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Racconti erotici sull'Incesto

Boy sitter 08.3

By 15 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Un consiglio, leggete prima i racconti precedenti
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=3383
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Nota:
Dovete assolutamente leggere i racconti precedenti che fanno parte della stessa giornata!!!
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=4498
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=18383

Boy sitter
Capitolo 8.3

Scendiamo le scale e la sorreggo come posso. Barcolliamo come fossimo due ubriachi. Lentamente, arriviamo alla macchina e vi saliamo, anche se dobbiamo fare poche centinaia di metri. Lei si accascia pesantemente sul sedile e io boccheggio per l’incredibile calura che ha reso la macchina un forno. Pur restando seduta, continua a lasciare le gambe aperte, esattamente come era in casa fino a qualche minuto prima.

La mini decisamente troppo corta, di un bel color pastello si è sollevata lasciando vedere distintamente il pube depilato e parte delle piccole labbra. Il top a fascia, verde e giallo della bandiera brasiliana, che non nasconde anzi, esalta il seno prosperoso e i capezzoli duri.
Attraverso il sottile tessuto sotto al giallo, si possono scorgere distintamente le areole con al centro i durissimi capezzoli. Si tiene la testa con la mano appoggiata alla portiera e gli occhi semi aperti ancora sognante.

Guidare con lei in quello stato non è facile e arrivati davanti alla porta di casa non si ricompone neppure, resta nella stessa posizione incurante se qualcuno la possa vedere dai terrazzi circostanti.
“La prossima volta che chiedo di scoparmi tutti… Non mi prendete alla lettera.”

Rido, pensando a quello che le abbiamo fatto.

“Tuo padre è divino.- Si stira allungando braccia e gambe.- Ha un cazzo nodoso che l’ho sento perfettamente bene… Tutto come entra… Mmmhhhh…” Stringe le gambe in preda agli spasmi di piacere che riaffiorano dalla figa e non solo dai ricordi.

“Sei fantastica.” Le rispondo, mentre la bacio affettuosamente sulla guancia.

“Ohhh. Come sono a pezzi.” Mettendosi seduta più composta senza minimamente far cenno di scendere e stirandosi come può le braccia e i muscoli.
Allunga una mano e mi palpa attraverso i pantaloncini. Ci baciamo lungamente, in cui anche le mie mani scorrono sulle tette invitanti e sulle calde e umide labbra della figa.
Quando scende, siamo erotizzati e frizzanti. Fatti i primi passi, quasi cade perdendo l’equilibrio. Ride, mentre si volta e mi guarda.
“Ho le gambe molli!”

Aspetto qualche secondo per osservarla entrare nel portone del palazzo e mi avvio ritornando verso casa sfidando la calura che sale dall’asfalto.

Entro in casa da mia madre e li vedo soli e taciturni a tavola a mangiare.
“E Pio? E Sara?” Chiedo

“Non sappiamo; li ho chiamati, ma non sono ancora scesi.”

Mi dirigo al piano di sopra e li vedo addormentati sul letto.
“Forza ragazzi, sveglia! Andiamo a mangiare.”
Li scuoto; aspetto qualche minuto che si vestono e poi li seguo al piano di sotto chiudendo la porta alle mie spalle.

Si mangia in silenzio. Tutti senza forze o voglia di fare qualche pur minimo spreco di energia.
Una volta finito, ci accomodiamo nel salottino, mentre mamma è intenta a lavare i piatti e ci stravacchiamo sui divanetti.

Lei mi si è seduta praticamente di fronte e noto con piacere lo spettacolo che mi sta offrendo a sua insaputa. Durante il pasto nessuno ha fatto caso a Sara semi vestita o nella sua semi nudità. Posso notare perfettamente come non porti le mutande e con la figa cui risaltano distintamente le labbra vaginali per come tiene divaricate le ginocchia. Anche il fratello, ‘Pio’, da come si è seduto posso vedere che sotto ai pantaloncini non porta nulla. Gli posso vedere perfettamente parte di una palla e la cappella del cazzo appoggiata sopra a questa.

Entra mia madre con il vassoio nelle mani e il caffè. Resto ad osservarla rapito dalle fattezze che si intravedono attraverso la vestaglia leggera in cui risaltano i grossi capezzoli bruni, esaltati dal candore della pelle. Beviamo nelle tazzine fumanti guardando distrattamente il telegiornale, ognuno immerso nei propri pensieri.
‘Avete voglia di gelato?’ Chiedo rompendo il silenzio.

Risponde solo Pio. “Se vuoi portaceli, ma non intendo schiodarmi.”

Ridiamo tutti e posso sentire anche i miei genitori ridere dalla cucina.
“Certo che noi siamo malconci, ma la tua amica Bea non si reggeva minimamente in piedi.”

“Mica solo lei. Ho la figa in fiamme.- Dice Sara passandosi un dito lungo il taglio della patatina, incurante che la possiamo vedere.- Ho le gambe come gelatina. Una stanchezza addosso che dormirei fino a natale.”

Ridiamo tutti. Il pensiero torna alla giornata di oggi. Tutti abbiamo assaltato abusando della disponibilità della nostra nuova amica. A turno ha voluto che la scopassimo e instancabilmente abbiamo eseguito.
Papa è stato il più prolisso. Dopo le prime spinte è andato avanti in modo regolare e continuativo come una macchina. La prima come è arrivato a casa, la seconda prima di uscire per andare al lavoro. Non ha mangiato molto ed ha pure preso una romanzina dal suo capo per il ritardo con cui è arrivato. Se mamma non gli metteva un dito nel culo penso che era ancora li a scoparla.
Osservo Sara, continua a leccarsi le labbra.
“A cosa pensi?” Le chiedo.

“Sto pensando a come sarebbe essere scopata per un ora di seguito con il cazzo di tuo padre..”
Si accarezza i capezzoli languidamente per sottolineare che l’idea le piace, la stuzzica.

“Vedi di darti una calmata o tornerai nuovamente a letto con la febbre.” Le rispondo sarcastico.

Mi guarda e sorride. “Allora dai che andiamo a dormire… Su, forza!”

Affrontare le scale in salita è stato un calvario. Ci spogliamo completamente nudi, come siamo soliti a fare e lei si mette in mezzo a noi. Ci accarezziamo a vicenda, mentre ci scambiamo teneri baci e questo ci erotizza. Noto il cazzo barzotto del fratello impugnato da Sara che lo accarezza senza muovere eccessivamente la mano alternandosi anche con il mio. Con la testa sul cuscino Morfeo ci prende uno dopo l’altro e ci accompagna nel suo mondo.
Mi sveglio in piena notte per spegnere la tele e proseguo imperterrito a dormire pur avendo il ginocchio dolorante.

Sento qualcuno alzarsi dal letto, ma non mi muovo. Gli occhi restano incollati; mi sento come se avessi tutti i muscoli bloccati. Dopo un tempo indefinito, l’aroma del caffé mi giunge alle narici e decido di aprire gli occhi e mettere i piedi a terra. Guardo il letto vuoto, incapace di formulare un pensiero. Vado in bagno zoppicante più del solito appoggiandomi contro al muro. Il ginocchio mi fa un male cane. In questa mattina più del solito. Passando davanti alla stanza dei ragazzi, vedo Pio seduto sul letto che si guarda i piedi, mentre si gratta la testa. Raggiunta successivamente la cucina dopo avermi lavato la faccia per svegliarmi giusto quel tanto che basta, vedo Sara ancora coi capelli arruffati seduta a mangiare.
“Buon.. Giorno..” Dice fra un boccone e l’altro.

Sbadiglio ancora e le sorrido. “Buon giorno!”
Presa una tazza di caffé mi siedo a tavola. Osservo compiaciuto i seni nudi e i capezzoli duri. Il pensiero corre a ieri e l’idea lubrica fa risvegliare il mio fratellino in mezzo alle gambe.
Mangiamo in silenzio e ci raggiunge suo fratello. Nudo com’è, la nostra attenzione viene attirata dal suo cazzo semi eretto. Questi è dritto in avanti come se indicasse la strada dove deve andare. Guardo Sara e ci scambiamo lunghe complici occhiate.

Lei è la prima a finire. Si stira allungando le braccia all’indietro facendo sollevare le tette e terminato, mi osserva. Il suo sguardo è languido e carico di desiderio.
Si solleva e avvicinatasi si siede a cavalcioni sopra di me, facendomi vedere la sua patatina carnosa mentre solleva la gamba. Ci guardiamo e il cazzo barzotto è bloccato fra le nostre pance.

Mi guarda compiaciuta e sorridente, mi abbraccia e ci baciamo. Le lingue si cercano, si trovano. Le labbra si spingono uno contro l’altro consumandosi reciprocamente. Si muove facendo ondeggiare lentamente il bacino. Si solleva e impugnato il cazzo lo dirige all’ingresso della sua patatina. è calda e bagnata. Si accascia di botto su di me. Emette un gridolino di piacere come sente la cappella farsi largo in lei. Si muove ondeggiando per sentire meglio la dura consistenza.
“Ma sai che sono 12 ore che non godo?”

Rido beffardo intento come sono a godermi le sensazioni che provengono dal cazzo.
“Ma sai che ho voglia di scoparti?”

Si solleva e discendendo pesantemente; emettiamo entrambi un gemito sordo. Si aggrappa al collo e puntati i piedi a terra, si muove sollevando il bacino consecutivamente. Scopiamo in questo modo lungamente, gemendo e uggiolando dando sfogo alla nostra insaziabile voglia di sesso, quando mi accorgo che le mani di suo fratello le stanno attanagliando i seni. I capezzoli bloccati fra le dita vengono tirati e sollecitati entrambi. Lo vedo baciarle il collo e la spalla mentre i capezzoli sono martirizzati dandole sempre più intense sensazioni.
Noi continuiamo senza cambiare ritmo e mi accorgo poco dopo che lei chiude gli occhi e si morde il labbro inferiore. Sorrido compiaciuto e presa per i fianchi, l’aiuto accelerando il ritmo della scopata.

Suo fratello ha spostato una mano da una delle tette per infilarle un dito profondamente nel culo. Posso percepire la dura presenza accarezzarmi il cazzo attraverso la membrana sottile interna facendomi impazzire di piacere.

Sara allarga la bocca segno indistinguibile che il suo orgasmo è molto vicino.
Esplode con un urlo roco vibrando tutta, mentre cerco di non perdere il ritmo della scopata che ora si è fatto frenetico e selvaggio.

Dopo alcune urla sovrumane, ha supplicato di fermarmi e l’accontento lasciando il cazzo sprofondato in lei. Respira pesantemente e come le convulsioni dell’orgasmo sono diminuite di intensità, si volta abbattendosi all’indietro contro il fratello e si baciano appassionatamente. La sento ancora sussultare e tremare di tanto in tanto come percepisco distintamente la figa fare piccole contrazioni attorno al cazzo. La sollevo e noto il cazzo e il pube tutto bagnato dai suoi umori.

Mi sdraio a terra sopra al tappetino e le faccio segno di venirmi sopra nuovamente. Pio ha sempre il dito piantato nel suo culo e la segue senza perderne il contatto. La vedo sorridere e impalatasi nuovamente sul mio cazzo incomincia a muoversi per sistemarsi meglio, mentre suo fratello poco dopo le si avvicina da dietro e l’ho sento farsi strada fra le mie gambe aperte. Non posso smettere di guardarle il viso.

Da un primo timore in cui al principio si morde il labbro, è passata a tenere la bocca aperta e gli occhi chiusi. Cerca di assaporare ogni sensazione, si abbandona ad ogni piacere che ne deriva.
Lo sfintere si allarga ad ogni successiva pressione costante del cazzo e lentamente la cappella entra superando lo sforzo dell’anello elastico. Coma la cappella è imprigionata all’interno dello sfintere, lei muove la bocca impercettibilmente come se stesse cercando di respirare mentre inesorabilmente e lentamente, il cazzo continua ad entrare in lei.

Sento distintamente il suo cazzo avanzare attraverso la membrana interna provocandomi intensi brividi di piacere.

Come lui si è fermato, lei inizia a respirare. Non si è resa conto, ma era rimasta per tutto il tempo in apnea. Si sente piena e trema per il piacere che ne deriva. è tanto presa dal piacere, che affonda le dite nelle mie spalle. Faccia e collo sono rosse per l’alto grado di eccitamento a cui è giunta. Mi accorgo che Pio è tutto dentro a lei, dal fatto che sento le sue palle solleticare le mie.
Proviamo a muoverci all’unisono, ma ci manca il ritmo e l’affiatamento.
Con le mani hai suoi fianchi cerco di darle il ritmo e in questo modo cerco di pensare ad altro o altrimenti esplodo godo immediatamente.

Troviamo il giusto ritmo e in un crescendo di piacere, i gemiti si fanno più acuti ad ogni affondo in cui i nostri cazzi spariscono completamente in lei. Sono al limite e stringo i denti. La guardo e ha il viso completamente stravolta dal piacere. Le tette sono attanagliate dalle mani del fratello e il ritmo si fa via, via più frenetico. è lei la prima ha godere e l’orgasmo le esplode dentro convulsamente.
Presa com’è da ambo le parti, non capisce più nulla. Si inarca, trema, urla come le ondate di piacere la scuotono nell’animo.

Continuiamo a scoparla senza sosta e senza diminuire il ritmo anzi, come il mio piacere lo sento montarmi, oltre a muoverla con forza, alzo il bacino in modo da spingere la cappella a colpirle l’utero e la cervice. Esplodo urlando e gemendo più forte di lei e poco dopo, anche Pio gode riempiendole le viscere di caldo e pulsante sperma.
Ansanti e sudati più che mai, ci lasciamo andare ad un abbraccio collettivo in cui mi schiacciano, ma non mi lamento. Sopporto stoicamente e mi delizio delle contrazioni della vulva attorno al mio cazzo.

Dopo molto, Pio si solleva e mi permette di respirare più agevolmente. Il cazzo l’ho sento ritirarsi e uscire e lei trema ancora convulsamente. Si sdraia sulla destra al nostro fianco e dopo molto, anche Sara si sdraia alla mia sinistra, usando come cuscino il mio braccio.
Il tempo scorre infinito e come ci solleviamo sui gomiti e ci guardiamo in faccia, ridiamo all’unisono.
“Che ne dite di prenderci una pausa e andarcene al mare?” Chiedo constatando che sono sudato marcio.

“Buona idea, ma dovrete portarmi in braccio, perché non riesco a muovere un muscolo.”
La guardo e trema ancora per il piacere intenso che ha provato.

Pio è il primo ad andare sotto la doccia e poco dopo lo seguo. Con il caldo che fa, non perdo tempo ad asciugarmi con attenzione e tornato in cucina, la vedo che è ancora sdraiata a terra.
“Dai alzati.” Le dico porgendole una mano.

“Sai che mi sento ancora la micia che freme?”

Sorrido e annuisco come noto chiaramente i piccoli spasmi di contrazione vaginali, ma anche lei ogni tanto e scossa tutta da un tremito.
Sollevatasi e dopo esserci baciati ancora, si dirige al bagno.

Dopo aver dato una riassestata alla cucina, mi viene in mente che ho il costume da bagno al piano di sotto in casa mia, ed esco senza vestirmi. Quando mi accorgo di essere nudo sono oramai in casa e mi dico che sono fortunato che non c’è mai nessuno nelle scale del palazzo. Chiudo la porta e mi do del pazzo. Se i miei vicini mi avessero visto in quel modo, avrebbero chiamato sicuramente la polizia.
Sono pronto che li aspetto in macchina quando li vedo raggiungermi. Hanno un passo stanco forse più del mio claudicante.

è tardi e parcheggiare vicino alla spiaggia è impossibile quindi opto per il vicino parcheggio a pagamento. Forse è anche la scelta più sensata per via del ginocchio dolorante. Lentamente camminiamo verso la spiaggia e una volta arrivati al chiosco veniamo salutati da tutti. Anche gli ospiti occasionali ci riconoscono oramai e con piacere saluto quelli ritornati dall’anno prima.

Passiamo una bella giornata al mare in cui i ragazzi si fanno vedere di tanto, in tanto, mentre io resto per buona parte del pomeriggio a dormire su una sdraio. Anche i ragazzi, pur essendosi messi sugli scogli, mi hanno confessato di aver dormito per molto tempo. A sera, quando oramai eravamo rimasti gli ultimi e dopo i saluti di rito, ci avviamo verso casa.

‘Andiamo a vedere come sta Bea?’ Chiede Pio sorprendendomi.
Gli sorrido e guardo allo specchietto retrovisore la sorella che annuisce col capo. Mi piacciono i suoi occhi verdi. Da quando ha preso un certo colorito bronzeo, anche i capelli le si sono schiariti e mi confesso fra me, che ne sono profondamente innamorato.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

Ultima correzione 15-04-10

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