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Racconti erotici sull'Incesto

Amante di mia madre.

By 23 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il compleanno di mia madre e sapevo che non sarebbe stato uno dei suoi giorni migliori. Aveva divorziato da papà pochi mesi prima e sembrava veramente depressa. Avevo solo 18 anni e come tutti i ragazzi della mia età ero piuttosto squattrinato ma ci tenevo molto a farle qualcosa di speciale.
Così, dopo la scuola andai in giro per i negozi con un mio amico. Girai moltissimo ma tutto quello che vedevo era troppo costoso per le mie tasche, perfino camice e accappatoi erano al di là della mia portata.
Mentre afflitto passavo tra gli scaffali di un grosso magazzino una commessa mi chiese se poteva essermi d’aiuto.
“Sto cercando qualcosa di bello per mia madre ma non ho molti soldi”
“Quanto prevedi di spendere?”
“25mila… &egrave tutto quello che ho.”
“Uhm… vediamo… che ne diresti di un bel paio di mutandine?”
“Ma &egrave mia madre, non posso comprarle le mutandine!”
“Sciocchezze, a tutte le donne piacciono le mutandine di pizzo.”
“beh… non so…”
Mi prese per mano e mi portò al piano di sopra, al reparto biancheria intima.
Mi mostrò diversi modelli, tutti molto
graziosi di diversi stili e colori. Poi ne vidi un paio bianco con un gradevole motivetto di fiori rossi.
“Queste sono davvero carine.” disse tenendole su.
“&egrave vero. Però non saprei aiutarla molto per la taglia…”
“&egrave più magra di me o…”
“credo sia un pò più in carne… non molto però. forse di una taglia”
La commessa sorrise “Queste vanno bene, allora.
“Per lo stile, che preferisci?”
“Stile?”
“Lascia stare, vieni con me.”
Mi condusse in uno spogliatoio e si alzò la gonna.
“Ti piacciono così?”
“S..sono splendide… a mamma piacerebbero…”
“Costano seimila lire l’uno.”
“Bene, ne prenderò quattro paia.”
“Colori?”
“Uhm… direi, bianche, azzurre, rosa e quel nero sexy, ok?”
“Benissimo, tua madre sarà molto felice di ricevere tutte queste mutandine.” disse mentre preparava la confezione regalo e la imbellettava con un bel nastro.
Pagai e uscii. Il mio amico mi stava aspettando fuori e quando mi vide, un pò annoiato, mi chiese cosa avessi comprato.
“Uh… ah, qualche vestito.” dissi.
Sulla via del ritorno non feci altro che pensare a quella commessa che con tanta disinvoltura mi aveva mostrato le sue mutandine.
Tornai a casa circa un’ora prima che mamma smontasse dal lavoro e decisi di preparare da
mangiare.
Non mi andava di vederla cucinare anche il giorno del suo compleanno così mi misi subito al lavoro.
Spaghetti, insalata, una bottiglia di vino… che altro? La torta, accidenti! Quella non l’avrei di sicuro trovata, così rimediai con alcuni dolci che disposi ad arte su un vassoio e ricoprendoli di glassa.
Avevo ancora qualche minuto di tempo, faceva un caldo umido molto fastidioso, così andai in camera mia e mi tolsi i jeans.
Sentii i passi di mamma avvicinarsi alla porta così andai a salutarla con un abbraccio.
“Ciao tesoro. Com’&egrave andata la giornata?” chiese
“A me benissimo, e a te?”
“Oh, anche a me. Le ragazze mi hanno preparato un pranzo di compleanno.”
“Davvero? Ok, allora siediti e aspettami.”
“Dolcetto, non posso. Devo preparare la cena.”
“A quello ci sto pensando io. Tu rilassati.”
“Stai cucinando tu?”
“Si. Tutto sotto controllo.”
“Beh, e qual’&egrave il menù” disse ridendo.
“Insalata e spaghetti in salsa magica!”
“Salsa magica? E che cos’&egrave?”
“Questo &egrave un segreto!”
“D’accordo, d’accordo! Visto che hai tutto sotto controllo la tua mamma ne approfitta per qualche minuto di dolce far niente!”
“Ottimo!”
Tornai in cucina mentre lei andò in camera sua. Quando ne uscì indossava un paio di mutandine bianche e un vecchio reggiseno.
Rimasi un paio di secondi ad ammirare le sue magnifiche proporzioni poi, quandi si sedette sul
divano, le portai un vassoio col vino.
“E questo cos’&egrave?”
“Vino per lei, madame”
“Cavolo, non sapevo di avere vino in casa.”
“Era nel frigo…”
“Grandioso… questa &egrave la serata delle sorprese!”
“Non hai ancora visto nulla, mamma.”
“Davvero?”
“Abbi fiducia, bimba.”
“Va bene. Il capo sei tu.” disse con un leggero sorriso.
Mi sistemai accanto a lei, a guardarla mentre beveva, incredibilmente sexy.
Desiderai vederle le tette.
“Mamma, ti giri un minuto?”
“Perch&egrave?”
“Fallo e basta.”
Fece spallucce e si girò. Portai le mai alla sua schiena e le sganciai il reggiseno.
Mamma non disse nulla e lasciò tranquillamente che glielo togliessi.
Vidi le sue mammelle dondolare, dolcemente libere.
“Non ti senti meglio ora?”
“Si, non capisco perch&egrave mi ostino ad indossarlo ancora. Odio gli indumenti che stringono.”
“Vuoi sfilarti anche le mutandine? Dopo tutto &egrave il tuo compleanno e perciò devi indossare l’abito di compleanno!”
Mamma rise. “Si, hai ragione. Avvicinati e abbassami le mutandine!”
Mi inginocchiai tra le sue gambe, uncinai con le dita l’elastico degli slip e appena sollevò il culo dal cuscino, gliele tirai via.
Le guardai la vagina. Aveva le labbra spesse e rosee e un ciuffetto di peli molto curato. Le diedi un bacio sulla pancia poi presi la sua biancheria intima in mano.
“Queste me le regali, mamma?”
“E’ tutto tuo, angelo.”
Andai nella mia stanza, posai i trofei della serata e mi tolsi i boxer.
Quando mi vide tornare in soggiorno completamente nudo smise di bere per un istante e mi fece un tenero sorriso.
“Ti sei messo comodo anche tu, vedo.”
“Eh… si. Spero non ti dispiaccia”
“Oh, no. E’ tutto a posto, non ti preoccupare.”
Riempii di nuovo il suo bicchiere e mi sedetti al suo fianco.
Non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue tette, dai grandi capezzoli marroni che avrei tanto voluto toccare; mentre parlavamo del più e del meno mamma iniziò a tenere le cosce sempre più larghe e in mio cazzo si irrigidì in pochi secondi.
Mamma me lo accarezzò.
“Sei sicuro che il tuo pisellino non si senta trascurato?”
“E’ tutto il giorno che &egrave così.”
“Da quand’&egrave che non ti masturbi?”
“Qualche giorno…”
“vuoi un pompino?”
Ero atterrito. Non potevo credere che mia madre si fosse offerta di succhiarmi il cazzo.
“Lo desidero tanto, mamma… ma solo se non ti da fastidio…”
“non devi nemmeno pensarlo. Sbocchinarti sarà una gran gioia per me.”
Così dicendo si inginocchiò e iniziò a leccarmi l’asta poi senza perdere tempo se lo infilò in bocca e lo succhiò vigorosamente.
Il mio cazzo sentiva la gola di mamma come casa sua. Non era mai stato così bene e io mi persi
nell’oblio dei sensi, evitando qualsiasi controllo, qualsiasi pensiero e l’orgasmo mi travolse quasi all’improvviso, schizzando tutto in bocca a mia madre.
Ingoiò tutto il seme e mi leccò il cazzo fino a lucidarmelo poi si sedette nuovamente accanto a me e si versò dell’altro vino.
“Ti senti meglio?”
“si, mamma. sei stata bravissima.”
Continuammo a chiaccherare tranquillamente e quasi non mi resi conto che le stavo accarezzando una coscia.
“Dopo cena posso farti un massaggio, che ne dici?”
“Sarebbe meraviglioso, tesoro! Oddio, sei così buono con me…”
“Mamma, io voglio solo farti trascorrere un bel compleanno.”
“Ci stai riuscendo… grazie.”
Mamma mi baciò sulle labbra. Sentii il calore e la morbidezza della sua carne premere contro il mio corpo.
Le infilai la lingua in bocca ma lei mi batt&egrave sul tempo ed esplorò per prima il mio palato. Misi una mano sulle sue tette, le strizzai un pò i capezzoli e la passai sulla vagina.
Gliela accarezzai per qualche minuto, poi, col cuore in gola, le infilai due dita dentro e iniziai a stantuffare ma non volevo che venisse, così, a un certo punto, mi fermai.
“Non ti fermarehh… era così bello…”
“Continueremo dopo.”
“Ma io… ho bisogno di godere…”
“Abbi fiducia in me, mamma. Dopo sarà ancora più bello.”
Mi sorrise con uno sguardo che tradiva un’incredibile impazienza.
“Tutto quello che vuoi tu, figlio mio.”
“La cena &egrave pronta, signora.”
Le porsi la mano e la feci alzare dal divano portandola a braccetto in cucina. La feci sedere e le servii dell’altro vino.
Mangiammo e ci divertimmo tantissimo.
A un certo punto mamma perse l’appoggio di un gomito sul tavolo e gli finì una mammella nel piatto di spaghetti schizzando salsa dappertutto.
Cercò di pulirsi con un tovagliolo ma la fermai subito e mi offrii io di leccarle via la salsa.
A fine cena le chiesi se voleva qualcos’altro.
“Oh, no caramella! Sono piena!” disse mamma palpandosi la pancia.
“OK” mi alzai e andai in camera mia a sistemare una candelina sulla strana torta che avevo preparato.
Tornai in cucina intonando buon compleanno e la feci soffiare pensando a un desiderio, poi le mostrai il pacchetto regalo.
Mamma aprì la scatola e vide le mutandine.
“Sono bellissime! Grazie!”
“Oh, meno male. Mi sembrava così strano regalarti delle mutandine… &egrave stata la commessa a convincermi che le avresti gradite.”
“Sono perfette.”
“Provane un paio.”
Se ne infilò un paio e sembravano stargli alla perfezione.
Le palpai un pò il sedere fino a far aderire perfettamente il tessuto e poi gli tirai giù le mutandine. Ci abbracciammo e baciammo.
Andò a farsi un bagno caldo e quando uscì, io l’attendevo in camera sua per il massaggio.
Si mise a pancia in giù e lasciò che le palpassi tutto il corpo.
Quando la feci girare per copletare l’opera il mio cazzo era già durissimo.
“Mi fai sentire così bene…”
“Sono felice che ti piaccia.”
“Questo &egrave un giorno veramente speciale per me.”
“Ti amo, mamma.”
“Anch’io ti amo, piccolo.”
La baciai sulle labbra e con le mani le allargai le gambe.
“E’ bellissimo, figlio mio. Non ti fermare.” disse mentre con una mano mi accarezzava i coglioni.
“Mamma… tu prendi la pillola, vero?”
“No ma va tutto bene, tesoro.”
“Sei sicura?”
“Si. fottimi.”
Le diedi un bacino in fronte e le infilai il cazzo in vagina.
Me la chiavai con tutta la mia forza, cabiando posizione 5 6 volte finch&egrave capii di non poter più trattenere l’orgasmo, stimolai il suo clitoride per qualche minuto e quando urlò di piacere, scaricai tutto il mio sperma nell’utero materno.
Rimanemmo accoppiati e fermi finch&egrave il mio pene non si afflosciò del tutto, poi lei si alzò per andare in bagno.
Rimasi ad aspettare per un pò finch&egrave, non vedendola tornare, la raggiunsi.
Era sotto la doccia.
“Stai bene?” chiesi.
“Si dolcetto, sto bene. Mi sto lavando così se anche dovessi fare un bambino sarà solo perch&egrave così ha voluto il fato.”
“Posso aiutarti?”
“No, non &egrave necesserio. Va a letto, io torno tra un minuto.”
Quando entrò in camera da letto era più bella che mai, le feci posto tra le lenzuola e ci addormentammo abbracciati come due bambini.

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