rimanemmo sul letto ancora un po’, lei pensierosa mi domandò perché ormai la desideravo solo così ormai, si sentiva sporca dopo.. e piena di sensi di colpa. Conoscevo bene quel sentimento, quella sensazione, ne ero pieno ormai, e trovai la forza per confessare.
Ammisi tutto, e vidi Anna impallidire, incapace di capire fino in fondo dove ero arrivato con lui, attesi che si calmasse, cercai di farle capire cosa provavo e mostrai il video di lui che veniva sulla sua foto. Prima stupita, poi inorridita quando si rese conto della foto sulla quale lui veniva, viveva contemporaneamente due sensazioni, quella inebriante e orgogliosa grazie alla soddisfazione femminile di vedere la sua immagine utilizzata per dare piacere, a quella tragica legata al mio tradimento, un tradimento che via via diventò insopportabile. ‘Come hai potuto Stefano’ poi, si chiuse in un silenzio che durò fine a sera.
La sera a cena esordì con una domanda: ‘Mi credi veramente una puttana Stefano? Dimmelo, perché io non capisco più cosa siamo, cosa sono io’ e cosa sei tu. Mi sento sporca adesso, quel video.. quel cazzo che viene su di me, quello sperma me lo sento sulla pelle ora, e ti odio ora perché.. non ti perdonerò mai di quello che hai fatto, e di quello che mi farai fare.. Vuoi che faccia la troia per te? Vuoi farmi rivedere il video? Dai, se &egrave questo che vuoi, fallo. Scopami qui sul tavolo, se ne sei ancora in grado’ o se preferisci masturbati mentre io lo guardo’. Si alzò il vestito e con atteggiamento invitante mi chiese il telefono. Ero un pezzo di ghiaccio, incapace di muovermi, le passai il telefono e sprofondai in poltrona, volevo solo vederla, volevo solo masturbarmi, pensando a lei, pensando a lui. Presto il cerchio si sarebbe chiuso, a questo pensavo mentre lei lo guardava e riguardava.. mentre si toccava’ mentre con frasi irripetibili apprezzava lui davanti a me, a come lo avrebbe preso, a come lo avrebbe inghiottito e a cosa io avrei dovuto bere direttamente dal suo sesso. Daniele pressava per l’incontro, Anna si allontanava da me, aveva ripreso le sue uscite con le sue amiche, e la sera trovavo compagnia solo attraverso le fantasie scambiate su una chat che io e Daniele avevamo iniziato a frequentare. Era ormai abitudine masturbarci insieme, e poi scambiarci foto e filmati, inviavo anche qualche video vecchio di Anna, i suoi commenti erano spesso volgari e umilianti nei miei confronti. Diverse volte voleva vedere come violavo il mio culo con oggetti. Confesso che un vero piacere fisico non lo provavo, ma ero spinto dal piacere di eccitare lui. Una notte molto tardi mentre lui mi raccontava come avrebbe scopato Anna con dei suoi amici, mi infilai una sfera di vetro nel culo dopo averlo bene insalivato, ero disteso’ mentre massaggiavo il mio cazzo, lui mi scriveva cose irripetibili su di me su di Anna, voleva che facessi uno zoom sul buco aperto, e che scrivessi chiaramente che avrei voluto riempirlo con il suo cazzo. Fu cosi che mi ritrovò Anna, in questa umiliante posizione. Sorrise in modo beffardo, mi guardò con un misto di pena e disprezzo, poi lentamente si avvicinò.. bella, terribilmente bella, iniziò a leggere i nostri commenti e alzandosi la gonna mi chiese se volevo leccarle la fica. Dissi di si, e lei rispose: ‘Sei sicuro? Non sai cosa potresti trovarci stasera”. Si avvicinò al pc, e mentre io spostavo le sue mutandine, visibilmente bagnate, lei iniziò a scrivere nella chat presentandosi a Daniele. Raccontò cosa aveva fatto quella sera, e le sere precedenti, come dopo aver visto il suo video di aver deciso, scoperte le intenzioni mie, di lasciare a me il solo compito che mi si addiceva: leccarla, come stavo facendo adesso. Ora aveva scoperto che oltre a lei desideravo leccare anche lui, bene me lo avrebbe concesso. Confessò di aver incontrato quella sera un ragazzo in discoteca, e di averlo aveva fatto impazzire, prima sussurrandogli all’orecchio le sue intenzioni, poi circuito e trascinata in bagno aveva fatto l’amore con lui, concedendosi come noi avremmo voluto, lo scriveva mentre il suo sperma scivolava nella mia bocca.
Ora voleva il suo, gli chiese se era davvero in grado di dargliene tanto, e Daniele le diede il suo numero. ‘Chiamami quando il cornuto ha finito, voglio parlarti da sola’. La mia lingua stava raggiungendo il suo effetto, Anna scriveva con difficoltà, e in quelle condizioni, incapace di sostenere un contegno morale sufficiente. Lui le chiese una foto, e lei non gliela negò, fotografò la mia testa tra le sue gambe, e attraverso whatsapp gliela spedì. Il mio gemito soffocato, causato dall’apprensione dovuta al fatto che ora lui conoscesse il suo numero, irritò Anna. ‘Non distrarti amore’. Fammi sentire quanto mi vuoi, fammi capire cosa sei diventato oramai, incapace di amarmi per quella che ero e bisognoso solo di vedermi sbattere da altri.
Vuoi farti sbattere anche tu vero? Dimmi che ti piace..’ Ero preda di sentimenti contrastanti, ma le sue mani libere stimolavano il mio culo. ‘No Anna non &egrave come credi.. io’. Non credo”. Mentre parlavo si abbassò e cominciò a far scivolare saliva sul mio culo. ‘Adesso ti inculo, mio bel cornutone, poi faccio vedere a Daniele come ti piacerebbe farti prendere..’
Anna sembrava impazzita, e nel mio culo dolorante entrò quella sera per la prima volta il suo dildo preferito.
Da quella sera iniziò una discesa senza fine, sottoposto ad umilianti prove che mi ero sicuramente meritato e che avevo anche fortemente voluto.
Il primo incontro’ con il toro da monta, fu speciale. Eravamo, io e Anna, emozionatissimi, e quando finalmente ci incontrammo, risultò subito un bell’uomo, con caratteristiche tipiche del maschio, abile nel parlare, deciso, e con la giusta dose di ironia.
Osservavo Anna, bella più che mai, elegante e sexy in un abito nero appena sopra il ginocchio, dialogava con lui, e le sue movenze lasciavano presagire già, ciò che sarebbe successo inevitabilmente prima di lasciarci quella sera. Era una dolce tortura guardarli e fantasticare le sue mani sul suo corpo, immaginare il suo cazzo duro a contatto con le sue labbra, faticavo a seguire il filo del discorso.
Decidemmo di far tappa in un piccolo ristorante dalle luci soffuse, io non mangiai praticamente niente, avevo lo stomaco chiuso.
Non riuscivo più a capire come tutto questo fosse nato, amavo Anna? Si.. ma lasciavo che da li a poco sarebbe stata di un altro.
Approfittai di un momento di pausa per domandare ancora: ‘ti piace? mi tradirai?’ ‘Si mi piace e non ti tradirò, perché se tu sei con me non &egrave tradimento’ &egrave condivisione’. In fondo aveva ragione, come può un uomo farti cornuto, se sei tu a gettarla tra le sue braccia, se sei tu che non desideri altro che vederla impalata sul suo cazzo, che non vedi l’ora che orfana dal suo palo, liberi ciò che lui le ha donato. La visione più bella che la mia fantasia perseguiva da tempo: la sua fica aperta che inizia lentamente ad espellere la sua sborra’ tanta’. Dio quanta.
Questi erano i miei pensieri, mentre loro si scambiavano sguardi indagatori’ si annusavano, in attesa della battaglia.
Daniele mi chiese di accompagnarlo in bagno e nonostante la richiesta insolita acconsentii, feci pipì mentre lui si lavava le mani e mi chiedeva impressioni sulla serata. Ero distratto quando sentii una sua mano sul culo e il suo cazzo duro appoggiarsi a me, non me lo aspettato e rimasi impietrito. ‘Piacerò alla tua troia, puoi stare tranquillo’ mi disse. Continuò a dirmi porcate, mentre si toccava il cazzo oscenamente, prese la mia mano e mi obbligò ad iniziare una lenta sega, e mentre mi osservava intensamente mi chiese se avrebbe voluto che Anna, vedesse quello che stavo facendo’ non feci in tempo a rispondere che iniziò a venire sulle mie mani, non sapevo come difendermi, mi stava riempiendo di sperma. Mi obbligò a restare chiuso nel bagno e a non pulirmi assolutamente. Si rivestì, e se ne andò. Dopo pochi minuti, sentii Anna chiamarmi, entrò’ con lui alle spalle’ prese le mie mani piene di sborra, le portò alla bocca.. e guardando lui in maniera sensuale iniziò a ripulirle’ ‘Ti piace quello che faccio Daniele? A me da morire, e a te Stefano?’
Daniele aveva sollevato il suo abitino, spostato gli slip, fica e culo erano alla sua mercé ,ma lui non ne approfittava, sentivo che Anna non desiderava altro, il suo corpo vibrava, in attesa di qualcosa che non arrivò. Ebbi l’impressione, vedendo il suo corpo spasimare, esposta allo sguardo di lui, mentre leccava il suo sperma dalle mie mani, che riuscì ad avere un orgasmo senza essere né penetrata, né toccata. Lui si voltò e tornò in sala, noi rimanemmo ancora qualche minuto lì, inebetiti, tremanti, incapaci di reagire a quanto stava succedendo. E la serata era appena iniziata. Il resto della cena scivolò via velocemente, in un silenzio surreale, tra sguardi indagatori e con Anna spesso colta da tremori improvvisi. Il limite oltre al quale ci saremmo spinti era ignoto, e l’umiliante prova del bagno confermava la mia supposizione.
Mi imposi al momento di pagare il conto, di non lasciare il compito a Daniele, era una sorta di riscatto personale e mi complimentai con me stesso per non aver ceduto al suo volere. Poi raggiungemmo le macchine nel parcheggio, e Anna camminava tra di noi, barcollante e bisognosa di essere sorretta, aveva ecceduto nel bere, forse per cancellare quanto fosse successo o forse per cancellare ogni forma di inibizione di fronte a quello che temeva’ accadesse.
Lasciammo la mia macchina e salito dietro partimmo senza che io sapessi la direzione. Daniele parlava con Anna, ma io faticavo a capire, la musica soffusa che proveniva dalle casse me lo impediva. Daniele vide nello specchietto il mio viso preoccupato, e pensò di rassicurarmi. Ironizzò con Anna, disse che forse ero geloso della loro complicità, che forse avrei voluto essere al suo posto, o forse al posto di Anna’ sorrideva della battuta mentre le sue mani la sfioravano sul viso, sui capelli, sulle gambe. Anna era tesa, in silenzio, ma non si ritraeva alle sue avances. Anzi, piano piano scivolava sul sedile, e le sue gambe lentamente si schiudevano.
‘Toccala’ sussurrai, e mi accorsi che nessuno mi aveva ascoltato. Daniele era intento a guardare le gambe di Anna, ora libere in quanto il vestito era pericolosamente salito. La tensione era alta, eccitati dalla splendida visione che Anna ci stava regalando. Mi avvicinai per guardare meglio e sussurrai ad Anna quanto fosse desiderabile vederla così, le chiesi di farci vedere le mutandine, lei sgranò gli occhi per un momento e poi fece salire ancora il vestito per pochi centimetri, fino a quando si intravide l’attaccatura delle gambe e le sue mutandine. Daniele intento a guidare, sbirciava di continuo, la sollecitò chiamandola maialina, poi volle toccarla’ e lo fece alla sua maniera: mi offerse le sue dita, davanti alla bocca’ ‘leccale, mi ordinò, voglio sentire se la principessina puttana &egrave bagnata al punto giusto!’.
La mia saliva raggiunse la sua fica attraverso le sue dita, la sentii ansimare, vidi il suo petto gonfiarsi e la sua bocca aprirsi. Attimi incancellabili dalla mia mente: Sono immobile nel sedile posteriore mentre vedo le sue mutandine far spazio alle dita di Daniele, mentre sento i lamenti, i suoi bisbigli alle orecchie di Anna pieni di oscenità, mentre scivolo nel sedile e mentre sento il cazzo farsi duro, vedo le loro lingue unirsi per la prima volta in un rapido bacio.
Non potrò mai dimenticare, mai.
Daniele riprese il controllo della situazione, mentre aspirava l’odore di Anna dalle sue dita, ci informò che con noi avrebbe proceduto per gradi. Per quella sera ci saremmo limitati solamente a contatti veloci, alla ricerca del piacere senza penetrazioni, ma solo attraverso mente, occhi, e dita.
Anna ascoltava ancora distesa sul sedile, i suoi capelli leggermente arruffati, e con il vestito ancora pericolosamente alzato. Era bellissima.
Daniele ci informò che la serata si sarebbe conclusa in un parcheggio che conosceva nei paraggi. Era uno dei famigerati car sex, Anna avrebbe dovuto partecipare solo da spettatrice, mentre lasciava a me ogni decisione sul mio operato.
Avremmo conosciuto un mondo nuovo, che credeva molto attinente alle nostre fantasie. Ci spiegò la filosofia di questa pratica, nella quale i rapporti con le atre coppie o single non erano obbligatori. Avremmo scoperto il piacere di guardare ed essere guardati, Anna ne sarebbe rimasta entusiasta.
Non eravamo più in grado di decidere, eravamo nelle sue mani, vivevamo il tutto non più insieme oramai, e questo particolare solo ora mi &egrave evidente. Era venuta a mancare la partecipazione di coppia, avrei dovuto capirlo quella sera, avrei dovuto capirlo da molto prima, ma non lo feci.
Arrivati nel piazzale, poche macchine erano presenti, ma Daniele disse di non preoccuparci, sarebbero arrivate presto suoi conoscenti.
L’interesse di Anna nel frattempo era stato catturato da una macchina posta nella parte buia del parcheggio, non si capiva molto da dove eravamo posizionati, ma un bel numero di persone era in piedi intorno alla macchina. Daniele si avvicinò e arrivato a pochi metri si fermò. Diversi uomini erano nell’atto di masturbarsi, mentre all’interno della vettura un uomo e una donna erano intenti a baciarsi. Notai l’irrequietezza di Anna dai movimenti della sua testa, dal leggero movimento delle sue anche. Lui le spiegò che sarebbe bastato azionare i fari per trovarsene diversi intorno all’auto. Le chiese se le sarebbe piaciuto vedere quei cazzi venire per lei, che per compiacerli avrebbe dovuto mostrarsi almeno’ Certo, avrebbe potuto fare di più, avrebbe potuto abbassare il finestrino, tendere le sue mani, toccarli, addirittura baciarli, avrebbe ricevuto il loro sperma ovunque, sul viso, sulle gambe, sul seno. Non vi erano limiti in quel luogo. Le raccontò che alcune scendevano e si facevano scopare da quelli che più avevano attirato la loro attenzione, poteva aprire lo sportello’. Farsi inculare, mentre noi ci saremmo masturbati per lei. Era una descrizione spietata e travolgente di quello che sarebbe potuto capitare da lì a poco. Anna non era stata in grado di resistere, le sue mani erano all’interno delle sue mutandine, preda di una eccitazione incontrollabile, supplicò Daniele: ‘ Fai i fari’. E mostrami il tuo cazzo’. Masturbati per me’. Ora che sono rimasto solo, che di Anna non ho più notizie da più di due mesi, ripenso a quella sera, rivedo le immagini scorrermi davanti agli occhi, e non nascondo che una segreta speranza che lei legga’ anche se temo la sua reazione, ce l’ho. Che si faccia viva, che mi faccia sapere se sta bene, se la sua vita ha ripreso a scorrere felice, non chiedo altro. Sono stato spettatore della sua trasformazione forse, o forse no. Mi sono molto colpevolizzato di quanto &egrave successo, ho vissuto giorni di pena, rivedendo le sue foto, i momenti belli passati insieme, e i video’ tutti, quelli casti, momenti di vita vissuta, e quelli torbidi’. Il dottorino.. il Duca’ e gli ultimi, quelli con Daniele. Ho creduto per giorni di essere l’unico responsabile della fine della nostra storia. Ma non &egrave così’ no non lo &egrave. Perché quando riguardo la sua bocca piena dello sperma del Duca’ il culo aperto dal suo dottorino’ quando l’ho vista leccare il suo ano, io non c’ero. Lei aveva scelto consapevolmente la sua strada, come e più di me. Le sue ultime parole sono state di amore, pena e disprezzo per quello che ero e per quello che stavo diventando, senza mai mettere in discussione il suo comportamento le sue scelte, almeno non lo ha fatto con me. Conto i giorni di assenza da allora, perché mi manca, perché nonostante tutto io l’amo ancora, come quella sera, più di quella sera’

Daniele l’aveva preparata a dovere, mentalmente succube delle sue parole, l’aveva visto estrarre il suo cazzo poderoso, dimentica della mia presenza, si era eccitata a vederlo crescere nelle sue mani, mentre diversi individui si avvicinavano alla vettura. Aveva iniziato a toccarsi languidamente, mentre lui le offriva le sue dita da leccare. Alcuni fuori avevano iniziato a masturbarsi, e confesso che anche io lo facevo. Guardavo lui, guardavo lei, guardavo fuori, tutto mi eccitava. Le ordinò di togliersi le mutandine, poi con calma studiata, abbassò leggermente il finestrino e vi appoggiò il perizoma. Era chiaro il significato, voleva che tutti venissero dentro le mutandine di Anna. ‘Dopo dovrai rindossarle’ le disse, ‘E il tuo cornuto si dedicherà a pulirtele’ aggiunse in tono beffardo. Lei chiuse gli occhi per un momento, credo immaginando ciò che mi spettava, poi dopo aver guardato fuori gli uomini masturbarsi, si chinò verso Daniele, nel tentativo di baciargli il cazzo, e nello stesso tempo offrendo la visione del suo culo agli astanti.
Era tutto troppo eccitante, il cazzo di Daniele, la bocca di Anna a pochi centimetri, alcuni fuori iniziarono a venire, bagnando le mutandine, rigando il vetro di sperma. Venni nelle mie mani, e Daniele accortosi dell’accaduto mi obbligò a leccare tutto. Lo feci, pensando al culo di Anna, alle sue mutandine.. e allo sperma di Daniele, che immaginavo tra poco nella gola di Anna. Quando le prime gocce di liquido bagnarono la sua cappella, ad Anna venne permesso finalmente di raccoglierle con la lingua. Ma a me venne affidato il compito più grave. ‘E tu troia cornuta, vai fuori e puliscimi i vetri, guarda quanta sborra sta scendendo, usa la tua lingua, e nel farlo attento al tuo culo, che li fuori sono arrapati’. Era un’umiliazione oltre ogni limite, ma anche se malvolentieri scesi, e mentre vedevo gli uomini scansarsi’ alcuni ancora con il cazzo in mano, raccolsi le mutandine fradicie, raccolsi con le dita lo sperma dal vetro’. Che portai alle labbra, che succhiai velocemente’ assaporandone il gusto. Poi aprii la portiera, il culo di Anna era davanti a me, con fatica cercai di alzare le sue gambe, e a poco a poco gliele feci rindossare, quando furono a contatto con la sua fica, la sentii mugolare, era il piacere di sentire lo sperma al contatto delle sue carni, e quando appoggiai la mia lingua’ la sentii godere. Gli ultimi uomini fuori, avvicinatosi ancora di più, approfittarono per venire su di noi, sul mio viso, sul suo culo, schizzi potenti che mi inebriarono, che eccitarono ancora di più Anna. Daniele finalmente appagò la sete di Anna, prese la sua testa e con forza la spinse sul suo bastone sull’orlo dell’orgasmo. Sentivo la fica di Anna pulsare, in preda ai conati per la forzata intrusione nella sua bocca, annaspava in cerca di aria, mentre lo sperma di Daniele iniziava a fuoriuscire, dalla bocca, perfino dal naso. Anna impossibilitata a liberarsi, in preda a spasmi di soffocamento, tossiva e non riuscì più a controllare la sua fica, sentii le sue mutandine bagnarsi improvvisamente, e un rivolo di liquido scendere tra sue cosce, rimasi sorpreso, non lo avevo mai visto prima di allora, e mentre Anna continuava ad ingoiare’. feci posto ad un altro’ lo accompagnai fino a lei’ abbassai lentamente le sue mutandine e lo implorai’ ‘Ti prego toccala’ mentre io tocco te’.’. Anna sentì le dita intrufolarsi dentro di lei, penso credette fossi io, che invece ero alle prese con una nuova esperienza, toccavo lui.. lo spingevo verso di lei, e mentre lo facevo armeggiavo nei suoi boxer per ridonare vitalità al suo cazzo. Nel frattempo Daniele aveva finalmente esaurito la sua sborra, che aveva completamente riempito la bocca, il mento e il vestito di Anna, la invitò a girarsi e tutti la vedemmo, come lei vide me. L’espressione era neutra, mi guardò come guardò tutti gli altri, poi dalla sua bocca iniziò a scendere tutto lo sperma che non era riuscita a deglutire, cadeva sul collo, sul vestito, sulle gambe, parte raccolto con le mani lo spalmò sulla fica fornendoci un’immagine scandalosa e deliziosa allo stesso tempo. I commenti impietosi degli spettatori, aumentarono ancora di più l’eccitazione di tutti. Nel frattempo l’uomo che continuavo a masturbare tardava a raggiungere la completa erezione, credo l’avrebbe scopata se ne avesse avuto modo, ma Daniele decise di interrompere tutto, liquidando il tizio e tutti gli altri. Io rimasi sorpreso e non ancora sazio della serata, segretamente speravo che tutti quegli uomini avessero avuto la loro parte, che Anna fosse scopata da tutti e poi da ultimo anche da Daniele. Ma non fu così. In macchina Anna non mi rivolse la parola, ma su ordine di Daniele venne da me, a baciarmi dopo essersi levata le mutandine, e farmi mangiare ciò che era rimasto al suo interno. Era chiaramente un’ulteriore dimostrazione di superiorità. Sentii la sua lingua ancora viscida e piena di sperma entrare nella mia bocca, poi fece scendere la saliva direttamente nella mia gola e infilò lentamente il perizoma nella mia bocca, era pieno zuppo, ma era quello che avevo desiderato. Amaramente sottovoce aggiunse: ‘Assaggia cornuto’. Assaggia ciò che hai perso’ perché stasera mi hai perso definitivamente’. Arrivammo alla mia macchina poco più tardi, scesi in silenzio, e con il morale sotto i tacchi. Mentre aprivo la portiera mi girai e non vidi Anna.
‘Cosa fai ancora lì, dai andiamo’ le dissi. ‘No Stefano vai tu, io rimango ancora un po’ con Daniele, dobbiamo’. Parlare, non credi?’
La supplicai di scendere di tornare a casa con me. Ma lei fu dolce e glaciale ‘Aspettami sveglio se vuoi amore cornuto, cercherò di non fare tardi, pensami se vuoi, o pensa a lui, pensa a noi’, il dildo blu &egrave nel cassetto, se ne avrai bisogno, io per adesso posso farne a meno, vero Daniele?’
Avrei voluto piangere, urlare, ma non lo feci. Li guardai sorridere, e pensai a quanto ero stato stupido a gettarla tra le sue braccia. Mentre tornavo verso la mia macchina sentii lei avvertirmi ‘Se avrai voglia di me quando torno, sappi che terrò tutto per te, tutto’ voglio farti vedere che in fondo avevi ragione, voglio che Daniele mi sodomizzi senza pietà questa notte, voglio che lo faccia per ore, voglio che me lo riempia, non ne farò uscire una goccia, a costo di farmelo chiudere. Sarà tutto tuo, potrai mangiarlo come hai dimostrato di volere, in attesa che lui faccia lo stesso con te, perché &egrave questo che vuoi vero?’.
No, non era vero, era solo stato un gioco perverso al quale mi ero piegato, inseguendo una fantasia che prevedesse lei sempre vicino a me.
E’ vero, lo avrei fatto, ma per lei, ogni cosa avrei fatto per lei, ma adesso era diverso.
Avrei sopportato tutto, sapendo di essere sempre il suo riferimento, lo ero sempre stato ma ora non mi sentivo più tale.
Stranamente però questo stato di sofferenza totale era fonte di piacere per la mia mente. Una sorta di sublimazione del piacere, immaginai lei tornare a casa’ venire verso di me’. E dopo avermi fatto sdraiare, mostrarmi il suo culo, chiuso con un plug anale. Una volta aperto, e constatato il cratere che era diventato il suo buco, avrebbe iniziato a gorgogliare, lasciando scivolare lo sperma del toro, che sarebbe finito direttamente sul mio viso, imbrattandolo completamente, lo avrei leccato quel culo rotto, l’avrei insultata chiamandola puttana’ e avrei affondato la mia mano all’interno nel tentativo di svuotarla dal ricordo di quel cazzo.
Così rimasi solo nel parcheggio del ristorante, in preda ad una forte eccitazione che faticavo a contenere. Mi ritrovai all’improvviso attorniato da tre o quattro persone che faticai a riconoscere, erano i tipi del car sex, che mi avevano seguito. Si presentarono alla macchina e mi obbligarono a scendere, mi fecero salire nella loro e sotto la minaccia di un coltello fui costretto ad accontentare le loro voglie. ‘Non ci hai fatto scopare la tua puttana, e ora noi scoperemo te’. Sembravano impazziti, e nel sedile posteriore iniziarono a tirare fuori le loro verghe. ‘Fermi ragazzi, io non sono gay, non l’ho mai fatto’.
Ero pericolosamente in trappola, e avvertivo i primi crampi di paura, ma allo stesso tempo, il cazzo che minaccioso si avvicinava al mio viso, mi affascinava, mi ipnotizzava. Dovevo ammetterlo a me stesso, la voglia di leccarlo, di farlo entrare nella mia bocca era palese. Lo toccai per allontanarlo, ma così facendo ne constatai il calore, la rigidità. Continuai a toccarlo in quella che sembrò diventare una sega, mentre sentivo in me crescere l’eccitazione, che divenne evidente, e gli altri se ne accorsero. Presero ognuno a menare i loro cazzi indirizzandoli contro il mio viso.
‘Lo hai mai succhiato un cazzo?’ mi chiesero, scossi la testa. ‘Faglielo provare’ disse uno, e un cazzo duro ed enorme si avvicinò alla mia bocca, ero sconvolto, non osavo respirare, ma allargai le gambe, mi allungai nel sedile, tastai il mio di cazzo, dolorosamente eretto. ‘Vi prego, lasciatemi andare..’ furono le mie ultime parole, dopo venni soffocato da quel cazzo. Mentre gli altri mi insultavano, iniziai a leccarlo, prima timidamente, poi sempre più velocemente, non ero più padrone delle mie azioni, e gli altri approfittarono del momento, mi sentii sollevare, rivoltarmi e presero a spogliarmi completamente, mi colse un brivido nel momento in cui mi abbassarono i boxer. Mostrai a loro le mie nudità, il mio sesso completamente depilato, e il mio culo a loro disposizione. Sentivo accarezzarlo, palparlo, aprirlo per mostrare a tutti il buco allargato. Non lasciavo il cazzo uscire dalla mia bocca se non per leccarne l’asta, ma ero attento ad ogni pur piccolo particolare che succedeva alle mie spalle. Quando sentii della saliva scivolare sul buco, il mio cazzo si fece ancora più duro. ‘Guarda come &egrave eccitata sta troietta, non aspetta altro che gli sfondiamo il culo’.
Che strana sensazione provai a sentirmi trattare così, ma mi comportai di conseguenza. Alzai gli occhi e guardai l’uomo che stavo spompinando, lo feci come fosse il mio uomo, lo aspirai, lo leccai completamente fino a scendere tra le palle. Quando sentii la punta del primo cazzo appoggiarsi al mio culo ripresi il cazzo in bocca, mi fecero male’. implorai di fermarsi mentre si alternavano nel mio culo e nella mia bocca, mentre riempivano entrambi di sperma. Non capivo più nulla, sentivo quei pezzi di carne sbattere tra le mie cosce, le loro palle sbattere contro il mio culo, il dolore si era trasformato in un calore che si diradava in tutto il mio corpo, quando il culo iniziò a bagnarsi, provai il primo piacere, ero ormai sufficientemente dilatato e sentivo i loro cazzi alternarsi nel mio culo sverginato, i loro insulti contribuivano ad aumentare l’eccitazione e la perversione, cominciai a sentire il mio cazzo gocciolare, ero pronto per venire, ostaggio di quattro cazzi che mi circondavano vogliosi.
E mentre io tremante li incitavo a incularmi sempre più forte, mentre il mio culo e la mia bocca si riempivano di sperma, sentii la voce di Daniele e di Anna complimentarsi con me, con loro’
Era stato tutto organizzato da Daniele, lo scopo di umiliarmi davanti ad Anna era definitivamente raggiunto.
Colto da spasmi di piacere, giacevo esausto sul sedile posteriore dell’autovettura, di fronte a Anna, di fronte a Daniele, irrimediabilmente sconfitto ai loro occhi.
Sentii Daniele sussurrare ad Anna ‘ora possiamo andare, voglio ridurti nelle stesse condizioni stanotte’ vedrai ti piacerà’.
Credo di aver perso conoscenza per un po’. Mi risvegliai nella mia macchina, nel parcheggio desolato, un forte dolore al sedere mi riportò alla realtà.
Misi in moto la macchina e mentre le lacrime solcavano il mio viso mi diressi verso casa. Attesi Anna per ore quella notte, ma non tornò, e non tornò nemmeno quella successiva. L’avevo tempestata di chiamate, avevo scritto a Daniele, ma non avevo ricevuto nessuna risposta. Ottenni solo il terzo giorno, via mail il video dove io in macchina venivo ripetutamente inculato dagli uomini del parcheggio.
Mi chiamò Daniele, e con estrema calma, cercò di calmare la mia disperazione, la mia rabbia, contro di lui, contro di lei.
Anna non sarebbe tornata a casa, ne oggi ne mai. Aveva deciso autonomamente, mi confessò candidamente che ora era innamorata di lui. Del suo cazzo ancora prima che di lui, della sua mascolinità. Anna, disse lui, aveva bisogno di un uomo che la dominasse, che la facesse sentire regina e troia più di quello che era. Dissi che volevo parlare con lei, mi rispose che al momento non poteva, essendo occupata, occupata a succhiargli il cazzo, aggiunse.
Sarebbe passato lui a prendere le sue cose, perché la sua intenzione era di trasferirsi a casa sua.
Lo implorai di darmi una possibilità, perché io l’amavo, sopra ogni cosa, anche sopra ai suoi tradimenti, perché la mia anima sarebbe stata sempre la sua. Volevo spiegare, volevo rimediare ad una situazione ormai compromessa. Accettai perciò di portare le cose di Anna da lui, pur di parlare con lei.
Ancora una volta ero caduto nella sua trappola.
Arrivai dietro sue indicazioni in un villino di campagna a due ore di strada da casa mia e vidi la sua macchina parcheggiata fuori. Suonai e trovai il cancello aperto, entrai ma nessuno venne ad accogliermi. Mi feci coraggio, depositai le valigie in ingresso e cercai Anna e Daniele.
Sentii le loro voci da una stanza semiaperta, era Daniele che sembrava confortare Anna, sul letto credo dolorante. Rimasi sulla soglia, mentre lui le spiegava che era normale che dopo averlo preso in culo fino in fondo avesse dolore, che a poco a poco ci avrebbe fatto l’abitudine, anzi non ne avrebbe potuto fare più a meno. Parlava con calma, mentre le carezzava il culo nudo, mentre le spiegava che tutte le donne che aveva inculato erano rimaste distrutte ma appagate. Seguivo quel dialogo affascinato, mentre lui di sorpresa la prese di nuovo, Anna urlò’ la vidi mordere le lenzuola, ma non si ritrasse’ anzi lo incitò a continuare. Lo chiamava amore’, non potevo resistere mi mossi per allontanarmi, ma sentii la sua voce richiamarmi ‘Dove vai cornuto, non sei venuto a fare il lavoro che agognavi? Tra un po’ questo culo sarà pieno di sborra’ quella che ti piace tanto. Anna &egrave impaziente di sentire la tua lingua dentro di lei’. Senza la possibilità di controbattere entrai nella stanza, e cercai gli occhi di Anna, volevo leggere all’interno un barlume del nostro amore finito. Erano chiusi, al contrario della sua bocca spalancata, il viso stravolto dal piacere, le sue mani invece martoriavano la fica, per darle sollievo e riuscire a mantenere quel palo nel culo. Già’ lo guardai quel cazzo che entrava e usciva dal suo culo’ e lui se ne accorse ‘Ti piace il mio cazzo &egrave? vieni, vieni più vicino’ ogni promessa &egrave un debito per me’.
Sarei dovuto scappare, lasciare quel posto, Anna, Daniele, cancellare ogni immagine e ricordo di quei momenti e ricominciare la mia vita da capo.
Ma mi avvicinai ancora di più, accarezzai la schiena di Anna, scendendo sempre più verso il culo, sempre più verso il cazzo, fino a quando lo incontrai. Lui rallentò la sua inculata frenetica, per permettermi di prenderlo, saggiarne la consistenza, il volume, il calore. Era umido, bagnato dagli umori di Anna, lui alternava fica e culo, affondandolo più che poteva per farla impazzire, poi lo fece uscire completamente, e fattomi inginocchiare, per la prima volta me lo pose davanti al viso ‘Allora’ di a Anna quanto ti piace il mio cazzo.. diglielo!’.
Lo baciai, lo leccai, fino alle palle e ancora più giù, poi lo accompagnai personalmente fino al buco del culo di Anna che attendeva fremente. Lo spinsi dentro, afferrai i suoi glutei in modo che potesse entrare ancora di più, e scesi con la testa tra di loro, in modo che la mia lingua scivolasse tra la fica e i coglioni di lui. Leccai il culo di Anna quando me lo permise, il culo di Daniele.. quando mi obbligò, e sentii distintamente le contrazioni del suo bacino quando decise di scaricare nel culo martoriato di Anna innumerevoli getti di sperma. Poi dopo alcuni minuti lo estrasse, lasciandolo cadere sul mio viso. Anna, tremante, dopo la brutale inculata, respirava a fatica, distrutta, a pancia in giù. Poi comparvero le prime gocce uscire dalla caverna che si era aperta al posto del suo buco.. era il momento che mi immaginavo da tempo, e meccanicamente mi adoperai per non perderne una lacrima. Continuava a scendere copioso fino alla fica, e la mia lingua lo raccoglieva con delicatezza e devozione, dando piacere e sollievo ad Anna che iniziò a gemere. Sarebbe dovuto essere il nostro gioco questo, ma mi rendevo conto che in quel momento ero solo un suo strumento per godere ancora. Ma non avevo considerato un particolare in quel momento, sarei stato da li a poco anche uno strumento per Daniele.
Approfittò della situazione, poggiò le sue mani sulla mia schiena, mi costrinse a liberarmi dei pantaloni, e con il viso appoggiato sul culo di Anna, lo sentii per la prima volta appoggiarsi su di me. Era ancora bagnato, per niente ridimensionato, ed ebbi paura di lui, del suo cazzo, credevo mi potesse lacerare il buco del culo quell’attrezzo, lo pregai di non farlo’ in verità lo pregai di farlo con dolcezza. Quando iniziò ad entrare, mi sentii invaso da un enorme ferro rovente, lo sentivo spingere sempre più il suo cazzo dentro di me, gemetti per il dolore, e questo incuriosì Anna, che voltatasi, mi guardò, vide l’espressione di sofferenza e di piacere sul mio volto, e aprendosi la fica piena di umori davanti al mio viso mi disse ‘Leccala mentre ti fai rompere il culo, sei un vero porco, ecco cosa desideravi veramente’.
Non so cosa desideravo veramente, non lo sapevo allora non lo so adesso. Cosa mi abbia spinto non lo so, la sofferenza, la perversione, il piacere di sentirmi sottomesso? Forse.
Anna mentre Daniele mi inculava, mentre lei godeva con la mia lingua, continuò ad insultarmi, non sto qui a ripetere tutti gli epiteti, ma nonostante tutto trovai piacere, forse fu’ la sensazione di essere per una volta femmina, ma senza toccarmi iniziai a venire, mentre Daniele veniva dentro di me, mentre Anna veniva nella mia bocca.
Quando mi rialzai barcollante, con la sensazione che il mio culo martoriato fosse rotto definitivamente, lasciai quella casa per sempre. Avrei potuto picchiarlo se avessi voluto, ma in fondo tutto era avvenuto con il mio consenso, tutto era avvenuto per il piacere di ognuno. Solo che ognuno di noi non era più parte dell’altro.
Almeno io non ero più parte di Anna
Dunque sono alla fine, da allora ogni tentativo di recuperare informazioni su di loro &egrave stato vano. Telefoni, mail, applicazioni dove potevo almeno controllare i loro accessi non sono stati più raggiungibili per me.
Vorrei solo sapere se lei sta bene, perché io l’amo nonostante tutto. Le nostre anime si sono amate lo so e lo sa anche lei, non può averlo dimenticato. Anche se ora un altro le trapana il culo’ se un altro occupa i suoi pensieri, Dio non dovrei pensarlo, mi fa male pensarlo, ma lo faccio in continuazione, ho rivissuto quei momenti centinaia di volte’ entrare nella stanza, vedere lui prenderla senza neanche un preavviso, vederla distrutta, strapazzata, sfondata, bagnata fino alle ginocchia. E la mia voglia perversa di vederla appesa a quel cazzo la riprovo ogni volta, e ogni volta la mia mano scivola nei boxer per darmi un piacere momentaneo. E poi’ sento lui.. che si avvicina, che lo appoggia’ umido, che continua a spingere senza pietà, nel mio culo dolorante, sento il suo cazzo arrivarmi quasi fino allo stomaco, sento il suo cazzo esplodere in me, riempirmi di sperma, mentre io venero lei, mentre io mi do piacere da solo.
Anna mi disprezza oro lo so, può lei avere dimenticato il nostro amore, i nostri giorni felici, la nostra intimità?
Ora mi preoccupo che non sia successo niente, mi preoccupo di tante cose ma a nessuna so dare risposta.
Mi manchi, quante cose vorrei dirti ancora, mi manchi nelle lunghe notti passate da solo, mi manchi quando la sera al rientro non ti trovo ad aspettarmi.
Fuori &egrave freddo, le foglie cadono dagli alberi’ &egrave l’immagine di quello che resta di noi.

Non nascondo che scrivere questo racconto &egrave stato per me prima una necessità per condividere con altri questa esperienza straordinaria, era eccitante, elettrizzante, mi ritrovavo con il cazzo duro, pensando a voi che leggendo vi sareste a vostra volta eccitati, sperando che uomini, donne e coppie potessero identificarsi in me, oppure in Anna o in qualsiasi dei personaggi che hanno frequentato la mia vita. Ho immaginato che voi sognaste Anna, oppure me, a seconda dei vostri gusti personali. Poi strada facendo ho pensato che potesse essere il modo per coinvolgere qualcuno, ed infatti purtroppo lo &egrave stato. E ora continuo a scrivere per la speranza che lei legga, che lei capisca. Io suppongo che lei abbia letto, ma non credo che abbia capito, perché altrimenti sarebbe tornata da me, o avrebbe cercato almeno di contattarmi.
Anna fino a che punto devo abbassarmi per potere ancora condividere un minuto con te.
Non sei al lavoro, non sei più rintracciabile, non ti trovo in nessun luogo, ho frequentato parcheggi utilizzati come car sex per cercarti. Speravo di trovarti, sognavo di trovarti, ho partecipato in quei posti da spettatore, da attore, guardando godere e godendo pensando a te, e a lui. Si anche a lui, perché ormai mentre con il cazzo in mano vengo su una donna alle prese con il suo uomo in macchina, non disdegno una mano sul culo, un cazzo da masturbare.
Ma sei tu nella macchina che si disseta del mio cazzo, ed &egrave lui che mi trascina dietro la siepe, per farmi suo, come sogno ogni notte.
Ho fatto male a delle persone, nostre amiche, che hanno cercato di darmi conforto, me ne sono approfittato.
La mia collega brasiliana ricordi? Infatuata di me, veniva la sera a casa mia per farmi compagnia, non voleva lasciarmi solo. E io l’ho lasciata fare, quando mi prendeva tra le sue braccia, per consolarmi. Le ho raccontato tutto, e poi le ho fatto leggere tutto, l’ho vista arrossire, agitarsi, e a poco a poco eccitarsi, mentre le raccontavo ogni particolare. Era un universo sconosciuto per lei, perfetta mogliettina e quando superata la sua timidezza lei mi ha lasciato fare, io l’ho baciata, chiamandola Anna. Dimentica del marito, dei suoi figli, ha fatto l’amore con me, credendosi innamorata di me e io di lei, mi ha concesso anche il suo culo vergine lo sai?
L’ho sedotta, lo usata, gettata in pasto ai guardoni, senza che lei capisse quanto male le stavo facendo.
Una sera mentre eravamo in macchina, in un parcheggio, mentre lei si impegnava a farsi entrare tutto il mio cazzo in gola, mentre io spostavo il perizoma per mettere in bella vista il suo culo ai guardoni fuori della macchina, &egrave arrivata la polizia. L’ha trovata così, e nel fuggifuggi generale alcuni poliziotti l’hanno trattata come una vera puttana, tra le sue grida e i suoi pianti, i suoi tentativi di giustificazioni, la perquisivano ovunque.
Devono averle infilato diverse dita negli orifizi, immagino senza riguardo, viste le reazioni violente di lei. Poi non contento, quando tutto chiarito sono andati via, l’ho inculata in maniera animalesca, facendola gridare dal dolore, obbligata ad ammettere che avrebbe voluto farlo con i poliziotti.
Ho goduto nel suo culo pensando di riempire il tuo Anna.
E lei frastornata’ dolorante mi guardava lo stesso con amore. Drogata di questa situazione ogni mattina passava per farmi un pompino, o qualcosa di nuovo, la rimandavo a casa dopo.. a baciare suo marito, a baciare i suoi figli. Docile cagnetta’ pronta a tutto pur di soddisfarmi.
Non sono fiero di questo, come non sono fiero di mille altre cose, ma so che solo con te posso rinascere’ ma tu’. Dove sei.
No non posso continuare così. Gioco con il fuoco, ogni giorno’ e ora anche Gisela la mia collega, la mia nuova compagna di giochi, se ne &egrave resa conto. Ha voluto sapere tutto di me, del perché sono sempre alla ricerca dell’estremo’. Questo mio piacere perverso nel soffrire, nel vedermi umiliato nell’intimo, negli affetti, nel fisico.
E ha iniziato ad essere più glaciale, più autoritaria, lo percepisco nei suoi atteggiamenti e nelle sue allusioni. Quando facciamo l’amore mi sussurra frasi oscene, mi incita a prenderla in ogni buco, da solo o insieme ad altri. E poi’ fa lo stesso con me.
Mi chiede di Daniele, mi chiede del suo cazzo, se &egrave veramente così largo e se veramente &egrave capace di venire come io le ho descritto.
Io le do corda, perché questo sono. Da quando Anna non c’&egrave più sono alla ricerca di una complice che possa sostituirla. E lei lo ha capito, mi spalleggia in ogni fantasia, e vuole la mail di Daniele’ vuole scrivergli, cercando di riuscire dove io non sono riuscito.
‘E cosa gli scriveresti sentiamo”
‘Beh’ intanto voglio conoscerlo, capire come sia riuscito ad entrare tra di voi’ in tutti i sensi dico’., dai scusami la battuta, ma al di là di ogni mio desiderio lo farei perché so che ti piacerebbe, vero? Terrei segrete le mie conversazioni con lui per un po’, ti farei morire di gelosia. Potrei incontrarlo forse, o forse no’ e tu non lo saprai’ per un po’.’
Ero allibito dal suo cambiamento, la docile Gisela si era a poco a poco trasformata, assecondando le mie fantasie. Era chiaro che fossi io l’elemento catalizzatore di tutto questo, era successo con Anna ora succedeva con Gisela.
Ho accettato perciò di darle la mail di Daniele, l’ho fatto una sera, mentre lei mi infilava una zucchina nel culo, raccontandomi di come fosse riuscita a scopare con suo marito e a tenersi tutto dentro per me, si sarebbe fatta leccare solo dopo avermi preso il culo, e dopo che io le avessi data la mail.
Per giorni mi ha tenuto in sospeso, con la speranza che qualche cosa succedesse. Avrei potuto rivedere Anna? Daniele? Avrei perso anche Gisela?
Non avevo certezze, e ne cercavo nello sguardo di Gisela ogni volta che lo incrociavo: solo un sorriso beffardo, mai una parola, mai un accenno a qualche minimo contatto. Avevo paura a chiedere, e solo nei momenti più intimi tentavo un approccio: ‘Allora’ lo hai sentito, lo hai visto? Dai troia raccontami! Ti sento il culo più aperto’. Deve esserci passato qualcuno ne sono sicuro’. Ma lei sorrideva, godeva, ma non parlava.
‘Non so cosa tu preferisca sentirmi dire’ anzi credo proprio di saperlo’ sentenzia Gisela giocando con il dito medio infilato nel mio culo. ‘Vorresti sentirmi dire che l’ho contattato, visto, scopato’. Vero?, magari così potremmo vederci tutti insieme’ potresti rivedere Anna, e potresti rivedere anche lui, avere il suo cazzo al posto del mio dito, vero che lo vorresti?’.
Faccio segno di no con la testa, ma lei insiste, mi spinge un secondo dito nel culo ‘Confessa che ti piacerebbe essere il loro schiavo, e il mio oramai, nulla &egrave immutabile nella vita, e tu ora hai solo questo desiderio. Essere sottomesso, sentire il gusto amaro del tradimento. Vorresti baciare la mia fica piena del suo sperma? Dimmelo ora, non ti concederò una seconda chance.’ Non posso negare, l’immagine della fica piena di sperma, mi fa girare la testa, lo vedo scivolare sulle cosce, lo vedo scendere sulla mia lingua ansiosa di introdursi in quella meraviglia.
‘Ti prego’ fai in modo che questo accada, voglio che tu mi dia questo piacere, con lui, con tuo marito, con chi vuoi. Voglio che quando vieni da me, tu sia sempre piena, che la tua bocca sappia di cazzo, che ti mostri a me, con le mutandine sporche, ti prego voglio essere il tuo schiavo, riempimi di insulti e portami il suo sperma’. Vengo mentre le sue dita di una mano scorrono sul mio cazzo, mentre le altre spariscono nel mio culo. Sogno il grosso cazzo di Daniele, che le scopa entrambi, e mi obbliga di ripulirle, sogno le loro fiche aperte e gocciolanti, e sogno quel grosso cazzo nella mia bocca, sento quel palo enorme venire ancora dentro di me. Non resisto, mentre vengo ancora sento il desiderio di berlo, raccolgo il mio stesso sperma, e lo assaggio con gusto, Gisela mi bacia prontamente condividendo il sapore, poi aggiunge’ ‘Presto sarà il suo che berremo’.
Inutile negarlo, a forza di giocare con il fuoco sono ormai completamente soggiogato da quella idea.
Ho bisogno di una forte emozione, qualcosa che mi scuota profondamente, propongo a Gisela di uscire, la voglio scandalosamente sexy, perché dovrà fare arrapare diversi uomini, dovrà farmi morire, soffrire, godere, solo così potrò placare questo fuoco che mi brucia dentro.
Lei &egrave perplessa, ma non rifiuta, anzi mi consiglia un locale frequentato da brasiliani di cui ha sentito parlare benissimo.
‘Preparati allora, sarò la tua troia stasera, e tu il mio cornuto’.
Aspetto con impazienza che arrivi, chissà che scusa inventerà con suo marito, per giustificare l’uscita, e l’abbigliamento aggressivo.
Quando arriva, la vedo bellissima, nel suo abitino nero, calze velate e scarpe con il laccio sulle caviglie. E’ accaldata, le guance rosse, tipiche in lei quando &egrave eccitata. ‘L’ho dovuto accontentare’ se no brontolava, sentimi”. Me lo dice sorridendo e portandosi la mia mano nelle mutandine. E’ un lago, e la sento ansimare ‘piano’ sono ancora così sensibile, potrei venire ancora’. Mi mostra le sue mutandine impiastricciate, dei suoi umori e dello sperma di suo marito, ‘non posso mica uscire così, dai puliscimele, lecca, lecca che stasera ne dovrai leccare tanto’.
Con la schiena appoggiata allo stipite, il vestitino sollevato, le mutandine abbassate, le calze che cominciano a sporcarsi dei fluidi che scendono, qualunque cosa mi avesse chiesto avrei eseguito. Mi guarda avvicinarmi, il suo sguardo &egrave magnifico, nei suoi occhi vedo la libidine di una donna che vuole essere una puttana per me, ma vedo anche il suo amore per uno come me, e non comprendo, mi sento un essere spregevole a volte, pieno di sensi di colpa, e non meritevole di tanto affetto. Mentre penso, mentre sono calamitato dai suoi occhi, e dalla sua fica mi accingo ad abbassarmi, sento la pressione delle sue mani sulle mie spalle, poi sulla mia testa, e mentre arrivo a contatto con il suo corpo, ne sento l’afrore, sento il suo e quello di suo marito. Voglio sentirne il sapore, di entrambi, la guardo un’ultima volta negli occhi, e poi la mia lingua servizievole, compie il suo lavoro, sono sottomesso a lei, che mi incita a pulire bene, a leccare, a succhiare, a mangiarle la fica. Mi insulta, mi prega, mi loda, e viene sul mio viso, tra spasmi e tremori. Si inginocchia, mi bacia sulla bocca, mi bacia gli occhi, mi bacia ovunque e confessa di amarmi ‘Ti ho sempre amato’. Amore mio’.
Mentre si sistema con calma, la guardo con attenzione, Gisela &egrave proprio una bella donna, ha classe, &egrave sensuale, forse manca di quella personalità che fa di una donna una dea, come era Anna o come pensavo fosse, ma sicuramente &egrave una capace di far girare la testa a molti uomini. Ora perché lei si sia legata a me in questo rapporto ambiguo fatto di sentimenti e carne, fantasie perverse e dichiarazioni di amore non riesco a capirlo. Ha detto di amarmi, lo so, lo ha detto dopo aver avuto un orgasmo, e in quegli attimi &egrave facile dire ti amo, ma io credo che lei mi ami veramente. Forse mi ha sempre amato, quando l’ho presa la prima volta, quando reticente mi ha permesso di sodomizzarla, credo lo abbia fatto perché si fidava di me si fidava del suo amore segreto.
Ma perché allora questo cambiamento, perché ora era disposta a fare la puttana per me, uscire e farsi imporre da me a chi darsi.
Molti dubbi mi assalgono, ma rimane forte la voglia di trasgredire, in fondo non sono venuto, e mentre lei si sistema le sue calze di seta legate ad una guepiere divinamente sexy, ho voglia di prenderla così, ma mi trattengo, voglio resistere, voglio scoparla solo alla fine della serata, quando sarà talmente sazia di cazzo che faticherà a sentirmi. La perversione di questo pensiero mi spaventa, ma mi eccita. Lei sente i miei occhi su di lei, mentre sistema le mutandine umide che non potrà sostituire fino a quando vorrò io.
‘Voglio farti morire stasera, e voglio che tu sappia che il vederti soffrire farà impazzire anche me, non so cosa mi stia prendendo, non conoscevo questa mia vena sadica, ma mi piace. Tanto”. Deglutisco a fatica, siamo pronti ad uscire e la sua dichiarazione &egrave foriera di una serata emozionante, trasgressiva: ‘Andiamo stella’ andiamo’.
Mentre raggiungiamo la macchina incontriamo un mio vicino di casa, un signore abbastanza anziano, intorno alla sessantina, che mi saluta incuriosito della presenza di Gisela, la guarda insistentemente, e colgo nel suo sguardo la voglia di sapere chi possa essere questa nuova presenza femminile accanto a me. Mi ha visto per anni con Anna e so di certo, come in modo discreto dimostrasse di apprezzare le sue qualità. Anna era molto divertita dalla galanteria di questo uomo di altri tempi, divertita e anche compiaciuta, essendo oggettivamente un bell’uomo. Mi coglie un’idea improvvisa, mi invento una scusa, la scusa &egrave la più banale, devo tornare su in casa avendo dimenticato di sistemare alcune carte urgenti e spedire una mail, guardo Gisela, poi guardo Rocco, e domando a lui se può fare compagnia per 10 minuti alla mia amica, non fidandomi di lasciarla sola sotto casa. Lo chiedo cercando di essere il più naturale possibile, ma per quanto simuli, la mia voce risulta un po’ affannata. Non può certo negarmi questo favore, anzi mi confessa che per lui sarà un piacere trascorrere qualche minuto in compagnia di una così splendida signora. Non so cosa potrà accadere, ma la fantasia mi proietta immagini talmente eccitanti, che sento il mio cazzo indurirsi, saluto goffamente, mi volto per non far notare il mio stato e raggiungo il portone.
Lascio passare 5, 10, 15 minuti’ il mio pensiero fisso &egrave rivolto a Gisela inginocchiata tra le gambe di Rocco, a lei spalle al muro scopata violentemente da lui, non faccio che toccarmi in attesa di tornare alla macchina. Poi decido di tornare, e non li trovo, aspetto altri 10 minuti fino a che ricevo un messaggio da Gisela: ‘Siamo da Rocco, &egrave stato così gentile che ha voluto offrirmi qualcosa da bere’ Aspettami tra 5 minuti vengo’. Cio&egrave’ arrivo’.
Non posso far altro che aspettarla in macchina. Mentre mi tocco nervosamente il cazzo dolorante, ricevo un secondo messaggio ‘Vuoi che porti qualcosa da bere anche per te?’ rispondo immediatamente ‘Spero che tu non abbia anche mangiato, altrimenti sarai già sazia stasera..’.
‘Non preoccuparti amore, da Rocco ho fatto uno spuntino, una cosa veloce, sfiziosa, da leccarsi le labbra’ arrivo’.
Pochi minuti e la vedo arrivare, sale in macchina, senza parlare, con la bocca semichiusa, si accosta a me, e mi bacia. La sua bocca &egrave calda, morbida, schiumosa, la sua lingua &egrave impastata, sa di cazzo, sento il gusto salato e acre di quel liquido denso e mentre riversa tutto lo sperma nella mia bocca, mentre inghiottisco mi sussurra: ‘domani voglio rivederlo, ho fatto in tempo solo a prenderglielo in bocca, &egrave stato tutto così semplice, così naturale, dopo pochi minuti che discorrevamo amabilmente sentivo il suo sguardo penetrarmi, sentivo i tuoi pensieri fondersi con i miei desideri. Mi sono avvicinata, scesa con la testa tra le sue gambe, non si aspettava certo una conclusione di questo tipo, ma non si &egrave fatto cogliere impreparato, non si &egrave fatto pregare, ha liberato il suo cazzo, ha preso la mia testa con due mani e lo ha spinto fino in gola, lo ha fatto con gentilezza e decisione, appena &egrave venuto il mio pensiero &egrave stato per te, volevo correre da te, farmi vedere con la bocca sporca del suo seme, ne ha tanto per la sua età, non finiva mai di sborrare, e se domani vuoi mi faccio riempire, lo vuoi? Dimmelo’.
Non riesco a profferire parola, so solo che lo voglio, voglio baciarla ancora, voglio ancora sentire il sapore di cazzo nella sua bocca, metto in moto la macchina mentre accenno un timido sì con il capo.
Mentre guido in silenzio, il gusto di uomo che ho nella bocca, mi risveglia dal torpore, la serata &egrave appena iniziata: Gisela dovrà riempire il calice amaro della mia depravazione, della mia sottomissione. Sicuramente sa a cosa sto pensando, perché mentre non toglie i suoi occhi dai miei, alza il vestitino, mostrandomi le gambe fasciate dalle calze e ancora più su fino alle mutandine, inizia a sfiorarsi, e sussurra’. ‘La mia fica famelica ha bisogno di cazzo mio bel cornutone, dai sbrigati trovami un uomo da scopare, adesso! Voglio godere come tu non saresti in grado di fare, voglio farmi chiavare davanti a te, per il tuo piacere e per il mio’.
Il mio cazzo ha un sussulto, mentre rallento in prossimità di un semaforo, rischio il tamponamento, perché sono attratto dai suoi movimenti, scostate le mutandine, sta masturbando la sua fica, inizia a contorcersi in preda al piacere . Ho deciso, mi farò affiancare dalla prima auto e il fortunato vincitore farà un giro sulla giostra gratis. Mi guardo intorno mentre riprendo la corsa sempre più lentamente nel traffico diradato della sera, vedo le luci di un pulmino alle spalle, mi sposto sulla sinistra e mi lascio affiancare sulla destra, Gisela &egrave sempre più vicina ad avere un orgasmo, e la sorte ci consegna un auto con all’interno diverse persone, sono giovani mi sembra, e subito notano le movenze lascive di lei, il loro punto di vista &egrave leggermente più alto e si rendono conto in pochi istanti che Gisela si sta masturbando. Continuo a guidare lentamente, lei li vede, sorride e poi mi guarda con gli occhi socchiusi, gli occhi di una donna eccitata e eccitante. ‘Li voglio’. Tutti”. Ho il cuore in gola, sento le il cazzo bagnarsi, ho paura di venire senza toccarmi, avrei voglia allo stesso tempo di fermarmi e di scappare, poi vedo un area dopo posso fermarmi sulla sinistra, metto la freccia, poi guardo verso di loro e con un gesto faccio segno di seguirci. Non posso tornare indietro ormai, non so cosa accadrà a noi tra poco, ma so che dovrà accadere. Siamo fermi in un luogo appartato, &egrave buio, e il pulmino si ferma dietro di noi, pensandoci bene non &egrave stata una bella idea, ogni tentativo per uscire &egrave bloccato dalla loro vettura, e questa considerazione mi colpisce come un pugno allo stomaco. Non devo farmi prendere dal panico, devo mostrare sicurezza, sia con Gisela che vedo eccitata ed impaurita allo stesso tempo che con gli sconosciuti che a breve incontrerò.
Scendo e mi trovo davanti alla macchina, scendono in sequenza 5 ragazzi, e un uomo più anziano. con il sorriso più naturale che posso permettermi li saluto, mi presento, confesso che la mia signora ha un po’ ecceduto nel bere, che forse, b&egrave.. sicuramente’. Non mi ascoltano, i loro occhi cercano altro, guardano in direzione della mia macchina, mi volto anche io e vedo Gisela fuori, eccitante più che mai, in piedi, con il vestito aderente sollevato, oltre la fine delle calze, le scarpe con i tacchi la slanciano ancora di più, &egrave bellissima, e anche il gruppo la guarda ammirata. ‘Stefano’. presentami i tuoi amici, mi sembrano tutti proprio dei bei ragazzi, e anche il signore, che bel signore’., sapete che a Stefano piace tanto che io sia generosa con i suoi amici? Su facciamo le presentazioni’. Non ho più mezzi ne argomenti per fermare quello che deve accadere, né la forza, né la voglia. Si avvicinano a lei, senza più guardarmi, i più hanno già le mani sui loro cazzi, sono come cani ai quali nessuno oramai potrà togliere il loro pasto. Assisto immobile allo spettacolo di Gisela che mentre fa conoscenza con i tipi passa tra loro, li sfiora, spesso vedo la sua lingua impertinente fare capolino dalla sua bocca, &egrave padrona della situazione, la paura &egrave scomparsa in lei, mentre la libidine sta salendo tra di noi. Poi con un gesto non previsto, si alza ancora di più il vestitino, si abbassa leggermente il perizoma e inizia ad incitarli: ‘Vi confesso una cosa, quell’uomo &egrave un porco, vuole solo che voi mi prendiate adesso, come meglio volete, lui vuole vedervi fottere la sua donna, vuole vedervi riversare su di me tutto il vostro piacere. Io non vedo l’ora che voi lo facciate, perché voglio sentirlo anche io questo piacere, poi lo obbligherò a ripulirmi’. Dio’. Sono troppo eccitata, dai scopatemi davanti al cornuto’.
Una mano si insinua tra le sue cosce, sente la sua eccitazione, e scatena gli altri ‘Questa cagna in calore &egrave un lago, dai ragazzi diamogli una bella razione di cazzo, non facciamola attendere’. In un attimo vedo i 5 ragazzi tirare fuori le loro verghe, alcune già in tiro, altre ancora mosce, bei cazzi sembrano’ e un misto di gelosia e invidia mi pervade. Gisela &egrave stretta ormai tra loro, si sente strusciare da quei membri sempre più duri, ed inevitabilmente scivola verso il basso, si inginocchia, mentre cinque cazzi fanno circolo intorno a lei. Guardo estasiato la scena, mentre lei inizia a toccarsi, gli uomini la schiaffeggiano con i membri ormai rigidi, la obbligano ad aprire la bocca, se ne impossessano, mentre la riempiono di insulti: Troia, bocchinara, vacca, adesso ti sfondiamo tutti i buchi vedrai, sono tante le offese ripetute. Ma Gisela &egrave alle prese con una voglia irrefrenabile, e succhia il primo grosso cazzo come se dovesse ingoiarlo completamente. Le offese ora sono rivolte anche a me, cornuto, frocio, impotente, adesso le facciamo assaggiare dei veri cazzi. Sono colto da un’emozione che mi pervade in ogni parte del corpo, la mia ragazza sta per essere scopata, sta per essere riempita da questi 5′. Mi sono scordato il sesto, l’uomo anziano, lo cerco tra loro ma non &egrave presente. Me lo trovo al mio fianco, spunta dal nulla, senza guardarmi mi dice ‘Bella scena &egrave? Gliela farà a farsi scopare da tutti? Credo sia il tuo sogno, vederla riempita di sperma, perché sei un cornuto nel profondo del tuo essere, godi nel vederla scopata, inculata, e forse non solo” Queste parole sono come una scossa elettrica per me, sento il cazzo scoppiarmi, ho bisogno di liberarlo. Mentre mi accingo a farlo uscire dai boxer, vedo che lui fa lo stesso, siamo entrambi osservatori che si masturbano davanti alla mia donna che spompina cinque ragazzi contemporaneamente. ‘Guarda che cazzo ha Adrian, guarda che fatica fa a tenerlo in bocca, &egrave più grosso del mio che modestamente’ non &egrave piccolo, guarda!’. Mi giro a guardarglielo e obiettivamente &egrave un bel cazzo grosso, torno a guardare Gisela, poi torno a guardare il suo cazzo’ mentre continuo a masturbarmi, mi masturbo fino a quando non vedo il primo schizzo che coglie Gisela in volto, poi non mi rendo conto come, non mi rendo quando continuo a menare il cazzo, che però non &egrave più il mio, ma quello duro, caldo del mio vicino. Lui mi sussurra sconcezze, mi esorta ad avvicinarmi ancora di più al gruppo, posso vedere distintamente le gocce di sperma colare dal viso sul seno, posso vedere la sua lingua guizzare per raccoglierlo. Le sue cosce sono aperte, la fica gonfia e depilata martoriata dalle sue dita, &egrave troppo’ stringo sempre di più il cazzo del vecchio, avrei voglia di vederlo venire, avrei voglia di farlo venire. Assaggiare il suo sperma e poi raggiungere lei, baciarla, mentre i primi iniziano a dedicarsi al suo corpo, mentre la scopano, mentre la inculano, contemporaneamente. Sono in uno stato di eccitazione superiore, sublime, e appena lui mi fa un cenno, appena capisco che &egrave prossimo a venire, mi chino a raccogliere il suo seme nella mia bocca, accade tutto mentre sento l’altro incitare a bere il suo a Gisela ‘Dai puttana, bevilo tutto, ingoia’. Siamo accomunati nello stesso destino: nello stesso momento le nostre bocche vengono invase dallo sperma di due uomini. Ancora una volta mi lascio travolgere da sensazioni sconosciute, mi sento femmina come Gisela, mi sento uomo come Adrian. Mi giro per guardarla, lei mi vede’ ‘Porco’ amore mio’ vienimi vicino, vieni a condividere il mio piacere’.
Termino di ripulire il cazzo che ho davanti, e poi vado da Gisela, la sollevo, la bacio la tranquillizzo mentre le sfilo le mutandine, mentre la giro mettendo il suo culo a disposizione di tutti ‘Non ti preoccupare, non ti accadrà nulla di male, solo ho bisogno che tu ora ti faccia sfondare il culo da questi gentili signori, lo vuoi amore?’, ‘Si sfondatemi maiali, ammazzatemi di cazzo, vi prego fatelo, e tu voglio che rimani sotto di me, leccami la fica, mentre loro mi rompono il culo’.
‘Farò quello che mi chiedi, amore’ lo dico mentre scendo a leccarle i glutei, il culo la fica, mi posiziono per lasciar libero spazio ai ragazzi, e mentre lecco la sua fica, vedo un cazzo meraviglioso avvicinarsi, vedo la sua cappella lucida avvicinarsi inesorabilmente al buco del culo. La sento sospirare, quando inizia a sentirlo entrare, vedo le mani di lui cingere i suoi fianchi, gli permettono di spingerlo senza pietà nel culo, lo vedo scomparire, mentre sento la sua fica restringersi, pulsare sotto i suoi affondi, la sento ansimare sotto i suoi colpi e sotto i colpi della mia lingua. ‘Più forte.. più forte inculami’ urla mentre la sento schizzare nella mia bocca, mentre lui le riempie il culo. Ora non mi rimane che attendere la sua uscita per ottenere la mia giusta ricompensa, che tarda ad arrivare, perché lei lo trattiene, lo incita a spingere ancora, a farla venire ancora, trema come una foglia e tremo anch’io, mentre la lascia orfana del suo cazzo, mentre dal suo culo dilatato inizia a scendere il piacere che tanto ho atteso, scende direttamente nella mia bocca, scende nella gola. E mentre sento strusciare la sua fica sulla mia bocca so che la serata &egrave appena iniziata.. so che prima che tutto sia finito dovrò sentirmi calpestato ancora nell’orgoglio, come la sera con Anna nel parcheggio, io non ho dimenticato, ma voglio farlo insieme a Gisela contemporaneamente mentre uniamo le nostre bocche preda dei nostri piaceri. Ho il cazzo che mi esplode, mi fa male quasi, mentre vedo una seconda mazza avvicinarsi a noi, il tipo la chiama troia mentre lo appoggia alla sua fica, le promette che le romperà il culo, che la spaccherà in due, lei sospira mentre il glande entra dentro di lei. Sono bloccato sotto di loro, mi muovo a stento ma raggiungo la fonte alla quale dissetarmi, mi vergogno un po’ dei miei pensieri osceni, ma non ho la volontà di reprimerli. Lecco’ la fica, il cazzo, i loro umori, lecco le loro cosce intrise dai loro piaceri. Mentre lui ora alterna il culo e la fica, sento Gisela implorare di essere inculata, di essere riempita. Vedo il suo cazzo penetrarla sempre più vigorosamente, &egrave ormai scopata e inculata selvaggiamente, in maniera quasi animalesca. Sono stato il primo a possederla analmente, ma non credo di essere mai riuscito a essere così duro, così devastante, in me resisteva una sorta di tenerezza assente in questa implacabile inculata priva di ogni forma di pietà. Sento lei lamentarsi, le gambe sembrano cedere sotto i colpi ,dolore e piacere si fondono, come si fondono in me umiliazione e eccitazione. Nonostante il dolore lei lo incita a proseguire, nonostante la sofferenza si offre ancora di più. Non posso resistere ancora per molto a questo piacere sublime, sto per venire mentre lei mi insulta chiamandomi cornuto, mentre lei ruotando il suo corpo va alla ricerca di un cazzo da succhiare. ‘Guarda cornuto come mi faccio inculare, me lo stanno allargando, ho il culo pieno di cazzo e intanto ne succhio un altro, ti piace?’. Si’ mi piace da impazzire, mi piace talmente tanto che vengo nello stesso momento in cui il secondo cazzo entra nella sua bocca, schizzo come poche volte ho fatto nella mia vita, imbratto le mie mani che lecco avidamente.
Il vecchio &egrave di nuovo davanti a me, ha di nuovo il cazzo in tiro, ‘Cornuto e anche ricchione’. Dai fammi un pompino adesso che poi vado a scoparmi la tua donna, guarda come gode’ tra poco sarà in grado di prenderne due in culo contemporaneamente credimi’.
L’immagine mi fa trasalire, voglio che sia il suo uno’ voglio che questo cazzo che sto per prendere in bocca rompa il buco del culo di Gisela. Glielo dico, lo prego, lo imploro, prima di tacere, prima che ingoi il cazzo di questo sconosciuto, prima che gli unici suoni che ascolto rimangono i lamenti di Gisela e quelli provocati dalla mia bocca che succhia il suo cazzo avidamente.
Devo ammettere che il vecchio ha proprio un bel cazzo, &egrave duro e tenero allo stesso tempo, &egrave buono. Mentre lo lecco accarezzo le sue palle, ho il desiderio di prenderle in bocca, scendo ancora di più per poterlo fare, e mentre ne imbocco una, vedo Gisela bere la sborra del maschio davanti a lei, vorrei correre da lei per poterla baciare, per poterne sentire il sapore, per condividere il momento, ma il vecchio mi blocca, mi tiene ferma la testa mentre mi scopa la bocca. Gisela sorride vedendomi, mentre &egrave sempre posseduta dal primo, mentre mi mostra la sua bocca piena di sperma. Il vecchio mi insulta, loda le mie doti di pompinaro, e per la prima volta minaccia di andare oltre ‘credo che a te piaccia anche prenderlo nel culo vero?’. ‘Non sarebbe la prima volta o sbaglio?’ insiste nel provocarmi mentre mi accarezza i capelli, poi me lo spinge più in profondità, non rispondo mentre accelera il ritmo, le sue carezze diventano una presa ferrea dalla quale non posso e non voglio fuggire.
Il vecchio mi tiene bloccato, perché il suo scopo &egrave distrarmi, solo quando mi sento sollevare da terra capisco le loro intenzioni, qualcuno mi sta palpando il culo, lascio fare, anzi ancheggio e permetto a lui di denudarmi. Sento accarezzarmi culo, sento un dito farsi strada all’interno, mentre il vecchio mi parla, mi tranquillizza, vantando le doti di Adrian, di quanto riuscirà a farmi godere. ‘Non &egrave la prima volta che lo prendi nel culo no? Ora ti faremo felice, tireremo fuori da te la troia che sei, cornuto e ricchione, vuoi che la tua donna ti veda vero? Ragazzi portate qui quella cagna in calore’. Nel frattempo al dito se ne aggiunge un altro e un altro ancora, non posso evitare di lamentarmi, poi escono e al suo posto sento una morbida lingua sostituirsi a loro. Mi volto abbandonando l’asta che succhio, e vedo Gisela costretta a leccarmi il buco, mentre viene costantemente stantuffata da dietro, &egrave in preda a orgasmi ripetuti.
Assumo una posizione inequivocabile, una posizione che non lascia dubbi, appena Gisela finirà di bagnarmelo voglio essere preso da un maschio. Non so perché lo faccia, non provo particolare piacere, almeno non fisico, ma mentalmente farlo per me &egrave devastante.
‘Ora cornutone ti rompiamo il culo!’. E sento un ferro rovente prendermi il culo, lo sento avvicinare la sua cappella, lo sento scivolare lentamente nel retto bagnato, rimango senza fiato, impalato, dolorante, ma eccitato e prendo a masturbarmi velocemente. Ogni volta che lui lo estrae sento la sua mancanza, sento una strana sensazione di vuoto, lo rivoglio immediatamente, lo rivendico ‘Dai porco inculami ancora!!’. Sento Gisela finalmente piena di sborra nel culo, urlare il suo godimento, poi la portano davanti ai miei occhi, le allargano le natiche mostrandomi lo sperma fuoriuscire dal suo ano aperto.
Tutto quello che avevo immaginato si sta realizzando, penso a questo mentre la mia lingua si protende a raccogliere il seme, mentre chi mi incula accelera le spinte e sento i primi fiotti caldi riempirmi il culo.
Piacere e vergogna si fondono in un unico sentimento, lo provo io e forse le stesse sensazioni le prova Gisela, che sento singhiozzare dal piacere. Anche se ora ho il culo dolorante, pieno di sborra non vedo l’ora di poter rimanere da solo con lei, per coccolarla, per tenerla stretta nelle mie braccia rassicuranti.
Insieme abbiamo percorso un cammino oscuro, ed insieme ne usciremo’. Non so come, ma ne usciremo. Non so ancora quando ne usciremo perché ormai siamo oggetto di ogni perversione da parte del gruppo. Veniamo presi insieme e messi di fianco, ci possiamo sfiorare, ma ci bloccano le mani, siamo alla mercé di sconosciuti ai quali stiamo offrendo il nostro posteriore, sento di nuovo un dito entrare nel mio culo…entra senza fatica, sono aperto e lubrificato. Subito entra anche con il secondo e poi il terzo. Guardo Gisela subire lo stesso trattamento, ma incredibilmente lei sta già godendo. E’ sceso il silenzio tra noi, si &egrave formato un circolo, noi e i nostri due aguzzini al centro. Mentre il mio continua ad incularmi con le tre dita, vedo Gisela spingere verso la mano che la sta aprendo, si piega ancora un po’ più avanti per farla entrare meglio, sono 4 le dita che la inculano e vedo che anche al pollice manca poco, il tipo non si fa pregare, da un’ultima spinta e incredibilmente vedo la sua mano sparire nel suo culo. Gisela urla, parole senza senso, ci insulta tutti ma non demorde, anzi la vedo spingere ancora più forte verso questo moncherino che le sta allargando definitivamente il buco del culo. La stantuffa per bene fino al polso, la vedo non riuscire più a tenere i suoi liquidi, che scorrono sulle gambe, urina, squirta, &egrave un lago che arriva sino a terra. Siamo tutti attratti dalla scandalosa performance di Gisela, anche l’uomo dietro di me si &egrave fermato a guardare quella mano che continua ad entrare ed uscire dal culo, mentre lei gode, mentre esorta ognuno ad aprirla tutta. Nonostante il piacere, un nuovo affondo la fa urlare, la lacera profondamente, ‘Oddio’ fermo, fermo, non ce la faccio, &egrave troppo’ mi hai sfondato il culo’ togliti! Mi sembra di averla nella pancia ‘. Mentre lui estrae la mano, la vedo accasciarsi come un fantoccio: al posto del buco appare un cratere rosso sanguinolento mostruosamente dilatato. ‘Dio’ siete pazzi, l’avete rovinata!’ esclamo, e corro da lei, ‘Gisela mi senti?’ lei non risponde, singhiozza, trema e sono colto dal panico. ‘Via via andate via!!.
Si rivestono in silenzio, forse temendo di aver causato qualche danno di troppo, ma prima di andarsene il vecchio, viene vicino a me e mi consiglia di dimenticare quanto successo ‘In fondo avete avuto quello che cercavate’. Forse a te &egrave andata anche bene, volevo rompere anche il tuo.. con il mio pugno, sono sicuro avresti fatto meno storie, vero?’. Mi mostra il pugno davanti al viso, sfiora le guance, lo passa davanti alla mia bocca, poi sfiora le natiche di Gisela, che trema al tocco, sorride e va via.
Rimaniamo soli, devo rivestirla e forse portarla in ospedale, ma non so come fare, il suo culo fatica a richiudersi, vedo del sangue fuoriuscire, Dio Gisela, cosa abbiamo fatto’. La accarezzo cercando di darle conforto, le parlo sottovoce, ma il terrore di dover dare spiegazioni al pronto soccorso, al marito’ mi assale. Non so come uscire da questa situazione, ma &egrave proprio lei che mi rincuora, ‘Credo che non ripeterò più questa esperienza’ &egrave stata dolorosa, ma non so cosa mi sia preso, quando ho sentito quella mano, ho pensato a te, ho pensato che a te sarebbe piaciuto essere tra di noi, essere lui’ essere me. Dio ti amo Stefano, non so cosa tu mi abbia fatto, ma so che puoi fare ogni cosa di me. Ora sborrami sul culo di prego, unisci il tuo sperma al mio sangue, poi curami, lavami, baciami e riportami a casa; porta a casa la tua schiava’.
Sono senza parole, nonostante il dolore provato Gisela mi vuole, vuole essere mia, nella gioia, nel dolore e nella perversione.
Mi avvicino a lei, e inizio una lenta masturbazione, arrivo quasi a sfiorare quel cratere rosso pulsante che ora &egrave il suo culo.
E sento la sua eccitazione salire, la percepisco nei suoi movimenti, vuole il mio sperma per suggellare il patto tra noi, sperma e sangue per un amore diverso dai canoni classici. Mentre mi avvicino all’orgasmo, lei cerca di aprirsi le natiche, mi incita a venire, a riempirle quel pozzo sfondato, lo dice mentre gode, senza toccarsi, e io non resisto, urlo il mio piacere riversando il mio sperma nel culo.
Gisela &egrave colta da spasmi di piacere, si contorce come preda di una scossa elettrica, in una sorta di danza erotica, respira affannosamente e mi prega di venire ancora di più, ne vuole ancora. Non comprendo in pieno cosa stia succedendo, mi sento in estasi, ragione, follia, istinto, piacere, tutto racchiuso in un attimo. I gemiti sommessi di Gisela si affievoliscono, le sfioro quella caverna bagnata dal mio sperma che non accenna a richiudersi. L’abbraccio, perché ora il mio compito sarà quello di proteggerla, curarla e amarla. La aiuto a ricomporsi, le tampono la fica, il culo, le disinfetto le ferite. La rivesto. ‘Andiamo a casa amore, per oggi credo sia sufficiente’ ma sarai ancora mia e sarai di chiunque voglio che tu sia’. ‘Come vuoi, mio padrone’ &egrave la sua laconica risposta. Tre giorni, sono passati tre giorni da quella sera, e non ho più sentito Gisela, mi ha scritto che sta bene, ancora un po’ dolorante, ma tutto sommato in salute. Suo marito ha rotto un po’ le scatole, queste uscite’. sempre più frequenti lo hanno insospettito, e i suoi rifiuti ad avere rapporti con lui non lo hanno certo aiutato a far sparire le sue preoccupazioni.
Sta di fatto che mi sembra di aver perso il controllo della situazione, come al solito da cacciatore mi trasformo in preda, mi manca, dovevo essere il suo padrone, pendo dalle sue decisioni.
Oltretutto Rocco il mio vicino, da quella sera, non smette di perseguitarmi, ogni occasione &egrave buona per suonarmi alla porta, ogni volta che esco casualmente lo incontro. Poche parole e il discorso cade inevitabilmente su Gisela, &egrave innegabile la vuole ancora, e sa di avere il coltello dalla parte del manico’ e che manico a sentire quello che mi ha riferito lei.
Ho come al solito creduto di essere in grado di gestire situazioni complicate, ma tutto intorno a me sembra scivolare via, &egrave successo con Anna ho paura che succeda ancora con Gisela.
Prendo coraggio e le scrivo, le dico che mi manca, che la voglio, e lei per un po’ non risponde. Poi confessa’ ha voglia, si ha voglia di farmi male, e presto incontrerà Rocco. Non sa quando, ma lo farà, senza di me, senza che io sappia quando.
Rimango di sasso, non ho più potere, né voglia di controbattere, la supplico un po’ ma non ottengo risultati. Forse la stuzzico perché poi mi manda una sua foto, in particolare del suo culo, il suo ano sembra ritornato in condizioni accettabili. Ma la sua domanda &egrave perentoria: ‘Che dici’ sono pronta per lui?’.
Poi il nulla, per altre 24 ore, incontro Rocco, lo scruto, osservo il suo comportamento, in cerca di elementi rivelatori che certifichino il loro imminente incontro. Ma non ottengo risultati, i soliti banali commenti, i saluti per la ‘mia signora” e basta.
Anche se, rientrando in casa mi assale il dubbio che il riferimento a Gisela fosse accompagnato da un sorriso beffardo.
Mi ritrovo eccitato, e non trovo meglio da fare che iniziare una lenta masturbazione. Penso a Gisela, nella posizione della foto inviatami, e penso a Rocco, in procinto di prenderla da dietro. Immagino la sua fica grondante in attesa, immagino Rocco, con in pugno il suo bastone che la incita a masturbarsi. La mia mano scivola sul mio cazzo, lo sento pulsare, rallento per non venire, in attesa che le prime gocce di liquido seminale facciano capolino. Le raccolgo e le porto alle labbra, il gusto &egrave dolce, mi inebria’. Sono sul punto di venire quando sento suonare alla porta. Cerco di ricompormi ed apro: Rocco &egrave sulla soglia, mi chiede di entrare’. Lo invito a farlo.
E quello che temevo, quello che speravo, si &egrave di nuovo avverato. Rocco mi confessa di essersi incontrato con Gisela, ‘era inevitabile’ sentenzia. L’attrazione che avevano provato uno per l’altro era troppo forte da soffocare, mi chiede perdono, cerca di alleviare il dolore che sicuramente ha causato. Poi a poco a poco la confessione diventa una descrizione, e io mi ritrovo nuovamente eccitato, catturato dalle sue parole. Lo percepisce anche Rocco, che inizia a calcare la mano sui particolari più scabrosi. Mi racconta di quanto Gisela avesse provato piacere a farsi scopare la bocca la prima volta, di come aveva gelosamente trattenuto il suo sperma una volta suo, solo un filo le era colato sul mento. L’aveva montata da dietro come avevo previsto, la volta successiva, con tutte le forze, mentre lei gridava dal piacere, godendo a ripetizione. Sono estremamente eccitato dal racconto, e sento che anche lui non &egrave da meno.
Poi mi racconta di come avesse con difficoltà approfittato anche del suo culo. ‘Sai so tutto di quella sera Stefano, lei mi ha raccontato tutto’. ‘So quanto queste cose ti piacciono, e ti do il permesso se vuoi di masturbarti ora, qui davanti a me, anzi insieme a me’.
Lo dice iniziando a spogliarsi, lo guardo mentre faccio lo stesso. Guardo il suo grosso cazzo tra le sue mani, e mentre tocco il mio, lo immagino nel suo culo.
‘Raccontami ancora Rocco.. ti prego’.
‘Quando gliel’ho puntato nel culo precedentemente bagnato, l’ho sentita sussultare, tremare, singhiozzare. E’ nata per prenderlo in culo, ha implorato di incularla con forza, godeva sotto i miei colpi sempre più forti.’
Continuo a menarmelo, mentre fisso quel cazzo vigliacco. Gisela &egrave venuta a pochi metri da casa mia e non mi ha detto niente’ puttana’ si &egrave gustata il suo cazzo senza rimorsi’ si &egrave fatta riempire ovunque’ sto per venire ma Rocco mi ferma la mano, mi offre la possibilità di prendere il suo, mentre lui prende il mio. E’ uno scambio legittimo, lo accetto’ stiamo per venire insieme, e i miei pensieri prendono forma’ diventano udibili: ‘ Le hai riempito il culo?’ ‘Certo’ mi risponde’ e mentre aumenta il ritmo, mentre vengo, aggiunge ‘Ti piacerebbe essere stato al suo posto vero?’. Sono travolto dagli eventi, automaticamente avvicino il mio viso al suo cazzo, voglio assaporarne il gusto, voglio sentirmi lei, sento le sue mani fare pressione sulla mia nuca, lo sento vicinissimo, lo lecco con la punta della lingua, &egrave duro, &egrave morbido’ lo voglio in gola, il desiderio &egrave troppo forte, ma indugio ancora, lo lecco interamente lungo l’asta, fino alle palle. Poi risalgo e mentre la mia bocca ne prende possesso, comprendo il senso di onnipotenza che una donna ha in quei momenti sul suo uomo.
‘Ti piace il mio cazzo? Dai ciucciamelo ora, mangiamelo, fammi godere ‘.
Ora &egrave completamente nella mia bocca, anzi mi sembra quasi che la stia fottendo, mi sento soffocare, ma per la prima volta sento il piacere nel compiere il gesto. Mi piace sentire la sua mano premere sulla mia nuca, e mi piace controllare il suo uccello, che preme che spinge, che sembra ingrandirsi sempre più. E’ pazzesco, ma sento il mio cazzo gocciolare, mentre la saliva mi riempie la bocca, mentre inizia a bagnarmi il mento, il desiderio di ricevere il suo sperma, sentirne il sapore &egrave forte, come &egrave forte la sensazione di sottomissione, di umiliazione che il maschio mi sta infliggendo. Poi Rocco lo estrae, me lo strofina sul viso, completamente bagnato dalla mia saliva, mi guarda fiero e con voce roca mi rivela che pochi minuti prima il suo cazzo era venuto nel culo di Gisela ‘Sono venuto da te su sua espressa richiesta, non ha voluto nemmeno che lo lavassi accuratamente, sapeva cosa avresti fatto, ti conosce e vuole vederti sottomesso da me’. &egrave a pochi metri di distanza perciò, nel suo appartamento, ina attesa di una sua chiamata. Mentre lo punta deciso ancora verso la mia bocca, mentre una goccia imperlata appare sulla sommità della sua cappella, mentre golosamente me ne nutro, sento la sua mano scendere tra i miei glutei. Sento le sue dita giocherellare con il mio ano, mi sodomizza con le sue grosse dita, e mi incita ad aprire ancora di più la mia bocca. ‘Dai voglio vederti ingoiare tutta la mia sborra’ e poi farai entrare lei, lo vuoi?’. Accenno un si con la testa nello stesso momento che un denso fiotto di sperma inonda la mia bocca. E’ caldo, salato, ma piacevolmente scivola sulla mia lingua, non riesco a contenere gli schizzi successivi, che si riversano sul mento e colano verso il pavimento, sento i suoi ultimi spasmi partire dal suo ventre a contatto ormai con il mio viso. Finisco di ripulirlo, come una vera pompinara, con amore, rispettoso del piacere che quest’uomo &egrave riuscito a donarmi. Ora voglio che lei sia presente, voglio fare l’amore con lei, con lui. Lo guardo soddisfatto, lo vedo appagato, gli confesso quanto tutto mi sia piaciuto e quanto desidero che Gisela venga da noi, che possa vedere, constatare quanto ormai lei domini le mie scelte. Sarò loro se loro vorranno, potranno usarmi, a loro piacimento per il loro e mio godimento.
‘Chiamala ti prego falla venire da noi’.
Lo dico serenamente, dopo aver appena succhiato l’uccello ad un uomo, sento di aver trovato la mia dimensione, non credo di essere gay, sento di aver abbattuto delle barriere create dalle regole che governano la nostra società, bigotte e repressive. Sento finalmente di essere me stesso. Sono esausto, completamente svuotato dall’esperienza appena vissuta, neanche rivestito completamente, guardo Rocco davanti allo specchio sistemarsi la camicia nei pantaloni. Sono disteso sul tappeto, appoggiato al divano e immagino cosa possa passare nella sua testa. Considerato da me un tranquillo uomo di mezza età, nel giro di pochi giorni &egrave entrato nella mia vita come una bomba. Si &egrave preso la mia donna, poi non contento ha preso anche me, la mia bocca, almeno finora’.
Il solo pensiero di cosa ancora posso donare a lui mi fa rabbrividire la pelle. Mi avvicino a lui senza alzarmi, e quando arrivo ai suoi piedi, gli chiedo di restare ‘Chiama Gisela, falla venire e rimanete con me questa sera’.
Mi guarda, accenna un sorriso e poi mi rivela che Gisela non vede l’ora di venire, aspetta solo una sua foto, una foto esplicita. La prova che sono stato fedele alle sue aspettative. Un bravo e sottomesso schiavo premuroso, pronto a soddisfare ogni richiesta.
Non so cosa fare, mi tolgo la maglietta e rimango in ginocchio davanti a lui, e lo esorto a mandarle una mia foto, magari inquadrandomi dall’alto. La foto dovrebbe apparire molto esplicita, e lascerebbe intuire sicuramente ciò che sono stato capace di fare poco prima.
Acconsente, scatta, allega la foto e la spedisce a Gisela, che tempo 2 minuti si presenta davanti alla mia porta.
Rimango a bocca aperta, davanti a me, con i capelli scompigliati vedo una creatura bellissima. Non l’ho mai visto così sensuale, con un cappottino aperto, e un mini abito nero che lascia completamente scoperte le sue gambe. E’ veramente incantevole, le do un bacio sulla guancia, e rimango colpito dal sapore della sua pelle, sa di fiori, di erba, di sesso, . Mentre richiudo la porta, le tolgo il cappotto e sfioro la sua pelle sul collo, respiro il suo profumo e ho l’irresistibile voglia di baciare la sua bocca. Dimentico di Rocco, la volto di scatto, e forzo la sua bocca con la lingua, ne frugo ogni anfratto, consapevole che le nostre bocche sono state riempite dallo stesso seme.
Le stringo le natiche, mentre sollevo il suo vestitino, e mi accorgo che non indossa le mutandine.
‘Erano troppo bagnate amore, le ho dovute togliere’ mi confessa. Stregato dalla sensuale visione, non sento Rocco giungermi alle spalle, mi afferra e velocemente mi passa un foulard davanti agli occhi. Bendato perdo i riferimenti della casa e un brivido di paura mi assale. Li sento parlare sottovoce, mi sfiorano, mi spingono fino al divano; costretto a sedermi sento Gisela venirmi sopra, mi tiene le braccia mentre Rocco &egrave intento a spogliarmi. Gisela intanto mi bacia mi lecca, una volta nudo, collaborano per immobilizzarmi le braccia.
Li lascio fare, lamentandomi solo un pochino, mi sento vittima sacrificale di uno stupro. Bendato e legato, ricevo l’ultimo oltraggio. Mi annunciano che ora mi faranno indossare le mutandine bagnate, intrise dei loro umori di Gisela. Le mani di Rocco mi alzano le gambe, e le sento scivolare verso il mio sesso, ne vengono a contatto, mi bagnano le palle da quanto sono bagnate e inumidiscono il culo, &egrave umiliante ma mi sento eccitato, il cazzo duro esce dal perizoma, e Gisela gioca con lui, ricacciandolo all’interno. Poi mi sdraiano supino e sul mio viso sento la pressione della fica di Gisela che mi toglie il respiro. Cerco di prendere fiato, annaspo in cerca di aria. Lei continua a passare fica e culo sulla mia bocca, sono completamente bagnato dai suoi umori. Nel frattempo Rocco tiene le mie gambe alte, sposta il perizoma e scopre il mio orifizio, sono eccitatissimo mentre sento le sue dita divaricare l’ano. Sono impossibilitato a muovermi, indifeso, emozionato e ho quasi l’impressione che il mio culo tenda a schiudersi in attesa del suo cazzo pronto ad aprirmi.
Poi Gisela si gira, lasciando la sua fica alla mia bocca inizia un lento pompino, mi bagna ovunque. Infastidita dai pochi peli che coprono il mio pube chiede a Rocco di provvedere, nel giro di un minuto lo sento tornare, dal bagno ha riportato schiuma da barba e rasoio.
‘Ora ti trasformeremo in una vera fighetta’. Mi cospargono di schiuma ovunque, la sento solleticarmi le palle, sensazioni di caldo e freddo si sovrappongono. ‘Non muoverti’ o il tuo uccello fa una brutta fine’ minaccia Rocco.
Completata l’operazione risistemano il perizoma e percepisco che stanno immortalando l’opera. Mi girano per meglio fotografarmi.
Li sento vicini, sento una lingua insinuarsi, mi bagna, non resisto ed emetto un profondo respiro. Mi spingono la testa in modo che il mio culo sia completamente esposto. Sono le dita affusolate di Gisela le prime a violare il mio ano. Non mi difendo, anzi collaboro, mi spingo verso di loro. Sono diverse le dita che mi penetrano, poi vengono sostituite ancora dalla sua lingua. E’ una sorta di preparazione lo so, sono già proiettato all’atto successivo quando Rocco prenderà il suo posto. Ho il culo bagnatissimo, e il cazzo teso da far male.
‘Te lo avevo detto che gli sarebbe piaciuto’ dai Rocco fammi vedere come lo inculi’.
‘Solo se me lo chiederà, solo se mi supplicherà’
I loro dialoghi richiedono la mia risposta, e mentre sento il rumore della cerniera dei pantaloni aprirsi, sento che il momento sta arrivando, prendo la decisione inevitabile, lo voglio e lo affermo con forza ‘Si Rocco, dammelo ti prego, sfondami, lo voglio’ ti prego.
Quando lo sento appoggiarsi al buco, sento i brividi percorrermi dalla testa ai piedi. Non occorre neanche che spinga, perché la cappella entri lentamente, sembra quasi che il mio retto lo aspiri. Lo sento riempirmi sempre più, farsi largo, la pressione inizia a diventare insopportabile, apro la bocca in cerca di aria e Gisela accorre in mio soccorso, mi bacia e mi lecca, mi sussurra parole dolci, poi mi insulta, mi chiama cornuto, mi chiama rottoinculo, ma non mi sottraggo a nulla, anzi, quando con un ulteriore spinta di reni Rocco riesce a vincere l’ultima resistenza del mio sfintere mi sento sul punto di venire. Intenerita Gisela mi aiuta a farlo masturbando il mio cazzo, raccoglie lo sperma tra le sue mani, lo spalma sul mio corpo ‘Ti sta proprio spaccando il culo amore mio’. ‘. In effetti sento ormai le sue palle sbattere contro il mio culo, e io continuo a spingere per sentirlo ancora di più, lo sento andare su e giù, avvolto dal mio culo il suo cazzo mi sfonda. Lo sento contrarsi, sento il suo cazzo gonfiarsi, e mentre lui esalta il mio culo apprezzando le sue qualità, lo sento venire, sento la sua sborra calda riempirmi l’intestino. Sono scosso dal piacere, per la prima volta lo provo nell’essere sodomizzato, nonostante le fitte, nonostante il dolore, sono sopraffatto da una sensazione stupenda. Mentre Rocco lo sfila con delicatezza, mentre rimango orfano del suo cazzo, ringrazio Gisela che mi offre la sua fica nel momento del suo godimento. Siamo completamente abbandonati al piacere, ognuno ha trovato nell’altro il suo, sono appagato…. come uomo…. come donna.
Come &egrave iniziato tutto questo’ non riesco a trovare il punto di partenza di questa storia, lo ricerco andando indietro nel tempo, ritorno alle mie prime fidanzatine, al mio primo io, così diverso, sfrontato e impacciato allo stesso tempo. Sempre pronto a dimostrare, nell’ostentare sicurezze che non esistevano. Ricordo i primi eccessi di gelosia, quando qualcuno provava approcci con le mie ragazze.
Una ne ricordo in particolare, e cerco di rivivere quei momenti. Ero solo incazzato o già latente covava un primo seme di piacere perverso?. Non riesco a ricordarmelo, però ricordo lei Maria Teresa, era una ragazza veramente pericolosa. Bella, direi bellissima, me la invidiavano tutti in quartiere, e io con lei ho iniziato a giocare, basandomi su equivoci, facendo riferimenti provocatori a questo o a quello, attendendo le sue reazioni. E lei stava al gioco, mi rispondeva a tono, spesso mandandomi in confusione, ma provocandomi forti erezioni, quando poi solo, ripensavo alle sue allusioni. Credo fossero tali, non credo si sia mai spinta oltre, ma a me piaceva giocare a quel gioco. Con lei ho scoperto la mia predilezione al sesso anale. Aveva un culo fantastico, morbido ed elastico. Le piaceva farsi infilare anche quattro dita nel culo, e godeva da matti. Era in quei momenti che la spingevo a confessarmi le sue fantasie più nascoste. E ne aveva’ molte, da farmi venire senza scoparla, solo ascoltandola.
Si credo sia stata lei a farmi scoprire il mio lato ‘cuckold’, anche se all’epoca non conoscevo ne il termine ne il significato di questa parola.
Poi anni dopo con Anna, ho raggiunto l’apoteosi. Lei mi ha fatto raggiungere vette di piacere inimmaginabili: gelosia, eccitazione, sensi di vuoto, invidia, rabbia si sono accavallati senza soluzione di continuità. Il forte desiderio sessuale di vederla penetrata da un altro, al quale invidiavo’ ammiravo il pene &egrave stata la logica conclusione di tutto ciò.
Credo che Anna sia stata parte integrante di questa mia trasformazione, o a dirla tutta presa di coscienza. In lei ho trovato la sublimazione dell’amore, il dolore provocato dal suo tradimento, l’invidia verso il fortunato rivale, si sono trasformate in una delirante ricerca di superare ogni limite. La realtà ha superato ogni mia fantasia precedente.
Ancora più evidente, ma difficile per me da accettare, &egrave questa esplosione di una omosessualità latente alla quale mai avevo pensato, alla quale mai avevo teso. Ma era indiscutibile ormai, troppe situazioni confortavano questa tesi.
Non so neanche in questo caso le origini, ogni mio modello erotico &egrave femminile. Sono attratto dal loro corpo, dalle loro curve morbide, sensuali. In un uomo non trovo tracce di zone erogene’ b&egrave tranne una forse. Riconosco oggettivamente la bellezza in uomo, ma non ne sono attratto. Anche vedere immagini erotiche di uomini tra loro non mi affascina, anzi trovo spesso una certa repulsione.
Poi però in alcune situazioni ho dimostrato ben altro, e se nelle prime, quello che mi spingeva era la mia sottomissione a lei prima che a lui, con Rocco le parti si erano ribaltate, avevo goduto nel riceverlo in bocca e ancora più eclatante era il fatto che avessi goduto a farmelo mettere dietro.
La mia sessualità si era evidentemente allargata, ne dovevo prendere coscienza, dovevo accettare tutto di me, senza viverne ne il disagio ne i sensi di colpa.
Anna anche in questo era stata quella che mi aveva aperto la via (in senso metaforico si intende). La prima volta a casa, le sue mutandine intrise di sperma, il mio primo contatto con il seme maschile era stato scioccante. Per mesi avevo sognato di poterla leccare ancora piena di un altro, e leccarla insieme all’altro, e leccare l’altro. Era un’immagine che non si cancellava mai dalla mia testa.
Leccarla mentre l’altro la profanava, con la mia lingua che passava indistintamente dalla fica al cazzo, dal cazzo al culo, anzi ai culi’.
Questi sono stati i miei pensieri, li ho trasferiti poi su Gisela, che ancora più di Anna si &egrave dimostrata spietata con me.
E a me &egrave piaciuto, Dio se &egrave piaciuto.
Ora non so se perderò anche lei, non mi cerca con la stessa assiduità di prima. Ora quando viene a trovare Rocco, prima di venire a trovare me, veste sempre con degli abiti succinti, scarpe con tacchi altissimi, sprizza sesso da ogni poro, non so come il marito non abbia ancora mangiato la foglia. Mi manda spesso dei video però’ quando non passa a mostrarmi personalmente le performance della coppia. Poi coppia’ sembra che la coppia si stia allargando, visto che ieri mi ha confessato che Rocco le ha fatto conoscere un suo amico appena arrivato dalla Francia. Me lo ha confessato su Whatsapp, perché era scappata via subito dopo il pomeriggio passato a casa di Rocco. Mi racconta che Bruno &egrave un uomo di colore, circa 50 anni, molto alto, elegante, e che ha subito percepito che non fosse li per caso.
Era eccitata dalla situazione, ma provava anche un po’ di vergogna, non sapeva se cogliere l’occasione di provare questa nuova esperienza, un amante di colore, poi ha pensato che un’occasione così non avrebbe dovuto perderla.
Mi metto comodo, le faccio domande alle quali risponde sinceramente, lei mi dice tutto, mi dice che sa che sono già con il cazzo in mano, ripensando a tutto sa che le sono mancato solo io, magari in disparte, ad assistere a quello che le hanno fatto. Ma cercherà di rimediare, ha dei video e vuole che io li veda.
Me ne manda uno, il primo, dove lei in primo piano, tremante dall’emozione &egrave spinta con una mano, presumo quella di Rocco, verso una verga a dir poco spettacolare. Bruno si stava massaggiando il cazzo, si masturbava davanti al viso di Gisela.
Il video di circa un minuto finisce mentre vedo la mano di Gisela afferrare quel bastone di carne.
‘Sono eccitata anche adesso amore, al pensiero che tu condivida con me quelle immagini, ho la fica ancora gonfia, sono bagnatissima, non sai cosa mi hanno fatto, sono impazzita dal piacere’
‘Sei a casa?’ le chiedo. ‘Si sono sul letto’ da sola, Carlo &egrave andato a giocare a calcetto’.
Ha ancora voglia di sesso, ha voglia di cazzo’ e mentre affonda le sue dita nella fica mi racconta come nel pomeriggio Rocco e Bruno son riusciti a farla godere innumerevoli volte. Dopo aver fatto la conoscenza di Bruno, Rocco l’aveva stimolata in sua presenza fino a che era palpabile la voglia di sesso di tutti. Poi Bruno si era spogliato ed aveva liberato quella meraviglia che avevo visto nel primo video. Lei lo aveva assaporato, leccato, baciato, fino a renderlo lucido, pieno di saliva. Rocco intanto con le sue dita, si alternava tra fica e culo. Aveva poi riempito entrambi i buchi con tutte e due le mani. Dopo l’esperienza con gli sconosciuti, non aveva più ripensato all’eventualità che qualcuno le sfondasse ancora il culo con tutta la mano, ma ora lo teme, quasi lo desidera.
Mentre leggo quello che scrive, mi sto masturbando’ avrei voluto esserci, perché non mi hai fatto chiamare le chiedo.
Ride, e mi prende in giro ‘Avevo paura che tu me lo avessi portato via amore, un cazzo del genere non si trova facilmente’.
Comunque lei aveva voglia di sentirlo dentro quel cazzo, e con aria supplicante glielo ha chiesto. Bruno acconsente, si posiziona dietro di lei, la lecca, ovunque, dalla fica al culo, e poi con le mani le divarica le natiche, e sente che sputa proprio nel buco.
Non &egrave ancora pronta per prenderlo dietro e gli chiede di metterglielo in fica prima. Sente Rocco avvicinarsi, parlotta con Bruno e mentre Bruno si posiziona sotto di lei, Rocco le viene sopra. E’ priva di resistenza, incapace di reagire ad ogni scossone, mentre Rocco la prende per i capelli, sente la sua cappella entrarle nel culo. E il grande cazzo di Bruno si avvicina minaccioso alla sua fica.
E’ un’operazione difficile, ma a poco a poco &egrave posseduta dal più grande membro che abbia mai visto, sente la sua fica dilatata allo spasimo. Quando Rocco riprende a spingere, quando anche il suo cazzo scivola nel suo culo prova dolore in un primo momento, ha la sensazione che i due membri siano a contatto tra di loro. E’ preda di un orgasmo poderoso, chiede ai due di sbatterla ancora più forte, &egrave cosi stravolta che quando escono da lei, si abbatte come una marionetta sul letto. I due hanno solo deciso di cambiare posto, e se Rocco entra facilmente nella sua fica aperta, Bruno deve conquistarsi il suo culo centimetro dopo centimetro.
Sono venuto in silenzio, intanto, mentre lei scriveva, mentre lei veniva ancora raccontandomi tutto. Siamo esausti, e lei decide di mandarmi un secondo video. E’ un’inquadratura da dietro, &egrave il suo culo quello che appare, tremante, l’ano dilatato enormemente, lo sperma e il sangue ne fuoriescono senza che lei ne abbia controllo e sento la sua voce singhiozzante che insulta i due responsabili, ‘Siete dei mostri mi avete spaccato il culo!!’.
Non può essere stato Bruno a causare un foro di quelle dimensioni’. Le chiedo cosa &egrave successo, chi &egrave stato, cosa le hanno infilato nel culo.
Era stato Rocco, dopo che Bruno era entrato prepotentemente nel suo culo, dopo che le pareti del suo retto si erano adattate alle sue dimensioni, quando al dolore era subentrato il piacere, a compiere il gesto estremo. Aveva tolto il suo membro dalla fica e con Bruno fermo che la infilzava come su uno spiedo, si era a poco a poco fatto spazio nel suo culo, insieme a Bruno. Due cazzi nel suo culo, erano troppi, aveva urlato, pianto, ma loro non avevano avuto pietà, avevano continuato a farsi largo nel culo, lacerandolo irrimediabilmente.
Aveva cercato di resistere per un po’, poi la sua mano era scivolata sulla fica, aveva stretto con forza il clitoride, non era riuscita a contenere neanche l’urina che schizzava ovunque, poi prima di svenire aveva sentito i fiotti caldi di sperma invadere il suo retto, era riuscita a venire ancora una volta. Poi dopo aver perso i sensi, ripresasi, era scappata via, per questo non era passata da me. Ora a casa, ripensando a tutto era talmente eccitata, che non vedeva l’ora di rivedere Rocco, rivedere Bruno e rivedere me.
Era una promessa, era una minaccia. Due settimane di permanenza di Bruno a casa di Rocco, e due settimane di astinenza di Gisela per me.
Niente più visite, niente più telefonate, né messaggi, né video.
Ero sicuro che loro si vedessero, ma mi evitavano accuratamente. Li avevo visti parlottare, quando li incrociavo sulle scale, ammiccare, ma senza mai andare oltre ad un frettoloso saluto. Alle telefonate Gisela se rispondeva, accampava scuse dicendosi impossibilitata a parlare.
Era un gioco lo sentivo, ed io ero al centro di quel gioco. E sapevo che prima o poi ne avrei conosciuto lo scopo.
Nel frattempo, durante il giorno ero assorbito dal lavoro, e cercavo di cancellare ogni mio pensiero su di loro; ma la sera’ la sera a casa non potevo fare altro che masturbarmi in continuazione. L’oggetto dei miei pensieri variava, il culo di Gisela, il cazzo di Bruno, che immaginavo imponente dopo averlo visto nel video di Gisela , la bocca di lei che ingoia i loro membri, mentre mi guarda con gli occhi socchiusi.
Mentre mi masturbavo, spesso mi sembrava di sentire l’odore del sesso, lo volevo sentire dalla sua bocca, o magari mentre ripulivo tutti e tre dopo aver fatto l’amore.
La cosa straordinaria era che ormai nulla mi era più vietato pensare per raggiungere il godimento. Pensavo indifferentemente alla fica di Gisela come al cazzo di Bruno e Rocco. Pensavo ad ogni possibile mia sottomissione, nei confronti di ognuno. Ed ogni tanto mi ritrovavo a sognare di essere trattato come una cagna, vestito da troia, e inculato ferocemente da tutti. Dio’. Tutto mi eccitava, ed io ero pronto all’occasione ad essere la loro vittima sacrificale, se solo me ne avessero dato la possibilità.
Ma i giorni passavano ed io impazzivo per loro.
Gisela era in preda ad una crisi di pianto quando finalmente arrivò davanti alla mia porta diversi giorni dopo. Entrò velocemente, timorosa di essere seguita, e dopo averla fatta sedere le chiesi cosa era successo.
Prese a raccontarmi tutto, di come aveva vissuto le ultime settimane, quasi sempre assente da casa, quasi sempre tra le braccia di Bruno, di Rocco’.. e.. di chi loro avevano voluto.
Era diventata in breve la loro schiava, l’avevano plagiata a tal punto, che la obbligavano a camminare a quattro zampe con il collare in casa, la chiamavano cagna, e nel culo sempre più spesso doveva sopportare un vibratore in azione continua.
Aveva accettato di buon grado, si sentiva talmente troia in quei momenti, da essere capace di sopportare ogni umiliazione. Sottoposta a innumerevoli prove, tra le quali quella di essere esposta a ragazzi giovanissimi e a vecchi bavosi. Il compenso era il loro cazzo, che si alternava tra gli orifizi, che si accompagnava al vibratore, rendendola una tossica del cazzo. Aveva ingoiato il loro sperma e quello degli occasionali partner. Aveva abbattuto ogni barriera di sicurezza, ogni tentativo di mascherare con il marito le sue uscite, tornava a casa tardissimo, spesso con il culo sfondato, stanca morta, piena ovunque di sborra, senza più avere precauzioni nei confronti del marito.
E così Carlo che aveva subodorato i suoi tradimenti, dopo l’ennesima uscita, l’aveva aspettata sveglio in casa, l’aveva chiusa in un angolo, e obbligata a confessare, a confessare tutto, e mentre lei barcollante lo faceva, lui era ignaro che un vibratore acceso la continuava a far godere.
Aveva confessato’. che io, si io l’avevo sedotta, che lei era stata vittima della mia corte ossessiva, che le avevo fatto per mesi, fino a che lei, aveva capitolato, avevano pianto insieme mentre lei gli raccontava cosa io l’avevo obbligata a fare, e mentre piangeva continuava a godere, mentre vedeva Carlo rassegnato ascoltare nei dettagli ogni mia singola nefandezza, di quanto mi piaceva scoparla e incularla. Carlo era impazzito quando venne a sapere che era stata sodomizzata, e con un gesto di ribellione la schiaffeggiò facendola cadere in terra, a gambe aperte, lui intravisto il dildo, pazzo di gelosia lo estrasse tutto di un colpo e lo sostituì con il suo membro, insultandola tra le lacrime, chiamandola amore e puttana indifferentemente, raggiungendo velocemente l’orgasmo.
Le chiesi perché mi avesse incasinato e coinvolto in tutto questo, Gisela mi rispose che in quel momento non aveva saputo mentire, reagire con delle bugie e che ora non sapeva come rimediare.
Piangeva disperatamente, singhiozzava, mi stringeva forte, bagnandomi la camicia, ed io nonostante tutto la tenni tra le mie braccia.
Ed ora? Le chiesi, cosa farai e soprattutto cosa farà lui.
L’aveva cacciata di casa, e presto sarebbe venuto da me per un colloquio chiarificatore.
Non smetteva di tremare, ansimava e improvvisamente la sua bocca si avvicinò alla mia, la sentii aperta in attesa che la mia lingua si insinuasse all’interno. La baciai con trasporto, usando la mia lingua come fosse un cazzo e mentre la baciavo le mie mani iniziarono a frugare tra le sue cosce, lisce, come liscia era la sua fica, lo constatai velocemente, visto che una volta giunto alle sue mutandine, lei mi facilitò ogni operazione divaricando le sue gambe in maniera scandalosa, era già bagnatissima, e mentre con due dita pizzicavo il clitoride, scesi più in basso scoprendo meravigliato che nel culo era ancora piantato un grosso dildo vibrante.
Dimenticai ogni preoccupazione, nessun dubbio mi assalì, mentre lei mi incitava a farle sentire il mio cazzo nella fica. Continuava a dichiararsi una porca, una troia, e presto si distese a faccia in giù sul tavolo, con la gonna alzata, le mutandine appena calate. Vedevo il suo buco del culo riempito dal dildo, e la sua fica dilatata e già bagnata colare di piacere.
Mi pregava di sfondarla, si contorceva in attesa del cazzo. Devo ammettere che Gisela ha una fica bellissima, ma vedere quel dildo nel culo mi fece pensare ad altro. Cominciai a giocare con lui, lo spingevo ancora più dentro poi lo sfilavo lentamente, bagnandolo con la mia saliva. Gisela era in estasi, e iniziai a leccarle il culo, alternando la mia lingua al dildo, volevo incularla, volevo sfondarla infilando il mio cazzo insieme al dildo. Glielo dissi, mentre riempivo il buco di saliva, lei girandosi verso di me, mentre il mio cazzo duro affondava nel culo, mi disse’ si sfondami inculami e poi chiama i vicini, chiama Rocco, voglio anche loro adesso, vi voglio tutti e tre, vieni amore allenami il culo e infila il dildo nel tuo di culo, perché credo che anche a te stasera aspetterà la tua parte.
Le allagai il buco pochi istanti dopo, il mio cazzo esplose appena sentite le sue parole, e quando ancora mi trovavo nella profondità del suo culo sentii il campanello suonare. Non avevo più il coraggio di scrivere, e perciò non l’ho fatto’ Difficile spiegare la mia trasformazione, ma ora che voglio farlo so che devo farlo ripartendo da quel giorno, il campanello che suona mentre il mio cazzo si ridimensiona ancora all’interno del culo slabbrato di Gisela.
Mentre estraggo il mio membro, non immagino a cosa sto andando incontro, ma mi astengo da ogni altra considerazione e lascio tutto al mio racconto.

Ci rivestiamo in fretta, cercando di recuperare una parvenza di normalità, difficile da simulare visto quanto accaduto poco prima, mi avvicino alla porta presagendo ospiti infelici e difatti mi trovo davanti Carlo, il marito di Gisela. La situazione &egrave particolarmente imbarazzante e temo una brusca reazione da parte sua.
Carlo mi &egrave stato sempre simpatico, e mi sento in colpa, entra tenendo gli occhi bassi e mi chiede se Lilly &egrave a casa mia. Lilly &egrave Gisela lui la chiama così. Gli faccio cenno di si, e lui a capo chino entra, la raggiunge e sommessamente piangendo la implora di tornare a casa.
Mi sento fuori luogo, tento di allontanarmi, ma Carlo mi richiama, mi prega di aiutarlo, costringerla a tornare da lui. Sa di aver sbagliato a mandarla via di casa. E’ talmente pentito che si dichiara pronto a sopportare che Gisela prosegua il mio rapporto con me.
E qui lei si dimostra una vera puttana, sente di avere il coltello dalla parte del manico, inizia a raccontargli tutto, di me, di Rocco, di Bruno, e di incontri occasionali che in qualche caso neanche io conoscevo.
In lei &egrave subentrata una sorta di malvagità, quasi che godesse a mortificare il marito, sono dispiaciuto e affascinato allo stesso tempo. Lei gli rinfaccia di non essere mai stato in grado di farla godere, che solo grazie a me era venuta a conoscenza delle gioie del sesso, e per questo aveva osato di più, fino agli incontri multipli, a Rocco e soprattutto a Bruno. Ne decanta il cazzo davanti a me, le sue dimensioni, la sua durezza, la consistenza, il sapore, e la resistenza.
Carlo &egrave un uomo distrutto, io sono imbarazzato, ma la descrizione mi eccita e Gisela se ne accorge, glielo fa notare incitandolo a guardare la mia evidente erezione, lo sbeffeggia e gli da del mezzo uomo.
Rifiuta ogni possibilità di ricucire il rapporto, ormai logoro, spento da anni di frustrazioni e privo di ogni coinvolgimento.
Vorrei sparire, vorrei che andassero via, sento che la tensione altissima &egrave insostenibile, ma ad aggravare la situazione suonano nuovamente alla porta, e questa volta mi trovo davanti Rocco e Bruno, presumo a questo punto già in combutta con Gisela.
Cerco di liquidarli, provo con banali impedimenti, ma piano piano entrano e sentendo le voci in sala si dirigono verso di loro.

Succede tutto come in un sogno, vedo Gisela prendersi cura di Bruno, mentre Carlo piange in un angolo, vedo Rocco avvicinarsi, lo sento origliarmi parole sconce, mi chiede se desidero ancora il suo cazzo o preferisco che lo dia a Gisela o magari a Carlo’
Sono frastornato, il cazzo di Bruno sparisce per metà nella bocca di Gisela, che rumorosamente inghiotte.
Mentre vedo Rocco denudarsi, mentre lo vedo blandire il suo scettro verso di me, in un impeto di orgoglio capisco di dover riconquistare parte della mia dignità. Sono fermo e deciso quando invito tutti a lasciare la mia casa, Gisela Carlo Rocco’ e Bruno, anche se di Bruno continua a perseguitarmi l’immagine di quel cazzo magnifico’ ora che sfilato dalla bocca di Gisela punta diretto verso la mia direzione. Si riveste anche lui, percepisce il mio turbamento, e con un ghigno diabolico, si sistema il suo pacco con un gesto volgare e arrapante, abbandona la stanza, escono dalla mia casa, escono dalla mia vita, forse’ non me ne accorgo nemmeno, ma mi ritrovo solo, veramente solo per la prima volta, avrei voglia di Anna, mi manca, ma non io a lei. E cosi lentamente sbottono i miei pantaloni, abbasso i miei boxer, e libero il mio cazzo, lo stringo e inizio a far scorrere la mia mano su e giù, lentamente ma progressivamente lo sento diventare duro, lo bagno con la mia saliva, poi mi fermo, poi lo sfioro, voglio venire il più tardi possibile, voglio che tutto svanisca oltre al mio cazzo. La mia rabbia, la mia tristezza, scivolano sul mio corpo riempendo il mio sesso, lo vedo gonfiarsi ancora, vedo Anna’vedo Bruno’ vedo uno sbattere l’altra con forza. Come sarebbe piaciuto ad Anna, come sarebbe piaciuto a me. Il mio cazzo sta esplodendo’ ma non voglio ancora venire. Gocce di liquido seminale fuoriescono, le raccolgo e le porto alla mia bocca: sono buone, ma solo per me, perché nessuno &egrave rimasto a farmi compagnia’ Anna la immagino ora a quattro zampe, Bruno le ha infilato il bastone in bocca, semi soffocandola, mentre un altro giovane la stringe da dietro, e la penetra senza nessuna pietà. Il suo volto &egrave rigato da lacrime e saliva, mentre il mio sesso continua far fuoriuscire il nettare che golosamente suggo.
La mia vita &egrave racchiusa in questa sega. Naufragati i miei sogni, perse le mie certezze’ le mie gambe tremano, sto per sborrare’ l’asta inizia a vibrare mentre un piacere intenso continua a salire. Vorrei fermare il tempo e impedirmi di venire, rimanere per sempre così. Perché l’attesa del piacere supera il piacere stesso. Vedo ancora il ghigno di Bruno rivolgersi verso di me, mentre lo vedo venire, mentre il suo sperma disegna il volto di Anna, mentre l’altro la sodomizza’ Anna brutta stronza mi manchi’..
Vengo inarcando la schiena, vedo lo schizzo compiere un arco, raggiungere il pavimento, mentre cade sento i pezzi della mia vita cadere insieme a lui, mentre godo piango’ vorrei gridare la mia rabbia e il mio amore, ma non so per chi e non so perché dovrei saperlo.
Ho bisogno di riflettere, di condividere a questo punto, qualche pensiero. Via via che la mia storia si &egrave trasformata in un racconto, ho convissuto con i sensi di colpa di aver messo in piazza la vita di altri con il piacere che mi provocava sapere che qualcuno leggesse, si eccitasse attraverso i miei racconti. Ho cercato di tenere nascoste le vere identità dei personaggi, modificandoli in parte, ma so che loro si riconosceranno, Anna si sentirà tradita. Ma &egrave stato più forte di me, e la mia recondita speranza era quella di riaprire canali epistolari con sconosciuti lettori. Ho scoperto che l’eccitazione provocatami da mail ricevute era pari se non superiore agli atti fisici che simulavamo. Mi vergogno di aver scambiato con questi, foto, video miei e non solo miei. Vivo con il terrore di vederli pubblicati in qualche sito porno, dove tutti i protagonisti della mia storia potrebbero riconoscersi. Ma non resisto, mi eccita, &egrave più forte di me.
Non ricordo più neanche i nomi, né i volti, i loro sessi, i loro mariti le loro mogli. Ma ricordo ogni singola emozione che loro mi hanno concesso. Ho assistito a confessioni di uomini che si riconoscevano nei miei racconti, offrirmi le loro mogli, innamorarsi del mio cazzo, svelare la loro latente omosessualità. E coppie innamorate, ma piacevolmente eccitate dal contesto della storia. Alcune mi hanno criticato per i toni troppo forti che la storia ha assunto dopo che ho perso Anna.
Ma seppur sento la sua mancanza, sono talmente arrabbiato con lei che tendo a punire il suo tradimento, non quello fisico ma quello spirituale, descrivendola come una vera puttana, per quanto riguarda Gisela invece’ avevo goduto con lei, ma in fondo ero dalla parte del marito, mi era fondamentalmente simpatico e anche se romperle il culo era stato molto soddisfacente avevo sempre sentito un certo dispiacere per Stefano.
Anche io riconosco tra le mie righe la deriva del racconto, che ha perso parte della sua psicologia iniziale, a fronte di una sempre più esplicita descrizione dei rapporti carnali, ma mi manca il confronto con Anna, e spero sempre che qualcuno venga ad alimentare questa fiamma, scrivendomi, esortandomi o criticandomi, trattandomi in fondo per quello che sono, un uomo al quale piace vedere la sua donna scopata da altri; per la maggioranza questo &egrave inaccettabile, si tende a trattare ‘i cornuti’ con disprezzo, ma non me ne dolgo: non possono capire quanto piacere &egrave nascosto in esso, il sublime piacere di sentirsi annullato dal piacere della partner raggiunto con un altro uomo, chi sia l’altro &egrave un dettaglio, e quando anche lui cerca di dominarti, lo assecondi, lo lasci fare perché &egrave solo uno strumento per raggiungere il tuo godimento.
Particolare attenzione vorrei porla sulla categoria dei bull, diversi mi hanno scritto, i più interessati ad Anna o a Gisela, meravigliati dalla loro bellezza quando sono venuti in possesso di qualche loro filmato o da qualche loro foto. Mi &egrave piaciuto intrattenermi con loro, mi &egrave piaciuto sentirmi umiliato da loro, perché con loro ho rivissuto ogni momento delle mie storie. Con Anna non ho chance, a quanto sembra; potrei riallacciare con Gisela, ma tentenno, sembra quasi che il virtuale mi appassioni in questo momento più del reale.
Io credo che Anna legga quanto scriva, lo spero segretamente, spero che un giorno prenda il telefono ed abbia il coraggio di chiamarmi, so che potremo perdonarci, non so cosa altro potremo fare, ma sarebbe un modo per rasserenare la mia anima in pena.
Ma quando sono solo non faccio che pensare a lei, a dove sarà.. con chi sarà’ se un altro a preso il posto mio. Se condurrà una vita ‘normale’ o se al contrario sia stata trascinata ancor più nell’abisso della lussuria e della perdizione. Immagino di incontrarla un giorno per caso, e che lei mi sorrida, do sollievo al mio sesso e facendolo le immagini si distorcono, la tenerezza lascia il posto alla libidine.
Momenti di intenso piacere rubati a lunghi momenti di tristezza assoluta. Non &egrave più sola, la vedo in piedi con un uomo inginocchiato ai suoi piedi, mentre solleva il suo tubino nero indossato senza mutandine, scopre il suo sesso depilato e lo offre al fortunato compagno, che lo annusa, lo accarezza, poi afferrandola per le natica affonda il suo viso tra le sue cosce. Lei allarga quanto possibile le sue gambe, mi guarda in modo beffardo, quasi di sfida, e inizia a mugolare preda del piacere che l’uomo le da.
Tiene la sua testa tra le sue mani, mentre nella mia testa prende il sopravvento l’umiliazione che andavo cercando, mi masturbo davanti a lei, miseramente, mentre lei inarca la schiena offrendo ancor di più la sua fica alla lingua altrui.
Ora mi sorride, e io sento che sto per venire, sento lo sperma salire ma cerco di resistere, perché ora l’uomo si alza e le posizioni si invertono, ora &egrave lui che spinge il suo cazzo nella bocca di Anna, le vedo mancare il respiro quando sparisce completamente nella sua bocca. Prendo coraggio e mi avvicino, mentre lei si libera del cazzo, ora lecca i suoi testicoli, poi scende ancora più giù, fino al buco del culo. Vedo il membro dell’ uomo vibrare, lei sorride mi guarda’ lo masturba mentre continua a leccare il buchetto.
La mia mente &egrave piena di queste immagini, sono schiavo dei sensi e ammaliato da quanto vedo. Non riesco a trattenermi oltre, vengo con altre immagini che affollano la mia mente, prima che tutto svanisca vedo lui venire, vedo il suo sperma liberarsi nell’aria, come fuoriuscire da una fontana dalla quale desidererei dissetarmi; vedo Anna dissolversi e confondersi con lui. Addio Anna, ciao Anna.
Per sempre, fino a domani.
‘Quello che ci eccita non dipende da noi e non &egrave una nostra scelta. Noi possiamo solo prenderne atto e regolarci di conseguenza. Decidere di reprimere i nostri istinti oppure tentare di assecondarli. Cercare il piacere inseguendo le proprie pulsioni non &egrave peccato.. chi ti giudica dall’esterno non può capire una cosa che in fondo &egrave molto semplice’ l’ho letto da qualche parte e credo che calzi a pennello per me.
La decisione era presa, volevo ancora sentirmi vivo, e se con Anna era praticamente impossibile, sparita chissà dove, non mi rimaneva che contattare ancora Gisela. Al telefono l’avevo sentita diversa le prime volte, amorevole e gelida allo stesso tempo. Affettuosa ma un po’ distaccata, cominciavo a pensare che sarebbe stato difficile ricondurla ancor da me, a farle riprendere il gioco che a me piaceva tanto. Ci scrivevamo solo per chat, qualche battuta.. qualche riferimento alle passate avventure, ma lei sembrava non cogliere. Poi un giorno la confessione che in fondo aspettavo. Aveva conosciuto un altro, un certo Nicholas, con il quale si vedeva, con il quale evidentemente aveva rapporti.
Nel raccontarmi di lui, percepivo il piacere perverso di lei di farmi sapere, mi diceva e non mi diceva, forzava la mia voglia di conoscere i dettagli, ma non si spingeva oltre.
Le piaceva il ruolo che aveva assunto e me lo confessava apertamente: il gusto sadico di farmi sentire inferiore al suo nuovo amante, che l’aveva stregata e sottomessa ai suoi voleri.
A poco a poco mi dava nuove informazioni, mi confessò che lui non era italiano ma di origine inglese, gli aveva parlato di me e delle nostre avventure, di come io l’avessi spinta nelle braccia di altri. Non ero un uomo, aveva sentenziato lui.. solamente un frocetto cornuto.
Sapeva di farmi male ma lo faceva appositamente, ed io in fondo non desideravo altro.
Alcune volte per giorni non rispondeva, lasciandomi in ansia, poi tornava a scrivermi, raccontandomi di lui, della sua voglia infinita. Poi mi fece una richiesta strana, mi chiese se poteva dare il mio numero a Nicholas perché aveva il desiderio di parlarmi. Sentivo che stavo cadendo in una trappola ma le diedi il consenso.
Gisela si prese gioco di me dopo che io dissi di si: ‘Non scambiatevi foto però &egrave? So che hai qualche tendenza’ e metti che a te piacesse il suo arnese… sappi che &egrave molto evidente, non ho voglia di dividerlo con te’.
Fu così che iniziai a scrivermi per whatsapp con lui, in breve tempo rimasi soggiogato a tal punto, che non aspettavo altro che un suo messaggio, un suo ordine, un suo insulto. Ma vi spiegherò con calma.
Era soprattutto un dominio psicologico, mi parlava di Gisela come fosse una sua proprietà, di quante volte lei preda di orgasmi ripetuti le aveva confessato di non aver mai trovato un uomo come lui.
Le aveva chiesto se era stato meglio di me o di qualunque altro uomo’ e lei aveva sempre annuito, non ero nemmeno lontanamente paragonabile.
Lo straordinario era che tutto ciò mi piacesse, anzi che desiderassi che lui si spingesse oltre.
Quando invece sentivo lei, cercavo di capire, ma come ogni uomo, perdute le certezze cadde la mia autostima, la mia arroganza, rimanendo in definita un giocattolo tra le loro mani.
Nei messaggi lui ipotizzava situazioni particolari, dove Gisela era sempre al centro delle attenzioni, del benzinaio, del collega, di un giovane operaio, del gelataio nero del suo quartiere. Io dovevo essere il suo schiavo ogni volta, pronto ad essere quello che in fondo ero diventato: un cuckold che godeva vedere la sua donna riempita, essere umiliato davanti a lei, e spinto alle più perverse pratiche che loro potessero architettare.
Ero ormai pronto a rivedere Lei, se possibile lui’ ma Nicholas non mi concedeva opportunità, la sera mi ritrovavo da solo, spesso eccitato nella speranza di ricevere un messaggio, uno o l’altra non importava..
Questo ero diventato, e lo capii definitivamente quando Nicholas, mi disse cosa si aspettava da me, cosa avrei dovuto fare con lei.
Gisela doveva ubbidire ai suoi voleri e quando lui decise che avrebbe dovuto soddisfare dei suoi amici arrivati da Londra decise che fossi io ad accompagnarla’ io sarei stato il loro schiavo frocetto, perché di questo si trattava, una troia per degli uomini d’affari disse.

Per due giorni ho vissuto in uno stato di profonda agitazione, poi la telefonata di Gisela mi avverte che l’incontro &egrave previsto per quella sera, mi preparo in fretta e la raggiungo, dopo mesi ci vediamo ma non ci sono convenevoli, ne particolari dimostrazioni di affetto’ insieme andiamo sul luogo dell’appuntamento. Sulla soglia mi sorprende baciandomi, mi sussurra che sarà dura per me la serata, ma che &egrave quello che Nicholas desidera.
Si spalanca il portone e un nero muscoloso si affaccia. Il suo ghigno non &egrave molto rassicurante, e nell’oscurità intravedo altri uomini di colore, l’impressione &egrave che siano bestie in calore…altro che uomini di affari, la donna bianca &egrave la loro preda. Mentre uno si occupa di me, spogliandomi e legandomi ad una sedia gli altri si avvicinano a Gisela, &egrave eccitata si vede, mentre chiama lui, vuole sentirlo un attimo prima che tutto si compia, come aveva promesso… vuole far sentire come la stanno insultando, cosa le promettono a breve, e io sono testimone di tutto questo, sempre controllato da vicino… sempre legato… Tutto però &egrave molto eccitante. La mia erezione é evidente, e l’aguzzino mi schernisce, mentre si spoglia accanto a me.

Tre maschi iniziano a sbottonarsi davanti a lei, mostrando dei cazzi notevoli, lei si inginocchia, poi si mette a pecorina, e inizia a leccare le cosce del primo nero, gli altri strusciano il loro membro sulle sue natiche. Il telefono &egrave rimasto in terra.. forse Nicholas &egrave ancora in linea. Inizia a girare su stessa per ammirare anche gli altri cazzi, come la peggior sgualdrina lecca e sbava su quei corpi muscolosi. &egrave tutto troppo eccitante per me sento il mio cazzo scoppiare, ma il quarto mi prende per i coglioni, me li stringe fino a farmi lacrimare… cos’&egrave che ti eccita tanto… lei o la vista di quei cazzi enormi. Credo proprio che vorresti essere al suo posto.. faccio no con la testa ma sento la sua presenza vicina, il suo corpo &egrave attaccato al mio, sento il suo cazzo sulla mia spalla, e tutto mi provoca una senso potente di vertigine.
Mentre Gisela passa da cazzo a cazzo, si occupano di spogliarla, le alzano la gonna, le abbassano le mutandine. Geme con i cazzi in bocca come se la stessero scopando.. Non le danno tregua infilandole il cazzo in bocca a turno, togliendole il fiato. &egrave tutto troppo eccitante, anche il mio dolore si &egrave affievolito… vorrei toccarmi.. come sta facendo il nero accanto a me….il mio cazzo sgocciola senza toccarmi. Nicholas raggiungici.. penso, ma lui non sente.. cosa farà adesso… vorrei saperlo.
Gisela &egrave talmente bagnata che il suo piacere scivola sulle sue cosce raccogliendosi nelle mutandine, quando le spingono il membro fino in fondo, tossisce soffoca… e la sua fica ha una reazione straordinaria… si apre come se vivesse di vita propria.. e lascia partire uno schizzo di liquido. Raccolgono le sue mutandine e le portano a me… me le infilano in bocca e poi, massimo del dispregio le sostituiscono alle mie. Me le fanno indossare, con mezzo cazzo che mi esce, mi liberano le mani e mi danno il permesso di segarmi.. . Accanto all’altro.. insieme… lentamente perdo il controllo quando sento la sua mano impossessarsi del mio membro… e non so come mi trovo il suo al posto del mio nella mia mano. Con gli occhi pieni dell’immagine di Gisela che riceve il primo fiotto di sperma sul viso… sui capelli… sul seno… stringo quel cazzo lucido come se fosse il mio, come se qualcuno me lo avesse comandato di fare.

Sto diventando un frocetto? Non lo so ma la sensazione di averlo in mano &egrave piacevole e mentre bagno la mia mano per farla scivolare meglio, vedo Gisela distesa, mentre si occupano della sua fica, la leccano e la mordono mentre le ripetono che presto le sfonderanno il culo… troia bianca, puttana.. . Le ripetono. Adesso te lo prepariamo come si deve. E chi meglio di me può svolgere questo compito.. mi portano li, sono nudo con le sue mutandine addosso, umiliante condizione da sottomesso, mentre lei si gira mostrandomi il culo. Vengo spinto verso di lei, le bacio le chiappe, le lecco il buchetto, poi lo bagno, ci sputo sopra, mentre lei si dimena dal piacere… invoca un cazzo al mio posto, infilo la mia lingua in profondità.. fino a che &egrave possibile. Che culo meraviglioso… lo stuzzico con un dito, poi con due.. sento lei spingere verso di me. Sento un suo mugugno mentre la sua bocca &egrave di nuovo preda di un membro. Le mie dita scorrono velocemente avanti e indietro, sono 3 dita oramai e lei apprezza evidentemente il trattamento. Vuole un cazzo che la sfondi però e appena può lo dice: vieni davanti frocetto ora, vieni a leccarmi le labbra che hanno appena toccato un cazzo di un vero uomo, vieni a succhiarmi la lingua intrisa di sperma e lascia il posto ad Abdu…. Abdu ti prego ora inculami…
Mentre la bacio, mentre provo tenerezza per lei, quasi affetto… Mentre sento la mia saliva mischiarsi alla sua e al gusto salato dello sperma ingoiato precedentemente, vedo il gigantesco cazzo nero di Abdu alle spalle di Gisela. Per un attimo lei rimane senza fiato, spalanca gli occhi, mentre invoca aiuto… Diooo mi spacchi….. o Diooo &egrave troppo grosso no, no si si si dioo.. fai piano ti prego piano fermati un attimo ti prego. Deve essere entrato Abdu ma non ancora completamente, &egrave abbastanza delicato nell’inculata, consapevole della prova che Gisela sta superando. Mi chiama vicino a lui, giro intorno a Gisela e vedo che in fondo &egrave entrata solo la cappella. La sfila e mi spinge a leccare il culo già parzialmente aperto. Gisela si sente privata del cazzo, orfana di quel membro e lo supplica di rientrare, mentre con una mano si tormenta la fica. Per un po’ si va avanti così. La mia bocca rimane a loro disposizione. Prima entra lui.. ogni volta più in profondità poi entra la mia lingua. Sento il sapore di Gisela, sento il sapore di Abdu, ormai non faccio più caso dove la mia lingua scivola, sul culo sulla fica… sul cazzo… Dio Nicholas mi piace.. . Mentre Gisela impazzisce sotto i colpi di Abdu, mentre lo esalta lo supplica di entrare ancora di più.. . Mentre Lui la chiama rottainculo, tutto ruota intorno a me. Ogni volta che esce completamente dal suo culo questo appare come un cratere…. un lago di piacere si &egrave formato tra le gambe di Gisela, lui rientra di nuovo dentro di lei prepotente come un maschio deve fare di fronte alla sua puttana, sta per venire.. si capisce dalla foga… lei lo capisce dalle vibrazioni che sente nel suo retto.
Vengono insieme… veniamo insieme… si vengo anche io e viene anche qualcun altro.. perché vedo schizzi raggiungerla sulla schiena… Sento schizzi raggiungermi ovunque. Ma quello che vedo uscire dal culo di Gisela &egrave inimmaginabile… un fiume di sborra cola a terra appena Abdu la libera dalla morsa del suo cazzo. Un fiume di sborra che presto io sarò costretto a ripulire.
La serata era terminata, stremato dagli eventi, dopo aver accompagnato Gisela alla macchina senza dire una parola c’eravamo lasciati. Giunto a casa mi raggiunge un messaggio di Nicholas:
‘Allora sei a casa? Ci sei? Rispondi!!’
Sono in agitazione, come ha potuto quest’uomo riuscire a farmi desiderare di essere maltrattato da lui senza mai averlo visto &egrave un mistero, ma devo riconoscere che sono succube delle sue voglie, del suo modo di insultarmi, trattarmi come l’ultimo degli uomini.
Forse &egrave il mio modo per espiare tutte le colpe che sento di avere, tutti gli sbagli commessi con le donne che mi hanno voluto bene’ alle quali in cambio del loro amore, del loro affetto, ero riuscito a dare solo lussuria e perversione.
‘Si sono a casa’ rispondo.
&egrave insieme a Gisela, lei gli ha raccontato tutto, di lei, dei suoi amici, di me.
‘Bravo amico, sono qui con il cazzo duro, eccitato pensando a ciò che avete fatto, a questa puttana che tengo qui ai miei piedi, e a te che presto trasformerò in un frocio sottomesso’.
Non riesco a spiegarmi come quello che mi scrive mi eccita terribilmente, glielo dico: ‘Mi eccita se mi tratti cosi’.’.
‘Bene, bene, bravo. Ora mettiti comodo perché dovrai fare una cosa per me’. ‘Rispondimi presto, cazzo!!’
‘Si dimmi cosa vuoi..’
‘Sei eccitato? Ti sei già segato?’
‘No’ ho il cazzo duro ripensando a ciò che ho visto, a ciò che ho fatto, dimmi cosa devo fare’.
‘Io non chiedo, adesso devi fare quello che ti dico’ passa la tua mano sul tuo cazzo, bagnala con il liquido preseminale che ne esce ‘ e poi ti lecchi la mano. Chiaro? Fallo adesso.. devi immaginare che sia uscita dal cazzo di uno dei negri che hanno inculato Gisela’.’.
La mia eccitazione cresce nel leggere i suoi ordini, bagno la mia mano con la saliva e la lascio scivolare sul mio cazzo, poi catturo le prime gocce che vedo spuntare sul glande, le lecco’ Dio, sto obbedendo ai suoi ordini e mi piace, glielo scrivo.
Lui si congratula, e rincara la dose: ‘devi sapere che quello &egrave il liquido di uno dei negri e tu sei in mano loro.. Ora devi fare una cosa diversa.. infilati due dita nel culo e poi leccati la mano.. come se il culo fosse quello di Gisela, capito? stai leccando il culo di questa puttana, alla quale ora darò una severa punizione”.
‘Devo fermarmi Nicholas altrimenti vengo subito, non voglio’ mi stai facendo impazzire, lecco le mie dita che hanno sondato il culo, il culo di Gisela.’
‘Bravo, sei un porco, un frocio porco! Lecca, lecca la mano che ha segato Abdu al quale non puoi dire di no, maiale.. sei nelle mie mani, e in quelle di Gisela’
I suoi insulti mi fanno girare la testa, se potessi mentre mi masturbo, bacerei il mio cazzo, sento il bisogno che violi la mia bocca, mi arrivi in gola, il cazzo’ un cazzo’ ma voglio anche il culo di Gisela, come l’ho visto stasera, aperto’ sfondato.
‘Allora cosa fai’ stai per venire? Ti anticipo che voglia che tu venga sulle tue mani’ poi ti spargi la sborra sul viso, lecchi le dita, ma pensa che quello &egrave il seme di Abdu e dei suoi amici, frocetto ne vuoi ancora vero?’
‘Non so se ci riesco ora’. Ma voglio dirti che vorrei sentirlo in gola se potessi..’
‘Non hai scelta, devi farlo. Io non chiedo, te lo impongo, sei un povero frocio, sei nelle mie mani’.
La mia mente rifiuta quello che leggo, ma dentro di me so di cosa ho voglia: di leccare il mio sperma perché avrei voglia di leccare Abdu’mentre scopa Gisela, sotto di loro, dietro.. lecco la fica, i coglioni che sbattono contro di lei’ il culo di lei e il culo di lui’
‘Ma sono frocio dici? A me non piacciono gli uomini”. &egrave il mio ultimo disperato tentativo di mantenere una dignità, mentre inizio a venire nelle mie mani.
‘Allora lo hai fatto? Mandami una foto della tua bocca dai subito!’
Guardo lo sperma nelle mie mani.. che porto sulla mia bocca, rispondo con difficoltà, con le mani appiccicose, mentre scatto una foto, non so cosa mi prenda, ma tutto questo mi piace terribilmente. La foto &egrave scandalosa, mentre assaporo il mio fluido, cerco il coraggio per inviarla, lo sperma bagna le mie labbra, il sapore &egrave gradevole, il cuore mi batte all’impazzata, e allo stesso tempo ingoio e spedisco la foto’.
Mi arriva un altro messaggio, &egrave di Gisela: ‘Ce l’hai fatta finalmente.. maiale porco, &egrave bastato così poco per farti cedere. Sono convinta che da Abdu ti saresti fatto fare di tutto vero?’.
Sono confuso, e un dubbio mi assale, ma Gisela.. Nicholas’ sono la stessa persona? Ho bisogno di sapere, di chiarire con Gisela ciò che sta succedendo.
Ormai anche lei ha preso il sopravvento su di me.
Non credevo di trovare così piacevole sentirmi sottomesso ad un altro.. ad un’altra.
Ci incontriamo, di giorno stavolta, ed in macchina affrontiamo il discorso. Indossa un vestitino incantevole, e la sua carnagione scura lo rende ancora più intrigante.
Affronta il problema senza remore ma non mi da nessuna certezza. Parla di Nicholas come una figura reale, poi sembra farmi capire il contrario; sono confuso e lei lo percepisce, gode della sua posizione dominante.
Sa di potermi gestire a suo piacimento, mi confessa che fare l’amore con altri davanti a me moltiplica il suo piacere.
E mentre entro nell’area di parcheggio di un distributore di benzina decide di darmene la prova.
Mentre il benzinaio si avvicina, vedo che volontariamente solleva il suo vestitino’ quasi fino all’altezza delle sue mutandine, se mi piego leggermente le vedo. Le vede sicuramente lui, fermo davanti alla nostra macchina.
Sento il cuore battere più forte, so dove questo mi porterà, so che questo &egrave quello che vuole Gisela, quello che voglio io.
Lui si accorge che lei lo sta fissando. Vedo che a lei piace ciò che vede… che faccio la lascio continuare? Inizia a toccarsi mentre &egrave in macchina.
Il tempo non scorre, tutto &egrave fermo in una immagine, che il benzinaio abbia un bel cazzo non mi interessa.. ma vorrei che se lo toccasse davanti a noi.
Ma forse interessa a lei… lo guarda li tra le gambe con insistenza. La lascio fare mentre solleva ancora di più la gonna. Poi mi chiede di andare in bagno. La lascio andare? O metto in moto e la porto a casa?

Mi eccita vederla così troia.. anche lei si eccita ad esserlo.. vuole andare in bagno… a fare cosa? E se lui la segue?
La lascio andare in bagno.. e la cosa mi eccita.
Lei senza aspettare oltre esce e si dirige verso la costruzione, la seguo con lo sguardo, inebetito. Ma ho perso di vista lui, non so se &egrave tutto frutto della mia immaginazione.. forse lui l’ha seguita.. e lei gli ha fatto vedere le gambe.. lui lo ha tirato fuori..vedo lei con lui, tra le sue gambe. Forse tornerà da me dove averlo preso in bocca. Forse… Forse.. . Cosa faccio aspetto o vado a controllare?
Non so cosa stia succedendo.. certo lei tarda a tornare. Poi quando torna &egrave su di giri. Mi dice che ha bevuto un succo di frutta e inavvertitamente si &egrave sporcata il vestitino che vedo macchiato. Non so più cosa pensare ma la mia immaginazione vede la sua bocca piena di cazzo e sperma. Vorrei chiedere ma ho il coraggio?
Bramo di sapere.. ho il cazzo duro.. voglio sapere.. Le chiedo di dirmi cosa &egrave successo veramente.
Prima nega ma io continuo a pressarla… frugo tra le sue gambe e la trovo bagnata, lei ansima si bagna ancora di più e inizia a raccontare, ad assecondare quello che percepisce sia il mio desiderio ma a me poco importa. Mentre era in bagno lui &egrave entrato di prepotenza lei ha cercato di resistere ma il suo cazzo si &egrave avvicinato minaccioso all’altezza del suo viso. Ha lottato… finché ha potuto. Ma poi lui ha avuto la meglio. L’ha costretta ad aprire la bocca. Le ha scopato la bocca senza pietà. Facendole ingoiare tutto il suo cazzo. E lei a poco a poco ha cominciato a collaborare si &egrave sentita troia e si &egrave iniziata ad eccitare pensando a me che ero fuori ad aspettare. Sarà vero?

Si &egrave vero.. confessa. Lui si &egrave eccitato davanti alle sue moine e la voleva, l’ha chiamata troia, vacca e succhia cazzi. L’ha obbligata ad inghiottire tutto il suo piacere, raccogliendo ciò scivolava fuori dalle labbra impiastricciandole la faccia. Allora io prendo la situazione in mano.. la prendo per un braccio e le dico di scendere.. la trascino fuori.. attraversiamo il piazzale e faccio un segno al benzinaio.. ed entriamo di nuovo in bagno..
Ora lei non ha più motivo di frenarsi. Lo attira nel bagno. Lentamente si arrotola la gonna sulla vita. Si gira appoggia le mani sul muro ed offre una visione stupenda di sé. Il benzinaio si avvicina a lei, la copre non vedo, ma dai gesti capisco che la sta per prendere. Sono paralizzato dalla situazione. Sento che lei inizia a lamentarsi deve essere entrato. La sta scopando! E lei lo incita a spingere più forte. Mio malgrado sono eccitato e nervosamente mi tocco. I miei occhi sono pieni di immagini conturbanti. Ora lui la prende per i capelli per farlo entrare ancora di più. E lei urla il suo piacere…
vorrei scoparla insieme a lui.
Lei continua a godere mentre lui ancora resiste. Ora la gira restando dentro di lei. Ora vedo il suo volto sofferente vedo la sua figa offrirsi a me. Perché lui le ha preso il culo. La sta inculando senza pietà. Mi avvicino a lei e le bacio la bocca, inizio a spogliarmi voglio farle assaggiare il mio cazzo. Ma sfortunatamente nel bagno entra un ragazzo giovane che rimane folgorato da quello che vede. Gisela vorrebbe coprirsi, per un attimo prova vergogna.. Ma la blocco e permetto al giovane di vedere, mentre inizio ad avvicinarmi alla sua bocca lo invito ad avvicinarsi…
La situazione ormai &egrave paradossale. Anche il ragazzo ha iniziato a toccare Gisela, che gradisce le sue attenzioni, mentre il benzinaio entra ed esce dal suo culo. Senti il rumore osceno che il cazzo fa ogni volta che entra. Anche io partecipo facendole ingoiare il mio sesso. Poi mi sposto ed offri a ragazzo una possibilità inattesa. Le permetto di baciarle la figa. E poi di farsi toccare il cazzo. Non &egrave possibile che tutto questo stia accadendo davvero… Ma aumenta La voglia di vedere due cazzi dentro di lei.
Quando il cazzo del ragazzo raggiunge la massima erezione, Gisela sempre preda del benzinaio, instancabile nel continuare a sbatterla nel culo, lo avvicina alla sua bocca, chiude il pugno intorno all’asta ed ingoia la sua cappella.
Sono paralizzato da tanta perversione, mi appoggio al muro del bagno e capisco che ormai posso essere solo spettatore di quanto sta succedendo. Mi masturbo, vedendo la perfezione nelle mutandine calate di Gisela a metà coscia, nella saliva che cola dalla sua bocca mentre ingoia il cazzo, nelle palle gonfie del benzinaio che mi danno l’idea di essere piene di sperma.
Il mio cazzo si riempie di gocce di liquido pre sperma, le raccolgo, le porto alla mia bocca.. assaporo il gusto dolce del mio piacere.
Mentre lo faccio il ragazzo non resiste, emesso un profondo lamento inizia a riempire la bocca di Gisela di calda densa e cremosa sborra.
Fuoriesce e bagna il suo viso, a quella vista vengo anche io spruzzando a terra il mio sperma.
Sento odore di cazzo e sperma invadere i bagni, lo sento mentre Gisela urla il suo piacere, mentre implora il bastardo inculatore di riempirle il retto. Confessa a lui di non aver mai goduto così tanto, confessa a me di essere una grandissima troia, mentre con gli ultimi colpi l’altro le scarica la sua sborra nel culo.
Rimaniamo tutti senza fiato, poi piano piano ognuno si riveste, ognuno si cura di se, tranne io, che corro da Gisela, per offrirle il mio aiuto nel rivestirla, mentre dal suo ano colano le ultime gocce di sperma, mentre dalla sua bocca impastata escono parole di ringraziamento per me, il suo cornuto preferito. Questo sono diventato, penso.. mentre di nascosto lecco le mie dita sporche del seme di altri.
E’ passato molto tempo, e le cose hanno preso un percorso sorprendente, ma oggi ho ripensato ad Anna, e mi &egrave tornato alla mente un episodio, il primo che non avevo mai raccontato.
Era la prima volta che certificavo il suo tradimento, ve lo racconto come i ricordi mi tornano alla mente..

Le sue labbra sono umide… più gonfie del solito… i suoi occhi brillano come dopo aver fatto l’amore. Le guance rosse.. &egrave accaldata. Il seno eretto denota uno stato di eccitazione evidente. Mi abbraccia, e avvicina la sua bocca alla mia. Dio, sospetto… Immagino… &egrave un po’ che affrontiamo l’argomento, mi intriga, lo desidera, ma fino allora era stato solo un gioco.
E quando la sua lingua incontra la mia ne ho la certezza.
Dove sei stata fino ad adesso? Le chiedo.
Sai chi ho incontrato al supermercato? Quel tuo amico, Andrea quello che ha la moglie che lavora in banca. L’ho visto tanto giù di morale e gli ho chiesto cosa avesse.. abbiamo iniziato a parlare ed il tempo &egrave passato veloce. Siamo andati in bar a bere qualcosa, mi ha detto che ha dei dubbi sulla moglie.. pensa che abbia una storia con un collega. Ci siamo ritrovati a scambiarci confidenze che non credevo avessi l’ardire di rivelare. Lui le sue… io le mie. Non lo so Carlo ma mi sono ritrovata a pensare a come sarebbe potuto essere con lui… mi capisci?
No non ti capisco amore ma spiegati meglio.
Mentre mi raccontava le sue paure mi sono immedesimata in sua moglie. Mentre mi descriveva con accuratezza il suo modo di prepararsi la mattina, quale lingerie indossava, che con lui non usava mai, ho pensato a te, ho pensato a noi. Gli ho confessato che anche io sono molto attenta a cosa indosso la mattina, che questo però non significa altro. Certo… tra i colleghi… i clienti… trovi sempre qualcuno che ti fa il filo, ma non vuol dire nulla, &egrave piacevole per una donna essere corteggiata, speravo di rassicurarlo. Poi mi sono accorta che mi guardava in un modo strano.. il tubino nero che indosso era salito mentre ero seduta in bar e lui guardava spesso le mie gambe. Mi piaceva, e non facevo nulla per nasconderle. Gli ho confessato anche un’altra cosa… Sai Stefano? Gli ho detto che secondo me a te non dispiace che altri uomini mi guardino… mi desiderino.
Sentivo un calore espandersi dal basso… salire dentro me. In silenzio ci siamo alzati, avremmo dovuto salutarci ma mentre lui lo faceva ci siamo toccati, sfiorati, ed io ho capito che se lui avesse osato io non sarei stata pronta a resistergli.

Mi baci ancora prima di proseguire nel racconto. Ho l’impressione che tu voglia stabilire un nuovo rapporto con me. Confermare una mia insicurezza. Certificare ciò che &egrave stato.
Quel sapore… quella lingua un po’ impastata mi devastano il cuore, mi pompano sangue nel cazzo… voglio sapere di più.
Prosegui nel racconto. Ci siamo diretti all’esterno e abbiamo scoperto di avere le macchine parcheggiate nella stessa zona. Non parlavamo più, ma mi sembrava quasi di sentire il battito del mio cuore… E l’odore dell’uomo riempiva le mie narici. Stefano… senza dire nulla ho posato le cose nella mia macchina, poi l’ho richiusa e sono salita nella sua. Lui non aspettava altro mi ha abbracciato, ci siamo dati un lungo bacio. Sentivo la sua lingua prepotente entrare nella mia bocca, mentre le sue mani iniziavano ad esplorare il mio corpo. Gemevo ad ogni suo tocco… Mentre il vestitino risaliva pericolosamente. Avevo ancora gli occhi chiusi quando ho sentito la sua mano sul mio seno… poi scendere, insinuarsi sotto il tubino. Mentre il bacio interminabile non dava segno di interrompersi. Ho provato per un attimo a fermare la sua mano… ma era troppo più forte di me, e troppo più forte era la mia voglia di sentirlo raggiungere il mio sesso.
Lo ha fatto constatando quanto fossi bagnata. Vestitino tirato su… mutandine spostate… ho aperto gli occhi ed ho visto il suo sorriso malizioso. Mi sono abbandonata alle sue voglie, al mio piacere. &egrave stato tutto così irreale emozionante, impensabile, mi capisci Stefano, saprai comprendere, perdonare’
Avevo il cuore a pezzi sentendo le sue parole. Ma l’immagine che mi si stagliava davanti ai miei occhi era sconvolgente. Le dita di lui nella sua fica completamente fradicia… raccontami ancora ti prego…..
Lei sorride sa di avere vinto le mie resistenze, ora può lasciarsi andare completamente.
Mentre le sue dita mi martoriavano la fica, continuavo a lamentarmi… aveva finalmente liberato la mia bocca.. che rimaneva ancora aperta in cerca di aria che faticavo a far arrivare. Annaspo mentre lui mi fa sistemare meglio. Mi obbliga ad aprire le gambe ancora di più, avvicina il suo viso al mio pube… Dio Stefano non ero in grado di concepire null’altro che il desiderio di sentirlo baciare la mia fica… gonfia di desiderio.
I miei fianchi vivevano di vita propria, avvicino il mio sesso alla sua bocca, sento la sua lingua raggiungere il mio paradiso. Assaporo ogni secondo di quello che lui mi provoca. Lo imploro di continuare, raggiungo rapidamente un piacere caldo… intenso… vengo nella sua bocca.
Resto un attimo distesa per riprendere fiato, anche lui si &egrave rialzato, mi alzo e appoggio la mia testa sul suo petto.. ci raccontiamo pensieri in silenzio, ripercorro tutto quello che &egrave successo nell’ultima ora, cerco di spiegarmi, di capire… di dare un senso a quello che abbiamo fatto… Mentre una sua mano si appoggia sul mio sedere nudo, l’altra mi accarezza i capelli, e la pressione aumenta via via spingendo la mia testa in basso.. mi lascio condurre fino ad arrivare alla patta dei suoi pantaloni, li apro… sfacciatamente lo guardo negli occhi prima di far uscire il suo cazzo rigido dai boxer, poi inizio a baciarlo, succhiarlo… mentre con una mano gli tocco le palle, con l’altra gioco con il mio clitoride. Mi eccito a sentirlo così duro in bocca, mentre lui mi rivolge parole irripetibili ma che contribuiscono a farmi sentire ancora più porca, a spingerlo ancora più in profondità fino ad ingoiarlo tutto. Viene rapidamente… Non riesce a trattenersi, mi inonda la bocca, non lo lascio sfuggire, continuo a tenere la sua cappella stretta tra le mie labbra finché non lo sento sgonfiare. Ho la bocca piena di sperma, vorrei ingoiarlo… ma la tentazione di lasciargli vedere tutto &egrave superiore. Lascio che il liquido trabocchi… mi scenda sul mento, sul collo… tra i seni, lo raccolgo con le dita lo passo sulle mie labbra e poi sulla fica.
Ci resta solo il tempo di rivestirci, poi mi riaccompagna alla macchina. Lui rindossa la sua maschera io la mia, mi saluta, non so cosa succederà se ci rivedremo, ma so che devo correre da te. Mi hai baciato… ora lecca il mio corpo, lecca la mia fica Stefano… E dimmi che mi ami.

Da quel giorno, fino alla storia che vi ho raccontato, non avevo avuto più certezze su tradimenti di Anna, ne parlavamo a letto si, ne fantasticavamo ma mai un’ammissione da parte sua. Io ero combattuto dalla naturale gelosia, insita in ogni uomo e la voglia di sapere mia moglie presa da altri, umiliata, da due cazzi alla volta anche.. spesso dovevo correre in bagno a farmi una sega o a pulire l’evidente chiazza che riempiva le mie mutande quando non riuscivo a trattenermi.
Volevo andare avanti? Si.. lo volevo. Mentre ero dentro di lei le sussurravo a chi pensasse, chi fosse in quel momento a scoparla: adesso vero.. ti stanno scopando.. e io dove sono ? Ho una troia come moglie? Di la verità… ti devono sbattere in diversi in ufficio. E lei in fondo non era dispiaciuta anzi. Volevo che al ritorno a casa avesse il coraggio di confessare. Dove sei stata.. con chi… piccoli dettagli mi facevano immaginare cosa potesse essere successo. Se non si faceva toccare subito appena rientrata… se correva in bagno… Sentire l’acqua scorrere, mi faceva dubitare, la vedevo intenta a ripulire il suo corpo dallo sperma di un altro. Avrei voluto avere il coraggio di entrare per sapere quanto puttana fosse stata.. piccola dolce puttana.
Ma era un dubbio o una speranza la mia? Quante volte la vedevo succube di un altro cazzo… nelle mie fantasie la vedevo sbattuta su una scrivania, oppure inginocchiata contro uno stipite di una porta mentre qualcuno le faceva ingoiare cazzo e sperma. Le gambe aperte, mentre furiosamente si strapazzava la fica. Volevo sapere, frugavo tra la sua biancheria sporca sperando di trovare sorprese…. Ero sempre in stato di eccitazione.. mi piaceva pensare che fosse una troia così..
Ma ero anche nervoso.. Pieno di dubbi, ogni volta che cercavo di sondare il terreno lei con un sorrisino negava ogni cosa. Ma qualche paio di mutandine le avevo trovate, in fondo al cesto ben nascoste ed erano sporche.. perdite aveva detto lei, sperma avevo pensato io. Ogni cena con i suoi colleghi di lavoro, era per me sofferenza ed eccitazione,. teso come una corda di violino la vedevo prepararsi con cura, splendente mettere su l’intimo più bello, quante volte l’avrei voluta prendere subito li. Ma lei rifiutava il più delle volte, la scusa era il parrucchiere o qualche altra menata simile.
Mi sembra ovvio che non era importante quello che lei faceva realmente ma quello che io speravo lei avesse fatto. Volevo vedere mia moglie fare la zoccola.
La immaginavo preda del suo collega. Incapace di resistere alle lusinghe sue e del suo capo, un uomo autoritario.
Mi capitava delle sere sedermi in poltrona, e mentre la mia mano scivolava sul mio cazzo sognare:
La vedo andare vicino a lui per delle pratiche importanti, lei ha sentito i suoi occhi su di se. Poi ha sentito una mano sfiorare le gambe. Non sa come reagire.. sente le sue gambe tremare mentre la mano si fa più audace. Sale… Sale e il collega si rende conto che qualcosa stava succedendo. Si sta eccitando ma lui ha tolto la mano e l’ha lasciata in preda ad una confusione totale, sbaglia le cose più elementari, e il capo la riprende, le dice di stare più attenta, altrimenti l’avrebbe sculacciata. Era una battuta ma a lei fa un effetto sconvolgente. Si vede seduta sulle sue gambe con la gonna alzata… mentre la sculaccia e mentre l’altro si toccava il cazzo. Sta perdendo il controllo. Ha caldo e sente la sua fica pulsare.
I suoi sensi sono sovraccarichi. Le vengono in mente tutte le mie allusioni… Le sembra quasi di sentire l’odore del cazzo impregnare la sala. E sente anche l’odore della sua eccitazione. Sa che anche loro presto lo sentiranno. Ha voglia.. Ha voglia di sentire le loro mani su di se. Vuole che la prendano con la forza.. che le facessero male, e non attende altro che il loro primo passo. È ancora accanto al capo, china su di lui, il seno in bella evidenza, mentre il culo sporge verso il collega alle loro spalle, sente di essere osservata da entrambi e sente l’umido nelle mutandine. Si avvicina ancora lo sfiora…. Anche lui la tocca, ed è come prendere la scossa. Lei balbetta sbaglia appositamente… invece di dire caso dice cazzo…. ridono ridono tutti. E il capo dice basta ora veramente hai bisogno di una vera sculacciata!!
lei è molto eccitata.. perché dentro è una troia.. vuol fare la madre e la moglie perfetta.. ma avere quei due cazzi a disposizione.. lì in quella saletta.. la fa andare giù di testa.. sente umido in mezzo alle gambe oramai.. cazzo ha detto, la troia.. un lapsus certamente.. il suo capo.. ora cosa farà? e il suo collega da dietro che vede il suo culo?..
Già un bel dilemma… madre e moglie perfetta ma dentro questa voglia di essere troia. Squilla il telefonino corre a prenderlo sono io che la chiamo, risponde la sua voce è leggermente affannata io percepisco che qualcosa non va. Lei è con le spalle al muro, non può difendersi in questo momento è mentre io le parlo loro approfittano si avvicinano entrambi e iniziano a giocare con lei. Le loro mani stringono il suo seno. Lei sobbalza io chiedo cosa succede… Niente risponde imbarazzata ma loro insistono cercano di sollevare la gonna. Con l’unica mano libera a disposizione cerca di bloccarne la salita. Le bisbigliano che è una gran fica, e di non preoccuparsi e mentre la gonna sale comincia a vedersi l’inizio delle mutandine. Il collega si inginocchia, il suo viso è all’altezza della sua fica e lei sente il calore del suo respiro. Io parlo ma lei non mi ascolta. Il capo a fianco a lei ha liberato il suo cazzo dai pantaloni. È un cazzo imponente… minaccioso… E lei chiude gli occhi per poi riaprirli subito e riempirsi gli occhi di quella immagine. Trema e trema la sua voce quando mi risponde, quando quel cazzo si avvicina. Il telefono in mano, le sue mutandine che iniziano a calare, il cazzo del capo che sfiora i suoi fianchi. Non resiste più. Vuole essere loro, vuole essere presa… E sente di non poter resistere a tanto. Io sono sconvolto perché non capisco, mi chiede scusa che mi spiegherà.. che non avrebbe voluto ma che la sua natura si ribella al conformismo di tutti i giorni quello di essere la moglie che avrebbe voluto essere. Quello che io tante volte avevo sognato sta per accadere.. E sta accadendo mentre sono al telefono con lei.
Non resiste più.. vuole essere presa da loro.. vuole il cazzo.. le convenzioni sociali.. non esistono più quando tutto quel sangue scorre velocemente nelle sue vene.. le pulsa la figa.. vuole sentirsi troia e basta.. senza remore.. vuole sentirsi presa da quei due, vuole sentirsi troia.. e donna finalmente.
Essere testimone di quanto sta accadendo è sconvolgente. Rimango incollato al telefono e lei non riattacca. Mi lascia ascoltare ogni suo lamento, ogni suo sospiro. Tutte le volte che loro la insultano tutte le volte che la incitano a essere ancora più troia mi fa indurire il cazzo sempre più, mi fa male dall’eccitazione. La sento lamentarsi quando le loro mani schiaffeggiano il suo culo. La sento gridare quando qualcuno la penetra. Poi il silenzio cala quando qualcuno la soffoca di cazzo. Sento uno dire di ingoiarlo, sento la sua fica sbattuta con violenza contro il corpo dell’altro. Non resisto, inizio a masturbarmi quando finalmente la sento venire.. quando urla di essere una troia. Quando chiede che ora qualcuno deve occuparsi del suo culo.
Finalmente.. si è liberata.. dalle costrizioni.. è piegata in avanti.. uno in figa.. il capo.. e davanti il collega che le stringe le tette e le mette in bocca il cazzo..e lei grida che è una troia quando gode.. poi.. poi lo vuole ancora.. nel suo culo..
Dio dio… mi fai male! É troppo grosso! Si si continua inculami ancora più forte! Sono le ultime parole che sento. Poi cade la comunicazione e per lunghi minuti rimango da solo io e il mio cazzo in mano. Poi mi arriva un messaggio c’è un video allegato. Il viso di mia moglie in primo piano deformato da una smorfia di dolore, gli occhi e la bocca aperta. Una bocca sporca del seme di un uomo. Mentre un uomo alle sue spalle è intento a penetrarla. Lo vedo mentre esplode il suo piacere riempiendole il culo. Esce da lei e sento un rumore osceno provenire dal suo culo. Chi riprende gira intorno a lei rimasta inerme come una bambola di stoffa con il sedere all’aria. La inquadra da dietro. E vedo l’effetto dell’inculata. Dal buco allargato un rivolo di sperma fuoriesce. Mentre lei è ancora preda di sussulti post orgasmo… credo sia troppo per me. Vengo con schizzi potenti vengo pensando a lei, a mia moglie madre integerrima e puttana come in fondo ho sempre desiderato.
Si è fatta inculare come una troia.. e l’ho sempre desiderato.. e adesso mi sto facendo una sega pensando a tutto questo bene.. mi piace fantasticare su una moglie troia che viene oltraggiata.. usata.. scopata.. mi piace pensare a lei così.
In fondo lo volevo, volevo che lei fosse la puttana che avevo sempre sognato. Ma volevo comandare il gioco, purtroppo gli eventi hanno dimostrato che non ero io a comandarlo, ma Anna.

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Ormai il mio racconto è solo composto da flashback del passato.. la mia storia con Anna è finita, Gisela è ancora mia amica, ci sentiamo più che vederci, ma raramente parliamo di tutto quello che c’è stato. L’imbarazzo è latente, in lei e in me. Troppo puttana lei, troppo tutto io. Inoltre sto percorrendo strade diverse ultimamente, fatte di incontri di notte in chat, dove mi espongo a chi mi vuole. Uomo con le donne, donna con gli uomini. Tra le mie cose ormai ci sono perizoma, calze autoreggenti, vestitini aderenti. Ogni giorno depilo il mio corpo, lo nutro con creme setificanti e spesso la mia immagine riflessa nel vetro mi eccita. Nascondo il mio cazzo tra le gambe e so che una volta on line ecciterò qualche uomo.. lo so… sono fica. Ma se sarà una donna? Non fa nulla… tirerò fuori il cazzo e la farò godere.
Voglio ripercorrere con il pensiero però stasera la prima volta che Anna tornò a casa dopo averlo preso nel culo dal dottorino. Il ricordo mi eccita ancora e mi appronto a raccontarvelo.

Anna mi ha confessato tutto.. alcuni giorni prima si è fatta rompere il culo. Il cazzo nel culo del dottore è stato devastante. Era grosso.. . Molto più grosso del mio. Le ha fatto male, ma le è piaciuto tanto, lo vuole ancora e non sa come fare per trovare una scusa per rivederlo presto. Non riesce a dimenticarlo e spesso si tocca pensando a lui. Anche quando fa l’amore con me pensa a lui. Al suo sperma che le riempie il culo.. lo vuole assaggiare, raccogliere e portare alla bocca. Anzi mi chiede se mi piacerebbe guardarla, impotente, mentre fa la troia con lui.
mi piace.. mi eccita… ed allora io cosa faccio?.. vado a cercarlo?.. cosa faccio?
È una settimana che me lo chiedo… cosa fare? Lo cerco e poi cosa gli dico? Scusa inculeresti ancora mia moglie? Con lei sono dolce ora cerco di fare l’amore con tenerezza ma sento che lei vuole di più è nervosa mentre la monto. Chiude gli occhi e io so che sta pensando a lui. Quando le tocco il buchino sobbalza.. lo vuole si gira si spinge contro di me. Rompimelo ti prego mi chiede. E io la inculo selvaggiamente infilandole anche delle dita insieme. Per farglielo sentire ancora più aperto. Mentre lei viene infilandosi quattro dita nella fica. Mentre urla il suo piacere che riceve da me ma che sogna da un altro.
troia.. vuole il dottore..
Si lo vuole e io non posso farci niente. Posso assecondarla ma lei ha la testa e non solo, altrove… vorrei tornare alla normalità ma lei sembra diversa, la vedo uscire più truccata, ancora più sexy, la situazione mi sta sfuggendo di mano. Bisogna fare qualcosa forse andrò a parlare con lui.
Gli spiegherò che è un capriccio che mia moglie vuole togliersi. Che in fondo lo ha fatto già una volta. Che lei è una brava moglie, una brava mamma… Ma.. .. che il suo cazzo non riesce a toglierselo dalla testa e vorrebbe rinfilarselo nel culo.
Che razza di situazione.. . Riuscirò a farlo?
si.. ce la farò.. può anche darsi che mi piaccia anche questa situazione.. voglio vedere il suo viso deformato dal dolore/piacere di un cazzo nel culo..

Ho preso coscienza della mia vera natura. Questa realtà mi fa male. Vederla soffrire, gli occhi e la bocca spalancata mentre viene sodomizzata da un cazzo enorme. Lei che lo incita a farle ancora più male, lei che dice che non può più fare a meno di lui. Sono disposto a tutto questo? Non è facile rispondersi, non è facile prendere una decisione.

Non è importante quello che voglio fare io. Perché Anna mi ha preceduto. Lei lo ha chiamato. È stato semplice. È tornata nel suo studio con una scusa banale e mentre gli stringeva il cazzo ha composto il mio numero. Non credeva di riuscire a tanto. Non credeva di riuscire a farsi filmare mentre accoglieva nel suo culo il tanto desiderato cazzo. Ma era per lui che si vestiva sexy. Era per lui che indossava i suoi completini più minuscoli. Si sono scritti, poi scambiati foto e video. Lei le ha raccontato tutto. Delle volte che lo abbiamo simulato. Della sua voglia, e della mia. Vuole fissare un appuntamento. Tentenno.. . Vorrei pensarci bene, forse sarebbe il caso di no, ma mentre guardo le foto che si sono scambiati mentre guardo il cetriolo che lei si è spinta dentro capisco che non posso resistere a tanto. Lei mi masturba piano… sottovoce mi bisbiglia che in fondo l’ho sempre voluto, essere… un cornuto, si questo vuol dire anche se non lo dice. Vengo mentre lei appoggia le sue labbra sul mio cazzo. Vengo riempiendole la bocca. Lei lo lascia scivolare sul mento.. sul seno… fino alla fica. La bagna e bagna anche il culo. Il mio sperma sarà presto sostituito e io potrò solo vedere.

Non avrei mai creduto che tutto ciò si avverasse… Era solo una fantasia eccitante. Ma ora è diventata terribile realtà. Siamo in macchina, io guido e loro sono dietro. Abbiamo mangiato insieme, parlando amabilmente, qualche doppio senso.. qualche sguardo indiscreto tra loro. Poi in macchina tutto è cambiato. Li ho sentiti flirtare. Il rumore di una lampo mi ha fatto guardare nello specchietto. Appena il tempo di vedere il suo cazzo svettante sparire nella bocca di mia moglie. Poi solo rumori osceni causati dal cazzo che impedisce a Anna di respirare. Mi sembra di impazzire ma ho il cazzo duro. Lo stringo mentre guido, mentre lei soffoca e si nutre di lui.
Guido senza una meta.. Mentre alle mie spalle si consuma il tradimento. Vedo attraverso lo specchietto con difficoltà. Il viso di lui, le sue mani che frugano tra le sue gambe. Lei tossisce ogni volta che lui spinge il bacino in alto ogni volta che spinge la sua testa contro il suo pube. Perché si è arrivati a tanto? Io amo mia moglie, lei ama me. Anche io l’ho tradita ma a sua insaputa. L’ho protetta dal dolore del tradimento. Lei no, a lei piace che io veda. Forse ha capito cosa doveva essere per me: una troia. Capace di farsi venire in bocca sui sedili posteriori della mia macchina mentre io guido. E non solo… presto vorrà di più. Vorrà che io la prepari a quello che aspetta da giorni. Quello che l’ha fatta impazzire dal desiderio. Lo sente quasi dischiudersi al solo pensiero… il suo culo si apre… Mentre lui inizia a venire… Dio continua a venire… la sua bocca non lo contiene più. Sto venendo anche io nelle mie mutande. Adesso come allora.

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