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Racconti erotici sull'Incesto

1 – L’iniziazione

By 8 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

L’iniziazione

(Capitolo 1 dei ricordi descritti ne ‘Le relazioni affettive’ dove vengono riportati alcuni dei profondi, intensi ed appassionati rapporti d’amore intercorsi tra madre e figlio
nel corso di oltre un decennio)

Ricordo la prima volta che mia madre mi concesse di vederla completamente nuda e di toccarle quella meravigliosa fica circondata da una curata corona di peli scuri e quel desiderabile ed attraente sedere dai glutei tondi e sodi.
Fu l’estasi suprema e l’inizio di un percorso incestuoso iniziato nell’adolescenza e proseguito con intensa passione fino ad oggi.
Anche durante i primi anni della mia vita matrimoniale i rapporti d’amore sono proseguiti con continuità anche se con frequenza, purtroppo, sempre più ridotta. Ciò dovuto, non certo ad un affievolimento dei sentimenti d’amore tra mia madre e suo figlio, ma dalle nuove condizioni della vita familiare e di lavoro che non rendono facili tali rapporti.
Era un pomeriggio di una calda estate e, come avveniva fin da prima dell’adolescenza, mia madre ed io dormivamo uno accanto all’altra per il riposo pomeridiano.
Ricordo anche che, da bambino, spesso mi faceva dormire di notte nel letto matrimoniale tra lei e mio padre stringendomi tra le sue braccia accarezzandomi e stringendomi a se.
Di norma indossava una corta veste di cotone bianco e un paio di mutandine, sempre bianche, e un reggiseno minuscolo adatto alla sua misura.
Quel pomeriggio ero in canottiera e mutande mentre lei, così accertai dopo, era senza mutandine e senza reggiseno.
Da mesi seguivo tutti i suoi spostamenti in casa e, spesso, ero riuscito a spiarla quando andava in bagno per i bisogni o per farsi la doccia. Stranamente trovavo sempre la porta opportunamente socchiusa che aprivo quel che bastava per avere una visione più completa. Anche quando in camera da letto si vestiva, o svestiva, riuscivo ad ammirarla grazie allo specchio dell’armadio. Ogni volta che potevo ammirare le sue nudità andavo in estasi, diventando rosso paonazzo. Il pisellino si ingrossava ed induriva ogni giorno sempre di più e così restava anche per qualche tempo con conseguenti dolori testicolari. Mentre la spiavo avevo cominciato anche a scoprirmi il pisello provando a far scorrere il prepuzio in basso ma riuscivo solo a liberare la parte superiore del glande che si arrossava e, talvolta, sputava un paio di goccioline lubrificanti. Avevo visto un giorno quello di mio padre, di gran lunga più grande del mio e completamente scappellato, e non capivo come poter aprire anche il mio malgrado gli sforzi di abbassarmi la pelle del prepuzio.
Quel pomeriggio mia madre dormiva (o così mi sembrava) girata sul lato destro e le forme del suo corpo, in particolare dei suoi fianchi, mostravano in tutta la sua bellezza il sedere anche se parzialmente coperto dalla corta camicia da notte.
Io restavo supino ed immobile accanto a lei ed ero estasiato da quelle curve del corpo che le modellavano i meravigliosi glutei.
Sentivo di avere il pisello ingrossato per cui lo tirai fuori dalle mutande sperando che mia madre lo vedesse con l’ausilio dello specchio dell’armadio. Non successe nulla. Mia madre continuava a far finta di dormire sempre girata sul fianco. Allora mi tolsi completamente le mutande girandomi anch’io sul fianco in modo da avere un primo contatto fisico con il suo splendido sedere protetto appena da un lembo della camicia.
In questa posizione posizionai il pisello, che cominciava ad avere delle pulsazioni che non riuscivo a reprimere, al centro della piega dei glutei.
Non riscontrando reazioni mi convinsi che mia madre dormisse veramente e che non si era accorta di questo approccio. Rincuorato dal sonno cominciai a sollevare il lembo della camicia da notte in modo da scoprire completamente i sodi e rotondi glutei.
Con sorpresa e con grande piacere ebbi la conferma che quel pomeriggio mia madre non aveva indossato le mutandine per cui il sedere mi si presentava in tutta la sua bellezza e con gli splendidi glutei completamente scoperti.
Sbirciai più in basso dei glutei scoprendo che tra le cosce sporgevano alcuni peli scuri; sporgenza favorita anche per il fatto che una delle gambe era leggermente piegata verso il bacino.
Mi sembrava di svenire a quella vista anche perché avrei potuto toccare con la mano i peli sporgenti.
Tutte le volte che avevo spiato mia madre in bagno, o in camera, avevo sempre notato che davanti presentava un folto cespuglio di peli scuri non particolarmente lunghi e concentrati solo nella zona centrale. Adesso li vedevo da vicino e li avrei potuti anche toccare con le mani.
Ma non ebbi il coraggio di toccarli anche per non interrompere la visione e per non svegliare mia madre.
Mi ridistesi supino con un pisello duro e dritto. Mia madre continuava a far finta di niente. Presi coraggio, pensando che tutt’al più mi sarei preso un rimprovero o uno schiaffo, posizionandomi più in basso sul letto in modo che, girandomi sul fianco, il mio pisello si sarebbe potuto facilmente inserire sotto i glutei all’imbocco delle cosce e tra i peli sporgenti.
Così mi accinsi a fare cominciando ad inserire lentamente il pisello duro tra le cosce di mia madre accostandomi completamente con il bacino ai glutei.
A questo punto notai che la gamba superiore si alzò leggermente per facilitare l’inserimento del pene dandomi la conferma che mia madre non dormiva affatto ma che, al contrario, aspettava proprio questa mia iniziativa.
Rimasi gelato, il pisello ebbe un momentaneo rilassamento, e mi preparai alla reazione di mia madre la quale, invece, rimase ancora per un po’ in quella posizione stringendomelo fortemente tra le cosce facendolo, così, nuovamente indurire.
Infine si girò verso di me e, con un gran sorriso di compiacimento, mi disse:
– Vedo, anzi sento, che sei diventato sensibile al corpo femminile. Dopo avermi spiata in tutti questi mesi hai, finalmente, preso l’iniziativa di toccarmi. Vieni, da adesso dobbiamo iniziare una nuova vita e tu dovrai diventare un vero uomo in grado di soddisfare le voglie di tutte le donne. Io ti insegnerò tutto quello che dovrai sapere e come farle.
Così dicendo mi diede un gran bel bacio sulla bocca (era il primo bacio sulla bocca di quel genere che ricevevo da mia madre; ne sarebbero seguiti una infinità con maggiore intensità e piacere) e, sedendosi al centro del letto, si sfilò dalla testa la camicia da notte restando completamente nuda.
Completò la preparazione della prima lezione di sesso togliendo anche a me la canottiera.
Si ridistese al centro del letto divaricando le gambe in modo da mostrare la bellezza del suo basso ventre e del corpo intero con i suoi piccoli e morbidi seni dai capezzoli altrettanto piccoli ed appuntiti, il suo ventre piatto con un monte di venere ricoperto ed abbellito da un magnifico morbido ciuffo di peli scuri ben curato.
– Vieni, inginocchiati al centro delle mie gambe in modo da vedere meglio com’è fatto il sesso di una donna.
Non me lo feci ripetere due volte e subito mi insinuai tra le sue meravigliose cosce con il pisello che ricominciava ad allungarsi ed indurire. Mi madre iniziò con le mani a spostare i peli centrali della fica in modo da farmi vedere bene le grandi labbra che subito allargò per scoprire quelle più interne che davano l’accesso alla vagina.
– Ecco, queste sono le grandi labbra, quelle più piccole ed interne sono le piccole labbra che proteggono l’ingresso alla vagina. Ricordati che tu sei venuto alla vita uscendo proprio da questa parte del mio corpo. Quando sarai più grande e vorrai mettere al mondo un figlio dovrai prima inserire in questa cavità lo sperma che ti farò vedere come far uscire dal tuo pene. Questa è la zona di maggior piacere per la donna che dovrai stimolare inserendo il tuo bel pisello. Questa piccola escrescenza, posta subito sopra la congiunzione delle piccole labbra, prende il nome di clitoride. Manipolandola come sto facendo adesso riesci a farla uscire dalla pelle che la copre e a farla indurire. La pelle che la ricopre si chiama prepuzio proprio come la pelle che ricopre il glande del tuo pisello e che ti scoprirò tra poco. Con l’indice e il pollice la devi portare allo scoperto così come sto facendo adesso. Vedi come si è indurita e allungata diventando turgida per la manipolazione?
– Si mamma, sei stupenda! Posso toccarti? Posso baciarti i peli?
– Certo che puoi, anzi devi! Ti devi abituare a toccarmi in questa zona e dovrai pure inserire le tue dita nella vagina in modo da prender confidenza con il sesso femminile e conoscerne tutte particolarità. Adesso la chiudo e lascio a te la prima esplorazione del sesso di tua madre.
Mi chinai sul suo ventre cominciando a baciare e leccare i peli pubici e quelli attorno alla grande fessura centrale.
Ripetendo le indicazioni di mia madre aprì le grandi labbra baciandole con voluttà una alla volta, proseguii, quindi, con l’inserimento dell’indice dentro la vagina accorgendomi che cominciava ad essere particolarmente umida.
– Bravo figliolo, procedi così che già mi stai facendo eccitare. Inserisci insieme all’indice anche il medio. C’è spazio per ambedue. Così ”. Bravo! Adesso esci e rientra più volte. Bravissimo ”.. vedo che impari facilmente. Adesso prova a scoprirmi la clitoride così come ti ho fatto vedere prima. Dopo riprova ad entrare con la lingua dentro le piccole labbra, troverai la vagina molto più bagnata di prima.
Seguendo le sue indicazioni inserii ripetutamente l’indice ed il medio; quindi, impiegando l’indice ed il pollice della mano destra cominciai a far uscire la punta del clitoride che, con piccoli movimenti su e giù, diventò dura e turgida. Le iniziali piccole dimensioni diventarono, con la manipolazione continua delle dita, sempre più grandi raggiungendo una lunghezza di più di un centimetro. A questo punto mi venne spontaneo avvicinare il viso e prendere in bocca l’escrescenza succhiandola e mordendola leggermente con i denti stando ben attento a non provocare alcun dolore in mia madre che, sorpresa dalla mia iniziativa inaspettata, mi mise le mani sulla testa in modo che non interrompessi l’attività intrapresa e che l’avrebbe portata al primo orgasmo prodottole dal figlio adolescente. Così avvenne. Volle farmelo anche verificare invitandomi ad ispezionare nuovamente la vagina con la lingua in modo da verificare la maggiore lubrificazione e gustare il sapore del suo umore vaginale.
– E’ bellissima ed hai un sapore meraviglioso che non dimenticherò mai. Tutte le donne hanno questo sapore?
– No, ognuna lo avrà diverso e distinguerai anche quelle che si lavano dopo aver fatto la pipì e quelle meno pulite che mescolano il residuo della pipì con gli umori vaginali. Te ne accorgerai subito. Ti farò provare il diverso sapore su me stessa la prossima volta che mi leccherai e mi farai venire. Adesso fermati un poco e stenditi su di me.
Poggiai il pisello ancora duro sul suo ventre e la testa tra i seni che cominciai ad accarezzare, stringere e baciare. In particolare le presi in bocca prima un capezzolo poi l’altro notando che, leccandoli e baciandoli, si erano appuntiti ed induriti.
– Anche questa è una zona erogena per le donne; da qui dovrai iniziare quando comincerai i giochi erotici con le tue amichette e poi con la fidanzata. Inizia sempre da qui; mai dalla fica. Alla fica dovrai arrivare solo dopo aver fatto eccitare la donna con la manipolazione del seno. Vedo, comunque, che impari con grande facilità e sai già come far eccitare la donna per farla venire rapidamente. Bravo figlio mio, non ti credevo di così facile apprendimento! Ma adesso vediamo in quali condizioni si presenta il tuo pisello che lo sento già abbastanza duro per iniziare una eventuale prima ispezione vaginale. Mettiti supino come stavi prima di inserirmelo tra le cosce. Fatti vedere bene da vicino.
A malincuore mi alzai dalla posizione distesa che avevo sul corpo di mia madre e mi misi supino con il pisello eretto.
Mia madre lo prese delicatamente in mano, lo baciò ripetutamente in ogni parte e cominciò a scappellarlo riuscendo a scoprire, però, solo una parte del glande. Si fermò in quanto notò una certa espressione di dolore nel mio viso.
– Hai un bel pisello, anzi un bel pisellone come lo chiamerò da oggi in poi, che promette uno sviluppo interessante! Però il prepuzio si presenta alquanto stretto per cui dovrò procedere piano piano. Vedrai che la mamma riuscirà ad aprirtelo completamente in un paio di volte. Mi è capitato già una volta con un ragazzo ben più grande di te che non voleva farsi circoncidere. Piano piano sono riuscita a scappellarlo. Ancora oggi mi è riconoscente e, ogni volta che mi incontra, mi chiede sempre di ripetere l’intervento cioè mi chiede di masturbarlo come si usa dire. Fino a qualche tempo fa lo accontentavo saltuariamente ma ormai è grande e può farsi masturbare da sua moglie.
– Mamma chi è questo ragazzo ? Lo conosco ? Abita forse nel palazzo?
– No, non lo conosci. E’ molto più grande di te e si è sposato recentemente. Proviamo adesso con un lubrificante che è anche un disinfettante naturale.
Così dicendo avvicinò la bocca alla punta del pene bagnandolo con molta saliva. Riprese, quindi, l’opera di scappellamento con lenti ma continui movimenti di stiramento del prepuzio verso la base del pene. La saliva aveva favorito la lubrificazione ma non era sufficiente. Io stringevo i denti sperando che il supplizio finisse presto. Mia madre si decise, quindi, ad inserire in bocca tutta la punta del pene già scoperto continuando a tirare in basso la pelle del pisello. Con la lingua teneva sempre lubrificata la parte del glande che massaggiava anche con movimenti rotatori della lingua che lenivano in parte il dolore per il piacere che mi procurava. Piano piano la parte scoperta aumentava ed era arrivata quasi alla fine dove la base del glande si ingrossa dovendo simulare la cappella di un fungo. Mia madre, non volendomi procurare altro dolore, decise di sospendere l’attività.
– Domani ci riproveremo, vedrai che nel giro di qualche giorno riuscirò a scappellartelo tutto e con successivi esercizi questo supplizio sarà solo un ricordo e potremo dedicarci a migliorare le tue prestazioni. Devi comunque provare a scoprirlo quando è a riposo e fai la pipì. Chiamami quando dovrai urinare proverò io stessa. Essendo più piccolo e morbido ci dovrei riuscirci senza procurarti troppo dolore. Per oggi basta. Hai appreso anche troppo. Alzati e vestiamoci; io devo uscire per un appuntamento di lavoro.
Terminò così questo primo giorno di esperienze sessuali con mia madre.
Il giorno successivo ero subito tornato da scuola con grande trepidazione e desideroso di riprendere le lezioni. Finito il pranzo mio padre uscì per andare al lavoro (lavorava in genere il pomeriggio) ed io corsi in camera da letto spogliandomi completamente ed aspettando l’arrivo di mia madre disteso sul letto.
Mia madre entrò nella camera ancora tutta vestita e, vedendomi sul letto nudo, sorrise compiaciuta dicendomi:
– Ti sei già preparato per ripassare la lezione di ieri? Hai provato a scappellarti prima di fare la pipì? Perché non mi hai chiamato? Ci sei riuscito da solo?
– No mamma, ho ancora un leggero dolore e non ho il coraggio di forzare l’uscita del glande. Devi riprovarci tu.
La mamma cominciò a spogliarsi togliendosi il vestito e restando solo con le mutandine e il reggiseno. Venne verso il letto e si sdraiò accanto a me. Le mutandine, questa volta, erano più piccole del solito e quasi trasparenti in quanto si intravedeva tutta la peluria scura del sesso e i rotondi e sodi glutei erano quasi completamente scoperti. Strano ‘ pensai – che mio padre gli consenta di indossare indumenti così ridotti. Comunque era bellissima e la sua vista cominciava ad avere effetti sul mio pisello che iniziò ad allungarsi e a indurirsi.
– Mamma perché non ti spogli completamente come ieri? Anzi fai provare a me. Voglio essere io a toglierti il reggiseno e le mutandine. Sapessi quante volte ho desiderato spogliarti!
– Lo so che ti eccitavi ogni volta che mi spiavi! Ti ho sempre lasciato la porta opportunamente socchiusa per farti vedere il mio corpo. Stai proprio correndo figlio mio; sei impaziente di concludere le lezioni e ripetere quanto già appreso. Se ti fa piacere, spogliarmi! Così metterai in atto quello che avrai fatto tante volte con il pensiero quando mi spiavi in bagno o in camera da letto.
La strinsi tra le braccia baciandola in bocca e, sollevatole le braccia, sganciai il fermo posteriore del piccolo reggiseno che sfilai dalle braccia gettandolo sulla sedia ai piedi del letto.
Cominciai a baciarle i seni e a succhiare i piccoli capezzoli che subito si indurirono appena li presi in bocca. Continuai a baciarla scendendo verso il bacino passando per l’ombelico. Dai fianchi le presi le mutandine con le mani abbassandole fine all’inguine; infilai le mani dietro i glutei per completare l’abbassamento delle stesse e, contemporaneamente, mia madre sollevò il bacino per facilitare l’operazione. Completai l’abbassamento sfilandole dalle gambe che sollevai una alla volta. Mia madre era nuovamente completamente nuda davanti ai miei occhi ed io mi riposizionai tra le sue gambe come la prima volta sdraiandomi sul suo corpo in modo che potesse sentire il mio pisello eretto che gli premeva sul bacino. Mi baciò teneramente in fronte ed anche sulla bocca inserendomi la lingua alla ricerca di un contatto con la mia. Restammo abbracciati per diversi minuti.
– Sdraiati supino! Devo risolvere prima il tuo problema altrimenti non possiamo procedere con le lezioni di sesso.
Così dicendo mi fece rotolare da sopra il suo corpo e stendere supino accanto. Girandosi sul fianco mi prese subito il pene in mano baciandolo tutto e ricominciò ad aprirlo procedendo con lenti e delicati movimenti su e giù lubrificandomelo continuamente inserendolo ripetutamente in bocca in modo che la saliva aiutasse a completare lo scappellamento. Il piacere di tenerlo in bocca a mia madre superava il leggero dolore che ancora mi procurava questa attività. Ogni tanto si fermava ed osservava il progresso che stava ottenendo. Ormai si trattava di pochi millimetri in quanto il glande era quasi completamente venuto allo scoperto. Mia madre era molto soddisfatta del risultato. Si fermò per riposarsi consentendomi di baciarle nuovamente la fica e di introdurle l’indice ed il medio nella vagina leggermente umida.
– Oggi ti sei lavata dopo aver fatto pipì? Vorrei provare il sapore della tua vagina misto alla pipì come mi hai promesso ieri.
– Si, mi lavo sempre! Ma voglio accontentarti. Aspettami, vado a far pipì e torno bagnata. Così valuterai la differenza.
– Aspettami, mamma, vengo anch’io in bagno perché voglio vedere da dove esce la pipì in quanto ti ho sempre vista seduta sulla tazza da lontano senza capire come avviene esattamente .
– All’età tua sei già uno sporcaccione, figlio mio! Comunque vieni in bagno che ti faccio vedere da vicino e ti faccio anche sentire quanto è calda.
Ci alzammo dal letto e, prendendomi per mano, mi portò in bagno; si sedette sulla tazza allargando bene le gambe dicendomi di inginocchiarmi davanti a lei ed inserire una mano sotto la fica senza toccarla. Subito un getto di urina calda uscì dall’orifizio uretrale posto subito sopra le piccole labbra. Finita la minzione attese alcuni secondi per far scendere le ultime gocce e si alzò senza asciugarsi. Mi disse di lavarmi la mano bagnata di pipì e tornammo a sdraiarci nel letto.
– Ora leccami le piccole labbra ed i peli bagnati e dimmi che differenza trovi.
L’odore agro di quelle gocce di urina ancora presenti sui peli, che asciugai con la lingua, mi inebriarono nuovamente facendomi eccitare ancora di più. Il sapore dell’umore vaginale misto ai residui di pipì era sicuramente più forte ed intenso di quello che avevo gustato il giorno prima ma era ugualmente eccitante.
– Mamma sei meravigliosa! Anche l’odore ed il sapore della pipì mi manda in estasi. Non so dire quale sia migliore. Ma forse si, preferisco leccarti dopo che hai urinato senza asciugarti!
Mia madre, felice di questa mia decisione, mi fece nuovamente stendere e ricominciò l’attività interrotta decisa a portarla a buon fine nel più breve tempo possibile anche perché doveva uscire per il solito appuntamento di lavoro.
– Mamma, ma di che lavoro si tratta? Posso venire con te ? Non ti darò fastidio.
– No caro, non posso portarti con me. Devo andare da sola. Quando sarai grande ti spiegherò.
Riprese in bocca il mio pene, quasi completamente scoperto, e cominciò a farlo entrare ed uscire con continuità tirandomi con le dita la pelle di copertura del pene e massaggiandomi il glande scoperto con la lingua. Il piacere superava sempre il dolore. Ad un cero punto si sfilò il pene da bocca e, impugnatolo con una mano, mi diede un colpo deciso e veloce verso la base del pisello. Il glande era finalmente tutto uscito ed il prepuzio tutto stirato verso la base. Mia madre diede un segno di evidente soddisfazione.
– Finalmente anche con te ci sono riuscita! Ti ho scappellato completamente questo bel pisellone. Hai sentito dolore figliolo?
– Si ma solo leggermente in quanto il piacere è stato superiore. Come si chiama questo che mi hai fatto?
– Si chiama fellatio, volgarmente pompino, se praticato con la bocca, o sega se si utilizzano le mani. Adesso dovrai migliorare l’elasticità del prepuzio procedendo a segarti con le tue mani. Io ti aiuterò la mattina, quando tuo padre ancora dorme, ed il pomeriggio dopo il pranzo come oggi. Per adesso te lo massaggio nuovamente con la lingua per lasciartelo pulito e lubrificato.
Lo prese, quindi, nuovamente in bocca e cominciò a spompinarmi con maggiore intensità e passione facendomi uscire le prime gocce di un liquido giallognolo ed appiccicaticcio che, mi spiegò successivamente, non era ancora sperma ma solo lubrificante.
Terminata con soddisfazione l’operazione di scappellamento del pene del proprio figlio si alzò, si infilò le mutandine e il reggiseno che le avevo tolto e andò a scegliere nell’armadio un vestito adatto all’appuntamento di lavoro che aveva detto di avere.
Entrò in bagno lasciando la porta completamente aperta dicendomi:
– Da oggi ci conosciamo intimamente, non c’è più bisogno che mi spii di nascosto. Puoi venire ad assistere alla mia preparazione.
Il terzo giorno cominciò svegliato dal piacere che mia madre mi stava procurando per avermi preso con una mano il pisello (ancora moscio) per controllare il regolare scappellamento procedendo ad aprirmelo completamente con una mano. Raggiunta l’erezione se lo infilò in bocca succhiandolo appassionatamente. Infine lo sfilò dalla bocca e, presolo con una mano, cominciò a masturbarmi stando ben attenta a non toccare il glande con le dita. Terminata la sega con l’uscita di diverse gocce di liquido gelatinoso baciò il pene invitandomi ad alzarmi per andare a scuola chiedendomi:
– Ti è piaciuto il risveglio ? Te lo ripeterò anche domani, e dopodomani e così via’.tutti i giorni fino a quando mi dirai di smettere.
Dopo il pranzo, e l’uscita di casa di mio padre, fu mia madre a prendermi per mano e portarmi in camera da letto invitandomi a spogliarla:
– Adesso spogliami nuovamente come hai fatto ieri!
Le sbottonai il vestito facendolo cadere per terra, le sganciai il reggiseno che posai sul comodino; quindi la girai ed iniziai a far scendere le mutandine (simili a quelle di ieri ma di colore diverso) prendendole dai bordi laterali in modo da scoprire subito i meravigliosi e sodi glutei; le scesi fino a terra ed alzai prima una poi l’altra gamba per completare lo spogliarello.
Subito cominciai a baciare ed accarezzare i glutei con ambedue le mani passandole ripetutamente nella piega fino al buco del culo che massaggiai più volte senza provare a violarlo. Quindi, sempre da diedro, le infilai due dita nella fica già umida; girai mia madre, spostai i peli che circondavano la fica, le aprii con i pollici le grandi labbra che baciai ripetutamente e iniziai a succhiarle la clitoride che subito si indurì e fuoriuscì dal prepuzio.
– Vedo che con i preliminari sei diventato molto bravo! Adesso sdraiamoci sul letto che la lezione di oggi dovrebbe essere per te molto interessante.
Inizialmente ci posizionammo supini con lo sguardo al soffitto senza dire una parola; quindi mia madre mi prese una mano stringendomela amorevolmente. Mi girai sul fianco e con la mano libera cominciai a massaggiarle i seni stringendo i capezzoli con delicatezza fino a sentirli diventare piuttosto duri; il mio pisello, ormai eretto, si appoggiava e premeva sulla sua coscia.
– Posizionati sopra a me come la prima volta ed allargami le gambe. Vedo che il tuo pisellone è pronto al gran passo.
Le allargai le gambe, mi inginocchiai davanti il suo meraviglioso sesso e mi sdraiai sul suo corpo stando ben attento che il pisello, o pisellone come ormai lo chiamava mia madre, premesse sulla selva di peli e i testicoli sulle grandi labbra leggermente già aperte (forse anche per le gambe divaricate). Mia madre mi prese la testa e la strinse al suo seno che baciai nuovamente. Dopo alcuni minuti di silenzio mi disse:
– Ora inizia ad inserire il tuo pisellone dentro di me come hai già fatto con le dita; ma inizia piano piano in modo da avvertire gli effetti della penetrazione e l’apertura delle piccole labbra che avvolgeranno il tuo bel pisellone. Vieni ti aiuto inizialmente io.
Con l’indice ed il pollice mi prese il pisellone, lo scappellò interamente e posizionò la punta del glande al centro delle grandi labbra.
– Adesso entra piano piano. Io ti facilito l’inserimento piegando le gambe per puntellarmi. Adesso è tutta tua. Entra figliolo. Non aver paura. Proverai un gran piacere per il calore della vagina e per l’accoglienza che riceverà il glande completamente scoperto e l’asta del tuo pisellone.
Seguii i suoi suggerimenti procedendo all’inserimento in vagina di tutto il mio pisellone che non trovò alcuno ostacolo ma si indurì ancora di più per il calore delle pareti della vagina già sufficientemente lubrificata. Rimasi così fermo non sapendo cosa fare. L’istinto mi diceva di uscire e provare a rientrare ma rimasi fermo con le mani che stringevano ambedue i seni di mia madre.
– Vedo che ti sei bloccato. Adesso ti guido nuovamente io. Esci lentamente e rientra subito con un bel colpo di reni. Ecco così” bravo! Ripeti nuovamente il movimento. Bravo! Un’altra volta con più decisione! Bravo”..così! Ripeti ancora con sempre maggior velocità fino a quando non ti dirò di smettere o tu ti sentirai venir meno l’erezione. Bravo” Bravo” Ancora”’ Ancora”. Con più forza’.. Più veloce”..Più veloce”. Adesso un colpo di reni più forte che puoi” Bravissimo’..! Adesso fermati che mi hai fatto raggiungere l’orgasmo. Senti come è bagnata? Sei riuscito a far uscire qualche goccia dal pisellone? Dalla durezza credo proprio di no. Se ti piace restami dentro fino a quando vuoi.
Rimasi dentro fermo per qualche minuto, poi ripresi ad entrare ed uscire più volte senza aver più bisogno dei suoi suggerimenti sulla frequenza e velocità da assumere. Mia madre era sfinita perché ogni volta che ricominciavo lei raggiungeva l’orgasmo. Alla fine fu lei a distendere le gambe e a togliermi il pisellone dalla fica sfinita e bagnata oltre l’inverosimile.
– Nessun giovanotto è mai riuscito a farmi raggiungere tanti orgasmi in una sola volta! Neanche in gioventù! Chi l’avrebbe detto che ci sarebbe riuscito mio figlio e per di più alla prima esperienza! Sei veramente molto bravo! Diventerai un gran chiavatore! Ma prima dovrai essere lo stallone di tua madre! Ti amo come non mai, figlio mio! Con la pratica diventerai sempre più bravo e la nostra intesa più profonda. Nessuno ci dovrà dividere anche se avrai tante ragazze e se ti sposerai quando sarai più grande. Io ti accoglierò sempre con passione ed amore, figlio mio! Le nostre scopate non avranno niente a che fare con quelle che farai con le tue future fidanzatine. Purtroppo non posso darti un figlio. Adesso fermiamoci e riposiamoci . Oggi non devo lavorare per cui adesso ci andremo a fare una bella doccia e poi usciremo assieme per andare a prenderci un bel gelato. Te lo sei veramente meritato.
Ci alzammo e ci dirigemmo verso il bagno; entrammo nella doccia assieme e cominciammo ad insaponarci in ogni parte. Mia madre mi toccava in ogni parte del corpo come quando mi faceva il bagno da bambino.
Io cominciai ad insaponarle le spalle, quindi il petto stringendole i seni ed i capezzoli, quindi il ventre e la fica ricoperta di peli , quindi passai al sedere accarezzandolo e passando le mani ripetutamente nella fessura dei glutei arrivando a massaggiare con cura l’orifizio dell’ano che rispondeva con piccole contrazioni al mio tentativo di violarlo. Poiché mia madre accettava con piacere di essere solleticata in quella parte decisi di infilarle la prime due falangi dell’indice non trovando alcuna resistenza.
– Fermati figliolo quel buco lo esplorerai quando sarai un po’ più grande. Per il momento limitati alla fica. Sarò io a dirti quando potrai penetrarmi da dietro ed inserirmi il tuo pisellone nel culo. Solo pochi maschi hanno avuto la facoltà ad entrare e tu, presto, sarai tra questi fortunati e, ti prometto, sarai anche l’ultimo a violare il mio lato B.
Si divincolò dalla presa e cominciò a lavarmi il pisellone scappellandolo ormai con facilità spiegandomi:
– Ricordati che lo devi sempre tenere ben pulito lavandoti con l’acqua specialmente dopo un rapporto sessuale; il sapone, se non specifico , potrebbe arrecarti qualche infiammazione. Devi fare come sto facendo io; lo scappelli completamente e passi le dita sotto la corona della cappella in modo da togliere eventuali residui. Specialmente se ti accorgi che si sta formando la cosiddetta ‘ricottina’. Se dovesse accadere pulisciti subito con un detergente specifico per la zona. Potrai usare, se vuoi, il mio che trovi sempre sul bidet. Oggi non lo uso perché sei mio figlio e il tuo pisellone ha avuto contatti solo con la mia fica che tengo sempre ben pulita e sterile. Quando andrai con altre donne, anche se credi di conoscerle bene, mi raccomando lavati subito per bene. Eviterai così qualche fastidiosa infezione. Adesso usciamo ed asciughiamoci.
Ci asciugammo per bene (mia madre volle anche spruzzarmi il suo profumo sul pene dopo essersi profumata la fica), ci vestimmo e quindi uscimmo per andare a prenderci un gran bel gelato nella più famosa gelateria della città.

Segue nel racconto ‘Il coraggio di amare la propria madre’ , Cap. 2 de ‘Le relazioni affettive’.

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