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Racconti Gay

stanza di albergo

By 16 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Al suo passaggio un odore acre di maschio appena rasato aveva riempito l’aria dello stretto corridoio, causando un certo indefinito vuoto nel mio stomaco, simile ad un attacco di fame improvviso ma proveniente da un languore di natura diversa.
Il rumore secco che produceva il tacco delle sue scarpe sul pavimento diveniva, nella mia testa, la scia di schiuma bianca lasciata dal passaggio di una meravigliosa nave; la sentivo solcare il mare mosso della mia sessualità confusa e inebetito seguivo quella striscia di schiuma bianca, promessa di piaceri proibiti.
Lei, la scia, rimaneva visibile il tempo strettamente necessario affinchè io potessi seguirne la direzione.
Girato l’angolo del corridoio una porta aperta, stanza 69, la classica ironia della sorte.

Lui era seduto sul divanetto posto ai piedi del letto, davanti alla televisione.
Mi aspettava, era senza giacca, con la camicia bianca aperta sul torace abbronzato e peloso, da sportivo.
La stanza era identica alla mia, solo speculare e con il letto disposto i modo leggermente diverso. Una valigia chiusa era messa di taglio accanto all’armadio, simbolo perpetuo e precario del viaggiatore di passaggio.
La televisione era accesa su di un canale di notizie 24 ore su 24.
Mi invitò a sedermi e mi fece vedere con soddisfazione la ragazza mora sullo schermo che stava dando notizie di politica internazionale in inglese.
Fece un commento sulla sua bocca, qualcosa che aveva a che fare con l sue potenziali capacità di succhiare cazzi; non capìì, ero frastornato e confuso ma sorrisi lo stesso e dissi qualcosa che dimenticai immediatamente dopo averlo pronunciato le parole.

– ‘. ho visto di meglio, comunque ‘ guarda che tette, ti piace?
– Cazzo se mi piace ‘ non ci penserei due volte
Risposi. Mi ero seduto sul divano accanto a lui, con lo sguardo rivolto verso la televisione.
– E lui ti piace?
Disse alludendo al collega giornalista della ragazza mora, un biondino giovane palestato.
– Io partirei con il biondo, poi mi farei la ragazza .. anzi mentre mi succhio il biondo me lo farei prendere in bocca dalla mora e poi ‘

Ridemmo tutti e due. Io l’avevo duro ma avevo paura di quello che stava per succedere.
Lui mi appoggio la mano sulla coscia e mi chiese:

– Mi trovi bello?

Sentivo la sua mano su di me come un intenso ed ammaliante, pornografico invito alla lussuria.
Qualsiasi cosa avesse fatto o detto in quel momento, anche la più rozza e la più volgare, non mi avrebbe fatto spostare di un millimetro, avrei continuato a stare al suo gioco. Ero completamente nelle sue mani.
Non avrei mai pensato la sera prima, quando accettai la conversazione di questo sconosciuto al bar dell’albergo, che la mattina dopo mi sarei ritrovato in questa situazione.

– Bhe ‘ sei un bel ragazzo, non posso negarlo, hai un certo fascino ‘
– Le donne impazziscono per me non ho mai avuto problemi a fare sesso con le donne, ma con gli uomini è diverso ‘

Le sue parole mi provocarono una scossa elettrica simile ad un’onda che mi è partita dal cervello, è esplosa in tutto il corpo, ed è ritornata nella testa.
lui era ancora seduto accanto a me, ed io ero impietrito; sentivo il suo sguardo addosso esplicito ed osceno come la proposta che mi stava facendo.
Non ero mai stato con un uomo ed ero ancora sorpreso nel ritrovarmi in una situazione del genere e, cosa ancor più sorprendente, a non voler andar via.
‘ti và di bere qualcosa? Guarda nel frigo bar se c’è qualcosa che ti interessa..per me una vodka grazie’
Mi alzai e raggiunsi il frigo bar accanto alla televisione ansimante. Mi chinai ad aprire lo sportello, presi vodka e wiskie e mi rialzai. Sentii la sua mano sulla spalla e poi e le sue labbra appoggiarsi leggere al mio orecchio. Sentii sua mano scivolare giù dalla mia spalla e sfiorare voluttuosa con un dito tutta la schiena, fino a fermarsi decisa sul mio sedere. Sentivo il suo respiro nel mio orecchio:
‘ti voglio scopare ed a che tu lo vuoi ‘ lo so telo leggo negli occhi’

Disse, sottovoce, stringendo la mia chiappa a mano aperta con un tono che mi fece venire un brivido caldo su tutto il corpo. In un secondo realizzai, che volevo essere posseduto da quell’uomo.
Velocissimo, con la mano mi aprì la zip dei pantaloni e poi la cintura e in men che non si dica i miei vestiti erano sul pavimento ai miei piedi.
Lui si era tolto la camicia ed il suo magnifico torace era appoggiato aderente alla mia schiena mentre con la mano mi stringeva il pene duro da sopra gli slip.
Sentivo il suo sesso teso premere sulla mia schiena e le sue mani calde sul mio pube cariche di desiderio, sentivo la sua bocca baciarmi le spalle ed il collo e le mie gambe tremare e cedere. Ero folle di desiderio, mi girai e ricevetti la sua bocca sulla mia, la sua lingua dentro la mia bocca, le sue mani forti sul mio sedere, mi stringeva forte a se mente mi baciava e con le mani strizzava i miei glutei con forza.
Non avevo bevuto e non stavo dormendo, quindi era tutto vero. Liberò la mia bocca dalla morsa voluttuosa della sua e mi tolse gli slip facendo svettare il mio sesso tesissimo. Mentre mi liberava dagli slip appoggiai le mie mani al suo bel petto possente e peloso ed ansimai senza accorgermene.

“Non opporre resistenza, è inutile.” Disse sorridendo, ed in quel momento, in quel preciso istante, quelle parole erano pura Verità.
Si staccò da me, prendendomi una mano. Lo seguii inebetito verso il letto dove mi disse di sdraiarmi.
Lo feci, mi sdraiai pancia in su e rimasi a guardarlo come una ragazza del liceo alla sua prima volta.
Lui si mise esattamente ai piedi del letto, si sfilò le scarpe con i piedi, poi si tolse i pantaloni e gli slip, senza mai togliermi gli occhi di dosso.
Aveva un corpo bellissimo, la pelle scura ed abbronzata, pochi peli su petto e sulle braccia, il fisico possente ed atletico ed uno splendido cazzo, abbastanza lungo, abbastanza largo, abbastanza venoso e con una splendida cappella liscia e larga. Sembrava un bronzo di Riace moro e mediterraneo.
Fece qualche passo avanti, verso il letto, salendoci sopra in piedi, camminando sul materasso e venendosi a sedere sopra di me, all’altezza del pube. Il suo cazzo, non ancora completamente rigido era appoggiato sulla mia pancia ed calore che le trasmetteva mi dava un senso di subbuglio allo stomaco simile ad un mare in tempesta.
Si accovacciò su di me e mi dette un bacio sulla bocca come se stesse mordendo una grossa e succosa mela.
Mi piaceva il suo sapore dentro me, la sua lingua si muoveva con forza sconvolgendo la mia bocca e preannunciava ben altre profonde e vigorose penetrazioni.
Quindi si interruppe alzandosi di nuovo a sedere e guardandomi dall’alto, sorridente, prese le mie mani e le appoggio al suo pene caldo, liscio ed ormai perfettamente rigido.
Con l’adrenalina a mille iniziai, istintivamente a muovere le mani in su ed in giù, masturbandolo lentamente e delicatamente. Lui chiuse per attimo gli occhi e quando smisi di masturbarlo e feci scivolare delicatamente le mie mani sui suoi fianchi si lascò cadere in parte a me su letto.
Gli fui subito sopra, baciandogli e leccandogli prima la pancia, poi l’interno coscia con tutto il calore e la passione che provavo in quel momento.
Presi il suo cazzo con la mano facendo una cravatta con il pollice e l’indice proprio sotto il glande e strinsi. Vidi la cappella diventare paonazza e grande. Rimasi a guardarla per un po’ in ginocchio davanti a lui, poi lasciai la presa ed inizia a giocarci: sfiorai la cappella con la lingua, baciai e succhia con passione l’asta partendo dalla base e salendo su, giocai con lo scroto trattenendolo fra i denti e tirando piano, leccai la parte di pelle tra scroto ed ano con la punta della lingua e poi presi in bocca i testicoli e succhiai. Tutto questo fu fatto con calma e lentezza e con delicatezza estrema. Lui gemeva, godeva impazziva, era bello come un dio greco ed io mi sentivo più femmina che mai con il suo cazzo in bocca, ma tutto questo non mi bastava, volevo di più.
Inondai di saliva la sua cappella e la presi in bocca. Succhiavo e muovevo la testa con movimenti decisi, tenendo fermo il cazzo alla base, con la mano, talvolta rompevo il ritmo veloce rallentando mentre salivo con la testa soffermandomi sulla cappella, poi ripartivo.
Non riuscivo a crede che lo stavo facendo, era come se mi vedessi da fuori, con la bocca piena del suo cazzo succhiare frenetico come un’attrice da film porno. Non ero io eppure, allo stesso tempo, mi piaceva, mi piaceva da morire.
Sentivo di avere un potere incredibile in quel momento, il potere che ha un essere che, con un movimento, con una parola con il suo stesso corpo può dare piacere al maschio.
Lui ansimando mi disse che ero proprio una gran puttana, un finocchio succhia cazzi e che ero anche bravo a farlo. Mi disse anche che mi stavo meritando la sua sborra. Quindi mi fermò.
Quello che dovevo fare era sdraiarmi a pancia in giù sul letto.
Lui mi tirò su il bacino con la mano, infilando un cuscino sotto la mia pancia. Il mio pene duro mi rendeva la posizione scomoda, quindi assunsi la tipica posizione alla pecorina appongiandomi sui gomiti.
Completamente in balia del mio amante mi disposi a ricevere l’impeto del suo desiderio silenzioso e docile come una antica donna orientale.
La sua lingua lentamente accarezzò l’incavo della mia schiena inumidendolo. Si soffermò sui glutei schiaffeggiandoli leggermente con la mano, la lingua poi scese lentamente verso l’ano massaggiandolo con un movimento ritmico e circolare, che mi provocò un piacere indefinibile e sottile. La lingua gradualmente arretrò lasciando il posto al suo dito.
Sentii il dito entrare e mi sorpresi pieno di voglia di sentirlo affondare. Accompagnai con eloquenti movimenti del mio bacino l’ingresso del dito gemendo dal piacere.

‘Stai fermo’ mi ordinò la sua voce severa. Obbedii.

Il suo dito stava cercando qualcosa. Lo sentivo muoversi dentro dapprima con un movimento rotatorio che poi divenne una leggera pressione costante e poi discontinua. Sembrava che studiasse con attenzione le mie reazioni alle sue stimolazioni per capire cosa mi desse più piacere. Sentii le dita diventare due e le sentivo che allargarsi dentro di me. L’intento era chiaramente preparatorio.

Estrasse infine le dita e prese dei preservativi ed un tubetto di una crema. Allora capii, ebbi un po’ paura, anzi ero impaurito ed eccitato allo stesso tempo.
Intanto sentivo lui da dietro che mi toccava delicatamente l’ano con il dito, circuendolo e premendo leggermente senza penetrare. Era una bella sensazione e nonostante il mio pene non fosse più in erezione provavo una sensazione di piacere, un vero e proprio godimento. Senza neanche rendermene conto avevo ricevuto il suo dito nel culo e adesso stavo per ricevere il mio uomo con tutto il suo desiderio dritto nel mio ventre per completare il nostro osceno amplesso pervertito.
Sentii il glande che si appoggiava al mio ano e iniziava lentamente a spingere. Sentivo entrare qualcosa che mi sembrava enorme, troppo grande per il mio ano, poi si fermava e lentamente l’intruso mi sembrava meno ingombrante, allora iniziava di nuovo a spingere ed affondava di un altro pezzetto e tutto ricominciava.
Ad un certo punto iniziò a farmi troppo male, non capivo di quanto fosse penetrato ma mi sembrava tantissimo. Dissi che mi faceva male e lui tornò un poco alla volta indietro, provocandomi una sensazione piacevole di svuotamento. Aspettò alcuni istanti e lo infilò di nuovo. Questa volta entrò meglio. Dovetti farglielo togliere altre due volte poi, improvvisamente, sentì il glande affondare in modo dolce ed indolore fino in fondo. A questo punto lo estrasse tutto e lo infilò di nuovo. Ed iniziò a scoparmi.
All’inizio non lo trovai piacevole ma dopo poco iniziai ad aver voglia di masturbarmi.
Lo feci ma venni dopo pochi colpi con il cazzo non ancora perfettamente eretto.
Scosso dalle sue poderose spinte continuai ad essere preda di quel singolare groviglio indissolubile di piacere e dolore per altri quindici minuti prima di ricevere sulla schiena il suo seme.
Lo sentii uscire e poi fiotti caldi iniziarono a saettarmi la schiena. Mi stava sborrando addosso, ero letteralmente pieno.
Avevo aspettato paziente quella calda e densa ricompensa guardando il disegno sulle mattonelle del pavimento, stringendo i denti quando il dolore aveva il sopravvento e gemendo quando riuscivo a gustare il piacere femminile di essere dominato e posseduto ed ora stavo il seme del mio amante bagnava la mia schiena, le mie natiche, le mie gambe.
Ci buttammo sul letto uno accanto all’altro. Ci baciammo, ed in breve fui di nuovo duro. Lui, delicatamente lo prese in bocca.
Ci amammo di nuovo, questa volta guardandoci in faccia. Questa volta provai meno dolore e l’amplesso fu più intenso. Bevvi dello sperma di quell’uomo bellissimo e poi mi lasciai andar ad un sonno profondo e senza sogni.

Al mio risveglio ero solo su di un letto sfatto con lo sperma secco sulla mia pelle che mi tirava ad ogni movimento.
In bagno il rumore della doccia, il bocca il sapore di un uomo.
Entrai in bagno e mi resi conto che stavo sculettando in modo femminile. La cosa mi divertiì.
Mi infilai dentro la doccia, pieno di voglia ed in cerca di conferme.
Mi piacevano le mani di quell’uomo così bello e mi piaceva sentirle mentre stringevano i miei glutei.

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