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Racconti Gay

Silenzio in spogliatotio

By 25 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Lo spogliatoio &egrave immerso nel silenzio. Mi sono attardato con il massaggiatore per una botta con presunta distorsione rimediata in allenamento e i miei compagni si sono già dileguati.
Mi spoglio con calma, sentendo sul corpo il lavoro eseguito dal massaggiatore. Le sue mani che scivolano sulla mia pelle, il profumo dell’olio, il calore della stanzetta. Mentre ci ripenso sento il mio uccello inturgidirsi. Mi sparerei una sega ma prefersico attendere di essere a casa, nel mio letto, magari con un bel porno davanti e un dildo nel culo.
Mi tuffo sotto la doccia e lascio che l’acqua calda rilassi i miei muscoli tesi dallo sforzo agonistico. Non canto ad alta voce sotto la doccia, ma mi abbandono ai pensieri delle canzoni che mi piacciono e faccio poco caso al rumore della porta dello spogliatoio che si apre e si chiude. Sarà il custode che fa il suo giro di verifica.
Con mio sommo stupore il viso di Diego, nostra fresca mezzala, spunta nel locale docce.
‘Ciao,’ mi dice, ‘ti aspettavo al bar per la solita birretta”
‘Daniele mi ha tenuto sotto un sacco’ Ha voluto sistemare la caviglia.’
Diego sorride. ‘Chissà cosa avete fatto’ ahahahahahaha’
Rido anch’io. ‘Sai che vaccate…’ Daniele &egrave un omone peloso sempre burbero, che si lamenta in continuazione per le botte che prendiamo e che lui deve sistemare.
‘Peccato che tu ti sia già docciato, altrimenti mi potevi tenere compagnia più da vicino.’
Ho deciso di fare questo passo perché ho il sentore che anche a Diego piaccia il cazzo. Ho notato come scruta quelli dei compagni di squadra mentre ci si lava.
Non faccio in tempo a finire la frase che Diego getta la borsa in terra e inizia a spogliarsi. ‘Un doccia in più non ha mai fatto male.’ dice mentre si lancia sotto il mio stesso soffione.
Ha capito subito le mie intenzioni e mi afferra l’uccello con una mano. Io faccio lo stesso e lo sento crescere tra le mie dita. Mi bacia sul collo e mi masturba pian piano, con una mano mi accarezza la schiena e le natiche. Il cazzo mi tira e ho voglia di averne uno in bocca. M’accoscio e faccio sparire tutta l’asta di Diego tra le labbra. Lavoro di lingua e di testa, con una mano accompagno il movimento e con l’altra raggiungo il suo buco di culo. Al mio tocco si contrae e poi si rilassa. Diego sospira un lungo e sibilante sì. Aiutato dall’acqua affondo prima un dito e poi ne faccio seguire un altro.
‘Non sei un verginello.’ penso mentre gli lecco il retro della cappella dura. Lavoro davanti e lavoro dietro, ma non esagero perché non voglio farlo sborrare subito. Voglio una bella scopata per tutti e due.
Diego mi mette le mani sotto il mento e mi solleva. Mi bacia in bocca e lecca il suo sapore dalla mia lingua. Poi mi fa girare con le mani appoggiate al muro della doccia e si accoccola dietro di me. Si tuffa con la lingua tra le mie natiche e con una mano afferra il mio uccello duro. Lecca e sega, sega e lecca. Dal buco del culo fino alle palle.
‘Fottimi.’ gli chiedo. ‘Voglio il tuo cazzo dentro di me.’
Diego si stacca da me e dirige la sua verga verso il mio buco di culo, quando sento la cappella appoggiarsi rilasso i muscoli e lo accolgo. Gemo al sentire la sua asta penetrarmi. Anche Diego ansima iniziando a stantuffare con lenta profondità.
Porto una mano al cazzo, voglio segarmi mentre Diego mi scopa, ma lui, vedendo il movimento, mi anticipa e inizia a menarmelo al ritmo che imprime alla chiavata.
‘Hai un culo divino.’ mi dice senza fermarsi.
‘&egrave il tuo cazzo che lo rende perfetto.’ rispondo in preda al delirio sessuale. ‘Me lo sento tutto dentro.’
Pompa da dietro e mi bacia il collo. Io gemo e godo, lui ansima di piacere nelle mie orecchie. Me le lecca. L’acqua calda ci culla.
‘Sto per venire.’ mi dice. ‘Mi stai facendo impazzire. Ma voglio il tuo sperma in bocca. Non gettarlo al vento.’ Stacca la mano dal mio cazzo e mi stringe i fianchi per affondare di più dentro di me.
Se fossimo a casa, a letto o sul divano, avremmo potuto concludere in un bel 69 ma qui non &egrave il caso si sdraiarsi per terra. Diego aumenta il ritmo. Il suo respiro si fa più affannoso, i suoi colpi più decisi. Sento che &egrave pronto a inondarmi del suo caldo nettare.
‘Vieni mio toro.’ gli dico. ‘Riempimi il culo col tuo sperma.’
Lui non se lo fa ripetere. Mi stringe le mani sui fianchi e, con un grido di vittoria, lancia i suoi fiotti dentro di me. Mi concentro per non venire dal tremendo piacere che provo e godo solo di culo.
Diego appoggia il suo petto alla mia schiena e si muove contro di me. Il suo cazzo mi pulsa nel retto ma sento che si sta già ritirando. Mi dà l’ultima leccata all’orecchio e poi si accoscia.
Mi fa girare e ingoia il mio uccello dritto. Con le mani raggiunge il mio culo, ancora largo per il suo bel cazzone e pieno del suo seme, e ci affonda le dita. Una sensazione divinamente lussuriosa.
Lui muove la testa avanti e indietro e io inizio a scopargli la bocca. Lecca e succhia, con le dita che girano nel mio culo. Non ho più molta resistenza, troppa eccitazione mi ha portato vicino al baratro del godimento e la bocca di Diego &egrave fantasticamente calda. Sento la cappella gonfiarsi e le palle tendersi. La tensione dell’orgasmo inizia a correre dentro di me, raggiunge l’uccello. Vorrei continuare all’infinito ma una copiosa sborrata esplode tra le labbra di Diego che faticano a contenere la mia fontana di piacere.
Lui non smette di succhiarmi e leccarmi e io vedo le stelle del deliquio.
Il caldo della doccia, la fatica degli allenamenti e quella della scopata mi fanno tremare le ginocchia. Anche Diego sembra essere nella mia stessa situazione. Si tiene alle mie gambe per non finire in terra.
Mi guarda e sorride.
‘Speriamo che abbia bisogno del massaggiatore anche la prossima volta.

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