Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti erotici sull'IncestoTrio

Chi di ipnosi ferisce…

By 14 Aprile 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Il titolo potrebbe essere fuorviante perché l’ipnosi vera e propria c’entra poco, anzi per nulla. Ma per vie indirette invece &egrave la chiave di tutto il racconto.
Io sono Claudio e vi dico di Ingrid, mia moglie.
Uno di quei casi di donna bella ed arrapante ma anche molto intelligente. Purtroppo a volte l’intelligenza &egrave inversamente proporzionale alla bellezza’
Alta 1,80, un corpo a dir poco perfetto: seni sodi e grandi ma che stanno su benissimo anche da soli, gambe lunghe e belle. Il culo, ne vogliamo parlare? Farebbe la sua porca figura anche sulle spiagge frequentate da brasiliane che come si sa, sono le regine del lato B! Voglio solo aggiungere che &egrave stata testimonial di una nota casa di lingerie. Occhi azzurri, capelli neri ed un sorriso che può mettere in ginocchio chiunque. Quando esco con lei faccio fatica a non litigare con le persone che la guardano in modo rapito, ma li comprendo: anche io se vedessi una bonazza del genere non riuscirei ad essere educato: dovrei guardarla con la bava alla bocca, e non vi dico in spiaggia’
Lo scorso luglio, una domenica, ho invitato a cena Gianni; un amico, un collega d’ufficio: entrambi lavoriamo nel campo delle assicurazioni. Un bel ragazzo, di quelli che credo non passino indifferenti alle attenzioni delle donne. Palestrato il giusto ma non sformato come certi culturisti. Un bravo ragazzo forse un po’ ‘credulone’ infatti in ufficio spesso &egrave vittima di scherzi di ogni genere ma lui la prende sempre con allegria e per questo mi sta molto simpatico.
Dunque, tornando alla cena, avverto mia moglie che sarebbe venuto Gianni perché anziché trattenerci in ufficio per una controversia, preferivamo parlarne a casa mia dopo una bella cena e magari in compagnia di un bel Chivas.
Alle 19:00 in punto, l’orario che gli avevo dato per venire a casa, Gianni si presenta vestito bene ma un po’ troppo pesante per come era la giornata, infatti dopo un po’ che noto che non era a suo agio, gli chiedo se preferiva magari dei pantaloncini ed una T-shirt: io al suo posto non mi sarei fatto pregare per nulla invece lui timidamente cerca di rifiutarsi ma era evidente che stesse crepando dal caldo, non poteva continuare con pantaloni, giacca e camicia. Alla fine accettò e venne nella stanza da letto dove gli passai alcuni indumenti più leggeri da scegliere, appunto dei pantaloncini ed una maglietta perché d’altronde avevo deciso di mangiare sul terrazzo, all’aperto anche se ricordo che quella giornata era particolarmente calda ed afosa.
Ingrid indossava una canotta e questa volta aveva messo il reggiseno ma solo per coprire i capezzoli che ha sempre molto pronunciati e quindi sarebbe stato sconveniente non indossarlo per quella occasione. Pantaloncini di quelli non molto stretti, per intenderci, non voleva per nulla mostrare le sue bellissime forme che nonostante tutto comunque ‘gridavano’ da sotto gli indumenti.
Verso le 20:00 ci mettiamo a tavola e cominciamo a mangiare, a bere e come spesso succede si parla del più e del meno e più si va avanti e più ci si ‘sbraga’ nel ricordare episodi divertenti, ma poi inevitabilmente questi episodi si esauriscono ma io non volevo far cadere il tono della serata allora cominciai a parlare di un ‘immaginario’ viaggio in India. Qui vedo che Ingrid mi fissa stranita ma io da sotto al tavolo le tocco un piede e lei capì che doveva assecondarmi’
-Caspita, Claudio, sei stato in India?!!.- Esclamò Gianni – Quanto vorrei andarci! L’India per me rappresenta tanto, ci sono santoni che vorrei incontrare, dicono che fanno cose inspiegabili, si sollevano da terra, la lievitazione’
-‘Levitazione’, Gianni, nun &egrave ca fanno ‘o tortano’
-Sì, scusa volevo dire levitazione, poi ci sono certi che guariscono, ipnotizzano’
‘Ipnotizzano” Qui mi scatta un’intuizione geniale: dovevo giocare su questa cosa, sentivo che sarebbe stata la mossa della serata. Continuo andando a ruota libera cercando di farmi venire idee improvvisando’
-Certo Gianni, sono grandi ipnotizzatori! Noi ne sappiamo qualcosa’
-Siiiì? Non mi dire che avete assistito ad una performance dal vivo?!
-Assistito, &egrave poco! E qui comincio ad atteggiarmi come il famoso compianto ‘Manuel Fantoni’ di verdoniana memoria’
-Ti dirò ero molto scettico, e forse dai miei sbadigli si intuiva ed io non facevo nulla per nasconderlo, quando quel tale Sahadu (non me ne volete questo nome mi &egrave venuto, sembrava forse più il nome di un santone sardo) cominciò a fissarmi e venne verso di me e con fare molto cordiale mi chiese in un italiano comprensibile:
-Tu forse no credi molto a mie parole?
-Mi scusi signor santone Sadu”
-Sahadu’, prego’
-Sì, Sahadu’, in verità non &egrave che non ci credo molto, ma non ci credo per nulla.
-Io vedeva che tu sbadiglia e ride, ma io voglio fare una cosa per te. So che mogli italiane spesso parlano molto, vogliono comanda in casa’ Questa bella signora te vicino &egrave tua moglie?
– Sì – dico io’
-E lei comanda a casa?
-Beh, non troppo ma confesso che a volte vuole tenere sempre l’ultima parola’
-Bene. Posso chiede tua signora che viene su palco? E così facendo si rivolse ad Ingrid che accettò.
– Ma daiiii – esclamò Gianni con occhi spiritati – Non mi dire che l’ha ipnotizzata??!!!
-Gianni, non ci crederai, ma dopo strane mosse, pronunciò una parola incomprensibile, dopodiché Ingrid cominciò a fare tutto quello che lui le diceva:
-Ora Ingrid &egrave gallina!
Ed Ingrid cominciava a fare ‘Coccod&egrave, coccod&egrave’. Tra me pensavo: -Ma tu guarda ‘sta figlia di’ lo sta prendendo in giro’
-Ora Ingrid &egrave cavallo e salta ostacoli!
E lei cominciò a correre per il palco saltellando’
– Ecco, ora tu sai che io dice verità- disse il santone. Pronunciò di nuovo quella strana parola e poi fece scendere Ingrid che mi si avvicinò chiedendomi:
-Che &egrave successo?
-Come, cosa ti &egrave successo’? Hai fatto la scema a saltellare per il palco ed hai fatto la gallina per prendere in giro quel cretino, e mo mi domandi’
-No, aspetta – mi interruppe Ingrid – Cosa avrei fatto io?
-Hai fatto l’imitazione della gallina e di un cavallo’
A questo punto Gianni, in estasi:
-Ma nooooo??!!!! Ingrid sei stata ipnotizzata da un santone? Uaoooo!
Ingrid a questo punto reggendomi il gioco:
-Sì, Gianni, non ci credevo ma poi ho visto il filmato che mi ha fatto Claudio col cellulare’
-Posso vedere il filmato?- Chiese, Gianni. Allora intervenni io subito per mettere una pezza al fatto che il filmato ovviamente non avrebbe potuto mai vederlo, visto che era tutto inventato’
-Mannaggia, non me lo dire’- Lo avevo sul vecchio cellulare che ho perso’
-Peccato – fece con aria sconsolata Gianni – Mi sarebbe piaciuto vederlo’
-Pazienza… – Poi chiesi ad Ingrid di prepararci un caff&egrave. Avevo in mente il clou dello scherzo!
-Gianni, devo confessarti una cosa, io quella parola la conosco bene, il santone poi me la scrisse e mi disse che per un certo tempo Ingrid sarebbe rimasta ancora sensibile all’effetto. Io non ci credevo ma la sera in albergo lessi il bigliettino ad alta voce e’
-Eeeeeeeee?? – Fece Gianni ormai quasi in trance’
-Non ci crederai: Ingrid cominciava a fare tutto quello che io le chiedevo:
-Ingrid, fai il cane! ‘ E lei lo faceva’ – Adesso il gatto! E lei eseguiva’- Poi ho ripronunciato la parola ed &egrave tornata normale come sempre, senza ricordare assolutamente nulla! Da allora però non l’ho più riprovato, anche perché ho avuto anche paura’
-Incredibile! – Esclamò Gianni- Ma io lo sapevo che erano possibile queste cose!
-Io no! Chissà se funziona ancora’ Vorrei provare!
-Non ho mai assistito ad una cosa del genere – mi confessò Gianni.
-Ok, dovrei ancora avere la parola scritta da qualche parte in un cassetto. Ora proviamo.
Così dicendo mi alzai e raggiunsi Ingrid in Cucina:
-Teso’, non chiedermi nulla ma quando dico’ dico’ Ash Facall (lo so non sono un granché nell’inventare parole magiche’) tu fai un’espressione un po’ abbandonata devi far capire che stai in uno stato di ipnosi.
-Te sei scemo, Claudio ma che’
-Dai, dai’
Scrissi la parola su un bigliettino e tornai al tavolo. Lo mostrai a Gianni e gli dissi con aria di complicità:
-Ecco. L’ho trovato! Dopo proviamo’
Aspettai che tornasse Ingrid, ed esclamai a pieni polmoni:
-Ash Facall!
Ingrid, a malincuore, conoscendola, mi tenne il gioco: fece l’espressione che le avevo raccomandato e rimase ferma con il vassoio con le tazze del caff&egrave in mano.
-Tu sei la nostra cameriera, Ingrid servici il caff&egrave ma prima devi fare un giro su te stessa.
Immagino le maledizioni che mi stava mandando Ingrid, ma anche se un po’ a fatica, eseguì, poi ci servì il caff&egrave.
-Ecco, ora sei un cagnolino!
-Bauuu, Bauuu – fece Ingrid’
-No, sei un cagnolino e devi camminare come un cagnolino a quattro zampe – Cercavo di immaginare come stava pensando di farmela pagare dopo, ma la cosa mi divertiva incredibilmente.
Lei si mise a quattro zampe e cominciò a camminare a guisa di un cane’
-Scodinzola, scodinzola, sei felice del tuo padrone! – E lei agitava il suo bel culo’ – Salta, Salta’
Lei eseguì ancora: saltava e nel saltare notai che i seni sballonzolavano e si vedevano nettamente dalla scollatura della canotta ed anche se aveva il reggiseno, come ho detto, erano molto prorompenti ed i capezzoli fuoriuscirono. Notai che Gianni deglutiva a fatica mentre guardava, allora decisi che era il momento di far finire la cosa, anche perché avevo ben colto l’imbarazzo di Ingrid e da lì a poco se non avessi smesso io, lei avrebbe fatto scoprire tutto lo scherzo’
– Ash Facall – Gridai, ed Ingrid subito smise di fare l’aria da ipnosi e disse:
-Allora com’&egrave il caff&egrave?
Non si era accorta dei capezzoli che erano fuori dalle coppe del reggiseno e sembravano volessero sfondare la canotta.
-Gianni mi guardava con aria da ebete, non aveva il coraggio di dire nulla’ Poi con un po’ di forza riuscì appena a dire:
-O…o’ottimo – Balbettò, credo un po’ per l’esperimento, un po’ per quella visione paradisiaca delle tette di mia moglie. Un fuoriprogramma che non avevo previsto.
Appena si rese conto della ‘scapezzolata’ Ingrid si alzò ed andò verso il bagno per risistemarsi.
Finita la serata, appena Gianni andò via, Ingrid come una furia:
-Te sei scemo! Ma che figura mi hai fatta fare? Ma come ti vengono certe idee??? Io ti’ ti’ Voleva prendermi a pugni ma poi scoppiamo in una fragorosa risata. Non riuscivamo a fermarci’ Lei mi guardava e ripeteva: -Bau, Bau’ Ma che scemo che sei’
-Ah, ah, ah’ Per poco non gli &egrave partito un embolo quando ha visto le tue tette quasi tutte fuori dal reggiseno.
-Dici che si sono viste?
-Azzzz. Quando saltavi si sono visti anche i capezzoli!
-Quando me ne sono accorta sono andata di la’ per risistemarmi’
-Si, ho notato’ Però adesso ho una voglia di scopare’
-Anche io – disse abbracciandomi.
Ora che eravamo soli, si sfilò la canotta e sganciò il reggiseno: che visione stupenda! Conoscevo a memoria quei seni ma ogni volta mi facevano sempre estasiare. Sodi, con dei chiodi che mi piaceva mordicchiare, areole belle scure, anche un po’ sollevate dal resto della pelle’ Le misi una mano in mezzo alle gambe: mi piaceva toccarle quella bella braciolona e notai che era già bagnata come non mai: anche a lei piaceva farsi leccare le bocce’ Era proprio un lago di umori: di solito era così dopo parecchi minuti di petting, ma allora forse era più predisposta’
Scopammo a lungo e lei venne diverse volte: era proprio infoiata.
Pensai che anche la cenetta a base di pesce ci aveva messo lo zampino per renderla così infuocata!
L’indomani, lasciai Ingrid ancora a dormire, per questa settimana non aveva impegni di lavoro, e mi misi in macchina con l’intento di svelare a Gianni la presa per culo dell’ipnosi ‘appezzottata’! Ancora ridevo tra me e me: Fai il cane’ Ahahahah! Poi mi vennero in mente i suoi seni e quei suoi capezzoli che prepotentemente si erano messi in libertà mentre saltava, che sicuramente non erano passati inosservati. Provai un senso di fastidio ma poi, forse perché Gianni ha comunque sempre quell’aria da bambinone, non ne rimasi proprio così dispiaciuto. Anzi poi mi veniva in mente se per caso si fosse eccitato’ Azz: per caso’ Provai una strana sensazione, ma con questi pensieri giunsi in ufficio.
Gianni aveva chiesto un permesso e mi aveva lasciato un biglietto: ‘Ho perso il cellulare e credo di averlo lasciato da qualche parte a casa tua. Passerò in mattinata per riprendermelo’.
Chiamai Ingrid per avvisarla: a volte &egrave capace di svegliarsi a mezzogiorno, ma non ci riuscii: probabilmente avevamo lasciato le suonerie sia del cellulare che del telefono di casa abbassata. Lo facevamo quando non volevamo essere disturbati’
-Va bene – pensai ‘ sentirà il campanello della porta che &egrave fortissimo: lo scelsi apposta perché potessimo sentirlo anche sul terrazzo.
Ripensai ancora allo scherzo e cercai di immaginare la faccia quando poi gli avrei rivelato che era un ‘fessacchioto’! 
La giornata di lavoro finì, ma Gianni non aveva fatto ritorno: forse stava ancora girovagando per ritrovare il suo cellulare’ Bah.
Torno a casa, parcheggio l’auto nel box ed entro in casa.
-Ingrid, tesoro sono qui.
Mi venne incontro come sempre, mi sorrise e mi diede un bacio ed io come al solito le toccai quel suo bellissimo culo che aveva.
-Novità?
-No, tutto ok’
-E Gianni non &egrave passato? Mi ha lasciato un biglietto per avvertirmi che sarebbe passato per cercare il suo cellulare. Quel ragazzo ha proprio la testa fra le nuvole’
-Ah, sì – fece con aria strana, per me che la conosco da anni, era come se fosse distratta, non saprei spiegare bene la sensazione’
-E lo avete trovato ‘sto cellulare?
-Sì, era dietro al cuscino del salotto’
-Ah, il ‘mangiatutto’! Un giorno se non mi trovi prova a cercarmi lì, potrebbe nascondere di tutto!
Ingrid rise e quando rideva mi faceva l’effetto di quando Mortisia degli ‘Addams’ parlava in francese a Gomez (nella versione francese questo effetto lo sortisce parlando in italiano’). Le misi subito una mano tra le cosce ma lei si scostò un pochino giustificandosi che si era svegliata con un dolore alla schiena e lo aveva ancora.
-Se vuoi, domani vai dal dottore, magari ti dà qualche pomatina, meglio non trascurare queste cose’
-Ma no ‘ mi rassicurò lei – magari sono state le contorsioni di questa notte e mi fece l’occhiolino’
-Eh, può essere.
Cenammo, poi andammo a letto e feci notare ad Ingrid che forse per quella sera era meglio se stavamo ‘tranquilli’, visto il dolorino’
Però non riuscivo a dormire’ Guardare il suo corpo nudo mi eccitava da morire: avrei voluto scoparla come sempre, ma ovviamente quella sera non era proprio il caso.
Me ne andai nello studio, mi avvicinai PC che lascio sempre acceso, quando un ‘alert’ che era sul monitor, colpì la mia attenzione:
‘Domani PVR cancella registrazioni del mese’
Era un alert che avevo impostato per il mio impianto di videosorveglianza che avevo fatto installare. A questo punto vi devo una spiegazione.
Avevo ricevuto telefonate strane: chiamavano ma non parlavano, come se avessero voluto controllare se eravamo in casa. Questo diverse volte, allora per non far preoccupare Ingrid, non le avevo detto nulla ma approfittando di una sua assenza, avevo fatto installare diverse telecamere con audio sensibilissimo in tutta la casa che riprendevano sia l’esterno che l’interno da diverse angolature, in pratica circa 4 per ogni vano. Il PVR registrava tutto cancellando e riscrivendo settimanalmente. Di solito quando non c’erano state telefonate o cose strane, lasciavo che cancellasse quasi automaticamente, ‘stavolta, un po’ per l’insonnia, un po’ non saprei nemmeno io,
mi metto a visionare la registrazione.
Parte dalla settimana scorsa e vedo la solita routine di Ingrid: non mi andava di soffermarmi perché la ritenevo comunque una invasione della sua privacy, quindi andavo avanti molto velocemente. Ad un certo punto arrivo alla mattinata: vedo Gianni che , come sapevo, parcheggia e si avvicina alla porta di casa. Così, per curiosità, anche perché non avevo un cazzo da fare ed il sonno proprio non accennava a prendermi, metto a velocità normale e mi guardo la registrazione.
Ore 10:00
Un primo ‘drinn’, un secondo, un terzo’ Vedo Gianni che passeggia nervosamente davanti all’uscio. Starà pensando che Ingrid doveva essere in casa in quanto la sera ne avevamo parlato e sapeva che sarebbe restata a casa.
Sposto la visione sulla camera nella stanza da letto: Ingrid dormiva ma all’ennesimo ‘driiinnn’ vedo che si alza: era ovviamente nuda come si era addormentata, si infila una vestaglietta e va alla porta per aprire.
-Scusami, Ingrid sono mortificato, stavi dormendo’
-Non fa nulla – rispose ma secondo me lo stava ‘smortando’ per la settima generazione – Entra.
Gianni entrò e subito con aria preoccupatissima le disse:
-Credo di aver lasciato il cellulare qui da qualche parte, non riesco a trovarlo.
-Prego, cercalo dove meglio credi, prova sul terrazzo dove abbiamo cenato’
Noto che la vestaglietta lasciava ogni tanto intravedere qualcosa, e stavolta i capezzoli si notavano molto: non aveva avuto il tempo di mettere il reggiseno. Poi Ingrid &egrave un ‘diesel’ cio&egrave quando si sveglia ci mette tanto per carburare, per entrare pienamente in possesso delle sue facoltà mentali’
-Gianni, faccio un caff&egrave?
-Grazie, Ingrid ma non vorrei disturbare.
-Lo devo fare anche per me ‘ lo rassicurò e così dicendo andò in cucina.
Gianni era andato in terrazzo ma lì non c’era. Io potevo seguire tutto cambiando di volta in volta le telecamere e le inquadrature.
Pensai che ora sarebbe andata sicuramente ad indossare il reggiseno ma vidi che non lo fece: era sicuramente ancora mezza addormentata e non aveva ancora realizzato’
-Trovatooo! – Gridò ad un certo punto Gianni che stava rovistando dietro ai cuscini del divano.
-Ah, bene! ‘ fece Ingrid e nel frattempo lo raggiunse col caff&egrave.
Lo sorseggiarono: dalle inquadrature si notavano quei capezzoli che avrebbero suscitato in chiunque voglie incredibili. Poi seduta con quella vestaglina che non era certo di tessuto pesante’ Stavolta si vedevano bene le gambe e non ci giurerei perché le inquadrature erano fisse e non mirate, forse dall’apertura laterale si poteva intravedere un po’ di culo.
Le telecamere erano motorizzate ma avrei dovuto comandarle io dal cellulare ma ovviamente io non sapevo nulla, quindi guardavo le scene registrate in mattinata.
Pensai che lei avrebbe potuto approfittare quando Gianni era in terrazzo per mettersi dei pantaloncini, maglia e reggiseno’ Bah’
Ad un certo punto sento Gianni esclamare ad alta voce:
-Ash Facall!!
-Ahahahahah, ma che cretino! Adesso Ingrid mi toglie lo sfizio di deriderlo chiarendo che &egrave tutto uno scherzo’ Avrei voluto dirglielo io, ma non fa nulla’
Invece Ingrid assume quell’aria che aveva fatto la sera della cena!
Io resto come un cretino poi mi dico: -Adesso lo prende un po’ in giro e poi glielo dirà’ Ahahahah!
-I’i’ngrid ‘ chiese Gianni balbettando – mi ascolti?
-Sì, dimmi’
Rimasero così un paio di minuti. Lei con quell’aria ‘distratta’ e lui che non faceva nulla’
Poi Gianni aggiunse:
-Ti ricordi del cagnolino di ieri?
-No – rispose con voce molto distaccata come in trance ‘ Non ricordo nulla’
-Ma se io ti dicessi di fare il cagnolino’? – E poi rideva un po’ come se fosse pronto a giustificare il tutto con una fragorosa risata se lei avesse risposto piccata.
-Se tu comandi io faccio il cagnolino – rispose sorprendentemente Ingrid.
-Sì: fai il cagnolino ‘ ordinò.
Ingrid a questo punto si mise a quattro zampe e camminava lentamente. La vestaglina anche se legata in vita copriva non molto: sul davanti i seni maestosi si vedevano benissimo dalla telecamera che inquadrava dal punto di vista di Gianni. I capezzoli turgidi erano dei chiodi impressionanti. Poi si girava e mostrava quel culo perfetto coperto pochissimo in quella posizione dalla vestaglia’
Io ero interdetto: non sapevo più cosa pensare! Ma cosa gli saltava in mente di prolungare quello scherzo in quel modo? E Gianni? Che cazzo ti metti ad ordinare’?!!! Ero imbestialito, ma non posso nascondervi che provavo delle sensazioni strane e forse anche opposte tra loro: gelosia per quello che Gianni stava guardando, incazzatura con Ingrid che doveva essere ben consapevole di quello che mostrava e’ E’? Non volevo ammetterlo: eccitazione: Mi ritrovai col cazzo duro mentre mi rendevo conto che Gianni la stava guardando. No, non poteva essere vero, stavo sognando’
Quando riflettevo mettevo in pausa. Quindi rimetto in Play e vado avanti.
Lei continuava a fare la cagnolina, da dietro in qualche movimento si poteva scorgere anche la sua bella figa che era sempre gonfia. Il mio cazzo scoppiava ma volevo vedere come continuava la cosa’
Ad un certo punto Ingrid gli si avvicina sempre a quattro zampe e si ferma. Non osavo pensare cosa avrei visto da lì a poco’
Invece Gianni le ordinò di alzarsi e poi pronunciò la ormai fatidica parola: ‘Ash Facall’!
Ingrid tornò forzatamente ‘normale’ ed aggiunse:
-Bene allora hai detto che hai trovato il tuo cellulare’
-S..sì, Ingrid, grazie.
-Tutto ok? Gianni ti vedo strano’
-Tutto ok, Ingrid. Grazie ancora. Adesso vado a casa.
Andai avanti con la registrazione ed in effetti non c’era più nulla di strano se non la solita routine di Ingrid.
Ma cosa era successo? Cazzo, perché Ingrid si era prestata a quel gioco di merda? E poi vestita o meglio svestita in quel modo’
Ma cosa da non trascurare: PERCHE’, CAZZO, NON MI AVEVA DETTO NULLA???
Inutile dirvi che quella sera non chiusi occhio tormentato da mille pensieri e domande: Adesso la sveglio e deve darmi una spiegazione’ No, aspetto domani, magari me lo dice lei’ Cazzo domani spacco la faccia a quel cretino’ Poi mi tornavano in mente le immagini: lei con quel corpo bellissimo che ondeggiava mentre faceva la cagnolina’ o la cagna? Mi ritorna duro ma faccio una doccia abbastanza fredda e poi vado al lavoro, dopo aver dato un’occhiata ancora a quel corpo meraviglioso di Ingrid che era in una posa che se continuavo a guardarla sarei venuto senza toccarmi.
La svolta
Durante il tragitto pensavo a tante cose, ero confuso, pensavo di affrontare Gianni in malo modo, magari tornare indietro e chiedere spiegazioni ad Ingrid’ Ripensai a quelle immagini dove lei faceva la cagnolina e la vestaglina spesso lasciava intravedere il suo bel culo senza mutande, i seni’ Gianni che la guardava e sicuramente si sarà eccitato tantissimo’ Non volevo accettarlo ma forse avrei voluto vedere altro. &egrave assurdo quello che mi veniva in mente: vederla eccitare ancor di più Gianni, magari mi sarebbe piaciuto se si fossero spinti olt’ No, non &egrave possibile: cosa mi stava succedendo? Con questi pensieri arrivai in ufficio: Gianni era già lì. Non so se coglievo io un senso d’imbarazzo perché non ero sereno o forse lo era per davvero. Intanto lo guardavo e lo immaginavo che toccasse Ingrid’ Era una sensazione mista tra gelosia e folle eccitamento. Forse proprio in virtù di un arrapamento ‘nuovo’, di questo moto che mi scombussolava che d’istinto chiesi a Gianni:
-Mi faresti una grande cortesia?
-Certo. Se posso, sicuramente – Sapevo che Gianni si sarebbe messo a disposizione.
-Credo di aver lasciato la cartella ‘De Biase’ sul tavolo della cucina, o magari sul tavolino del salotto, mi faresti la cortesia di andare a casa e cercarla? Nel frattempo, se mi dici che vai avverto Ingrid.
-Certo!
Nella mia mente cominciarono a farsi strada pensieri ed eccitazioni strane’ Non volevo ragionarci su, sapevo che forse non avrei avuto il coraggio di continuare, per questo andavo avanti senza pensare ma nel mio inconscio sapevo bene cosa mi auguravo e credo lo immaginiate anche voi a questo punto: che Gianni avesse continuato ad approfittare della ‘parolina magica’.
Se così fosse stato stavolta avrei potuto guardare in diretta dal notebook, azionare le telecamere a mio piacimento’
-Ok, Gianni. Allora prendiamoci il caff&egrave che nel frattempo avverto Ingrid così poi vai.
Ci prendemmo il caff&egrave poi chiamai casa.
-Ingrid? Tesoro, fra poco viene Gianni per prendere una cartella che ho dimenticato. Magari dagli una mano a trovarla perché l’ho presa ma non so dove l’ho lasciata. Per me &egrave importante quindi, per favore, cercate in ogni posto.
-Ok, non preoccuparti.
Sapevo che non l’avrebbero potuta trovare: ce l’avevo con me nella mia borsa’ Ma dire che ‘dovevano trovarla ad ogni costo’ avrebbe dato loro molto tempo per’ Già, ‘per”? Non volevo pensarci, anzi no: me lo auguravo’ No, ma che stavo pensando’ Invece devo sgomberare la mente da falsi moralismi: speravo proprio di assistere a qualcosa di ‘pazzesco’.
L’amo era gettato: se Gianni ormai sicuro del funzionamento della ‘parola magica’ avesse voluto, avrebbe potuto approfittarne. O magari stavolta Ingrid lo avrebbe messo a posto?
Magari, ecco, avrei assistito alla scena dove la mia bona ed arrapante mogliettina gli avrebbe mollato uno schiaffo, oppure avrebbe svelato lo scherzo. Speravo davvero che lei avesse rivelato tutto? Ma poi come avrebbe giustificato comunque il comportamento della ‘cagnolina’? Era mezza nuda, in ogni caso quella situazione l’aveva compromessa. Se avesse svelato che era uno scherzo, si sarebbe comunque spinta oltre il giorno prima… Cercavo di immaginare ma &egrave inutile che mi prendo per culo da solo: volevo solo che Gianni approfittasse della situazione.
Gianni era ancora lì, aspettava che gli dicessi di andare, nel frattempo avevo acceso il mio portatile ed avevo lanciato il programma di gestione delle telecamere, una cosa che non avevo mai fatto prima. Potevo scegliere le inquadrature, zoomare e sentire i dialoghi, tutto in HD.
Vidi che Ingrid era in bagno: aveva da poco finito la doccia e si guardava allo specchio: si toccava un po’ i seni, si metteva di fianco’ Ma cosa stavo facendo? Stavo spiando mia moglie?!!
Era stupendo osservarla, rubare la sua intimità’ Avevo scoperto in me una voglia di voyerismo che non avrei mai sospettato. Lei si guardava, poi vedo che mette del profumo e si sfiora un po’ i capezzoli. Si mordicchia le labbra’ Non saprei dirvi se era una sua routine perché non l’avevo mai ‘spiata’ prima, ma percepivo come un senso di eccitazione. Non so, forse lo faceva tutti i giorni. Poi si dirige nella stanza da letto indossa la canotta senza reggiseno. Come, ‘senza reggiseno’?!! Lo sa bene che i suoi prorompenti seni e quei chiodi che si ritrova sarebbero fuoriusciti al primo movimento. No: non l’indossa. Forse lo avrebbe messo dopo perché so che gli dà un fastidio terribile. Mette dei pantaloncini senza indossare slip, ma questa volta erano molto aderenti che in pratica riprendevano le forme del suo meraviglioso culo ed immancabilmente mostravano anche le forme della sua pronunciatissima figa, quello che in gergo si chiama ‘camel toe’. Ma si sarebbe fatta trovare così? Su questo dubbio noto che invece mette su una vestaglia che copre tutto. ‘ Meno male ‘ penso, invece resto deluso: a quella vista Gianni non avrebbe potuto resistere, invece’
-Ok, Gianni, mentre do uno sguardo al fascicolo ‘Nappi’, magari puoi andare a casa e cercare la cartella.
– Va bene, vado.
Ritorno sul portatile per vedere nel frattempo cosa succedeva e vedo Ingrid cercare la cartella un po’ dappertutto, cartella che come sappiamo non troverà mai’
Metto il non disturbare alla porta, anzi la chiudo proprio a chiave, per dedicarmi alla ‘regia’ di quello che da lì a poco avrei visto.
Nel frattempo seguivo Ingrid con le telecamere e la vedevo affaccendata nel cercare la fantomatica cartella. Aveva sempre la vestaglia che le copriva tutto, cominciavo a pensare che in questo modo non sarebbe riuscita a provocarlo a dovere. Forse era bello capire che lei pensava solo a me, o forse no? Ecco: forse no! Magari Gianni pensieroso per la cartella non avrebbe fatto quel ‘passo’ che, diciamocelo, tanto speravo. E lei? Al suo ipotetico ma preventivabile ‘Ash Facall’, come avrebbe reagito? Avrebbe continuato a fare la ‘bambola’ o avrebbe chiarito tutto? Questa attesa mi metteva ansia ma anche un’eccitazione fuori dal normale’
Sento chiaramente il campanello che suona e vedo Ingrid guardarsi allo specchio, era un gesto che faceva automaticamente prima di andare ad aprire la porta, e quindi andare verso l’uscio.
-Gianni?
-Sì, Ingrid, sono io. Sai della cartella, no?
Ingrid apre la porta e subito lo informa che aveva cercato in molti posti ma con esito negativo. Gianni allora con fare goffo le chiede:
-Allora che facciamo, vado via? – Cazzo stava per andare a monte tutto; ‘sto Gianni &egrave un deficiente’ Cazzo, entra, mettiti a cercare, approfitta della parola ‘fatata”
-Gianni entra, cerchiamo, magari quattro occhi vedono meglio di due’- Così dicendo lo invitò ad entrare e gli chiuse la porta alle spalle.
-Ingrid, di solito cosa fa la mattina Claudio? Mi spiego meglio, che percorsi fa in casa’
-Beh, si alza, fa una doccia, poi magari avrà potuto prendere la cartella e portarsela mentre stava sul water’ Oppure in terrazzo visto che la giornata &egrave buona’ In salotto’
-Ok, cominciamo dal terrazzo. Entrambi andarono in terrazzo e ovviamente anche lì c’erano piazzate diverse telecamere HD con audio sensibilissimo. Ingrid si china per dare un’occhiata sotto il tavolo o magari in qualche angolo vicino a qualche pianta. Notai che l’apertura della vestaglia lasciava intravedere i suoi pantaloncini che in pratica erano una seconda pelle. Lui avrebbe dovuto approfittarne magari chinandosi e portandosi in linea per poter godere di quella bella visione, ma così non fece.
-Scendiamo in salotto – disse lei – vediamo dietro al divano, magari l’avrà poggiata sulla spalliera ed &egrave caduta dietro.
Scesero e si diressero appunto verso il divano. Ad un certo punto Ingrid con fare di chi vuol farsi scusare, disse:
-Gianni, perdonami, non ti ho nemmeno offerto il caff&egrave’
-Ma figurati, eravamo tutti e due presi dal fatto di cercare la cartella’
-Dai, vado a prepararlo, ci metto due minuti, nel frattempo fa’ come se fosse casa tua.
Lui infatti comincia a cercare un po’ dappertutto, a destra, a sinistra, sopra qualche mobile’ Lei, in cucina prepara in fretta due espressi inserendo le cialde nella macchina. A questo punto noto che allenta ancora di più il nodo della vestaglia, fa come una prova in modo che muovendosi dovrebbe aprirsi’ Questa cosa, ormai inequivocabile, mi aveva fatto capire che avrebbe cercato di ‘sfruttare’ quella occasione. Non prese il vassoio, ma prese le due tazze con le due mani e così facendo si spostò in salotto. La vestaglia si era leggermente aperta ma lei con fare da paracula, rallentò la consegna del caff&egrave per poter far approfittare di quella visione’
-Grazie, Ingrid, in verità ne avevo proprio voglia. Adesso cerchiamo questa benedetta cartella.
Credo che nella mente di Ingrid ormai a quel punto ci fosse altro’ La vidi dirigersi verso il divano e si muoveva in modo da far aprire continuamente la vestaglia che con fare distratto, richiudeva in modo ‘apparentemente’ disattento, tanto da farla riaprire da lì a poco’ Ma lui sembrava non voler pensare a null’altro che non fosse la ricerca dell’impossibile plico. A quel punto Ingrid credo che temesse che lui non avrebbe preso iniziative e si gioca la carta della disperazione:
-Oggi fa un caldo assurdo! – E così dicendo toglie la vestaglia, mostrandosi in canotta e pantaloncini. Che spettacolo: chiunque avesse avuto un po’ di sangue nelle vene le sarebbe montato addosso. Poi con fare ormai evidentemente zoccolesco si china sulla spalliera del divano per vedere dietro, mettendosi in pratica a pecora, con quei pantaloncini che come ho detto più volte erano una seconda pelle. Zoomando sui suoi buchi intravedevo le grandi labbra umide che avevano leggermente scurito la zona. Spostando inquadratura, mettendomi in pratica dal punto di vista di Gianni, potevo vedere nettamente le sue meravigliose tette attraverso la scollatura della canotta: capezzoli che dovevano essere d’acciaio in quel momento. Nulla o poco era ormai lasciato all’immaginazione.
-Gianni, non lo so forse vedo qualcosa, aiutami’ – Si muoveva in modo sinuoso, sembrava una gatta, sì: una gatta eccitata’
Gianni, a ‘sto punto le si avvicina e si sporge anche lui dalla spalliera: le era molto a contatto. Io al posto di Gianni credo che l’avrei sbattuta sul divano e presa con forza. Dal mio cazzo fuoriusciva umore senza toccarlo, so che se l’avessi solo sfiorato avrebbe schizzato senza ritegno. Nel frattempo clicco sulla telecamera che inquadrava gli occhi di Gianni: non le toglieva più lo sguardo dalle tette. Credo che a quel punto il cazzo gli stesse scoppiando negli slip’
-Gianni, cazzo, usa la parola’ dai’. – Pensai e speravo lo facesse. Come penso lo stesse sperando anche Ingrid’
-Ash Facall – Finalmente gridò Gianni, con quanto fiato aveva in gola, dalla saturazione che percepii nelle cuffie’
Lei assunse quell’aria che ormai sappiamo, si sedette sul divano ed aspettava ordini’
-Dai, Ingrid, danza per me con movimenti sexy’
Lei a questo punto si alza lentamente con movimenti sinuosi, e comincia ad ancheggiare. Ragazzi che spettacolo! Ondeggiava, lanciava occhiate, si strofinava le tette’ Ad un certo punto si china in avanti e gli dà la visione completa delle sue bocce con quei capezzoli che sembravano gridare: ‘Ma quando ci strizzi? Quando ci mordicchi?’. Poi con fare da mignottona consumata, fa fuoriuscire la lingua in modo ‘sguaiato’ e la fa roteare come a farti capire che se te la passa sul cazzo te lo svuota completamente… Si morde le labbra, se le lecca in modo indecente’ A questo punto seppur senza sfiorarlo il mio cazzo comincia a schizzare sborra copiosamente: guardare come si stava offrendo a Gianni era una cosa indescrivibile. Appena il tempo di darmi una piccola ripulita che mi si offre ancora uno spettacolo inimmaginabile: lei si china volgendo il culo verso di lui. Era qualcosa di perfetto, un culo stupendo con la visione della sua figa che aveva ormai spugnato quella parte dei pantaloncini e vergognosamente si vedeva un rivolo di umore che le scendeva lungo le cosce. Indietreggiando gliela porta in pratica vicino alla sua faccia e lui si vede chiaramente che comincia ad annusarla per poi dare una leccata a qual triangolo di pantaloncini completamente zuppo delle voglie di Ingrid’ A questo punto mi si drizza di nuovo: stavo letteralmente impazzendo di voglia.
-Ingrid, vieni qui, siediti su di me – le ordinò.
Lei non aspettava altro che cominciare a ‘sentirlo’ proprio epidermicamente’ Gli si avvicina, allarga le cosce per potersi sedere su di lui mettendogli le tette in faccia. Gianni con fare impacciato le chiede:
-Posso baciarti?
-Puoi fare quello che vuoi’ – Rispose Ingrid con una voce suadente’
Gianni allora l’abbraccia, comincia a baciarla e si vedono le loro lingue che si intersecano, si cercano voluttuosamente, si leccano la bocca, le labbra: se la stava prendendo nel modo più profondo, in quel momento ero veramente cornuto e stavo godendo come non mai. Lei gli passava la saliva sulla faccia e le labbra e poi ‘puliva’ con la lingua’
Lui con fare goffo ma veloce, sempre stando seduto, si libera dei pantaloni e delle mutande ed a questo punto vedo il suo palo di dimensioni indecenti: saranno stati un 25 cm ma anche massiccio. Lei trasale a quella vista ma evidentemente aspetta ordini. Gianni, le dice di liberarsi degli indumenti:
-Ingrid, voglio vederti nuda e poi da questo momento vorrei (da notare il passaggio da ‘vorrei” a “voglio’) che tu facessi tutto quello che ti piacerebbe fare, senza ordini, solo quello che desideri fare con me’
Ingrid gli sorride ed in un istante gli si offre completamente senza veli: gli si avvicina e mentre gli afferra la testa fra le mani per baciarlo ancora con tanta passione, si siede su di lui aprendo a dismisura le gambe appoggiando le sue grandi labbra sul quel cazzo enorme. Qui mi rendo conto che ormai lo stava desiderando da morire. Incurante di quelle dimensioni se lo spinge dentro con forza e decisione e comincia a cavalcarlo come una forsennata. E’ incredibile lo spettacolo che mi si stava proponendo: lei aveva gli occhi completamente roteati all’indietro, era in trance sessuale. Dopo neanche una ventina di colpi che si era data con quel cazzo enorme già era venuta e subito dopo anche lui che le aveva inondato la figa, infatti lei si alza e si vede un fiume di sborra e umori scorrere lungo le sue cosce’
Dai, Gianni, andiamo sul letto! – Gli dice Ingrid ma nello stesso tempo lo aveva preso per mano e lo stava conducendo nella nostra stanza da letto’ Che zoccola! Lo vuole fare nella nostra stanza da letto, sul ‘nostro’ letto’
Ovviamente, clicco sulle telecamere che mi davano la completa visione della stanza da letto avendone installate una in ogni angolo anche se perfettamente nascoste. Qui vedo loro arrivare di corsa: Ingrid gli strappa letteralmente la camicia che aveva ancora su e adesso lui era completamente nudo con un fisico statuario e con quel cazzo enorme che gli si era di nuovo drizzato. Era maestoso! Non sono bisex ma quella vista mi provocò un’ulteriore eccitazione, non lo nego’ Ingrid lo sbatte sul letto, e comincia ad avvinghiarsi con la bocca a qual cazzo che doveva essere duro come il marmo. Se lo lappa, lo lecca cominciando dalle palle fino ad arrivare alla punta che vedo scomparire nella sua bocca: già far entrare tutta la cappella in bocca era un’impresa ardua’ Non avevo mai visto Ingrid godere in questo modo, sarà che lo facevamo da tanti anni e quando abbiamo cominciato eravamo dei ragazzi inesperti’ Ma lei si stava godendo quel cazzo ma diciamolo, anche quel bel maschio, e forse non stava aspettando altro da chissà quanto tempo.
-Ingrid, forse ti fai male a spingertelo così dentro la bocca’
E qui ancora un colpo di scena: Ingrid che ormai aveva perso ogni controllo, ogni inibizione, come ormai fosse posseduta da chissà quale demone del sesso, lo guarda ed in modo per me assolutamente sorprendente gli grida:
-Cazzo, Gianni non fare il rammollito, mi devi prendere come una cagna, devi distruggermi, prendermi in modo che quando te ne vai io non possa avere nemmeno la forza per andare a pisciare, sentire che mi hai lacerata dovunque. Sei un maschio o no? Allora approfitta di questa troiaaaaa!
Era completamente fuori di sé: aveva un’espressione da pazza, era diventata volgare, gridava’
Gianni in ogni caso non se lo lasciò ripetere due volte, forse anche perché pungolato a dovere, le mollò due schiaffi sulla faccia con veemenza e lei rispose gemendo di piacere’ Poi la piegò con forza in avanti e’ Ma cosa cazzo voleva fare? No, questo era impossibile, l’ano di Ingrid non avrebbe mai potuto ‘ospitare’ quel cazzo enorme. Infatti lui glielo poggia soltanto sul buco del culo ma non va avanti, sapeva che poteva fare danni molto pesanti’ Ma’
-Cosa cazzo aspetti? Sono anni che spero di essere sfondata il culo da un cazzo vero e ti fermi, frocio di merda?
-N..no &egrave che’- balbettava Gianni, conoscendo bene le sue dimensioni’
-E’ che non sai fare sesso, che non vali nulla allora, che non sai sfondare una cagna in calore come me, non vali un cazzooooo!
Ormai era logico: lo scopo di Ingrid era provocarlo fino a destare in lui un desiderio di rivalsa che avrebbe trasmesso al suo randello impetuoso. Era completamente fuori di testa; no, non l’avevo mai vista così porca.
Trattato in questo modo, Gianni l’afferra per i capelli e la mette a pecora: le appoggia il suo grande cazzo sul culo e la sfonda inculandola in un sol colpo!
-Ahhhhhh, mi hai ammazzata, bastardo, mi hai aperta in due ma sto godendo come una troia, io sono una troia voglio tutti i cazzi del mondo, voglio recuperare, voglio essere la troia più troia che esisteee! Sfondami, Gianni, più forte, senza pietà.
Anche Gianni ormai sembrava un’altra persona:
-Sei una puttana ed allora devi godere come una puttana!
Le sputava addosso e lei si girava per poterne prendere quanta più possibile nella sua bocca, altra saliva la raccoglieva con le mani per potersela gustare come la più lurida delle zoccole’
Nel frattempo si vede anche un rivolo di sangue che fuoriusciva dal culo: Lui sì che l’aveva sverginata l’ano veramente!
Ma ormai anche lui, istigato in quel modo, non pensava altro che a devastarla: spingeva dentro fino alle palle trattenendo i suoi fianchi con le mani per non farle perdere nemmeno una di quelle spinte senza darle possibilità di attutirne la forza’
-Vengo, finalmente vengo col culo, non ho mai provato questa sensazione, vengoooooooo!
Così gridando, perde i sensi ma lui le toglie quel cazzo che ormai era d’acciaio dal culo, le sputa in faccia e la prende a schiaffi per farla rinvenire.
-Troia, troiaaaa! Ora devi far venire me, puttana riprenditi o ti spacco la facciaaaa!
Ingrid ha appena la forza di aprire gli occhi che lui le tappa il naso e glielo spinge con furia in gola. Cazzo, così l’ammazza! Pensai, ma lui incurante di tutto le spinge il suo palo in gola fino ad oltre la metà, lei era paonazza, non respirava, ma Gianni ormai pensava solo a come svuotarsi completamente le palle in quella cagna che ormai era priva di forze.
-Vengooo, ti sto sborrando in golaaaa!
Ingrid cominciò a tossire e fiotti di sborra le uscivano con violenza dal naso. Trovò giusto la forza di mettere la testa fuori dal letto per vomitarne il resto: era ridotta uno straccio!
-Ingrid, adesso ti accompagno a fare una doccia, devi riprenderti’
-S..sì, Gianni, ti prego.
La prese per mano e, come se fosse un’invalida, l’accompagna lentamente verso la doccia dove lei indossata una cuffia per non bagnarsi i capelli, sotto gli schizzi rigeneranti dell’acqua fredda, riesce a trovare un po’ di forza per dirgli:
-Sto bene, adesso sto bene’
Si asciuga, si mette un altro paio di pantaloncini e una T-shirt, vanno in salotto dove Gianni disattiva la sua ‘ipnosi’ con un nuovo: Ash Facall!
-Ingrid allora io vado, la cartella non l’abbiamo trovata, lo dico a Claudio’
-Sì – rispose con aria ancora intontita: doveva avere il culo così aperto da farle così male, che non riusciva a camminare’
-Ciao, Ingrid
-Ciao, Gianni.

E’ passato un po’ di tempo da tutto questo: Gianni aveva chiesto ed ottenuto un trasferimento e quindi erano mesi che non lo si vedeva più. Ogni tanto mi venivano alla mente quelle scene che vi ho descritto e vi confesso che non ho potuto mai fare a meno di segarmi vedendo mia moglie scopare come una “zoccola da combattimento”. Anche quando la sera scopavamo io rivedevo mentalmente come la zoccola si faceva sfondare, istigava Gianni a trattarla come la peggiore delle ninfomani.
Mi venivano in mente pensieri strani su come provocare di nuovo queste situazioni ma purtroppo trovare un altro “sempliciotto” che potesse essere “influenzato” dalla parolina magica “Ash Facall” non era per nulla facile: si correva l’alto rischio di cadere nelle grinfie di ricattatori e gente ben scafata che avrebbero approfittato per loro interessi di questo mio/suo “divertimento”.
Poi, sarebbe stato difficile ricreare tutta l’atmosfera che anche se spinta da me, quasi casualmente si era creata.
Pensavo a qualche altro mio collega, ma poi subito la ragione prendeva il sopravvento e intuivo che mi sarei messo nei guai.
Ma intanto rivedevo la mia Ingrid sbocchinare con tanta voglia, che desideravo più di ogni altra cosa che lei rivivesse quelle situazioni. Com’era bello guardare il suo culo slargato da quel cazzo enorme, lei implorare di essere trattata come una cagna… E giù altre seghe fino a sfinirmi. Non potevo più andare avanti così.
Ma veniamo ai giorni nostri: forse il caso stava per darmi una mano o forse no, era troppo rischioso…
Un paio di settimane fa, mi chiama Lele, un nipote di Ingrid, per sapere se per caso ero libero la sera per andare a giocare a tennis, dato che il suo amico gli aveva dato buca ed aveva già dato l’anticipo per il campo, quindi non voleva perdere i soldi.
In verità non mi andava molto perché avevo un po’ di lavoro arretrato, ma forse proprio per staccare un po’ accettai.
Alle 18:00 ci incontriamo al circolo.
-Ciao, Lele!
-Ciao, Claudio! – Mi disse, dandomi del “tu” come sempre avevo preteso io.
-Guarda, Claudio, che sono migliorato molto e mi sa che questa volta non te la caverai…
In effetti non prendevo la racchetta da un paio di mesi ed ero fuori allenamento mentre lui con i suoi 18 anni e le continue lezioni che prendeva, probabilmente questa volta me le avrebbe suonate…
-Lele ti farò così correre che ti farò scoppiare: la tecnica prenderà il sopravvento sulla tua freschezza fisica… Dichiarai, sorridendo!
-Vedremo, Claudio. Il campo ci dirà la verità. Aggiunse sornione ma con una certa sicurezza di chi sapeva il fatto suo…
-Facciamo così – proposi – giochiamoci un pranzo così mettiamo un po’ di pepe alla sfida.
-Ma no, zio Claudio (quando mi chiamava “zio” lo faceva per sottolineare la differenza di età, ma sempre in tono scherzoso), e poi non amo il cibo dei ristoranti lo sai…
-Bene, Lele: Se perdo io ti offro il pranzo a casa mia, se invece vinco obbligherai Valeria (sua sorella) a cucinare per noi e vengo io a casa tua!
A questo punto potrei parlarvi di Valeria, 20 anni, una figa paurosa: giocatrice di pallavolo e già finalista alle selezioni delle Veline per Striscia la Notizia, ma preferisco soffermarmi su questo episodio che invece porta a ad una svolta clamorosa per la mia libidine sessuale.
-Ok nonno Claudio, oops: zio Claudio… cioè volevo dire “Claudio” – e rise fragorosamente come feci anch’io, d’altronde.
Vi risparmio la cronaca di tutto l’incontro per logici motivi ma un punto della partita devo raccontarvelo.
Stavo vincendo e credo di aver tenuto l’incontro sotto controllo ma ad un certo punto, forse anche in maniera subliminale, cominciai a desiderare di portarlo a casa per il pranzo. Non mi chiedete perché: come vi ho detto non è stato un pensiero diretto o forse una parte di me stava tramando qualcosa che io non avrei voluto nemmeno pensare. In ogni caso comincio a non affondare più di tanto i colpi e lui vince.
-Claudio, hai sfoderato un tennis bellissimo ma poi forse non giocavi da tempo e sei un po’ venuto meno nella resistenza fisica ma complimenti davvero.
-Bravo tu a non demoralizzarti e tenere duro – gli risposi mentre ci avviavamo alle docce.
Ci spogliamo e a questo punto non posso fare a meno di notare un fisico scultoreo venuto su grazie alla palestra che faceva, e quando si denudò completamente, ebbi modo di prendere atto di un cazzo che “a riposo” aveva dimensioni veramente notevoli. Saranno stati un 18 centimetri “buoni”.
Sì, ma perché riflettevo su quelle cose? Bah, non sapevo nemmeno io o come giù vi ho detto, potenzialmente stavo già architettando qualcosa.
-Lele, ora devo pagare il mio debito quindi domenica vieni a cena a casa, avverto Ingrid che ti preparerà tutte le cose che a te piacciono e lei sa bene cosa perché ti conosce da quando sei nato!
-Ok, Claudio, tra l’altro non vedo Ingrid da un bel po’, sarà un piacere venire da voi.
Torno a casa ed informo Ingrid che Lele sarebbe venuto a cena la domenica successiva ed Ingrid rispose che le avrebbe fatto piacere rivederlo.
E’ sabato e Lele telefona per confermare che sarebbe venuto a cena il giorno dopo, come pattuito, ed aggiunse che avrebbe pensato lui al vino.
La domenica mattina poltrisco un po’ nel letto e dalla porta aperta vedo Ingrid che si avvia verso la doccia: Ma quanto era strafiga? Un culo sodo, di marmo con una forma perfetta, così come erano le tette. A voler proprio trovarle un difetto, forse potevano essere le sua bocca un pochino grande ma con due labbra bellissime e poi: siamo proprio così sicuri che una bocca un po’ larga possa passare per “difetto”, visto che magari fa sognare di poter sbocchinare due bei cazzi contemporaneamente…?
La guardo e gira che ti rigira la immagino sempre come una porca vogliosa che soddisfa cazzi. Da quel giorno “Ash Facall” come vi ho detto, non riuscivo a pensare ad altro. Entra nella doccia e mi viene voglia di andare a spiarla, anzi a filmare.
-Scemo ma che fai? – Mi disse Ingrid mentre la filmavo…
– Dai fammi vedere come faresti la doccia se facessi un film porno!
-Ma che film porno vai menando – mi rispose con aria di chi però era eccitata all’idea di farsi passare in quel momento per una pornodiva…
-Dai muoviti, fammi eccitare… – Non se lo fece ripetere due volte, che cominciava a dimenarsi come una cagna in calore: mi mostrava i seni con i capezzoli già turgidi, si piegava mostrandomi quella sua figa gonfia di voglia… A questo punto non resisto più: fermo la ripresa e mi catapulto sotto la doccia scopandomela con furia, ed ogni tanto mi tornavano in mente sempre le scene della sua scopata selvaggia con Gianni, e ci davo dentro che avrei voluto avere un cazzo da un metro per sfondarla e vederlo uscire dalla bocca mentre la scopavo! Ad un certo punto le presi la faccia tra le mani e la forzai contro il mio cazzo sborrandola copiosamente direttamente in gola, così come aveva fatto Gianni.
Ci vestiamo, io scendo a fare una passeggiata e lei resta a cucinare per il pranzo.
Mentre cammino mi riguardo le immagini del video che le avevo fatto sotto la doccia. Che gran drizzacazzi che era.
Torno a casa e vedo che Lele già era lì: maglietta e jeans. Ingrid aveva messo un abitino rosso di seta che le stava benissimo: metteva in risalto tutte le sue forme ma allo stesso tempo era anche abbastanza castigato.
-Ciao, Lele, sei venuto a riscattare il tuo premio?
-Ma no, Claudio, lo sai che è stato solo un pretesto per stare un po’ da voi e poi zia Ingrid non la vedevo da tempo…
-“Zia” Ingrid un cazzo! – esclamò con finto risentimento mia moglie… – Lele capì che scherzava e si mise a ridere.
Ricordando che Lele era molto bravo col cellulare, mentre Ingrid preparava, gli chiesi come potevo pulir un po’ il mio S8 da tanta immondizia che inevitabilmente si era accumulata nel tempo.
-Non c’è problema: facciamo un bel backup e poi decidi cosa vuoi mantenere quando fai il restore. Se hai “Claud” possiamo backuppare tutto lì.
-Certo! Gli rivelai la pass e lui passò lì i miei file.
Ci sedemmo in salotto e parlavamo del più e del meno quando ad un certo punto si alzò e si avviò verso il bagno.
Approfittai per prendere il cellulare per cominciare a capire cosa volevo cancellare. Mi venne sotto mano l’app che ho per controllare casa e non so perché mi venne di aprirla e mi si fece davanti la schermata generale con tutti i riquadri delle cam di casa.

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

Leave a Reply