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Racconti erotici sull'Incesto

Boy sitter 07.1

By 4 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

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Boy sitter 07.1

‘All’ora mamma, che dici?’
Stiamo tutti guardando mia madre che con occhi torvi non ci degna neppure di una risposta. Guarda il termometro, lo legge e scuote la testa. Brutto segno penso. Anche Pio sta sulla porta della camera in apprensione.

‘Solo 5 linee di febbre.’
Accarezza Sara sulla fronte spostandole la frangetta e le da un bacio. è il suo modo di dire ‘eccomi stai tranquilla’. Me lo ha sempre fatto anche a mè quando stavo male.

Mi spiace un poco osservare mia madre e ad avere pensieri peccaminosi, ma non possiamo non notare che non porta il reggiseno. I suoi globi perfetti e pesanti fanno fatica a non uscire dalla leggera vestaglia trattenuti solo da un bottone. La vista migliore se la gode Sara che essendo così vicina potrebbe quasi prenderle in bocca un capezzolo. Si raddrizza, mi guarda e indicandomi col dito:
‘Ora basta! Ho sopportato troppo e questo è il risultato. Sei qui per un lavoro e ne hai abusato. Se volete vivere da sposati mi sta bene, ma vi dovete sposare!!! Ma non prima di esservi laureati entrambi! Ma che vi ha preso? Siete forse dei selvaggi? Non siete più bambini e si capisce, ma i giochi da adulti si fanno anche con un minimo di criterio morale pure verso il prossimo. Insomma! Ma sono tre giorni che non ci lasciate dormire… Proprio da te non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Cosa può pensare suo fratello? Su, dimmi! Che diamine siete forse conigli? E c’è ne anche per te sai?!?!- Indicando Sara.- Ma l’ho fai apposta ad urlare sempre così!?!? Insomma, cercate di limitarvi… Chiaro!?!’

Mi passa di fianco come un toro inferocito. Non so se aver paura perché le sto guardando le tette ballare libere o perché mi debba aspettare una sberla, ma con il viso paonazzo esce di casa sbattendo la porta.
Resto nei miei pensieri a guardare Sara preoccupato. Sono sconvolto per quello che ci ha detto mia madre e per la sensazione che ho provato nel guardarle le tette. Mi chiedo se il suo volto fosse rosso di vergogna e non solo di rabbia.

‘Si è proprio sfogata.’ è Pio che rompe il silenzio.

‘Certo, ma la colpa l’abbiamo presa io e tua sorella. Mica sa che sei colpevole te quanto noi.’

‘Già figurati se l’ho venisse a sapere. Pensi che ci appenderebbe per i piedi?’

‘Per quelli forse no, ma per le palle penso proprio di si!’ Ribatte Sara e noi iniziamo a ridere e per quando abbiamo finito, i nostri nervi si sono decisamente rilassati. Sento come tutta la stanchezza e la tensione accumulata mi crollano sulle spalle e mi schiaccino.
‘Comunque per oggi basta ok? Riposo per tutti. E tu oggi ti dedichi a fare i compiti mentre io sistemo la casa.- Spingo Pio verso la sua camera.- Te invece, te ne stai tranquilla a letto almeno per oggi… Fammi vedere il bernoccolo? Certo che hai fatto un bel volo giù per le scale! Ma non potevi dirmi che ti sentivi male? Non saremmo scesi di sotto…’
Anche io la bacio sulla fronte, deformazione familiare penso. La bacio anche sulle labbra, appena un tocco leggero e la lascio sola chiudendo la porta alle mie spalle.

Sono intento a pulire la cucina che lo squillo del telefono mi fa letteralmente saltare. Sono arrabbiato per la mia stupidità. Se l’avessi staccato, Sara avrebbe dormito per tutto il pomeriggio. Poco dopo Pio mi si avvicina e all’orecchio mi dice sottovoce:
‘Ha chiamato l’amica di Sara. Ti ricordi della lesbica che ti avevo detto? Viene a trovarla più tardi.’

Sogghigno e non so bene perché.
‘Ok, bene.- Gli rispondo.- Sarebbe meglio all’ora farci trovare puliti.’ Strizzandogli un occhiolino lasciandogli intendere possibili sviluppi.

Subito non intuisce il doppio senso, ma dopo, con un ‘espressione di pura eccitazione mi sorride e va ad avvisare della telefonata sua sorella. In camera ora che si è svegliata la rassetto alla meglio. Sopratutto tolgo i preservativi usati da sotto al letto. Mi chiedo cosa avrebbe detto mia madre se li avesse visti, poi il numero… Porgo un bicchiere di the freddo a Sara e controllo la fronte.
‘Come stai?’

‘Meglio grazie.’ Mi rispondo cercando le mie labbra per un tenero bacio.

‘Sei tutta sudata. Forse sarebbe meglio che ti fai una doccia. Dai vai. Ho visto dei ghiaccioli nel frizer, su forza che dopo li mangiamo.’

L’aiuto ad alzarsi e mentre lei è in bagno, risistemo il letto cambiando le lenzuola. Quando abbiamo fatto il giro del bagno e della doccia per lavarci, ci mettiamo tutti e tre comodi sdraiati sul letto a gustarci il goloso refrigerio formato ghiacciolo. Quando una goccia biricchina cade su un seno di Sara, Pio si solleva su un gomito e prontamente lecca buona parte della tetta. Ci sorridiamo a vicenda ammiccando.
‘E meno male che ho detto oggi a riposo.’

‘Davvero?- Chiede con uno sguardo malizioso Sara.- Guarda mio fratello, è già eccitato. Io non ho mai smesso di bruciare e devo dirti che sotto la doccia, mi sono mancate le vostre mani e in quanto a te, vedo che lo hai già bello tosto.’

La mano si allunga e me lo impugna stringendomi il cazzo e io la guarda sorridente e leccando lentamente il ghiacciolo facendole intendere un gesto peccaminoso.

‘Ricorda… Non ti devi sentire in colpa. Quel che abbiamo fatto negli ultimi due giorni, è stato fatto solo perchè io l’ho voluto. Sia con te, che con lui… Ma quanti preservativi abbiamo consumato?’

Dal comodino apro la scatola e tiro fuori due condor.
‘Se la matematica non è un’opinione 18!’ Esclamo.

‘Contando anche le volte che vi ho bevuto e quelle fatte sotto alla doccia o addosso a mè a quante siamo arrivate?’

Resto interdetto qualche attimo a pensare e devo dire che la nostra performance è degna da veri tori da monta, da film porno.
‘Non ne ho idea, ma stai certa che abbiamo emulato e superato molti attori porno e qualche stallone purosangue.’

‘Non so come si sentono gli stalloni, ma a mè, fanno male tutti i muscoli.- Torna disteso con la testa appoggiata alla spalliera del letto succhiandosi il ghiacciolo.- Prima a stare seduto sul cesso avevo male anche al culo.’

‘Quello forse è perchè questa notte Sara ha voluto ricambiare il trattamento che gli hai fatto.’

‘Dammi torto, te che la scopi da sotto, l’unico buco libero rimasto era il culo… Non sapendo cosa mi avrebbe detto, l’ho chiavata solo col dito. Te ne che ne dici Sà?’

‘Penso che forse si potrebbe provare un giorno di questi. Io ho deciso che appena superate le vacanze prendo la pillola. Sono stanca di dover riprendere sempre da capo. Certo mi fa piacere, ma la sensazione di sentirmi totalmente libera e piena, mi eccita ancora di più e poi… Quando sento lo sperma salirmi nell’utero impazzisco di piacere.’

‘Fa controllare?’ Prontamente Pio scosta un lembo della camicetta che nella sua intenzione aveva indossato per rendersi presentabile all’amica.

‘Oramai le mutande sono un optional in questa casa.’
Le dice mentre passa un dito all’interno del solco della patatina. Dopo averlo annusato lo lecca gustandolo vistosamente come un somelier.
‘Buono! Più che calda direi bollente.’ Fa sgocciolare alcune gocce del ghiacciolo direttamente fra le labbra della vulva e ne rimango sorpreso tanto quanto lei che la sento gemere e sobbalzare. Il dito impertinente torna a solcare il taglio della patatina per poi tornare alla bocca.
‘Buonissimo così, sai?’

Lei sorride tutta soddisfatta ed eccitata. Riconosco il suo sguardo e le sorrido. Mi sposto per guardarla meglio e più da vicino fra le cosce:
‘Caspita! Hai le labbra rosse e gonfie, fammi controllare…’

Lei apre le gambe a squadra lasciandoci guardare beatamente lo spettacolo. Dopo aver inumidito il dito nella mia bocca lo inserisco piano all’interno della vagina.
‘E’ un forno!’

Cogliendo tutti di sorpresa, suo fratello appoggia il ghiacciolo direttamente fra le grandi labbra. Lei urla e sobbalza. Per l’improvviso spavento chiude le gambe bloccando il ghiacciolo e continua a scalciare e ad urlare come una puledra impazzita.
‘Mai sei impazzito?’

Riaperte le gambe e liberato il ghiacciolo, Pio se lo porta alla bocca. Compiaciuto lo lecca succhiandolo vistosamente ed emettendo mugolii di piacere.
‘Prova anche te dai. Senti che buon sapore.’

‘Posso?’ Chiedo.

La vedo ancora ansante e dopo qualche attimo, lei per tutta risposta, alza entrambe le gambe per appoggiarle sulle nostre spalle. Mi delizio dello stupendo spettacolo che si apre ai nostri occhi. Posso vedere chiaramente entrambe le grandi e le piccole labbra. Avvicino lentamente il ghiacciolo e senza toglierle gli occhi dal suo volto, appoggio il ghiacciolo e sorrido nel vederla sobbalzare nuovamente ed emettendo un nuovo strillo.

Lecco e succhio il ghiaccio, mentre lei alterna di tanto in tanto un massaggio sui nostri cazzi attraverso il tessuto degli slip o dei boxer. Dopo che anche suo fratello le ha fatto il trattamento al ghiacciolo, pure lei ha voluto sperimentare il gioco su se stessa ricevendo le stesse sensazioni.

Dalla posizione in cui siamo, osservo il clitoride duro e prominente. Il gioco varia e dopo aver leccato il ghiacciolo, passiamo direttamente anche sulla figa dove non ci limitiamo solo a leccarla, ma anche a succhiarla. Presto il gioco termina come i ghiaccioli finiscono e ci ritroviamo decisamente tutti e tre supereccitati.

‘Ragazzi…- Dice ansimando.- Scopatemi dai.. Ma voglio che mi venite in bocca.. Ho troppa voglia dai.. Non fatevi pregare sù…’ Strizza entrambi i cazzi nel suo pugno, con chiaro invito a doverla soddisfare.

Lascio che sia il fratello il primo a soddisfarla e prontamente si solleva in ginocchio e posizionatosi fra le sue gambe, affonda di colpo nella calda e accogliente figa il cazzo durissimo. La scopata è regolare e controllata. I lunghi e ripetuti esercizi di questa notte l’hanno maturato. I miei dubbi sulla sua resistenza e affidabilità sono svaniti e mentre la scopa, mi impossesso di un capezzolo e lo succhio.

Lei incomincia ad ansimare sempre più velocemente mentre con una mano mi prende la testa e me la stringe addosso a lei. I mugolii crescono di tono da parte di entrambi finché Sara con un urlo liberatorio, gode squassata da spasmi e tremolii. Pio prosegue imperterrito ancora per qualche attimo per poi soffermatosi e godere delle contrazioni della figa attorno al cazzo. Si estrae e con rapidità si posiziona all’altezza della sua bocca.

Le prende la testa con entrambe le mani e l’accompagna nel pompino dove Sara ingoia famelica il cazzo facendoselo scomparire completamente tutto in bocca. Quando ricompare è ancora lucido e bagnato, ma non più dei suoi succhi vaginali, ma di saliva. Passo la testa sotto alla sua gamba e incomincio a lapparle ancora la figa che ora sgorga nettare all’infinito. Vedo lei che tiene il cazzo di suo fratello con una mano e che ingoia mugolando mentre lui rigido si svuota le palle nella sua bocca. La sborrata è lunga e copiosa. Lascio che finisca di bere e posizionatomi anche io in mezzo alle sue gambe immergo il cazzo in lei.

Entro piano. Prima mi dirigo la cappella fra le grandi labbra dove la faccio scorrere lungo il taglio in modo che si inumidisca, poi la spingo dentro e come le piccole labbra vaginali mi si stringono attorno, mi fermo.

Il caldo che trovo mi colpisce direttamente alla testa dopo aver percorso per intero, vertebra per vertebra la colonna. Sospingo lentamente il cazzo sentendo ogni millimetro della sua calda umida vulva. Posso percepire ogni cellula della sua membrana e delle sue pareti vaginali. Sento di arrivare in fondo alla corsa, ma non rallento e continuo a spingere anche quando oramai capisco di aver toccato il suo bacino con il mio. Il clitoride schiacciato contro i nostri pubi, le invia una possente scossa che tremante, è costretta ad aprire la bocca per respirare e perde il contatto con il cazzo di suo fratello che le scappa dalla bocca.

Prendo le sue gambe e le posiziono sopra alle mie spalle e inizio a scoparla. Ad ogni affondo, la cappella la colpisce direttamente contro la membrana dell’utero e al collo della cervice. Ad ogni affondo lei urla e geme. Sento di essere arrivato alla fine della corsa e cerco di proseguire un altro poco con lei che trema e mugola. Non sapendo dove mettere le mani, si prende il cuscino alle spalle e stringendo i pugni con tutta la forza, la sento irrigidirsi. Trema… Urla.

Continuo a muovermi ritmicamente con lei che emette rochi gemiti e gorgoglii mentre continua ad avere ondate di caldo piacere. Lascio cadere le gambe per cambiare posizione e lei subito dopo le incrocia e mi attanagliano hai reni. Continuo senza fermarmi ad andare avanti e indietro, dentro e fuori alla sua palpitante figa. Pio si sta dedicando a leccare e a succhiare i capezzoli e a torcerli anche con le mani.

Le contrazioni della figa sono così forti che non mi aiutano a resistere. Ad un passo dal godimento mi estraggo velocemente. Prendo la testa con una mano mentre con la destra mi tengo il cazzo e glielo infilo in bocca. Non fa resistenze. Apre semplicemente le labbra per permettermi di sborrarle direttamente sulla lingua. Vengo copiosamente mentre lei sta ancora ansimando di piacere. Non aspetto che mi pulisca le ultime gocce sulla cappella o che ingoi tutto. La voglio baciare immediatamente e assaporare il mio gusto sulla sua lingua. Ansima ancora. Le narici si aprono ritmicamente per respirare velocemente. Si abbandona sul letto contenta e sorridente. Hai lati della bocca ha gocce di sperma che lecco e che assaporo.

Sudata e tremante, si addormenta ancora. I continui godimenti l’hanno sfinita. Anche noi non siamo da meno. Ci alziamo lasciandola tranquilla e andiamo a sdraiarci sui divani in sala. La cappella del cazzo di Pio è ancora paonazza e completamente scoperta. Io che sono invece circonciso, sono pure violaceo e dal meato fa capolino una goccia. Ci passo sopra il polpastrello del pollice e mè lo lecco. Poco dopo suonano alla porta. Cerco velocemente i boxer mentre lancio a Pio le sue mutande e apro rimanendo di stucco.

Già sulla soglia di casa, c’è la sua amica e mi sento un poco in imbarazzo.
‘Scu… Scusa per il mio… Per il nostro abbigliamento ma… Mi ero completamente dimenticato del tuo arrivo.’

Capelli corti a caschetto. Un top corto senza spalline che lascia scoperte spalle e pancia e che copre un paio di seni dondolanti e grossi. è evidente che non porta il reggiseno. Il suo abbigliamento termina con un paio di pantaloncini corti e molto aderenti e un paio di infradito hai piedi. Ricordandomi del racconto di Pio, mi domando se è anche senza mutande.

Ci presentiamo e continuo ad osservarla. Ha forme robuste, ma al contempo plastica. La faccio entrare e l’accompagno direttamente in camera dove Sara, senza ricomporsi, la riceve con la camicia sbottonata e con tutte le sue nudità in vista. Mi scuso nuovamente motivando le nostre libertà al caldo e cerco di sorriderle, ma penso di aver avuto un’espressione da ebete da come lei mi stava osservando. Le lascio sole mentre in cucina preparo due bicchieri di the freddo aggiungendoci anche del ghiaccio e quando arrivo, le sento parlare contente.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

Ultima correzione 31-03-10

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