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Racconti Gay

Una maratona con finale a sorpresa

By 12 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto quello che vi racconterò è accaduto l’estate scorsa.

Era uno di quei periodi di piena passione gay, già da qualche giorno avevo cominciato a fantasticare sulle mie avventure reali, a riviverle mentre mi masturbavo, aggiungendo ogni volta qualche nuova fantasia, sempre più porca e depravata, e mi chiedevo fino a che punto mi sarei spinto questa volta…
Le ultime avventure, infatti, avevano tutte comportato il superamento di qualche “limite”, qualche nuova perversione o qualche nuovo e più scabroso aspetto della mia troiaggine. Ma nonostante tutto, per il momento, i momenti di passione onanistica erano riusciti a calmare la mia natura di troia in calore.
Fino a che non mi arrivò un messaggio sul cellulare “Ciao, tutto bene? Stasera avrei proprio voglia di divertirmi un bel po’… ci sei?”.  Era di Lucio, un uomo di Parma che avevo conosciuto molti anni prima in chat.
Lucio non era bello, aveva sicuramente più di cinquant’anni, la pancetta, non era atletico e aveva una pelle bianca come il latte e i capelli rosso carota… ma era il legittimo proprietario di un uccello ben più che notevole: più di venti centimetri di verga dura e larga come tre dita, sovrastata da una cappella grossa dura e paonazza… e, cosa di non secondaria importanza, durava tantissimo. Ci vedevamo un paio di volte l’anno, ed aveva –ed ha tuttora- la notevole propensione a mandarmi messaggi quando sono gia… caldo.
Era la scintilla che mi serviva per scatenare la troia che c’è in me , “certo bello, stasera sono tutto per te…” risposi e cominciai i preparativi per quella che – ne era certo… – sarebbe stata una lunga serata…

Mangiai leggero, feci una lunga doccia calda strofinandomi a lungo i capezzoli ed insistendo, con l’acqua ed il sapone, sul buchetto per pulirlo ed allargarlo bene a modo, introducendo una dopo l’altra fino a tre dita. Infine, prima di asciugarmi, feci una serie di lavaggi interni bollenti, premendo il telefono della doccia sul buco insaponato e largo, in modo da svuotare per bene il retto e lavarlo perfettamente dentro.
Dopo cinque o sei lavaggi di questo tipo – oltretutto è una pratica per me molto eccitante e goduriosa…- mi asciugai e profumai con cura, mi feci la barba ed , infilati un paio di bermuda e una maglietta, ero pronto per partire.
Stavo per uscire di casa quando mi venne in mente la prima idea da troia della serata: mi sfilai le mutande per sentirmi ancora più maiala… mi era piaciuta l’idea di andare in auto da Lucio senza mutande…

Una volta in macchina però mi resi conto che in preda all’eccitazione non mi ero accorto che era un po’ troppo presto, Lucio viveva con sua figlia che sapevo non sarebbe uscita prima delle 21… cosa fare? Stavo per tornare verso casa quando “DING” ecco la seconda idea troia della serata… perché non andare in autostrada e fermarmi a quell’area di sosta? Mi piaceva incontrare qualcuno lì, certo, non era proprio il massimo fare sesso in piedi o in ginocchio chiuso in un cesso fetido, con sporco e puzzo di piscio… ma paradossalmente era proprio quello a piacermi: bisognava proprio essere una maiala per fare un pompino o farsi montare in un posto così triste… e io mi eccitavo da matti! Inoltre c’era l’incognita dello sconosciuto, che esercita un fascino ed un’attrazione notevole… dulcis in fundo, pensare di “scaldarmi” un po’ prima di fare la puttanella per Lucio mi piaceva proprio.. e sapevo sarebbe piaciuto anche a lui!

Parcheggiata la macchina nell’area di sosta, scesi e mi accesi una sigaretta, guardandomi un po’ in giro mentre scrivevo un messaggio a Lucio “Mi sono fermato in autostrada, vedo se c’è qualche Uccello Vagante Non Identificato per scaldarmi prima di venire da te…” e non ero nemmeno a metà sigaretta che arrivò la risposta “Cos’è non ti basta il mio? Datti da fare che poi mi racconti… sei proprio una zoccola… “.
Mentre fumavo notai un ragazzo alto che mi guardava con insistenza, e appena finii entrò nel casottino dei bagni. “Bingo” pensai, e lo seguii all’interno. Lo trovai in un bagno con i pantaloni abbassati che si stava segando lentamente, entrai con lui e lasciando aperta la porta mi inginocchiai davanti al suo membro. Ce l’aveva abbastanza grosso, non molto lungo ma bello largo, e notai anche due bei coglioni gonfi che mi facevano sperare in una abbondante sborrata.
Cominciai a prenderlo in mano e a leccarlo a tutta lingua, in modo che potesse vedere la sua verga ormai dura strisciare sulla mia lingua e sulla faccia, leccai la cappella rendendola lucida di saliva, solleticai con la punta della lingua il frenulo mentre lo guardavo socchiudere gli occhi in preda all’eccitazione… leccai le palle mentre con una mano accarezzavo la cappella… non avevo fretta e stavo giocando un po’, per eccitarlo al massimo… e quando non ne potè più appoggiò le mani sulla testa e me lo ficcò tutto in gola con un gemito di goduria. Era un bel cazzo, ero stato fortunato, niente da dire, e mentre lo sbocchinavo pensavo a Lucio, cosa avrebbe fatto se fosse stato li con noi… mi stavo eccitando un casino, mi sentivo l’uccello duro e bagnato che premeva sulla coscia ed il culo che pulsava, esigendo la sua parte.. sentivo il suo cazzo scivolare sulla lingua ed arrivarmi fino in gola… mi stava scopando la bocca con forza e lo sentivo sempre più duro.. ma non voleva venire tanto presto, perché dopo avermi fottuto per un bel pezzo si fermò sfilando l’uccello dalla bocca accarezzandoselo e picchiandomelo forte sulle guance e sulla lingua. Mi piace un casino quando me lo fanno, mi fa sentire sottomessa.. una puttanella dominata… tirai fuori tutta la lingua e accolsi con gli occhi semichiusi tutti i colpi di minchia che mi diede sul bel faccino da troia… dopodiché mi prese per la nuca e me lo ficcò di nuovo in bocca, ed io ,contento come una pasqua, presi a pomparlo energicamente, succhiando e spompinando, e pensando sempre a Lucio che stava sicuramente fremendo e aspettando la sua puttanella…
Un movimento alla mia sinistra e vidi con piacere un altro cazzo duro e fremente puntato verso la mia faccia… non alzai neanche lo sguardo per vederlo in viso, solo mi avvicinai verso di lui e lo presi in bocca mentre menavo con la mano destra il mio primo “cliente” che non si lamentò affatto, anzi mi appoggiò una mano sulla nuca e guidò la mia testa nel pompino sul secondo cazzo. Passavo da un uccello all’altro, da una cappella all’altra sempre succhiando e pompando con foga, mischiando la mia saliva agli umori delle due verghe, aggrappato con le mani alle loro natiche per fare più forza, aggiungendo i loro gemiti ai miei… e quando avevo un cazzo in gola l’altro mi strisciava e batteva sulle guance e su tutta la faccia… arrivarono anche a mettermeli dentro insieme, le due cappelle in bocca che spingevano per sfondarmi il palato… finché il primo cominciò a gemere più forte, di prepotenza mi cacciò tutto l’uccello in gola e un paio di schizzi molto violenti mi riempirono la bocca. Stavo ancora leccandolo e facendo colare la sborra dalle labbra – ho imparato che questo piace molto ai maschietti… – che anche il secondo mi prese la testa e con un rantolo scaricò tutta la sua libidine nella gola. Una volta venuti entrambi continuai per un po’ a leccarli e a succhiarli insieme e a far colare sborra e saliva per terra, finché non li pulii per bene togliendo tutta la sborra dalle verghe e dalle cappelle. Poi si rivestirono, ci salutammo e mi fermai a pulirmi ai lavandini.
Fuori dal casottino cominciava a fare buio, il tempo di una sigaretta e potevo partire per casa di Lucio. La serata era appena iniziata…

Gli incontri con Lucio erano sempre stati più che soddisfacenti, mi faceva godere dandomi abbondanti dosi di un uccello tanto grosso quanto resistente, era quasi tenero e premuroso all’inizio ma più si scaldava più usciva il suo lato selvatico e dominante (e di conseguenza il mio lato passivo…) , mi baciava e leccava dappertutto poi mi scopava con irruenza … ma erano sempre un po’ uguali, e a me piaceva troppo cambiare… volevo sempre qualcosa di nuovo… per questo motivo non ci siamo mai visti troppo di frequente… ma questa volta – lo sentivo – c’era qualcosa di più, una sensazione nuova… forse averlo messo al corrente della mia troiaggine rendeva questo incontro diverso…
Con questi pensieri nella testa, alle 9.30 ero sotto casa sua aspettando che aprisse la porta. Gli avevo appena mandato un messaggio, per non metterlo in imbarazzo nel caso non fosse ancora solo… ma la porta si aprì dopo qualche secondo e io potei salire dal mio stallone. Lo trovai come sempre in canottiera e mutande, ma aveva uno sguardo diverso… due occhi porcini e un sorriso del tipo “adesso ti metto a posto io.. “ mi accolsero sul pianerottolo… e non potei fare a meno di notare il notevole rigonfiamento che già riempiva gli slip… era gia eccitato e bell’e pronto per me.
“Vedo che ti sei messo avanti con i lavori…” gli dissi indicando il pacco… “beh, mi sono dovuto mettere in pari… non avrai mica voluto essere caldo solo tu, no?” e ghignando chiuse la porta alle mie spalle. Andammo in cucina e mi chiese subito cosa avevo combinato prima di arrivare li, offrendomi del vino rosso freddo con le pesche.. io raccontai tutto con dovizia di particolari, come se fossi l’allievo che si fa bello col proprio maestro… lui sorrideva e cercava di fare l’indifferente, ma vedevo che non resisteva più all’eccitazione, infatti dopo qualche minuto mi si avvicinò, mi strinse le natiche e disse “andiamo di là.. ho troppa voglia…”
Entrammo in camera ed ebbi la prima bella sorpresa della serata: aveva piazzato un grande specchio in piedi contro l’armadio, proprio di fronte al letto, ed indicandolo dissi “e quello? C’è il cinema stasera?”  “certo bello.. così ti guardo mentre ti sfondo con il mio uccellone… ed anche tu vedi quanto sei troia a letto…” e quando mi voltai verso di lui era già praticamente nudo e si stava coricando sul letto. Gli andai vicino facendomi spogliare… non riuscì a trattenere un ghigno quando non trovò i boxer sotto i pantaloncini “ma guarda la puttana… anche senza mutandine te ne vai in giro… proprio una grande zoccola… e stasera sei tutto mio…” disse tirandomi sul letto.

Era sdraiato sulla schiena e le mani corsero subito a strizzarmi i capezzoli, cosa che ricambiai mettendomi a cavalcioni su di lui e cominciando la mia danza leccandogli il petto, i capezzoli già duri ed il collo. Tirò la mia testa sulla sua e mi cacciò la lingua in bocca, limonandomi come fossi una ragazzina, mentre con una mano faceva strusciare la cappella dura sul buchetto e sulle mie chiappe. Lo sentivo caldo, grosso ed eccitato… e lo volevo… mi staccai dalla sua lingua e scesi accovacciato fra le sue gambe prendendo in mano quel grosso uccello e le palle, e dopo solo un paio di menate me lo feci scivolare in bocca.
Come sempre era molto pulito, odorava di sapone e di dolce, ma la sua durezza e le dimensioni erano li davanti a dirmi che non sarebbe stato per niente “leggero” con me… lo succhiavo cacciandomelo in gola fino a sentire la cappella solleticarmi l’ugola… mi ritraevo facendo passare la lingua sul frenulo e attorno alla cappella, lo riempivo di saliva e tornavo a cacciarmelo in bocca. Ogni tanto alzavo lo sguardo su lucio, che rimaneva immobile con gli occhi chiusi e le mani appoggiate alla mia testa… non faceva nessuna forza, però… mi lasciava fare, si stava godendo la mia bocca e la mia lingua sul suo cazzo in tiro…  ogni tanto gemeva e mormorava qualcosa, ma ero troppo eccitato e concentrato a soddisfarlo per capire… e più lo sentivo eccitato più mi eccitavo.. più lo sentivo godere più io godevo… ed averlo in bocca non mi bastava più…
Mi girai, misi il buchetto dritto davanti alla sua bocca, senza smettere di leccarlo… e presi a sculettargli davanti al naso… quello che volevo era fin troppo chiaro e lui mi accontentò immediatamente. Mise le mani sulle chiappe con i pollici quasi sul buco, tirò verso l’esterno come se dovesse aprire un’arancia e iniziò a leccarmi il culo fottendomi in pratica con la lingua.
Come sempre, non appena appoggiò la lingua sul buco una scossa risalì la spina dorsale e mi esplose nel cervello… avevo la bocca completamente piena del suo cazzo ma non riuscìì a trattenere un mugolio di piacere e dovetti alzare di scatto la testa, come se la scossa avesse azionato una corda… nello specchio davanti a me vidi una cagna in calore distesa a gambe larghe sul suo stallone, la sua faccia affondata tra le cosce, due occhi stravolti che mi guardavano e un enorme uccello lucido appoggiato alle labbra… la cagna ero io, gli occhi nello specchio erano i miei, le labbra appoggiate a quella grande cappella erano le mie… un solo pensiero nella mia testa “che troia che sei…” ed una voglia nuova, sorda e prepotente mi esplose dentro.

Era la prima volta che mi vedevo troieggiare, la prima volta che guardavo in faccia la troia dentro di me con un uccello in bocca, la prima volta che mi guardavo fare sesso con un uomo e l’effetto fu dirompente, una bomba mi era scoppiata nel cervello, nell’inguine e nel culo nello stesso istante… credetti di venire, preda di un’eccitazione mai provata prima… ero ipnotizzato dall’immagine davanti a me e solo i lamenti di Lucio che pretendeva continuassi a pomparlo – e la sua mano che mi spingeva in basso la testa…- riuscirono a strapparmi a quella visione … continuai il pompino con una foga e una libidine nuova, continuando a guardarmi nello specchio, succhiando e pompando sempre più forte, tanto che Lucio dovette obbligarmi a rallentare per non farlo sborrare subito… ero eccitatissimo, sentivo il buco largo e bagnato, anche perché il mio stallone non si era limitato alla lingua… una alla volta mi aveva messo nel culo tre dita insieme, e spingeva e dilatava, continuando a leccarmi e a sputarmi sul culo per bagnarlo…
Ormai non resistevo più, volevo il suo cazzo dentro di me, lo volevo sentire entrare e riempirmi di carne fino alla gola… volevo essere scopato, montato, fottuto, inculato da quell’uccello enorme e… volevo vederlo entrare…

Mi alzai, mi girai con la schiena in giu appoggiando le mani sul letto, allargai le gambe davanti allo specchio per godermi in prima fila la mia inculata, afferrai l’uccello con una mano e me lo appoggiai sul buco largo e fradicio di saliva e… mi sedetti su di lui. Lo sentii entrare quasi senza alcuna resistenza, prima la cappella e poi tutta l’asta. Ero seduto sul suo inguine, le chiappe che schiacciavano i suoi peli, le gambe larghe e aperte, ed il cazzo piantato fino in fondo al culo.
Lo vedevo uscire dalla sua tana mentre alzavo il bacino, allargarmi mentre sculettavo piano, solo la cappella dentro, e scomparire ancora infilandosi nella mia pancia quando mi abbassavo… non riuscivo a credere che quell’uccello enorme potesse scomparire tutto nelle mie viscere… lo sentivo duro, prepotente, gonfio.. e lo vedevo… era come se mi entrasse negli occhi mentre lo sentivo nel culo…
Lucio aveva le mani sui miei fianchi e guidava dolcemente l’inculata che gli stavo regalando, godendo il mio retto come se non scopasse da anni… “..che culo caldo che hai… cazzo sei nato per scopare… senti come entra… te lo prendi tutto fino ai coglioni… senti come ti piace il mio uccello nella pancia… senti come godi… sei il paradiso dei cazzi… te lo lascio dentro tutta la notte… guardati mentre ti apro in due… guarda che grandissima troia che sei… ti lascio divertire un po’ prima di incularti a sangue…” e tutti e due ci godevamo quella scopata lenta e goduriosa, eccitati alla massima potenza. Mentre parlava e si godeva il mio culo mi diede qualche sonora sculacciata a mano aperta, tanto per farmi capire che mi stava lasciando divertire, ma che non sarebbe durato molto…
Infatti dopo qualche minuto di quella dolce inculata mi prese per i fianchi e senza togliermi l’uccello dal culo mi coricò di lato, mi fece aprire una gamba e prendendomi i capezzoli iniziò a montarmi con forza, facendolo uscire piano e cacciandolo di nuovo dentro di prepotenza “goditelo adesso… goditelo tutto questo cazzo… te lo pianto dentro fino alle palle… ti monto come una cagna… una cagna in calore… ti piace essere sfondato.. e io ti sfondo il culo… ti sfondo il culo fino a farti uscire la sborra dalla gola… “ e più mi diceva ogni tipo di oscenità, più mi fotteva forte, più mi strizzava i capezzoli, più mi vedevo inculato e più godevo… sentivo la punta del mio uccello bagnata, sentivo il mio culetto sempre più aperto e slandro sotto i suoi colpi, me lo sentivo arrivare fino nella pancia, con affondi potenti e decisi, sentivo i suoi coglioni sbattermi sulle natiche ad ogni colpo… ormai ero sconvolto dalla libidine, avevo perso ogni freno.. insalivai due dita e le portai sul bordo del culo profanato da quella minchia.. infilai due dita nel culo insieme alla verga.. ed ogni colpo che squassava la pancia mi strappava gemiti di goduria…
“.. lo sapevo che ti piaceva vederti inculato a sangue… girati che ti monto cagna…” e mentre mi giravo sentii la mia voce dire “ si… fottimi come una cagna… aprimi il culo in due … cacciamelo dentro e fammelo uscire dalla gola… sono la tua puttanella… la tua cagna.. dimmi che ti piace la tua cagna… dimmi quanto è brava la tua puttanella…” e non ero nemmeno appoggiato al letto che mi piombò dietro ed entro nella pancia come un fulmine, cominciando a scoparmi sempre più forte, ad ogni colpo mi abbassavo un po’ e dopo poco ero completamente schiacciato sotto di lui, sotto la sua furia che apriva la voragine che era il mio culo, sfondandomi completamente.. non potevo muovermi, potevo solo accogliere la sua voglia dentro di me assecondando i suoi colpi alzando e abbassando il bacino di pochi centimetri.. ero totalmente alla sua mercè, ricordo che pensai di non essere che una bambola fra le sue braccia… allungai le mani all’indietro e strinsi le sue natiche, attirandolo ancora di più a me e dando ancora più forza ai suoi colpi..
Era un’inculata straordinaria, mi stava facendo sentire in suo possesso, senza volontà se non quella di soddisfare ogni sua voglia… mi sentivo veramente una troia.. la regina delle troie.. mi stava facendo godere in modo esagerato.. non avevo più controllo.. ogni spinta di cazzo arrivava dritta nel cervello, dandomi un piacere forte, totale.. e mi aveva portato fino a li facendomi vedere e toccare con mano quanto ero maiala a letto con un uomo…

Sfilò l’uccello dalla caverna bollente, allargò le chiappe e sputò ancora nel culo, poi mi girò verso l’alto e alzandomi le gambe mi infilò di nuovo l’uccello in pancia.. sembrava scottasse, era caldissimo, ma non capivo se era il mio culo o il suo cazzo a scottare… riprese a fottermi spingendolo tutto dentro.. sembrava volesse davvero cacciarmi dentro anche le palle, tanto spingeva.. si abbassò e mi cacciò la lingua in bocca, cercavo la sua lingua con la mia e la succhiavo, arrivando perfino a mordicchiarla con i denti.. e l’inculata andava avanti senza alcuna pietà… godeva del mio corpo e del mio culo come e quanto voleva.. ed io lo lasciavo fare… anzi con i gesti il corpo e le parole lo incitavo a fottermi ancora, più forte, volevo farlo godere, volevo vederlo godere di me.. in me… lo limonavo e mi lasciavo limonare mentre mi scopava, agitavo e stringevo il culo per fargli sentire di più.. mi dimenavo e gemevo per il piacere che quel cazzo mi dava, e per il piacere che davo a Lucio.. che la sua puttanella gli stava dando… gli strizzavo i capezzoli e lui mordeva i miei… guardavo i suoi occhi e ci vedevo un mare di libidine pronto a tracimare… prendevo le sue natiche e lo tiravo a me, sringevo le gambe sulla sua schiena, per fargli sentire quanto mi piaceva essere montato da lui.. e lui continuava a godere del mio culo, spinta dopo spinta, colpo dopo colpo… sembrava una macchina da sesso… lo sentivo sempre più gonfio.. me lo tirava fuori dal culo lo appoggiava sul bordo e lo rispingeva dentro, mi stava davvero facendo impazzire, non lo avevo mai sentito tanto…

Mi voltò ancora sul fianco e ancora alla pecorina un paio di volte… aveva rallentato un po’, se la stava godendo ma teneva sempre un bel ritmo di spinte… sentivo che se avesse accelerato ancora avrebbe goduto, era troppo gonfio.. troppo grosso.. e troppo tempo che mi inculava… non ricordavo riuscisse a durare tanto a lungo… ma era ormai vicino all’orgasmo, infatti dopo avermi messo ancora a pecora “… hai goduto abbastanza, adesso ti riempio.. vuoi farti riempire la bocca, vero puttanella? Lo so che ti piace farti riempire la gola di sborra… ma stavolta decido io cosa riempirti… ti riempio il culo, eh? Ti voglio fottere fino a riempirti il culo di sborra.. ti metto incinta e voglio vedere uscire la sborra da quello splendido culo che hai… “ “… si riempimi quello che vuoi… fai tutto quello che vuoi… riempimi il culo.. fammi sentire la tua sborra nel culo… dammene tanta da farmela uscire dalla gola… mettimi incinta… riempimi di sborra…” cominciò ad accelerare e a spingere con più forza… ero ancora schiacciato dalle sue spinte, dal suo corpo, non potevo muovermi… aumentò il ritmo e la forza finchè con un urlo soffocato scaricò dentro di me una marea di schizzi caldi… sentivo i suoi schizzi dentro di me, il suo piacere piantato a forza nella mia pancia.. sentivo il suo caldo appiccicoso che mi riempiva.. ero pieno della sua sborra, e lui continuava a muoversi e a svuotarsi i coglioni…  rimase dentro un paio di minuti, muovendosi lentamente, poi fermandosi del tutto.. quando uscì mi sentii come svuotato, come se una parte dei miei intestini fossero usciti insieme a lui… Lucio mi alzò a pecora e si mise a guardare il suo succo colare lento fuori dal culo larghissimo sulle cosce e sulle mie palle… mi girai sulla schiena e come in trance allungai una mano a toccarmi il culo unto dal suo seme.. lo raccolsi nella mano e me lo portai sulla faccia, spalmandolo e facendomelo colare in bocca… non ero ancora venuto, e l’eccitazione che avevo accumulato mi stava per scoppiare dentro… continuai la mia operazione di raccolta sotto gli occhi di lucio “…sei proprio nato per farti scopare, lo sai? Sei una troia fatta e finita… se ti avessi qui tutta la notte mi faresti morire, dalla voglia che mi metti addosso…”  “..grazie… ma bisogna cuocermi a puntino per farmi diventare così troia… e tu ci riesci benissimo…con te sono la regina delle troie…” e mentre mi spalmavo e bevevo la sua sborra uscita dal culo cominciai a segarmi.. la cappella era completamente bagnata e bastarono pochi su e giu sull’asta per renderla dura e gonfia e portarmi a un orgasmo totale, intenso e con una quantità enorme di sperma che mi spalmai sul petto.

Andammo alla fine in bagno dove finii di scaricare la sborra di Lucio sul wc, mentre lui mi mise di nuovo l’uccello in bocca per farselo pulire per bene, facemmo una doccia per toglierci sperma sudore e umori dal corpo.
Erano ormai quasi le 11, ci salutammo con l’ennesimo bacio in bocca e mi ritrovai fuori all’aria fresca. Nonostante l’avessi lavato con cura avevo il buchetto, ritornato alle dimensioni originali, caldo e pulsante, lo sentivo gonfio come i piedi dopo una maratona, e la pancia sconquassata dalle spinte di Lucio.. ma non mi sentivo stanco, non ero ancora appagato… l’orgasmo mi aveva calmato ma non aveva cancellato il piacere, le sensazioni e l’eccitazioni che avevo provato… mentre fumavo con calma mi resi conto che non ero sazio, avevo ancora voglia… non mi era bastato, volevo ancora essere troia… realizzare questo e pensare di fermarmi ancora all’area di sosta in autostrada fu un tutt’uno.. finii la sigaretta e, accesa la macchina, mi diressi deciso verso la mia meta… e verso altri cazzi…
La notte sarebbe stata ancora tanto lunga…

Alle 11.30 ero gia sceso dalla macchina, sigaretta in bocca e occhi attenti a vedere com’era il “giro” dei possibili “clienti. Era una bella serata fresca, anche se era estate, e da quel che potevo vedere la situazione era più che promettente… C’erano quattro o cinque persone che cazzeggiavano attorno al casottino e quasi tutti ogni tanto mi tiravano occhiate eloquenti… bisognava solo capire chi era attivo e chi passivo come me… avevo il cuore che batteva rapido, eccitato sia dalla maratona fatta con Lucio che per l’attesa di  quello che avrei combinato di li a poco, con il buchetto che ancora non si era calmato e , bagnato e pulsante, continuava a fare sentire con ostinazione le proprie voglie… cominciai a seguire un ragazzo più o meno della mia età, che più degli altri continuava a guardare a me come una preda da prendere al volo… corporatura media e un poco più basso di me, capelli rasati e un pizzetto corto che incorniciava un viso spigoloso ma carino… si, avevo fatto la mia scelta, speravo solo fosse provvisto di un degno uccello… girava attorno al casottino seguendomi, ma per un paio di volte, appena io entravo per poter consumare e soddisfare le mie voglie, girava i tacchi e si allontanava.. tanto che mi venne il dubbio di aver frainteso le sue intenzioni… ma quando per la terza volta ci “agganciammo” ed invece di andare dentro lo seguii, capii subito le sue intenzioni: voleva farlo all’aperto. Appena capì che l’avrei seguito puntò infatti deciso verso il parchetto dietro al casottino, arredato con qualche altalena e qualche panchina coperta per i pick-nick, che delimitava l’area di sosta recintato con una rete metallica. Oltre la rete c’era una boscaglia con siepi e piante che copriva perfettamente la visuale da occhi indiscreti, oltretutto la zona non era illuminata, e fungeva benissimo allo scopo. Il ragazzo si fermò al limitare della rete e, dopo aver nuovamente controllato la mia presenza, proseguì e si infilò nella boscaglia. Ero un po’ combattuto, la situazione era per me nuova e certamente eccitante, non avevo mai scopato all’aperto, per di più in un luogo pubblico e frequentato… ma la cosa mi faceva anche titubare… non sapevo con chi avrei avuto a che fare, e se fosse arrivato qualche malintenzionato? O la polizia, che a volte passava a dare un’occhiata..? ma i miei dubbi durarono veramente poco, e spinto dalla voglia di essere completamente troia mi tappai il naso e infilai lo stesso sentiero del mio” aggancio”.

Il buio non facilitava di certo i miei passi, ma notai comunque una grossa apertura nella rete e la varcai, entrando nella boscaglia… almeno –mi dissi- con quel buio non saremmo stati sicuramente visibili. Dietro la rete c’era una specie di argine, e sull’argine il tipo con i pantaloni abbassati e l’uccello in mano che mi aspettava… mi avvicinai e gli presi in mano il cazzo, sperando di trovare dimensioni abbondanti, mentre lui allungando le mani mi prese per la nuca e mi tirò a se cacciandomi la lingua in bocca… restai un po’ deluso dal suo uccello, duro, si, ma un po sotto la media.. e dopo l’uccello di Lucio non reggeva proprio il confronto… vabbè, mi dissi, questo passa il convento e questo mi scopo…
Risposi al suo bacio e ci limonammo per qualche minuto, una mano sempre sull’uccello mentre l’altra era andata a strizzare i suoi capelli sotto la maglietta.. poi mi staccai e, inginocchiatomi, feci scivolare quel cazzetto nella mia bocca. Era salato, non sporco, ma si sentiva che aveva sudato prima della mia “cura”.. mi piacque sentire il suo odore di maschio ed il suo sapore, ed accelerai con la lingua cominciando a pomparlo di brutto… gli leccai le palle facendomele scivolare in bocca, una dopo l’altra, succhiandole e mordicchiandole con i denti.. il tipo gemeva, gli occhi chiusi a godersi il suo pompino e la mia bocca… anche lui mi picchiò la cappella sulle guance, e questo aumentò la mia eccitazione… ad un certo punto mi alzò per i fianchi e fece per abbassarmi i pantaloncini , lo prevenni sfilandomeli proprio e lanciandoli a terra vicino a noi e la maglietta fece la stessa fine… ero nudo e all’aperto in balia sua e di tutti quelli che sarebbero passati… lo guardai e gli sorrisi… ricambiò il sorriso e mi spinse, girandomi, quasi contro una pianta… non c’era bisogno di parlare, lui sapeva cosa volevo ed io sapevo cosa voleva, e ce la saremmo data a vicenda.

Mi appoggiai con le mani alla pianta e mi piegai a novanta, mettendo in mostra quel bel culetto tondo che tanti mi invidiano… lui sputò sulla cappella, la appoggiò al centro delle natiche che io mi stavo allargando e me lo spinse dentro.
Stavo scopando nudo all’aperto con uno sconosciuto… quest’idea mi stava veramente facendo andare fuori di testa… mi sentivo totalmente zoccola, e gemevo e mi dimenavo sotto i suoi colpi decisi… niente romanticherie e tenerezze stavolta… mi fotteva sodo con rapidi colpi forti, ogni tanto rallentava e lo spingeva dentro fino alle palle restando immobile per qualche istante… poi riprendeva con lo stesso vigore… certo, abituato alle dimensioni di Lucio non mi stava facendo impazzire… ma era bravo, dopotutto non era male, mi stava piacendo…
In una delle sue “soste” – era gia un po’ che mi stava montando – notai del movimento oltre la siepe.. un’ombra che faceva muovere i rami bassi delle piante… non avevo paura, anzi, speravo proprio fosse qualcuno che potesse “movimentare” un po’ la mia scopata.. con una nuova eccitazione alzai la testa verso quel movimento, facendo chiari gesti a chi stava guardando di raggiungerci… uno..due…tre uomini varcarono l’apertura della rete e mi si fecero intorno… evidentemente era un po’ che ci stavano guardando, perché i loro membri già duri spuntavano dai pantaloni aperti..  uno di loro , vedendomi nudo e totalmente aperto, si lasciò sfuggire un “wow…che maiale…” … era quello che mi mancava per scatenarmi… lo guardai sorridendogli e con gli occhi lo invitai ad avvicinarsi… mi staccai dalla pianta girandomi verso i nuovi arrivati e aprii la bocca per ricevere quei cazzi. E che signori cazzi! Due dei nuovi arrivati avevano dei begli esemplari gonfi e duri, sicuramente sopra i venti centimetri.. e grossi e tondi, proprio come piacciono a me… ed il terzo non era enorme, ma assolutamente sopra la media.. ed erano tutti e tre li per me.. anzi, tutti e quattro per il mio culetto… stavo aspettando a bocca aperta ed il primo non mi fece attendere.. me lo piantò in gola fino in fondo, sentivo la punta della cappella toccarmi l’ugola, ed ebbi un piccolo conato, un colpo di tosse che trattenni.. non volevo farmelo sfilare, ora che avevo un bel cazzo piantato in gola…
Il mio stallone non si era fatto condizionare dai nuovi compagni di scopata, anzi continuava a fottere il mio culo come se ci fosse solo lui.. mi prese per i fianchi per guidarmi e tenermi meglio e seguitò l’inculata con i suoi colpi energici, mentre il ragazzo del commento si stava godendo i piaceri della mia bocca scopandomela serenamente, con le due mani avevo preso i due uccelli rimanenti, cercando di menarli meglio che potevo… con le mani dei due che segavo sulla mia testa a guidare il pompino… poi si cambiarono e presi in bocca uno degli altri due, quello più grosso, che mi scivolò in gola con un grugnito del suo padrone… e prese a scoparmi come il suo predecessore, affondando la lunga asta tutta nella mia gola, mentre con la lingua lappavo la verga e la cappella nel suo movimento… andarono avanti per un po’ così, poi altro cambio, con il terzo uccello duro che mi aprì le labbra fino a sentire i suoi peli sulla faccia. Lui andava più lento, e mi lasciò condurre il pompino facendoselo succhiare e pompare per bene… era più corto degli altri due, ma adesso potevo constatare che era più grosso.. e con una cappella fantastica, dura e più gonfia degli altri due.
Mentre pompavo sentivo parlottare alle mie spalle, infatti mi accorsi che il secondo che avevo spompinato stava quasi mercanteggiando con il mio stallone, ed il fine era fin troppo chiaro: voleva il mio culo, e non solo lui… tutti e tre, mi resi conto, stavano con la testa girata verso il fottitore, che dopo qualche insistenza diede qualche colpo più forte e poi lasciò campo libero al nuovo venuto, venendosi a mettere al suo posto, a portata della mia bocca. Non feci nemmeno in tempo a prenderglielo in mano che sentii uno sputo, mi sentii allargare le chiappe da una mano forte e in un attimo mi fu dentro.

Ora si che si ragionava! Il cazzo mi riempiva totalmente il retto, e lo sfintere era così teso che me lo sentivo tirare al massimo, senza mezze misure me lo spinse dentro tutto, sentivo i suoi peli sulle natiche… e con due begli schiaffi sulle chiappe inizio la cavalcata.
Dopo gli schiaffi aveva abbrancato le chiappe con le mani e le aveva aperte, tirando lo sfintere ancora di più… cominciaì a mugolare e a dimenare il culo.. per quanto potevo con un uccello piantato in gola ed altri due nelle mani.. “senti come geme la maiala.. senti come gode…” era vero, stavo godendo.. finalmente tutta la libidine della serata si stava sfogando, stavo godendo per il cazzo che mi stava sfondando il culo.. il terzo cazzo nel culo della serata.. stavo godendo per l’uccello che stavo leccando e succhiando… era il sesto o il settimo? Avevo perso il conto… ma soprattutto stavo godendo per la maiala che ero… nudo all’aperto in un luogo pubblico frequentato che gemevo e sculettavo con un cazzo nel culo e tre a turno in gola… non avrei saputo immaginarmi niente di meglio… rimpiansi per un attimo di non avere lo specchio di Lucio per guardarmi… non mi ero mai sentito così … non saprei come dire… vulcanico.. ero un vulcano sul punto di eruttare tutta la sua libidine…  il culo pieno, la bocca piena e la mente vuota e leggera.. mi sentivo veramente al settimo cielo… ormai non avevo limiti.. e lo sapevo… sarei andato fino in fondo godendo tutto quello che potevo godere.. senza remore e senza freni.. mi sentivo completamente succube di quei quattro uomini che mi stavano brutalizzando a colpi di cazzo.. ma allo stesso tempo mi sentivo totalmente artefice del mio destino.. mi sentivo la vita in mano… e non solo quella!!!

L’inculata proseguiva potente… sentivo la cappella uscire dal culo.. completamente.. poi la sentivo sfondarmi lo sfintere in un sol colpo piantata a forza nella pancia.. allungai una mano a toccare l’asta che mi stava aprendo in due, e sentii il buco che non era più un culo.. era una voragine bollente.. ma non faceva male, anzi lo sentivo bagnato e morbido… un altro cambio ed il ragazzo che prima aveva parlato fu in posizione di comando “dai.. adesso fammi godere da brava.. la mia maiala..” ed un altro cazzo mi entrò nel culo scopandomi con foga… ma non erano le tenerezze che volevo, volevo cazzo.. e me lo stavano dando..
Si attaccò ai capezzoli, pizzicandoli e stringendoli con forza e, piegato su di me mi montò alla selvaggia, ogni tanto uno schiaffo sulle chiappe, allungò la mano e mise due dita in bocca, intrecciando le cappelle che stavo succhiando… ormai avevo perso il conto, non sapevo quale cazzo stessi succhiando, o quali mani mi toccassero… arrivarono a mettermi in bocca due cappelle insieme, cercarono di metterle tutte e tre, ma erano davvero troppo grosse per la mia bocca… ed io li incitavo, mi dimenavo, gemevo… allungavo la lingua quando mi sbattevano le cappelle sulla faccia.. per offrire più spazio da colpire… intanto il mio fottitore aumentò i colpi, immaginai stesse per venire e mi preparai ad accogliere la sua sborra nella pancia… continuò a scoparmi sempre più forte.. ad ogni colpo mi schiacciava la faccia contro il pube del tipo che stavo pompando.. poi senza venire se ne uscì e lasciò il posto all’ultimo dei quattro.

Io avevo il culo che pulsava e cominciava a bruciare un pò… ma era il suo turno, e non mi sarei perso la sua cappella dentro per niente al mondo… si sputò sulla cappella un paio di volte, passò quello che rimaneva sul culo e con un affondo lento mi fù dentro. L’ingresso non fù violento, ma la grandezza della cappella mi strappò un gridolino… tutti risero per quel gemito arrivato solo alla quarta inculata della sera – in realtà era la quinta…- e guardandomi sotto i colpi del nuovo fottitore ripresero a farsi succhiare le mazze spingendomele a turno in gola e facendosi leccare palle e cappelle. Il grosso cazzo mi impalava impietoso… lo sentivo entrare ed uscire, allargandomi ancora di più il culo… con colpi non violenti, ma decisi e incalzanti che mi scuotevano dalle natiche al cervello… lentamente aumentò il ritmo degli affondi, ed in breve divenne una vera inculata spaccaculi… mi tenne per i fianchi e mi montò in modo superbo.. sentivo il colpo partire dai suoi fianchi, passarmi attraverso lo sfintere e scaricarsi contro le mie natiche.. era la degna fine di una vera e propria maratona del sesso.. mi stava di nuovo facendo godere, mi stavo godendo quei quattro cazzi come e più che potevo… stavo impazzendo di piacere.. ero fuori di me.. ad un certo punto pensai che avrebbero potuto fare di me qualunque cosa.. ero li solo per fare godere quei quattro cazzi e godere con loro.. e volevo la loro sborra su di me, dentro di me… cominciai a gemere e sculettare senza alcun ritegno… ormai ero troia come non lo ero mai stata.. pensavo a me come a una donna… una troia… il cazzo che mi sfondava diceva quello… presi a succhiare sempre più avidamente le tre verghe che avevo davanti, dovevo fargli capire che volevo la loro sborra… il tipo con il cazzo più grosso capì, mi prese per la nuca e mi scopò selvaggiamente la bocca, ficcandomelo di prepotenza tutto dentro la gola.. ed i miei gemiti di piacere dovettero eccitarlo talmente tanto che in pochi minuti scaricò con un grido tutta la sborra in gola. “siiii.. bevila tutta… tutta devi berla… mandala giù tutta la mia sborra… cazzoooo..” in tutta la scopata si era eccitato un casino ed io ne stavo subendo le conseguenze… gli schizzi furono talmente forti improvvisi ed abbondanti che non riuscii a trattenerli ed una colata abbondante di sborra mi uscì dalle labbra mentre continuava a fottermi in gola… ed altrettanta ne dovetti inghiottire, dato che non aveva nessuna intenzione di mollarmi la testa…
La scena fù evidentemente eccitante perché il mio primo fottitore non seppe trattenersi e mentre stavo ancora subendo la prima sborrata mi annaffiò la faccia di sperma masturbandosi e sbuffando come un toro.. avevo metà faccia completamente coperta di sborra, con un occhio chiuso e anche i capelli imbrattati… un ultimo risucchio ed il cazzo mi uscì dalla bocca… solo per fare posto all’ultimo dei tre “ ..bevi anche la mia bella maiala… fammi un bell’ingoio come si deve… svuotami i coglioni…daiiiiiii….” E in cinque succhiate fatte bene un’altra ondata di sborra mi riempì la gola e lo stomaco.. non prima però di averlo tirato fuori e spruzzato gli ultimi due schizzi sulla parte di faccia pulita.. per poi ricacciarmelo in bocca per finire di godere.. “..eri un po’ sporca anche ti qua… adesso ti ho lavato e sei a posto… maiala…”
Dopo avere sborrato, uno dopo l’altro i tre finirono di pulirsi gli uccelli nei miei capelli, sulla mia schiena e sulla mia pelle, poi si rivestirono e semplicemente se ne andarono senza neanche un ciao, o un grazie… lasciandomi nudo, coperto di sborra e con un cazzo ancora a fottermi il culo …d’altra parte non si fa così con le puttane…?
Ma anche il mio fottitore era ormai arrivato al limite… lo sentivo ansimare e sbuffare e incularmi con affondi sempre più rapidi ed energici..  e quando mi si attaccò di nuovo ai capezzoli sentii un’onda salire dal culo e riempirmi tutto.. non feci nemmeno in tempo a toccarmi l’uccello che cominciai a sborrare sotto i suoi colpi gemendo masturbandomi e dimenando il culo, un orgasmo violento ed esplosivo, con una quantità di sperma incredibile, dato che era il secondo orgasmo della serata..
Sentii, mentre godevo come un maiale, che anche lui si stava godendo le contrazioni dello sfintere nell’orgasmo.. finchè lo sentii ingrossarsi ancora di più ed esplodere in un caldo senso di pieno nella pancia, accompagnato da un rantolo e da una stretta quasi dolorosa alle natiche. Un colpo ancora, due, tre, quattro e la sborrata del mio stallone finì con un grugnito, mentre sentivo gia lo sperma colarmi sulle cosce e sulle palle.. mescolato al mio…
Mi prese e mi girò mettendomi davanti alla bocca la sua cappella gocciolante di sborra.. ma anche coperta da un velo scuro che subito non riconobbi… non ebbi il tempo di reagire e compresi solo dopo che la cappella si fece strada tra le mie labbra… prima di uscire di casa mi ero pulito all’interno con cura, ma era ormai quasi quattro ore prima… e le cinque punture di carne subite di certo non potevano non aver fatto qualche danno…  insomma, insieme alla sua sborra sul suo uccello c’era un bel velo marrone di feci… delle mie feci.. che dovetti ripulire da brava troia e, mischiate al suo sperma, inghiottire ubbidiente per poter rendere al legittimo proprietario l’oggetto del mio piacere pulito e lindo come quello di un neonato…
Non mi lamentai e non protestai, e sotto lo sguardo del mio castigatore, leccai succhiai e inghiottii tutto fino a rendere l’uccello ancora lucido e splendente.
Come gli altri tre, si sistemò, si rivestì e voltandomi le spalle se ne andò, lasciandomi come unico saluto una scompigliata ai capelli.

Mi ritrovai solo e tornai lentamente in me.. ancora frastornato, confuso, dolorante, schifato ed eccitato insieme.. coperto di sperma quasi in ogni parte del corpo, interna ed esterna.. nudo e gocciolante.. pensai di rivestirmi ma avrei insozzato tutto di unto ed umori.. dovevo lavarmi.. avevo troppa sborra addosso, in faccia sulle cosce sulle natiche e sul culo.. non avevo scelta, misi la testa fuori dalla boscaglia, guardai se c’era gente vicino al casottino.. due persone, forse tre.. meglio per loro, avrebbero avuto la loro parte di show… un respiro forte e mi incamminai nudo verso il casottino con i vestiti in mano, lentamente..
Nel vialetto incrociai le tre persone che mi guardarono strabuzzando gli occhi.. non li guardai e nessuno mi seguii.. camminavo fiero, a testa alta, la sborra che scendeva dalla faccia e dalle cosce, entrai nel casottino e mi lavai abbondantemente cercando di pulirmi al meglio.
Mentre mi lavavo vedevo le ombre dei tre fuori che sbirciavano per guardare.. per oggi a loro non avrei dato altro..
Per quella sera poteva bastare…
Vestito, nel freso dell’una di notte, fumando lentamente ripensai alla mia serata, e mi sentii “finalmente” pienamente soddisfatto di me, di quello che ero e di quello che donavo a chi mi voleva..
Avevo superato me stesso, ero appagato e felice..
Sarei stata la loro troia, la loro maiala.. la puttana del mondo…
Solo chi mi avesse voluto, avrebbe avuto da me… tutto.

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