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Racconti erotici sull'Incesto

come un padre può perdere la testa 2

By 8 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Seconda parte
Dopo quell’esperienza mi era diventato difficile sostenere lo sguardo di mia figlia e mi ritrovavo a pensare a lei unicamente come ad una troia da sbattere. Lei tranquillamente si comportava come se nulla fosse successo. Ma a questo punto entrambi sapevamo due cose fondamentali; che lei era una vacca ed io un porco. Da qui non si poteva scappare. Quello che mi dava fastidio è che il gioco lo aveva in mano lei. Ad esempio una serata piovosa ci siamo ritrovati io, mia moglie e mia figlia a casa, sul divano a guardare la tv. Ad una certa ora mia figlia si alza e dice che di andare in bagno. La cosa sembra normale, ma lei non usava annunciare i suoi spostamenti per casa quindi mi insospettii e subito mi alzai dicendo che ne approfittavo per mettermi il pigiama, mia moglie rimase sdraiata in poltrona. Mi misi il pigiama e poi andai diritto verso la porta del bagno e guardai attraverso la serratura. Chiara era sdraiata sul tappeto con la sua bella fichetta depilata in bella mostra. Si stava masturbando con un vibratore. Mi venne l’idea di manifestarmi, di farle sapere che ero li ad osservarla, come mi capitava oramai molto spesso. Battei sulla porta, un piccolo colpo e poi un colpetto di tosse. Erano indicazioni inequivocabili della mia presenza. Vidi abbozzarsi un mezzo sorriso sul viso di quella porca. Sapeva che la stavo osservano. Prese il vibratore e lo spinse decisa nella fichetta, dentro, fino in fondo. Quindi si alzo e fece per uscire. Di scatto mi alzai ed andai a sedermi sul divano accanto a mia moglie che non si era accorta di nulla. Come sempre.
Chiara ci raggiunse subito. Si sedette vicino a me, spalla a spalla. Ebbi un fremito. Li accanto a me stava mia figlia, se fosse stata una situazione normale, come lo era fino a qualche settimana prima, avrei avuto dei sentimenti di orgoglio paterno vedendo come cresceva bene la mi creatura. Ma ora la situazione era assolutamente inconcepibile per il mio senso di moralità. Ma l’enorme forza trasgressiva che si era scatenata era di parecchi ordini di grandezza superiore a qualsiasi tentativo di resisterle. Stavo li con accanto mia figlia che sapevo essere una immorale puttana. Si strusciava affettuosamente contro il padre, come farebbero tutte le figlie normali, ma no cazzo, questa troia aveva un vibratore piantato bene bene in figa! Nonostante cercassi di distrarmi la pressione di quella giovane carne mi impediva qualsiasi gesto e pensiero razionale. Il cazzo mi esplose in un erezione potente. Li sul divano col pigiamino. Chiaramente si vedeva tutto. Intravvidi uno sguardo malizioso di mia figlia che subito fece finta di nulla. Mi accorsi, mentre mia moglie era completamente catturata dal film, che la porca faceva dei piccoli movimenti col bacino. Chissà come le ‘prudeva’ il giocattolino. Immaginavo che delizzioso laghetto ci dovesse essere tra le sue cosce. Il cazzo ovviamente non accennava a rilassarsi, anzi. Cominciò a pulsare. Scomposti movimenti del pigiama tradivano le mie intenzioni. Questa sofferta situazione si protrasse per non so quanto tempo. A me parve interminabile. Su quel divano si stava consumando una carica erotica che non so per quanto tempo sarebbe stato possibile trattenere. Per fortuna il film fini e mia moglie si alzo per andare a dormire, per fortuna in qualche modo riuscii a non far vedere a mia moglie in che situazione mi trovavo, ci saluto ed andò in camera. Subito si alzò anche mia figlia mi guardo si chinò per baciarmi la fronte, come faceva sempre, ma nel compiere questo gesto appoggiò il suo ginocchio sul mio cazzo durissimo. ‘Puttana puttana’. Questo pensai mentre premeva col suo peso sul mio cazzo. In quella posizione mi disse:’ricordati di dare il sonnifero alla mamma, buonanotte papi’ e tolse finalmente la pressione, sia fisica che psicologica. Mia moglie in camera si stava infilando sotto le coperte e la vidi prendere la sua solita dose di sonnifero. Erano anni oramai che per dormire doveva impasticcarsi, in questo modo le era garantita una notte di sonno pesante fino allo squillo della sveglia. Fu anche per questo che ad un certo punto della nostra vita coniugale smettemmo di fare quelle belle sveltine nel cuore della notte che tante volte ci piaceva fare. Ormai eravamo una di quelle coppie annoiate, standard per i nostri tempi, con questo non voglio giustificarmi per l’immorale comportamento che stavo attuando. Passarono alcuni minuti. Mia moglie russava, il mio cazzo non accennava a placarsi. Un bel segone era la soluzione. Cominciai a menarmelo, su e giù, su e giù. Sentii un rumore, lo scricchiolio di una porta. La nostra porta era socchiusa. Una figura in penombra stava avanzando. Cazzo è Chiara. Si avvicinò al letto. Sussurro piano ‘mamma’, mia moglie persa nei suoi sogni ovviamente non ebbe reazioni. Io impietrii. ‘papi’. Non mi mossi. Feci finta di dormire. Mi maledico ancora adesso per quella volta. Se fossi riuscito a mettere freno a quella situazione. Ma no i fatti andarono nella direzione che lei aveva stabilito. Ora capisco il perchè della preoccupazione per il sonnifero della mamma.
La vacca, perchè non mi viene altra parola, in fondo può essere compatibile benissimo col ruolo di figlia, la vacca dicevo, si chinò scosto le coperte e con mano decisa afferrò il mio cazzo. Non so dove trovai la forza di rimanere immobile. Solo la cosapevolezza che questo era un gioco e che sarebbe forse finito se fosse stato messo sul tavolo, forse fu questa motivazione che mi impedi di afferrare la troia e scoparla forsennatamente. La vacca smanetto per un po il cazzo durissimo poi con un colpo solo lo infilò in gola e comincio a pompare, pompare pompare. Pareva una forsennata,. Dire che le piace il cazzo è sicuramente riduttivo. Immaginate la mia situazione. Sdraiato con il cazzo durissimo, con accanto mia moglie che russa e mia figlia che mi spompina come mai nessuna troia, e ne ho conosciute, aveva mai fatto in vita mia. E per di più ingoia il cazzo fino alla radice con una facilità estrema. Quella notte si sazzio di cazzo, penso proprio che il giorno dopo ebbe dei problemi alla mascella, che mi confermò. Dopo un tempo paradisiaco interminabile di estasi suprema venni copiosamente. La vacca si fece impiastricciare il viso poi bevve, bevve tutta la sborra che uscii, fino alla fatidica ultima goccia. Ingoio tutto. Una troia golosa di sborra, questa era diventata mia figlia.

Come un padre può perdere la testa per la figlia
Parte 3

Oltre tutti i problemi di moralità mi sentivo ridicolo, ero completamente sottomesso ai voleri e alle grazie di mia figlia. Anche per questo la voglia di scoparla come una vacca cresceva di ora in ora.
Era insopportabile vivere sotto lo stesso tetto in quelle condizioni, con li che faceva finta di nulla. Ancora una volta fu lei a prendere l’iniziativa. Devo dire che il suo modo di giocare mi intrigava quanto il suo giovane e meraviglioso corpo. Tornando da scuola mi racconto la disavventura occorsa ad una sua compagna che nel cuore della notte e stata svegliata e quindi legata ed imbavagliata assieme agli altri membri della famiglia, da degli estranei penetrati nell’appartamento in cerca di refurtiva. Mi racconto tutto questo con un tono spaventato, fintamente spaventato. Poi aggiunse ‘per fortuna non è stata toccata’, ma nel dirlo l’espressione del suo viso ed il tono della voce nascondevano ben altro dal senso della frase. ‘come sarebbe bello essere presa così’. Entrambi
interpretammo in questo modo la sua frase. La puttana mi teneva in pugno, ero assoggettato ai suoi
piani. Detto fatto, la sera stessa decisi di agire. La madre era fuori per lavoro, quindi casa libera. Ero sudato come un giovinetto al primo appuntamento. Questa sera potevo prendermi la rivincita su quella troia. L’avrei punita come meritava. A questi pensieri il cazzo non ne voleva sapere di rimettersi nei pantaloni. Le dissi che sarei uscito e che sarei tornato molto tardi. Lei mi salutò com se niente fosse e si sedette sul divano a guardare la tv. Verso le 22 rincasai non passando dalla porta principale. Mi misi una calza in testa e presi una corda. Entrai piano piano in salotto. Ebbi un attimo di terrore. Ma cosa stavo facendo? Dovevo forse essere impazzito. La mia facoltà mentale si era trasferita nel mio cazzo. Ragionavo tramite lui. Governava ogni mia mossa. La mia mente era talmente offuscata e in confusione che l’unico risultato fu quello di aumentare ancora di più la voglia di sbattermi quella troia. Non aveva nessun rispetto per suo padre.’ troia, ti meriti una punizione a base di cazzo’. Ero animato dalla furia della libidine quando piombai su di lei. Spaventandola. Emise un grido, vero, di paura. Si riprese quando capi la situazione. Continuò a gridare ma questa volta entro nella parte e comincio a recitare la parte della troia. Che le veniva benissimo. Subito le misi una benda sugli occhi e strattonandola la buttai sul divano a faccia in giù.
Mi si parò davanti il suo culo perfetto con il tanga in bella evidenza e poi. No, ma allora è proprio una troia. Così pensai quando vidi il vibratore ben piantato in culo. Era una viziosa ninfomane. Non sapevo più, oramai da molto tempo, se ridere o piangere di quella assurda situazione.
Il cazzo pulsava. Era lui che comandava. Legai le mani dietro la schiena. La girai e la presi a sberle, 2, 3, 5, 10. Non so quante sberle si prese sul viso, inizio a gemere a piangere e poi ad insultarmi. Mi
resi conto della situazione. Che cosa stavo facendo, ero forse impazzito? Ma il cazzo premeva e col briciolo di lucidità rimasta osservai che la troia si stava giustamente ribellando per divincolarsi, m nel fare questo rimaneva nella parte. Nel suo lamento, ben sapendo come era la situazione e chi i protagonisti, mai mi chiamo per nome, mi dava del lei, ‘mi lasci la prego’ e così via.
Quindi la puttana stava fingendo. Il cazzo era in ebollizione. Lo estrassi e lo ficcai a forza in gola della mia cara figlioletta. Come da copione fece finta di divincolarsi e ingoio fino in gola il mio oramai doloroso cazzo, reso paonazzo dalla situazione. Non capivo più nulla, sapevo solo che da li a qualche secondo sarei entrato in quella fica accogliente e bagnata. Già l’odore di figa era sparso nell’aria. La vacca era bagnatissima. Con tre dita affondai in profondità. La vacca succhiava di gusto, come sapeva fare lei. Ancora non mi spiego quale maestra possa avere avuto.
La voltai, alla pecorina. Strappai le mutandine. Avvicinai il cazzo alla fighetta umida. Da quanti giorni sognavo questa cosa. Spinsi, senza nessun riguardo. Il cazzo entro senza nessuno sforzo.
I miei 22 cm di carne sparirono dentro di lei. Cominciai a pompare. La puttana gradiva. Oltretutto il vibratore nel culo continuava a rimanere ben saldo al proprio posto. La sbattei forsennatamente per molti minuti. Ogni tanto estraevo il cazzo e lo infilavo giù in gola a quella splendida baldracca che avevo davanti. La girai e rigirai. Assaggiai la sua fica da tutte le angolazioni. Stavo per esplodere. La misi in ginocchio, mi accorsi ora di quanto liquido usciva dalla sua fica, le infilai il cazzo in bocca. Ma questa volta non in gola. Lo tenevo li sulle labbra, volevo che fosse lei a cercarlo con la lingua, con la bocca. Così faceva la troia, assatanata ed affamata. Lo tolsi e le diedi uno schiaffone. Poi preso da rimorso o da libidine la baciai. Ci slinguammo a lungo. Ancora cazzo. Poi le aprii la bocca e feci scivolare un po di saliva. Cominciai a menarmelo a pochi centimetri dal suo viso. Ora volevo umiliarla. ‘dimmi che sei una troia’. Lei fece finta di non volerlo dire. Una sberla. ‘si, sono una troia affamata di cazzo’ e poi aggiunse ‘riempimi di calda sborra, fammi affogare nella sborraaaa’. Partì il mio schizzo, che la raggiunse in pieno viso, poi un altro in viso e un altro, ma questa volta lo indirizzai dentro la sua bocca vogliosa. Gradì molto. Visto che era legata e non poteva usare le mai, usai il mio cazzo come spatola e portai la sborra colante dal viso alla bocca.
Non ne perse neanche una goccia.
Potevo quasi ritenermi soddisfatto, ma la parte femminile che preferisco e sempre stato il culo. La girai ed ammirai quella magnificenza. Cominciai a leccarla avidamente. Che sapore delizioso. Non so per quanti minuti mi persi tra le sue cosce leccando i suoi abbondanti umori. Le diedi una sberla sul culo. Era un chiaro segnale delle mie intenzioni. Per tutta risposta vedi il suo sfintere rilassarsi. Spinse fuori il vibratore, rimasto li chissà da quanto tempo. Uscirono questi 20 cm di gomma e caddero a terrà. Mi si offriva uno sfintere oscenamente dilatato. Mi guardai il cazzo che non aspettava altro che di fare uno scempio di quel buco del culo. Mia figlia, quella troia stava li in ginocchio col culo sfondato ed aspettava che il padre la sbattesse per bene. Troia troia. Appoggiai la cappella deciso a spingere, sarebbe bastato solo una minima spinta e sarebbe stato risucchiato. Non so cosa mi balenò per la testa, ma per una volta avevo io in mano le chiavi del gioco. Infilai la cappella. La vidi rilassarsi, pronta a ricevere la mia carne. Ma no. Questa volta no puttana. Le diedi un’altro schiaffo sul culo e mi allontanai. Lei si volto e benche bendata intui un sguardo di disaprovazione. La insultai. Lei capi che l’unico modo per punirla era quello di non darle cazzo.
Tirò fuori le sue armi. Comincio a implorare di essere inculata, ‘voglio il tuo grosso cazzo in culo’ ‘dai, ti prego porco spaccami il culo’ , tento in tutti i modi di convincermi. Ma una strana calma si era impadronita di me. Avevo in pugno la situazione.
Le infilai, per consolarla, tre dita in culo e cercai di allargarglielo per benino. Nel frattempo infilai il cazzo in gola alla troia che poteva consolarsi in quel modo. Altra sborrata, altra bevuta.

La slegai ed uscii, quasi scappai. Andai in garage e cercai di sistemarmi, di pulirmi con delle salviette. Dopo 10 min rientrai a casa come se nulla fosse successo. Tutto era in ordine. Chiara era sul divano davanti alla tv. Sembrava proprio tutto normale se non fosse per il pregnante odore, misto di sudore sperma e succhi vari, che aleggiava in quella stanza. Mi avvicinai le diedi un bacio in fronte e me ne andai. Lei mi disse ‘vado a letto papi, uffa che serata noiosa, non è successo nulla’ .
Si volto e andò in camera sua.

continua…
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