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Racconti erotici sull'Incesto

Agata e il suo riscatto

By 3 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando aveva 10 anni i suoi genitori si erano divorziati. Agata era andata a vivere con la madre e il padre, che viaggiava molto per lavoro,lo vedeva assai raramente.
Dopo pochi mesi dal divorzio, la madre di Agata aveva conosciuto un vedovo. Dopo un anno che uscivano insieme questo nuovo compagno venne a vivere con loro, portando con se il figlio,Alfredo,coetaneo di Agata. Da quel momento per Agata cominciò il supplizio. Infatti il ragazzo godeva delle più premurose attenzioni da entrambi i genitori, non solo perché orfano di madre, ma quando non ce la faceva a studiare,quando soffriva di acne giovanile, quando non si trovava bene con la professoressa,quando non aveva abbastanza spazio per se,quando suo padre non lo considerava abbastanza,quando lo considerava troppo . . . insomma aveva mille problemi, molti dei quali però non erano indifferenti ad Agata,poiché lei stessa li riscontrava nella propria vita. Però lei non doveva mai lamentarsi, era obbligata ad andare bene scuola, a frequentare il corso di danza impostole dalla madre, e in pratica a sottostare a tutte le esigenze di Alfredo, che con il fatto che aveva perso la madre,le passava avanti in tutto. Come se Agata non fosse meno in crisi per la propria situazione. Non che fosse orfana di padre, ma comunque non lo vedeva ormai da molto tempo, e inoltre aveva risentito moltissimo del repentino cambio di vita, dal momento del divorzio a questo di una nuova convivenza. Sarebbe stato allora opportuno che entrambi i genitori si accorgessero che entrambi i figli avevano bisogno della stessa quantità e qualità di attenzioni e cure. Ma non fu così. Agata fu spesso costretta a sacrificarsi per dare spazio e luce ad Alfredo, e sua madre non la considerava nemmeno quasi per scambiare le frasi necessarie alla convivenza. Mai un complimento,mai un incitamento. Agata era nell’ombra. Crescendo le cose peggiorarono. Alfredo a 18 anni divenne un atletico giocatore di rugby, bello come il sole, alto, con degli occhi color nocciola e i capelli corti biondi mossi, un atteggiamento spavaldo e affascinante. Agata non era invece una bella ragazza. Esile,minuta, non molto alta, con i capelli corti rasati, gli occhi grandi neri e a pesce, che strabuzzavano, un naso aquilino molto pronunciato e delle labbra inesistenti quasi, e lentiggini sparse su tutto il corpo. Alfredo era un ragazzo sportivo poco portato allo studio. Agata invece era un genietto, le riuscivano bene tutte le materie,in particolare la matematica,la fisica e la chimica. Alfredo aveva un sacco di amici che non si risparmiava di portava spesso e volentieri a casa,invadendola con il loro caos, molte di più le ragazze che di solito intratteneva in camera sua. Agata invece non aveva molti amici, solo una ragazza quasi identica a lei, che si chiamava Annalisa. Entrambe appassionate dello studio, soprattutto in comune avevano la dedizione per la matematica. Questo era il sottile equilibrio che regolava la famiglia di Agata,ma poi le cose cambiarono.

Un giorno mentre studiava, le bussò alla porta Alfredo. Agata fu stupita da quella visita e lo salutò sgarbatamente. Ma Alfredo non se ne accorse neanche. E cominciò a parlarle.
‘ senti . . . lo so che io e te non ci siamo mai degnati neanche di uno sguardo e facciamo vite separate, che non corre tra noi affetto, ma quasi odio e ripugnanza, però ecco io scendo sul campo di guerra con un offerta di pace o perlomeno di tregua. Infatti mi trovo in un bel guaio. E . . . ho bisogno del tuo aiuto. ‘
Agata rimase stupita di quel discorso e la sua attenzione si fece più viva e interessata.
Alfredo riprese dopo una pausa effetto ‘ ecco vedi, lo sai che quest’anno abbiamo gli esami, ma io rischio di essere bocciato o di passare con 60. Come ben sai, mi ci vorrà una votazione maggiore se voglio entrare in corpo militare come allievo ufficiale, che la &egrave mia aspirazione più alta. Ho bisogno che tu mi aiuti a studiare, che mi aiuti a conseguire un voto più alto. E non potrei trovare persona più adatta di te,lo sai, hai anche partecipato allo stage estivo dell’Istituto superiore Sant’Anna di Pisa, dove avevano selezionato da tutta Italia i più bravi studenti, a chi potrei chiederlo se non a te?’
Agata pensò subito a come far tornare questa cosa a suo favore.
E infatti gli rispose così ‘ Senti Alfredo, io non ti aiuterò così per nulla,voglio qualcosa in cambio. . voglio che tu mi faccia uscire con uno dei tuoi amici, il più carino che non sia fidanzato’
Alfredo fece per replicare, cercando di spiegarla come non fosse semplice comandare i sentimenti delle persone etc ma Agata subito le rispose pronta ‘ non credere che non ci abbia pensato. Non mi importa come ti procurerai il benestare di un tuo amico,pagalo, promettigli quello che vuoi, ma io voglio uscirci e far si che ci vedano insieme a scuola in atteggiamenti diciamo . . intimi, come se fossimo veramente fidanzati’.
Alfredo aveva pensato di gabbarla, di riuscire a fregarla senza che lei le chiedesse nulla in cambio, non pensava che desiderasse qualcosa, e poi nientemeno che una cosa come questa. Ma doveva riuscirci.
Pochi giorni dopo,si presentò nuovamente da Agata e le comunicò che avrebbe avuto l’appuntamento desiderato. Come ci era riuscito?
Aveva pagato la più bella prostituta della via per farci rombare l’amico in questione. Più volte.
Allora il suo amico cedette.
I due uscirono un pomeriggio insieme, un fiasco totale, e il giorno dopo la baciò nei corridoi della scuola per almeno ogni cambio dell’ora, e così fece per altri pochi giorni. Poi tutto si concluse. Invece continuavano gli incontri di studio di Alfredo e Agata.
Presto però Agata si accorse che ciò che le era stato dato non le bastava più.
Un pomeriggio mentre erano nella camera di lui a studiare,lei cominciò a svestirsi. Aveva indossato per l’occasione un completino di pizzo nero, e non si riteneva pi così brutta, aveva un bel seno, non era grassa ed aveva un culo sodo. Forse era troppo ossuta,ma nel complesso,’scopabile’. Alfredo non capì subito che voleva la sorella. Ma quando la vide sdraiarsi, accarezzarsi tutta e slacciarsi il reggiseno, non ebbe più dubbi. La sorellina acquisita non era bella, ma aveva un atteggiamento da troia che lo fece arrapare. Soprattutto quando si tolse anche le mutande e le mostrò la sua figa rasata, che prese a masturbare, titillando il clitoride, lì tranquillamente davanti a lui. Poi si infilò un dito nella figa e uno nel culo, e si scopò così, fermandosi prima di venire. A Quel punto sbottonò i pantaloni di Alfredo e lo prese in bocca,leccando con la lingua solo la cappella. Poi con le dite scorreva tra le palle e l’ano, e prese a leccare anche li, e sulle palle, e poi lo prese in bocca di nuovo e lo spompinò,alternando invece a sole leccate con la lingua invece che succhiare. Ma smise prima che il fratello venisse. Si mise a pecorina e gli disse ‘fottimi nella figa e nel culo’. Alfredo mai prima d’ora aveva scopato una delle sue ragazze nel culo. Era eccitatissimo, anche perché non aveva mai scopata una ragazza a pecorina. Sua sorella era una gran troia. Allora prima adagiò il suo cazzo nella figa, scopandola con foga,dando dei colpi profondi e secchi,quasi violenti. In casa non c’era nessuno e risuonavano solamente i lamenti goduriosi di lei. Bagnata,calda e eccitata. Prima di venire,Alfredo sfila il cazzo e invece lo poggia sull’ano dove cerca di spingerlo, ravana con le dite e infine lo spinge e finisce di sfogare il suo piacere in lei,nel suo ano. E’ troppo soddisfatto,non aveva mai scopato così e mai avrebbe creduto di farlo così con lei. Sperò che a lei non bastasse quella sola scopata. E infatti.
Agata si volle spingere oltre. E gli disse: ‘ non devi vergognarti della tua sorellastra, e per dimostrarti il perché, dovrai invitare tre dei tuoi amici per far si che nessuno pensi più che io sia brava solamente a studiare’.
Alfredo non credette a ciò che aveva sentito. Gli stava proponendo un’orgia o qualcosa di simile. B&egrave, si disse fra se, questa volta non sarà difficile convincere i miei amici.
Infatti in un altro pomeriggio in cui si trovarono da soli, senza genitori, si presentarono quattro giocatori di rugby nella sua camera.
Continua . . . nel secondo capitolo

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