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Racconti Gay

Un mese di riposo 13

By 18 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Era felice. Era felice e soddisfatto di sé. Aveva ricominciato a studiare con passione e dedizione e tutte le esperienze vissute nel mese di riposo gli davano la consapevolezza che avrebbe potuto divertirsi in molti modi. Era venerdì, poco prima di pranzo e stava tornando a casa dopo le lezioni quando il cellulare squillò ed apparve il numero di Luca “ciao culorotto, sei sparito?!!! saranno almeno due settimane che non ti fai né vedere né sentire!!” “ciao figone! Ho ricominciato a studiare..” “ti vengo a prendere subito, devi conoscere un amico, non rompere i coglioni, ok, devi conoscerlo! Dove sei??” “ma Luca…” Matteo oppose una debolissima resistenza ma il suo cazzo già spingeva con forza dentro ai jeans. Chissà cosa aveva in mente Luca?? Dopo solo 15 minuti era già seduto nell’auto di Luca che gli appariva più bello che mai con la polo bianca, il colletto aperto dal quale spuntavano invitanti i peli neri del petto e le braccia massicce che afferravano il volante. “dove andiamo?” “da un amico, un cliente del negozio di Carlo. Ha visto le tue foto, i tuoi filmati e vuole divertirsi un po’.” Matteo era eccitato, Luca gli strinse il cazzo attraverso i pantaloni e rise “sei sempre una troia! Basta parlare di farti sfondare che ti ecciti subito” e fermò l’auto un un piccolo spazio della strada “succhiami il cazzo, dai, ho voglia di sborrati in bocca” Matteo ingoiò subito il cazzone di Luca, poi salì con la lingua sulla cappella facendolo gemere per qualche minuto ma poi con la testa mossa dalle mani di Luca in poco tempo si sentì riempire la bocca di seme. “ahhh mi ci voleva proprio, bravo il mio ragazzo…” e ripartirono. Ancora 15 minuti ed arrivarono davanti ad un cancello di ferro di una casa isolata. Li accolse Roberto, Roby per gli amici: un bell’uomo di poco più di quarant’anni, un metro ed ottanta, brizzolato…un gran bel maschio.

“Ecco la troia che volevi, spero che sia di tuo gradimento…” “ E’ ancora meglio dal vivo che dai filmati” “Bene, ragazzo sei a sua disposizione, torno a prenderti stasera” Matteo restò zitto, nessuno lo aveva interpellato, ed il ruolo di oggetto lo eccitava molto. Seguì Roby attraverso il prato e si fermarono dietro casa. “Spogliati che voglio iniziare subito” Matteo eseguì l’ordine. Il suo cazzo restava semi-eretto,  era un poco preoccupato  ma sapeva di poter farsi fare di tutto, aveva già fatto di tutto. Roby lo ispezionò con cura, lo fece mettere a novanta con le mani appoggiate ad un tavolo e gli allargò le natiche infilando un suo grosso dito di colpo appena un poco bagnato di saliva. “Devo pulirti, non ti muovere” e Matteo non si mosse… Roby gli sputò sul buco un paio di volte poi inserì la canna dell’acqua che usava per innaffiare il giardino che era dotata del tipico diffusore per regolare il getto. L’acqua era fredda e Matteo si sentì raggelare. Il getto era un po’ troppo forte ed il suo intestino si dilatò velocemente causandogli un poco di dolore. Roby estrasse il tubo ed un getto potente uscì dal suo culo. “ancora, dobbiamo farlo ancora” gli disse ed inserì nuovamente il tubo. Sembrava divertito di questa operazione che ripeté 5 volte, poi lo fece mettere a carponi sul prato e ricominciò a riempirlo d’acqua lasciando sempre il tubo inserito mentre l’acqua in eccesso usciva da sola. Matteo si sentiva tropo pieno, fino allo stomaco ma il suo cazzo restava duro. Poi il gioco finì. “svuotati per bene che iniziamo a divertirci sul serio” Si accovacciò sull’erba e spingendo si liberò completamente. Roby lo fece mettere di nuovo a carponi su un materassino, gli unse il buco con dell’olio ed iniziò a rovistargli il culo con due dita che divennero tre, quattro e poi riuscì ad infilare tutta la mano. Matteo gemeva e godeva felice di essere di nuovo in una situazione del genere. Si appoggiò sui gomiti ed inarcò la schiena offrendo il culo al suo amico. Dopo mezz’ora il buco era bello largo e viscido di umori che colavano abbondanti e restava aperto. “Ho visto dai filmati che sei sfondato. Io non ho gli oggetti che vende Carlo ma mi sono attrezzato e ti apro per bene, stanne certo. Qui siamo in campagna, proverai i ‘piaceri dell’orto’ Sei bello e molto troia: mi ecciti” ed iniziò ad infilargli in culo una carota, poi una seconda, la terza e così via. Alla decima Matteo iniziò a gemere rumorosamente “non sentirai mica del male vero? E guarda che non abbiamo finito, apri sto culo e lasciami giocare in pace” altro olio ed un’altra carota, poi la dodicesima fino ad arrivare a quindici. Matteo iniziò ad implorare di smettere ma non si muoveva dalla posizione. “ok, ok basta abbiamo finito. Resta fermo e tienile dentro che ti devi aprire per bene”. Si mise in ginocchio davanti alla sua faccia e gli infilò il cazzo in bocca. Era grosso: lungo a largo e Matteo lo succhiò con grande maestria, poi Roby gli tenne ferma la testa e gli scopò la gola fino a sborrargli in bocca e continuò a muoversi ancora un po’. Ingoiò tutto come al solito e con la lingua gli ripulì per bene il cazzo. Il suo culo si era abituato alla tensione e non sentiva più dolore. Sedici…diciassette….diciotto…..era bello e ridicolo allo stesso tempo: il suo buco larghissimo era eccitante ma le carote gli conferivano un aspetto comico. Con la stessa lentezza con cui le aveva inserite le tolse osservando compiaciuto ed eccitatissimo l’ano restare oscenamente aperto. Lo inculò di colpo scopandolo con tutta la forza che la libidine gli dava. Matteo quasi non sentiva il cazzo muoversi da quanto era largo ma godette ugualmente sentendosi montato con tanta forza. Uscì da lui intimandogli di non muoversi. Il secondo ‘piacere dell’orto’ sarebbe stata una serie e melanzane, lisce ma soprattutto larghe. Gli unse ancora il culo ed infilò la prima, la più piccola che tuttavia si fece sentire bene stirando nuovamente i muscoli anali che, appena Roby cessò di tenerla ferma con le mani, con una naturale contrazione la spinsero fuori. Questo nuovo gioco venne ripetuto alcune volte per poi passare ad una più larga e poi alla terza davvero enorme. Quest’ultima proprio non voleva entrare. Matteo gemeva e cercava di rilassare i muscoli il più possibile ma anche il suo culo aveva dei limiti. Che però vennero superati. Roby lo fistò con forza inserendo la mano con velocità e poi di colpo spinse la melanzana che con un urlo di Matteo gli sparì in culo. Si sentiva spaccare in due, una sensazione che ben conosceva e che aveva provato ma stavolta gli sembrava più intensa del solito. “resta fermo così, devi lasciare che il culo si abitui” “mi fa male, è troppo grande…” “niente è troppo grande per il tuo culo! Se ti lamenti già adesso cosa dirai quando arrivano i miei amici?” e spinse ancora un poco per farla entrare completamente. Lo fece mettere seduto sull’erba per tenerla forzatamente dentro. Matteo aveva il viso contratto per lo sforzo ma il suo cazzo costantemente duro non dava dubbi sul suo piacere. Roby fece due telefonate e dopo mezz’ora due uomini arrivarono in giardino. Avranno avuto circa cinquant’anni ed erano belli massicci. “che ci fa la troia seduta a terra?” “si sta preparando il culo per voi” quando lo fecero alzare e la melanzana gli uscì dal culo con una cascata di umori i tre scoppiarono a ridere. Una voragine, non un buco di culo ma una vera e propria voragine. I due si spogliarono: entrambi abbronzati, pelosi e con i cazzi in erezione belli grossi. Gli infilarono entrambi tre dita in culo rovistando energicamente per poi fargli leccare i propri umori. “Cazzo se è calda sta troia” osservò Antonio sentendo mugulare di piacere Matteo mentre gli scavavano l’intestino. E lo inculò di colpo mentre Ugo gli infilava il cazzo in bocca. Si alternarono spingendo con tutte le loro forze. Antonio si coricò su materassino facendosi sedere sopra Matteo che lo cavalcò con esuberanza. Ugo si avvicinò da dietro ed infilò anche lui in cazzo dentro a Matteo che ebbe un nuovo orgasmo. I due si muovevano con violenza pensando solo al proprio piacere e Matteo si contorceva e gemeva senza sosta. Dopo la prima sborrata la situazione sembrava calmarsi un po’. Antonio di sedette su una panca e fecero coricare Matteo sulle sua gambe. In tre minuti la grosse mani di Antonio avevano reso la natiche di Matteo un bel rosso intenso. “adoro sculacciare le puttanelle come te, sai ragazzo?”  Ugo gli infilava con decisione tre-quattro dita in culo per mantenerlo in allenamento, disse. Il cazzo di Matteo non accennava ed ammosciarsi dando a tutti l’incentivo a continuare. Di nuovo a pecora a terra per farsi fistare da Antonio ed Ugo che infilavano le mani ed un pezzo del braccio alternandosi mentre Roby aveva il cazzo sempre nella sua bocca. Dopo tre ora dal suo arrivo Matteo era a pezzi ma la giornata sarebbe stata ancora lunga. Si rinfrescarono tutti con la canna dell’acqua e si fecero succhiare ancora i cazzi. Matteo restava in attesa. Antonio  volle vedere le condizioni del suo buco per decidere se fosse stato in grado di proseguire. “perché non proviamo anche con lui il gioco del culo indemoniato? Che ne dite?” “ottima idea, Ugo! Questa puttanella deve avere un bel ricordo di noi così ci chiederà di tornare!” e risero compiaciuti. Gli legarono le mani insieme e, dopo avergli fatto piegare le braccia, fecero passare la corda attorno al suo torace bloccandogliele all’altezza del petto. In questo modo Matteo non poteva toccare nessuna parte del proprio corpo. Intuì senza fatica che i tre si sarebbero concentrati sul suo culo e magari sul suo cazzo. Così legato lo fecero appoggiare con il petto su di un tavolo con le gambe aperte al massimo e mentre Antonio e Roby gli tenevano allargate il più possibile le natiche Ugo con un paio di guanti gli fece scorrere tutt’attorno all’ano e spingendole anche dentro per alcuni centimetri qualche foglia di ortica: in due minuti si sentiva andare a fuoco ed aveva un fortissimo desiderio di grattarsi per avere un po di sollievo: ecco in cosa consisteva il gioco del “culo indemoniato” provocare un prurito tale da farlo implorare di essere scopato nel vano tentativo di sentire un po’ di sollievo mentre lo sfregamento che dava un momentaneo sollievo avrebbe irritato ancora di più il suo culo aumentando il bruciore/prurito. Matteo urlò quando  i primi effetti delle ortiche si fecero sentire e lasciato libero cercava ogni posto contro cui sfregarsi. La cosa era ridicola e di tre amici risero a crepapelle, per poi prenderlo ed iniziare a strofinargli il buco con le dita e scopandolo ancora tutti insieme, usando stavolta un preservativo, mentre lo sentivano implorare di infilargli in culo qualcosa, una cosa qualsiasi che alleviasse il prurito che invece aumentava…. coricato sulla schiena, non potendo utilizzare le braccia, mentre in due gli tenevano allargate le gambe il terzo, a rotazione, lo fistava, gli pizzicava l’ano, gli scopava il buco con il cazzo o con qualche oggetto che capitava sottomano: le bottigliette di birra, di nuovo con le carote mosse a tutta velocità e poi ancora le melanzane che ormai entravano senza fatica. Alle sette di sera Matteo era davvero a pezzi. Lo slegarono e lo fecero sedere in una bacinella piena di acqua fredda mentre dovette ancora una volta succhiare i tre cazzi. Quando Luca arrivò a prenderlo era di nuovo vestito ma messo a novanta con il culo nudo a prendere aria mentre i tre amici si rilassavano in giardino. “Com’è andata? Sei stato bravo?” “Devastante, è stato devastante. Voglio tornarci assolutamente…” Roby e gli altri salutarono Luca mentre a Matteo venne riservata un’ultima pacca sul culo. 

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