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Racconti erotici sull'Incesto

CARRELLATA

By 18 Aprile 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Re galo di compleanno divento la moglie di mio padre

&egrave giorno di compleanno. Io, mia madre, mio padre e mio fratello siamo seduti intorno al tavolo su cui troneggia una grande torta con su tante candeline accese. Mio padre mi invita a spegnerle e di esprimere un desiderio. Mi alzo e soffio. Le candele si spengono tutte. Mia madre mi da una pacca sul culo. Mio fratello la imita. Solamente che non si limita alla pacca. Me lo palpa e poi lo accarezza. Lo guardo come volessi incenerirlo. Poi guardo mio padre. Nei suoi occhi splende una luce che non avevo mai visto. Sento la sua voce.
‘Vieni. Fatti dare un bacio.’
Giro intorno al tavolo e gli vado vicino. Lo abbraccio. Lui mi bacia sulla guancia appoggiando le sue labbra quasi sulle mie. Mi chiede se ho espresso il desiderio. Gli rispondo di si.
‘Potrei conoscerlo?’
Guardo mia madre la quale mi fa un cenno di assenso con gli occhi.
‘Papà il mio desiderio &egrave di dormire con te.’
Mio padre diventa cadaverico.
‘Vuoi venire a stare nel letto matrimoniale? E perché?’
‘Questa notte voglio essere tua moglie.’
‘Vuoi essere mia moglie? Sei impazzita?’
I suoi occhi si spostano su mia madre che ha una espressione sorridente sul viso.
‘La senti tua figlia?’
Mia madre senza minimamente scomporsi gli risponde.
‘Non ci trovo niente di scandaloso se tua figlia vuole essere tua moglie per una notte. &egrave il suo compleanno. Ha espresso un desiderio. Accontentala. Eppoi non metterla sul tragico. Tu la desideri. Credi che non me ne sia accorta del come la guardi. Niente ipocrisie. Portala a letto e realizza il tuo e suo desiderio. Amala. Falla diventare donna.’
Il colorito di mio padre &egrave ormai bianco come la calce.
‘Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Dovrei portare a letto mia figlia ed amarla come fossi tu. &egrave impossibile.’
‘Vuoi dire che tua figlia non ti interessa? Che non hai mai desiderato chiavarla? Se &egrave vero, ed io non ti credo, allora lasciamo soli i nostri figli ed andiamo noi due a letto. Sfogherai con me la tua eccitazione.’
Mio padre ritorna a guardarmi. Durante il battibecco con mia madre mi sono stretta a lui e gli ho schiaffato le tette vicino al viso che, anche se coperte dalla camicia, non riescono a non attrarre i suoi occhi.
‘Davvero desideri venire a letto con me? Che ti tratti come faccio con tua madre?’
‘Sì. Lo voglio. Tu mi vuoi?’
‘Tua madre ha ragione. &egrave una vita che ti voglio.’
Ritorna a guardare mia madre.
‘A te non dispiace? Tu cosa farai?’
Mia madre allunga una mano ed accarezza il viso di mio fratello.
‘Io andrò a dormire con mio figlio. Ebbene che tu sappia che egli &egrave il mio amante e non da oggi. Ho atteso questo giorno per metterti al corrente perché sapevo che nostra figlia aveva scelto il giorno del suo compleanno per farsi fottere da te.’
‘Ti fai chiavare da nostro figlio?’
‘Meglio che essere frustrata. Tu questa notte darai sfogo ai tuoi istinti animaleschi. Ti chiaverai tua figlia. Benvenuto nel mio mondo’
Seduco mio padre 1

Sono innamorata di un uomo che ha circa 40 anni. Faccio di tutto per farmi notare. Lo provoco mostrandogli parti del mio corpo coperti della mia sola pelle. Un giorno mi feci sorprendere anche nuda. Una mattina; dovevo andare a scuola (frequento il liceo). Mi ero appena svegliata. Andai in bagno. Feci la doccia; indossai l’accappatoio ed uscii per tornare in camera. Vidi l’uomo dei miei sogni venire verso di me. Stava andando anche lui al bagno. Fui colta da un pensiero perverso. Allentai la cintura dell’accappatoio il quale si aprì completamente. Continuai ad avanzare verso di lui facendo finta di niente e mentre gli andavo incontro notai che i suoi occhi erano fissi su di me e luccicavano. Mi guardai e vidi che le mie tette erano completamente al vento e che anche il cespuglio di peli che &egrave al centro del mio inguine era in bella mostra. Quando fummo vicini ci fermammo. Lui non riusciva a staccare gli occhi da quello che gli stavo mostrando. Restammo in silenzio per alcuni minuti. Fui io la prima a parlare.
‘Buongiorno papà. Ti piace quello che stai guardando? Se vuoi vedere il resto raggiungimi in camera.’
Lo lasciai e proseguii verso la mia camera. Entrai mi liberai dell’accappatoio ed andai a sedermi in poltrona. Accavallai le gambe sui braccioli in modo da avere le cosce allargate al massimo e restai in attesa. Non dovetti aspettare molto. Dopo dieci, forse 15 minuti sentii bussare alla mia porta.
‘Posso entrare.’
‘Entra pure. &egrave aperto.’
Entrò. Era in accappatoio. Appena mi vide strabuzzò gli occhi e cominciò a farfugliare. Aveva gli occhi pieni di libidine. In un attimo si liberò dell’accappatoio e mi fu sopra. Non ci mise molto a trovare la strada. Mi penetrò. Un fastidio mi fece emettere un lieve grido. Mio padre mi aveva fatto diventare donna. Mi aveva sverginato. Finalmente avevo coronato il mio sogno. Lui era talmente eccitato e su di giri che non ci mise molto a svuotare i suoi testicoli. Tre colpi e venne. Irrorò di sperma il mio ventre. Si abbatte sul mio corpo.
‘Papà portami a letto. Staremo più comodi.’
Sfilò il suo cazzo dalla mia pancia; si mise in piedi e poi si sedette sul letto e si portò le mani sul viso.
‘Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Ho violentato mia figlia. Sono un pervertito.’
Oh cazzo! &egrave una reazione a cui non avevo pensato. Dovevo calmarlo altrimenti avrebbe dato in escandescenze con conseguenze imprevedibili. Mi alzai dalla poltrona ed andai a sedermi vicino a lui.
‘Papà, calmati. Non mi hai violentata. Sono io che l’ho voluto. Ti ho provocato. Ti amo. Voglio essere la tua donna; la tua amante. Ti prego.’
Abbassò le mani dal viso e mi guardò
‘Mi chiedi di fare di te la mia amante. Come posso amarti. Sono tuo padre. Se si viene a sapere cosa succederà. L’incesto &egrave vietato.’
‘Papà si saprà se saremo noi a parlarne. Ma noi terremo il nostro rapporto chiuso fra le mura di casa. Nessuno saprà niente.’
‘Hai dimenticato che in questa casa oltre te e me ci sono anche tua madre e tuo fratello? Immagini cosa succederà se scoprono che fra me e te c’&egrave un rapporto immorale.’
La voce che sentimmo era di mia madre. Guardai verso la porta e lei si stagliava nel vano d’apertura. Era nuda e bellissima. Dietro di lei c’era mio fratello anch’egli nudo che le cingeva la vita con le sue braccia.
‘Cosa vuoi che accada? Dipende da te. Tua figlia ti vuole ed io non ho niente in contrario a che tu frequenti il suo letto a condizione che lasci che io frequenti il letto di mio figlio.’
Dopo queste parole si rivolse a mio fratello.
‘Vieni amore. Noi due abbiamo ancora un lungo discorso da approfondire. Lasciamo i piccioncini a tubare. Finalmente in questa casa c’&egrave un po’ di serenità. E tu, piccola maialina, non dimenticarti di farti firmare la giustifica per l’assenza di oggi a scuola.’
Un attimo dopo la porta si chiude alle spalle di mia madre. Dalla scuola mi assentai per sette giorni durante i quali mio padre non ebbe un attimo di sosta. Alla fine dei sette giorni ero talmente piena della sua forza che mia madre credette che mi avesse ingravidata. Cosa che risultò non vera. Da allora mamma mi consigliò di prendere la pillola.

Seduco mio padre 2

La primavera &egrave alle porte. Il sole comincia ad essere più caldo. Gli animali si cercano. &egrave il periodo degli amori; degli accoppiamenti. Anch’io sono un animale. Anche per me vale quello che la natura ha deciso per gli altri animali. L’unico problema &egrave che nel mio raggio visivo non vedo nessuno che abbia voglia di accoppiarsi con me. Ma so dove andare a cercarlo. &egrave più di un anno che lo sto corteggiando e so che sono riuscita a fare breccia nel suo cuore. &egrave un uomo sposato con due figli. Un maschio ed una femmina. Sono sicura che molto volentieri tradirebbe la moglie con una come me. Sono una bella ragazza ed i miei attributi: tette e culetto son ben disegnati. La natura si &egrave divertita nel modellare il mio corpo ed io lo uso per fare vittime nel campo opposto: quello degli uomini. Un solo uomo non sarà la mia vittima ed &egrave quello per cui ho atteso tutto questo tempo. Fra un mese sarò maggiorenne ma non ho intenzione di aspettare la maggiore età. Esco dal letto; vado in bagno; faccio una doccia e ritorno in camera; apro l’armadio e scelgo gli indumenti adatti alla bisogna. Primo un paio di mutandine di merletto nero trasparente. Secondo un reggiseno sempre nero ed a coppe aperte ovvero di quelli che le bocce le sostengono ma non le costringono a stare al chiuso e che lasciano in bella mostra le areole ed i capezzoli. Calze nere a rete larga con la cucitura posteriore ed un reggicalze per tenerle su. Una camicia rossa con i primi quattro bottoni non abbottonati in modo da far vedere abbondanti parti delle mie gemelle. Una gonna nera lunga fino al ginocchio. Scarpe nere con tacchi da 12 cm completano il vestimento. Mi guardo allo specchio. Ho i capelli spettinati. Vanno bene. Mi danno un’aria da sbarazzina. Mi lancio un bacio. Sono pronta per sferrare l’attacco. Poverino. Già me lo vedo davanti ed implorante. Non devo traumatizzarlo. Devo andarci con i piedi di piombo altrimenti rischio di perderlo per sempre. Esco dalla mia camera e mi incammino lungo il corridoio. Passo davanti alla camera di mia madre. Do una sbirciatina e mi accerto che &egrave a letto. Noto che il lenzuolo si muove come mosso dal vento. Mia madre si sta masturbando. Almeno questo &egrave il pensiero che mi colpisce. Scendo al piano sottostante e mi dirigo verso una porta che &egrave sempre chiusa. Busso. Una voce mi dice che la porta &egrave aperta e che posso entrare. Entro e lo vedo. L’uomo dei miei sogni &egrave alla scrivania e sta manipolando il PC.
‘Buongiorno papà. Ti disturbo?’
‘Buongiorno cara. Entra. Non mi disturbi. Stavo navigando nel web senza uno scopo preciso. In cosa posso esserti utile?’
Mi sedetti nella poltrona difronte alla scrivania ed accavallai le gambe. Mio padre alla vista delle mie cosce inguainate in calze nere a maglie strabuzzò gli occhi. Vidi il suo pomo d’Adamo salire e scendere. Capii che non avrei incontrato difficoltà a concretizzare quanto mi ero prefisso.
‘Papà posso farti una domanda? Ti avverto che si tratta di un argomento molto personale e scabroso.’
‘Non dirmi che sei innamorata? Chi &egrave? Lo conosco? Ci hai fatto sesso? Ti ha messo incinta?’
Le sue erano domande che denotavano, nel timbro della voce, un pizzico di gelosia.
‘Papà calma. Sono innamorata. Lo conosci. Non ci ho ancora fatto sesso e quindi non sono incinta. Ma &egrave di questo che voglio parlarti. Tu una ragazza come me la porteresti a letto? Tradiresti tua moglie per me?’
Mio padre diventa rosso più di un peperoncino. Mi guarda. Io ho allargato le cosce in modo che il centro del mio inguine possa interamente mostrarsi ai suoi occhi. Lo sento respirare con affanno.
‘Ma che domande mi fai?’
‘Perché non mi rispondi? Ti ripeto la domanda. Tu tradiresti tua moglie con una ragazza come me? Papà potresti innamorarti di me?’
Mi risponde balbettando.
‘Ce’ Certamente. Sei una bella ragazza. Sì, tradirei tua madre per una come te. Non capisco perché mi fai queste domande.’
‘Non hai risposto all’ultima. Ti potresti innamorare di tua figlia?’
L’ho detto. Speriamo che abbia capito.
‘Prima hai detto che conosco l’uomo di cui sei innamorata. Sono io quell’uomo?’
Ha capito.
‘Sì, papà sei tu l’uomo dei miei sogni. Io ti amo.’
‘Ti rendi conto di quello che dici. Sono tuo padre.’
‘E allora? Sei anche un uomo. E da quello che ho capito non ti sono indifferente. Io ti piaccio. Dai lasciati andare. Portami a letto e fammi diventare donna. Sono ancora vergine. Non l’ho mai data a nessuno perché &egrave a te che l’ho destinata. Voglio che tu sia il mio primo uomo.’
‘&egrave vero. Tu mi piaci e non &egrave da oggi che ti desidero. Sei mia figlia ma sei anche il diavolo che si &egrave preso la mia anima.’
&egrave quello che volevo sentirgli dire. Mi alzo dalla poltrona, mi libero della gonna e mi avvicino alla scrivania. La libero dagli oggetti e mi ci siedo sopra. Mi sfilo le mutandine e gliele sventolo sulla faccia. Sollevo le gambe e poggio i talloni sui bordi.
‘Dai papà. Cosa aspetti? Sono qui pronta ad essere tua. Vieni a prendermi.’
Mio padre emette un grugnito; fa un balzo e mi &egrave davanti. Si sbottona i pantaloni e li lascia scivolare sul pavimento insieme agli slip. Si posiziona fra le mie cosce e posiziona il glande del suo cazzo fra le carnose mie grandi labbra.’
‘Sentirai un po di dolore. Non gridare altrimenti qui succederà il finimondo.’
‘Se non ti sbrighi a mettermelo nella pancia il finimondo lo scateno io.’
‘Spero che non ti pentirai.’
‘Perché dovrei pentirmi. &egrave te che voglio.’
Una spinta ed il cazzo di mio padre comincia ad entrare nel mio ventre. Arriva all’ostacolo. Una spinta più forte e l’imene cede. Un dolore appena percettibile mi fa fare una smorfia. Sono una donna. Stringo le mie cosce sui suoi fianchi e porto le gambe sulla sua schiena.
‘Dio, papa ti amo. Sono tua. Sarò la tua amante. Mettici più forza. Sfondami il ventre. Spaccami l’utero. Dacci dentro.’
Favorito dagli umori che la mia vagina secerne abbondanti sento il cazzo di mio padre scivolarmi nella pancia. Mi arriva in fondo fino a toccarmi l’utero. Grido e vengo. Quando gli effetti dell’orgasmo si placano apro gli occhi e vedo nel vano della porta mia madre che mi sorride e con la mano alzata mi mostra le dita a V in segno di vittoria poi sparisce richiudendo la porta. Cosa avrà voluto dirmi? Sono perplessa. Quando avrò finito con mio padre andrò da lei e mi farò dire. &egrave quasi mezzogiorno. Mio padre &egrave esausto. Essermi a lui concessa ha scatenato tutta la sua forza. Ha scaricato nella mia pancia una quantità enorme di liquido seminale. Il suo fucile &egrave scarico. Non ha più cartucce. Deve ricaricarsi. Sfila il cazzo dal mio ventre e va a sedersi nella poltrona. Scendo dalla scrivania raccolgo la mia gonna e lo lascio solo. Prima di uscire lo sento dire:
‘Stasera verrò a dormire da te.’
‘Ti aspetterò. A mamma cosa dirai?’
‘Che vengo a darti la buonanotte. Non darti pensiero per tua madre. Lei ha da tempo trovato come sostituirmi quando mi allontano dal letto matrimoniale.’
‘Mamma ha un amante? Sai chi &egrave? Lo conosci?’
‘Sì. &egrave tuo fratello.’
Quella notte che sorpresi mio marito con nostra figlia

&egrave notte. Mi sveglio. Mi accorgo che sono sola. Mio marito non c’&egrave. Mi alzo. Indosso una vestaglia e vado a cercarlo. Esco nel corridoio e mi accorgo che davanti alla porta della camera di mia figlia c’&egrave un figura accovacciata. La porta non &egrave completamente chiusa. In un primo momento il pensiero corre a mio marito. So che sua figlia &egrave nei suoi perversi pensieri. Non lo giudico e ne lo condanno perché sono nella sua stessa condizione solo che nei miei pensieri non c’&egrave mia figlia. Non sono lesbica. No, nei miei pensieri c’&egrave il fratello di mia figlia ovvero mio figlio. Ne sono innamorata. Lo amo come una ragazzina al suo primo amore. Ho una cotta per il mio bambino. Purtroppo più di amarlo in silenzio altro non posso fare. Devo accontentarmi di masturbarmi pensando a lui e durante la giornata lo faccio spesso. Vedere quella figura accovacciata mi manda in ebollizione gli ormoni. In un primo momento penso sia mio marito che sta spiando la figlia. Mi avvicino e nel mentre lo faccio mi giungono voci provenienti dall’interno della camera di mia figlia.
‘Dio, papà, se continui così mi farai morire. Su spingi più forte. Spaccami in due. Fa presto. Non vorrei che mamma si svegliasse e ci sorprenda. No, no, rallenta. Continua come stavi andando. Mi piace molto il come mi chiavi. Sei il mio toro ed io sono la tua vacca. Bravo papà ti amo.’
‘Bambina, anch’io ti amo. Dovremo trovare una soluzione. Sono stanco di trovare sotterfugi con tua madre.’
‘Cosa vuoi fare? Glielo vuoi dire? Pensaci. Come credi che reagirà quando gli dirai che ti chiavi sua figlia?’
Quelle frasi mi scombussolano. Ci &egrave riuscito. Mio marito si sta chiavando nostra figlia. Allora a chi appartiene quel corpo accovacciato? Finalmente lo riconosco. &egrave mio figlio. Sono giunta dietro di lui. Mi piego sulle ginocchia ed avvicino la testa al suo orecchio.
‘Non ti facevo guardone. Mi fai un po di spazio. Fammi vedere cosa stai guardando?’
‘Dio, mamma. Ti prego non guardare.’
‘Fatti da parte e fammi vedere.’
Si sposta lasciandomi prendere il suo posto di osservazione. Avvicino la testa all’apertura e guardo. Quello che vedo &egrave il meglio di una rappresentazione di una scena hard. Entrambi sono sul letto. Mia figlia &egrave nella posizione alla pecorina ed il padre le sta dietro e le sta stantuffando il cazzo nella pancia. Non riesco a non eccitarmi. Mi vedo al posto di mia figlia con la variante che non &egrave mio marito a chiavarmi ma &egrave mio figlio a sbattermi il cazzo nel ventre. Il destino ha voluto che mio figlio fosse lì, dietro di me. Mi giro e gli parlo.
‘Ti piace quello che hai visto?’
Non risponde. Insisto.
‘Di la verità, ti piace tua sorella? Vorresti essere tu al posto di tuo padre?’
Silenzio. Gioco la mia carta. Allungo una mano e vado ad impugnare il suo cazzo. Lo sento gemere.
‘Se invece di tua sorella ci fossi io in quella posizione ed invece di tuo padre ci fossi tu a mettermelo nella pancia ti piacerebbe? Mi chiaveresti?’
Finalmente la sua voce.
‘Mamma &egrave una vita che ti penso in quella posizione. Certo che ti chiaverei. Tu ti lasceresti chiavare da tuo figlio?’
‘Lo vuoi fare qui oppure andiamo nella mia stanza?’
Sento il suo cazzo vibrare.
‘Andiamo da me. Saremo più tranquilli. Da te può sempre venire tuo marito.’
Cinque minuti dopo sono sul suo letto, nuda e nella posizione alla pecorina. Lui &egrave disteso sulla mia schiena con le sue braccia che mi cingono il torace e le sue mani ancorate alle mie mammelle mentre il suo cazzo mi sta martellando la passera. Il sogno di una vita si sta realizzando e di questo dovrò ringraziare mio marito e mia figlia.
Mio figlio si serve da solo

Monica, mia madre, una donna con un fisico da infarto, si alza e si avvia verso l’uscita della cucina; la seguo. Raggiungiamo il salone ed andiamo a sederci sull’ampio divano.
‘Mamma mi racconti del come &egrave cominciata la storia tra te e mio fratello?’
Monica mi prende le mani e me le stringe. Mi fissa con i suoi grandi occhi e comincia a parlare.
‘Quello che sto per dirti non dovrà mai essere rivelato ad altri. Deve restare un segreto. Solamente tuo padre sa. Prometti che non ne farai parola ad anima viva.’
‘Ti giuro che quello che mi dirai nessuno ne verrà a conoscenza. Dai parla.’
‘Tuo padre mi ingravidò prima che ci sposassimo. Quando mi prese non pensai troppo alle conseguenze. Lasciai che mi farcisse l’utero con il suo seme. Nove mesi dopo nacque tuo fratello. Contro la volontà dei miei genitori lo tenni. Due anni dopo nascesti tu. Tuo fratello crebbe. Diventò un bel ragazzo e con gli anni vennero anche i primi problemi. Un giorno stavo sul punto di entrare nel bagno per farmi la doccia quando mi sento chiamare. Non &egrave una vera chiamata. Sembra più un’implorazione. La voce proviene dall’interno del bagno. Apro la porta e introduco la testa. Quello che vedo mi immobilizza. Mio figlio sta seduto sul WC e si sta masturbando. Ha la testa rivolta verso il soffitto e gli occhi chiusi. Guardo fra le sue gambe e vedo un affare che si innalza come fosse un palo. &egrave avvolto in un pezzo di stoffa che riconosco essere le mie mutandine. Nell’altra mano stringe un mio reggiseno e lo sta annusando. Capisci? Tuo fratello si sta masturbando pensando a me, sua madre. Sentire pronunciare il mio nome come una implorazione mi sconcerta. Le sue parole, ancora le ricordo, furono:
‘Dio mamma come sei bella. Ti amo. Fammi entrare nel tuo letto. Fatti chiavare.’
Ti risparmio le altre parole. Un ragazzino che puzza ancora di latte materno brama di fare sesso con sua madre. Chiudo la porta e mi ritiro in camera mia. Mi siedo nella poltrona e con lo sguardo perso nel vuoto. Penso a quello che ho visto e sentito. Come &egrave potuto accadere che mio figlio mi desideri? Do la colpa al fatto che mi sono fatta succhiare le tette fino a quando &egrave diventato un ragazzo. Ha succhiato il mio latte anche quando sei nata tu. Non mi sono limitata solamente a farmele succhiare. Gli ho anche permesso di giocarci. Approfittava delle assenze di tuo padre per venire nel mio letto; mi infilava le mani nella mia camicia da notte e me le tirava fuori. Le manipolava come stesse impastando della farina per fare del pane. Le stringeva; le schiaffeggiava; le baciava. Poi si stendeva al mio fianco e mi implorava di allattarlo. Durante la giornata mi veniva dietro e mi abbracciava ancorando le sue mani alle mie zizze. Infilava le mani nella scollatura dei miei vestiti, superava l’ostacolo del reggiseno, artigliava i capezzoli e li strizzava. Non mi ribellavo. Lo lasciavo fare anche perché provavo un innaturale piacere. Dopo quell’episodio del bagno mi prometto di porre rimedio. Non lo faccio più giocare con le mie mammelle. Ogni volta che tenta di afferrarle mi sottraggo. Ai tentativi di afferrarmi le zizze vi aggiunge anche palpeggiamenti al mio culo accompagnati ogni volta da pesanti allusioni sul mio corpo. Del tipo o < dio come sei bona> ecc. Non so più come evitarlo. Mi dico che con l’avanzare dell’età si sarebbe calmato; che avrebbe trovato una ragazza che gli piace; che mi avrebbe lasciata in pace. Così non &egrave. Ricordo quel giorno che accadde come se fosse oggi. &egrave il suo compleanno. Tuo padre &egrave già uscito e tu sei andata a scuola. Sto in cucina a preparare la colazione quando mi sento abbracciare. Giro la testa e vedo il viso sorridente di tuo fratello. Mi aspetto una strizzata alle mammelle che puntualmente arriva.
‘Buongiorno mamma.’
‘Buongiorno amore. Buon compleanno.’
‘Per essere un buon compleanno ci vorrebbe un bacio ed un regalo.’
‘Il bacio te lo do subito se mi lasci girare. In quanto al regalo dimmi cosa desideri ed andremo insieme a comprarlo.’
Riesco a liberare le mie tette dalla presa delle sue mani e mi giro. Mi accorgo che &egrave nudo ed ha il cazzo in tiro.
‘Ma’! Cosa &egrave questa novità? Perché sei nudo?’
Non mi risponde. Mi mette le mani sotto le ascelle; mi solleva e mi appoggia con il culo sul top della cucina. Una sua mano &egrave fra le mie cosce; me le fa allargare. Afferra le mie mutande e le tira via strappandole. Poi si posiziona fra le mie gambe aperte e sento il suo cazzo entrare in contatto con la mia figa. Il tutto avviene senza che io riesca a reagire. &egrave tanto lo sconcerto che non ho la forza di ribellarmi. Sento la sua voce.
‘Mamma il regalo non c’&egrave bisogno di andare a comprarlo. &egrave da quando sei nata che lo hai sempre avuto con te. &egrave giunto il momento di darmelo.’
Una spinta ed il suo cazzo si apre la strada verso l’interno del mio ventre. Solamente quando lo sento scivolare dentro la mia pancia che mi rendo conto di quello che sta accadendo. Mio figlio mi sta possedendo. Grido con quanto fiato ho in corpo. Urlo. Nessuno può sentirmi perché abitiamo in una casa che &egrave fuori dal centro abitato ed ha mura spesse come bastioni di un castello.
‘Sei impazzito. Sono tua madre. Fermati. Torna in te.’
Ed intanto gli do pugni sulla testa e sul torace; lo schiaffeggio. Ma lui non si ferma. Continua a spingere. Si ferma solamente quando il suo cazzo &egrave interamente affondato nella mia pancia. Guardo in basso e vedo che i nostri due pubi sono perfettamente aderenti. La foresta di peli che nasconde la mia figa &egrave intrecciata con la foresta di peli che fa da corona al suo cazzo. Sento il glande appoggiato contro il mio utero. Alzo gli occhi e lo guardo.
‘Sai cosa hai fatto? Cosa stai facendo?’
‘Sì mamma. Mi sono preso il regalo che in questi anni hai tenuto in serbo per me. Ti sto chiavando. &egrave una cosa che ho sempre desiderato fare fin da quando ero un ragazzino. Ho sempre bramato accoppiarmi con te. Sapessi quante seghe mi sono fatto pensando a te.’
‘Ma sono tua madre. Come hai potuto? &egrave sbagliato. Questo &egrave incesto.’
‘E chi se ne frega. &egrave vero, sei mia madre ma sei anche terribilmente ‘bona’. Vederti giorno dopo giorno mi mette in ebollizione gli ormoni. Lasciati andare. Siamo solo noi due. Nessuno saprà niente. Tutto resterà chiuso fra le mura di casa.’
‘Se non smetti ti denuncio. In questo paese l’incesto &egrave punibile con il carcere. ‘
‘Non lo farai perché finiremmo in pasto alla stampa e tu saresti additata come quella che &egrave stata stuprata dal figlio. No, non parlerai.’
‘Tu tiralo fuori ed io farò finta che non &egrave mai successo.’
‘E no! Prima ti chiavo e poi lo tiro fuori. Ora che ci sono non posso più tirarmi indietro. &egrave una vita che aspetto questo momento.’
Così fa. Mi chiava e mi scarica nella pancia intere bordate di denso sperma che si spiaccicano contro il mio utero. L’atto incestuoso che porta a termine mi sconvolge le viscere ed il cervello fino al punto da farmi provare piacere. Vengo. Il mio orgasmo si fonde con il suo.
‘Dio, mamma. Sei venuta. Hai goduto. Allora ti &egrave piaciuto. Il che vuol dire che sono stato bravo. Sono contento. &egrave il più bel regalo di compleanno che tu potessi mai farmi. Ricorderò sempre questo giorno finché vivrò.’
Gli metto le dita nei capelli e glieli artiglio facendo in modo che alzi il viso verso il soffitto..
‘Tu ricorderai questo giorno come il più bello della tua vita? Ed io come dovrò ricordarlo? Ti rendi conto che noi due siamo madre e figlio. Mi dici come sarà la nostra vita? Fra noi questo momento sarà sempre presente. Ogni volta che ti vedrò mi vedrò seduta su questo top con le cosce allargate e con te in mezzo che mi stantuffi il tuo cazzo nel ventre. Ti sembra giusto?’
‘Mamma, possiamo rendere la faccenda meno pesante di quella che &egrave.’
‘Eccome?’
‘Lasciandoti amare. Fai di me il tuo amante e tutto sarà più facile.’
‘Mi stai dicendo che hai intenzione di continuare?’
‘Sì mamma.’
‘Tu sei pazzo.’
Riesco a liberarmi e scappo in camera mia. Mi chiudo dentro a chiave e mi butto sul letto vestita. L’unico indumento che non ho sono le mutandine che mio figlio mi ha strappato per penetrarmi. Gli umori di cui &egrave pieno il mio ventre cominciano a colare. Mi spoglio. Corro in bagno e mi infilo sotto la doccia; apro l’acqua regolando il getto al massimo. Lascio che l’acqua scorra sul mio corpo. Non mi muovo. Spero che l’acqua lavi lo sporco di quello che ho subito. Mi appoggio alle mattonelle con tutto il mio corpo. Le mie tette si schiacciano contro la parete. I capezzoli si induriscono e mi fanno male. La mia mente &egrave libera da tutti i pensieri. Una sola immagine mi &egrave rimasta impressa e che non riesco a cancellare. &egrave come potevo? Essa mi vede seduta sul top con le cosce allargate e mio figlio in mezzo che mi chiava. Lo strano di quell’immagine &egrave che non sono vestita ma sono nuda e che il mio volto non &egrave sconvolto; i miei occhi non sono pieni di orrore. No; essi brillano di intenso piacere ed il mio viso esprime felicità. Mi eccito. Il mio corpo &egrave percorso da fremiti. Le tette sono invase da miriadi punture di spilli. La mia figa ulula come una lupa in calore. Esco dalla doccia; afferro al volo l’accappatoio; lo indosso e mi precipito in cucina. Lui &egrave ancora li, seduto. Mi porto davanti ai suoi occhi. Ho l’accappatoio aperto e lui può ammirare la mia nudità. Alza la testa. Mi fissa negli occhi. Gli faccio la domanda che non avrei mai dovuto fargli.
‘Hai ancora voglia?’
Lui infilò le mani fra l’accappatoio ed il mio corpo e mi abbracciò.
‘Di te avrò sempre voglia.’
‘Lo vuoi rifare?’
‘Perché me lo chiedi?’
‘Mi &egrave piaciuto e mi &egrave venuta la voglia.’
‘Non ti importa che sono tuo figlio?’
‘Ehi, dico. A te &egrave importato che ero tua madre quando me lo hai messo nella pancia? Che fai? Ci ripensi? Vuoi tirarti indietro?’
‘No mamma. &egrave che voglio essere sicuro che tu sia convinta.’
‘Tu mettimelo dentro e vedrai se sono convinta. Prima però fatti guardare. E da molti anni che non ti vedo nudo.’
Si alza e fa un passo indietro permettendomi di guardarlo. Dio com’&egrave bello. Un corpo da guerriero spartano. Muscoli prorompenti e tra questi il più amato dalle donne: il muscolo cavernoso che si erge dal suo inguine. Di quel tipo di muscolo ne ho visti molti ma nessuno mi sembra bello come quello che ho davanti. Forse perché appartiene a mio figlio; resta il fatto che ne sono ammaliata. Oltre che essere lungo &egrave anche grosso ed ha un glande che sembra un uovo. Mi piego sulle ginocchia; lo circondo con una mano mentre con l’altra raccolgo nel palmo le sue gonfie palle. Alzo la testa e fisso i miei occhi nei suoi. Lui mi mette le mani nei capelli e me li scompiglia. Senza smettere di guardarlo avvicino la mia bocca al suo glande e lo bacio. Muggìsce. Continuo a baciarlo facendo scorrere la mia bocca su tutta la superficie del possente muscolo. Arrivo ai testicoli. Li circondo con le labbra e glieli succhio. Un muggito ancora più forte mi giunge alle orecchie. Dopo un paio di minuti tiro fuori la lingua e comincio a leccarlo rifacendo il percorso inverso. Arrivo al glande. Gli pennello la corona. Con la punta della lingua gli stuzzico il frenulo. Apro la bocca e lo circondo con le labbra. Comincio a succhiare. Il muggito si trasforma in un urlo di piacere. Più succhio più le sue urla diventano ululati. Più succhio più le sue incitazioni mi spronano a continuare con più veemenza. Non riesco a controllarmi. Avere il cazzo di mio figlio in bocca mi procura sensazioni indescrivibili. Mai ho avuto occasione di fare un pompino ad un uomo dotato di un cazzo come quello che in quel momento mi sta deliziando le papille gustative. Ed &egrave mio. Io l’ho impastato. A me tocca il compito di tenerlo buono; di domarlo. &egrave giunto il momento di farlo sbollire. Smetto di succhiarglielo. Mi rimetto in piedi.
‘Dai tocca a te. Fai il tuo dovere di figlio; soddisfa la voglia della tua mammina. Chiavami.’
Un invito inutile. Mi sfila l’accappatoio; mi solleva come un fuscello e mi fa sedere sul tavolo. Tiro su le gambe ed appoggio i talloni sul bordo. Allargo le cosce. Si avvicina e si posiziona al centro delle mie cosce. Con una mano impugna il suo scettro e lo avvicina alla mia vulva.
‘Aspetta. Lo voglio vedere entrare.’
Mi aggrappo al suo collo e mi sollevo.
‘Sono pronta. Non avere fretta. Entra lentamente, fai piano. Fammelo godere.’
Tutto si svolge come voglio. Una lieve spinta e la punta del glande sparisce alla mia vista. Il suo favoloso cazzo si apre la strada avanzando nel mio ventre millimetro dopo millimetro. Le spinte sono leggere ed allo stesso tempo piene di forza. Più i suoi cm spariscono alla mia vista più il mio corpo freme rispondendo con scariche di piacere che mi invadono il cervello. Nitrisco come una giumenta ed urlo confermandogli il mio gradimento con incitazioni volgari ed oscene.
‘Bravo il mio stallone. &egrave così che devi sempre trattarmi. Mi dovrai sbattere fino a farmi svenire dal piacere. Mi devi spaccare l’utero. Devi riempirmi il ventre con la tua forza. Devi allagarmi la pancia con il tuo sperma.’
La penetrazione ha termine. La mia caverna ha inghiottito tutta la sua lunghezza. Il suo glande solletica il mio utero. Mi sento piena.
‘&egrave così che ti voglio. Sei dentro al nido da cui uscisti. Bravo il mio bambino. Hai vinto. A partire da oggi tu sarai il mio amante ed io sarò la tua troia. Ora fottimi e non risparmiarti. Chiavami e mettimi incinta.’
Rovista la mia figa in lungo ed in largo fin nelle sue più oscure profondità. Mena dei colpi dentro il mio ventre come fosse un martello pneumatico. Mentre io mi tengo aggrappata al suo collo con entrambe le braccia, lui allunga le mani sulle mie mammelle e con le dita artiglia i miei capezzoli. Li strizza fino a farmi gridare dal dolore, poi li torce ed infine fionda la sua testa sul mio petto e con la bocca aggancia un capezzolo e comincia a succhiare. Lo fa con foga, pur sapendo che latte non ho da dargli. La sua bocca passa dall’una all’altra zizza senza un attimo di sosta. Ne ho avuti amanti ma nessuno &egrave stato come lo &egrave stato mio figlio in quel giorno. Raggiunsi tre orgasmi a poca distanza l’uno dall’altro. Da allora non abbiamo più smesso. Non mi ha ingravidata e ne gli permetterò di farlo. A partire da quel giorno prendo le mie precauzioni. Mi faccio prescrivere la pillola dalla mia ginecologa.
Servizio completo

Dopo avermi sbattuta per due giorni e senza un attimo di sosta all’alba del terzo giorno mi fa girare .
‘Dai mamma. Mettiti alla pecorina.’
&egrave sempre stata una posizione che ho sempre preferito più delle altre. Quando mi chiavano standomi dietro mi sembra essere a bordo di un astronave che mi porta a spasso nello spazio infinito. Mi sento realmente posseduta specialmente quando il mio partner mi circonda il torace con le braccia ed ancora le sue mani alle mie zizze e mi mena fendenti nel ventre sconquassandomi tutta. Ho già il suo cazzo nel ventre che sento le dita della sua mano strusciare sul mio buchetto posteriore. Non ho il tempo di connettere che un suo dito esercita una pressione sul mio buco del culo. Un attimo e lo sento entrare. Tuo fratello mi sta facendo il culo con un dito. So già come sarebbe andata a finire. Non mi spavento e ne mi ribello. Tira fuori il dito dal mio culo e sfila il cazzo dalla mia vulva. Avvicina il glande al mio buchetto e spinge. Non &egrave la prima volta che vengo inculata, ma un cazzo di quelle dimensioni nel mio culo non &egrave mai entrato. Il culo me l’hanno rotto che ero ancora vergine. &egrave stato un mio professore di liceo ad incularmi. Gli permisi di mettermelo nel culo perché avevo bisogno di un voto alto nella sua materia. Soffrii ma mi piacque. Tra l’altro sono anche un po’ masochista. Da allora, di tanto in tanto, ero io ad invitare i miei partner a mettermelo nel culo a condizione che usassero il preservativo. Non &egrave così quando mio figlio decide che il mio culo deve fare la conoscenza con la sua trivella. Il glande comincia ad entrare. Lo aiuto rilassando i miei muscoli anali. Gli vado incontro con il bacino. Le spinte diventano più forti. Mi sta trivellando il culo come se stesse perforando un pozzo. L’ultima spinta giunge inaspettata. Un unico colpo e la bestia affonda nelle mie viscere per tutta la sua lunghezza. Sento i suoi testicoli sbattere contro la mia passera. Il dolore &egrave lancinante. Grido. Mio figlio mi ha nuovamente sfondato il culo. Un attimo di sosta e poi comincia a pompare nel mio intestino retto la bestia che ha fra le cosce. Mi sento rovistare le viscere. Ho l’impressione che mi sia arrivato nello stomaco. Urlo e godo. Raggiungo non ricordo quanti orgasmi. Infine un colpo più forte seguito da una brusca frenata mi dice che il TIR &egrave al capolinea. Sento il suo caldo sperma invadere il mio budello e riempirlo. Da quel momento il mio culo diventa terreno di caccia esclusivo di tuo fratello. &egrave l’unico a poter disporre del mio buco posteriore. Quel giorno ha inizio anche la mia storia con tuo fratello. Non mi sono mai pentita di essermi concessa. Ecco ora sai della mia perversione incestuosa.’
‘Dio mamma che storia fantastica. Non &egrave che mi hai raccontato frottole?’
‘Frottole? Se avessi voluto raccontarti frottole non ti avrei parlato di me e di tuo fratello. Egli &egrave tuttora il mio amante e se vuoi conferma di quanto ti ho detto aspetta stasera. Lui mi raggiungerà in camera. Lascerò la porta semichiusa e potrai vederlo mentre mi monta.’
‘Non sono una guardona, ma verrò. Papà come lo seppe?’
‘Ne venne a conoscenza il giorno dopo che lo ospitasti nel tuo letto e ti facesti possedere. Fui io a dirglielo. Lui mi disse di te. Parlammo e concordammo di lasciare le cose così come stavano. Tuo padre avrebbe continuato a frequentarti ed io mi sarei trasferita nella stanza di tuo fratello e lo avrei ospitato fra le mie cosce permettendogli di scaricare la sua forza nella mia pancia.’
Mia suocera e suo figlio

‘Non ha mai detto niente? Perché?’
‘Se avesse reagito negativamente non avrebbe mai realizzato il suo desiderio di averti. Ma non era la sola ragione. Tuo padre aveva un più grande motivo per stare zitto.’
‘Più grande del fatto che mi trombava?’
‘Tuo padre aveva ed ha un amante. Ancora oggi, nonostante avesse me e poi ha avuto anche sua figlia, non ha mai smesso di frequentarla.’
‘Mi stai dicendo che io non sono l’unica sua amante? Che c’&egrave un’altra donna nella sua vita? La conosci?’
‘Sì la conosco. &egrave tua nonna. Tuo padre va a letto con mia suocera. &egrave lei la sua amante.’
‘Papà si chiava sua madre? Siamo proprio una bella famiglia di pervertiti. Tu come l’hai saputo?’
‘&egrave stato un anno prima che scoprissi il vostro accoppiamento. Dovetti allontanarmi da casa per ragioni di lavoro. La mia professione (sono un avvocato) mi portò a raggiungere un gruppo di altri avvocati per la realizzazione di uno studio di avvocati associati. L’assenza doveva durare sette giorni. Invece al terzo giorno fu deciso di aggiornarci per darci modo di studiare il materiale in nostro possesso. Tornai a casa senza preavviso. Varcai la soglia di casa avvolta nel più assoluto silenzio. Tu e tuo fratello dovevate essere fuori a scuola; tuo padre al lavoro. Quindi in casa non doveva esserci nessuno. Invece non era così. Vidi tua nonna, completamente nuda, uscire dal bagno, e dirigersi in direzione della sua stanza. Credetti che avesse fatto la doccia e che stesse raggiungendo la camera degli ospiti. Tua nonna non abitava con noi. Vederla nuda mi fece un certo effetto. Nonostante i suoi 50 anni &egrave ancora una bella donna. I suoi argomenti sono ancora validi. &egrave una MILF ancora con le carte in regola. D’un tratto sentii la voce di tuo padre provenire dalla stanza degli ospiti.
‘Mamma, quando ci metti? Fa presto. Non ce la faccio più. Non voglio menarmelo da solo.’
Tua nonna gli rispose
‘Vengo, vengo. Ancora qualche secondo e sono da te. Non menartelo. Aspettami. Ti farò un servizietto che ti ricompenserà dell’attesa.’
Ebbi un momento di sbandamento. Mia suocera nuda che circolava in casa e mio marito che la chiamava per farsi raggiungere. Lasciai la valigia e mi sedetti sulla panca all’ingresso. Vi restai per circa 15 minuti. Intanto mia suocera era sparita. Mi alzai e mi diressi verso la stanza in cui era entrata. La porta era aperta. La scena che mi si presentò era da mozzafiato. Tuo padre, anche lui nudo, era in piedi e tua nonna gli stava davanti. Era piegata sulle gambe ed aveva il cazzo del figlio nella sua bocca; glielo stava succhiando; gli stava facendo un pompino. Per un attimo fui presa dallo sconcerto. La mia mente corse a tuo fratello. Era già un bel po’ che ne ero innamorata e sapevo che lui lo era di me; che mi voleva. Quella fu l’occasione che mi diede l’arma nelle mani. Aver colto in fragranza di incesto tuo padre e sua madre mi convinse che potevo farmi possedere da tuo fratello senza che tuo padre andasse in escandescenze. Li lasciai nel loro amplesso e mi ritirai in camera matrimoniale. Mi spogliai e feci una doccia. Davanti ai miei occhi c’era l’immagine di tua nonna che succhiava il cazzo di tuo padre. La mia fantasia mi sostituì a lei e sostituii tuo padre con tuo fratello. Sognai ad occhi aperti. Alla fine del sogno credetti opportuno fare finta di sorprenderli. Nuda e con indosso una vestaglia di velo nero trasparente li raggiunsi. La scena era cambiata. Tua nonna era nella posizione alla ‘pecorina’ e tuo padre gli stava dietro e le stava stantuffando il suo pistone nella pancia. Erano talmente impegnati nel copulare che non si accorsero della mia presenza. A vederli mi eccitai. Tolsi la vestaglia e mi stesi sul letto con il viso rivolto verso la faccia di tua nonna la quale appena mi vide non si spaventò. Al contrario mi sorrise e mi invitò a baciarla. Cosa che feci. Fu un lungo bacio. Mi piacque. Poi vidi le sue grosse mammelle che, ad ogni colpo che tuo padre menava nel ventre della madre, dondolavano come campane. Erano magnifiche. Mi stesi sotto di lei e le bloccai con le mie mani. Avvicinai la bocca ai suoi capezzoli e li baciai. Tirai fuori la lingua e glieli titillai. Tua nonna ululò. Il sesso a due si trasformò in un triangolo. Chi ne subì le conseguenze fu tuo padre. Non gli fu facile soddisfare le esigenze di due assatanate: io e sua madre. Per me fu l’inizio di una nuova esperienza. Lesbicai con mia suocera e ne diventai l’amante.
Fratello e sorella

Le barriere dell’inibizione e dei tabù sono cadute. Io, mio figlio, mio marito e mia figlia abbiamo deciso di vivere come fossimo due famiglie senza che alcun problema, fosse anche di natura morale, venisse a turbare il nostro idilio. Il tabu dell’incesto &egrave stato abbattuto. Mio figlio &egrave il mio amante e mia figlia &egrave l’amante del padre ovvero di mio marito. Nessuno &egrave a conoscenza di quello che intercorre fra noi quattro. Tutto grazie al fatto che le mura domestiche fanno da barriera con il mondo esterno. Per essere sicuri che nessuno possa disturbarci abbiamo acquistato un terreno lontano dal centro abitato e vi abbiamo fatto costruire una villa a due piani. Al primo piano si sono stabiliti mia figlia con il padre ed al secondo piano ci sono io e mio figlio. La villa &egrave dotata di una piscina ed &egrave al centro di un terreno di circa 20.000 m2 circondato da una recinzione al solo scopo di proteggerci da occhi indiscreti. Le abitudini sono rimaste invariate. Non hanno subite modifiche. Al mattino io e mio marito andiamo al lavoro: io sono insegnante di lingua inglese e mio marito &egrave un avvocato. Mio figlio &egrave al secondo anno di università e mia figlia &egrave all’ultimo anno di liceo. Finite le incombenze giornaliere il resto del tempo lo trascorriamo al riparo delle mura domestiche dove la nostra perversione si esplica all’insegna della più sfrenata libidine. Mio marito consuma la sua forza cercando di domare la bestia che alberga fra le cosce della figlia. &egrave ormai più di un anno che i due ci danno dentro ed ancora non &egrave riuscito a domarla. Conoscendo mia figlia lo capisco. Del resto &egrave uscita dal mio ventre e mi somiglia in tutto. Il problema esiste anche per me. Mio figlio, nonostante sia diventato un esperto cavallerizzo e nonostante la sua giovane età, non &egrave ancora riuscito a domare la tigre che ho fra le gambe. Eppure lui frequenta la mia stalla diverse volte durante l’arco della giornata e della notte. Mi cavalca e si lancia in sfrenate galoppate alla fine delle quali io ne esco soddisfatta mentre lui ne esce esausto e ci vogliono diverse ore per fargli recuperare la forza che puntualmente mi ha scaricato nella pancia. Non mi lamento. Poi un giorno ci troviamo tutti e quattro sul prato che circonda la piscina. Siamo nudi e stesi su teli a prendere il sole. Mio marito &egrave steso sulla schiena e sta su un mio lato. La sua amante, nostra figlia, &egrave anche lei stesa sul telo però &egrave a pancia sotto e con il culo al vento. Io sono stesa di schiena con i grossi globi a farli arrostire dal sole. Mio figlio invece &egrave steso al fianco di sua sorella e con il cazzo che svetta come un palo. La mia mente sta già lavorando. Vedere quel palo così eretto mi fa bollire il sangue nelle vene. La tigre che ho tra le cosce emette dei sonori ruggiti. Purtroppo anche la sorella lo ha notato.
‘Non ti facevo cosi ben fornito. Ce l’hai più grosso di quello di papà. Posso toccarlo?’
Prima che il fratello le risponda allunga una mano ed impugna il gladio.
‘Dio com’&egrave duro! Non dirmi che sei eccitato? Hai voglia? Aspetta che ti faccio spazio. Mamma sarà contenta se glielo sbatti nella pancia.’
‘Non muoverti. Non &egrave con mamma che voglio farlo. &egrave te che voglio. &egrave già un bel po di tempo che ti penso.’
Oh cazzo! Mio figlio vuole tradirmi con sua sorella.
‘Vuoi farlo con me? Vuoi chiavarmi? Allora ti piaccio? Ho sempre pensato che preferivi mamma a me. Se avessi saputo avrei trovato il modo di farmi visitare. Anche tu mi piaci. Che facciamo? Tu metti le corna a mamma ed io le metto a papà?’
La puttanella va subito al dunque.
‘Niente corna. Io mamma non la tradisco. L’amo troppo. Il guaio &egrave che sono innamorato anche di te. D’altronde tu sei innamorata di nostro padre fino al punto che correresti il rischio di farti ingravidare. Dobbiamo trovare il modo di renderli coscienti che il rapporto che andremo ad instaurare fra me e te non metterà in discussione il rapporto che abbiamo con loro.’
‘A dirlo sembra facile. Come faccio a dire a papà che tu vuoi chiavarmi e che lo voglio anch’io.’
Quanto ho sentito mi basta. Mio figlio non ha intenzione di tradirmi. Ha solo voglia di copulare con la sorella. Diciamo che vuole sfogarsi. Decido di aiutarli.
‘Ragazzi vi ho sentiti. Se volete potete ritirarvi in una delle camere. Sarebbe meglio che usaste quella degli ospiti. Penserò io ad informare vostro padre. Ho gli argomenti per tenerlo buono e renderlo accondiscendente. Vedrete che non si opporrà. Su andate e fatevi vedere quando vi sentite soddisfatti ed esausti.’
&egrave mia figlia a ringraziarmi.
‘Mamma faresti veramente questo per noi? Non sei gelosa che il tuo figlio-amante venga ad arare la mia terra?’
‘Gelosa lo sono, ma so anche che il suo non &egrave un tradimento. Tu sei una bella ragazza e tuo fratello non &egrave indifferente alle tue grazie. Non perdetevi in chiacchiere. Andate e datevi da fare. Dateci dentro più che potete.’
Mio figlio si catapulta su di me. Poggia le sue labbra sulle mie e mi infila la lingua in bocca. La fa frullare per alcuni secondi poi smette. Mi guarda negli occhi.
‘Grazie mamma.’
Un minuto dopo sono entrambi spariti. Ed ora pensiamo a mio marito.
Mio marito mi propone di farlo entrare dalla porta posteriore

Mi giro verso mio marito che mi sta guardando con uno sguardo come volesse perforarmi.
‘Non sei gelosa?’
‘Perché dovrei esserlo?’
‘Beh, Gianna &egrave una ragazza giovane e tu oramai sei, anche se ancora arrapante, sulla soglia dei 40. Tuo figlio potrebbe innamorarsi della sorella.’
Non sapeva che l’amore fra i due era già da tempo sbocciato e che solo oggi avevano deciso di raccoglierne il frutto.
‘E allora? Credi veramente che l’amore possa sostituire quello che io do a nostro figlio? Sono certa che quando avrà finito con la sorella, mio figlio tornerà a cercare ricovero fra le mie cosce. Piuttosto tu come ti senti? La tua puttanella ti sta tradendo con suo fratello, tuo figlio; non hai niente da recriminare?’
‘No; come te anch’io sono sicuro che mia figlia dopo aver dato sfogo alla sua libidine tornerà a cercarmi.’
‘Smettiamola. Riconosciamo che siamo entrambi preoccupati che possa scoppiare tra loro qualcosa che li allontanerà da noi.’
‘Hai ragione. Ne resterei ferito nell’orgoglio. Del resto sono giovani e con due come noi, avanti negli anni, non so cosa possono aspettarsi.’
‘&egrave vero; la nostra strada &egrave in discesa, ma io dentro mi sento ancora come fossi una ragazzina. Quando nostro figlio me lo mette nella pancia e me la frulla vado in tilt. Darei l’anima per non farlo smettere.’
‘Lo stesso vale per nostra figlia. Vuole che io stia sempre sotto. Vuole essere lei a cavalcarmi e lo fa dimenandosi da sembrare un invasata. Lo stesso &egrave anche quando la chiavo standole dietro con lei messa alla pecorina.’
‘L’hai anche sodomizzata?’
‘Vuoi dire metterglielo nel culo? No. Li &egrave ancora vergine.’
‘Ancora per poco. Quando faranno ritorno tua figlia avrà perso la sua verginità anale. Nostro figlio &egrave un maestro nel metterlo nel culo alla sua donna.’
Vidi i suoi occhi spalancarsi.
‘Non dirmi che ti ha inculata? Con me non hai mai voluto farlo.’
‘Te l’ho detto: tuo figlio &egrave un maestro. Ha un argomento molto convincente.’
Attimi di silenzio.
‘Mi faresti provare? Vorrei provare la sensazione di mettertelo nel culo.’
‘Vuoi mettermelo nel culo? Te lo farò fare ad una condizione. Dopo che tuo figlio mi sverginò il culo ho sempre desiderato di essere penetrata davanti e dietro contemporaneamente. Saresti disponibile, insieme a nostro figlio, a soddisfare questo mio desiderio?’
Non ci volle molto a farsi convincere.
‘Mi hai letto nel pensiero. &egrave una fisima che mi ha sempre assillato. Hai la mia totale ed incondizionata disposizione. Dai mettiti in posizione che diamo il via. Quando avrò finito con te sarà il turno di nostra figlia. Glielo voglio spaccare quel suo culetto da sogno. Tu parlerai con tuo figlio e gli dirai del tuo desiderio. Poi mi farai sapere.’
‘Con mio figlio ho già parlato e siamo rimasti di accordo che non appena avessi trovato il secondo uomo disponibile avremmo concretizzato il mio desiderio. Ora &egrave impegnato con sua sorella e da quello che ho capito &egrave un impegno molto faticoso. Ne uscirà debilitato fisicamente. Gli daremo il tempo di recuperare eppoi apriremo la danza. Tu nel frattempo penserai a come dire a tua figlia che le vuoi spaccare il culo. Vedrai che non dovrai faticare molto per convincerla. Sei sempre disposto a voler provare la sensazione di mettermelo nel culo?’
‘E me lo chiedi? Non vedo l’ora?’
Mi metto carponi e gli do in visione il mio culo.
‘Dai vieni. Prendilo. Mi raccomando fai piano. Nonostante che nostro figlio me lo sbatte dentro al culo con frequenza settimanale non mi sono ancora abituata. Sento ancora dolore quando me lo trivella.’
Mia suocera ci sorprende a copulare

&egrave più di un anno che ho fatto di mio figlio il mio amante. La nostra relazione viaggia sul sicuro. Mio marito non ha il benché minimo sentore che suo figlio &egrave un abituale frequentatore del mio letto e che lo sostituisce degnamente fra le mie cosce. Durante la notte &egrave il padre a svolgere le funzioni di stallone mentre di giorno e nostro figlio a prendersi cura della tigre che alberga nel mio inguine. Niente faceva prevedere quello che accadde e che cambiò il corso della nostra vita. In uno dei tanti giorni mio figlio, approfittando dell’assenza di suo padre, mi raggiunge nella mia camera; si infila nel letto e mi viene sopra. Mi accorgo che &egrave nudo. Un attimo e il suo cazzo, senza trovare alcuna difficoltà, trova la strada per entrare nella mia tana; la percorre per tutta la profondità e prende a chiavarmi. Mentre me lo sta stantuffando nella pancia la porta della camera si apre e vediamo mia suocera, ferma sulla soglia, che ci guarda. Immaginiamo il peggio. Mio figlio si blocca con il cazzo dentro al mio ventre. La sua reazione ci sorprende. Passato il primo momento di sbigottimento la vediamo avvicinarsi al letto e nel mentre si avvicina si toglie la camicia da notte restando nuda. Giunge vicino al letto vi sale e si stende al mio fianco. Con molta calma comincia a parlare.
‘Ho sempre sospettato che fra voi due ci fosse qualcosa ma non riuscivo a capire cosa. Ora finalmente so. Siete due pervertiti. Debbo pensare che il vostro rapporto dura già da un bel po’ di tempo. Perché non me lo avete detto? Avete avuto paura? Poverini. Sarebbe stato meglio che mi aveste messo al corrente. Non mi avreste costretta a spiarvi e non avreste dovuto ricorrere a sotterfugi per soddisfare le vostre perverse voglie. In caso ce ne fosse stato bisogno vi avrei io protetto da eventuali sospetti di mio figlio. Non vi condanno. Solamente vorrei che non mi teniate più all’oscuro delle vostre cose in particolare se si tratta di sesso. Mi auguro che, a partire da questa mattina, c’&egrave posto anche per me fra voi due.’
Le sue ultime parole mi rincuorano e subito le rispondo scherzando..
‘Benvenuta. Domani andremo in città da un artigiano e ci facciamo costruire un letto a tre piazze.’
‘Non spendiamo soldi. Quello a due posti &egrave meglio. Staremo stretti ma &egrave quello che vogliamo o no?
Ha ragione.
‘Quando saremo sole mi spiegherai come avresti fatto a proteggerci nel caso in cui tuo figlio ci avrebbe scoperti.’
‘Niente di più facile. Sappi che la storia che tu stai vivendo con tuo figlio io la sto vivendo con il padre. Sono più di 20 anni che mio figlio mi sbatte. Sono la sua troia. Il vostro matrimonio fu deciso per allontanare sospetti che stavano nascendo. ‘
La rivelazione mi sconcerta.
‘Ti fai scopare da tuo figlio? mio marito &egrave il tuo amante? Cazzo questa si che &egrave una notizia. Hai sentito, amore, e noi a preoccuparci di non fargli sapere niente. Da oggi &egrave tutta un’altra storia. Dai, amore di mamma, picchia forte che voglio sentire il tuo cazzo sfondarmi l’utero. Voglio gridare il mio orgasmo al mondo intero. Mettimi anche incinta e poi potrai chiavarti anche tua nonna.’ Dopo mia madre mia nonna

Fu un giorno di fuoco. Incinta non la misi ma le riempii il ventre di miliardi di spermatozoi; le allagai la pancia. Il suo utero stentava a restare a galla. Il tutto sotto lo sguardo allupato di mia nonna che in attesa di ricevere la sua razione di cazzo si torturava il clitoride e si strizzava i capezzoli. Ci volle tutto il giorno per demolire mia madre. Quando, esausta e con la pancia piena della mia forza, ritenne che le bastava mi intimò di abbandonare il suo letto e di ritirarmi fra le mura della mia camera o, in alternativa, in quella di mia nonna. Fu quest’ultima a decidere.
‘&egrave meglio che andiamo in camera tua. Tuo padre da te non verrebbe mai mentre sa che venire da me troverebbe sempre la porta aperta.’
Prima di uscire dalla camera da letto di mia madre le do un ultima guardata. &egrave distesa a pancia sotto sul letto e mi sta guardando. Le mando un bacio. Lasciamo la stanza.
‘Nonna sei sicura che papà non ti cercherà? Mamma non credo che abbia, dopo il trattamento che le ho fatto, la forza di poter soddisfare anche le voglie di mio padre.’
‘Se non mi troverà crederà che sono uscita. Mio bel torello conosci poco le donne. Credi veramente che tua madre non abbia più forza? credi di averla demolita? Sei un illuso. Tua madre &egrave una mantide. Lei gli uomini, dopo averli prosciugati, li divora. Se con te non lo ha fatto &egrave perché &egrave innamorata. Lei ti ha scelto come amante e intende preservarti.’
‘Però ha lasciato che venissi con te e non credo che tu sei da meno di lei o mi sbaglio?’
‘Non ti sbagli. Tu dovrai usarmi così come hai fatto con tua madre. Stai tranquillo che non ti divorerò; tu ci servi. Tuo padre sta incominciando a perdere colpi. Non riesce più a tenerci testa e noi abbiamo bisogno di un giovane virgulto che abbia tanta di quella forza da riempire le nostre pance.’
Raggiungiamo la mia camera. Una volta dentro mia nonna si premunisce di chiudere la porta con la chiave. Si gira verso di me, porta le sue mani sotto le sue mongolfiere, le solleva e guardandomi fissa negli occhi mi domanda:
‘Eccomi qua, sono tutta tua. Da dove vuoi cominciare?’
‘Nonna ho una voglia matta di cominciare dal tuo culo.’
Mia nonna lancia un gridolino di sorpresa.
‘Vuoi mettermelo nel culo? Sei proprio un porcellino. &egrave da molto tempo che non lo prendo dietro. Aiutami a prepararlo e sarà tutto tuo.’
‘Cosa devo fare?’
‘Andiamo in bagno.’
Una volta dentro nonna armeggiò nell’armadietto e tiro fuori un clistere di quelli a caduta. Lo riempi di acqua tiepida e vi aggiunse della glicerina. Poi lo appese al gancio degli accappatoi e mi porse la cannula con la chiavetta dopodiché entro nel vano doccia. Si piegò in avanti e sporse il culo verso di me.
‘Ecco, adesso infilami la cannula nel culo ed apri la chiavetta. Sai &egrave meglio che sia libero. Quando me lo metterai dentro al culo saraì più sicuro.’
Le infilai la cannula nel culo ed aprii la chiavetta. La miscela d’acqua e glicerina le si rovesciò tutta nella pancia. Alla fine tirai fuori la cannula e nonna corse a sedersi sul WC. Pochi minuti di attesa e si svuotò.
‘Dai. Tocca a te prepararne un altro. Uno non basta; ce ne vogliono almeno tre per farti viaggiare sul sicuro.’
L’intera operazione, fra riempimenti e svuotamenti, durò circa un ‘ora. Mia nonna era cadaverica. Lo sforzo l’aveva debilitata. Si mise sotto la doccia ed apri l’acqua.
‘Vieni. Aiutami a lavarmi.’
Entrai nel vano doccia ed invece di aiutarla a lavarla l’abbracciai da dietro ed andai ad aggrapparmi alle sue mammellone.
‘Nonna dopo ti laverò adesso ho bisogno di sfogarmi. Averti nuda davanti e farti tre clisteri mi hanno messo il sangue in ebollizione. Devo, ho voglia di chiavarti’
‘Mi era parso che volessi cominciare dal culo? Ci hai ripensato?’
‘Mai. Il desiderio di mettertelo nel culo non &egrave svanito, ma ora do la precedenza alla tua figa. Dai piegati un pochino in avanti. Mi bastano pochi colpi e poi penseremo al tuo culo.’
Il colorito roseo tornò sul suo viso. Sentire il mio corpo avvinghiato al suo, sentire le mie mani pastrugnarle le zizze, sentire le mie dita strizzarle e torturale i grossi capezzoli e, soprattutto, sentire la spinta della mia arma contro il suo culo le avevano messo in ebollizione gli ormoni. Poggiò le mani al muro e spinse il bacino indietro. Non ebbi bisogno d’altro. Il mio gladio trovò la strada da solo. Diedi una leggera spinta ed affondai nel ventre di mia nonna senza sforzo alcuno. Raggiunsi il suo utero. Lei emise un grido.
‘Piano, fai piano altrimenti mi sfondi l’utero.’
Non l’ascoltai. Cominciai a pompare il cazzo nella pancia di mia nonna con virulenza. Nonna lanciò un lungo ululato e spinse il suo bacino contro il mio ventre.
‘Sì, Sììììì! Più forte, picchia più forte. Sfondami la pancia. Ci avrei giurato che eri un valente cavallerizzo. Non mi sono sbagliata nel sceglierti come secondo stallone da monta. Datti da fare. Dimostrami quanto vali. Pisciami nella pancia tutta la tua forza. Allagami il ventre col tuo sperma.’
Ha ragione. &egrave una donna ed &egrave come mia madre: una mantide. Sarà dura accontentarla.
Mio padre &egrave scemo

Sono nel salone steso sul divano a guardare la TV. Come indumenti indosso solo un paio di pantaloncini. Di colpo la porta si apre e mia madre avvolta in una vestaglia di velo bianco trasparente fa il suo ingresso. Mi si avvicina. Strabuzzo gli occhi. &egrave nuda; sotto la vestaglia non indossa niente. Resto paralizzato. Mi raggiunge e si siede sul divano all’altezza della mia pancia. Mia madre fisicamente &egrave una matrona romana. Alta e con un paio di tette stratosferiche che hanno il potere di provocare reconditi e perversi pensieri in chi ha la fortuna di ammirarle. Ed &egrave l’effetto che fanno anche a me nonostante sia suo figlio; non posso farci niente. Mia madre mi arrapa.
‘Rispondi a questa domanda: tu mi ami? Ti sto chiedendo se sei innamorato di me come donna e non come madre? Mi porteresti a letto per copulare con tua madre. Se te lo faccio fare mi prometti che mi sbatterai fino a mettermi incinta?’
Balzo a sedere.
‘Mamma che cazzo stai dicendo? Sei impazzita?’
‘Ascoltami e poi mi dirai se sono pazza. Io sono ancora giovane e sono ancora fertile. Ho avuto solamente due figli: tu e tua sorella. Ne avrei potuto fare altri ma tuo padre non ha voluto. &egrave un po di tempo che mi &egrave tornato il desiderio di essere nuovamente impregnata. Stanotte ne ho parlato con tuo padre e lui si &egrave rifiutato. L’ho pregato ma &egrave stato irremovibile. Ero talmente incazzata che gli ho detto che se lui si rifiuta di ingravidarmi allora mi sarei fatta mettere incinta dall’altro maschio di famiglia ovvero da te, mio e suo figlio. Lui &egrave esploso in una risata e mi ha sfidata. Mi ha detto che se ci fossi riuscita non avrebbe avuto niente da recriminare. Avrebbe accettato il bambino come uno della famiglia. Ora dimmi se sono pazza io o &egrave scemo tuo padre?’
‘&egrave scemo mio padre. Mamma, io sono veramente innamorato di te. Tu sei il mio ideale di donna. Io ti vorrei veramente nel mio letto, ma tu veramente vuoi che io ti impregni? Ti rendi conto di cosa succederà se si saprà?’
‘Tu dimmi se vuoi farlo al resto penseremo dopo.’
‘Mamma non ti nascondo che il pensiero di accoppiarmi con te mi attizza molto, ma mi spaventa il pensiero di metterti incinta. Cosa succederà se papà ci ripensa?’
‘Che io ti piaccio me lo dice anche la spinta che sento contro il mio culo. Vuoi o no accoppiarti con tua madre? Mi vuoi ingravidare? Tu smettila di trovare ostacoli ed io ti farò entrare anche da dietro.’
‘Mamma non credo che basterà farlo una volta sola per metterti incinta.’
‘Di questo non devi preoccuparti. Da questa sera mi trasferirò nella tua camera e ci daremo dentro fino a che non mi avrai fecondata e se il risultato sarà quello che io mi auguro che sia, tu diventerai il mio amante e resterò nel tuo letto per tutto il periodo della gravidanza e forse anche dopo.’
‘E papà?’
‘Si arrangerà.’
Zia Samantha

&egrave l’anno d’inizio al liceo. L’istituto si trova a circa 5 km da dove abitiamo. I miei genitori, per ragioni di lavoro, non possono accompagnarmi. Farlo significa arrivare tardi al lavoro. Non ci sono nemmeno mezzi pubblici. L’alternativa &egrave comprarmi un motorino, ma entrambi i miei genitori sono fermamente contrari. Decidono di affidare questo compito alla sorella di mio padre: Samantha. Lei abita a 100 metri dal liceo. Stabiliscono che per 5 giorni (dal lunedì al venerdì) resto a casa della zia ed il sabato e la domenica torno dai miei. Per quanto mi riguarda sono stracontento della soluzione per un semplice motivo. Ho la possibilità di essere vicino ad una delle tre donne di cui sono innamorato: mia zia Samantha. La prima &egrave mia madre: Anita e l’altra &egrave la sorella più piccola di mia madre:Gina. Tre donne che non hanno niente da invidiare alle tre dee dell’antica Grecia che sfilarono, nude, per Paride. Ognuna promettendogli mari e monti per farsi scegliere come la donna più bella dell’Olimpo e del mondo. Il malcapitato scelse Venere che lo corruppe offrendogli la donna più bella del mondo allora conosciuto: Elena. Io la mia scelta l’ho fatta. Nella mia mente Venere &egrave rappresentata da mia madre, poi viene la giunonica Samantha, la sorella di mio padre e infine la sapiente Gina: la sorella di mia madre. Un tris di regine che suscitano invidia in molte donne e sono in cima ai desideri di una miriade di uomini. Sono la ‘triade’ della bellezza.
Mia zia Samantha &egrave una donna da infarto, Alta, gambe lunghe, un culo a mandolino, fianchi larghi e vita stretta, due mongolfiere come tette; una bocca larga con due labbra carnose; occhi di un blu notte e capelli neri lisci e lunghi fino al fondo schiena. &egrave di molti anni più piccola di mio padre. Fra me e lei ci sono sei anni di differenza. Vive da sola e non ha fidanzato. Mi accoglie con fervore. Mi abbraccia e mi stringe contro il suo favoloso seno. Il mio viso capita nel solco che divide in due le grosse tette di mia zia. Ne approfitto e le bacio. Zia per un attimo mi scosta e mi guarda negli occhi. Sorride e di nuovo mi stringe il capo contro il suo seno. Interpreto il suo gesto come un via libera e riprendo a baciarle le tette. Sento la sua voce.
‘Ti piacciono? Non le hai dimenticate? Tu non lo ricordi. Quando eri un piccolo cucciolo d’uomo tua madre mi chiamava a farti da baby sitter. Eri un bambino irrequieto e piagnone. Ci voleva del bello e del buono per calmarti. Un giorno mi portasti alla disperazione. Non sapevo che pesci pigliare. Mi venne l’dea di sostituirmi a tua madre. Ti presi in braccio e mi sedetti nella poltrona. Mi sollevai la maglietta; liberai dal reggiseno una mia mammella e avvicinai il capezzolo alle tue labbra. Tu apristi la bocca e con le labbra agganciasti il mio capezzolo e cominciasti a succhiare. Ti acquetasti. Da allora ogni volta che facevi le bizze divenne l’unico modo per calmarti. La cosa mi piacque tanto da aspettare con ansia che tua madre ti lasciasse alle mie cure per offrirti le mie zizze. Anche a te piaceva succhiarmele. Ti piacque cosi tanto che lo hai fatto anche quando sei diventato un ragazzino. Lo facesti diventare un gioco. Allora abitavo con voi. I miei genitori erano ancora di questo mondo ed io abitavo con loro nella stessa tenuta. Tu venivi nella mia stanza e mi chiedevi di farti giocare con le mie mammelle. Poi prima tuo nonno materno e poi tua nonna materna andarono nell’al di là e la figlia più piccola, tua zia Gina, si trasferisce in casa vostra. Fu lei a farti da baby sitter. Io scelsi di venire a vivere in città. Per un lungo periodo sentii la tua mancanza. Cominciai a fantasticare. Ti vedevo aggrappato al mio seno e ti allattavo come fossi stato un mio figlio e non averti con me mi metteva in malinconia. Ed ora eccoti nuovamente fra le mie braccia pronto a riprendere a giocare con le mie tette.’
‘Zia non l’ho mai dimenticato. Ho sempre fantasticato succhiare le tue tette. Zia Gina sa di quanto mi piaceva giocare con il tuo seno. Glene parlai il primo giorno che mi fece da bambinaia. Lei ne parlò con mia madre la quale invece di arrabbiarsi suggerì alla sorella di adottare lo stesso metodo della cognata. Zia Gina non ebbe dubbi o scrupoli. La sera stessa approfittò dell’assenza dei miei genitori per offrirmi le sue mammelle. Diversamente da te che lo facevi per calmarmi lei lo faceva perché invidiava la sorella. Diceva che avrebbe voluto avere un figlio per allattarlo. Se potessi la inseminerei e la metterei incinta.’
‘Vuoi mettere incinta tua zia Gina? Da dove ti viene questo istinto paterno? Con me non ti &egrave mai venuto questo pensiero?’
‘Certo che mi &egrave venuto. &egrave un desiderio che ho sempre avuto. Metterti incinta sarebbe il coronamento di un sogno. Ci pensi. Tu, mamma e sua sorella pregne di un figlio mio. Cosa c’&egrave da desiderare di più.’
‘Vuoi accoppiarti con tua madre ed ingravidarla? Ti rendi conto di quello che dici? E vuoi impregnare anche la sorella: Gina?’
‘Zia io vi metterei incinte tutte e tre e poi mi ubriacherei del vostro latte.’
‘Io non sono sposata e posso anche farmi mettere incinta. Non devo rendere conto a nessuno. L’idea di fare un figlio mi entusiasma. Se vuoi possiamo farlo. Io sono fertile e tu hai l’età giusta per procreare. Ti va?’
‘Davvero lo vuoi? Zia sarebbe fantastico.’
‘Vieni, andiamo in camera da letto, saremo più comodi.’
Appena fummo dentro Samantha si spoglia e si distende sul letto; tira su le gambe ed allarga le cosce. Non ho mai visto una figa dal vivo e quella di mia zia era uno spettacolo. Aveva una foresta di ricci peli neri che la coprivano e si estendevano fino al ventre allargandosi nell’inguine e circondavano anche il suo buco del culo. Mai meraviglia della natura si &egrave manifestata ai miei occhi.
‘L’hai mai fatto?’
‘No, zia. Non l’ho mai fatto.’
‘Spogliati e vienimi sopra. Ti insegnerò io come fare.’
In un baleno mi spoglio e mi distendo su di lei. Samantha infila la mano fra i nostri corpi ed aggancia il mio giovane cazzo; lo stringe. Il caldo della sua mano e la stretta lo fanno indurire. Lei lo guida fra le grandi labbra della sua pelosa figa.
‘Spingi e non fermarti.’
Spingo e sento scivolare il mio cazzo verso l’interno della pancia di mia zia. Il calore che da essa emana investe il mio cazzo. Poi arresto la spinta. Di più non riesco ad entrare. Il mio pube &egrave contro il suo.
‘Bravo. Ora prendi fiato e poi indietreggia. Fallo uscire ma non del tutto e poi fallo rientrare di nuovo fino in fondo.’
Non ci riesco perché una piacevole sensazione mi investe e la sento salire lungo il corpo del mio cazzo fino ad esplodere. Vengo ed irroro l’utero di mia zia di una quantità enorme di spermatozoi. Samantha lo avverte.
‘Sei già venuto? Bene, bene. Mi sa che ho un bel pò di lavoro da fare per insegnarti a controllare il tuo corpo. Se continui così non ci vorrà molto per impregnarmi. Ora riposati che poi ricominciamo.’
Nell’attesa di riprendere il discorso mi abbandonai sul suo corpo e le baciai le mammelle.
‘Zia, per avere un figlio anche da zia Gina devo metterglielo nella pancia? La cosa vale anche per Anita:mia madre?’
‘Bambino mio, per fare figli non conosco altre strade. Se vuoi un figlio da tua madre e da Gina le dovrai chiavare. Dovrai scaricare nei loro corpi tutta la tua forza. Dovrai pisciare nel loro ventre tutto lo sperma che riuscirai a produrre. Io ti insegnerò come farlo. Con tua zia Gina non ci dovrebbero essere problemi. Dal come ti guarda credo che non avrai difficoltà ad entrare nel suo letto e scaricarle nella pancia il necessario per metterla incinta. Con tua madre &egrave più difficoltoso. Dovrai lavorarla molto per entrare nel suo letto. Ti aiuterò e vedrai che ci riuscirai. Il problema &egrave tuo padre. Lui altri figli non ne vuole e non so come reagirebbe ad una gravidanza di tua madre.’
Dopo due mesi di cavalcate quasi giornaliere zia Samantha risulta essere incinta. &egrave pazza di gioia.
‘Capisci amore. Avremo un figlio; io sarò madre e tu sarai padre. Ci pensi: tu sarai il padre di tuo cugino ed io sarò la madre di mio nipote. Dio come sono contenta.’
‘Zia sono felice per la tua gravidanza. Ma come lo spiegherai a tuo fratello.’
‘Di questo non devi preoccuparti. Con tuo padre ci parlerò io. Vedrai che non farà obiezioni.’
‘Gli dirai anche che il padre sono io?’
‘&egrave la prima cosa che farò.’
‘Mi vuoi morto.’
‘No; ti voglio come marito.’ Mio padre.

Sono una ragazza madre. Ho appena partorito un bambino frutto di un rapporto avventato. I miei genitori non vogliono tenermi in casa con loro. Preferiscono che vada ad abitare in un appartamento all’altro capo della città. Sono loro a provvedere al mantenimento della casa (l’hanno comprata e me l’hanno intestata) e delle necessità mie e di mio figlio. Mia madre non viene mai a trovarmi. Mio padre invece viene a casa quasi ogni giorno e ci resta per diverse ore. Mi aiuta molto nel gestire mio figlio. lo accudisce mentre io mi dedico alla casa ed allo studio. Frequento il primo anno all’università. Un giorno per puro caso mi accorsi che la mia funzione di madre attirava l’attenzione di mio padre. Io allattavo mio figlio che come un lupo famelico si aggrappava alle mie mammelle e succhiava il mio latte e le lasciava quando ne era completamente pieno. Ciò nonostante non riusciva a svuotarmele del tutto. La mia produzione di latte &egrave sorprendente. Bastano pochi minuti e le mie ghiandole mammarie sono di nuovo piene tanto da farmele indurire con conseguente dolore fisico. La mia ginecologa mi consiglia di usare il tiralatte o, in alternativa trovare una mamma che non riesce ad avere latte sufficiente per alimentare il proprio figlio. La mamma non la trovai e feci ricorso al tiralatte. Uno strumento che odio. &egrave nel mentre sto usando quest’aggeggio che mi trova mio padre. Sto seduta alla mia scrivania e sto cercando un libro sul web. Ho appena finito di allattare mio figlio e come al solito ho il latte che continua a scorrere dai miei capezzoli. Sembro una cascata tanto &egrave il latte che cola e per evitare che vada disperso (il surplus di latte prodotto lo porto in farmacia) ho le tette al vento e, come solito, attaccato ai miei capezzoli l’odiato strumento. Mio padre entra e mi vede. Si avvicina e senza staccare gli occhi dal mio gonfio seno. Nel suo sguardo c’&egrave qualcosa che ho già visto negli occhi di molti miei corteggiatori. &egrave bramosia. Ed &egrave la stessa che mio padre ha dipinta sul viso.
‘Cosa stai facendo?’
‘Non lo vedi? Mi sto auto torturando. Tuo nipote non riesce a svuotarmele che subito sono nuovamente piene. Devo ricorrere al tiralatte per sopperire alla sovrapproduzione di latte altrimenti le mie tette si induriscono e mi fanno male.’
‘E quello che tiri che fine fa?’
‘Lo porto in farmacia.’
‘&egrave uno spreco.’
Di colpo un pensiero si affaccia nella mia mente. E se invece di usare quello strumento di tortura usassi mio padre come tiralatte?
‘Hai ragione; &egrave un vero spreco. Del resto non so come potrei utilizzarlo. Tu lo berresti? Se vuoi, dopo averlo estratto, te lo do a bere.’
Diventa rosso e distoglie gli occhi.
‘Papà non vergognarti. Se lo vuoi te lo do volentieri.’
‘Non giudicarmi. Il fatto &egrave che mi piacerebbe berlo ma non dal bicchiere.’
‘Mi stai forse dicendo che ti piacerebbe bere il mio latte servendoti direttamente alla fonte che lo produce? Papà tu vuoi succhiarmi le tette?’
&egrave fatta. Papà sarà il mio tiralatte. Non gli do il tempo di rispondere. Stacco il marchingegno dalle mie mammelle; mi alzo; gli prendo una mano e con le tette al vento e che colano latte dai capezzoli mi dirigo verso l’uscita dello studio.
‘Dove andiamo?’
‘In un posto più comodo: il mio letto. Se fai il bravo ti permetterò di succhiarmi le tette dopo ogni poppata di mio figlio; sarai il mio tiralatte.’
Arriviamo nella stanza da letto; mi stendo sul letto trascinandomelo sopra.
‘Spogliati e vieni a stenderti al mio fianco. Nel letto non ti voglio vestito.’
In un secondo si libera dei vestiti e si distende al mio fianco. Si &egrave lasciato solo gli slip.
Gli passo un braccio sotto la testa e la spingo verso il mio petto.
‘Su comincia. Ricordati che me le devi svuotare.’
Non si fa pregare. Si avventa sulle mie gonfie zizze, circonda i miei grossi capezzoli con le sue labbra e comincia a succhiare. Con l’altra mano gli accarezzo la fronte ed il viso. Lui solleva gli occhi e li punta nei miei. Vi leggo il piacere che sta provando.
‘Si, mio bel cucciolone, succhia. La tua mammina ti da tanto latte da farti ubriacare.’
In pochi minuti mi svuota prima una tetta e poi si avventa sull’altra. Alla fine si stacca e mi viene sopra. Mi copre il viso di baci.
‘Figlia mia. &egrave stato bellissimo. Più che il latte mi &egrave piaciuto molto succhiarti le tette. Sono favolose e meravigliosamente belle. Hai due zizze che sembrano due mongolfiere. Ho sempre sognato di farlo. Grazie per avermi permesso di succhiare le tue fantastiche zizze.’
Oh, cazzo. A questo non ci ho pensato. Mio padre voleva giocare con le mie zizze prima ancora che producessero latte. Un altro più perverso pensiero mi si affaccia nella mente. Mio padre mi vuole possedere; mi vuole chiavare.
‘Papà i tuoi rapporti con mamma come sono? Voglio dire mamma te la da?’
Lui mi guarda come se stessi chiedendogli chissà cosa. Poi il suo viso si adombra.
‘No. &egrave da prima che tu fossi incinta che tua madre mi nega di farle visita. Non dormiamo più nello stesso letto; a me non importa. I miei pensieri sono tutti a te dedicati. Io sono innamorato di te.’
”Papà mamma ha un amante? Papà vuoi che io sostituisca mia madre nel tuo letto?’
‘Si, l’hai detto. Però non ti voglio come amante. Ti voglio come moglie.’
‘Non posso essere tua moglie; non siamo sposati e nemmeno potremo sposarci. Siamo padre e figlia. Il nostro rapporto agli occhi del pubblico sarebbe immorale ed innaturale. Potremo essere solo amanti. E se ti permetterò di congiungerti con me nessuno dovrà mai venirne a conoscenza. Sarebbe la mia e tua rovina. Ora parlami di mia madre. Hai detto che si &egrave fatta l’amante: lo conosci?’
‘Te l’ho detto. Sono ormai circa due anni che tua madre mi tradisce con un ragazzo di circa 18 anni. Il guaio &egrave che so chi &egrave.’
‘Di chi si tratta? Me lo puoi dire?’
‘Di tuo fratello. &egrave lui l’amante di tua madre.’
Oh cazzo! Mamma si fa fottere da mio fratello, suo figlio. La mia &egrave proprio una famiglia di degenerati. Mamma va a letto con suo figlio e mio padre vorrebbe che io sostituisca sua moglie nel suo letto. Ma si; chi cazzo se ne frega. Mio padre mi piace. L’ho già usato come tiralatte e si &egrave dimostrato molto bravo. Devo sapere tutto su mia madre e su mio fratello.
‘Papà quando hai capito che mamma fornicava con il figlio? voglio dire con mio fratello?’
‘Non l’ho capito; li ho sorpresi.’
‘Dai racconta.’
‘Un giorno rientrai a casa più presto del solito. Avevo deciso di prendermi una mezza giornata di riposo. Entrai in casa e c’era un strano silenzio rotto solo da gemiti che provenivano dalla mia stanza da letto; mi avvicinai. La porta era aperta e quello che vidi mi lasciò di sasso. Tua madre era nuda, piegata sulle ginocchia e con le sue mani appoggiate sulle cosce del suo amante. Era lanciata in una furiosa galoppata su un cazzo che al momento non sapevo di chi fosse. Le sue tette sobbalzavano ad ogni colpo. Sembravano campane. Vedevo il cazzo del suo amante entrare ed uscire dal ventre di tua madre. Poi la sentii lanciare un grido. La troia stava godendo. Contemporaneamente sentii anche la voce del suo amante.
‘ Dio, mamma, sei fantastica. Sto per godere. Dove vuoi che lo scarichi?-
Lei gli rispose:
– Dove lo hai sempre scaricato. Lo devi dare a me. Mi devi farcire l’utero con il tuo sperma. Mi devi riempire il ventre con la tua forza. Hai dimenticato che devi mettermi incinta? ‘
Fu in quel momento che guardò verso la porta e mi vide. Non si spaventò. Al contrario si rivolse al figlio e lo informò che li avevo finalmente sorpresi. Li lasciai e mi ritirai nello studio.’
‘Perché non provocasti uno scandalo?’
‘Che figura ci avrei fatto? Ci pensi? Mia moglie ha un amante che si rivela essere il proprio figlio; la cosa sarebbe finita su tutti i giornali. Avrei dovuto lasciare il paese, trasferirmi. Questo significava allontanarmi da te e io non lo volevo; tu eri il mio sogno.’
‘Eri innamorata di me? Tua figlia? E come risolvesti?’
‘Io mi spostai nella stanza di tuo fratello e lui andò ad occupare il posto che era stato mio fino a quel giorno. Lo decidemmo seduta stante. Tua madre mi raggiunse nello studio e mi informò del come era iniziato con tuo fratello; che lo amava e che mai lo avrebbe lasciato e aveva anche deciso di farsi mettere incinta. Che era opportuno non suscitare scandali perché altrimenti sarebbe saltato fuori che io ero innamorato di mia figlia. Tua madre aveva capito che tu mi piacevi. Accettai di non provocare scandalo. Da allora io non ho più avuto rapporti con tua madre.’
‘E con mio fratello?’
‘Non ci parliamo. Del resto non ha colpa alcuna. Tua madre &egrave una bella donna e nessuno potrebbe resistergli se lei lo vuole. E tuo fratello non gli ha resistito. Lei lo ha preso e non intende lasciarlo.’
‘Come donna devo riconoscere che ha fatto una buona scelta; tuo figlio &egrave un guerriero dell’antica Grecia. Papà con me che intenzioni hai? Il tuo compito di tiralatte vuoi continuare a farlo?’
‘Certo che voglio continuare.’
‘Allora ti devi trasferire qui da me. Le poppate sono ogni tre ore. Una volta che tuo nipote si &egrave riempito, tocca a te. E questo deve essere fatto anche durante le ore notturne. Per non perdere tempo di giorno mi starai vicino e ti prenderai cura, oltre che delle mie tette anche di tuo nipote mentre io mi dedico allo studio. Di notte verrai a stare nel mio letto e mi aiuterai a gestire le mie mammelle.’
‘E basta?’
‘Succhiare le tette di tua figlia ti sembra poco? Per ora accontentati. La notizia che mi hai dato su mamma e mio fratello e la tua proposta di volermi come moglie mi hanno scombussolato. Dammi il tempo di somatizzare. Poi vedremo. Ora parlami ancora di mamma. La storia con mio fratello da quando dura? &egrave riuscita a farsi mettere incinta?’
‘Non lo so; la pancia non &egrave cresciuta. Da quanto dura non te lo so dire. Credo, che tutto sia cominciato da più di un anno.’
‘Ed in un anno non &egrave ancora stata ingravidata? Strano. C’&egrave qualcosa che non sappiamo. Domani ti prenderai cura di tuo nipote. Io vado a trovare tua moglie ed indagherò sul perché non &egrave ancora incinta.’
‘Scusa cosa te ne frega se non &egrave gravida? Vuoi far saltare una poppata a mio nipote?.’
‘Piuttosto ti preoccupi che sarai tu a saltare una poppata. No. userò il tiralatte ed il latte che ne verrà fuori basterà a tenerlo buono. Lo metteremo in frigo e quando verrà l’ora lo tirerai fuori, lo scalderai e glielo darai. In quanto al fregarmene se mamma &egrave o non &egrave gravida non posso. Lei si &egrave presa mio fratello e vuole fare un figlio con lui. Tu sei qui ed abbiamo cominciato un rapporto che quanto prima ti porterà a giacere fra le mie cosce. Devo sapere se devo rendergli la pariglia.’
Mio marito e mio figlio insieme

Oramai la mia famiglia ha raggiunto il culmine della degenerazione e della perversione. Tutto ebbe inizio il giorno del compleanno di mia figlia. Alcune settimane prima della ricorrenza chiesi a mia figlia cosa avrebbe gradito che le regalassi. Lei mi fissò negli occhi e senza il benché minimo pudore o disagio mi chiese di voler trascorrere una notte nel mio letto in compagnia del padre; che desiderava giacere nel letto matrimoniale insieme al padre; che voleva, per una notte, essere trattata dal padre come fosse sua moglie. A quella richiesta restai pietrificata. Sapevo che mio marito agognava di scoparsi nostra figlia. Una serie di segnali e molti sguardi mi fecero capire che a mio marito piaceva sua figlia, ma mai avrei pensato che il suo desiderio era ricambiato dalla nostra bambina. Mi figlia era ed &egrave una bellissima ragazza. &egrave una donna molto corteggiata dai suoi coetanei. Ha un corpo da far invidia a molte star del mondo dello spettacolo e non ha niente da invidiare alle fotomodelle di play boy o di penthouse. Non nascondo che anch’io alcune volte ho pensato a lei come una bambola con cui giocare. La richiesta di giacere insieme a suo padre mi scombussolò e per alcuni giorni ne fui ossessionata. Poi l’ossessione si trasformò in una occasione propizia. La perversione dell’incesto non era solo un fatto di mio marito e di mia figlia. Essa era presente nel mio DNA ed anche in quella di mio figlio. Era più di un anno che fornicavo con mio figlio; ne avevo fatto il mio amante. La richiesta di mia figlia di accoppiarsi con il padre mi suggerì l’occasione che da tempo aspettavo. Avrei spiattellato a mio marito il rapporto che avevo con nostro figlio. Tutto filò liscio come l’olio. La sera del compleanno mia figlia ebbe, come regalo, di dormire nel letto matrimoniale insieme al padre che la possedette e la fece diventare donna. Io mi trasferii nella stanza di mio figlio e lì restai per i giorni a seguire. Niente &egrave cambiato da quel giorno. Mio marito si scopa nostra figlia ed io mi faccio chiavare da mio figlio. Nostra figlia oltre a farsi cavalcare dal padre si fa anche montare dal fratello. Il nostro ormai &egrave un diventato un quadrilatero di lussuria. L’aria familiare &egrave sgombra da nubi e da sospetti; tutto scorre tranquillo, Il mio più grande desiderio e di avere nel mio letto mio marito e mio figlio contemporaneamente. Bramo di avere mio marito che si sollazza albergando il suo falcone nel mio ventre mentre mio figlio mi stantuffa il suo cazzo nel buco del culo. Prenderlo nel culo non &egrave un problema. Entrambi lo hanno visitato. Il primo fu mio figlio e poi mio marito. Quando il mio cucciolo me lo mise nel culo fu un giorno che non dimenticherò mai. Mi trapanò il culo come stesse scavando un pozzo. Poi concessi anche al padre di entrare nel mio corpo dalla porta posteriore. Approfittai per esprimere il mio desiderio di averli entrambi dentro di me. Mio marito, pur di mettermelo nel culo, fu d’accordo. Anche mio figlio era d’accordo. Dovevo solo organizzare un incontro con loro due. Fu il caso a provvedere. Erano giorni che mi sollazzavo con mio marito. I miei pensieri erano tutti dedicati a renderlo felice. &egrave così anche questa notte. Siamo a letto. mio marito &egrave disteso sotto di me ed io lo sto cavalcando. Lui ha il suo cazzo ben piantato nel mio ventre e le sue mani mi pastrugnano le tette. Siamo talmente presi nell’atto che non ci accorgiamo che la porta della camera si &egrave aperta ed un raggio di luce investe il letto su cui sto fornicando con mio marito. Dopo alcuni minuti avverto che il letto cede e subito dopo due braccia si posano sulle mie spalle e bloccano la mia cavalcata. Intanto un affare di notevoli dimensioni si &egrave insinuato fra le mie bianche chiappe. A quel contatto la mia mente riprende a funzionare. Giro la testa e vedo il volto sorridente di mio figlio; capisco quello che sta per accadere. Il mio desiderio di averli entrambi dentro di me sta per avverarsi.
‘Mamma, &egrave quello che desideri. Mio padre &egrave dentro di te ed ha usato la porta anteriore per entrare. Io userò la porta posteriore. Sentirai dolore. Ma tu sai già come fare per resistere.’
Una sua mano si stacca da una delle mie spalle e poi avverto una pressione sul mio buchetto. Il pervertito ha guidato il suo cazzo a sistemarsi meglio fra le mie chiappe. Sento il grosso glande premere contro il mio buco del culo.
‘Mamma ci sono; sei pronta?’
‘Dai spingi.’
Mio marito sente le voci e smette di spingere il suo cazzo nel mio ventre.
‘Cosa sta accadendo?’
‘Stai tranquillo. &egrave tuo figlio; &egrave dietro di me e sta spingendo per far entrare il suo serpente nel mio culo.’
‘Ti sta inculando?’
‘Si, amore. Finalmente il mio sogno si avvera. Vi ho entrambi dentro di me. Padre e figlio; la mia libidine si sta scatenando. Datevi da fare perché dopo vi voglio a posizioni invertite. Tu dietro e tuo figlio davanti.’
Ho appena finito di parlare che un dolore lancinante investe il mio sfintere. Grido.
‘Mamma vuoi che mi fermi?’
‘No; continua a spingere. Non mi abituerò mai alla grossezza del tuo cazzo quando me lo metti nel culo. Mettici più forza e vedrai che quando lo avrai affondato nelle mie viscere il dolore sparirà e potrai chiavarmi nel culo cosi come hai sempre fatto quando hai usato la porta posteriore per entrare in me.’
&egrave una notte fantastica. Fino al mattino i miei due tori si alternano nell’uso delle mie porte. Vagina e culo si riempiono di sperma. La mia pancia &egrave satura della forza che mio marito e mio figlio vi hanno scaricato dentro. Il mio amore per loro due, dopo questa meravigliosa notte si rafforza. &egrave mattina inoltrata. Un raggio di sole investe il letto in cui tre nudi corpi sono aggrovigliati tra loro in un abbraccio indecente. Mio marito e mio figlio mi tengono in mezzo a loro due. Apro gli occhi e riordino i pensieri che mi portano a quanto &egrave accaduto la notte appena trascorsa. &egrave stato un uragano di lussuria e di libidine. Entrambi hanno giocato con il mio corpo e lo hanno fatto contemporaneamente. Sono indolenzita ma felice. Li ho avuti entrambi dentro di me e mi hanno riempita della loro forza sia il ventre che le viscere. Lentamente mi sfilo dal loro abbraccio e scendo dal letto; &egrave in quel momento che mi accorgo della presenza di mia figlia. Avvolta in un accappatoio &egrave seduta sulla poltrona ai lati del letto.
‘Buongiorno, mamma. L’hai fatto? Com’&egrave stato? Ti &egrave piaciuto? Hai sofferto?’
Per evitare di svegliare i miei due tori la invito a seguirmi.
‘Seguimi e ne parleremo.’

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