Skip to main content

ANNA E VALENTINO
Avevo circa quindici, e mio fratello Valentino diciassette, quando cominciò a prendersi confidenze davvero esagerate e vergognose. La prima cosa che fece, un giorno che eravamo soli a casa, mi spinse sul letto e mi tolse le mutandine. Mi prese all’improvviso, non me lo aspettavo, mi ritrovai con tutte le mie intimità nude e lui che mi guardava dappertutto. Minacciai di dirlo ai nostri genitori, ma lui se ne infischiò. Dopo un paio di settimane ci riprovò, ma fu molto più pesante, mi aprì la figa e guardò fra le mie labbra nascoste, tirandomi il clitoride. Poi fece una cosa che non sapevo neppure che esistesse, si avvicinò con la bocca, prima baciò il mio fiore nascosto e poi mi leccò alzandomi le gambe e arrivando a toccare con la lingua il buchino del mio culetto. Non era finita, mi spinse sul letto lasciandomi supina e mi mise un dito nel buchino, con mia grande confusione, sentii vergogna, ma pure tanto fastidio. La cosa non finì lì, si avvicinò con il basso ventre, senza togliere i pantaloni, e si strofinò sulla mia fica. Mi aveva tolto le mutande e mi toccava, strizzava le natiche come se le impastasse. Non avevo il coraggio di parlare con i miei genitori, pensavo che la cosa prima o poi finisse, che tutto si limitasse a sole due volte. Non fu così, appena i miei genitori andavano al lavoro il pomeriggio, noi restavamo a casa per fare i compiti, lui mi prendeva, come un pupazzo e mi metteva sul suo letto. Era molto più grosso e più forte di me, mi toglieva le mutandine, e cominciava a toccarmi a mettere le dita nel culo, a guardare la mia figa. E poi un giorno, pure lui si tolse i pantaloni e gli slip. I nostri genitori avevano una gita aziendale, lavoravano per la stessa ditta e lui era certo di stare solo con me per diverse ore. Per la prima volta vidi come era fatto un uomo, aveva un cazzo non molto grande, ma aggraziato e fatto bene. Cercò di mettermelo in bocca e io mi divincolai. Lui si irritò e mi mise a pancia in giù e mi sculacciò con forza facendomi davvero male. Io continuai a girare la testa senza dargli la possibilità di toccarmi con il cazzo sulla faccia, poi non capii cosa succedesse, mi tenne sempre a pancia in giù e lui mi salì sopra. Sentii che strofinava il suo cazzo nel mio solco. Mi vergognavo da morire, ma che potevo fare? Mi puntò la cappella sul buchino, io capii la sua intenzione e raccogliendo tutte le mie forze, scappai nell’altra stanza dove mi chiusi a chiave. Valentino mi venne dietro e cercò di forzare la serratura, in camera c’era il telefono, ma all’epoca non esistevano telefonini e non sapevo come rintracciare i miei genitori. Gridai: “Stasera dico tutto ai nostri genitori” Mi credette e non solo andò via, ma per un bel po’ di tempo mi lasciò in pace. Io non lo guardavo, non lo salutavo era chiaro che ce l’avevo con lui. Pensavo e speravo che questa brutta storia fosse finita. I miei genitori ebbero un’altra situazione di lavoro che li tenne fuori casa per diverse ore. Tremavo un po’ ma pensavo che Valentino non si sarebbe azzardato dopo le minacce dell’ultima volta. Dalla mia stanzetta, dove facevo i compiti, sentii il campanello e una voce estranea. Non mi mossi, ma purtroppo si aprì la porta e comparve Valentino con il suo amico del cuore, compagno di scuola e abitante nel nostro palazzo. Non capii cosa volevano e li guardai con curiosità, fu un momento e i due mi presero facendomi alzare dalla sedia. Mi buttarono sul mio letto e questa era una lotta di due uomini e una ragazzetta che ero io. Valentino, che non mi sento di chiamare mio fratello mi portò con la testa sul cuscino e mi teneva bloccata per le braccia. Io scalciavo e il suo amico, cominciò a darmi colpi, fino a farmi star ferma. Poi mi tolse gonna e mutande. Mi sentii morire ero nuda dalla cintola in giù. L’amico mi guardava la figa e me l’apriva, dicendo a mio fratello: “Ma che bella cosina, sembra un frutto di mare, pochi peli, ma le labbra son cicciotte.” Bloccata da Valentino, con l’amico che mi teneva ferma le gambe, mi trovai con le mie intimità scoperte. Non avevo più nulla che mi coprisse dalla vita in giù e l’amico mi tolse la felpa. Ero ancora una ragazzina, non portavo reggiseno, ora ero nuda davanti ai due ragazzi, piena di vergogna. L’amico disse:” Pure il culetto è bello, cicciottello, e pure lui mi mise un dito nel buchino, ridendo con Valentino, che gli disse, “togliti, ora tocca a me” L’amico tolse il dito e Valentino con un dito cominciò a girare nel mio buchino, fece cenno all’amico che capì cosa volesse dirgli e spogliò del tutto. Poi mi prese per le gambe, toccandomi la figa, mentre si spogliava mio fratello che si avvicinò col cazzo alla mia faccia:
“Questa stronza l’altra volta non me lo ha voluto prendere in bocca.” E l’amico ridendo: “Voglio vedere se ci prova oggi” Avevo paura e vergogna, conoscevo quel ragazzo da quando era un bambino, perché mi faceva del male? Si avvicinò e mi mise il cazzo vicino alla bocca, mi scostai e loro mi misero a pancia in sotto. L’amico mi teneva le gambe, Valentino mi bloccava le braccia. Mi mise di nuovo il cazzo vicino alla bocca e io girai la testa, si fecero un segno e cambiarono di posto, l’amico sopra, Valentino si mise sulle gambe. L’amico, mi turò il naso e appena aprii la bocca mi mise il cazzo dentro. Mi era venuta voglia di morderlo, ma ho avuto paura della reazione:” Succhia troia o ti faccio il culo nero di botte e accompagnò le parole con violente sculacciate. Valentino era su di me, e sentii che toccava il mio buchino. L’amico mi incitava a succhiare e io lo feci, non avevo scelta. Poco tempo e mi sentii la bocca piena di un liquido vischioso, ma non fu la peggiore esperienza, Valentino continuava a massaggiare il buchino, io credevo con un dito, sentii un male fortissimo, da morire, e non finì lì, continuai a sentire dolore, pensai mi avesse messo dentro qualcosa, mi girai cercando di vedere, capii con disperazione, che mi stava mettendo il cazzo nel buco del culo. Mi misi a piangere, il dolore era tremendo, Valentino respirava forte, e diceva:” Che bello, non potevo immaginare che mia sorella avesse un culetto così morbido e bello” Io sentivo un dolore non solo nel buchino ma per tutto il corpo. L’amico disse:” Ora tocca a me, io vorrei la fica” Valentino disse – No deve sposarsi vergine” e risero tutti e due. Sentii il suo cazzo che diventava morbido: “Ho sborrato come un maiale” Disse Valentino e si mise sulle mie spalle. L’amico prese il suo posto e di nuovo sentii tanto dolore nel culetto. Il ragazzo gridò di piacere, in seguito capii che era venuto. Poi si rivestirono in fretta e scapparono fuori di casa. Mi alzai dal letto, ero tutta dolorante, andai davanti allo specchio dell’armadio, avevo la faccia piena di sperma, poi mi guardai dietro, avevo sangue e sperma che uscivano dal mio culetto. Aprii piano piano le mie natiche, il solco era sporco, soprattutto il mio buchino era nero, di sperma e sangue rappreso e si capiva, non era più lo stesso. Era un foro, bello aperto e profondo. Provai vergogna, ma non potevo fare nulla, mi chiusi in bagno e mi lavai, quando toccai il mio buchino lo trovai indolenzito, morbido, senza la solita resistenza, si capiva che era aperto e mi misi a piangere. La sera a cena tornarono i nostri genitori, come abitudine, io e Valentino apparecchiammo la tavola, lui passandomi vicino mi disse all’orecchio:” Ciao culetto rotto, due per volta, il mio amico lo racconterà a tutti” E rise sguaiato, senza alcun ritegno.

3
33
maruka monreal

Leave a Reply