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Racconti Gay

Un mese di riposo 14

By 18 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Tre giorni di pomata al cortisone ed il culo di Matteo tornò alla normalità. Luca si era preoccupato quando lo aveva visto, sembrava ustionato ma era stato tranquillizzato e la costante erezione di Matteo mentre gli raccontava i dettagli dell’accaduto ne era un segno evidente. Mercoledì mattina, appena finite le lezioni gli apparve un nuovo messaggio di Luca sul cellulare “come stai? Tutto bene? La pomata fa effetto? Chiamami…” Nel primo pomeriggio Luca arrivò puntuale a casa sua ed ancora le solite domande. “sto bene, sto bene, tranquillo, è tutto passato…” Luca lo guardò intensamente e lo baciò con passione “ero preoccupato…hanno esagerato stavolta…” e lo baciò ancora. Matteo lo ricambiò con trasporto. “mi hanno sfondato alla grande, ho sentito male ma sai che mi piace essere usato in quel modo”  Si ritrovarono nudi in cinque minuti, stesi sul letto con Luca che lo baciava e laccava ovunque inserendogli la lingua dentro al culo con dolcezza e forza allo stesso tempo, poi un dito, poi il secondo ma poi ancora uno soltanto mentre la sua bocca restava incollata alle natiche o alla base della schiena. Matteo gemeva forte, era super eccitato. Luca lo girò  e sì coricò sopra di lui facendogli piegare le braccia sopra la testa, le mani nelle mani con le dita intrecciate e le bocche unite spasmodicamente. Matteo sentiva il grosso cazzo di Luca contro il suo e sulla pancia. Allargò le gambe e gli cinse la vita con esse, Luca si spostò e senza usare le mani appoggiò la cappella sul culo di Metto ed il suo buco già fradicio di saliva ed umori lo risucchiò subito fino in fondo. Luca si mosse piano, in profondità continuando a tenete la lingua nella sua bocca, poi aumentò il ritmo ma non cambiarono posizione fino a quando con colpi più decisi gli sborrò dentro. Era stato bellissimo e dolcissimo, poteva quasi sembrare amore, non solo sesso. “Volevo questo stasera da te, sei il più grande culorotto che conosca e sei bello e mi fai godere tanto…mi piaci molto.. per essere perfetto devi saper essere la più porca delle troie in calore ed anche un tenero amante…” “farò tutto quello che vorrai Luca, non hai che da chiedere e lo faccio…” ed un nuovo bacio suggellò il loro patto. Luca si alzò e Matteo si posizionò a pecora “scopami ancora Luca, scopami ancora….” implorando il suo amante. Gli sembrava ogni volta più bello e maschio, muscoloso, pelosissimo, forte e deciso e con un sorriso ed uno sguardo da irresistibile bastardo. “ecco il tuo lato porco che mi fa impazzire, adesso ti sfondo il culo per bene!” e lo allargò con le dita facendo entrare in poco tempo tutta la mano per stimolargli la prostata e vederlo contorcersi di autentico piacere facendogli raggiungere tre orgasmi anali mentre il suo cazzo non smetteva mai di colare sborra. La toglieva e reinseriva di continuo per poi aprire e chiudere il pugno al suo interno. Lo scopò ancora sia in culo che in bocca dove il sul cazzo XL spariva con sorprendete velocità. Si addormentarono si svegliarono verso le 18. “Ora preparati che hai un appuntamento stasera” “cosa dobbiamo fare?” “devi incontrare un cliente del negozio di Carlo, ti vuole per  tutta la notte, io resterò con te, è fuori città” Matteo sapeva cosa significavano le parole ‘preparati’ pertanto in bagno si lavò molto profondamente e tagliò cortissimi i peli del pube. Quando alle 20,00 entrarono nella villetta Matteo si ricordò dell’uomo che aveva difronte: lo aveva scopato in modo violento una sera nel negozio di Carlo, la sera in cui per la prima volta si era fatto fistare fino al gomito da Luca, sì, si ricordava bene di Piero… ma non era solo stavolta: dietro di lui arrivò un ragazzo giovane, avrà avuto al massimo la stessa età di Matteo; indossava un solo paio di jeans e metteva in mostra un fisico abbastanza scolpito con una lieve peluria bionda.. “Venite, ci mettiamo di là” disse Piero. La camera in fianco sembrava la dependance del negozio di Carlo: era attrezzata con ogni tipo di oggetto ed al centro una sling. Metto venne fatto spogliare e posizionare sulla sling: le sue caviglie ed i suoi polsi vennero fissati alle catene che la reggevano. Immobile con le gambe larghe, il bacino nel vuoto ed il culo oscenamente in vista era pronto ad una nuova avventura. Luca dovette restare nell’altra stanza ad aspettare. Il ragazzo, Alberto, seguiva i consigli di Piero, a Matteo non venne rivolta la parola per tutto il tempo se non qualche domanda di tanto in tanto. Alberto iniziò lubrificandogli il culo abbondantemente fuori e dentro e poi inserì le dita e pian piano tutta la mano. “ecco così, adesso ruotala, falla uscire e poi subito dentro di nuovo, così, spingi più forte non devi accarezzarla la troia, devi aprirla in due!” ed Alberto eseguiva cercando di mettere in pratica alla lettera le indicazioni di Piero.  Matteo cercava a modo suo di collaborare rilassando il più possibile i muscoli anali ben sapendo che la notte sarebbe stata molto intensa per il suo culo. Alberto imparava in fretta, usava tanto lubrificante e spingeva con forza provocandogli numerosi orgasmi anali e stimolandogli la prostata gli manteneva il cazzo costantemente duro. Poi Alberto decise di fare a modo suo  e di sperimentare da solo mentre Piero iniziò a scopare selvaggiamente un altro ragazzo entrato in stanza già nudo da un’altra porta e posizionatosi subito a pecora su un materasso messo a terra. Lo lasciò stare per un solo minuto, il tempo necessario per scegliere dallo scaffale l’oggetto che gli avrebbe infilato in culo. Arrivò con un plug ad espansione dotato di pompetta. “Questo ti farà diventare il culo enorme” aggiunse lubrificante, infilò il plug che era già molto largo nella forma ‘base’ e lo fissò al bacino di Matteo con le apposite cinghiette. Mise un bavaglio sulla bocca di Matteo guardandolo fisso negli occhi “così il tuo amico di là non sente se urli, giusto? Non dobbiamo mica spaventalo, no?” e Matteo ebbe paura. Iniziò a pompare aria nel plug che si gonfiava velocemente tendendogli lo sfintere molto più del fist di poco prima. Alberto gli accarezzava l’ano con le dita e pompava aria, dava una decina di pompate e poi smetteva per qualche istante. Matteo gemeva sommessamente ma per il momento la situazione non era ancora sfuggita di mano. Alberto gli strinse i testicoli energicamente causandogli molto dolore ma provocando uno scatto del suo cazzo. Unse una bacchetta metallica e la inserì nell’uretra palpandogli il cazzo mentre lentamente la faceva arrivare alla base del cazzo. Una sensazione mai provata per Matteo: fastidio più che dolore ma iniziò a sentire bruciare quando Alberto la mosse dentro e fuori in una sorta di fist al suo cazzo. Legato, con un plug enorme in culo ed il cazzo martoriato: era una nuova esperienza molto forte per Matteo. Gli lasciò la bacchetta dentro al cazzo e ricominciò a pompare aria nel plug. I muscoli anali erano tesi allo stremo e Matteo ebbe davvero paura che stavolta non avrebbe sopportato questa dilatazione. Alberto osservava solo in so culo, non lo aveva più guardato in faccia mentre era intento a cercare di inserire un dito oltre al plug, forse per saggiare le residue possibilità di dilatazione. Ancora aria e poi fermo, ancora aria e poi fermo….. un istante prima che la sua paura si trasformasse in panico Alberto iniziò a sgonfiarlo, e lo tolse completamente osservando compiaciuto il buco restare aperto. Poi lo inserì di nuovo e ricominciò a pompare aria per gonfiarlo velocemente contando i getti d’aria che faceva entrare e quando raggiunse il numero precedente guardò Matteo e gli disse “Proviamo a fare entrare ancora un po’, ok?” ma ovviamente non attese la risposta di Matteo che comunque con il bavaglio non gli avrebbe potuto dare. Quindi lo gonfiò ancora un poco e poi fece uscire tutta l’aria e poi di nuovo gonfiò aumentando ogni volta il numero dei getti d’aria. Ripeté questa operazione una decina di volte e quando lo estrasse l’ultima volta il culo di Matteo restava incredibilmente aperto. Gli tolse anche la bacchetta di metallo dal cazzo di colpo facendolo sussultare. Si posizionò nuovamente tra le sua gambe ed inserì la mano dentro di lui con il palmo rivolto verso l’alto ed iniziò ad aprire e chiudere il pugno  con un movimento lento e cercando di stimolare la prostata con ognuna delle dita sia mentre chiudeva il pugno sia mentre lo riapriva. Matteo stava godendo. Tanto. Il suo cazzo mezzo duro  incominciò a colare precum e poi sborra mentre Alberto continuava la stimolazione che proseguì per almeno trenta minuti lasciando Matteo esausto. Di tanto in tanto estraeva completamente la mano per osservare il buco restarsene aperto da solo e pulsante e subito reinseriva la mano. Ritornò Piero che osservò il lavoro fatto da Alberto complimentandosi per come gli aveva ridotto il culo. “Hai fatto un buon lavoro, bravo, adesso ti faccio vedere la mia tecnica, per sfondare per bene  una troia come questa.” Gli infilò la mano in culo ed iniziò a spingere il braccio  in profondità, sempre più in profondità  lentamente ma costantemente. Infilava un pezzo e poi lo toglieva e lo infilava di nuovo con forza. Quando arrivò al gomito Matteo aveva un po’ di nausea sentendosi stringe lo stomaco. Tolse completamente il braccio e lo infilò di nuovo tutto, lo tolse tutto e lo infilò di nuovo “così mi piace usare le troie come te, sfondarle, spaccarle in due farvi sentire chi è che comanda ….” Matteo tratteneva i gemiti che erano sì di dolore ma soprattutto di piacere. “basta adesso, mi sono divertito abbastanza. Ora ti divertiti un po’ tu…” ed Alberto fece come aveva appena visto fare dal suo maestro spingendo con forza il braccio. Decisero di fare una pausa, ma il culo di Matteo doveva restare aperto pertanto inserirono di nuovo il plug e lo gonfiarono per bene. Quando lo tolsero il buco era apertissimo e  colava umori come una cascata. Alberto volle provare ad usare i vai dildos e Piero gli spigava le tecniche per utilizzarli nel migliore dei modi. Quando si alzò Matteo non riusciva quasi a stare in piedi e fortunatamente Luca lo sorresse un po’. “Com’è andata?” “…dico solo che ho superato un mio nuovo limite….non aggiungo altro…” “ma ti è piaciuto?” “mi piace sempre, anche quando sento male, mi piace..” e tornarono a casa.  

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