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Racconti Gay

Un viaggio solitario per scoprire se stessi

By 3 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Era l’estate dei miei 20 anni.
Presi la moto, la tenda e pochi vestiti e sono partito per la corsica.
Il viaggio è stato molto piacevole: ho attraversato strade impervie e impegnative ma anche piacevoli ed entusiasmanti.
Le notti era un po’ più noiose, trascorse solo con un libro ed al massimo qualche birra.
fino alla sera in cui sono arrivato a calvi, una piacevole cittadina sulla costa, un po’ più viva rispetto a quelle che avevo visitato: già a partire dal campeggio vidi volti giovani.
La sera ho deciso allora di fare un giro in paese sperando di incontrare un altro viaggiatore solitario per trascorre una serata in compagnia.
E così è stato.
Ci siamo incontrati sul lungo mare: eravamo entrambi soli, palesemente alla ricerca della reciproca compagnia, ma nonostante lungi sguardi, un po’ di sottecchi, nessuno dei due ha avuto il coraggio di rivolgersi all’altro.
Lui, il cui nome ho scoperto in seguito essere Marco, è un bel ragazzo sul metro e 80, capelli castani come i suoi occhi, con un fisico atletico e ascitto. Il suo viso è caratterizzato da lineamenti dolci, escluso il naso aquilino, più deciso.
Dopo questo primo incontro, anche se era più un incrocio, sono andato a prendere una birra in uno dei tanti locali sul lungo mare. Uscito dal bar l’ho visto seduto su un muretto, che fumava una sigaretta: quale occasione migliore!
Mi sono avvicinato e con una francese approssimativo ho chiesto da accendere, lui ha sorriso e risposto con uno sguardo, porgendo l’accendino.
Ho capito che nemmeno lui parlava il francese dunque passai all’inglese:
“where are you from?”
“italy!and you?”
“ah! anche tu italiano? bene!!”
E così la serata è proseguita tra birrette e quattro chiacchiere.
Dopo un paio d’ore passate così i locali cominciarono a chiudere e vista l’ora proposi di avviarci verso le rispettive tende visto che comunque dormivamo nello stesso, ed unico, campeggio.
Arrivati al camping Marco mi invitò a bere l’ultimo bicchiere con lui, visto che aveva una mezza bottiglia di amaro che “era un peccato buttare via!”.
Così prese il liquore, che in realtà era una bottiglia piena, e continuammo a parlare seduti per terra davanti alla tenda.
La tenda di Marco era in una zona del campeggio un po’ defilata, lontana dagli altri ospiti quindi la nostra presenza non infastidiva nessuno.
Arrivati a tre quarti di bottiglia ero parecchio brillo, anche se Marco sembrava reggere più di me.
Ad un certo punto cominciammo a parlare di sesso, di come entrambi speravamo di rimorchiare durante quelle vacanze.
Marco allora si girò verso di me e mi guardò sorridendo, prese la mia mano con la sua e la pose sulla mia coscia; io non ho capito cosa stesse succedendo e un po’ impaurito ed imbarazzato non ho reagito a quel gesto.
Marco allora si avvicino al mio viso con il suo e pose le sue labbra socchiuse sulle mie.
La mia reazione tardò ancora così il bacio di marco si fece più passionale: con la sua lingua si fece spazio tra le mie labbra alla ricerca della mia.
A quel punto reagì spingendolo via: “che cazzo fai?!”,
“scusa, pensavo che..potesse farti piacere”,
“No!!non sono gay!”
“neanch’io..ho solo voglia di divertirmi..qui non c’è nessuno..non ci vedremo mai più molto probabilmente..”
La mia reazione così in ritardo era certamente dovuta all’alcol ma anche al fatto che non mi dispiaceva quel bacio. le sue labbra sulle mie, la sua lingua dentro la mia bocca mi facevano provare un eccitazione particolare..
“ma io non sono gay..” ho ripetuto come per scacciare quelle sensazioni.
“nemmeno io..non avevo mai fatto nulla del genere..ma..mi è piaciuto”
Mentre pronunciava queste ultime parole marco mi saltò addosso, probabilmente leggendo nel mio sguardo un desiderio soffocato dalla ragione.
Io cerca di oppormi alla sua carica ma le sue dimensioni gli permettevano di sopraffarmi con facilità, visto che il mio tentativo era solo apparente: volevo che mi baciasse di nuovo.
Così marco riusci a sdraiarsi su di me, con le sue gambe teneva le mie aperte e ferme, afferrando i miei polsi appoggio a terra le mie braccia e con il suo peso mi teneva a immobile.
Il suo sguardo si trasformo da concitato per la lotta a più dolce, anche se non mollò la prese, ma avvicino di nuovo il suo viso al mio e comincio a baciarmi.
Sentivo di nuovo quel sapore di uomo nella mia bocca, quella lingua ruvida sulla mia.
Sentivo anche il suo bacino muoversi su e giù contro il mio, la sua erezione prendere forma e diventrare sempre più dura contro la mia.
Dopo qualche minuto si staccò da quel bacio:” se ti lascio fai il bravo?”
Io risposi con un cenno del capo.
Lui lasciò la prese ma rialzatosi mi invitò con decisione ad entrare nella tenda.
Senza bisogno di spiegazioni era diventato un gioco: io ero la vittima che doveva opporsi, lui il violento che mi costringeva.
Allora prima di entrare in tenda tentai la fuga che fu subito placata da un placcaggio di marco: questa volta cademmo per metà dentro la tenda, io con il viso a terra lui sopra di me.
Sentivo il suo cazzo sul mio culo, un grosso cazzo in mezzo alle chiappe e la cosa mi face eccitare ancora di più.
Marco mi sollevò e mi spinse in tenda, poi si lancio su di me. Era seduto sul mio culo mentra chiedeva la tenda con una mano, con l’altra teneva le mie due.
Poi si straio su di me e prese a muovere il bacino contro il mio culo senza lasciare le mie mani.
Avvicinò il suo viso al mio e mi lecco la guancia e mordicchiò l’orecchio con passione.
Io provavo un desiderio incredibile per il suo cazzo. lo volevo come non avevo mai voluto nulla:”Dammelo ti prego” supplicai.
Ma Marco sapea che per quella notte sarei stato suo, e non voleva soddisfarmi subito. voleva godersi quel potere.
Mi tolse prima la maglietta, poi i pantaloni ed infine mi levò i boxer: ero nudo come un verme davanti a lui, con un erezione incredibile.
Aiutai marco a spogliarsi mentre avevamo ripreso a baciarci. Aveva un cazzo bello grosso, più dei miei 20 cm.
Eravamo uno di fronte all’altro con le ginocchia a terra a baciarci. i nostri cazzi uno contro l’altro.
Gli afferrai entrambi e cominciai a segarli contemporaneamente.
Poi marco mi spinse a terra e senza togliere gli occhi dai miei mi disse “succhiamelo!”
Si straio mentre io mi misi su di lui e comincia a leccare l’asta dalla base fino alla cappella.
Nel frattempo con una mano massaggiavo le palle, e con le dita cercavo il suo bochino.
Lo scappellai e mi misi a leccare il frenulo, poi lo presi in bocca e tentai di accoglierlo tutto ma arrivai solo a tre quarti.
Marco emetteva dei suoni di paicere mentre mi accarezzava i capelli con le mani.
I suoi mugugni si fecero più intensi e capii che stava per venire. intensificai i movimenti mentre trovato il buchino gli misi un dito nel culo.
Venne nella mia bocca con diversi flotti che schizzavano nella gola.
Sentii qual sapore acre e forte riempirmi.
Stavo per ingoiare ma marco mi fermo portando il mio viso a se. Era ancora straiato ed io sopra di lui.Aprì la bocca ed io lasciai che il suo seme andasse dentro.
Poi ci baciammo scambiandoci il suo seme diverse volte e nel frattempo marco aveva preso a masturbarmi. Dopo pochi su e giù venni sul suo cazzo.
“puliscimi” disse con tono sensuale ma deciso.
tornai a succhaire quel pisellone ormai barzotto, stando attento a non lasciare nemmeno una goccia del mio sperma in giro. Poi tornai a baciarlo per condividere quel liquido meraviglioso con il mio amante.
Ci sdraiammo a terra continuando a baciarci. Piano piano entrambi i cazzi tornarono duri come il marmo.
Marco si alzò e mi giro prono, sullevo il mio culo da terra mettendomi alla pecorina e si mise a leccare il mio buchino mentre con una mano segava me e con l’altra se stesso.
Entro bene con la lingua nel mio buchino poi sputò sopra e con un dito cominciò ad entrare, su e giù poi diventarono due dita, poi tre mentre con la lingua continuava a leccare intorno, sputando ogni tanto per lubrificare.
Quando fui bello largo si sollevò e tentò di mettermi il suo enorme uccello nel culo.
Sentii la sua cappella entrare, ma l’asta faceva ancora fatica. Marco prese dell’olio abbronzante e lo spalmò sull’asta senza togliera la cappella dal mio culo.
piano piano me lo infilo tutto: era doloroso ma piacevole ed intenso.
Dopo un po’ il mio buco era abbastanza largo da permettere a Marco di muoversi bene su e giù così comincio ad incularmi per bene mentre con l’altra mano mi segava.
Io godevo come non mi era mai successo.
Mi sollevai per mettermi in ginocchio come lui, così da poterlo baciare girando il collo.
Lasciò il mio cazzo per prendere i miei fianchi e intensificare i movimenti, io mi segavo: venimmo insieme lui nel mio culo ed io sul suo sacco a pelo mentre le nostre lingue erano intrecciate una nell’altra.
Sentivo il liquido caldo nel mio orifizio. Ero in estasi.
Marco uscì da me e si mi chiese com’era stato: “bellissimo”, risposi.
“allora voglio provare anch’io”
“domani mattina ora sono stravolto”
Ci addormentammo insieme lì: nudi e sporchi dei nostri semi.

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