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Racconti erotici sull'Incesto

Boy sitter 08.4

By 17 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Un consiglio, leggete prima i racconti precedenti
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Nota:
Dovete assolutamente leggere i racconti precedenti che fanno parte della stessa giornata!!!
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=4498
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=18383
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Boy sitter
Capitolo 8.4

Dopo aver lasciato il mare, ci dirigiamo verso la casa della nostra amica. Una volta arrivati, fortunatamente riesco a trovare un posto vicino al portone. Mi sento ancora i muscoli delle gambe a pezzi e pure i ragazzi hanno segni inequivocabili di stanchezza. Saliamo dopo aver suonato al citofono e lei ci apre completamente nuda meravigliandoci per l’inaspettata esuberanza.
“Ma non ti vergogni? E se non eravamo noi?”

“Vi ho visti arrivare e ho riconosciuto la macchina.”

Baci e abbracci. Palpatine vistose alle tette e al culo da parte di tutti noi contraccambiati civettuolamente con sorrisi e palpate anche da parte sua hai nostri gioielli.
“Arriviamo ora dalla spiaggia. La prossima volta vieni anche tu a farci compagnia; ci stai?’

‘No. No! Mi vergogno.”

Ci guardiamo esterrefatti e scoppiamo in una fragorosa risata.
“Ma.. Scusami.. Non trovo un termine appropriato, ma una troia assatanata come te, si vergogna di stare in costume?”

Sculetta, mentre ci precede in cucina.
“Ecco vedi… Non so, ma mi blocco.”

“Tranquilla da domani seguirai un corso accelerato fatto da mè e vedrai che il blocco sparirà!”
Ridiamo tutti e noto come le tette sobbalzano dando ancor più frenesia alle risate. Ci offre del tè freddo e notando l’asciugamano a terra sul balcone chiedo.
“è qui che prendi il sole?”

“Si.” Risponde, mentre ci porge i bicchieri da vera padrona di casa con tanto di vassoio.

“Ma con tutte queste case qui attorno non ti vergogni a stare nuda?”

Ride ancora.
“Ci sono abituata oramai.”

“Non voglio sapere cosa dicono i tuoi, ma la gente della zona non dice nulla?”

“Solo il tipo sopra di me rompe le palle tutti i giorni con dei bigliettini. Me li trovo tutte le volte che prendo il motorino. Non vede l’ora di scoparmi. è un maniaco segaiolo. Poi forse c’è il dirimpettaio. Vedi quella tapparella sollevata? All’inizio mi ha fatto la posta, poi un giorno, dopo averlo sorpreso a masturbarsi davanti alla finestra, gli ho scritto un bigliettino e da allora non mi ha più importunata. I miei invece partono la mattina e tornano a casa solo la sera. A parte un giorno la settimana di riposo lavorano sempre e poi, sai com’è d’estate, mai un attimo di pausa.”

Annuisco pensando al mio ginocchio e alla stagione mancata. Prendiamo posto attorno al tavolo in cucina e Pio non perde tempo, l’abbraccia e tirata a sé, la bacia; le palpa una tetta e scendendo le tocca la figa trovandola già umida. Vicino come sono, non posso non notare il luccichio che si spande dalle piccole labbrine divaricate dalle dita di lui e anche Sara osserva senza distogliere lo sguardo.

Continuano a baciarsi ancora lungamente fintanto che Bea prende l’iniziativa e si alza; sposta la sedia di Pio per farsi spazio e si china fra le sue gambe. Gli abbassa gli slip in cui il cazzo aveva formato un vistoso bozzo e afferratolo nel suo pugno, successivamente lo lappa e succhia con bramosia. Osservo eccitato e mi palpo il cazzo che si allunga mentre sento lui gemere di piacere al contatto di quelle labbra deliziose.

Si solleva, per poi sedersi a cavalcioni sulle gambe di lui dirigendosi al contempo la cappella nella calda e umida vulva. Mi tornano in mente sensazioni piacevoli in cui l’avevo sperimentato come loro in cucina e osservando Sara, la bacio per poi tornare a guardare lo spettacolo.
Bea si lascia cadere e il cazzo sparisce tutto in lei ed è sempre lei a cavalcarlo e a dare il ritmo alla scopata. Ad ogni sobbalzo le tette danno uno schiaffo sonoro accompagnato dai gemiti e dai mugolii di entrambi sempre più forti.

Posso solo immaginare cosa stiamo provando e prendo la mano di Sara stringendola nella mia. Desidero anche io poterlo fare, ma in quel momento ho voglia solo di godermi lo spettacolo di una sana scopata fatta da due teneri amanti.

è lui il primo a godere, riconoscendo i gemiti oramai caratteristici e famigliari e lei lo segue subito dopo, con sbuffi e urla. Sorrido nel pensare al caldo e bollente sperma che le si riversa fra le pieghe dell’utero. Oramai sfiniti, si abbandonano fra le braccia di uno dell’altro; ansimano e gemono stretti in unico abbraccio.

A noi inermi spettatori, lo show ci ha scaldato. Dopo averle accarezzato la coscia all’interno fino a raggiungere la vulva, me la tiro a me e mentre la bacio con passione la spoglio e la faccio sedere sul tavolo. Le guido i piedi facendoli posare sulle sedie al mio fianco e incomincio con il lapparle la figa cui la trovo vistosamente umida. Come la lingua giunge al clitoride, geme rumorosamente.
Senza altri indugi guido il cazzo fra le piccole labbra e dentro la figa calda. La scopo da in piedi prendendole le gambe e mettendo le sue ginocchia nell’incavo delle mie braccia. Geme sempre più forte piegando la testa all’indietro e quando gode, libera un roco e profondo urlo. Soddisfatto per averle dato piacere, continuo a scoparla fintanto che non le riempio l’utero con il mio caldo sperma in cui la sento ancora tremare e urlare per il godimento che le ho fatto provare nuovamente. Calmati gli animi, ci guardiamo tutti ansanti, sorridenti e sudaticci.

Dopo aver chiamato e avvisato i miei genitori che ci eravamo fermati a casa di Bea e quelli di lei che aveva noi come ospiti, ci mettiamo a preparare tavola e a cucinare restando nudi dopo che ci eravamo rinfrescati sotto al getto della doccia. Per tutto il tempo, le mani hanno continuato a viaggiare toccando e accarezzando una qualche parte del corpo cui attirava maggiormente l’attenzione mentre le bocche si consumavano in lunghi e caldi baci. Non eravamo solo noi maschietti attirati dalle nostre muse, ma anche fra di loro si sono deliziati in modo saffico, stuzzicando la nostra fantasia e voglia.

‘Bea, scusa se te lo chiedo. Visto che siamo diventati così intimi, mi piacerebbe sapere quando l’hai fatto la prima volta.’

Dopo aver bevuto un sorso di acqua, l’ho vista che è diventata rossa e guardando nel piatto come per vergognarsi.
‘Non me lo ricordo. Fin da piccola mi masturbavo. Con le amiche ho sempre legato poco, perché ero la cicciobombola del quartiere. Questo mi ha portata ad isolarmi completamente nel mio mondo. Crescendo, il corpo non ha mai diminuito di volume, anche se seguivo diete che mi hanno portata in ospedale. Avevo sentito parlare del sesso nei bagni della scuola da parte di alcune compagne e ho iniziato a cercare di interessarmi sempre di più documentandomi presso la biblioteca.’

‘Durante un estate, un cugino mi ha fatto vedere il suo ‘pisello’ con la proposta se io gli avrei fatto vedere prima la mia ‘cosina.’ Eravamo piccoli, ma mica poi tanto sprovveduti. Durò tutto pochi istanti e quella visione ha continuato a tormentarmi per tutta la notte. L’indomani speravo che lui mi chiedesse nuovamente di mostrargliela, ma invece mi ha chiesto se mi sarei spogliata. Quella inaspettata richiesta mi ha preso alla sprovvista e ho rifiutato categoricamente scappando e lasciandolo solo. Il giorno seguente come l’ho visto, gli ho detto subito di sì. Siamo andati dietro al capanno dove ci eravamo appartati la prima volta e una volta nudi, lui si è poi fatto una sega davanti a me. Per la mia prima volta, ho visto un ragazzo masturbarsi e capire anche cosa significava realmente il termine sega e anche schizzare lo sperma. Ero così intenta a guardare che i primi due schizzi mi sono caduti sul braccio e sulla coscia.’

‘Subito mi ero spaventata ritirandomi, ma poi mi sono ripiegata in avanti per osservare meglio ancora. Ho guardato lui che era tutto rosso in volto e gli ho sorriso, perché aveva lo stesso colore della cappella del cazzo. Successivamente e inspiegabilmente, ho raccolto con le dita quello che mi era caduto addosso e dopo averne annusato l’ho leccato. Aveva un gusto che lontanamente mi ricordava il latte di capra.’

‘L’indomani sono stata io a invitarlo a spogliarci nudi e avevo intenzione di fargli vedere quello che avevo imparato dai libri e che alcune volte avevo messo in pratica. Ho iniziato a masturbarmi di fronte a lui e poi lui ha contraccambiato segandosi nuovamente. Per quasi tutta l’estate, una volta al giorno ci soddisfacevano così, poi un sera parlando seduti in cima all’albero, si siamo chiesti su come fosse e cosa si provasse a fare la tecnica della scopata.’

‘Non ridete. è proprio così. Avevamo usato il temine, ‘tecnica della scopata.’ Comunque… Chiedere hai nonni non ci sembrava il caso, cos’ì la sera, chiusa nella mia camera, mi sono seduta con uno specchio davanti alla figa e l’ho osservata bene. Allargate le gambe, ho notato il taglio della mia piccola farfalla. Sapevo il nome tecnico di ogni organo, ma non avevo mai sperimentato la scopata. Mi piaceva sì, masturbarmi, ma non era quella gran cosa che dicevano. Ho iniziato ad accarezzarmi e a inserire un dito dentro e percepivo un caldo umido poi, un brivido mi ha percorsa tutta e sentivo come delle scosse intense percorrermi la colonna vertebrale ed esplodermi nella testa. Non sapevo cosa fosse, ma mi piaceva la sensazione che stavo provando e un poco intimorita, ho continuato ad accarezzarmi il clitoride con il palmo della mano mentre al contempo mi infilavo un dito nella vagina.’

‘Per la prima volta ho sperimentato il mio primo orgasmo. Ho goduto tanto forte che mio nonno è venuto in camera a controllare poco dopo. Fortuna che l’ho sentito arrivare così ho potuto infilarmi a letto sotto al lenzuolo appena in tempo.’

‘Quella scoperta mi ha lasciato sconvolta. Mi sentivo come se avessi fatto una corsa durante l’ora di ginnastica, ma al contempo volevo riprovare se percepivo ancora lo stesso piacere. Avevo paura che il nonno tornasse in camera e mi sono addormentata con la voglia addosso. Al mattino nel nostro posto segreto ne ho parlato con Luigi e mi ha chiesto come e cosa avessi fatto e ha voluto osservare da vicino. Fino a quel giorno, mi ero masturbata in piedi come lui, ma dopo aver goduto, le ginocchia non mi sorreggevano e mi sono dovuta sdraiare a terra. Lui ha controllato e guardato attentamente per poi eseguire la stessa operazione imitando i miei gesti. Le sue mani tremanti e gentili mi hanno portato in breve al limite; ero così tanto eccitata e desiderosa di sperimentare ancora quel piacere che gli ho chiesto di continuare a masturbarmi e lui ha proseguito facendomi godere subito dopo.’

‘Purtroppo, la malattia della nonna ci ha diviso l’indomani, altrimenti sarebbe stato lui il mio primo uomo invece, tornata a casa ho continuato con le mie esplorazioni in solitario. Ho sperimentato il dito dentro. Sempre più affondo e sempre godendo. Ricordando di quando fosse lungo il cazzo di mio cugino, ho preso un pennarello e con molta calma l’ho inserito dentro. Vi giuro che ero in ansia. è entrato tutto dentro senza problemi. Ho provato con l’evidenziatore e mi ha portato all’orgasmo poco dopo. Da quel pomeriggio ho provato ogni oggetto in casa, godendo ripetutamente dal mattino alla sera. Costantemente ho provato anche oggetti sempre più lunghi e profondi. Credo che non ci sia ortaggio passato in questa casa oppure oggetto dal ricordo vagamente fallico che non abbia provato e sperimentato.’

‘Ricordi quando ho mancato da scuola una settimana prima di natale?- Chiede rivolgendosi a Sara.- Mi ero lacerata la mucosa interna con il manico dello stura lavandino.’

Increduli, ma eccitatissimi continuavamo ad ascoltarla pendendo letteralmente dalle sue labbra.

‘A differenza di Sara che si concedeva, io ero più riservata. è vero che i ragazzi mi guardavano per le mie tette e per le mie rotondità, ma non ho mai avuto molti spasimanti. Anzi, di uomini ne ho avuti pochissimi prima di ieri.’ Allunga una mano e impugna il cazzo duro di Pio.
‘Mio cugino. Mio nonno…”

“Tuo NONNO?” Increduli chiediamo all’unisono.

Annuisce e sorride dopo aver fatto un sospiro.
“Dopo la morte della nonna, lui è venuto a vivere qui con noi. Non mi piaceva portare il reggipetto e come vedete ora, giro nuda per casa e questo da sempre. Quando lui ha iniziato a vivere con noi, al massimo ero in maglietta o solo con le mutande e quasi mai con entrambe le cose insieme addosso.- Si palpa le tette e le fa sobbalzare.- Come vedete, mi sono cresciute abbondanti molto presto e lui continuava a farmi i complimenti e ad adularmi. Forse un poco civettuola oppure lui che voleva soddisfare la sua carica voyeuristica, io continuavo a girare per casa sempre mezza nuda anche per sentirmi lusingata.’

‘Un pomeriggio ero molto eccitata e con una gran voglia di godere. Era da un paio di giorni che non riuscivo a stare da sola e lui deve essersene accorto perché con modi gentili mi ha detto di venire vicino a lui. Mi sono seduta sul suo ginocchio e senza aspettare, mi ha cinto con un braccio e mentre una mano mi palpava e soppesava un seno, l’altra mi stuzzicava il capezzolo. Sono stata presa alla sprovvista e ho tremato non tanto per la paura, quanto per l’inaspettata irruenza. Le sue parole erano calde e gentili e l’ho lasciato fare. Mi ha succhiato con dovizia entrambi i capezzoli e quando ha infilato le dita nella figa ero già tutta un lago. Non è passato molto tempo che stavo urlando e godendo.’

‘Presa dalla frenesia, mi sono lasciata andare completamente e messa lunga distesa sul tavolo l’ho lasciato fare. Ho continuato a godere lungamente per tutto il pomeriggio sotto il tocco esperto delle sue dita e della lingua. Quando non c’è lo più fatta, mi ha aiutato a mettermi a letto. All’ora di cena mi ha svegliato e dopo aver mangiato e riposto i piatti, siamo andati come sempre in sala a vedere la televisione. Ha continuato a stuzzicare la mia patatina e i capezzoli facendomi godere ancora.’

‘Illibinidita, gli ho sbottonato la patta dei pantaloni ed estratto il cazzo barzotto, lo preso in bocca. Non è passato molto tempo che l’aveva lungo e duro e desiderosa come non mai, gli sono salita sopra e ho iniziato a scoparlo a smorza candela. Credo di aver raggiunto l’estasi al primo secondo ed entro il secondo successivo, stavo già godendo.’

‘Mi ha fatta godere ancora e a lungo, mentre non ha mai smesso di succhiarmi i capezzoli e di palparmi le tette. Non ho idea di quanto tempo fosse passato, ma ad un certo punto, mi sono ritrovata fra le sue gambe e messami di impegno e in ginocchio, ho cercato di fare il pompino più ad arte che potessi fare. Quando ha goduto, ha eruttato tanta di quella sborra che non l’avrei mai detto.’

“Ma dai? Non ci credo.”

“Ti dico che è la verità! Gli schizzi non erano forti, ma copiosi quello sì. Non smetteva mai di fuoriuscirne. Ho continuato a succhiare e ingoiare per molto, moltissimo tempo. Purtroppo non ha mai più voluto che scopassimo assieme. Mi ha fatto godere ancora, molto ed intensamente durante i pomeriggi in cui è rimasto a casa. Solo la mattina prima che partisse l’ho segato a lungo, mentre ancora dormiva e l’ho svegliato con il cazzo in bocca. Mamma quasi ci ha scoperto, mentre lo stavo spompinando e ingoiandogli lo sperma.’

Quella confessione ci aveva eccitato allo spasimo. Ho preso Sara e lo piegata in avanti distendendola sulla tavola, imitato al contempo anche da Pio con Bea. Visto che mi era un poco scomoda infilarle il cazzo, lo messa in ginocchio sulle sedie e a questo punto ho iniziato a scoparla selvaggiamente. Il tavolo ballava e i gemiti erano tali che penso tutto il quartiere ci stesse sentendo. Non era una semplice scopata. Era puro sesso selvaggio per liberare le voglie che avevamo dentro.

Quando poi mi sono estratto dalla mia amata, entrambi eravamo sudati e sfiniti. Tutti noi stavamo ansimando e gemendo ancora e poi ho visto una lunga bava di sperma scendere fino a terra colandone anche lungo l’interno coscia.
Uno scampanellio del citofono mi ha fatto raggelare il sangue nelle vene; cerco di ricordare dove ho messo i vestiti.

‘è il ragazzo del piano di sopra. Il solito rompi balle.’ Aggiunge infastidita Bea.

In quel momento, con il cuore che mi batteva a mille, avevo addosso una forza e una furia omicida che non avrei mai creduto di possedere.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

Ultima correzione 17-04-10

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