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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Pioggia di sperma

By 24 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Federico, 38 anni, 186 atletico e carino. Proseguendo dalla precedente mia narrazione, mi trovavo in Portogallo in ferie con la mi fidanzata Monica, libertina e di facili costumi. A seguito dell’incontro con l’austriaco una notte nella doccia del campeggio rimasi scombussolato. Avevo già avuto un rapporto omosessuale, ma si era trattato di una cosa una tantum, eppure rievocandolo davanti allo specchio del bagno con delle mosse ‘gaye’, essendo spiato dall’interno della doccia, al buio, da parte dell’austriaco, finii per consolidarmi nella mia bisessualità. Peraltro egli era fisicamente un vero toro, più alto di me con possenti pettorali, torace peloso e capelli ricci biondi, sui 45 anni. Mi aveva imposto il suo membro in bocca senza alcun dubbio sul fatto che l’avrei ricevuto e ciò mi fece interrogare sulla riconoscibilità all’esterno di queste nuove tendenze omosessuali che andavano consolidandosi nel mio animo. Comunque si era molto toccato mentre ero inconsapevole della sua presenza, sicché in pochi secondi svuoto i suoi coglioni in parte nella mia bocca e, riempita quella, in parte sul mio viso.
Era in camper con la moglie ed il figlio e nei giorni successivi, bench&egrave avessi la tenda a poche decine di metri dalla sua postazione, non ci furono occasioni di contatti.
Il sole era sempre bollente e l’acqua dell’oceano freddissima.
Io e Monica frequentavamo spiagge sempre diverse, ma alla sera non ci negavamo mai un ultimo bagno pre cena nella spiaggia adiacente al campeggio che era una spiaggia per nudisti. All’ora in cui arrivavamo noi era quasi sempre spopolata.
Un giorno Monica ed io decidemmo di andarci al mattino e poi di spostarci in un altro posto. Invero avevamo fatto tardi la sera precedente e pertanto rimanemmo lì durante tutto il giorno, a riposare. Ho sempre ritenuto i luoghi per nudisti un ricettacolo per finocchi di ogni risma e ne ebbi la conferma. Non che la cosa mi disturbasse. Anzi. ogni occasione era buona, senza che Monica lo notasse, per mettermi carponi ed estendere il mio orifizio al pubblico ludibrio, con tutte le sue rosee pieghette. Constatai subito con compiaciuto narcisismo omosessuale che alcuni uomini, anche accompagnati da belle fighe, mi fissavano, ciò che tenevo sotto controllo dietro le mie lenti scure degli occhiali da sole.
Peraltro io mi depilo completamente sia il membro che lo scroto e tengo solo un cespuglio di pelo ordinato a forma di triangolo (come una figa per intenderci). Ad un occhio malizioso quel particolare può suggerire solo gayezza (ed infatti, nel mio intimo, da uomo macho e virile, mi compiaccio moltissimo di portare così il mio pelo pubico).
Se quindi il mio aspetto non tradiva affatto la disponibilità sessuale verso l’uomo, i miei atteggiamenti e le mie posture telegrafavano a tutti i gay e bsx del circondario (ossia qualsiasi tutti) la mia apertura a certe pratiche. Di questo mi compiacevo senza avere alcuna intenzione di trasgredire ulteriormente.
Verso l’ora di pranzo, dovendo mangiare al chiosco situato tra la spiaggia nudista e quella adiacente, mi recai da solo a prendere il portafogli in macchina, dove l’avevo lasciato avendo la prospettiva di andare in un’altra spiaggia quella mattina. Passato nell’altra spiaggia notai sopra un alta roccia il mio amico austriaco. Calzava boxer da mare grigi e al suo fianco c’era, distesa prona, la moglie. Notai che aveva in mano un binocolo e capii che sicuramente lo usava per spiare la zona nudista, ma ritenevo, soprattutto me, la cui natura aveva già saggiato.
Mi guardo senza espressione ed io provai un sommovimento misto tra paura ed eccitazione.
Il pomeriggio lo passai addormentato sull’asciugamano, a pancia in giù, consapevole che la mia ragazza, nuda e figa, fosse puntata da ogni cazzo che non desiderasse un uomo. Quando mi ripresi, alzando lo sguardo ancora annebbiato dal sonno vidi a 5 metri da me l’austriaco. Era seduto sull’asciugamano, nudo. La posizione enfatizzava un po’ di pancetta, ma il torace era grande come e squadrato come un archivio da ufficio a due ante. Il cazzo, moscio, riposava tra due palle grosse ‘senza esagerare- come palline da ping pong. Era scappellato a metà, e con la circonferenza di un bicchiere. Subito ebbi il cazzo duro, al contempo sentii il mio ano rilassarsi: sembrava che il mio corpo, davanti a quell’uomo, ne riconoscesse la superiorità e si predisponesse in automatico a sottomettervisi. Mi fissava. Io guarda Monica, la quale stava dormendo con le cuffie alle orecchie. Tornai all’austriaco il quale si prese il cazzo in mano e si segò per 5 secondi. Era un gesto esplicito non solo per me ma per utta al spiaggia. Mi sentii riboliire di vergogna, ma rimasi fermo, con gli occhiali addosso, fingendo di dormire. Il mio cazzo rimase duro parecchio.
Quella sera dissi a Monica che avrei fatto la doccia dopocena e, volutamente, indugiai fuori dalla tenda facendomi notare fino a tardi, ossia dopo mezzanotte, quando, volutamente nudo sotto l’asciugamano (di solito mi recavo ai bagni sempre con addosso il costume) mi diressi verso le docce. Come previsto e sperato la doccia era deserta e la musica del chiosco, che di sera si trasformava in bar sulla spiaggia giungeva abbastanza forte da coprire rumori imbarazzanti. Mi ero ormai fatto la doccia e disperavo di vederlo arrivare, quando sentii entrare l’austriaco nel locale docce. Guardai al di là della porta e lo vidi togliersi l’asciugamano e il costume che portava sotto ed appenderli al gancio. Perfettamente nudo si diresse nella mia direzione.
Mi batteva il cuore.
Aprii la porta e lo feci entrare e lui senza degnarsi di me mi mise subito il cazzo in mano stringendomi la mano con la sua e usandola per masturbarsi, lentamente. Il suo cazzo risorse come una pianta piegata dal vento. Era grosso come una bottiglietta d’acqua da 0,50, ma più lungo. La sua cappella sembrava l’elmo di un soldato tedesco ed era grande come una piccola mela. L’asta era venosa e le dimensioni del cazzo necessitavano che fosse sempre scappellato per insufficienza di pelle a coprirlo. Sperai che non avesse la velleità di prendermi analmente, perché quella cosa non sarebbe mai passata attraverso di me: era troppo grosso. Mi scoprii a chiedermi come facesse la moglie.
Fu perfettamente duro ed in estensione nel giro di 30 secondi.
Come alcune sere prima mi premette fino a mettermi in ginocchio e mi infilò il cazzo in gola. A parte la cappella entrava poco altro. Penasi di vomitare, ma lui presto estrasse quel cazzo da asino, bagnato della mia saliva e mi girò perentorio di spalle spingendomi già a 4 zampe, a pecorina. Nel farlo dovetti aprire la porta della doccia, poiché non ci stavamo nell’angusto spazio della cabina. Ebbi paura perché il mio culo (a parte una sola eccezione) era praticamente vergine. Lui invece non ebbe paura e mi appoggio la cappella dritta sull’ano, tenendomi allargate le natiche. Non c’era nulla da fare: a suon di provarci entrava solo la punta della cappella, ma non la sezione più ampia. Il mio dolore era comunque sopraffatto dalla eccitazione.
Desistì un attimo e prese la crema doposole che avevo portato per spalmarmela dopo la doccia e se ne mise in mano per poi infilarmela, con le sue dita, nel culo. Parlava tra sé e sé in tedesco ed io non capivo nulla. Quando il mio culo fu lubrificato, perse la confezione di crema, me ne appoggiò il prestugio all’ano e ci proiettò dentro tutto quello che ci stava finch&egrave non traboccò. Mi sentii inondare di freschezza e preoccupazione. Lasciata cadere la confezione mezza vuota si rimise in posizione.
Il cazzo mi entrò nel culo immediatamente, spingendo la crema in parte fuori in parte verso le viscere. Non era abituato a fare le cose con calma, ed infatti mi montò con disperazione per un paio di minuti che mi sembrarono giorni. Infine tirò fuori quel braccio dal mio culo, con sonoro rumore di risucchio, e venne sulla mia schiena, dove si riverso una secchiata di sborra in soli 3 o 4 fiotti.
Io ero eccitatissimo e quando lui, quasi subito, se n andò, mentre mi ripulivo bene, mi masturbai sotto la doccia, provando ancora grande dolore all’ano e grande soddisfazione per tale dolore. Quando venni, i miei schizzi erano fanciulleschi rispetto a quelli di quel sodomizzatore. Di ciò provai compiacimento frocesco.
Quando tornai alla tenda Monica dormiva. Il giorno dopo mi chiese conto della crema doposole, che avevo praticamente finito.

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