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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Quel messaggio improvviso

By 18 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Per un pò durante il matrimonio ho compresso questa mia parte, arrivando anche ad avere una relazione con una mia amica, che alla fine della lunga relazione si è rivelata una grande troia e stronza.
Poi è riesploso il bisogno, che si accompagna magari alla consapevolezza di essere cornuto.

Quel giorno mi ero uscito presto per andare al lavoro, verso le 7 di mattina, quando, sul secondo cellulare che avevo appena acceso uscendo di casa, mi arrivò un messaggio improvviso.
Poteva essere solo F., perché solo Lui aveva quel numero.
Provai un sobbalzo, sperando e temendo al tempo stesso che mi chiamasse… Lo andai a leggere subito con eccitazione, lo aveva inviato alle ore 1.00 della nottata.
“Stamani a casa non c’è nessuno, ti voglio qui da me domani mattina presto… “.
Il messaggio era chiaro, sapevo cosa voleva da me… esitai un attimo, Lui sapeva che potevo non averlo letto per tempo, non avendo nessuna disposizione né accordo in merito.
F. era un medico, vedovo, di 64 anni, molto tonico, lo avevo conosciuto in una chat e ci eravamo incontrati qualche volta in una sua casa che aveva in una città poco distante dalla mia.
Mi aveva subito affascinato, non era banale, adorava baciare e i preliminari… era dominate e aveva un cazzo grosso, che sapeva usare benissimo, avendo per altro una resistenza impressionante.
Alla fine risposi subito al messaggio ‘E’ sveglio Signore? Posso chiamarLa?’, sapendo che generalmente si alzava molto presto e già altre volte ci eravamo incontrati a quell’ora.
Arrivò nuovamente un Suo messaggio che mi confermava che era sveglio e potevo chiamarLo.
Dopo averlo chiamato cambiai direzione, prendendo un permesso, e mi precipitai a casa Sua.
Come se me lo sentissi, quella mattina, mi ero pulito bene, utilizzando per pulirmi l’ano come sempre il getto della doccia, un’operazione che facevo solo quando dovevo incontrarlo… che bella coincidenza.
Suonai, mi aspettava in calzoncini e maglietta… iniziammo a baciarci, toccandoci, le mani esploravano tutto…
‘Sei in calore… la solita troia sempre disponibile… basta chiamarti ed eccoti…’
Mi piaceva sentire le sue mani palparmi… ed io accarezzare il suo petto, sfilare la maglietta, succhiare i capezzoli, leccare quel corpo mentre scivolavo in ginocchio ancora nell’ingresso.
Strofinare il viso sui suoi calzoncini mentre Lui mi stringeva i capezzoli… e poi sfilarglieli.
Era già eccitato…
Leccai quel sesso enorme, iniziai a succhiarlo mentre Lui lo spingeva sempre di più in gola. Soffocavo, sbavavo strabuzzavo gli occhi.
Mi trascinò sul divano… mi inginocchiai tra le sue gambe iniziando a leccare il cazzo, le palle… fino a leccarlo dietro.
Gemeva gli piaceva, mi chiamava zoccola.
Mi chinai sotto di lui, iniziando a leccargli il culo e introducevo la lingua dentro l’ano, muovendola, mentre con la mano stringevo il suo cazzo duro e grosso… lo sentivo gemere, lo volevo, volevo quel cazzo, volevo sentirmi la sua troia, la sua cagna, la sua schiava… la sua femmina.
Ci interrompemmo… mi ordinò di andare a preparare il caffè…
Nudo andai in cucina a preparare il caffè e glielo servi in sala su un vassoio, per poi inginocchiarmi a riprendere a succhiare il suo cazzo mentre Lui faceva colazione.
Ci ribaciammo di nuovo con un gesto al tempo stesso dolce e deciso… si sdraiò sul divano, il suo cazzo dritto, che ripresi a succhiarlo. Mi fece sedere sopra di Lui facendomi impalare. Mi accovacciai su quel cazzo, la punta premeva sul mio sfintere voglioso, lo sentivo pulsare.
Stringendo il cazzo lo spinsi dentro e lentamente mi impalai tutta gemendo.
Mentre cavalcavo, in un equilibri precario a causa delle dimensioni del divano, Lui si divertiva ora a stringermi i capezzoli, ora a masturbarmi, ora a stringermi le palle….
Cavalcavo quel cazzo meraviglioso chinandomi e accostando le labbra alle sue e cercando la sua lingua.
Ancora una volta mi fermò e ci avviamo al piano di sopra, nella camera, mentre, salendo le scale, Lui frugava il mio culo.
Inizia a leccare tutto il suo corpo disteso sul letto, dai piedi fino alla testa, soffermandomi sulle cosce, sulle natiche, sul cazzo, sui capezzoli, sulle labbra…
Lo assaporavo mentre con la mano lo masturbavo…
Il suo cazzo sempre duro, voglioso, insaziabile…
Mi fece mettere a pecorina e senza esitare affondò il suo cazzo scopandomi selvaggiamente… arrivò ad uscire dal mio culo per poi affondare nuovamente la sua verga…
Urlavo, gemevo… mi masturbavo…
mi spinse supino, a pancia in giù sul letto, continuando a scoparmi senza sosta, mentre il mio cazzo duro strusciava sul lenzuolo…
Gemevo, urlavo… ‘scopami, sono la tua troia… ti voglio, sono la tua cagna, squartami… oddiooo siiii…’
Urlavo, sudavo… Lui era impetuoso, voglioso, passionale… come sempre… mi scopava senza sosta, chiedendomi quanto mi piacesse… urlandomi quanto Lui mi desiderasse.

Quasi esausto… si distese nuovamente supino… mi accoccolai vicino a lui baciandogli il petto, il collo, succhiando i capezzoli, mentre con la mano ora stringevo il suo cazzo duro, ora andavo a giocare con il suo ano…
Tintillando il suo sfintere le mia labbra si unirono alle sue, le nostre lingue si intrecciarono… e poi lentamente scivolai fino al suo cazzo riprendendo a succhiarlo…
Gemeva…
Mi accovacciai sopra di lui e vogliosa come non mai mi impalai, sentivo scendere il Suo cazzo dentro di me, e mentre cavalcavo ora dolcemente ora impetuosamente, mi ordinò di masturbarmi.
Strinsi il mio cazzo e, continuando ad impalarmi, iniziai a segarmi fino a sborrare sul suo ventre, urlando e gemendo.
Ma l’orgasmo raggiunto non mi fermò, continuai a cavalcare. Volendo essere la sua troia, la sua cagna… volendo farlo godere…
Ormai esausti, sapendo Lui che non voglio che lui venga dentro di me, né in bocca, né nel culo, mi chiese di leccarlo e di masturbarlo… finché esplose il suo orgasmo sul mio petto…
Rimanemmo immobili, baciandoci… esausti, sudati… il mio culo aperto e dolorante…
Dopo di che mi portò nella doccia, mi fece inginocchiare. Sapevo cosa mi aspettava, ne avevo vergogna e al tempo stesso desiderio.
Un getto caldo di urina colpì il mio corpo, il mio viso la mia bocca… e alla fine accostai la lingua alla sua cappella e la pulii tutta…
Ero il suo schiavo… la sua schiava…
Mi lavai… mi rivestiii… Uscimmo per prendere al bar un caffè e poi, prima di andare via, lo riaccompagnai a casa, ed entrato un attimo dentro lo baciai con passione, voglia, desiderio… accarezzando voglioso il suo cazzo…. e se il tempo non fosse stato tiranno, se il caldo non fosse stato tremendo… avremmo iniziato di nuovo.

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