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Racconti Gay

un sabato mattina

By 26 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sembrava un sabato mattina come gli altri, mi ero svegliato alle 9.00 e come sempre il sabato mattina mi ero dedicato al mio lato femminile, rasatura integrale, bagno con Sali esfolianti, e via con i vestiti, mini inguinale scozzese camicetta bianca, perizoma di pizzo bianco, autoreggenti bianche con balza di pizzo, parrucca bionda andulata sulle spalle, un bel pò di phard, un filo di rossetto, rimmel ed eccomi trasformata in una troietta niente male, decisi di dipingermi anche le unghie, per quella mattina, visto che non dovevo uscire, volevo sentirmi proprio donna, mi sistemai per bene mi guardai allo specchio, e quello che vidi mi piacque, se avessi trovato il coraggio di uscire sarei potuta passare benissimo per una donna, ero assorto/a da questi pensieri quando squillo il citofono, chi mai poteva essere non aspettavo nessuno, risposi con il cuore che mi batteva a mille,
– chi è
– salve sono il dimostratore del purificatore d’acqua.
Accidenti lo avevo proprio dimenticato e adesso, vabbe lo mando via
– mi scusi ma avevo dimenticato l’appuntamento ed ho un impegno importante dovremo aggiornarci alla prossima settimana
– guardi ci vorranno solo dieci minuti la prego è la mia prima settimana e non sono riuscito a fare nemmeno un incontro rischio di essere licenziato
penso chissà forse è il destino e con il cuore che mi batte a mille decido di farlo entrare dalla voce mi è sembrato un tipo accattivante, apro la porta e mi trovo davanti un uomo di una 40 d’anni bassino, tarchiato e almeno per quello che era dato vedere molto irsuto, appena mi vede sgrana gli occhi, e
– mi scusi signorina le prometto che se l’articolo non le interessa sarò fuori di qui in 10 minuti
nel suo approccio c’era qualcosa di strano sentivo come se avesse voluto dire molto di più di quello che effettivamente aveva detto decido di stare al gioco
– salve io sono Floriana e lei?
– Mi scusi sono un vero maleducato ma sa, avolte si rimane interdetti davanti a tanta avvenenza, comunque mi chiamo Pietro
E cosi dicendomi mi stringe la mano con decisione e delicatezza, sento un brivido percorrermi
– vorrei spiegarle come funziona il mio aggeggio, vede basta infilarlo nel posto che lei preferisce e le garantira lunghi periodi di piacere, le dispiace se le do del tu,
– ma no figurati Pietro dammi pure tutto quello che vuoi (il giochino era finito in un momento lui aveva capito chi ero io, e la cosa più che turbarlo lo aveva eccitato, io come sempre non aspettavo altro che di essere riempita)
In un attimo ero appiccicata alle sue labbra mentre le sue mani mi frugavano d’appertutto, accanendosi contro i miei capezzoli già turgidi, sentivo la sua lingua scivolarmi lungo il collo mentre adesso una delle sue mani si faceva strada tra le mie chiappette alla ricerca del bukino che appena sfiorato comincio a pulsare come un cuore, ero gia ai suoi piedi gli abbassai i pantaloni e miritrovai con in bocca un cazzo non molto lungo ma davvero grosso, comincia a spompinarlo per bene ed ad insalivarlo perché lo volevo subito dentro lui capi le mie intenzioni si sdraio per terra e mi fece sedere su di lui impalandomi comincia a dimenarmi e a galopparle come un toro da monta che sentivo di avere sotto il culetto mentre lui continuava ad accarezzarmi e a strizzarmi le tette fino a che godetti e lo sporcai con il mio sperma, mi fece alzare e lo pulii per bene con la lingua, fu un perazione complicata da tutti i suoi peli ma alla fine era pulito come se avesse fatto una doccia mentre io ero ancora più eccitata, mi inginocchia di nuovo ai suoi piedi e comincia a leccarlo e succhiarlo fino a quando non mi riempi la faccia e la gola del suo dolce nettare” continua

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