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Racconti Gay

Voglie da femmina Cap.4

By 25 Agosto 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Voglie da femmina 4 parte lukexxxypsylon@yahoo.it

Erano passati solo cinque giorni dal mio frettoloso ritorno a casa.
Tornai da scuola verso le 14:30, Appena entrato in casa accesi il computer e scaricai le e-mail con la speranza di ricevere notizie di Francesco. Rimasi sbigottito nel leggere un suo freddo messaggio dove mi annunciava di aver ricevuto la fatidica cartolina. Entro 6 giorni doveva partire per il militare’
Mi sentii crollare il mondo addosso’.lui era il mio uomo, il mio padrone’la notizia che stava per lasciarmi solo mi colpì profondamente’..più di quanto credessi possibile.
I progetti legati a lui che da giorni riempivano la mia mente si volatilizzarono in un baleno e mi misi a piangere

Quando comunicai la notizia ai miei genitori capii che qualcosa era andato storto.
‘meglio così’ rispose mio padre’ in caserma lo raddrizzeranno quel teppistello pervertito’
Non li avevo mai sentiti parlare male di Francesco e quindi mi allarmai. Mi guardavano fisso senza dire niente. Mi sentii arrossire, me ne andai via e mi rinchiusi nella mia stanza.
Cercai di riflettere per capire le ragioni del loro comportamento e alla fine intuii quello che probabilmente era stato il grosso errore che avevo commesso.

Il computer di mio padre in quei giorni era in attesa di riparazioni ..probabilmente mentre io ero a scuola aveva usato il mio per inviare delle email e guardando nella cartella della posta inviata era incappato nei messaggi che avevo scambiato con Francesco nei giorni precedenti.
Mi ero dimenticato di cancellarli
‘mi convinsi che era andata cosi, mi sentivo pieno di vergogna,,
che IDIOTA ero stato’ CHE STUPIDO IDIOTA’.ora sapevano tutto’.
Mi lasciai andare alla disperazione ed ebbi una nuova crisi di pianto’

Quello fù l’inizio di un periodo molto triste e malinconico.

I continui commenti acidi e cattivi che i miei genitori rivolgevano a travestiti e froci ogni volta che ero in loro presenza mi fece lentamente crescere un forte senso di colpa per ciò che avevo fatto con mio cugino ..mi sentivo sempre più triste e confuso.
Se mi vedevano vestito in un modo che consideravano troppo ambiguo mi obbligavano a cambiarmi.. ‘Tu sei un maschio’ mi diceva mio padre , ‘non una femminuccia’..vestiti come si deve o ti raddrizzo io’ mi minacciava

Quell’atteggiamento rude e pressante condito con prediche legate allo spauracchio dell’aids e delle malattie veneree che colpivano i ‘froci pervertiti’ mi portò gradualmente a pensare che i miei desideri erano contro natura e che dovevo soffocarli ‘.mi sentii obbligato a cambiare il mio comportamento.

I miei genitori diventarono talmente ossessivi che per evitare problemi più grossi decisi di buttare via sia i 2 dildo che il cd che mi aveva dato Francesco’.se gli fossero capitati in mano sarei davvero finito nella merda e quindi con mio grande rammarico gli buttai nell’immondizia.

In quei giorni tristi ed apprensivi mi guardavo nello specchio e cercavo di apparire più virile.
Cambia la pettinatura ed il modo di vestire ma il mio corpo rimaneva sempre lo stesso’esile e senza peli con il culetto pieno e sodo e il visino delicato e femminile.
Per motivi incomprensibili non mi crescevano ne barba ne baffi e i miei tentativi di apparire più maschio finivano sempre in un buco nell’acqua’.nonostante i miei sforzi a scuola c’era sempre qualche ragazzo più grandi che mi dava della femminuccia o che mi scambiava per una ragazza.

Passai 6 mesi di agonia cercando di correggere le mie voglie e di pensare come un vero maschio.
Quando mi masturbavo cercavo di farlo in fretta senza pensare, senza soffermarmi sulle immagini mentali di ciò che mi eccitava , provai addirittura a mettermi insieme ad una ragazza.
Si chiamava Sonia ed era molto carina ma la mia fù una pessima idea perché la prima volta che in intimità vide il mio piccolo uccellino si mise a ridere facendomi sentire profondamente umiliato. La bella Sonia si dimostrò anche molto crudele perché disse in giro che avevo un uccellino da neonato e che ero un frocetto facendomi così diventare lo zimbello della scuola.

Dopo l’esperienza con Sonia le cose peggiorarono enormemente..
La vita mi faceva schifo, non avevo amici con i quali parlare dei miei problemi e mi sentivo perduto, spesso mi lasciavo andare a crisi di pianto.

Una tiepida mattina di primavera mi recai mestamente a scuola e inaspettatamente vidi che i cancelli erano bloccati. C’era manifestazione e tutti gli alunni stavano andandosene via.

Non provai neanche ad entrare e mi diressi direttamente verso la fermata dell’autobus.
C’era una ressa terribile ma volevo andare in centro a fare un girò e cosi mi spinsi a forza sul primo affollatissimo mezzo che si fermò. Nuotai nella calca fino a raggiungere l’obliteratrice.

Intorno a me la gente si muoveva avanti e indietro per salire e scendere dall’autobus.
Dopo alcuni minuti sentii che qualcuno mi stava spingendo da dietro. Mi spostai in avanti ma un attimo dopo sentii il bacino della persona dietro di me appoggiarsi nuovamente sulle mie natiche. Provai nuovamente a spostarmi in avanti ma ancora una volta mi sentii premere

Mi girai. Dietro di me c’era un uomo brizzolato sulla quarantina vestito da impiegato in giacca e cravatta. Era alto e robusto e teneva una valigetta 24 ore appoggiata per terra fra le gambe. Lo guadai per un attimo e lui rispose fissandomi negli occhi con uno sguardo talmente intenso che non seppi sostenerlo. Il cuore si mise a battermi all’impazzata, mi girai tornando a dargli le spalle.

. Oltre la stoffa dei nostri pantaloni potevo sentire il suo cazzo duro che strusciava sulle mie natiche. Desideri e pensieri languidi tornarono dopo mesi a farsi largo nella mi mente. Non opposi resistenza, lasciai che l’uomo mi strusciasse l’uccello sul culo..e feci uno strano pensiero’.pensai alle cagne’che rivolgono il culo verso il cane prescelto per poi farsi montare.
..Mi sentivo una cagnetta .
Spinsi indietro il culo assecondando i suoi movimenti lenti. Un rivolo di saliva mi colò da un angolo della bocca. Il semplice contatto con il cazzo di quell’ uomo mi stava facendo sbavare, dissipando sei mesi di totale repressione ‘..

Mi afferrò il polso della mano destra e la guidò dietro la mia schiena. Prima me la fece appoggiare sulla sua patta poi abbassò la zip e me la infilò dentro. Si teneva schiacciato contro di me per impedire alla gente che avevamo intorno di vedere ciò che stava succedendo.
Sentii la mia mano entrare in contatto con il suo uccello’avevo il cuore in gola per la paura di essere scoperto e per l’eccitazione . Gli sfiorai la cappella e gli accarezzai il membro durissimo e teso allo spasmo.
‘Ti piace .. ..vero piccolo frocetto’ mi sussurrò all’orecchio

Non risposi, girai leggermente la testa per guardarlo. Aveva il volto rosso e congestionato..stava sudando e sembrava al limite.
Sapere che ero io la causa della sua eccitazione era fantastico’. A qualcuno piacevo.. e quest’uomo stava rischiando molto per dimostrarmelo.
Gli afferrai l’asta come meglio potevo e iniziai a massaggiargliela con ritmo crescente.
Improvvisamente lo sentii fremere ‘.’mio dio”no’. No …non adessooooo.. ‘disse a bassa voce ..
Emise un rantolo soffocato e sentii la mia mano coprirsi del suo caldo piacere.
Estrassi la mano dai suoi pantaloni.
Sentivo l’odore dolciastro dello sperma proveniente dalla mia mano che si diffondeva all’interno dell’autobus. Mi girai .. aveva il viso contratto una smorfia di doloroso godimento’
Mi portai alla bocca le dita rivestite di sperma e le leccai davanti a lui. ‘Grazie signore’ gli dissi regalandogli un sorriso languido. Scappai fra la folla e alla prima fermata scesi.

Di fronte a me c’era un parchetto pubblico con delle panchine. Ero in preda ad uno stato di grande eccitazione e confusione e decisi di sedermi.
Sentivo il sapore dello sperma nella mia bocca e senza pensarci ricominciai a leccarmi le dita fino ad averle perfettamente ripulite.

Dopo mesi di umiliazioni e sbeffeggiamenti oggi un uomo mi aveva finalmente ricordato che anche io potevo essere apprezzato. Pensai che forse guardandomi doveva aver intuito la mia cera natura’..quella femminile’quella della puttanella golosa di cazzo.

Decisi che non potevo continuare a reprimermi’ i problemi gli avrei risolti dopo, ora volevo solo sentirmi femmina.
Mi alzai dalla panchina e mi diressi verso un grande magazzino che sapevo essere poco distante.
. Una volta entrato cercai il reparto intimo donna Mi vergognavo come un verme,. Un ragazzino che acquista biancheria intima femminile in genere non passa inosservato.. ma la mia eccitazione fu più forte dei miei scrupoli e nonostante le occhiate strane delle commesse acquistai un paio di tanga neri molto sgambati e dei collant a rete sempre neri.

Ora che gli avevo acquistati dovevo trovare un posto dove indossarli. Entrai in un mcdonalds, ordinai un caffè e dopo averlo bevuto chiesi all’inserviente dove era il bagno. Mi indicò la rampa di scale che portava alla saletta inferiore. Sulla porta di accesso ai bagni c’era la guardia di sicurezza del locale. Quando gli passai accanto mi guardò con aria beffarda ma non me ne preoccupai. Entrai nel bagno degli uomini e chiusi a chiave la porta.
Mi tolsi le scarpe, da tennis i calzettoni, i pantaloni della tuta da ginnastica che indossavo e le mutande.
Scartai i pacchetti che avevo acquistato.
Infilai il tanga e salendo sul water rimirai il mio culetto nel grande specchio appeso sopra al lavandino’ .mmmmhhhhhh
‘ero emozionato dovevo fare in fretta ma allo stesso tempo mi piaceva guardarmi.

Mi infilai con estrema cura le calze a rete e mi persi nel piacere di accarezzarmi le gambe.
Ripensai a ciò che era successo quella mattina e inizia a masturbarmi.

Persi la cognizione del tempo e mentre fantasticavo sentii qualcuno che bussava violentemente alla porta. ‘E’ occ..ccupato’ dissi balbettando
Apra immediatamente la porta !! ‘ sentii urlare.

Venni preso dal panico. Il cuore prese a battere a ritmo forsennato.

‘cisa sta facendo li ? !!, Apra immediatamente !’

Infilai velocemente i pantaloni e le scarpe, e tirai lo scarico per far pensare che stavo davvero utilizzando i servizi.
Aprii la porta ..

‘Cosa stava facendo ?’ mi chiese l’uomo del servizio sicurezza in tono accusatorio.

‘sta..vo’..’

‘ti stavi bucando vero ?’ disse afferrandomi il braccio.
‘No No Non sono un dr..dr..droga..to’ balbettai preso dal panico

‘non ti muovere stronzetto ‘
La guardia si mise ad esaminare il piccolo bagno e puntò l’attenzione sugli indumenti che c’erano per terra’
‘e questi cosa sono ?’ domandò”mutande e calzini”sono tuoi ?’
‘..N..N’No’ risposi
dannazione .. che stronzo che sono , ho dimenticato di infilarmeli nelle tasche del giubbotto pensai..

Quell’uomo grosso e baffuto era terribile, mi metteva una gran paura’

‘ Non mi sembri molto sicuro di quello che dici stronzetto’ disse fissandomi in faccia’
Mi squadrò da capo a piedi e soffermò lo sguardo sulle mie scarpe.

Con un colpo secco chiuse a chiave la porta poi mi fissò in faccia.
‘e quelle cosa sono stronzetto ?’ chiese indicando con il dito le mie caviglie.
Abbassai lo sguardo per seguire il suo dito e vidi che nel breve spazio che intercorreva fra il bordo superiore delle mie scarpe e la parte inferiore della mia tuta attillata di vedevano chiaramente le calze a rete che indossavo.

Diede un improvviso strattone verso il basso ai miei pantaloni e me li abbassò su un lato mettendo allo scoperto le calze e il tanga che indossavo.

‘un frocetto , drogato e travestito’

Il direttore non sarò affatto contento di sapere che i bagni del suo locale sono frequentati da ragazzini pervertiti come te e che ti ho beccato mentre ti bucavi’

‘co..cosa ?,..Ma io non mi stavo bucando !!! ‘ cercai di difendermi.
‘questo lo dici tu stronzetto’ rispose con aria acida

‘Mio dio’signore per favore non lo faccia ! ‘ dissi disperato mettendomi in ginocchio.

‘non fare storie piccola checca, vieni con me’ disse mentre mi afferrava per il braccio e mi tirava verso la porta’

Mi misi a piangere ‘la prego, non mi porti dal direttore’mi lasci andare via..per favore..’

‘ e per quale motivo dovrei farlo ?’ chiese sogghignando

”io non ho fatto niente di male’non sono un drogato’per carità non mi porti dal direttore’ frignai fra le lacrime.

Ero terrorizzato dal fatto che se mi avesse portato dal direttore avrebbero anche telefonato ai miei genitori ..e sarebbe stato un vero disastro.

‘.’ho capito puttanella’.ti piace il cazzo vero ?

‘VERO ?’

‘si ..si ..è vero’ risposi singhiozzando
‘abbassati i pantaloni’ ordinò
Lo feci

‘abbassati le calze e le mutande a mezza coscia e mettiti in ginocchio’

Io ubbidii mentre lui si spostava ed afferrava una bottiglietta di vetro che c’era dentro al piccolo cestino dei rifiuti sotto al lavandino.
‘Piegati in avanti checca !’

Quando lo feci mi puntò il collo della bottiglietta sul buchino del culo e con l’altra mano mi tappo la bocca..
Spinse forte e mi fece entrare dentro tutto il collo della bottiglietta mentre mi stringeva la bocca per soffocare possibili urla.
Fù molto rude.e mi fece un male cane.

‘Non muoverti’tienila dentro’se te la fai scappare ti riempio di schiaffi’
Si mise in piedi di fronte a me, estrasse l’uccello e me lo infilò in bocca.
‘Non ho molto tempo quindi cerca di fare in fretta piccola bocchinara”

Mi afferrò per i capelli e mi impose il ritmo di un frenetico pompino.
Leccai e succhiai con gusto.. in fondo era quello che volevo ma la paura e i modi troppo rudi di quel bastardo mitigavano la mia eccitazione.
Aveva un uccello di tutto rispetto, non era lungo ma era molto largo.
Nonostante stessi subendo una sorta di stupro godetti nel succhiarlo. Era tanto tempo che non lo facevo’ che buon sapore..

Sentivo il collo della bottiglietta dentro il mio culo e inizia a muovere il bacino su e giu in modo da ficcarmela più a fondo
L’uomo gemeva come un animale,’si sii siiii ssiiiii ‘ti sborro in bocca frocetto disse ansimando mentre mi teneva ferma la testa e scaricava un enorme carico di sperma dentro di me.
‘Bevi tutto stronzetto’bevi bevii’

mentre io inghiottivo ‘ vedevo che l’uomo a causa dell’intensità dell’orgasmo aveva le gambe molli e sembrava tramortito.

A quel punto ebbi un riflesso inaspettato e senza pensarci approfittai di quel suo momento di debolezza. Mi tolsi la bottiglietta, mi tirai su con un solo gesto le mutande e i pantaloni e aprendo precipitosamente la porta mi lanciai fuori dal bagno ma l’uomo fu più veloce di me. Prima che riuscissi ad allontanarmi abbastanza riuscì ad afferrarmi un braccio e a tirarmi violentemente dentro al bagno dove rovinai a terra.

‘TE NE VOLEVI ANDARE ?!’ disse senza alzare troppo la voce ma con aria inferocita.
Non risposi
‘Io non ti ho detto che te ne potevi andare ,,,VERO ?! disse iniziando a colpirmi con una serie di schiaffi secchi al viso e al corpo.
‘Sei una stronzetta, ti insegno io come ci si deve comportare’
Cercavo di proteggermi con le mani dai suoi colpi’ ero in preda al terrore.
‘stai fermo li checca del cazzo’ ringhiò mentre estraeva il cellulare.

”.ciao Bruno’..’ esordì parlando al telefono ‘ho un piccolo problema’.puoi sostituirmi per una mezzora..non mi sento troppo bene””.no ..no..non. è .niente di grave ma mi devi fare il favore di sostituirmi per mezzora’. Ok ?……………….. perfetto”..grazie’..dopo ti spiego”ok ..a dopo’

‘ora troietta ho tutto il tempo di dedicarmi a te’ mi disse con un ghigno beffardo mentre mi afferrava per i capelli.

‘leccami le palle !’

Si calò i pantaloni e le mutande. ‘Su frocetto lecca !’ mi ordinò colpendomi con una manata alla testa. Mi veniva da piangere ma sapevo che era inutile’quel figlio di puttana ..ci avrebbe goduto ancora di più.
Iniziai a leccargliele come chiedeva. Poi mi infilò l’uccello in bocca.
‘Ti piace è …..frocetto rotto in culo’vero ?…VERO ?’

”si..si ‘ risposi

‘Non ho sentito ?…..cosa hai detto.. ?’

‘Si mi piace ‘mi piace’

..’ok’..ora voglio che mi supplichi di mettertelo nel culo”.e fallo per bene’ ordinò colpendomi nuovamente con una sberla.

‘…ti prego’ dissi timidamente ‘ mettimi il tuo uccello nel culo’
‘Fammi sentire la passione puttanella’non devi recitare” mi disse ringhiando.

.’..quel bastardo era odioso ma mi stavo eccitando”

” la prego signore’.mi rompa il culo’ ..me lo infili tutto dentro’.mi piace tanto”
Dissi queste parole in tono molto effeminato passandomi la lingua sulle labbra e l’uomo reagii immediatamente. Io ero in ginocchio, lui mi fece girare e appoggiare il busto sulla tazza del gabinetto, mi calò i pantaloni le calze a rete e il tanga e mi puntò la punta del cazzo contro il buchino.
‘zitta troia..non urlare’ora te lo affondo tutto nel culo fino alle palle’

Spinse con forza ma nonostante il suo uccello fosse durissimo il primo tentativo andò a vuoto.
Si sputò sul cazzo e poi lo fece sul mio ano. Spalmò la saliva e si rimise a spingere come un animale..
‘Allargati il culo puttana..che te lo sfondo’
Mi allargai le natiche con le mani e cercai di rilassarmi.
Sentivo il mio buchino contratto che tentava di allargarsi sotto le poderose spinte dell’uomo.. Mi faceva male ma in fondo mi piaceva’..adoro farmi inculare

Il mio desiderio di sentirlo entrare mi aiutò ad allentare e distendere i muscoli anali e concedermi senza resistenze alla sodomia.
Sentii la cappella del suo poderoso cazzo dilatare il mio ano e affondare lentamente dentro di me.
Dopo una violenta spinta del suo bacino Sentii quel palo caldo entrare dolorosamente fino ai ciglioni e un gemito incontrollato uscii dalle mie labbra. Aaaaaahhhhhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiii

‘zitta troia’zitta ‘ disse tappandomi la bocca con una mano.
Iniziò a tirarmi per i capelli e a pizzicarmi dolorosamente le natiche’.
Godevo della penetrazione ma soffrivo terribilmente per i suoi sadici pizzicotti.Mi torturò per dieci minuti poi ancora una volta dimostrò di non avere molta resistenza. Aumentò il ritmo e grugnendo come un cane mi riempì il culo di sperma.. Anche io godetti ‘anche se lui nemmeno se ne accorse.

Quando estrasse l’uccello dal mio culetto dilatato sentii lo sperma colare fuori lungo il solco e bagnarmi la sacca dei piccoli testicoli.

‘ora alzati che ti porto dal direttore ‘ disse malignamente
‘Ma avevi detto che”
‘zitta’ rispose colpendomi con una manata.

‘che figlio di puttana pensai’..che brutto pezzo di merda’.
Abbassai la testa iniziando a frignare.
Per terra c’era ancora la bottiglietta di vetro che mi aveva infilato dentro.

Suonò il suo cellulare. Lo estrasse dalla tasca e lo porto all’orecchio.
Decisi in quel momento che dovevo provare il tutto per tutto.. e quando l’uomo girò la testa afferrai la bottiglietta e lo colpii alla testa con tutta la forza che riuscii a trovare . La sentii andare in frantumi.

Mi gettai sulla porta del bagno la aprii e cercando di tirarmi su i pantaloni presi a correre per raggiungere le scale

‘Brutto figlio di puttana mi hai rotto la testa ‘ sentii che urlava.

Corsi come non mi era mai capitato prima, risalii le scale, mi tuffai in strada e continuai a correre fino a che non raggiunsi una fermata della metropolitana, vi entrai e mi diressi a tutta velocità verso i treni mischiandomi nella folla come meglio potevo.
Aspettando il treno mi sedetti su una panchina e cercai di riassettarmi gli abiti..
Le calze e le mutande da uomo erano rimaste nel bagno e non avevo modo di nascondere interamente le calze a rete che portavo.
La tuta era schizzata di sperma’. il culo mi faceva male e la bocca era ancora impregnata del sapore del cazzo di quell’uomo.

che figlio di puttana pensai ‘ aveva un bel cazzo ma era proprio un pezzo di merda”
Mi misi a riflettere su cosa dovevo fare ma una voce mi distrasse.

‘Ciao ..’che ci fai qui ?’
Alzai la testa di soprassalto e del tutto inaspettatamente mi trovai di Fronte Alex un mio compagno di classe, uno dei pochi con il quale avevo un minimo di dialogo e che non aveva mai partecipato ai sbeffeggiamenti nei miei confronti. Era un bel ragazzo alto con un fisico asciutto e uno sguardo seducente.
‘ci..ciao’ risposi con un sorriso imbarazzato.

Lukexxx
lukexxxypsylon@yahoo.it

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