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Racconti Gay

Piacere di servirvi…

By 21 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Adesso sono qui, tranquillo, concentrato nel lavoro, ma so già che fra non molto la frenesia comincerà a pervadermi, scatterà quel meccanismo che ormai da mesi mi spinge a fare qualcosa che non avrei mai immaginato nemmeno nelle pieghe più nascoste della mia mente. Sono un uomo affermato, stimato, di successo, le donne non mi sono mai mancate, eppure..
E’ venerdi pomeriggio, fra poche ore sarò da lui, questo essere superiore dal quale dipendo e dal quale ho imparato e scoperto la mia natura di schiavo. Nel week end sarò ospite, o meglio a servizio da lui, con un solo scopo: obbedire a qualsiasi suo ordine. Vado a casa, una doccia accurata mi vesto, senza indossare biancheria intima, come lui mi ha ordinato e mi avvio a casa sua, una splendida villa fuori città. Sono le sette di sera, suono alla sua porta: “Entra verme” esclama, “vai in bagno e preparati”, appena sento la sua voce scatto e raggiungo il bagno, mi spoglio completamente nudo e indosso il collare, aspetto la sua chiamata che immancabilmente arriva: “subito qua stronzo!” io mi avvio seguendo le regole da lui imposte, camminando sempre in punta di piedi, mi aspetta in una grande stanza, indossa una vestaglia da camera, è imponente come sempre, io mi inginocchio di fronte, sguardo verso il basso attendendo disposizioni. “Baciami i piedi”, mentre lo faccio lui mi dice: “stai cominciando a servirmi discretamente, ma non mi basta, devi imparare ad essere più resistente, eseguire i miei ordini con maggiore entusiasmo, voglio sottoporti a delle prove, tieni”. Mi risollevo e mi vedo porgere due polsiere e due cavigliere ch e indosso immediatamente. Il mio Signore(così devo chiamarlo all’inizio e alla fine di ogni frase, quando lui mi autorizza a farlo) aveva già preparato il primo “gioco”.
Mi trovo appeso da quasi mezz’ora ad una trave a vista per i polsi, caviglie legate una all’altra, teso come una corda, per non sentire dolore spingo con tutte le forze con le dita dei piedi che toccano appena il pavimento; il Signore pare si sia dimenticato di me, legge qualcosa seduto in poltrona, adesso si alza, io ho una fitta alo stomaco, lo temo. “Vedo che non ti lamenti, bene, vedremo fra poco”. Sono terrorizzato che vorrà fare? Sento suonare il campanello, lui va ad aprire, sento la voce di un uomo, saluti convenevoli vari, le sento avvicinarsi. “Ecco lo schiavo di cui ti avevo accennato, dagli un’occhiata”.
“Non sembra male”, esclama l’altro,che saprò dopo è un altro Master “Da come mi hai raccontato c’è da divertirsi”, “certo, è a uno stadio tale che fa tutto quallo che voglio”, “ok passami il frustino”. Dio mio, il frustino? io già muoio dalla paura di questa nuova presenza, ma non ho nemmeno il tempo per pensarci che sento un dolore bruciante al didietro, poi un altro e poi un altro, non conto più i colpi sono sfinito…
Nel torpore causato dalle frustate sento le loro voci come ovattate, ma risco a capire cosa dicono: “sono eccitato ce l’ho duro come un sasso” dice l’ospite, “benissimo”, risponde il mio signore “ora lo slego”.
Sento girare leggermente la testa subito dopo essere stato liberato da quella posizione, vengo fatto inginocchiare, la figura dell’ospite mi appare ancora più grande, sono confuso i glutei mi dolgono; “Bravo stronzetto, cominci a resistere come piace a me, come vedi c’è un mio amico, voglio che sia soddisfatto, mi sono spiegato coglione?” Uno schiaffo violento mi arriva a sorpresa e mi disorienta del tutto. “signore certo signore” rispondo. “Offri bocca” uno dei suo comandi a cui obbedire automaticamente, io eseguo come mi era stato insegnato, mani dietro la schiena, spalancare la bocca il più possibile porgendola al padrone. “Serviti pure, senza comlimenti”, in pochi attimi l’ospite estrae il membro, di grosse dimensioni che mi riempie la bocca, così mi ritrovo a succhiare secondo le indicazioni del mio signore, con devozione e entusiasmo; e mentre questo accade, ascolto il loro dialogo. “E’ un bravo succhiacazzi, non ti pare”? “mmm sembra”….”se vuoi puoi scopartelo e anche usarlo come pisciatoio” “Ottimo…. però per il prezzo dobbiamo trattare”.
Sentii come un brivido alla schiena, il padrone aveva intenzione di cedermi? Forse voleva solo affittarmi… in ogni caso non potevo fargli fare brutta figura e continuai a scucchiare il cazzo dell’ospite cercando di offrire il massimo del piacere seguendo le regole di buona accoglienza.
Ingoiai senza esitazione lo schizzo vigoroso dell’ospite che lanciò un grido di piacere, pulii accuratamente con la lingua la punta del membro…pensai di avere fatto il mio dovere, e infatti parve gradire… mi diede uno schiaffetto come segno di approvazione. “Un pompino coi fiocchi… sei sempre un maestro di prim’ordine…” rivolgendosi al padrone.
“Modestamente… so come ottenere i migliori risultati da queste nullità”. ‘Però sul prezzo mi devi venire incontro, facciamo 500 e non se ne parli più’ ‘OK, sta bene, basta che me lo restituisci intero” Capii che ero stato ceduto temporaneamente, in un certo senso mi sentivo sollevato, sarei tornato dal mio padrone, ma cosa sarebbe successo col Master provvisorio? Ero tremante dalla paura’.
‘Dov’è il bagno? Devo pisciare’ disse l’ospite ‘In fondo al corridoio a destra’ rispose il padrone, che aggiunse’ ‘aspetta” e mi urlò ‘Urina!!’. Sapevo cosa fare sentendo quel comando’ scattai, corsi in bagno, mi inginocchiai sul water mani dietro la schiena, appoggiai la testa nella tazza rivolta all’insù aprendo la bocca’ poco dopo arrivò l’ospite che si divertì a centrare il bersaglio’
quel sapore mi dava un certo disgusto, ma non potevo certo dimostrarlo, sarei stato duramente punito’ e non dovevo bere se non mi veniva ordinato’ stavo facendo bene il mio dovere’ entrambi fecero i loro bisogni con evidente soddisfazione’ mi lasciarono così non so per quanto, erano usciti dal bagno io aspettavo disposizioni umido e odorante’
‘Lavati e rivestiti, verme, devi andare con lui, ti ho ceduto per questo week end’. Una volta pronto scesi col ‘nuovo’ padrone che mi mise in macchina, una grossa fuoristrada, dietro, nel portabagagli’ evidentemente non mi considerava più che un cane’
Arrivammo nel suo appartamento, in centro città, appena entrati mi fece spogliare (nudo come un verme, mi disse), la casa pareva avere molte stanze, una di queste era vuota ed aveva il pavimento sporco, pieno di impronte di scarpe e macchie’ nel mezzo un secchio pieno d’acqua e una spazzola’ ‘Allora, schiavo, adesso pulisci questo pavimento alla perfezione, datti da fare’.’ Cominciai, inginocchiato strofinavo avanti e indietro la spazzola e questo movimento inevitabilmente mostrava il culo al padrone che nel frattempo si era denudato e osservava il mio lavoro con uno scudiscio in mano’. La paura di sentire dolore mi dava energia e lavoravo con intensità’ sentii lui arrivare da dietro’ ‘ti faccio fare una pausa’ succhiami il cazzo’ mi prese per i capelli, vidi di fronte a me questo grosso uccello eretto, non avevo scelta’ ‘Mmmm’ molto bene, molto bene” disse sempre tenendomi per i capelli, poi all’improvviso mi spinse giù e mi diede un calcio nel culo’ ‘Cosa credi, troia, che farmi un pompino ti dispensi dai tuoi obblighi? Continua!!’ e mi face assaggiare il suo scudiscio sulle chiappe’ non c’era migliore incentivo per darsi da fare’ finii il lavoro, la schiena mi doleva per lo sforzo e il culo per la scudisciata’
Il padrone guardò se il pavimento era pulito e parve soddisfatto. ‘Bravo, vedo che come donna delle pulizie te la cavi bene, mi auguro che tu sia altrettanto bravo come troia da monta’lavati le mani!’
Mi portò in camera da letto, c’era un matrimoniale in tatami, mi fece mettere alla pecorina porgendo il culo’ ‘Mi ha detto il tuo padrone che sei ben aperto’ma prima di scoparti voglio che mi lecchi il buco del culo” Non era certo la prima volta che lo facevo, mi era successo prima con le donne e poi col mio padrone, ma questa volta sentivo che dovevo farlo meglio che mai’ l’atteggiamento di questo Master mi faceva davvero paura’dovevo assecondarlo in tutto e per tutto’ leccai per un tempo davvero lungo quel culo peloso e poi le palle fino a che’. ‘Mettiti a 4 zampe, adesso ti fotto’ Mi penetrò con forza, con l’evidente volontà di farmi sentire un puro oggetto di piacere, i colpi si susseguivano uno dopo l’altro insieme a i suoi grugniti di piacere’ ‘Aveva ragione’sei meglio di una fica’.mmmm’. Cercavo di non pensare, ma non potevo evitare che tutto questo mi dava un immenso piacere ed emozioni incredibili, ero fatto per questo ruolo’
Il suo orgasmo mi riempì lo sfintere, gli ultimi colpi erano di una violenza inaudita, una volta finito mi fece scendere dal letto e accucciare per terra’ ‘il posto per un cane è qui” rimasi così, mentre lo sperma mi colava da dietro’
Il padrone si addormentò poco dopo russando sonoramente; io rimasi lì ai piedi del letto, avrei voluto muovermi un po’, ma temevo di fare rumore, se lo avessi svegliato la reazione non sarebbe stata piacevole’ cercai di dormire, ma il pavimento a contatto con la pelle era freddo’ mi assopii.
A svegliarmi fu un piede in faccia del Master, dovevano essere le 5 del mattino: ‘corri in bagno che devo pisciare’ mi alzai, ma non abbastanza velocemente da evitare un calcio nel posteriore’ raggiunsi la tazza del water posizionandomi come dovuto, a bocca spalancata, aspettando’
‘Voglio vedere come bevi il mio piscio’ Lo sapevo’ questo Master non mi avrebbe risparmiato nessuna umiliazione’ lo schizzo caldo arrivò con precisione, colpì la lingua’ bevvi tutto quello che raggiunse la mia bocca, una quantità notevole’ alla fine non potei trattenere un colpo di tosse e un leggero conato di vomito’ la reazione non si fece aspettare’ un pesante schiaffo mi colpì al volto ‘Lurido cane schifoso’ è così che ricevi quello che ti do?’ Adesso ti devo punire” mi tirò per i capelli fuori dal bagno e mi prese a calci (io a 4 zampe) fino alla stanza che avevo pulito la sera prima. ‘Quello che hai fatto ti costerà dieci nerbate sul culo”. Mio dio no’ quello no.. sentivo ancora il dolore dei colpi ricevuti il pomeriggio scorso’ mi aggrappai alle caviglie del padrone supplicandolo’ ‘mio signore la prego, non mi faccia questo, lo so, ho sbagliato, ho sbagliato, mi perdoni’.’ Con una spinta violenta mi respinse: ‘Pezzo di merda che non sei altro, cosa credi, che venirti in bocca e in culo basti a farti guadagnare la mia benevolenza? Sono molto incazzato, non peggiorare la tua situazione’. Mi preparai a ricevere le 10 nerbate’ inginocchiato, mani distese a terra, culo proteso all’insù, palle ben esposte’ ‘Conterai ogni colpo, ad alta voce’. Arrivo il primo.. ‘Uno!’ dolore sopportabile’ ‘Due! Tre’ il brutto è che il colpo successivo è sempre più doloroso del precedente’ ‘Otto, nove, dieci” Alla fine piangevo’non potevo resistere’ ‘Bravo succhiacazzi, ti sei comportato bene, ti voglio premiare, farai colazione’. Mi asciugai le lacrime, e ancora tremante rimasi lì ad aspettare, in ginocchio; il padrone era andato in cucina’ tornò con un piatto nero, al momento non capii, poi’
me lo diede da tenere tra le mani porgendolo all’altezza del suo’ ‘Oggi per colazione spremuta di cazzo, che ne dici troia?’ Oramai ero completamente dominato, Dissi: Grazie, mio signore’ appoggiò l’uccello sul piatto e cominciò a masturbarsi in un rituale davvero degradante’ un manager di successo, invidiato e ammirato nel suo ambiente come me’ se mi avessero visto così, nudo in ginocchio aspettando il disgustoso pasto’
La sborrata del padrone si riversò nel piatto facendo una grossa macchia biancastra che si espandeva sulla superficie nera’ mi fece appoggiare il piatto per terra di fronte a me’ ‘Adesso chiedi il permesso…’
‘Mio signore, chiedo umilmente di fare colazione’ Concesso, ma non devi usare le mani, i cani non hanno mani’ quando sarà perfettamente pulito me lo mostrerai” Affondai la testa nel piatto appoggiato sul pavimento e iniziai quel pasto disumano’ lo sperma si era raffreddato, era disgustoso’ ma dovevo dimostrare di gradirlo, non volevo altre botte’ succhiai con lena, leccai inghiottendo tutto’ alla fine il piatto era lucido’ lo mostrai al padrone”

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