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Racconti Gay

Porcate d’agosto

By 27 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Sera d’agosto come tante altre nella tranquilla pianura lombarda. Tempo di ferie, di avventure e di sagre dove si mangia e si beve tanto spendendo niente. Stasera siamo io e Marco, l’amico fraterno di mille avventure, soli visto che le morose sono all’addio al nubilato di un’amica. Decidiamo di fare un salto alla festa della birra di un paesino a una ventina di km da dove abitiamo, così, per passare una serata. Stasera liscio, che ti fa subito venire in mente l’abbinata salamella patatine e birrazza a fiumi. E così &egrave. Varie medie dopo, rosse e bionde a turno, siamo decisamente pienotti, o meglio dire pieni rasi’ Insomma, come due pirla ci mettiamo in macchina per tornare a casa, pregando di non trovare la classica pattuglia.
Ma torniamo un attimo indietro. Io, Luca, e il mio amico, Marco, siamo due ragazzi venticinquenni come tanti, con un lavoro (per fortuna visti i tempi) nel ramo commerciale di due aziende, e la ragazza. Carini e con un bel fisico, visto che dedichiamo un po’ del nostro tempo alla palestra e al nuoto. Ora pure abbronzati dopo una settimana di villaggio in Sardegna. Ci somigliamo un poco, entrambi mori, barba di due giorni, pelo diffuso sul petto in ricrescita post depilazione da mare, spalle larghe e vita fine, lui con un addominale da invidia, io un po’ meno’ Ah, dimenticavo. Entrambi bisex, scopiamo insieme dai tempi del liceo.
Ma torniamo a stasera. Siamo in macchina belli alticci (non si deve fare, &egrave vero’ ma andiamo pure piano’) e lungo al strada vediamo un motel. Occhiata d’intesa e siamo alla reception a chiedere una camera. Ci arriviamo ed &egrave di quelle col parcheggio privato e la serranda che scende per la privacy. Apro la porta e si accendono le luci. E’ una suite a tema orientale, ma ce l’ha affittata come camera normale visto che l’aria condizionata &egrave rotta. Abbiamo accettato anche perché era l’unica libera. E poi si dice che gli italiani non scopano’ Entriamo in camera ed effettivamente fa caldo, come all’esterno. Afa a manetta. Addosso abbiamo una maglietta e pantaloni corti, io in infradito e lui con scarpa da tennis e calzino corto. Siamo sudatissimi e la maglietta vola subito via. Mentre poso le chiavi della macchina sul tavolinetto Marco si appoggia dietro di me e mi bacia il collo passandomi le mani sul petto’ Mi godo il momento e mi giro, &egrave già nudo e limoniamo di brutto mentre mi leva il poco che ho ancora addosso. Siamo infoiati di brutto, ubriachi e sudati, i nostri uccelli duri si scontrano mentre le nostre lingue si intrecciano e le nostre mani ci percorrono. Ci mettiamo sul letto e inizio a leccargli i capezzoli, il petto e il corpo che sa di maschio in calore, l’ascella pelosa e umida di sudore maschio, scendendo all’interno coscia e ai piedi anch’essi odorosi. Gli succhio le dita e lo sento gemere, so che gli piace un casino e lo eccita di brutto. I suoi 20 cm svettano ancora da scappellare, lui si gode il trattamento con le mani dietro la nuca e le gambe aperte. Risalgo e stavolta mi dedico alle sue belle palle pelose e sode, le lecco, le annuso, le bacio. Poi risalgo e le nostre lingue si intrecciano di nuovo, stavolta scambiandoci di posizione, così &egrave lui ora a leccarmi ben bene il corpo sudato, mi morde con forza i capezzoli, si prende i miei piedi tutti in bocca, poi sale e mi scappella di colpo l’uccello che gronda il proprio lubrificante naturale prendendosi tutta la cappella in bocca. Si leva subito, si mette a 69 e ora i nostri cazzi sono nelle nostre bocche, saporiti di maschio e presborra, pieni di saliva in una scopata reciproca eccitante da far paura. Il suo buchino glabro &egrave davanti a me e non resisto, mi levo il cazzo dalla bocca e sprofondo la lingua nel suo culetto. Sta godendo e si sente, mi stringe la lingua che cerca di forzarlo sempre più all’interno, poi mi apre le chiappe e inizia anche lui a slinguzzarmi il culo in profondità. Meno male che siamo di altezze diverse e riusciamo a stare in questa magnifica posizione. Le nostre lingue si stanno facendo spazio dentro i nostri buchi, sempre più in profondità, mentre i nostri cazzi congestionati premono contro il nostro petto. Andiamo avanti per lunghi minuti e arriviamo quasi all’orgasmo, ma ci fermiamo per limonare e far durare di più la nostra serata. Le nostre lingue hanno assaggiato la nostra profondità, ora si scambiano il nostro sapore in un bacio appassionato. Stasera abbiamo bevuto tanto e il momento di relax mentre limoniamo mi fa scappare da pisciare. Glielo dico e un lampo gli attraversa gli occhi’ mi indica la grande vasca in mezzo alla stanza e mi dice che pure a lui scappa. Che porco, ho capito cosa vuole fare. Ci mettiamo in vasca, uno di fronte all’altro, i nostri uccelli quasi si toccano, mentre il liquido caldo inizia a sgorgare. Sento il suo salire lungo il mio corpo, il getto arrivare alla massima potenza colpendo il mio petto e grondando lungo il mio corpo. Così anche su di lui, in un’immagine speculare. Il porco ha pure chiuso il tappo, così ci troviamo in poco tempo con i corpo bagnati e il fondo ricoperto del nostro liquido dorato. Mi si avvicina e inizia a baciarmi il petto, poi inizia a leccarmi i capezzoli, fino a scendere al mio uccello, che si fa sparire in bocca. E’ una situazione eccitante da impazzire, e seguendo i suoi movimenti scendo lungo la vasca e mi ci trovo sdraiato dentro, attorniato dal nostro piscio, con il suo corpo bagnato che mi gronda addosso di nuovo in un inebriante 69. E’ troppo bello però succhiarselo in questa situazione, così porca, così sporca. Me lo leva dalla bocca e si gira, cerca la mia lingua, mentre si siede su di me. Il mio uccello si struscia lungo il suo buchino, lui si muove per sentirlo scorrere lungo il tuo culo, finch&egrave a sorpresa ci si impala. La cappella bagnata entra senza fatica nel suo buco ben lubrificato di saliva e ben aperto dalla mia lingua poco prima, tanto che in men che non si dica &egrave tutto dentro. Lui &egrave seduto su di me, io dentro di lui. Inizia lentamente a cavalcarmi, facendolo uscire e rientrare, girare e strusciare al suo interno. Ogni colpo &egrave un gemito, ogni uscita &egrave un sospiro. Non pensavamo di scopare stasera e non ci siamo preparati come facciamo di solito, così la solita scopata a pelle si porta dietro copiosi residui. Ma &egrave troppo eccitante scopare così, selvaggiamente, che ogni inibizione va a farsi fottere. Quando se ne accorge lo estrae e lo guarda dicendo ‘oh cazzo’. Lo guardo e gli dico ‘chi se ne frega’, aprendomi le chiappe e facendogli capire che ora &egrave il mio turno’ Il suo uccellone si fa strada senza problemi e mi scopa come un animale nella situazione animalesca che si &egrave creata, fatta di sudore, di odori acri, di liquidi e consistenze e viscidità che non avremmo mai immaginato di toccare. Mi sbatte come una troia come poco prima io facevo con lui, e pure il suo &egrave color cioccolato come il mio quando lo tira fuori e lo appoggia sul mio cazzo duro e congestionato. Ce li prendiamo in mano, uno contro l’altro, e ora &egrave copioso liquido bianco e denso a solcare i nostri corpi, i nostri umori. Sborra piscio e ogni altra cosa si fondono in una crema viscida che ricopre i nostri cazzi che ora si stanno rammollendo ed il cui colore originale si torna a vedere grazie alla doccia purificatrice che ci riporta a noi stessi, abbracciati nella vasca a lavarci e limonare nel contempo. Dopo esserci lavati riempiamo la nostra alcova di piacere maiale d’acqua tiepida e ci immergiamo a lungo, fumando le nostre bionde e parlando come due amici che si trovano al bar, come nulla fosse stato, appagati, sereni, fin che le prime luci dell’alba solcano le finestre della stanza e il mondo là fuori torna alla normale vita di un giovedì mattina di metà agosto in pianura.

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