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Racconti erotici sull'Incesto

Con mamma e mia sorella in vacanza

By 8 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un’amante della natura. Approfitto di ogni occasione per sgattaiolare dalla prigione di cemento cittadino per farmi lunghe escursioni in montagna e o in posti dove la natura regna sovrana e dove esercito il mio hobby preferito: catturare immagini con la mia reflex digitale. In famiglia non sono il solo ad avere la passione naturalistica. Anche mia sorella Gianna &egrave una cultrice di escursioni naturaliste. Ogni tanto sparisce per lunghi periodi. Infine c’&egrave Gina, mia madre, che &egrave una appassionata di trekking. Siamo solo noi tre ad abitare una villa ereditata dai nonni materni. Mio padre e mia madre divorziarono che avevo 16 anni e mia sorella ne aveva 18. Non sono mai riuscito a capire le ragioni del loro divorzio. Mamma era ed &egrave una bella donna; nonostante i suoi 38 anni ha ancora molte cartucce da sparare. Molti orsi le ruotano intorno, ma lei sembra non accorgersene. In casa regna sovrana l’allegria e la responsabilità. Tutto quello che &egrave parte della mia vita &egrave a conoscenza di mia madre e di mia sorella. Così dicasi della loro vita. Ci raccontiamo ogni cosa. Solo i desideri sessuali li tengo segregati in fondo ai meandri del mio cervello. Non posso certo dire a mia sorella che desidero chiavarla come pure non posso dire a mia madre che ben volentieri sostituirei mio padre nel suo letto. Il minimo che potrebbe capitarmi &egrave una telefonata al nosocomio con relativo ricovero. Non mi resta che continuare a sognare e tirarmi seghe in continuazione pensando a loro due. una cosa che mi accomuna a mia sorella &egrave la data di nascita. Siamo nati nello stesso giorno a distanza di due anni l’uno dall’altra. Quando viene il giorno del mio compleanno &egrave anche il suo. Mancano circa due mesi per festeggiare il mio 18′ compleanno. Per mia sorella &egrave il 20′. Una sera mia madre ci chiama in cucina.
‘Ragazzi, quest’anno il vostro compleanno vorrei, se siete d’accordo, festeggiarlo fuori casa. Ho un’amica che ha una casetta in legno in montagna. Le ho telefonato e le ho chiesto se &egrave disposta a noleggiarcela per un mese. Non solo si &egrave detta disponibile, ma mi ha detto che, tenuto conto che lei non la sta usando da un bel pò di anni, che possiamo occuparla per tutta l’estate. Vi va l’idea di trascorrere un’estate insieme a vostra madre? sia inteso che non vi obbligo e che se e quando volete potete sempre andarvene’
Sono anni che non trascorriamo una vacanza insieme. A me non dispiace e neppure a mia sorella. Glielo diciamo. Mamma ci abbraccia e ci bacia. Giunge il giorno della partenza. Riempiamo il nostro fuoristrada di una quantità di cose che si rileveranno inutilizzabili. Immancabile la mia reflex digitale e la cinepresa ed il notebook. Giungiamo a destinazione nel tardo pomeriggio. Altro che casetta. &egrave una grande struttura in legno circondata da un immenso giardino. Un uomo seduto su una poltrona sistemata sotto il portico ci sta aspettando. Si alza e tende la mano in segno di saluto. Mamma tende la sua.
‘La padrona mi ha chiamato due giorni addietro e mi ha detto che sareste arrivati oggi. Queste sono le chiave, la casa &egrave pulita, mia moglie e mia figlia hanno provveduto a preparala per ospitarvi, questo &egrave il mio numero di telefono, potete chiamarvi e sarò subito da voi.’
Lo credo bene che si sarebbe precipitato. Per tutto il tempo non ha staccato gli occhi dal corpo di mia madre, l’ha spogliata con gli occhi. Se non ci fossimo stati noi di sicuro l’avrebbe violentata. Mia madre, accortasi del desiderio che luccica negli occhi dell’uomo che l’&egrave di fronte, assume un’espressione lasciva. L’uomo arrossisce. Guardo mia sorella e vedo che sta sorridendo. Intanto l’uomo &egrave riuscito a liberare la sua mano dalla stretta della mano di mia madre e balbettando ci saluta e sparisce. &egrave appena scomparso che mia sorella si lancia su mia madre e l’abbraccia.
‘Mamma, se restava ancora un poco gli sarebbe venuto un infarto. L’ho guardato fra le gambe, aveva un bozzo bello grosso. Se l’inizio della vacanza &egrave questo figurati il prosieguo.’
Le da un bacio sulla bocca e la lascia. Si dirige verso la casa ed entra.
‘Mamma ti avverto che non ho nessuna intenzione di fare a botte con malintenzionati. Tu e tua figlia siate serie. Se il vostro comportamento &egrave quello di poco fa dovrò inventarmi qualcosa per tenere i lupi lontani da casa.’
‘Cosa c’&egrave che non ti &egrave andato giù?’
‘E me lo chiedi? Lui ti ha mangiato con gli occhi e tu con gli occhi gli hai detto che lo volevi. Tutto mentre mia sorella lo guardava arrapata. Vi siete comportate come due puttane.’
‘Non dirmi che sei geloso? Ascoltami bene. Siamo venuti qui per trascorrere un lungo periodo di vacanza. Sono anni che noi tre non trascorriamo una vacanza insieme. Io voglio divertirmi e credo che la stessa cosa valga per tua sorella. Non ti chiedo di essere il mio guardiano perché so difendermi da sola e questo vale anche per Gianna. Quindi niente muso e niente mugugni. Pensiamo invece a come organizzarci. Eppoi dobbiamo festeggiare il vostro compleanno. La tua mammina ti farà un regalo che non potrai mai immaginare di cosa si tratti.’
Si avvicina e mi da un bacio sulla bocca, si volta verso casa e ancheggiando vi entra. Non so cosa pensare, quale sarà il regalo che mi farà? Bah! Staremo a vedere. La vacanza ha inizio. I giorni passano senza che niente accade. Gianna si diverte con la cinepresa. Il suo soggetto &egrave mia madre la quale si presta al gioco di mia sorella e si fa riprendere in tutte le posizioni che la figlia gli suggerisce. Anche completamente nuda mentre nuota in piscina o sta distesa sul prato a prendere il sole. Tutti momenti in cui immancabilmente i miei ormoni impazziscono e devo porre rimedio sparandomi innumerevoli seghe. In uno dei tanti giorni sorprendo mia sorella, anch’essa nuda, che ha l’obbiettivo della cinepresa fra le cosce di mia madre la quale le ha ben divaricate e sta esponendo la sua vulva al zoom della macchina da ripresa. Mamma si accorge della mia presenza e immediatamente chiude le gambe. Troppo tardi. La scena era talmente arrapante che il mio cazzo ha una impennata furiosa. Corro in bagno e vado a scaricare la mia eccitazione. Ritorno sul dietro della casa. Le due troie stanno ridendo. Di sicuro sono io l’oggetto della loro ilarità. Faccio finta di niente e sotto lo sguardo divertito delle due donne mi tuffo in acqua. Altri giorni passano. Il compleanno &egrave alle porte. Poi le condizioni climatiche peggiorano. Viene la pioggia. Mamma e Gianna si rattristano. Io sono contento perché non sono costretto a sorbirmi le loro nudità. Chi ne guadagna &egrave il mio fisico. Le seghe si sono limitate. Almeno così credevo. Quando’ fuori piove a dirotto. Mia madre balza in piedi e lancia un grido.
‘Basta! Non resisto più a stare chiusa dentro. Ho bisogno di uscire.’
Interviene mia sorella.
‘Anch’io voglio uscire, ma sta piovendo.’
‘Chi se ne frega della pioggia.’
In un baleno mia madre si libera dei vestiti e si lancia fuori. Guardo Gianna che dopo un attimo di sbalordimento si precipita a prendere la cinepresa e da inizio alla ripresa delle scene di Gina sotto la pioggia.
‘Sì, mamma, così, brava, muoviti più lentamente. Dio, mamma sei una venere. Sei bella ed eccitante.’
Per essere eccitante lo &egrave davvero perché ho il cazzo in tiro e sembra voglia scoppiare. Dalla mia postazione che &egrave ad un passo dalle spalle di mia sorella vedo Gina danzare nuda sotto la pioggia, vedo le grosse gocce di pioggia infrangersi sul favoloso corpo di mia madre e sulle sue poderose mammelle che lei accarezza con movimenti lascivi delle sue belle mani. Sento che sto per svenire. &egrave mia sorella a salvarmi.
‘Tieni. Continua tu a riprenderla. Io la raggiungo. Riprendi anche me.’
Gianna corre incontro alla mamma, una volta raggiunta si libera dei vestiti e si unisce alla danza che Gina sta eseguendo. Sembrano due Esperidi. Fedele all’impegno che mia sorella mi ha affidato riprendo la scena fino alla fine che giunge inaspettata. Un grido mi fa rabbrividire. Mia madre si accascia al suolo svenuta. Mia sorella le si precipita accanto. Mi chiama. Corro.
‘&egrave svenuta. Sollevala e portala dentro.’
Le passo un braccio sotto la testa ed uno sotto le gambe, la sollevo e preceduto da Gianna rientriamo in casa. Raggiungiamo la camera di mamma e l’adagio sul letto.
‘Puoi andare. Resterò io con lei. Bisogna asciugarla.’
‘Cosa le &egrave successo?’
‘Vai di là. Ti spiegherò’
Sono preoccupato. Non ho mai visto mia madre in quello stato. Dopo circa due ore Gianna mi raggiunge. &egrave avvolta in un accappatoio, ha fatto una doccia.
‘Sta riposando.’
‘Mi vuoi dire cosa l’&egrave capitato?’
‘Come al solito non ti sei accorto di niente. Secondo te mamma in preda ad un raptus si &egrave lanciata sotto la pioggia &egrave si &egrave messa a danzare solo per il gusto di farlo. Non hai visto che tipo di danza stava facendo; una danza che mi ha coinvolta tanto da raggiungerla ed unirmi a lei nella sua danza. Nostra madre stava facendo l’amore, la pioggia la stava masturbando e lo svenimento &egrave giunto al culmine del raggiunto orgasmo.’
‘Ma hai danzato anche tu e non sei svenuta.’
‘Il mio orgasmo &egrave stato più leggero di quello di mamma. Piuttosto hai ripreso tutto? Di un po’ ti sei eccitato a vederci danzare nude?’
‘Gianna, sei mia sorella e Gina &egrave nostra madre, ma io sono anni che mi eccito al solo starvi vicino. Tu e mamma mi fate impazzire.’
‘Di quello che dici l’ho sempre saputo. Credi che non mi sia accorta che sbirci continuamente nelle mie scollature e fra le mie gambe. Non ho mai detto niente perché mi piace sentire i tuoi occhi spogliarmi. Ti dico di più. Anche mamma sa della passione che nutri per lei. Sappi che, da quando siamo arrivate, tutto il nostro comportamento ha un unico scopo: farti stare bene.’
‘Alla faccia. Lo chiamate stare bene costringermi a spararmi seghe in continuazione?’
‘Cosa pretendi? Che allarghiamo le cosce e ti diciamo: ecco siamo pronte, puoi accomodarti . Nonostante io sia tua sorella e Gina sia tua madre siamo comunque delle donne e ci fa piacere essere corteggiate ed ammirate dall’unico uomo di famiglia. Nostra madre ha bisogno che un uomo sostituisca il suo ex marito e avrebbe piacere che quell’uomo fossi tu.’
‘Te lo ha detto lei?’
‘E’ lei che te lo sta dicendo in tutti i modi possibili. Sei tu che non la capisci. Lei &egrave innamorata di te.’
‘E tu? Non sei innamorata di tuo fratello?’
‘Che vuoi fare? Aprirti un harem con dentro le donne di famiglia a scaldare il tuo letto? non credi di peccare di presunzione.’
‘Dai Gianna, lo hai detto tu che ti piace sentirti guardata da me e che da quando sei arrivata in questo posto hai fatto di tutto per attirare la mia attenzione. Tu mi piaci e nonostante sei mia sorella sarei ben felice di portarti a letto.’
‘La precedenza spetta a nostra madre, entra nel suo letto e dopo sarò tua. Ricordati che tutto quello che succederà fra noi tre nessuno, dico nessuno, ne dovrà mai sapere niente. Il nostro sarà un rapporto incestuoso ed &egrave molto pericoloso farlo sapere in giro. Un ultima cosa e poi ritorno da mamma: io sono vergine, tu sarai il mio primo uomo.’
Si china e mi da un bacio sulle labbra. Prima che sparisca la chiamo.
‘Gianna posso vedere le riprese che hai fatto.’
Mia sorella con il sorriso sulle labbra mi risponde.
‘Vuoi tirarti ancora delle seghe. Risparmiati. Quando sarà il momento vedrai gli originali che, ti assicuro, sono molto meglio di quelle che stanno impresse sulla scheda digitale.’
Trascorro il resto della giornata e l’intera notte a rimuginare su quello che mi ha detto mia sorella. La notizia che più mi ha sconvolto e che più mi ha fatto piacere sentire &egrave che Gina vorrebbe che io andassi a tenerle compagnia nel suo letto. Il mio sogno di sostituire mio padre fra le cosce di mamma sembra stia per realizzarsi. Al mattino con gli occhi gonfi dal poco dormire vado in cucina e trovo mamma intenta a preparare colazione. Mi accosto a lei e l’abbraccio.
‘Buongiorno, amore mio. Ieri mi hai spaventato. Metterti a ballare nuda sotto la pioggia, roba da manicomio e tua figlia più pazza di te che ti ha dato corda unendosi anch’essa alla tua follia.’
Gina rovescia la testa all’indietro poggiandola sulla mia spalle. Mi guarda con occhi lucidi di desiderio.
‘Ti &egrave piaciuto vederci danzare nude sotto la pioggia?’
Senza distogliere gli occhi dai suoi le rispondo.
‘A chi non sarebbe piaciuto vedere due belle donne nude sotto la pioggia.’
‘Ritieni che sia una bella donna? Ti sei eccitato?’
‘Sei bellissima. Mamma, sono un uomo ed &egrave naturale che mi eccito a vedere due donne nude.’
‘Anche se queste donne sono una tua madre e l’altra tua sorella?’
‘Sì.’
Intanto il mio cazzo si &egrave impennato e preme contro il suo bacino.
‘Anche adesso sei eccitato? Non provare a negarlo perché sento la durezza del tuo coso premere contro il mio culo.’
‘Perché dovrei negarlo. &egrave la verità. Ogni volta che ti sono vicino e ti sfioro il mio sangue va in ebollizione.’
‘&egrave quello che volevo sapere. Dammi un bacio e fai colazione dopo mi accompagnerai nel paese. Devo fare delle compere. Domani &egrave il vostro compleanno e vi ho preparato una sorpresa.’
Chino la testa e poggio le mie labbra sulle sue, le resto appiccicato per diversi secondi. In quella irrompe in cucina mia sorella. Ci saluta e si siede. Mamma si libera dal mio abbraccio e quasi correndo esce dalla cucina. Gianna mi guarda con un sorriso sulle labbra.
‘La stavi baciando? Ci stava? Cosa vi siete detti? Dai dimmelo?’
‘Il tuo arrivo &egrave stato intempestivo. Ci stavamo provando ma’, hai visto come si &egrave liberata dal mio abbraccio.’
‘Scusami, non pensavo che stamane avresti provato a sedurla.’
‘La cosa &egrave solo rinviata. Ora so che quello che mi hai detto &egrave vero. Mamma vuole che io la possieda ed io non la deluderò. Vuole che l’accompagni in paese. Passami il latte che poi devo andare a prepararmi.’
Gianna si alza e si avvicina a me. Solleva una gamba e poggia il piede su una sedia, infila una mano nell’apertura della vestaglia e tira fuori una sua tetta. &egrave magnifica, bianca, un rosso e grosso capezzolo si erge al centro di un’areola caffellatte. Mai ho visto la mammella di mia sorella da così vicino.
‘Mio bel fratellino, non sono ancora in grado di produrre latte, ti prometto che quando verrà il momento ti darò tutto il latte che sarai in grado di succhiare, se ti accontenti di succhiarmi le tette senza latte fallo altrimenti fra le mie gambe c’&egrave un favo pieno di miele. Se non ti fa schifo infilarci la lingua dentro, potrai lappare tutto il miele che vorrai.’
Che puttana. Mi sta invitando a leccarle la figa.
‘Che ne diresti se mi prendessi entrambe le cose?’
‘Te lo lascerei fare, ma devi uscire con mamma e non c’&egrave molto tempo, scegli: mammelle senza latte o favo pieno di miele?’
‘Scelgo il favo.’
‘Lo sapevo che avresti scelto il favo. Stenditi sul pavimento.’
In preda all’eccitazione mi lascio andare sul pavimento. Mia sorella si sfila la vestaglia e con una gamba mi scavalca, si piega sulle ginocchia fino a portare il suo inguine peloso sulla mia faccia.
‘Lecca e gusta il mio miele. Non avere paura ad infilarmi la lingua dentro. Non sarà certo la tua lingua a sverginarmi.’
Sì, Gianna &egrave una vera troia, con le dita separo in due la folta pelliccia di peli fino a portare alla mia vista la fenditura che divide in due le grandi labbra. Fiondo la bocca sulla polposa vulva e le do dei piccoli e leggeri morsi. Mia sorella guaisce. Dischiudo le labbra e faccio uscire la lingua che si intrufola nello spacco e si inoltra verso l’interno. Incontro le piccole labbra. Le titillo con la punta della lingua, le aggancio con le labbra e le succhio. Gianna lancia lunghi nitriti.
‘Dio, come sei bravo. Mio bel fratellino credo proprio che io e te ci divertiremo molto. Continua a leccare. Fai lavorare la tua lingua. Non fermarla.’
Intanto la vagina sta secernendo umori che facendosi strada lungo l’orifizio vaginale si riversano nella mia bocca. Hanno un sapore acidulo ma sono gradevoli al palato. Li ingoio.
‘Dimmi porcellino, ti piace il mio miele?’
Indaffarato a leccarle la vulva non le rispondo. Nell’esplorazione che la mia lingua effettua lungo lo spacco incontro il suo clitoride che ha il glande già libero dal cappuccio e si proietta in avanti come un piccolo cazzo. Lo circondo con le labbra e lo lecco, lo mordo, lo faccio vibrare ed infine lo succhio. Le faccio un pompino. Mia sorella incomincia ad ululare come una lupa.
‘Lo sapevo, lo sapevo che mi avresti fatto impazzire, succhialo, succhialo, fammi godere, voglio scaricarti in gola tutto il mio piacere.’
Ci riesco. Mentre sto ancora succhiando il suo clitoride vedo che sta facendo ondeggiare la testa e contemporaneamente lancia dei lunghi: – Sìììììììììììììììììììì; Sììììììììììììììììììììì ‘ eppoi esplode. Un aaaaarrrrgggghh mi annuncia che l’orgasmo &egrave arrivato violento e sta colando nella mia bocca, lo ingoio. Mia sorella si lascia andare al mio fianco con la testa rivolta verso i miei piedi. &egrave in quell’istante che alzando gli occhi, da sotto al tavolo, vedo un bel paio di gambe ferme nel vano porta della cucina. Mamma &egrave lì e ci ha visti. Un minuto dopo non c’&egrave più.

Continua
‘Gianna, mamma era qui e ci ha visti.’
‘Non preoccuparti, prima o poi doveva succedere. Mamma sa che io ti voglio. Mi dispiace solo che possa credere che fra noi due si sia già fatto il grande passo. Sai le avevo promesso che mi sarei fatta sverginare da te solo dopo che avresti preso il posto di papà.’
‘Non mi hai detto che con mamma non hai mai parlato di me?’
‘Ti ho mentito. Ora posso dirtelo. Gina era ancora sposata con nostro padre quando incominciai a desiderarti. Ne parlai con mamma sperando che fosse in grado di trovare una soluzione per farmi desistere dal mio insano desiderio invece nostra madre candidamente mi confessò che anche lei nutriva sentimenti insani nei tuoi confronti. Da allora, quando eravamo sole, fantasticavamo inventandoci storie dove tu eri l’attore principale e noi due ci contendevamo i tuoi favori. Poi venne il divorzio e mamma decise che era giunto il momento di concretizzare i nostri sogni. Il problema era che dovevamo sapere tu cosa pensavi di noi due. Si, sapevamo che ci spiavi per vederci nude, ma non conoscevamo i tuoi pensieri. Poi capimmo che anche tu volevi accoppiarti con noi due. Lo scoprimmo esplorando il tuo pc. Abbiamo letto tutti i racconti che hai scritto e che hanno come protagonisti noi tre. Devo dire che hai una fervida fantasia. Dopo quella scoperta mamma comincia a pensare al come fare per trascinarti nel suo letto. Ed eccoci qui.’
‘Vuoi dire che la nostra venuta qui fa parte del piano di mamma per farsi possedere da me: suo figlio?’
‘Si. Mi auguro che non la deluderai.’
‘Stai tranquilla sorellona, non vedo l’ora di entrare nel letto di mamma e infilare il mio coso nel suo ventre. Non posso crederci. Mamma vuole che io sia il suo uomo.’
‘Vai a vestirti che lei ti sta aspettando per uscire.’
In un baleno, vestito di tutto punto, sono ad aprire la portiera dell’auto. Prima di salire in auto mamma mi da un bacio sulle labbra e nel farlo lecca le mie labbra con un veloce guizzo della sua lingua. La guardo. Lei sorride. Entra in auto e partiamo in direzione del paesino. Dopo 5 minuti mamma si mette con le spalle alla portiera.
‘Non ti sei lavato i denti. Hai un sapore strano appiccicato alle labbra.’
‘&egrave stata la fretta.’
‘Com’&egrave? Ti &egrave piaciuto?’
‘Com’&egrave cosa? E cosa mi sarebbe dovuto piacere?’
‘Dai dimmelo. Non mi arrabbierò. Ho visto cosa stavate facendo in cucina. Avevi la testa fra le cosce di tua sorella e le stavi leccando la fica.’
Il sangue mi arriva alla testa. Divento rosso. Fermo l’auto in un area da picnic e mi giro a guardarla. Allungo le mani e l’afferro per le spalle; l’attiro a me, avvicino la mia bocca alla sua e la bacio, lei non si oppone, dischiude le labbra e la mia lingua guizza verso l’esterno e penetro la sua bocca. Gina la blocca con le sue labbra e la succhia. Il bacio dura qualche minuto. Ci stacchiamo. La tengo abbracciata con il suo capo poggiato su una mia spalla.
‘Mamma, lo so &egrave sbagliato, ma Gianna mi piace. Se non fosse mia sorella le chiederei di sposarmi.’
‘Ho sempre saputo che tua sorella ti piace e non trovo niente di strano che voi due vi amate. Dimmi: l’hai già posseduta?’
‘No!’
Sento che si rilassa.
‘E con me che intenzioni hai?’
‘Mamma il mio sogno &egrave quello di entrare nel tuo letto e sostituire mio padre in tutte le sue funzioni di marito.’
‘Sogni di accoppiarti con tua madre. Lo sai che sei mio figlio e che se ti concedessi di entrare nel mio letto il nostro sarebbe un rapporto incestuoso?’
‘Lo so e non mi importa. Tu sei una donna che fa impazzire gli uomini ed io sono un uomo. Io vedo in te la donna e questo mi fa dimenticare che sei mia madre. Gina ti amo e ti voglio.’
Mamma solleva il capo dalla mia spalla e mi guarda con occhi carichi di desiderio.
‘Portami in paese e lasciami. Ritorna a casa. Sul tardi pomeriggio manda tua sorella a prendermi.’
‘Non vuoi che resti con te?’
‘No, devo riflettere e devo essere sola.’
‘Non ti preoccupa il fatto che a casa sarò solo con Gianna?’
‘Oramai a che serve preoccuparsi. Fate pure quello che desiderate, fai attenzione: fra voi due niente bambini.’
‘Mamma posso accoppiarmi con Gianna?’
‘Non oggi. Devi conservare le tue forze per questa notte. Su, parti.’
Arriviamo in paese. Gina scende dall’auto.
‘Di a tua sorella che l’aspetto al bar sulla piazza centrale.’
Si allontana sculettando. Ha un culo favoloso. Ha un modo di far ondeggiare il suo culo che mi fa rizzare il cazzo nei pantaloni. Rimetto in moto e via verso casa. Arrivo e mi precipito a cercare mia sorella. La trovo che sta prendendo il sole distesa a bordo piscina. &egrave nuda. In un attimo mi spoglio e mi stendo al suo fianco.
‘Siete già di ritorno.’
Mi guarda, vede la mia nudità.
‘Ti sei messo nudo, mi sa che mamma non c’&egrave. Cosa &egrave successo.’
Per sommi capi le racconto tutto.
‘Hai baciato mamma e lei te lo ha lasciato fare? le hai anche detto che vuoi entrare nel suo letto?’
‘Si e dal suo sguardo ho capito che anche lei lo desidera. Credo proprio che oggi sarà il grande giorno.’
‘Cosa te lo fa credere?’
‘Ho chiesto a mamma se potevo prenderti mi ha proibito di farlo. Mi ha detto che devo risparmiarmi per questa notte. Però io sarei pronto a farlo. Del resto lei non verrebbe a saperlo.’
‘Anch’io sono pronta a farti entrare nel mio ventre ma non possiamo. Se ne accorgerebbe. Quando avverrà lei vuole vedere il sangue della perdita della mia verginità. Se vuoi possiamo ripetere quanto fatto stamattina.’
‘Possiamo fare anche qualche nuovo giochino.’
‘Che intenzioni hai?’
‘Sto pensando al 69.’
‘Vuoi che ti succhi il cazzo mentre tu mi lecchi la figa.’
‘Sì, ma prima voglio succhiarti le tette. Lo so che non hai latte ma voglio succhiartele lo stesso.’
‘Sei proprio un bambino. Ti prometto che quando sarò in condizione di poter allattare ti farò succhiare il mio latte fino ad ubriacarti. Su viene a succhiarmele, dopo ci cimenteremo con il 69.’
Catapulto la mia testa su quei splendenti globi di alabastro e prendo a baciarli. Gianna mi afferra per i capelli e, mugolando, sposta la mia testa da una zizza all’altra. Mia sorella ha due mammelle grandi come meloni, per leccarle tutte ci vogliono diversi minuti, faccio vorticare la mia lingua sulle scure areole e gioco con i suoi capezzoli titillandoli, Gianna emette sonori nitriti e mi incita ad essere più brutale.
‘Dai fratellino, usa anche le mani, strizzale, mordimi i capezzoli. Dio come sei bravo a leccare. Mi sto bagnando tutta.’
&egrave la frase che sto aspettando. Prima che il suo nettare vada a perdersi sull’erba faccio strusciare il mio corpo sul suo e con la testa raggiungo il suo inguine. Lei tira su le gambe ed allarga le cosce. Con una gamba la scavalco e fiondo il mio inguine sulla sua faccia. Rotoliamo sul soffice tappeto d’erba fino a trovarmela sopra. Il mio cazzo, guidato dalle sue mani, trova la sua bocca già pronta a riceverlo. Glielo catapulto dentro e lei comincia a succhiarmelo. Io sono indaffarato a districare la mia lingua fra i ricci peli che ornano la sua vulva. Raggiungo lo spacco delle grandi labbra e prendo a baciarla ed a morderla. Mia sorella mugola più volte. Non emette altri suoni perché ha il cavo orale occupato dal volume del mio cazzo. Intanto la mia lingua si &egrave avventurata nel canyon. Con la punta tasto le pareti vaginali che stanno secernendo umori che lappo convogliandoli nella mia gola. Trovo il clitoride, lo imprigiono fra le mie labbra e prendo a succhiarlo. Gianna si agita. Sento il suo corpo vibrare. Questo non la distoglie dal compito che sta svolgendo. La sua lingua vibra veloce sul mio glande. Il mio cazzo &egrave al massimo dell’espansione. Sono al punto limite. Esplodo e potenti bordate di denso sperma vengono sparate dal mio cazzo nell’ardente bocca di mia sorella che proprio in quel momento &egrave pervasa da un possente orgasmo. Schiaccia il bacino sulla mia faccia e il frutto del suo piacere cola nella mia bocca che mi guardo bene dallo sputarlo fuori. Lo ingoio come fosse nettare. Esausti ci abbandoniamo affiancati sul tappeto d’erba.
‘Gianna, &egrave stato meraviglioso. Non credevo che il 69 fosse così carico di piacevoli sensazioni.’
‘Anche per me &egrave stato fantastico cimentarmi in questa posizione. &egrave la mia prima volta e mi &egrave piaciuto molto. Quando sono venuta mi sono sentita come una vasca da bagno piena a cui &egrave stato tolto il tappo di scarico. Ho avuto la sensazione di svuotarmi tutta. Ora facciamo i bravi bambini. Rivestiamoci. Con la voglia che abbiamo corriamo il rischio di non trattenerci e non possiamo. Forse già domani tutto sarà più facile.’
Ha ragione. A malincuore mi rivesto e rientro in casa. Mi chiudo in camera. &egrave già sera quando mi decido ad uscire dalla tana in cui mi sono rinchiuso. La casa &egrave avvolta dal silenzio. Gianna &egrave andata a prendere mamma. Sono le 23.00 quando rientrano. Le sento ridere. Quando mi vedono per un attimo zittiscono e poi riprendono a ridere. Di colpo mamma smette di ridere, si avvicina, si china e mi bacia sulle labbra.
‘Vado in camera, ho bisogno di fare una doccia. Falla anche tu e poi raggiungimi.’
Gianna mi strizza un occhio.
‘Hai sentito? Vuole che tu la raggiunga. &egrave pronta a riceverti.’
‘Perché tutto questo tempo per tornare? Cosa avete fatto?’
‘Prima abbiamo passeggiato e poi siamo state a cena. Abbiamo anche parlato di cose che già conosci.’
‘Le hai anche detto di quello che abbiamo fatto?’
‘Ho dovuto. Ma perché tutte queste domande?’
‘Perché sono in tensione.’
‘Rilassati, Gina non vuole mangiarti. Vuole solo che tu la chiavi. Vai a farti la doccia e raggiungila.’
Un’ora e sono davanti alla porta della camera di mia madre, busso, la sua voce mi invita ad entrare.
‘&egrave aperto, entra pure.’
Entro. Lei &egrave già nel letto ed il lenzuolo la copre fin sopra al torace. Ha la testa sul cuscino ed i capelli le sono tutto intorno a mò di cornice. Dalla forma che il lenzuolo ha preso intorno al suo corpo capisco che &egrave nuda. La conferma me la danno due punte che si ergono all’altezza dei suoi seni. Sono i capezzoli che esercitano una spinta notevole contro i lenzuolo come volessero perforarlo. Il suo viso &egrave luminoso. Allunga le braccia e mi invita a raggiungerla.
‘Vieni, liberati del pigiama e stenditi al mio fianco. Diciotto anni fa, a quest’ora, ti mettevo al mondo. Oggi &egrave il tuo compleanno (e lo &egrave anche di tua sorella). Questo &egrave il mio regalo. Da questa sera dormirai sempre con me. Occuperai il posto che fu di mio marito. Auguri.’
Non ci impiego molto a spogliarmi ed a lanciarmi verso il letto. Intanto Gina ha sollevato il lenzuolo ed il suo corpo &egrave davanti ai miei occhi. Mi fermo a guardarla. Mai ho visto un corpo di donna così bello, così perfetto nelle sue linee e nelle sue forme. Sembra sia stato scolpito nel marmo. Sì, nemmeno Gianna ha un corpo bello come quello di mamma. La reazione &egrave immediata. Il mio cazzo si impenna e svetta come un palo. Mamma spalanca gli occhi e si mette seduta con le gambe fuori dal letto. Una esclamazione di stupore le esce dalla gola.
‘Ooohhh! Fermati, fatti guardare. Sei bellissimo. Tua sorella mi aveva descritto del come era fatto, ma mai avrei immaginato che tu avessi un cazzo di queste dimensioni. Sembra il batacchio di una campana. Avvicinati. Lascia che lo tocchi.’
Mi avvicino. Gina allunga la mano ed impugna il mio cazzo.
‘Come &egrave grosso ed &egrave anche lungo. Tuo padre morirebbe di invidia. Come ha fatto tua sorella ad ospitarlo nella sua bocca. Di sicuro glielo hai spinto fino in gola.’
Comincia a carezzarlo. La sua mano scorre lenta lungo la lunghezza della mia asta.
‘Perché non provi anche tu a prenderlo in bocca?’
Mamma alza la testa e mi guarda negli occhi.
‘Vuoi che te lo succhi? che ti faccia un pompino?’
‘Hai detto che devo occupare al tuo fianco il posto che fu già di mio padre. Spero che me lo fai sostituire in tutte le sue funzioni di marito.’
‘&egrave quello che ho intenzione di fare, ma prendere in bocca il tuo cazzo mi spaventa.’
‘Dai mamma lo ha fatto tua figlia perché non dovresti farlo tu che, tra l’altro, sei più esperta di Gianna.’
‘Cosa credi che sia andata in giro a succhiare cazzi. A parte tuo padre poche persone hanno avuto il piacere di mettermelo in bocca. Il primo &egrave stato un mio cugino, il secondo &egrave stato tuo nonno materno: sì mio padre ed il terzo il mio professore di matematica al liceo. Avevo bisogno di elevare la media dei voti, sai in quella materia non ero proprio brava. Ma nessuno di loro aveva un cazzo grosso come il tuo e non ho mai ingoiato il loro sperma nemmeno quello di tuo padre.’
Intanto non ha smesso di smanettarlo. Allungo una mano e la poggio dietro la sua nuca. Esercito una lieve pressione e la testa di mamma si avvicina sempre di più al mio cazzo. Lei non distoglie i suoi occhi dai miei.
Il vermiglio glande entra in contatto con il suo viso. Gina muove la testa in modo che il mio cazzo le accarezzi tutto il viso. Poi lo guida alla bocca, lo copre di baci per tutta la lunghezza non tralasciando di baciarmi anche i testicoli. Addirittura apre la bocca e li circonda con le sue carnose labbra ospitando nella sua bocca la mia borsa scrotale piena di due grosse e gonfie palline. Le succhia e le titilla con la lingua strappandomi mugolii di piacere. Smette di giocare con i miei testicoli e riprende a risalire lungo l’asta di carne. Questa volta non lo fa con le labbra ma con la lingua. Vedo la punta della lingua picchiettare, veloce, la superficie del mio cazzo. Arriva in cima e la fa roteare intorno al glande, lo bacia, lo lecca, apre la bocca ed il glande entra. Una folata di caldo alito lo investe. Dopo un veloce vorticare della lingua sul glande comincia a succhiarmelo. Lo fa lentamente. Le sue labbra si muovono come se lo stesse mungendo. I suoi occhi sono sempre puntati nei miei. Leggo nel suo sguardo il piacere di succhiare il cazzo di suo figlio. La mungitura ha il suo effetto. Sento un solletico alla base del cazzo, il piacere si sta accumulando, sento che sono prossimo all’eruzione. Le mie mani stringono la testa di mamma e la tengono ferma. Gina intuisce quello che sta per accadere, cerca di allontanarsi. Non ci riesce. Una sequela di bordate di denso sperma si riversano nella bocca di mia madre che non potendo sputarlo lo ingoia facendolo scivolare nel suo stomaco.
‘Brava mamma, &egrave così che devi sempre fare. Lo sperma lo devi ingoiare, non deve essere sprecato.’
Deve esserle piaciuto perché continua a strizzarmi le palle con la mano e continua a mungermi il cazzo con le labbra e con la lingua continua a leccare la sommità del glande la dove c’&egrave la piccola fessura da dove &egrave uscito lo sperma. Alla fine si sfila il cazzo dalla bocca e vedo la sua lingua leccarsi le labbra. &egrave il segnale che la gelatina che l’&egrave scivolato in gola &egrave di suo gradimento.
‘Non hai detto che non hai mai bevuto lo sperma degli uomini a cui hai succhiato il cazzo? Perché il mio sì?’
Mamma si passa il dorso della mano sulle labbra e poi fa schioccare la lingua contro il palato.
‘Tua sorella mi ha detto che &egrave una cosa da non perdersi. Mi ha assicurata che mi sarebbe piaciuto e che mai più avrei provato disgusto nello bere lo sperma di un uomo e meno che mai il tuo. Ha ragione. Il tuo sperma &egrave puro nettare delle signore che abitano l’Olimpo e perché lasciare solo a loro la prerogativa di godere di questa squisitezza. Tu sei mio figlio ed io ho il diritto di nutrirmi del tuo miele. Ma ora devi essere tu ad abbeverarti alla mia sorgente di vita. Ho anche saputo che sei bravo a leccare la figa. Vieni, lecca la mia che &egrave tutta un calderone incandescente e solo tu puoi spegnere il fuoco che la divora.’
Solleva le gambe e poggia i talloni dei piedi sul bordo del letto, allarga le cosce dandomi in visione la sua polposa vulva ben depilata.
‘Mamma ti sei rasata?’
‘Sì l’ho fatto per te. Non voglio che i peli ti diano fastidio mentre me la lecchi.’
‘A me piacciono le fighe pelose. Fatteli ricrescere.’
‘Stai cercando di evitare di leccarmela?’
‘Fossi matto. Non puoi sapere quante volte ho immaginato questo momento.’
Mi inginocchio e fiondo la testa fra le cosce di mia madre; la mie labbra cominciano a spaziare sulle bianche cosce di Gina; le bacio e le lecco strappandole piccoli miagolii di piacere; lentamente avvicino la mia bocca alla meravigliosa rosea conchiglia di mia madre che &egrave già luccicante di umori. Le grandi labbra mi vengono incontro; le bacio; la lingua entra in azione e fende l’apertura che divide in due la conchiglia penetrandola. Mamma lancia un lungo ululato. La mia lingua esplora le pareti della sua vagina; lappo tutte le secrezioni vaginali e le ingoio. Non riesco ancora a rendermi conto di quello che sta accadendo. Mia madre mi ha fatto un pompino; ha bevuto il mio sperma ed io le sto leccando la vagina e sto ingoiando i suoi succhi. Speriamo che non sia un sogno. Intanto continuo a far vorticare la lingua in quella favolosa fessura. Mia madre stringe le sue cosce sulla mia testa e nitrisce. &egrave arrivato l’orgasmo. Gode e riversa nella mia bocca tutto il suo nettare che mi premunisco di convogliare verso la mia gola. Nel pennellare la polposa vulva di mia madre la mia lingua incontra il suo clitoride. Per lunghi interminabili minuti ci gioco sottoponendolo a frenetiche vibrazioni della mia lingua sul suo glande. Gina urla e grida. Affonda le dita delle sue mani nei miei capelli e spinge la mia testa contro la sua vulva. Capisco. Dischiudo le labbra e con esse circondo il suo clitoride imprigionandolo in una dolce morsa. Con la lingua lo stuzzico poi, tenuto conto che il clitoride si estende per circa 7 cm tanto da sembrare un piccolo cazzetto prendo a succhiarlo, le faccio un pompino. Mamma lancia dei lunghi ululati. Accompagno la suzione con la penetrazione di un dito nella sua calda vagina. Con esso stimolo le pareti interne della vagina. Il corpo di mia madre vibra. Al primo dito ne faccio seguire un secondo ed un terzo eppoi l’intera mia mano e dentro la vagina di mamma. Raggiungo l’utero e lo accarezzo con le punta delle dita strappandole altri nitriti. Intanto l’azione della mia bocca sul suo clitoride prosegue imperterrita. Dopo pochi secondi le sue cosce si stringono sulla mia testa. Dei suoni indecifrabili riempiono la stanza. L’orgasmo sta giungendo violento e carico di piacere. Un forte grido e viene. Dalla sua uretra viene espulso un liquido biancastro e limaccioso. Sta squirtando. Con la lingua lappo quel gustoso nettare e lo ingoio. Sono fiero di me stesso. Ho fatto godere mia madre e, prima che si riprenda dall’orgasmo, mi rimetto in piedi e mi fletto sul suo corpo. Con una mano impugno il cazzo e lo guido fra le grandi labbra della grossa figa di mia madre. Una leggera spinta ed il mio cazzo, favorito dagli umori di cui la vagina di Gina &egrave ancora impregnata, affonda nel ventre materno. Sono dentro al corpo di mia madre. Il figliol prodigo &egrave ritornato, dopo 18 anni, nella casa materna che lo accoglie con amore.
‘Figlio mio, mio amore, sapessi quanto ho aspettato questo giorno. &egrave da prima che divorziassi da tuo padre che ho fantasticato di ospitarti fra le mie cosce. Mi sono consumata nel cercare il momento propizio per esternarti il mio desiderio. Sapevo che anche tu mi desideravi e che anelavi di entrare nel mio letto. Finalmente il nostro sogno sì &egrave concretizzato.’
‘Mamma &egrave da quando avevo 11 anni che la tua immagine ha riempito i miei sogni erotici. Mi sono masturbato almeno due volte al giorno pensando a te. Di una cosa mi dispiaceva: non poter riversare nel tuo ventre il mio sperma. Mi rattristava molto non poter riempire la tua vagina del mio liquido seminale.’
‘Amore di mamma tua, non pensare più al passato. &egrave il presente quello che conta. Finalmente sei qui con il tuo cazzo ben piantato nel mio ventre pronto a dare diletto alla mia passera. E non sarà l’unica volta. Da questa sera tu verrai a stare nel mio letto. Sarai il mio amante.’
‘Mamma hai dimenticato mia sorella Gianna, tua figlia. Nella mia testa c’&egrave anche lei.’
‘Lo so, non l’ho dimenticata. Il problema &egrave tuo. Non so come farai a soddisfare due maiale come me e tua sorella.’
‘Vedrai che troveremo l’intesa. Ora pensiamo a noi due. La notte &egrave lunga e noi siamo agli inizi.’
Lo sguardo di Gina si carica di libidine.
‘Sì bambino mio. Datti da fare; metti il tuo cazzo nella mia pancia, chiava la tua mammina.’
‘Mamma, il mio cazzo &egrave già dentro il tuo corpo. In quanto al chiavarti &egrave una vita che sogno di farlo. Ti stantufferò il cazzo nel ventre fino ad esaurirmi.’
‘Dai, comincia. Fa che io sia soddisfatta della scelta fatta di farmi chiavare da mio figlio.’
‘Sta tranquilla, non ti farò pentire di avermi accolto nel tuo letto, fra le tue bianche cosce. Ti chiaverò fino a farti dimenticare mio padre. Non ti farò rimpiangere tuo marito.’
&egrave una notte carica di passione e di perversione. Mia madre mi succhia il cazzo più volte e lo fa senza mai farmi venire. Il mio sperma lo vuole tutto nel suo ventre e non una goccia deve essere perduta. Mi cavalca facendomi stare disteso sotto il suo corpo e con il cazzo ben piantato nella sua pancia. Dice che questa posizione le da l’impressione che sia lei a possedermi. Ha ragione. Anche per me &egrave la stessa cosa quando le sono dietro e con lei messa a 90′ ed io disteso sul suo corpo con le mani agganciate alle sue zizze mentre le pistono il cazzo nella incandescente vagina. Durante una di queste perfomance &egrave anche svenuta per il piacere raggiunto. Il mattino ci sorprende nella posizione del 69. Il kamasutra non ha più niente da farci scoprire. Io non ho più niente da darle. Mi sono svuotato nella sua bocca e nella sua vagina per un’intera notte. Ho solo la forza di avere il cazzo sempre duro per la gioia sua di sollazzarsi con la mia verga. A metà mattina crollo. Morfeo si impossessa della mia mente e cado in un sonno profondo. &egrave quasi sera quando una dolce sensazione mi porta dal mondo dei sogni sulla terra. Apro gli occhi e vedo il volto sorridente di mia sorella che mi sta guardando. Le sue mani stanno dolcemente scorrendo sul mio corpo. Con un tono di voce come fosse un sussurro
‘Finalmente ti sei svegliato.’
‘Oh, sei tu. Ho fatto un sogno incredibile. Ho sognato di essermi accoppiato con nostra madre.’
‘Non hai sognato. &egrave da ieri sera che siete rinchiusi in questa stanza. Tu nostra madre l’hai veramente chiavata e credo che a lei sia piaciuto molto sentire il tuo cazzo arare la sua vulva. Lo so perché le sue grida di incitazione e di goduria hanno riempito la casa tanto da costringermi ad andare a dormire nella cantina. Meno male che &egrave fornita di un divano.’
‘Non &egrave stato un sogno, ho chiavato mia madre, se &egrave vero sono doppiamente contento. Uno perché ho soddisfatto un mio desiderio. Posso smettere di spararmi seghe pensando a lei. Due perché potremo realizzare il nostro sogno, potrò affondare il mio cazzo nel tuo ventre, sarai finalmente mia. Scusa ma perché stiamo parlando sotto voce?’
‘Per non svegliarla.’
Mi volto a guardare sul mio lato destro e vedo mia madre, nuda, in posizione fetale. Sta dormendo o almeno così credo. Quello che sento non &egrave russare, ma un suono che rassomiglia al ronfare dei gatti. A guardarla i miei ormoni si mettono in movimento ed il mio cazzo ha dei movimenti incontrollabili. Gianna se ne accorge.
‘Non ti chiedo se ti &egrave piaciuto chiavarla perché da quello che vedo crescere fra le tue cosce mi dice che vuoi riprovarci. Ti capisco. Nostra madre &egrave una donna che suscita istinti animaleschi. Non ti nascondo che anche a me fa effetto.’
‘Mi stai dicendo che saresti capace di fare sesso con nostra madre?’
‘Perché tu si ed io no? Mi piacerebbe molto avvolgere con le mie labbra quei grossi capezzoli e succhiarglieli; mi piacerebbe molto affondare la mia testa fra le sue cosce e leccarle la fica e succhiarle il clitoride; le farei un pompino che non facilmente dimenticherebbe.’
Una voce proviene dal mio lato destro.
‘Perché non lo fai?’
Gina si &egrave svegliata ed ha sentito tutto quello che ha detto Gianna la quale diventa rossa come un peperone.
‘Mamma, scusami, &egrave che io ”
Mia madre si solleva a sedere. Le sue grosse mammelle sobbalzano per un attimo.
‘Non fartene un cruccio. Anche a me piacerebbe fare con te quello che tu fantastichi di fare con il mio corpo. Mi sono fatta chiavare da mio figlio e non vedo perché mia figlia non dovrebbe scoparmi. Dai, vieni fra le braccia della tua mammina e amami. Anche se con ore di ritardo ti faccio gli auguri per il tuo compleanno ed il mio regalo sarà uguale a quello fatto a tuo fratello: ti faccio dono del mio corpo. Spogliati e vieni a letto.’
‘Mamma veramente vuoi che noi due ci amiamo?’
Punta il dito contro di me.
‘E lui?’
Mia madre poggia la sua mano sul mio cazzo il quale ha un sobbalzo.
‘Lui resterà a guardare. Se sarà ardito non si limiterà a masturbarsi.’
Gianna si &egrave già spogliata ed &egrave già salita sul letto piazzandosi fra me e nostra madre che l’abbraccia stringendola contro il suo corpo. Vedo le loro mammelle schiacciarsi le une contro le altre. Mamma comincia col baciare la figlia. Gianna risponde tirando fuori la lingua e la infila nella bocca di Gina che la blocca con le labbra e la succhia. Madre e figlia cominciano a rotolare sul letto senza staccarsi. Trovano la giusta posizione solo quando sono di traverso. Per farle spazio scendo dal letto e vado a sedermi nella poltrona. Mia sorella e mia madre si scatenano. Le loro mani corrono sui loro corpi. Vedo le dita di Gianna artigliare i capezzoli di Gina e strizzarli fino a farla gridare dal dolore e nitrire dal piacere. Mia sorella tuffa la sua testa sulle zizze di mamma e le pennella con la lingua facendone vibrare la punta sui rossi capezzoli. Gina ulula. Gianna smette di giocare con le mammelle di Gina e prende a scendere, leccando e baciando, verso il pube. Finalmente la sua testa &egrave fra le cosce di mamma. Vedo la lingua di mia sorella picchiettare la parte interna delle bianche cosce di nostra madre. Poi l’affondo. Con le dita le dilata le grandi labbra e fionda la lingua nella rosea vagina, mia madre emette un lungo nitrito. Mi avvicino e mi metto in ginocchio fra le gambe dilatate di mamma; con una mano sposto su di un lato i biondi capelli di mia sorella facendo cosi in modo da osservare da vicino la lingua di Gianna spaziare dentro e fuori la vagina di nostra madre. Vedo il clitoride di Gina completamente libero dal cappuccio. Gianna smette di leccare la fica di sua madre e rivolge la sua attenzione allo sviluppato e proteso organo del piacere; lo circonda con le labbra e lo succhia come stesse succhiando un cazzo. Le sta facendo un pompino. Contemporaneamente le ha infilato tre dita nella vagina e la chiava. Che spettacolo. &egrave meglio di un film porno. Il mio cazzo &egrave nella posizione di all’erta. Duro e ingrossato sembra voglia scoppiare. Mi sposto. Vado a posizionarmi dietro al culo di mia sorella. Vedo mia madre, con il viso fiondato sulla figa di Gianna, che sta sgrillettando, con la punta della lingua, il clitoride della figlia. Il suo sguardo incrocia il mio. Smette di leccare.
‘&egrave pronta. Vieni a possederla. Mettiglielo dentro. Chiavala.’
‘Veramente posso? Non dirà niente? Cosa faccio se si rifiuta?’
‘Non si ribellerà. Tua sorella ti vuole e ti sta aspettando.’
Mi alzo e mi avvicino al letto. impugno il cazzo e lo guido fra le grandi labbra che mia madre tiene aperte con le sue dita. Gina infila un suo braccio fra le mie cosce e poggia la mano sul mio culo.
‘Spingi.’
Spingo ed il glande, favorito dagli umori che la vagina di Gianna sta espellendo, scivola fra le pareti delle grandi labbra. Sento i mugolii di mia sorella farsi più intensi. Mamma accompagna la mia penetrazione esercitando una pressione sul mio bacino. Arrivo all’ostacolo. Mi fermo. La voce di Gina mi giunge da sotto.
‘Perché ti sei fermato?’
‘Mamma, sono al dunque. Non voglio farle male.’
Questa volta &egrave la voce di mia sorella quella che sento.
‘Amore mio non pensare al mio dolore. Pensa invece che mi renderai felice perché mi libererai da un fardello. Non solo, ma mi renderai donna. Dai affonda il tuo cazzo nel mio ventre. Prenditi la mia verginità.’
Un forte spinta ed il mio cazzo scivola nel corpo di mia sorella fino alla radice. Mia madre fionda la sua bocca sui miei testicoli e li avvolge con le labbra. Li stuzzica con la lingua, li succhia. Aumenta così il mio piacere. E’ ancora mia sorella ad incitarmi.
‘Sììììììììììì, cosììììììììì. Finalmente quanto ho atteso questo momento. Quanto mi piace sentire il cazzo di mio fratello trapanarmi la figa. Stantuffa questo tuo pistone nel mio cilindro. Ho la figa in ebollizione ed il mio corpo &egrave un vulcano incandescente. Solo tu puoi spegnere il fuoco che mi divora. Forza fratellino chiava la tua sorellina. Sfondami la figa come hai sfondato quella di nostra madre.’
La scena che si presenta agli occhi di un esterno &egrave da film porno. Due donne nella posizione del 69 ed un uomo che sta con il cazzo piantato nella figa della donna che sta sopra mentre quella che sta sotto gli succhia le palle. L’immaginario spettatore non sa che i tre stanno consumando un rapporto incestuoso. L’uomo (io) sta chiavando sua sorella (Gianna) la quale sta leccando la figa di sua madre (Gina) che a sua volta sta succhiando i testicoli del figlio (io). Con il cazzo piantato nella pancia di mia sorella e con le mani artigliate sul suo bianco culo mi lancio in uno sfrenato galoppo. Le pompo il cazzo nella vagina con violenza. Gianna ulula e nitrisce. Intanto mia madre ha lasciato i miei testicoli ed &egrave ritornata ad occuparsi del clitoride della figlia. La galoppata sta per concludersi. Il piacere sta per esplodere. Anche mia sorella &egrave sul punto di godere. Sento solo il suo respiro diventare sempre più pesante.
‘Gianna, dio com’&egrave bello. Sto per venire.’
&egrave la voce di mamma che mi giunge all’orecchio. &egrave quasi un grido.
‘Niente bambini.’
La voce di mia sorella sovrasta quella di mia madre.
‘Non darle retta. Vienimi dentro. Sono protetta. Scarica il tuo piacere nel mio ventre. Riempimi. Voglio sentire il tuo sperma infrangersi conto il mio utero.’
Il culmine giunge incontrollato. Il mio cazzo &egrave un vulcano in eruzione. Grugnendo come un maiale sparo potenti getti di caldo sperma nel caldo ventre di mia sorella andando a riempirle la cavità vaginale già piena delle sue secrezioni prodotte dall’orgasmo raggiunto. Con gli ultimi schizzi di sperma anche le pulsioni vanno calmandosi. Le sfilo il cazzo dalla fica e mi abbatto di schiena sul letto. Anche Gianna scende dal corpo di nostra madre e corre in bagno a pulirsi della miscela di sperma, di sangue e di suoi umori che le sta colando dalla figa. Mamma si porta con la testa all’altezza della mia. Poggia le sue labbra sulle mie e mi infila la lingua in bocca che succhio con avidità perché &egrave impregnata dei succhi di mia sorella. Stiamo ancora baciandoci quando mia sorella fa ritorno e si unisce a noi sul letto con nostra madre in mezzo.
Sto ancora baciando mamma quando mia sorella fa ritorno e si unisce a noi sul letto con nostra madre in mezzo. Mamma passa le sue bianche braccia intorno alle nostre spalle e ci stringe a se.
‘Bambini, miei tesori. &egrave stato bellissimo quello che abbiamo fatto. Mai avrei pensato che fare sesso con i propri figli fosse cosi esilarante. Lo so; abbiamo consumato una grave colpa che la società non accetta e punisce. Ma noi siamo maggiorenni e questo rapporto lo abbiamo cercato e voluto. Nessuno ci ha costretti. Non so voi come vedete il nostro futuro ma io vedo la nostra casa piena di allegria con noi tre che ci sollazziamo senza sosta. Dobbiamo solo stare attenti a che il nostro amore resti circoscritto alle mura di casa, nessuno dovrà mai venire a conoscenza di quello che esiste fra noi. Quando saremo in pubblico eviteremo le effusioni che spesso danno modo di fare cattivi pensieri. In particolare, cara Gianna, io e te, conoscendo il nostro puledro, ridurremo le nostre uscite, con lui al seguito, al minimo indispensabile. Saremo amanti solo in casa. In questo modo ci garantiremo la nostra razione di cazzo. Tuo fratello potrà liberamente sbattere nelle nostre pance il suo possente e grosso cazzo. Un ultima cosa, credo di averla già detta: niente bambini. Io sono ancora in età feconda e per evitare di farmi ingravidare prendo la pillola. Prima, mentre tuo fratello ti sfondava la figa, ti ho sentita dire che sei protetta, &egrave vero?’
Mia sorella mi guarda ed una sua mano viene a posarsi sul mio cazzo che il contatto con il caldo corpo di mia madre ha ridato nuovo vigore.
‘Si mamma, sono mesi che anch’io prendo la pillola. Sapendo che il momento dell’accoppiamento con mio fratello si avvicinava sono stata dalla tua ginecologa e me la sono fatta prescrivere. Non ti nascondo, però, che mi piacerebbe farmi impregnare dal nostro stallone.’
‘Anche a me farebbe piacere farmi fecondare, ma non possiamo e per due buoni motivi. Il primo, il più importante, &egrave di ordine genetico. Fare figli tra consanguinei &egrave geneticamente sbagliato. I nascituri o i loro eredi possono subire tare fisiche e/o mentali. Il secondo &egrave il quieto vivere. Una nostra gravidanza darebbe adito alle malelingue di prodursi in considerazioni poco piacevoli per la nostra tranquillità. Pensate a cosa accadrebbe se in paese circolasse la voce che tuo fratello ti ha messo incinta o che mi ha impregnata. Dovremmo scappare di notte.’
Nonostante abbia 38 anni mia madre dimostra la saggezza di una donna molto avanti negli anni anche se questa saggezza &egrave dettata dal volersi godere, senza traumi, l’innaturale rapporto che ha iniziato con noi: suo figlio e sua figlia. Niente dovrà essere di disturbo al fatto che il mio cazzo le riempi il ventre. Lei ha fatto la sua scelta. Piuttosto che dare il suo corpo nelle mani di un estraneo ha preferito farsi chiavare da suo figlio. Io sono contento della sua scelta. Amo mia madre come donna. Quando questa notte ho messo il mio cazzo nella sua pancia ho toccato il cielo. Mai piacere &egrave stato più grande. Una voglia irresistibile di nuovamente chiavarla mi assale. Avvicino la bocca al suo capezzolo e lo circondo con le labbra. Mia sorella mi imita. Mamma miagola. Passano pochi secondi e con una mossa libera i suoi capezzoli dalla prigione delle nostre bocche.
‘Per oggi basta così. Abbiamo fatto il primo passo. Ora vi lascio soli. Siete alle prime esperienze. Approfondite la conoscenza dei vostri corpi. Io vado a preparare da mangiare.’
Scende dal letto e si avvia verso la porta. Non resisto alla tentazione di darle una pacca sul culo.
‘Mamma hai un culo favoloso.’
Gina si volta a guardarmi. Mi sorride.
‘Ti piace? sapessi quante volte tuo padre ha cercato di profanarlo; non gliel’ho mai permesso.’
‘Sei vergine dietro? Non ci credo.’
‘Eppure &egrave come ti dico. Il mio culo &egrave inviolato. Quando riprenderemo il nostro discorso te ne darò la prova.’
‘Mi racconterai delle tue esperienze orali? In particolare voglio conoscere quella avuta con tuo padre.’
‘Sei un porco. Pensa invece a non sfiancarti. Quando torno dovrai cavalcarmi fino a sfiancarmi. Mi dovrai domare.’
Appena mamma esce dalla stanza Gianna stende il suo corpo sul mio.
‘Cosa &egrave questa storia del rapporto orale che nostra madre ha avuto con il padre? Tu come lo sai?’
Il mio cazzo &egrave fra le cosce di mia sorella ed il glande &egrave fra i peli che ornano la sua vulva. Muovo il bacino in modo che il glande venga a trovarsi fra le grandi labbra della pucchiacca di Gianna che si sottrae alla prenotazione mettendosi di fianco.
‘Prima di farti entrare devi dirmi di mamma e di suo padre.’
La metto al corrente di quanto sono venuto a conoscenza.
‘&egrave stata nostra madre a dirmelo.’
‘Mamma ha succhiato il cazzo del nonno? gli ha fatto un pompino? Voglio esserci anch’io quando racconterà il come e quando lo ha fatto. Ora capisco il suo concedersi. Ha già avuto rapporti incestuosi. Ecco perché con noi non ha avuto esitazioni nel farsi amare. Caro fratello abbiamo una madre che &egrave una dolce, bella e meravigliosa -maialona- e la cosa che &egrave più fantastica &egrave che Gina &egrave la nostra amante.’
‘Gianna non mi crederai. Ma quando chiavo nostra madre e sento il suo utero solleticarmi il glande il mio cervello si svuota di ogni pensiero e si riempie di solo sue immagini sempre pronta ad offrire il suo corpo alle carezze delle mie mani ed ai baci della mia bocca.’
Mia sorella punta i suoi occhi nei miei.
‘Quando metti il tuo cazzo nella mia pancia non provi le stesse sensazioni che provi con nostra madre? lei ti piace più di me?’
‘Non essere stupida. Tu mi piaci quanto lei. Vi amo entrambe. Siete due belle donne. Diverse ma fantastiche. &egrave solo che nostra madre &egrave più, l’hai detto tu, porca.’
‘Hai ragione, Gina sa come dare piacere ad un uomo ed, aggiungo, anche ad una donna; ha molta più esperienza. Ma io sono qui per imparare e voi due sarete i miei maestri.’
Mia sorella infila un braccio fra i nostri corpi e con la mano artiglia il mio cazzo e lo guida fra le grandi labbra della sua vulva.
‘Dai. Spingi. L’insegnamento riprende.’
Il mio inquilino, senza trovare più alcuno ostacolo nel suo avanzare, scivola, deciso, verso l’interno del corpo di mia sorella. Quando i nostri pubi si incontrano la spinta si arresta. Ci guardiamo, i suoi occhi sono pieni di gioia e sorridono.
‘Oh, fratellino. Ti amo, sei e sarai sempre l’unico mio grande amore.’
Anch’io l’amo però so bene che non sarò l’unico suo amore; oggi &egrave interessata a ricevere il mio cazzo nel suo ventre, domani troverà un uomo di cui si innamorerà sul serio; mi auguro solo che non dimenticherà i bei momenti passati insieme e che sarò sempre il suo amante. La sua voce mi giunge all’orecchio.
‘Dai mio stallone. Galoppa nel mio ventre. Sfondami la pancia con il tuo ariete. Sventrami con il tuo spadone.’
Gianna &egrave partita. Non l’ho mai sentita parlare in quel modo; un linguaggio che mi eccita ancora di più. Con una mossa da consumato acrobata mi sfilo da sotto al suo corpo, la costringo a mettersi carponi e con le cosce allargate, mi posiziono dietro il suo bacino e indirizzo il mio cazzo contro la sua vulva.
‘Vuoi essere sventrata? Vuoi che ti sfondi la pancia? Ti accontento.’
Con un solo colpo ben assestato le fiondo il cazzo nella vagina. Mi stendo sulla sua schiena e l’abbraccio artigliando le sue mammelle con le mie mani. Poi incomincio a pomparle il cazzo nella pancia.
‘Sìììììììì. Così. Sbattimi più forte. Picchia il tuo chiodo con più forza; spaccami l’utero. Non avrei mai creduto che farmi chiavare da mio fratello fosse cosi bello.’
Intanto le mie mani le pastrugnano le zizze e con le dita le torturo i capezzoli; glieli strizzo con forza e le strappo grida di dolore misti a nitriti di piacere.
‘iiiiiiiiiiihhhhhhh! Non smettere, sìììììììììì continua cosi. Mi sento morire. Dio come &egrave bello.’
I suoi incitamenti mi fanno andare in ebollizione il sangue. Aumento l’andatura del dentro fuori. Le sbatto il cazzo nel ventre con violenza. Mia sorella non si lamenta al contrario mi implora a farle più male. Poi di colpo sento il suo corpo irrigidirsi ed un grido da animale sgozzato le esce dalla bocca. La troia sta godendo. L’orgasmo l’ha colpita. Sviene. Io non ho goduto ed ho i testicoli che sembrano vogliono scoppiare. Devo necessariamente scaricarmi. Sfilo il cazzo dalla vulva di mia sorella e scendo dal letto. Vado in cerca di mia madre. E’ l’unica che può svuotarmi le palle. La trovo in cucina intenta a pulire le verdure. Indossa un grembiule sotto il quale non c’&egrave niente a coprirla. La sua larga e bianca schiena, il suo formidabile culo, le sue cosce e le sue lunghe gambe sono lì alla mia merc&egrave. Mi avvicino e le cingo la vita con le mie braccia poggiando il mio ancora indurito ariete fra le sue bianche natiche. Lei gira la testa e mi fissa con i suoi occhioni blu.
‘E tua sorella? L’hai lasciata sola?’
Prima di risponderle avvicino le mie labbra alle sue e le infilo la lingua in bocca. Per alcuni minuti le nostre lingue mulinellano unite in un unico avviluppamento. Ci stacchiamo.
‘Gianna &egrave di là. &egrave svenuta.’
‘Cosa le hai fatto?’
‘Niente, l’ho chiavata e quando ha raggiunto l’orgasmo ha perso conoscenza.’
‘Devi averla sbattuta con forza. Dimmi: ha gridato? E tu hai continuato a pomparle il cazzo nella pancia?’
‘Si mamma. Sembrava la stessero sgozzando. Io ho continuato a stantuffarle il cazzo nel ventre cercando di raggiungere anch’io il piacere insieme a lei. Invece niente. Non sono riuscito a scaricarmi.’
‘Questo l’ho capito. Da quello che sento fra le mie chiappe sei bello gonfio.’
‘Mi aiuteresti a sgonfiarlo?’
‘Come posso aiutarti? Cosa vuoi che faccia?’
‘Lascia che te lo metta in bocca. Fammi un pompino. Mamma succhiamelo.’
‘Non &egrave meglio che me lo metti in corpo?’
‘No, voglio sentire le tue labbra mungere il mio cazzo. Voglio scaricare il mio sperma nella tua gola. Voglio riempirti lo stomaco col mio liquido seminale.’
‘Sei un porco. Ma il progetto mi piace. Ti succhierò il cazzo e ti svuoterò fino a farti perdere le forze.’
Gina si libera dal mio abbraccio; si toglie il grembiule e si gira verso di me. Le sue bianche e grosse zizze con i grossi capezzoli che si ergono al centro di due larghe areola contribuiscono a rendere il mio cazzo ancora più duro.
‘Mamma, prima di mettertelo in bocca voglio prima giocare con le tue meravigliose mammelle. Lascia che le succhi.’
Mia madre porta le mani sotto i suoi meloni, li solleva e me li offre.
‘Accomodati pure. Lo sai che ti appartengono, non hai bisogno di chiedermelo. Vieni a succhiare.’
Catapulto la mia testa sui bianchi globi e inizio a leccarli. Passo da una tetta all’altra facendo spaziare la mia lingua su tutta la rotondità di quelle fantastiche zizze. Con le labbra aggancio i grossi capezzoli e li succhio.
Mamma miagola e nitrisce.
‘Dai, continua così. Mi stai facendo morire. Dio, come succhi bene. Mi sto bagnando tutta.’
Allungo una mano e la porto fra le sue gambe. Le copro la passera con il palmo della mano. &egrave bagnata. Ha la vulva che le sta colando. Le infilo un dito e la chiavo. Gina lancia un urlo. Con un altro dito vado a sgrillettarle il clitoride che &egrave bello cresciuto e turgido. Non ci vuole molto per farla godere. In pochi minuti raggiunge l’orgasmo e viene scaricando nella mia mano il suo piacere. Smetto di succhiarle le zizze e porto la mano alla bocca; lecco i suoi umori.
‘Mamma sei gustosa; i tuoi succhi sanno di yogurt.’
‘Sono contenta che ti piacciono e sono contenta di avere un figlio che &egrave anche un porcellino. Vedrai. Ti farò bere il frutto dei miei orgasmi fino ad ubriacarti. Ora pensiamo al tuo coso che credo stia per scoppiare.’
Gina si piega sulle ginocchia e porta la sua testa in direzione del mio cazzo. Una sua mano circonda la mia borsa scrotale e l’altra impugna il mio scettro. Alza la testa e punta i suoi occhi nei miei.
‘&egrave bollente come un ferro incandescente e duro come una pietra. Non ti preoccupare, ci penserà la tua mammina a raffreddarlo ed ad ammorbidirlo.’
Senza staccare il suo sguardo dal mio avvicina le labbra al mio cazzo, tira fuori la lingua e la poggia sul cianotico glande. Gli da una leccata veloce provocandomi un brivido di piacere. Mugolo. Vedo di nuovo la lingua di mia madre uscire dalla sua bocca e poggiarne la punta sul capo del mio cazzo. La fa vibrare e la fa scorrere intorno alla circonferenza del glande. Ancora mugolii.
‘mmmmmmmhhhhhhh ‘ Mamma come sei brava, non ti credevo capace di tanto.’
Mia madre fa durare il trattamento linguistico sul mio glande per diversi minuti poi le attenzioni della sua lingua si riversano sul resto della mia asta di carne che sotto le scorribande della lingua di mia madre sulla sua superficie vibra di vita propria. La lingua di Gina scorre, leccando, lungo tutta la lunghezza del mio cazzo dall’alto verso il basso e viceversa. Vedo le labbra della mia lussuriosa mammina aprirsi e dare ospitalità al mio cazzo nel suo caldo cavo orale. Le labbra si serrano intorno al corpo del mio inquilino e cominciano a mungerlo mentre la sua lingua continua a roteare sul glande. Le metto le mani sulla testa e ne accompagno i movimenti. Me lo sta succhiando ed emette suoni di compiacimento. Mi porta al punto di non ritorno. Sento lo sperma partire dai testicoli, salire lungo il condotto uretrale e proiettarsi nella bocca di mia madre che tenta di liberarsi dalla mia stretta per poterlo sputare. La tengo ferma. La fisso negli occhi. Capisce. La sento deglutire. Sta ingoiando il mio sperma.
‘Dai mamma ora puoi pulirmelo. Per farlo usa la lingua.’
Gina mi lecca il cazzo liberandolo dai residui di sperma. Alla fine si rimette in piedi.
‘Ti &egrave piaciuto? Sono stata brava?’
‘Mamma sei stata meravigliosa. Mi hai fatto un pompino fantastico. Le tue passate esperienze nel campo ti sono state maestre. Perché non me le racconti?’
Si sente una voce.
‘Voglio sentire anch’io.’
Ci voltiamo verso l’ingresso. Mia sorella &egrave lì, coperta da una vestaglia nera trasparentissima sotto la quale non indossa nulla. Mamma capisce che la figlia ha visto tutto.
‘Ti &egrave piaciuto lo spettacolo?’
Gianna si avvicina. Allunga le mani e le poggia sulle mammelle di nostra madre.
‘Spero che leccherai anche la mia figa con lo stesso amore che hai messo per leccare il cazzo di tuo figlio.’
Mamma le afferra le mani e le allontana dalle sue zizze.
‘Vedrò di accontentarti. Ora sedetevi che vi racconterò episodi della mia vita che nessuno conosce e di cui sono al corrente solo gli attori che vi hanno partecipato.’
Mamma si copre indossando un camice rosa che già sta in cucina. Ne abbottona solo i primi due bottoni e si siede senza non prima avermi invitato a coprirmi.
‘Trova qualcosa da indossare. Così conciato sei scandaloso.’
Mia sorella ride ed aggiunge.
‘Però quando te lo sbatte in pancia non &egrave così scandaloso e dal come ti dimeni sotto i colpi che lui ti fionda nel ventre dimostri che vorresti non smettesse mai di chiavarti. Dico bene?’
Gina mi guarda e risponde alla figlia.
‘Sì &egrave come dici. Lo amo. &egrave vero. Quando il nostro puledro mi possiede vorrei che il carburante che alimenta il suo pistone non si esaurisse mai. Ciò non toglie che vengono momenti in cui dobbiamo contenerci. Hai già dimenticato quello che vi ho detto stamane. Questo deve servirvi da allenamento.’
A quelle parole non mi resta che trovare qualcosa con cui coprirmi. In un cassetto trovo un camice nero che indosso e vado a sedermi. Siamo tutti e tre seduti intorno al tavolo. Gina prende a parlare.

Il racconto di mamma – prima parte

Ero all’ultimo anno delle medie. Avevo difficoltà negli studi in particolare nelle materie scientifiche. I miei genitori non sapevano cosa inventarsi per farmi studiare. Un giorno vennero a farci visita la sorella di mia madre: zia Vanna e suo figlio che era di tre anni più grande di me. Era un bel ragazzo e ben piantato. Dico era perché dopo il fatto non l’ho più visto. Durante la visita mio cugino non staccava gli occhi dal mio corpo. Sappiate che, e non mi vanto, ero un bella ragazza e che avevo molti animaletti che mi ronzavano intorno. Mio cugino mi piaceva. Non avevo mai fatto sesso però sapevo cosa significava masturbarsi ed era una pratica che facevo con frequenza. Almeno una volta al giorno mi sgrillettavo il clitoride e la mia passera insieme al mio cervello ne traevano giovamento. Quel giorno, alla vista di mio cugino la mia micina miagolò ed io dovetti correre in camera mia perché i miei ormoni cominciarono a danzare velocemente. Appena chiusa la porta alle mie spalle mi sollevai la gonna e mi sfilai le mutandine. Andai a sedermi sulla poltrona ed avevo appena cominciato ad accarezzarmi la micina che la porta si apre e l’oggetto della mia masturbazione fece il suo ingresso nella stanza. Il panico si impossessò del mio cervello. Stavo con le cosce aperte e con la figa ben in vista. Ero paralizzata dalla vergogna. Lo vedo muoversi verso di me.
‘Vuoi che ti aiuti?’
Il terrore mi impediva di parlare. Quando mi fu davanti lo vidi che si piegava sulle ginocchia ed un attimo dopo fiondò la sua testa fra le mie cosce. Tirò fuori la lingua e mi leccò la passera facendomi nitrire più volte. Dedicò le sue attenzioni al mio clitoride che circondò con le labbra e me lo succhiò fino a farmi raggiungere un orgasmo che mi sconvolse anche le viscere. Quando recuperai la mia coscienza lo vidi alzarsi. Si sbottonò la patta dei pantaloni e li fece scivolare sul pavimento insieme agli slip. Guardai il suo inguine e per la prima volta vidi il cazzo di un ragazzo. Non era lungo e nemmeno grosso. Era di dimensioni normali. Mentre lo stavo osservando mi giunse la sua voce.
‘Ora tocca a te.’
Senza staccare gli occhi dal suo cazzo gli risposi.
‘Cosa vuoi che faccia?’
‘Io ti ho leccato la passera e ti ho succhiato il clitoride; fai la stessa cosa.’
‘Vuoi che ti lecchi il cazzo e che te lo succhi? Non l’ho mai fatto e nemmeno so come farlo.’
‘Fai conto che sia un gelato. Vedrai &egrave facile.’
Si avvicinò ancora di più, poggiò una sua mano sulla mia testa e con l’altra impugnò il suo cazzo e lo guidò ad incontrare le mie labbra.
‘Apri la bocca.’
L’aprii ed il glande invase la mia cavità orale.
‘Dai, succhiamelo.’
Lo avviluppai con la mia lingua e lo leccai. Non aveva una grande resistenza. Dopo un minuto mi venne in bocca. Schifata mi ritrassi e sputai il suo sperma. Fu allora che recuperai il funzionamento del mio cervello.
Lo guardai e cominciai a ridere. La mia reazione lo sorprese. Lo vidi arrossire. Penso si sia sentito umiliato. Si tirò su i pantaloni e di corsa uscì dalla stanza. Da allora non l’ho più visto. Ecco questa &egrave la storia del mio primo pompino.

Guardo mia sorella e poi guardo Gina.
‘Certo &egrave che da allora hai fatto grandi progressi. Ora fai dei lavoretti con la bocca da fare concorrenza alle più esperte del settore. Per diventare così esperta ti sei allenata e, dimmi, chi &egrave stato il tuo allenatore?’
Mamma si alza &egrave và al frigo lo apre e tira fuori tre birre, ritorna al tavolo e ne da una a me ed una a Gianna. Dopo aver fatto un sorso dalla lattina e dopo essersi asciugata un rivolo di birra che le &egrave colato nel solco fra le mammelle riprende a parlare.
‘L’uomo che mi ha resa edotta nell’arte del fare pompini &egrave stato vostro nonno.’
Gianna emette una esclamazione di stupore.
‘Hai imparato a fare pompini succhiando il cazzo di tuo padre? questa si che &egrave grossa.’
‘Allora &egrave grossa anche quando succhi il cazzo di tuo fratello o quando mi succhi il clitoride. Allora ero una ragazzina a cui nessuno aveva mai spiegato cosa fosse il sesso. Quello che sapevo e quello che facevo, cio&egrave masturbarmi, era dettato dalle pulsazioni del mio corpo. Tu e tuo fratello dovreste ringraziarmi. Con voi ho sempre parlato liberamente, ho risposto ad ogni vostra domanda e da ieri ho anche iniziato ad educarvi sessualmente.’
‘Mamma non ascoltarla. Lei ti invidia. Dai dicci di te e del nonno.’

Il racconto di mamma – seconda parte

Tutto ha avuto inizio il giorno del mio primo pompino. A parte lo schifo che provai quando lo sperma mi riempì la bocca, la cosa mi piacque. Volevo saperne di più; non potevo certamente fare domande sull’argomento ai miei genitori. Cominciai a navigare in internet. Mi sorpresi non poco nel constatare che sul web c’era una ricchezza di siti che parlavano di rapporti orali fatti sia con donne e tra donne, sia con uomini e tra loro. Culturalmente diventai un’esperta dell’arte di fare pompini. Mi mancava la pratica. Dove trovare un uomo per mettere in pratica quello che in teoria credevo di sapere. Non volevo un ragazzo, mi serviva un uomo maturo che sapesse come usare il suo cazzo, come farlo giostrare nella bocca di una novella pompinara. In attesa di trovarlo mi dedicai allo sgrillettamento del clitoride. Un giorno, era di domenica, mi alzai tardi e andai in bagno per fare una doccia. Avvicinandomi sentii scrosciare l’acqua. Pensai a mia madre. Aprii la porta e vidi. Una figura d’uomo si stava crogiolando sotto l’acqua e nel farlo si stava accarezzando il cazzo. Aveva gli occhi chiusi, non si accorse della mia presenza. Le dimensioni e la grossezza di quel cazzo mi rapirono. Restai a guardare incantata. Qualcosa scattò nel mio cervello. Piano, senza fare il minimo rumore, richiusi la porta e corsi in camera, mi buttai sul letto e portai le mie mani sulle mie, allora, piccole mammelle. Artigliai i capezzoli con le dita e li tormentai con furia. La mia mente era piena dell’immagine di quel poderoso cazzo. Cominciai a vaneggiare. Mi vedevo in ginocchio davanti a quell’uomo e con la lingua gli leccavo il cazzo. Con quell’immagine negli occhi mi masturbai violentemente. Smisi di sgrillettarmi solo quando l’orgasmo giunse violento. Sfinita mi rilassai. Avevo trovato l’uomo. Si trattava di mio padre. Il problema era convincerlo a farmi succhiare il suo cazzo. La cosa era molto pericolosa. Potevo essere mandata a sbollire i miei ardori in un collegio; come pure potevo essere ammazzata; addirittura potevo essere ricoverata in una clinica psichiatrica. C’era, però, una piccolissima possibilità ed era che la cosa facesse piacere al mio caro paparino. Sfidare i tabù &egrave sempre eccitante. Non &egrave di tutti i giorni farsi succhiare il cazzo da figlia. Certo, se voleva, sulla piazza di ragazze pronte a spompinarlo ne avrebbe trovate molte. Bastava che le pagasse. I giorni seguenti mi videro impegnata a trovare il modo di sedurlo. Facevo di tutto per mostrarmi a mio padre come una ragazza normale e non come figlia. Un sera stavo davanti al PC e stavo scorazzando nei siti porno che parlavano di incesto tra padre e figlia quando fece il suo ingresso mia madre. Non mi accorsi della sua presenza se non quando mi poggiò le sue mani sulle spalle. Fui presa dal terrore. Sul video c’era il racconto di una ragazza che era riuscita a fare sesso con il padre, non riuscii a chiudere il sito. Mamma lesse tutto. Sentii le sue unghia entrarmi nella carne. Poi così come era entrata, in silenzio uscì dalla stanza e chiuse la porta. Passarono giorni prima che mamma mi parlasse di nuovo. Una sera mi chiamò nella sua stanza, babbo non c’era. Mi fece sedere, mi guardò e prese a parlare.
‘Mi dici che cavolo ti ha preso? Da quella sera che ti ho sorpresa a leggere quelle porcherie ti sto osservando. Fai la smorfiosa con tuo padre come se volessi sedurlo. Ti rendi conto che sei una ragazzina e che quello &egrave tuo padre e che non puoi comportarti con lui nel modo che stai facendo.’
Un pensiero perverso si fece strada nella mia mente. Decisi che mia madre sarebbe stata la mia complice. Dovevo solo convincerla ad aiutarmi a raggiungere il cazzo di mio padre. Decisi di raccontarle tutto e fin da quando ho spompinato mio cugino.
‘Mamma ora sai tutto. Ti prego aiutami.’
Mamma ascoltò in silenzio poi mi guardò.
‘Tuo cugino ti ha messo il cazzo in bocca e tu glielo hai succhiato e dopo che ti ha scaricato il suo sperma in bocca lo hai sputato e ti à venuto da ridere. Lui &egrave scappato. Lo sai che lo hai umiliato. Avrei voluto esserci per vederlo scappare.’
‘Non sei arrabbiata?’
‘Perché hai fatto un pompino? Non essere sciocca. Dovevi pur cominciare a fare conoscenza con il cazzo. No, non &egrave questo che mi scandalizza. &egrave quello che vuoi fare con tuo padre. Tu vuoi succhiargli il pene perché vuoi imparare a fare pompini. Alla tua età mi esercitavo con cetrioli, carote ed altri ortaggi e senza mai vedere un cazzo sono diventata una brava spompinatrice. Tuo padre va in estasi quando glielo succhio.’
‘Mamma ho provato anch’io con gli ortaggi ma erano oggetti inanimati e non mi soddisfacevano. Non pulsavano. Poi ho visto il cazzo di papà e ne sono rimasta colpita ed ho deciso che mi sarei esercitata con quella stupenda mazza.’
‘Ti capisco. Si, tuo padre ha un bell’arnese fra le gambe. Ogni volta che gli faccio un pompino ho difficoltà a prenderlo in bocca.’
Per un attimo smette di parlare e mi osserva, poi riprende.
‘Lo sai che quello che vuoi fare si chiama incesto?’
Quella domanda mi fece capire che mia madre non mi avrebbe ostacolata.
‘Sì, mamma, lo so. Ma io non me lo farò mettere nella pancia. La mia bocca sarà l’unico buco che il suo cazzo conoscerà.’
‘Giuramelo. E promettimi che ne saremo a conoscenza solo noi tre e tuo padre non dovrà mai sapere che io so che tu lo spompini. Ti faccio i miei auguri.’
‘Mamma, ti amo. Stai tranquilla ti giuro che non mi faro possedere da tuo marito e nessuno saprà. La cosa resterà segreta solo a noi due.’
‘Vuoi che ti aiuti in qualche modo?’
‘No preferisco conquistarlo da sola senza l’intervento di nessuno.’
‘Ricordati che il pompino &egrave un arte.’
‘Lo so.’
Avevo conquistato mia madre alla mia causa. Ero libera di agire. Da quel momento, sotto lo sguardo complice di mamma che mi dava consigli unicamente sul mio modo di vestire, mi dedicai a sedurre mio padre che incominciò ad interessarsi di me più di quanto avessi sperato. Venne il gran giorno. Mamma dovette uscire per fare visita ad una sua amica. Il che significava che in casa sarei rimasta sola con mio padre; il cuore cominciò a battere forte. Qualcosa mi diceva che di li a poco mi sarei trovata fra le gambe nude di babbo e con il suo cazzo che mi riempiva la bocca. Stavo in cucina a preparare la macchinetta del caff&egrave. indossavo una vestaglietta che mi arrivava a coprire fino al culetto ed era semitrasparente; sotto avevo le mutandine e basta, niente reggiseno. Mio padre mi raggiunse. Non mi girai. Lo sentii sedersi. Attimi di silenzio. Poi la sua voce mi giunse debole.
‘Come mai sei a casa? Non sei andata a scuola?’
Altre volte &egrave rimasto solo a casa ed io ero uscita senza preoccuparmi minimamente della sua solitudine. Senza girarmi gli risposi.
‘No, sapevo che eri a casa ed ho preferito restare a tenerti compagnia. Non me la sentivo a lasciarti solo.’
Sentii la sedia fare rumore e dopo un attimo mio padre mi cinse con le sue braccia e mi attirò contro il suo corpo. Era eccitato. Avvertii la spinta del suo poderoso cazzo contro il mio culetto.
‘Lo sai che sei diventata una bella ragazza. Penso proprio che tu abbia molti calabroni che ti ronzano intorno.’
Era fatta. Ancora una piccola spinta e babbo sarebbe caduto ai miei piedi, ovvero io sarei piegata sulle ginocchia davanti a lui. Azzardai.
‘E tu? Non sei anche tu un calabrone? Da quello che sento spingere contro il mio culetto direi che più che essere un calabrone sei un toro. Hai voglia di montarmi? Lo sai che non puoi, sono tua figlia. Però possiamo fare altri giochini che non necessariamente portano alla penetrazione. Il piacere sarebbe comunque assicurato. Vuoi provare?’
Babbo si avvinghiò al mio corpo con più forza.
‘Gina, figlia mia, davvero saresti disposta.’
Mi divincolai e mi liberai dal suo abbraccio; mi girai a guardarlo. Era rosso in viso.
‘Papà sono mesi che sto aspettando questo giorno e non ti lascerò scappare.’
Allungai una mano e la poggiai sulla patta del pigiama e cominciai ad accarezzargli il cazzo, lo tastai, era duro. Papà aveva lo sguardo fisso nel mio.
‘Gina, io ‘, tu ”
‘Zitto, non parlare. Rilassati. Lasciami fare, vedrai, non te ne pentirai. Ti piacerà.’
Senza smettere di accarezzargli il cazzo e continuando a tenere puntati i miei occhi nei suoi infilai la mano nell’apertura del pigiama (non aveva gli slip) gli artigliai il cazzo stringendolo forte. Babbo, al contatto della mia mano sul suo cazzo, nitrì come uno stallone. Usai la mano libera per abbassargli il pigiama. Il cazzo fu libero da costrizioni e si librò nell’aria. Lo guardai. Era bello, grosso, abbastanza lungo. Non potei fare a meno di emettere una esclamazione di meraviglia.
‘Dio, papà, hai un cazzo stupendo.’
A mio padre piacque la mia espressione. Il suo viso si allargò in un sorriso. Potrò una mano sulla mia testa e mi scompigliò i capelli. Lentamente e con delicatezza liberai il glande dal suo cappuccio di pelle, avvicinai la testa al glande e me lo strofinai sul viso, sugli occhi e sul collo. Con la mano libera mi liberai della vestaglia e mi sollevai quel tanto che basta per portare i miei induriti capezzoli a contatto con il vermiglio glande. Lo feci giocare con le mie mammelle. Mio padre era diventato un’orchestra. Sbuffava, nitriva, muggiva ed altri suoni che non so descrivere. Stavo mettendo in pratica quello che avevo appreso dal web. Con una mano andai ad accarezzare la borsa scrotale contenente due grosse palline colme di sperma. Avvicinai la bocca allo scroto e lo baciai, tirai fuori la lingua e lo stuzzicai con la punta. Gli leccai le palline, poi le avvolsi con le labbra e gliele succhiai. I gemiti di mio padre si fecero più sonori. Lasciai le palle e feci scorrere la mia lingua sull’asta di carne. Leccavo dal basso verso l’alto e viceversa. Non un centimetro quadrato del cazzo di mio padre sfuggì alla mia lingua che spaziò in lungo ed in largo sulla poderosa asta. Arrivai al glande. La mia lingua si posò sul grosso glande e lo leccai facendo scivolare la lingua intorno alla corona soffermandomi a leccargli il frenulo. Aprii la bocca, il glande valicò l’apertura delle mie labbra e fu accolto nel mio cavo orale. Le labbra si chiusero imprigionando il cazzo. La lingua non aveva smesso di vorticare sul suo glande. Cominciai a succhiarlo e continuai per diversi minuti interrompendo di tanto in tanto la mia azione per evitare che godesse. Lo sentii ansimare. Il sangue che scorreva nelle vene che lo attraversavano pulsava veloce. La sua voce mi giunse strozzata.
‘Gina, ti prego, non ce la faccio più, lascia che esploda.’
Quelle parole mi dissero che avevo raggiunto l’obiettivo prefissomi. Ero riuscita a fare un pompino a mio padre e lo avevo fatto bene. Ero stata brava. Felice aumentai il pompaggio sul cazzo di papà e lo portai alla eiaculazione. Con un lungo ululato sparò nella mia bocca una quantità enorme di sperma che faticai a trattenere. Non mi andava di ingoiarlo ne tantomeno mi andava di sputarlo davanti a lui, ritrassi la testa dal suo inguine liberandogli il cazzo, raccolsi un tovagliolo di stoffa e con la scusa di pulirmi le labbra sputai nel tovagliolo lo sperma trattenuto. Dopodiché mi rimisi in piedi e lo abbracciai.
‘Allora, paparino, ti &egrave piaciuto?’
Papà con ancora il fiatone mi rispose.
‘Amore mio, sei stata fenomenale. Il mio cazzo non ha mai ricevuto un tale trattamento. Spero che mi permetterai di farmi visitare spesso la tua bocca.’
Lo strinsi a me schiacciando le mie tette sul suo torace.
‘Ogni volta che vorrai la mia bocca sarà pronta a riceverti.’
Lui, ancora frastornato, si ritirò nella sua stanza. A sera rientrò mamma la quale dall’espressione del mio viso capì che avevo realizzato il mio sogno.
‘Vedo che hai raggiunto il tuo obiettivo. Spero che non l’hai traumatizzato?’
‘Traumatizzarlo? Scherzi? Non aspettava altro. Gli &egrave piaciuto molto tanto da chiedermi se sarei disposta a rifarlo.’
Mamma mi diede un bacio e prima di ritirarsi mi disse:
‘Ricorda, usa solo la bocca.’
Le sorrisi. Quella stessa notte ricevetti in camera mia la visita di mio padre.
‘Gina, ti disturbo? Avrei di nuovo voglia. Ti va di succhiarmi il cazzo?’
Sapevo che sarebbe venuto.
‘Vieni avanti papà, ti stavo aspettando.’
Da quel giorno e fino al giorno prima del mio matrimonio ho succhiato il cazzo di mio padre ogni volta che lo chiedeva e vi assicuro che non si sentiva mai sazio. Ecco questo &egrave la storia dell’inizio del mio rapporto orale con mio padre.
Alla fine del racconto fatto da mia madre mi ritrovo con il cazzo al massimo della sua espansione. Lo tocco. &egrave duro come il granito ed &egrave bollente. Guardo mia sorella. Si sta leccando le labbra e mi sta guardando con occhi pieni di libidine. Ritorno a guardare mia madre che conscia dello stato in cui ci ha messo con la sua storia ci sprona a scaricare la nostra tensione.
‘Vi siete eccitati ascoltando il mio racconto. Avete voglia di copulare. Cosa state aspettando? Su datevi da fare.’
Mi sollevo dalla sedia e mi avvicino a mia madre e nel farlo mi libero dal camice. Gina ha gli occhi puntati sul mio cazzo. Vedo la sua lingua leccarsi le labbra. Il mio glande &egrave alla portata della sua bocca. Le metto una mano sulla testa e la guido ad incontrare il mio cazzo. Mia madre apre la bocca ed il mio cazzo entra nella sua cavità orale. Lei lo imprigiona chiudendo le labbra intorno al corpo della mia asta. Intanto l’altra mia mano le sbottona il camice e si infila nell’apertura; le impasto le tette e le pizzico i capezzoli.
‘Mamma il tuo racconto ha del fantastico. Per favore tratta il mio cazzo come hai fatto con quello di tuo padre.’
Sarà perché il racconto ha scatenato la mia fantasia ma ho la sensazione che mamma mi stia succhiando il cazzo come non lo ha mai fatto prima. Intanto mia sorella si &egrave liberata della vestaglia e si &egrave distesa sul tavolo. Ha le cosce allargate offrendomi in visione la sua polposa vulva.
‘Dopo che hai finito con mamma vieni a prenderti cura della mia passera. Sta pigolando, la poverina ha fame e solo tu hai il cibo che le piace.’
Gina al sentire la richiesta di Gianna smette di spompinarmi.
‘Ho capito. Le esigenze sono duplici e noi abbiamo a disposizione un solo stallone. Ci vuole un aiutino. Andate nella mia camera da letto ed aspettatemi. Ho in serbo la cosa che serve per soddisfare tua sorella mentre tu soddisferai me.’
Io e Gianna ci guardiamo mentre nostra madre esce dalla cucina. Faccio scendere mia sorella dal tavolo e tenendola per mano andiamo in camera da letto; ci stendiamo sul letto; un minuto dopo mamma ci raggiunge. La scena che si presenta ai nostri occhi &egrave strabiliante. Gina &egrave in piedi al centro della stanza completamente nuda con la sua 5 di seno al vento, il nostro sguardo &egrave attratto da un oggetto che le sbuca tra le cosce: una cintura con attaccato un cazzo di lattice color carne lungo circa 20 / 22 cm e con un diametro di circa 6 cm; &egrave uno strap-on, un cazzo finto indossabile. Li ho già visti in azione sul web. Al 95% sono sempre e solo donne ad indossarlo. In particolare modo lo usano le donne che fanno sesso fra loro. Mia sorella lancia un grido di stupore.
‘Dio, mamma come ti sei conciata? che intenzioni hai?’
Nostra madre si avvicina al letto, ad ogni passo le sue grosse mammelle sobbalzano.
‘Prima o poi doveva accadere. Tuo fratello &egrave dotato di un cazzo di tutto rispetto che sentirselo sbattere nel ventre &egrave come viaggiare nello spazio infinito in assenza di peso. Purtroppo non &egrave fornito di due cazzi e noi siamo due. Quando lo mette nella mia pancia tu resti a guardare. Altrettanto capita a me quando ti chiava. Non &egrave solo questo. Quando lui scarica il suo seme nel nostro corpo ci vogliono almeno due ore perché il suo cannone si ricarichi. Io e te non ce la facciamo ad aspettare ed allora mi sono detta che l’unico modo per scaricarci &egrave quello che una di noi due oltre a fare la donna interpreti anche il ruolo di un uomo.’
Intervengo io.
‘Stai dicendo che dopo aver scaricato nella tua o sua pancia il mio piacere tu (o lei) ti trasformerai in un uomo e continuerai cominciando da li dove io finisco?’
Gina mi &egrave ormai vicina. Mi accarezza il viso con una mano,
‘Amore. non &egrave proprio così. Noi tre ci accoppieremo ogni volta che lo desideriamo e lo faremo, se lo vogliamo, anche in tre. Avete mai sentito parlare di trenino?’
Io e mia sorella ci guardiamo e poi torniamo a portare lo sguardo su nostra madre.
‘No, mai. Di cosa si tratta?’
‘&egrave inutile spiegarvelo. La pratica &egrave meglio di qualsiasi teoria. Tu, Gianna, mettiti carponi e di traverso sul letto, vieni quando più ti &egrave possibile con le ginocchia al bordo del materasso ed allarga le cosce.’
Mia sorella assume la posizione indicatele da nostra madre che avrebbe fatto prima a dire a Gianna di mettersi alla ‘pecorina’. Gina, indicandomi la vulva di mia sorella, mi invita a leccargliela per prepararla.
‘Dai, vieni a leccare la figa di tua sorella e falla godere.’
Non ci vuole molto a portare mia sorella all’orgasmo. Gianna &egrave talmente arrapata che bastano pochi minuti di azione della mia lingua, prima fra le sue grandi labbra e poi dentro l’orifizio vaginale, che l’orgasmo esplode scaricando nella mia bocca tutto il suo succo. Mia sorella grida.
‘Dammelo. Ti voglio. Dai fratellino, mettimelo dentro.’
Mi metto dritto dietro di lei e mi accingo a penetrarla quando Gina interviene tirandomi da parte.
‘&egrave il mio turno. Sarò io a chiavare mia figlia.’
Si mette dietro al culo di Gianna; le poggia una mano sulla schiena mentre con l’altra guida il cazzo di lattice fra le grandi labbra della vulva di sua figlia e con un deciso ma fermo colpo del bacino la penetra. Vedo il cazzo finto sparire interamente nel ventre di mia sorella che lancia urla di piacere. Mamma comincia a menare violenti colpi nella vulva della figlia e nel farlo mi guarda con occhi pieni di perversione. Vedo il suo corpo distendersi sulla schiena di Gianna schiacciandole contro le sue grosse zizze, la circonda con le braccia e si aggrappa con le mani alle mammelle di mia sorella. Poi mi parla.
‘Cosa aspetti? Tocca a te. Vienimi dietro e metti il tuo coso nella mia vulva. Chiavami.’
Questa &egrave una scena da immortalare.
‘Vengo subito.’
Corro nel salone, prendo la video camera ed il cavalletto e ritorno in camera di mamma che non ha smesso di pompare il finto cazzo nella fica di mia sorella. Metto in azione la videocamera e riprendo la scena facendo delle zoomate sulla congiunzione del sesso finto con la pucchiacca di Gianna. Riprendo i loro visi stravolti dal piacere; poi posiziono la videocamera in modo da continuare a riprendere la scena ma con me che infiocino mia madre. Sistemata la videocamera mi porto dietro Gina, artiglio il mio cazzo e senza preamboli lo appoggio nella spacco che si apre nella vulva di mia madre, un colpo d’anca ed il cazzo scivola nelle profondità del ventre materno. Distendo il mio corpo sul suo e, con le mani, vado ad ancorarmi alle sue voluminose mammelle. Mamma gira la testa e mi offre la sua lingua che imprigiono fra le mie labbra e la succhio. Comincio a pomparle il cazzo nella pancia. Gina miagola e unisce i suoi nitriti a quelli di mia sorella. Dopo alcuni minuti di movimenti scoordinati riusciamo a sintonizzarci. Quando io affondo il cazzo nel ventre di mia madre lei affonda il cazzo di lattice nella pancia di sua figlia. Quando io mi ritraggo lei si ritrae. A vederci dall’esterno dobbiamo sembrare un treno. Ci troviamo su per una strada scoscesa. Io fungo da locomotiva di spinta che stantuffa il suo pistone nel cilindro di mia madre che a sua volta funge da vagone carica di combustibile atto ad alimentare la pancia di mia sorella. L’azione si protrae per diversi minuti durante i quali mia madre e mia sorella raggiungono orgasmi uno dietro l’altro. A me ne basta uno e mi lascio andare sfinito sulla poltrona. Resto comunque a guardarle. Gina sembra una indemoniata. Fionda con violenza il cazzo finto nella pancia della figlia alla quale non le sembra vero che sua madre la stia chiavando senza un attimo di tregua.
‘Sììììì, mammina mia bella, non smettere. Sfondami, fammelo arrivare nello stomaco.’
La figa di mia sorella &egrave un lago in cui mia madre affonda il cazzo finto. Si sente lo sciacquettio dello sbattere dei finti testicoli contro la figa di Gianna che dopo un ennesimo orgasmo perde conoscenza. Vedo mia madre estrarre il cazzo di lattice dalla figa di mia sorella. Se ne libera e si stende al fianco di Gianna. Anche lei &egrave stanca. Mi avvicino e mi stendo dietro di lei e l’abbraccio.
‘Mamma sei stata fantastica, non ti credevo così fervida di fantasia. Spero che in seguito faremo ancora porcate di questo tipo.’
Mamma spinge il suo culo contro il mio pube e si dimena quel tanto che basta a far sì che il mio cazzo si insinui fra le sue bianche chiappe. Prende le mie mani e se le porta sulle zizze. Sento la durezza dei suoi capezzoli spingere contro il palmo delle mani.
‘Certamente che lo rifaremo. Da oggi, quando ne abbiamo voglia, basta che diciamo che vogliamo farci un viaggio in treno. Ora aspettiamo che tua sorella si riprenda. Tocca a lei indossare lo strap-on e ficcarmelo nella pancia. Sarebbe bello che fosse il tuo cazzo a visitare il mio ventre, ma so che sei stanco.’
Intanto il mio inquilino, stretto fra le opulenti e sode chiappe di mia madre, sfugge al mio controllo e comincia ad imbizzarrirsi. Mamma lo avverte.
‘Ehi! Sei di nuovo in tiro. Il tuo passerotto si &egrave svegliato e vorrebbe entrare nel mio nido. Cosa dici? Lo accontentiamo? Te la senti di farti una galoppata nella figa di tua madre?’
‘Mamma, io ti cavalcherei in ogni istante della mia vita.’
Gina solleva una gamba, con una mano afferra il mio cazzo e lo posiziona fra le polpose grandi labbra..
‘Dai, entra e galoppa.’
Spingo ed il cazzo scivola fra le burrose pareti della vulva materna come un coltello affonda nel burro. Il glande entra in contatto con l’utero di mamma. Comincio a chiavarla prima lentamente poi, quando la sento nitrire, il mio dentro fuori diventa più irruente. Le sbatto i testicoli contro il culo. Lei fa scivolare la sua mano fra le sue cosce e prende a sgrillettarsi il clitoride. Il suo respiro diventa affannoso, i nitriti sono più ravvicinati.
‘Sìììììì, ci siamo, dai sbattimi con più forza, strizzami i capezzoli, fammi male. Dio, come ti amo.’
Un urlo e viene ed io insieme a lei. Le scarico nella vagina tutto il mio piacere. Il mio sperma si unisce ai suoi umori ed insieme diamo vita ad un lago i cui confini sono le pareti della vagina di mia madre.
‘Ogni giorno che passa diventi sempre più bravo. Non mi pento di averti scelto come sostituto di tuo padre.’
‘Mamma, io sono innamorato di te da sempre e quando tu e papà avete divorziato &egrave stato come se avessi vinto il primo premio di una lotteria e quando mi hai permesso di entrare nel tuo letto ed hai allargato le cosce per farmi entrare nel tuo ventre e chiavarti &egrave stato come se avessi raggiunto lo spazio infinito a bordo di un astronave.’
‘Adesso farai bene a far uscire il pilota dall’astronave. Ho bisogno di andare in bagno, sento che la miscela che abbiamo creato sta infiltrandosi fra le pareti della mia vagina e quelle del tuo cazzo per aprirsi la strada verso l’esterno. Non riesco a trattenerla.’
Le sfilo il cazzo dalla figa. Gina si catapulta fuori dal letto e corre verso il bagno. Vedo le zizze sobbalzare ad ogni passo e, cosa più arrapante, vedo le pacche del suo bellissimo culo ondeggiare in modo da far risvegliare i miei istinti animaleschi. In un modo o in un altro devo avere quel culo.
Con nel cervello il rimbombo del desiderio di sfondare il culo di mia madre mi addormento. I giorni trascorrono senza nessuna novità. Di volta in volta, passo dal letto di mia madre a quello di mia sorella. Le chiavo senza risparmiarmi. Di tanto in tanto rifacciamo ‘il trenino’. Gina non &egrave mai paga di sentirsi stantuffare il mio cazzo nella sua pancia.
&egrave come ha detto mia sorella.
Mia madre &egrave innamorata di me prima ancora che si separasse da mio padre e lei &egrave stata la figura che ha occupato i miei sogni. Fin dalla mia adolescenza ho fantasticato di chiavarla. Le mie prime polluzioni notturne sono state provocate dalle immagini del suo corpo nudo. Poi conobbi la masturbazione e dedicai a lei innumerevoli ‘pugnette’. La spiavo in continuazione cercando di sorprenderla nei momenti più intimi.
Un giorno scoprii che in casa c’era un’altra donna non bella come mia madre ma che le faceva concorrenza. Si trattava di mia sorella Gianna. Rientrando dalla scuola, sentii una voce provenire dal bagno, non la riconobbi. Credetti fosse mia madre. Mi precipitai verso il bagno, la porta era aperta. Anche la porta della doccia era aperta. Dentro stava una figura femminile, completamente nuda, che mi dava le spalle. Stava canticchiando. I contorni di quel corpo sinuoso risvegliarono la mia libidine. Il cazzo si impennò. Un pensiero malvagio si impossessò del mio cervello. Mi liberai dei vestiti e mi accinsi ad entrare per saltarle addosso. Fu in quel momento che la donna che si stava docciando si voltò. La riconobbi. Era Gianna, mia sorella. Prima che si accorgesse della mia presenza raccolsi i miei vestiti e corsi a rifuggiarmi in camera mia. Da allora, anche mia sorella entrò a far parte dei miei sogni. Le mie masturbazioni aumentarono. Avessi saputo che le donne per cui mi consumavo sparandomi almeno tre seghe al giorno avevano deciso già da tempo di farmi entrare nel loro letto deliziandomi con i loro meravigliosi e favolosi corpi mi sarei risparmiato per il grande giorno che giunse inaspettato.
Il destino mi &egrave stato favorevole. I miei sogni proibiti sono diventati realtà. Mia madre e mia sorella si sono concesse. Hanno dato il loro consenso a farmi entrare nei loro letti e chiavarle. Non so il futuro cosa mi riserva. Non mi pongo il problema. So solamente che sono innamorato di Gina e di Gianna le quali mi hanno fatto dono del loro corpi. Mia sorella mi ha, addirittura, permesso di deflorarla. Mi ha regalata la sua verginità. Sono contento di essere stato il suo primo uomo. Ma fra le due la donna che più mi arrapa &egrave la mia genitrice. Fare sesso con mia madre &egrave come toccare il cielo con le mani. Sbattere il mio cazzo nella sua bollente vulva &egrave qualcosa di favoloso per non parlare della sua ardente bocca. Quando mi succhia il cazzo mi fa raggiungere le vette del piacere. Sono trascorsi due mesi dall’inizio della vacanza, ne restano ancora due. Un tempo abbastanza ampio per realizzare il mio desiderio: trapanare il culo di mia madre usando come strumento il mio cazzo. Verso la metà del terzo mese (siamo in agosto) di vacanza mia sorella riceve una telefonata.
‘Mamma, mio dolce fratellino, purtroppo sono costretta a lasciarvi. Devo correre a casa. Mi ha chiamata il mio professore di lingua inglese. Mi vuole parlare. Starò via una settimana. Mi raccomando durante la mia assenza fate i bravi bambini. Se fantasticate su nuovi giochini aspettate il mio ritorno per sperimentarli.’
Non sa mia sorella che il giochino che ho in mente riguarda il culo di nostra madre.
‘Gianna, sono io a raccomandarti di non darti alla pazza gioia. Io e mamma aspetteremo con trepidazione il tuo ritorno. Lascia che la tua passera parli solo italiano; non insegnarle a parlare anche inglese.’
Mia sorella scoppiò a ridere.
‘Non darti pensiero, la mia fighetta non si farà visitare da nessuno che non sia il tuo cazzo o la tua lingua. Sei un bugiardo. So bene che non vedi l’ora di restare solo con nostra madre per fare insieme a lei le maialate che vi piacciono tanto. Basta. Vado a prepararmi. Per questa sera voglio essere a casa.’
Dopo un ora sono solo con Gina.
‘Allora, veramente vuoi fare le porcate con la tua mammina?’
‘Mamma, lo sai, fare le porcate con te &egrave favoloso.’
‘Non me la conti giusta. Nei tuoi occhi c’&egrave uno strano bagliore. Che intenzioni hai?’
‘Nessuna cattiva intenzione. Voglio amarti e perdermi nel tuo meraviglioso corpo.’
Gina mi guarda sospettosa.
‘Non &egrave che vuoi approfittare dell’assenza di tua sorella per realizzare un tuo recondito desiderio?’
‘Mamma il mio unico desiderio &egrave quello di darti e ricevere piacere.’
‘Sarà come dici, ma qualcosa nei tuoi occhi mi dice che stai pensando a sollazzarti con una parte inviolata del mio corpo. Tu vuoi sodomizzarmi.’
Gina oltre ad essere una bella e desiderabile donna &egrave anche un indovina.
‘&egrave talmente palese la mia voglia di mettertelo nel culo?’
‘&egrave più di un mese che i tuoi occhi puntano il mio culo così come un cane da caccia punta la sua preda. Ti avverto: scordati del mio culo. Mai il tuo coso troverà alloggio nel mio retto.’
&egrave la conclusione dell’argomento. Mi lascia solo e va in cucina a preparare da mangiare. Mentre si allontana non disdegna di provocarmi. Fa ondeggiare il suo culo in modo da farmi uscire gli occhi dalle orbite. Potrà dire quello che vuole ma sono sicuro che prima che torni Gianna le avrò sfondato il culo con o senza il suo consenso. Per due giorni non facciamo sesso. Poi arriva la pioggia. Si tratta di un temporale estivo. Gina ha le smanie, non riesce a stare ferma. Intravedo nella sua irrequietezza e nella pioggia l’occasione che mi permetterà di chiavarla nel culo.
‘Mamma, ho una voglia matta di farmi una galoppata sotto la pioggia. Ricordi. Già una volta hai avuto modo di provare piacere facendoti la doccia sotto la pioggia. Allora eri sola e raggiungesti l’orgasmo fantasticando, oggi ci sono io pronto a darti quello che allora hai immaginato.’
Mia madre mi guarda con occhi carichi di libidine.
‘Vuoi chiavarmi sotto la pioggia?’
‘Se a te non disturba, si, voglio chiavarti mentre la pioggia lava i nostri corpi.’
Mamma si alza e si denuda; mi viene vicino e mi aiuta a liberarmi dei vestiti, mi prende per mano ed usciamo nel giardino. Ci abbracciamo e cominciamo a baciarci. Gina si aggrappa al mio corpo come una piovra. Le sue zizze si schiacciano sul mio torace. Mi passa le braccia intorno al collo e con le cosce mi circonda i fianchi mentre le sue gambe vanno ad incrociarsi sulla mia schiena. Io la sostengo con le mani sotto al suo culo. Mia madre da vita a dei movimenti ondulatori del suo corpo che hanno termine allorché il glande del mio cazzo incontra la sua vulva. Si lascia andare ed il cazzo le scivola nel ventre fino alla radice. Il glande incontra il suo utero. Mamma nitrisce.
‘iiiiihhhhhhhhhhh, sìììììììììììììì, com’&egrave bello. Vorrei non avesse mai fine. Amore di mamma queste sono le porcate che amo di più. Sentire il cazzo di mio figlio spingere contro il mio utero.’
Mentre io la sostengo con le mani sotto le chiappe mia madre fa leva con le sue braccia sulle mie spalle e da vita ad un su e giù. Sta galoppando sul mio cazzo. Intanto la pioggia picchietta sui nostri corpi. Gina ulula come una lupa. Le sue grida si perdono nell’aria e si confondono con il rumore provocato dallo scrosciare della pioggia. Grida che si completano con il raggiungimento di una sfilza di orgasmi. Da parte mia riesco a controllarmi. Anche se la situazione mi eccita non poco un altro &egrave il mio obiettivo. Ho intenzione di scaricare nel culo di mia madre una quantità enorme di sperma tale da riempirle l’intestino fino allo stomaco. La pioggia ha fine. Lo sforzo di sostenere il corpo di mia madre si &egrave fatto pesante. Facendo attenzione a non farla cadere mi piego sulle ginocchia fino ad adagiarla sul prato bagnato e con il cazzo ben piantato nel suo infuocato ventre. Lei continua a tenersi avvinghiata al mio corpo con le bianche cosce che premono sui miei fianchi e con le gambe che poggiate sulla mia schiena formano un anello che mi imprigionano. I nostri occhi si incontrano. Per un attimo ci sorridiamo.
‘Dio, bambino mio, &egrave stato fantastico. Non ho mai fatto sesso sotto la pioggia. Eppoi &egrave stato stupendo il modo in cui mi hai fatto galoppare sul tuo cazzo. Ho goduto come una cagna in calore. Se capiterà dovremo ripeterlo. Sai la rabbia di tua sorella quando glielo racconterò.’
‘Mamma anche per me &egrave stato favoloso, ma lo sforzo di tenerti su mentre tu ti divertivi a galoppare mi ha impedito di godere. Il mio inquilino ed il mio corpo reclamano la loro parte.’
Mamma mi bacia e con voce materna mi sprona.
‘Poverino, su chiava la tua mammina e riempimi il ventre del tuo sperma.’
‘Fammi uscire dal tuo ventre. Voglio chiavarti standoti dietro.’
‘Il mio maialino vuole montarmi come lo fanno le bestie. Vuoi che mi metta alla ‘pecorina’?
‘Sì, mamma, voglio chiavarti e allo stesso tempo voglio possederti. Su, girati.’
Gina sblocca le sue gambe dalla mia schiena permettendomi di far uscire il mio cazzo dalla sua polposa vulva. Si gira e si mette carponi appoggiando le spalle sull’erba bagnata con le zizze penzoloni, solleva il culo verso l’alto. Allarga le cosce in modo che la vulva &egrave ben visibile. Ma quello che mi interessa non &egrave la sua vulva libera da peli. I miei occhi sono puntati sulle rotondità delle sue chiappe e sulla fenditura che le divide nella quale si vede il roseo buchetto circondato da una vermiglia corolla tutta zigrinata. E’ la posizione da me auspicata. Per non destare sospetti mi metto dietro di lei e le penetro la vulva. Mamma ulula. Comincio a pomparle il cazzo nella figa. Dopo un paio di minuti mi ritraggo e sfilo il cazzo da dentro il suo corpo. Gina si lamenta.
‘Perché sei uscito? Dai rimettilo dentro e continua a galoppare.’
Non immagina quello che le sta per accadere. Le poggio una mano sul fondo schiena ed esercito una forte pressione; con l’altra mano artiglio il mio cazzo e porto il glande a contatto con il suo sfintere e senza darle il tempo di realizzare do una forte spinta facendo in modo che il glande del mio cazzo valichi per alcuni millimetri lo stretto buchetto. Mamma grida.
‘Sei un bastardo. Lo sapevo che stavi tramando di mettermelo nel culo. Ti prego non lo fare, mi farai male. Dietro non l’ho mai preso. Il mio culo &egrave inviolato.’
‘Mamma &egrave troppo tardi. Voglio il tuo culo e questo &egrave il momento di averlo.’
Do un’altra spinta ed il glande si fa strada verso l’interno del buchetto.
‘Ahi! Dio che dolore. Va bene. Visto che non posso farti desistere chiavami pure nel culo. Di una cosa ti prego: trattalo con delicatezza; non violentarlo; se proprio vuoi sfondarmi il culo almeno fallo con dolcezza. Son tua madre e credo che tu non voglia farmi male.’
Finalmente ho il suo consenso. Un ulteriore spinta ed il glande valica il grinzoso sfintere. Smetto di spingere e mi distendo sulla sua schiena, la circondo il torace con le mie braccia e vado ad artigliare le pendolanti grosse sue zizze. Le comprimo contro il suo torace. Avvicino la bocca al suo orecchio.
‘Gina, devi perdonarmi, ma vedere ondeggiare il tuo culo ogni volta che ti allontanavi dandomi le spalle mi faceva rizzare il cazzo. Dovevo, volevo, desideravo mettertelo nel culo.’
Mamma gira la testa e mi guarda negli occhi. Sul suo viso &egrave dipinta la sofferenza.
‘Sono stata una stupida. Ti ho provocato. Sapevo che ti sarebbe piaciuto incularmi. Te lo leggevo nello sguardo, ma non credevo che avresti osato. Sei mio figlio e non pensavo che mi avresti impalata. Oramai ci sei. Metti in funzione il tuo martello pneumatico e sfondami il culo. Per te sono disposta a sopportare anche il dolore. Prima di cominciare a trapanarmi il culo dammi un bacio.’
Mi offre la sua bocca. La bacio infilandole la lingua in bocca e duello con la sua lingua. Infine si stacca.
‘Sono pronta. Comincia pure la tua danza.’
‘Mamma te lo farò arrivare nello stomaco e lo riempirò del mio liquido seminale.’
‘Non parlare. Pompa.’
Aggrappato alle sue mammelle le stantuffo il cazzo nel bollente culetto. Ad ogni affondo mia madre lancia urla di dolore. Sembrano urla di una maiale sgozzata. Meno male che la villa &egrave molto isolata. Noncurante delle sue grida di dolore imperterrito continuo nell’operazione di sfondamento di quel meraviglioso e spettacolare culo. Dopo diversi minuti il mio corpo mi avverte che il piacere &egrave pronto ad esplodere. Non oppongo resistenza. Sento lo sperma salire lungo il condotto uretrale ed un secondo dopo esplodo. Il mio cazzo simile ad un vulcano erutta nel culo di mia madre una serie di abbondanti schizzi di sperma che vanno a riempirle l’intestino. Esausto, restando aggrappato alle sue favolose zizze, mi lascio andare sulla sua bianca schiena. Trascorrono diversi minuti prima di sentire la sua voce.
‘Dai sfila il tuo cazzo dal mio culo. Devo correre in bagno. Devo metterlo a bagnomaria, mi brucia troppo. Vieni anche tu che te lo pulisco.’
‘Mamma tuffiamoci in piscina. Troverai più refrigerio. L’acqua &egrave più fredda.’
‘Hai ragione, andiamo.’
Ci tuffiamo nella fredda acqua e nuotiamo. Arrivato all’altro capo mi avvicino a Gina, la circondo con le braccia e la bacio.
‘Come ti senti?’
‘Mi chiedi come mi sento? Cosa vuoi che ti risponda? Che sto bene, che mi &egrave piaciuto sentire il tuo cazzo avanzare nel mio culo. L’unico a trovare soddisfazione in quello che mi hai fatto sei tu. Tu solo hai provato piacere, io ho solo sofferto. Voi uomini siete i soli a godere quanto inculate una donna. Per noi donne &egrave solo sofferenza e dolore. Quelle che dicono di provare piacere mentono. Mi auguro che ti senti appagato e soddisfatto per avermi sfondato il culo e spero che la cosa non abbia a ripetersi.’
‘Mamma non mettiamo limiti. Tu sei la mia donna, mi hai permesso di sostituire mio padre nel tuo letto, mi hai concesso il tuo corpo; ci siamo amati con passione, siamo amanti, non permettere che un rapporto anale guasti il nostro idilio. Io ti voglio e desidero possedere il tuo corpo per intero anche chiavarti nel culo.’
‘Mi stai dicendo che hai intenzione di sodomizzarmi ogni volta che ne avrai voglia?’
‘Si, mamma.’
Mia madre ammutolisce. Dopo circa 10 minuti riprende a parlare.
‘Va bene, potrai farlo. Ti chiedo solamente che quando ne hai voglia di avvisarmi. Sai avere un rapporto anale comporta dei rischi. Dobbiamo stare attenti a farlo in sicurezza.’
‘Mamma, non chiedermi di indossare il preservativo perché non lo farò. Io voglio sentire la tua carne che si stringe intorno al mio cazzo.’
‘Non ti sapevo cosi perverso. Faremo come vuoi basta che mi avvisi perché voglio che il mio buchetto sia ben pulito prima di farti entrare. Almeno questo me lo concedi?’
‘Si. Ora per favore aggrappati a me che ho di nuovo voglia.’
‘Vuoi mettermelo nuovamente nel culo?’
‘No, voglio chiavarti davanti.’
I giorni volano. Il venerdi sera Gianna ritorna e prima di salutare la nostra comune amante ovvero nostra madre mi afferra per una mano e, sotto lo sguardo divertito di Gina, mi trascina in camera da letto. Sento la voce di mia madre.
‘&egrave vero che ti &egrave mancato sentire il suo cazzo ballare nella tua ardente saletta e ti capisco ma anche la mia passerotta ha sentito la mancanza della tua lingua. Un bacino avresti anche potuto darglielo.’
Gianna senza fermarsi gli risponde.
‘Mamma guarda che non sei la sola. Anche a me &egrave mancato il tuo succoso nettare, ma più di ogni altra cosa mi &egrave mancato il cazzo di mio fratello. Resisti ancora un po’, ti prometto che non ti farò pentire. Ora ho necessità di cavalcare questo destriero e lanciarmi in una lunga galoppata.’
Un minuto dopo siamo chiusi nella camera da letto di Gianna. I nostri vestiti sono sparsi sul pavimento e noi due siamo distesi nudi sul letto. Mia sorella ha la bocca impegnata a succhiarmi il cazzo. Gianna nell’arte di fare pompini &egrave seconda solo a mia madre che non ha rivali al mondo. Il tutto nel mentre io ho la mia testa fra le sue cosce e le sto leccando la fica e gioco con il suo clitoride. Siamo lanciati in un focoso 69 che si conclude dopo diversi minuti con l’esplosione, in contemporanea, nelle nostre bocche dei rispettivi orgasmi. Riverso nella gola di mia sorella una quantità considerevole di sperma. La sento deglutire con soddisfazione. Lei non &egrave da meno. Dalla sua passera viene fuori, ad ondate copiose, il suo nettare che cola nella mia bocca deliziandomi del suo sapore. Il primo round &egrave andato. Ci abbracciamo e ci guardiamo negli occhi.
‘Dimmi, fratellino, ti sei divertito con mamma. Avete fatto le porcate. Su racconta.’
‘Parlami prima del tuo incontro con il prof di inglese; hai rispettato il patto di tenere l’anglosassone lontano dalla tua passerina?’
‘Fai il geloso. Sta tranquillo. Non ha nemmeno tentato. Una cosa però te la devo confessare. Ho conosciuto un ragazzo che fin dal primo momento che l’ho visto mi ha fatto lacrimare la micina. Gliela avrei data nello stesso istante in cui mi ha guardata. Mi ha chiesto il n’ d tel. , glielo ho dato. Caro fratellino dovrai abituarti all’idea di vedermi con un altro. In ogni caso non ti caccerò dal mio letto. Sarai sempre il mio preferito. Il mio nido sarà sempre pronto ad ospitare il tuo uccellino. Ora dimmi di te e mamma.’
‘Niente di eccezionale. Normale routine. Ah, si. C’&egrave stato un temporale estivo. Abbiamo fatto l’amore sotto la pioggia. Ci siamo rotolati nudi sul prato e l’ho chiavata facendola ululare come una lupa. &egrave stato favoloso. A mamma &egrave piaciuto molto. Poi”
‘Avrei voluto esserci. E poi? Dai continua.’
‘Non c’&egrave stato niente altro.’
‘Non ti credo. Prima stavi dicendo qualcosa d’altro. Ti sei fermato perché ti ho interrotto. Ora me lo dici.’
‘E sia. Tanto prima o poi lo verresti a sapere. Ho sodomizzato nostra madre.’
Gianna fa un balzo e si mette seduta sul mio ventre con le cosce allargate a circondarmi i fianchi.
‘Hai fatto il culo a nostra madre? Le hai sfondato il culo. Glielo hai rotto? E lei ci &egrave stata?’
‘No, ha tentato di ribellarsi; non voleva, ma l’ho tenuta ferma e gliel’ho trapanato. Ha sofferto per il dolore. &egrave un desiderio che avevo. &egrave stato favoloso stantuffare il mio cazzo nel culo di nostra madre e scaricare nel suo intestino tutta la carica di sperma accumulata.’
‘Per raggiungere il tuo obiettivo le hai usato violenza. Però non mi &egrave sembrata per niente arrabbiata. Al contrario. Quando sono entrata nel salone Gina stava accoccolata fra le tue braccia.’
‘Gianna mi credi se ti dico che mentre le stantuffavo il cazzo nel culo ho avuto la percezione che nostra madre ha, con il suo modo di ondeggiare il culo davanti ai miei occhi, favorito il mio assalto. Lei sapeva che prima o poi l’avrei impalata.’
‘Ti credo. Quante volte l’hai fatto? Hai intenzione di continuare a metterglielo dietro?’
‘Una sola volta. Siamo d’accordo che quando avrò voglia di incularla devo darle il tempo di prepararsi. Vuole che quando glielo metto nel culo deve avvenire in completa sicurezza.’
‘Ti farà indossare il preservativo?’
‘Sei matta. Che gusto c’&egrave a mettergli il cazzo nel culo con una membrana di lattice che separa la mia carne dalla sua. Quando lo faremo sarà senza preservativo. Ora basta parlare di nostra madre, questa discussione mi ha fatto eccitare.’
‘Un’ultima domanda e poi farò entrare il tuo cazzo nel mio ventre. Anche a me &egrave venuta voglia. Se te lo permettessi sfonderesti anche il mio culo?’
‘Sorellina il tuo culo &egrave nei miei pensieri.’
‘Sei un porco ed un bugiardo. Lo dici per non dispiacermi. Vieni, mettimelo dentro.’
Punta le mani sul mio petto e facendo leva sulle braccia solleva il bacino e, ondeggiando il culo, posiziona le grandi labbra sulla verticale del mio indurito cazzo il quale senza il benché minimo sforzo si inoltra tra lo spacco che le separa e, fra i mugolii di piacere di mia sorella, affonda nel suo caldo ventre. La danza ha inizio. Gianna comincia a cavalcarmi. Le sue zizze sobbalzano ad ogni su e giù. Allungo le mani e le afferro bloccandone i sballottamenti. Gliele strizzo. Mia sorella nitrisce.
‘Iiiiiihhhh! Sìììììììììì. Più forte, stringile più forte, fammi male. Mi sei mancato molto. Cinque giorni di lontananza mi sono sembrati un secolo. Ma ora sono qui e devi montarmi tante di quelle volte, devo recuperare le chiavate che non hai fatto con me.’
La notte di venerdì, l’intera giornata di sabato e la notte che ci separa dalla domenica restiamo chiusi dentro la stanza senza che nessuno venga a disturbarci. Nostra madre lascia che ci amiamo senza darci fastidio. Intanto tiene a riposo il suo buco del culo. La mattina di domenica il toc toc alla porta mi da la sveglia.
‘Su porcellini, &egrave ora che usciate. Avete battuto ogni record. La colazione &egrave pronta. Vi aspetto in cucina. Fate presto.’
Con gli occhi ancora chiusi mi metto seduto sul letto; faccio uno sforzo per riordinare i fili dei miei pensieri. Riesco ad aprire gli occhi, mi guardo intorno e come attratto da un magnete il mio sguardo va a posarsi sul corpo nudo di mia sorella che giace a pancia sotto. Non &egrave sveglia, sta ancora dormendo. I miei occhi scorrono sul favoloso corpo. Le sue rotonde natiche deliziano la mia vista. Sono bellissime. Mi chino a baciarle facendo scorrere la lingua nel solco che le separa. Emana un fragrante odore di giovane donna; &egrave il profumo di cui mi piace inebriarmi, appartiene a mia sorella, alla mia amante. Un miagolio le esce dalla bocca. Smetto di leccarle lo spacco fra i glutei, indosso il pigiama ed esco dalla stanza. Arrivo in cucina. Mia madre &egrave seduta vicino al tavolo e mi da le spalle. Indossa una vestaglia celeste con dei fiori rossi stampati. Mi avvicino, le poggio le mani sulle spalle e mi chino a baciarle il collo. So che &egrave una parte del suo corpo molto sensibile. Indugio con le labbra poggiate sul suo collo e intanto le faccio vibrare la punta della lingua sulla bianca pelle. Mamma si abbandona con la testa all’indietro e miagola; i miei occhi vengono attratti dall’ampia apertura della vestaglia. Come suo solito non indossa il reggiseno. Sposto le mani dalle spalle e le lascio scivolare nella scollatura della vestaglia e artiglio le sue tette che trovo già pronte ad accogliere le mie mani. Sento i grossi capezzoli indurirsi. Mamma solleva il viso e mi offre la sua bocca.
‘Baciami’
Poggio le mie labbra sulle sue e le infilo la lingua in bocca. Per un tempo indefinito le nostre lingue duellano avviluppandosi e spingendosi ora nella mia bocca ora nella sua bocca. Intanto il mio inquilino ha pensato bene di svegliarsi e di inalberarsi. Poi, per mancanza d’aria, ci stacchiamo. Ci fissiamo negli occhi.
‘Mamma ti amo.’
Gina mi da un bacetto sulle labbra.
‘Lascia stare l’amore, Dai. Siediti e mangia. Dopo la maratona che hai sostenuto con tua sorella credo proprio che tu abbia bisogno non di amore ma di metterti in forze.’
Faccio un giro intorno al tavolo e ritorno dove lei &egrave seduta. Afferro la sedia su cui ha poggiato il suo culo e la ruoto verso di me, mi piego sulle ginocchia e guardandola negli occhi le poggio le mani sulle cosce e gliele allargo.
‘Cosa fai?’
‘Mamma lo sai che sulle fette biscottate mi piace spandere il miele. Sul tavolo non ne ho visto. Lo hai ancora chiuso nella dispensa. Dai fammela aprire e fammi lappare il miele direttamente dal favo.’
Mamma mi guarda con occhi pieni di finta ira ma anche di libidine.
‘Sei un porco.’
‘Sì. Sono un porco a cui piace il miele prodotto da sua madre.’
Conoscendomi e sapendo che niente mi avrebbe fatto desistere dal leccarle la fica si alza; si sfila gli slip; si risiede; apre la vestaglia ed allarga le cosce.
‘Sono pronta. Devi lavorarla un po’ altrimenti niente miele.’
Ogni volta che vedo la vulva impellicciata (i peli, ancora corti, le stanno ricrescendo) di mia madre ne resto incantato. Resterei a guardare quel suo meraviglioso fiore per ore ed ore. Poi come un magnete la mia testa viene attratta verso il centro del suo inguine. Prima che la mia bocca vada a posarsi sulle polpose grandi labbra, prendo a baciarle l’interno delle cosce. So che le piace sentire la mia lingua pennellarle le bianche cosce e lo dimostra lanciando dei fievoli mugolii ed incitandomi con dei brevi sibili. Le dita delle sue mani sono nei miei capelli e i suoi palmi spingono la mia testa verso il centro delle sue cosce. La mia bocca &egrave sulla sua vulva. Le polpose grandi labbra si offrono alle mie labbra, le bacio. Gina nitrisce.
‘Dai, non farla aspettare, leccala.’
Non ho bisogno di incitamenti. Tiro fuori la lingua e comincio a strusciarla nel solco che divide le grandi labbra. Di colpo vedo le dita delle mani di Gina farsi strada fra i rossicci peli e posarsi sui bordi delle grandi labbra dove esercitando una lieve pressione le dilata portando alla luce le vermiglie piccole labbra ed il pronunciato roseo clitoride.
‘Fai lavorare quella fottuta lingua e mettimela dentro. La voglio sentire quando mi lecchi la vagina.’
&egrave partita. La libidine sta circolando veloce nel suo sangue. Gli ormoni stanno schizzando in ogni parte del suo corpo. Senza smettere di leccarle la figa sollevo lo sguardo e punto i miei occhi nei suoi. Vi leggo il piacere che le sta pervadendo il corpo.
‘Ecco &egrave così che devi fare; bravo; continua; guai a te se ti fermi.’
Intanto la mia lingua, per quel poco che le &egrave permesso, si &egrave insinuata nell’orifizio vaginale e ne sta pennellando le pareti lappando le squisite secrezioni vaginali. Mamma lancia dei lunghi ululati di piacere.
‘Il clitoride, prendilo in bocca; succhialo; fammi un pompino.’
Sostituisco la mia lingua con le dita della mano. La penetro con la mano chiusa a cuneo e raggiungo il suo utero che mi faccio premura di accarezzare delicatamente strappandole ulteriori nitriti di piacere. intanto le mia labbra hanno circondato il clitoride e la lingua ha iniziato il suo lavoro. Lo lecco come stessi leccando un gelato. Mamma si contorce sulla sedia.
‘Il pompino, cosa aspetti a farmelo. Dai, stronzo, succhiamelo e fammi venire.’
L’accontento. Prendo a succhiargli il clitoride e dopo un secondo lo sento indurirsi ed ingrossarsi. Mamma ha un clitoride di notevoli dimensioni(circa 70 mm di lunghezza); leccarlo e succhiarlo &egrave come avere la sensazione di avere in bocca un piccolo cazzo. Le dita di Gina abbandonano le grandi labbra e vengono ad intrecciarsi nei miei capelli. Mi stringe la testa e la spinge con forza contro il suo inguine. Intanto sto usando la mano come fosse un cazzo. Gliela stantuffo nella fica come stessi chiavandola. Le sue grida di godimento si fanno sempre più intense e ravvicinate. Poi l’esplosione. Un urlo che rompe il silenzio si propaga nella cucina. Solleva il bacino dalla sedia e lo spinge contro la mia faccia. Sta venendo. Ritiro la mano dalla sua vagina, smetto di succhiarle il clitoride. Dalla sua uretra viene espulso, ad ondate, magma giallognolo. Sta squirtando. Mi precipito a lappare quel dolce e cremoso miele. Dio come &egrave squisito. Quando l’operazione di lappatura dello sperma di mia madre si conclude mi rimetto in piedi e mi chino a darle un bacio sulle labbra.
‘Mamma sei bellissima.’
Gina mi guarda con occhi ancora carichi di lussuria.
‘Non credere di aver finito. Ora devi chiavarmi.’
Si alza dalla sedia; si libera della vestaglia; si stende sul tavolo, poggia i talloni sul bordo ed allarga le cosce.
‘Vieni, mettimelo dentro e fammi sentire piena del tuo cazzo.’
Chiavare mia madre &egrave per me il più piacevole dei compiti. Mi posiziono fra le sue cosce e punto il glande fra le sue grandi labbra; spingo ed il cazzo entra nella bagnata figa di mamma. Comincio a stantuffare il cazzo nel suo caldo ventre prima lentamente e poi con sempre più vigore e forza. Mamma sbuffa come una cavalla lanciata in una folle corsa. Ulula, nitrisce, grida. Mi artiglia le spalle e mi circonda le reni con le sue gambe stringendomi i fianchi con le sue bianche cosce.
‘Amore mio, bello di mamma tua, sbattimi con più forza, fammi male, spaccami in due con il tuo spadone. Dio come mi piace quando mi chiavi.’
Allungo le mani e con le dita artiglio i grossi capezzoli e li strizzo strappandogli grida di dolore miste a grida di piacere. Il pompare il mio cazzo nella figa di mia madre si fa frenetico. Il corpo di mamma &egrave bollente e in preda a forti tremori. Sta per raggiungere l’orgasmo che arriva insieme ad un forte ululato. Da parte mia le riverso nella pancia copiose bordate di denso sperma. Sfiniti ci stacchiamo e ci guardiamo negli occhi. E’ lei la prima a parlare.
‘Ancora una volta l’hai avuta vinta. Mi ero promessa che appena saresti giunto in cucina mi sarei precipitata da tua sorella per prendermi il mio arretrato, ma quando hai cominciato a toccarmi ed a baciarmi non ho capito più niente. Mi hai trasmesso il tuo desiderio. Ti amo troppo per non concedermi. Farmi chiavare da mio figlio e quanto di più esilarante e meraviglioso possa essere.’
‘Mamma anche per me &egrave lo stesso. Quando la tua figura mi &egrave davanti la mia mente non ragiona. Il mio primo pensiero &egrave di sbattere il mio cazzo nella tua pancia. Chiavarti &egrave la mia principale ossessione.’
Gina scende dal tavolo, raccoglie la vestaglia e si avvia verso l’uscita della cucina.
‘Raggiungo tua sorella. Tu vai a fare una doccia e trovati una occupazione. A Gianna ho molte cose da dirle. Credo che ci vorranno un pò di giorni per esaurire quanto abbiamo da dirci. Non tentare di interromperci. Ci chiuderemo dentro.’
Le do una pacca sul bianco ed opulento culo. Trascorrono un bel po di giorni prima di rivedere mia madre e mia sorella. Di notte le sento muoversi per la casa; vanno in cucina per rifocillarsi e poi ritornare di corsa in camera a riprendere i loro giochini. Ogni tanto mi avvicino alla porta della camera dove sono rinchiuse ed con l’orecchio incollato alla porta ascolto i loro miagolii ed i loro nitriti che dalla intensità con cui vengono emessi intuisco che ci stanno dando dentro alla grande. Una sera, mentre sto da solo sto a fantasticare sulla fortuna di avere come amanti due stupende e bellissime donne il mio cellulare prende a trillare. Rispondo. &egrave Gianna, mia sorella.
‘Mamma desidera che tu ci raggiunga. Vieni presto.’
Un secondo e sono nella loro camera. Entrambe sono nude e distese sul letto. noto che mia sorella indossa lo strap-on. Mamma solleva la testa dal cuscino e mi guarda.
‘Tua sorella vorrebbe ripetere l’esperienza del trenino; mi auguro che non ti dispiaccia rifarla.’
‘Dispiacermi? Sono giorni che non faccio altro che pensarvi. Non vedo l’ora di sbattervi il cazzo nel ventre. Da quello che vedo sarà Gianna a chiavarti ed io dovrò essere il locomotore di spinta. Forza diamo inizio alla partenza e vediamo quando arriverà la prossima fermata.’
Finalmente il menage ha la sua ripresa. Mamma si mette carponi con le ginocchia ben distanziate e con il culo sollevato. I suoi organi genitali sono ben in vista.
‘Dai vieni a leccarmi la patatina che poi tua sorella dovrà agganciarla per farla correre sui binari mentre tu la spingi.’
Nel mentre Gina parla io mi spoglio e vado a fiondare la mia testa fra le chiappe di mamma. Tiro fuori la lingua e la incollo sul buco del culo di Gina.
‘Sapevo che non avresti resistito. Ora continua così. Mi piace molto quando mi lecchi il buco del culo. Non &egrave come quando mi lecchi la figa ma il risultato &egrave lo stesso.’
Gianna assiste al trattamento che sto facendo a nostra madre con occhi spalancati.
‘Dio, che spettacolo. Caro fratellino mi auguro che leccherai anche il buco del culo di tua sorella.’
Indaffarato a leccare il buchetto posteriore di mamma non le rispondo. Gina sta già bagnandosi, ancora pochi attimi e poi &egrave pronta a ricevere il fallo di lattice nel ventre.
‘Sììììììì, Ecco, sono pronta, vieni bambina mia, infilzami.’
Gianna mi sostituisce posizionandosi dietro nostra madre, con una mano accompagna il finto cazzo fra le grandi labbra della vulva di Gina e lentamente la penetra sbattendoglielo tutto dentro il ventre. Poi si stende sulla schiena di mamma e le circonda il torace con le braccia andando ad ancorare le mani alle zizze di nostra madre. In un baleno mi porto dietro mia sorella e le faccio lo stesso trattamento che lei ha fatto alla nostra genitrice con la variante che il mio non &egrave un cazzo finto ma &egrave di dura carne. Dopo le prime spinte date in modo scomposto io e mia sorella riusciamo a coordinare i nostri movimenti. Le pompo il cazzo nella vulva quando lei lo pompa nel ventre di Gina e quando lei lo ritrae io lo tiro fuori dalla sua pancia. Continuiamo per diversi minuti. Mamma ha già raggiunto una sequela di orgasmi e continua ad incitare mia sorella a non smettere di chiavarla. Gianna che pure ha goduto varie volte sta incominciando a stancarsi per la posizione assunta. Un pensiero perverso mi balena nella mente. Mi piego sulla schiena di mia sorella e le sussurro nell’orecchio.’
‘Gianna adesso io tiro fuori il mio cazzo dalla tua figa. Tu fa in modo da metterti distesa di schiena e porta mamma ad impalarsi standoti sopra.’
‘E tu? Cosa farai?’
‘Assecondami e vedrai che mamma ne sarà contenta.’
Ritraggo il cazzo dal ventre di mia sorella e vado in bagno con la scusa di dover urinare. Quando rientro trovo mia sorella distesa sulla schiena e mia madre che, come un ossessa, sta cavalcando sul cazzo finto ben piantato nella sua pancia. Mi avvicino al letto e poggio le mani sulle spalle di Gina e la spingo verso il torace di Gianna che la circonda con le braccia e la stringe a se. Con un balzo mi metto dietro mia madre e le punto il glande sul buco del culo. Spingo e affondo il cazzo nel culo di mia madre. Tutta l’operazione &egrave durata meno di un minuto. Gina lancia un urlo di dolore. Cerca di liberarsi ma il peso del mio corpo e la stretta delle braccia di mia sorella le impediscono i movimenti. Gianna si spaventa perché mamma sta piangendo.
‘Cosa le hai fatto?’
Con voce rotta dal pianto &egrave Gina ha rispondere.
‘Questo porco di tuo fratello me lo ha messo nel culo. Oltre ad essere un maiale &egrave anche un falso. Aveva promesso che quando aveva voglia di incularmi me lo avrebbe detto. Mai avrei pensato che il mio corpo avrebbe sostenuto la penetrazione di due cazzi anche se uno &egrave fasullo. Invece eccomi qui con il cazzo di mio figlio piantato nel culo ed un cazzo finto piantato nel ventre.’
‘Povera mammina. Hai un figlio che &egrave un bruto. Vieni, tieniti stretta a me, mentre tuo figlio ti chiava nel culo allevierò il tuo dolore giocando con i tuoi capezzoli e con il tuo clitoride. E tu, fratellino, non essere violento con nostra madre; pompale il cazzo nel culo con più delicatezza. Devi farle provare piacere, non devi farla soffrire.’
E cosi Gina a 38 anni ha la sua prima doppia penetrazione. Con il passare dei minuti mamma comincia a rilassarsi. L’azione di mia sorella che le fionda il cazzo finto nella pancia mentre con le dita di una mano le sgrilletta il clitoride e la mia azione che le stantuffo il cazzo nel culo con dolcezza, fanno si che Gina si rilassi ed accetta di essere penetrata sia davanti che dietro. Dai suoi lamenti che sono sempre più fievoli e dai sonori nitriti che emette, io e mia sorella capiamo che la doppia penetrazione le sta piacendo. Abbandono la premura di non farle male e le chiavo il buco del culo con più violenza. Le grida di dolore si fanno di nuovo più forti. Non ho remore alcuna. Il dentro fuori del mio cazzo dal buco del culo di mia madre &egrave diventato frenetico tanto che bastano pochi attimi e, mentre Gina sviene, dal mio cazzo vengono espulsi potenti e copiose bordate di denso sperma che vanno ad irrorare l’intestino retto della mia meravigliosa genitrice. Quando riprendo il controllo del mio corpo faccio uscire il cazzo dal culo di mia madre e mi allontano dalla stanza. Da quel momento e fino alla fine della vacanza non riesco più ad entrare nel letto di mia madre. Gina mi tiene alla larga. Il rientro a casa avviene come se nulla fosse accaduto. Se non fosse per mia sorella che si trasferisce nel mio letto sono portato a credere di aver fatto un meraviglioso e fantastico sogno. Mia madre si comporta come se niente fosse accaduto fra noi due e questo dura fino a quando’
Mia madre si comporta come se non fosse accaduto niente fra noi due. E per niente mi riferisco in particolare al rapporto incestuoso che si &egrave instaurato fra me e lei. Da quando, con la complicità di mia sorella Gianna, l’ho costretta a subire una doppia penetrazione (l’ho sodomizzata mentre mia sorella le sbatteva un cazzo finto nella figa), mia madre non mi ha più fatto entrare nel suo letto. Sono tornato ai giorno in cui mi sparavo innumerevoli seghe pensando al caldo nido che alberga fra le cosce di mia madre Gina. Devo contentarmi dei favori di mia sorella che da brava e calda amante riesce a soddisfare le mie voglie. Gianna &egrave contenta della situazione che si &egrave venuta a creare nei rapporti fra me e mia madre. Il gelo che &egrave sceso fra me e Gina le permette di avermi in esclusiva nel suo letto ospitando il mio cazzo nel suo caldo ventre. Anche se la mia libidine viene scaricata nella pancia di mia sorella &egrave a mia madre che il mio pensiero &egrave in continuazione dedicato. Il desiderio di chiavarla &egrave diventato una ossessione. Sono sicuro che lei lo sa. Ne sono certo perché non smette un attimo di provocarmi. La consuetudine di girare nuda per casa facendomi balenare sotto gli occhi le dondolanti sue grosse zizze con i capezzoli sempre irti sono una continua tentazione. Per non parlare delle sue bianche natiche che ondeggiano ad ogni passo. E che dire delle lunghe gambe e del boschetto di peli che orna il suo pube? Ed il ventre piatto? L’ho avuta. Mi ha fatto entrare nel suo letto ed ha ospitato il mio cazzo nel suo ventre. Le ho sfondato il culo. Non mi basta. L’amo. Desidero che non sia solo la mia amante ma che sia la donna della mia vita. Gina deve essere mia moglie con tutto quello che ne consegue. Purtroppo allo stato &egrave solo un sogno che mi sta facendo perdere la ragione. Le vacanze giungono al termine. Facciamo ritorno a casa; la vita riprende la routine di prima delle vacanze. Mamma e mia sorella continuano a frequentare i reciproci letti. L’università apre i battenti ed io mi iscrivo al 1′ anno della facoltà di architettura. Per un puro caso ho scelto la stessa materia di mia madre. Sì, Gina &egrave una quotata architetta e quando mia sorella la informa della mia scelta manifesta la sua contentezza facendomi trovare nella mia camera i suoi strumenti di quando era una semplice studentessa universitaria. Gianna ha cominciato a frequentare il ragazzo che ha conosciuto durante la sua venuta in città. I miei incontri con lei si diradano. Le lunghe galoppate che facevamo si riducono a poche volte nella settimana. Per un verso mi dispiace e per altro verso ne sono contento perché mi permette di dedicare più tempo alla riconquista di mia madre. L’inverno arriva. Fuori fa un freddo polare. Sto in camera a studiare. Ho sete. Scendo in cucina. La porta &egrave aperta. Sento dei rumori provenire dall’interno. Senza farmi vedere sbircio. Madre e figlia sono abbracciate e si stanno baciando. Gianna ha una mano su una tetta scoperta di Gina e con le dita le sta torturando il capezzolo. Sento mia madre mugolare. Poi Gianna parla. Drizzo le orecchie ed ascolto.
‘Mamma devo dirti una cosa molto importante e molto delicata.’
La voce di Gina mi giunge un pò ovattata: &egrave in preda al piacere. Mia sorella quando ci si mette &egrave una maestra.
‘Amore, dimmi tutto.’
‘Mamma sono incinta.’
Al sentire quella notizia mia madre recupera il suo controllo ed allontana la figlia di quel tanto che basta da poterla guardare negli occhi. Anch’io sono scioccato dalla notizia della gravidanza di Gianna ma i miei occhi sono attratti dalla zizza scoperta di mamma. &egrave una meraviglia. Sono tentato dall’irrompere e fiondarmi su quel splendido globo di bianco alabastro quando sento la voce di Gina.
‘Sei incinta? Non dirmi che tuo fratello &egrave il padre. Ti avevo avvisato. Chiavalo ma niente bambini. Ed ora che intenzioni hai?’
‘Mamma, tranquillizzati, il padre non &egrave mio fratello. Il bambino lo voglio tenere. Il mio compagno &egrave d’accordo.
Se sei anche tu d’accordo mi aiuterai a crescerlo.’
‘L’hai detto a tuo fratello? Il padre del bambino sa della relazione che esiste tra te e tuo fratello?’
‘A mio fratello non ho ancora detto niente. Lui però sa che io frequento già da un bel po’ questo ragazzo che, tra l’altro, ho invitato a venire a casa domenica per fare la vostra conoscenza. In quanto a quello che c’&egrave fra me e mio fratello ne &egrave stato informato e sai quale &egrave stata la sua reazione?’
‘Non la immagino, dimmi.’
‘Prima mi ha abbracciata e poi mi ha detto che lo liberavo da un grosso peso; che non sapeva come dirmi che anche lui ha un rapporto incestuoso e sai con chi?’
‘Non dirmi che si chiava sua madre?’
‘Hai indovinato. Giunti a questo punto gli ho raccontato la storia della nostra famiglia e di quello che c’&egrave fra noi tre.’
‘Hai sbagliato. Non dovevi dirgli anche di me e di tuo fratello. Con tuo fratello &egrave tutto finito.’
Sento il mio cuore andare in pezzi.
‘Dai mamma, si vede da lontano che tu lo ami e che non vedi l’ora che ti cavalchi cosi come lo ha fatto questa estate. Se cosi non &egrave mi spieghi perché lo provochi? Smettila di tenergli il broncio e portalo a letto.’
‘Hai ragione. &egrave vero lo amo. Ma devi riconoscere che &egrave un animale.’
‘Mamma che male c’&egrave se ti ha sfondato il culo. Cosa pretendevi? Glielo sbattevi continuamente sotto agli occhi; chiunque al suo posto ti avrebbe violentata. Ma veramente lì dietro eri vergine? Papà non ha mai tentato di incularti?’
Mia madre ha detto che mi ama. Le speranze di ritornare nel suo letto non sono del tutto svanite.
‘No, tuo padre non ha mai tentato di mettermelo nel culo. Non l’ho mai provocato. Forse &egrave come dici. La colpa &egrave mia. Forse volevo che mi sodomizzasse. &egrave stato il modo con cui lo ha fatto che mi ha fatto arrabbiare e poi il colmo &egrave stato sottopormi alla doppia penetrazione con te che gli hai fatto da complice.’
In quel momento un telefonino squilla. &egrave quello di Gianna. Mi schiaccio contro la parete. Mia sorella esce in giardino. Mi faccio coraggio ed entro in cucina. Mia madre e girata verso il lavello ed ha ancora la mammella scoperta. Mi avvicino e le cingo la vita con le braccia. Poggio il mio indurito cazzo contro il suo culo. Avvicino il viso al suo collo e le do un bacio. Mamma ha un moto di ribellione.
‘Cosa fai? Lasciami porco bastardo. Tu con me hai finito.’
Invece di staccarmi la stringo di più e con una mano vado ad aggrapparmi alla sua nuda mammella e gliela stringo.
‘Mamma, ti prego, mi sento impazzire; ti voglio; perdonami; ti giuro che non tradirò più la tua fiducia.’
Gina riesce a girarsi. Mi guarda negli occhi. Vi leggo amore e desiderio.
‘Me lo giuri?’
‘Su quello che ho più caro al mondo: te.’
‘Guarda che se vieni meno al tuo giuramento farò in modo che tu venga allontanato da questa casa e non mi vedrai più. Perderai anche tua sorella.’
Avvicino il mio viso al suo e poggio le mie labbra alle sue. Nel farlo le dico di non preoccuparsi più di tanto. Il mio desiderio di averla mi avrebbe costretto a rispettare il giuramento fattole. Lei dischiude le labbra ed offre la sua bocca alla mia lingua che veloce come un serpente la penetra e da vita ad un lungo duello con la sua lingua che sembra impazzita tanto si muove veloce. Non mi sembra vero. Sto di nuovo stringendo mia madre fra le mie braccia e la sto baciando. Continuo a baciarla anche quando la sollevo e la faccio sedere sul ripiano della cucina.
‘Mamma ti desidero. Ti voglio.’
‘Prendimi. Non ho mai smesso di essere tua.’
Le sciolgo il nodo che tiene la vestaglia chiusa e gliela sfilo. Gina abbandona il suo corpo contro il mio e le sue mani si muovono frenetiche a sfilarmi il maglione e poi mi slaccia la cintura dei pantaloni e mi fa scorrere la zip facendo così in modo che i pantaloni non più trattenuti scivolino verso il pavimento.
‘Dai. Togliti le mutande.’
Mi libero degli slip ed il mio cazzo, non più costretto, si libra nell’aria come un aquila pronta a ghermire la sua preda. Mamma lo guarda affascinata.
‘&egrave sempre lo stesso. &egrave questo quello che mi fa impazzire di te. Hai un cazzo che ogni donna vorrebbe cavalcare. Vieni, dammelo, mettimelo in pancia, chiavami.’
Mi posiziono fra le sue cosce che ha provveduto a spalancare e guido il mio cazzo ad incontrare la sua polposa vulva. Sono con il glande fra le grandi labbra; &egrave ancora mia madre a sollecitarmi.
‘Spingi. Fallo entrare. Non farmi aspettare. Sono mesi che aspetto questo giorno.’
Muovo il mio bacino in avanti ed il cazzo entra nella vagina di mia madre. Gina non ha staccato gli occhi dal mio cazzo e si sta godendo la penetrazione anche visivamente.
‘Dio, com’&egrave bello ed eccitante vederlo entrare nel mio corpo.’
Quando il cazzo &egrave tutto dentro la pancia di mia madre fermo la spinta.
‘Perché ti fermi? Dai, chiava la tua mammina.’
La guardo negli occhi.
‘Mamma ti amo. Voglio che tu diventi mia moglie.’
‘Amore mio questo non &egrave possibile. Sei mio figlio, non possiamo sposarci.’
In quel momento Gianna rientra in casa e ci vede nudi ed avvinghiati.
‘Finalmente vi siete decisi a riappacificarvi. Dio come mi piace vedervi di nuovo chiavare. Chi &egrave che non può sposarsi?’
Si avvicina e ci abbraccia. Bacia mamma sulla bocca e le accarezza il seno.
‘Tuo fratello vuole che io diventi sua moglie.’
‘Che male c’&egrave. Vi amate. &egrave da questa estate che giacete nello stesso letto e vi siete accoppiati innumerevoli volte. Cosa manca a che il vostro rapporto non &egrave da considerarsi come marito e moglie?’
Circondo mamma con le mie braccia e la stringo forte.
‘Un figlio.’
Mamma ha un sobbalzo. Mia sorella lancia un grido. Dopo attimi di freddo silenzio mia madre irrompe con voce acre.
‘Sei impazzito. Come puoi pensare ad una cosa del genere. Sono tua madre. Non puoi fecondarmi. &egrave insano ed immorale che io partorisca un figlio tuo. Lasciami. Tira fuori il tuo cazzo dalla mia pancia. Sei venuto meno al tuo giuramento.’
‘Non tiro fuori un bel niente. Non smetterò di chiavarti perché non ho tradito la tua fiducia. Sono stato sincero. Si. Desidero fecondarti. Desidero che tu partorisca un figlio mio.’
Mia sorella ha ancora il viso sconvolto dalla mia richiesta.
‘Tu vorresti ingravidare nostra madre? ti rendi conto di quello che stai chiedendo?’
Mia madre cerca di liberarsi dalla morsa delle mie braccia, ma non ci riesce.
‘Senti sorellina, io nostra madre l’amo e voglio che lei mi renda padre. So bene quali rischi possiamo correre nel mettere al mondo un bambino frutto di un rapporto fra consanguinei.’
Gina comincia a piangere e con la voce rotta dal pianto mi implora.
‘Amore di mamma tua. Anch’io ti amo e desidero che tu non lasci mai il mio letto. Ti ho concesso di sostituire tuo padre al mio fianco. Mi hai chiavato. Mi hai riempita con il tuo cazzo facendomi provare sensazioni mai vissute; mi hai sfondato il culo e sono ancora qui pronta a soddisfare le tue esigenze ma, ti prego, se vuoi che la nostra storia continui, che abbia un seguito, non chiedermi di farmi mettere incinta da te. Non te lo posso permettere. Se vuoi un figlio cerchiamo insieme una donna e la feconderai. Ho detto cerchiamo insieme perché la donna che dovrà partorire i tuoi figli dovrà piacere prima a me e poi a te. I figli che ti darà saranno come se li avessi partorito io.’
Interviene mia sorella.
‘Fratellino mi sembra una buona proposta. Sarò anch’io della partita di caccia e credo di avere già individuato la preda che fa al caso nostro. Accetta e non te ne pentirai.’
Per diversi minuti un silenzio assordante si impossessa della cucina. Poi lentamente comincio a chiavare mia madre la quale capisce che non ha più niente da temere, che il pericolo &egrave passato e risponde abbracciandomi forte.
‘Si amore, &egrave così che ti voglio. Bello, forte, pronto a soddisfare le mie voglie e con la mente libera da insani propositi.’
Gianna intromette la sua testa fra i nostri corpi.
‘Su, porcellini, fatemi vedere come chiavate. Dai fratellino voglio vedere come il tuo cazzo entra ed esce dal ventre di nostra madre. Stantuffa il tuo pistone nel cilindro di mamma. Aspetterò che finiate. Dopo tocca a me. Non abbiate fretta.’
Sotto lo sguardo libidinoso di mia sorella chiavo mia madre con amore. Il mio cazzo entra ed esce dalla sua figa con lentezza esasperante ma piacevole per me e per lei. Miagoli e nitriti si alternano tra loro. Mamma &egrave sempre più preda di tremori che le sconquassano il corpo.
‘Sììììììììììììì, bambino mio mi stai chiavando come non hai mai fatto. Hiiiiiiiii, così, continua cosìììì, non fermarti. Ohhhh! che bello. Sei un amante che non ha eguali. Tuo padre morirebbe d’invidia se sapesse che suo figlio riesce a dare piacere alla propria madre.’
Gli orgasmi si susseguono l’uno dietro l’altro e sono tutti accompagnati da grida ed ululati di piacere. Poi anche per me giunge il momento. Lo sperma abbandona lo scroto e sale lungo il condotto uretrale e attraverso la fessura posta in cima al glande si proietta nella vagina di mia madre andando ad infrangersi contro il suo utero. Sono esausto. Mi abbandono contro il suo corpo, mamma mi stringe, avvicina la bocca al mio orecchio e con voce lieve nel tono mi dice:
‘Ora posso dirtelo. Quando eravamo in vacanza sono stata tentata di smettere di prendere la pillola. Volevo farmi mettere incinta da te e solo il senso di responsabilità mi ha trattenuta dal soddisfare il desiderio di avere un figlio tuo. Poco fa, quando mi hai chiesto di darti un figlio ancora una volta stavo per cedere. Anche a me piacerebbe molto farmi ingravidare da mio figlio ma non si può. Questo &egrave un sogno che io e te non potremo mai concretizzare. Dovrà essere e resterà sempre un sogno. Sono la tua amante e tale sarò per sempre ma come già ebbi a dirti quando il nostro rapporto ebbe inizio: niente bambini.’
Mia sorella ha sentito tutto e guardando mamma negli occhi le dice:
‘Sai mamma anch’io ho desiderato di farmi ingravidare da mio fratello, ma ho rinunciato perché non lo ritenevo geneticamente sano.’
&egrave il mio momento.
‘Gianna, mamma oltre che amare i vostri corpi, amo anche le vostre menti. Con un irresponsabile come io sono voi due sapete come mettermi sulla strada giusta.’
‘Non &egrave proprio come dici. Ti abbiamo comunque circuito. Ti abbiamo concesso di entrare nei nostri letti e godere dei nostri corpi. Sei mio figlio e sei il fratello di Gianna. Non doveva accadere.’
‘Sei pentita di esserti fatta chiavare da tuo figlio?’
‘No, e mai mi pentirò.’
Il rapporto con mia madre si rafforza e va avanti per molti anni a divenire. Con il passare degli anni divento più riflessivo e maturo. A 24 anni prendo la laurea in architettura. Come regalo mamma prenota una vacanza su un isola della Polinesia dove ci rechiamo noi due soli. Al rientro vado a lavorare come socio nel suo studio di disegno. Sono trascorsi 5 anni da quando mi accolse nel suo letto e mi sostituì a mio padre. Diventammo amanti. Oggi Gina ha 43 anni. Ha un fisico asciutto ed ancora eccitante. Da allora niente &egrave cambiato. No, qualcosa &egrave cambiato ma questo fa parte di un’altra storia.

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