Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Cynthia & Raquel

By 19 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Un paio di settimane fa mia moglie Elisabeth ha dovuto assentarsi da casa per andare ad assistere sua sorella Paula, ammalatasi gravemente, la quale abita con la sua famiglia ad Urbana, nell’Ohio.
– Starò via solo una settimana – mi ha detto Elisabeth, mentre, insieme alle ragazze, la aiutavo a preparare la valigia – E’ una seccatura, lo so’ – ha continuato – ‘ma non preoccuparti, comunque, caro’ti affido in buone mani. Non è vero, ragazze, che posso partire tranquilla? Che avrete cura di vostro padre’mm?
– Certo, mamma! – hanno risposto quasi all’unisono, Cynthia e Raquel, le nostre due belle figliole, scambiandosi quello che mi era subito sembrato uno strano sguardo d’intesa.
Cosa staranno architettando queste due? – mi sono chiesto, soprappensiero, mentre aiutavo Elisabeth a caricare i bagagli in macchina – Mm’sarà bene tenerle d’occhio, le due furbastre! – mi sono ripromesso – Non vorrei mai che approfittando dell’assenza della loro madre, pensassero di farmela sotto il naso.
– Stai tranquilla, cara’ – le ho sussurrato poi, prima di baciarla – ‘ci baderemo a vicenda’l’uno con le altre, okay?’
– Okay – mi ha risposto lei, sorridendomi – Fate i bravi, mi raccomando! – ci ha salutato, subito prima di salire in macchina e partire, uscendo dal vialetto per immettersi quindi sulla strada principale.

Per un attimo, poi, sono rimasto a guardarla, salutandola con la mano, imitato dalle due ragazze, dopodiché, voltatomi verso di loro, le ho incitate scherzosamente a darsi da fare.
– Forza, bambine! – le ho esortate, battendo le mani – E’ ora di far colazione, non trovate? Tra un’ora vostro padre dev’essere in ufficio e voi a scuola’si o no? – E così dicendo le ho abbracciate, avviandomi poi con loro verso la porta di casa.
Certo – ho pensato in quel momento, guardandole prima l’una e poi l’altra – che ho proprio due belle figliole!
In effetti, benché entrambi molto avvenenti, le mie due figlie, Cynthia e Raquel, che mi avevano nel frattempo cinto a loro volta i fianchi, sono molto diverse tra loro: Cynthia – la più grande – è bionda, longilinea e mi assomiglia in tutto e per tutto. Ha diciannove anni e frequenta l’ultimo anno di liceo.
Raquel, che ha un anno di meno, invece, assomiglia tutta a sua madre, piuttosto rotondetta, di statura minuta e degli splendidi capelli del colore del rame.
– Dai, papà’ – mi ha esortato Cynthia, alzando lo sguardo verso di me mentre mi posava una mano sul petto, una volta entrati in casa – ‘prendiamoci un giorno di vacanza oggi! Eh’cosa ne dici?
– Oh sì, papi! – mi ha incalzato Raquel, strofinandomisi addosso, come se volesse farmi le fusa – Resta a casa con noi, dai!
– Ehi’ehi, ragazze’ – le ho interrotte io, guardandole con fermezza – ‘ma dico, stiamo scherzando? Cosa vi passa per la testa, eh? Pensate’ – ho continuato, guardandole, prima l’una e poi l’altra – ‘che solo per il fatto che non ci sia vostra madre, io vi possa lasciar fare quello che volete’mm? Forza’ – ho continuato, pensando di aver chiuso il discorso – ‘facciamo colazione adesso’da brave!

A quel punto Cynthia e Raquel si sono rassegnate e quindi, sempre peraltro continuando a brontolare scherzosamente tra loro, si sono dirette verso la cucina.
Io invece sono salito al piano superiore, mi sono lavato, sbarbato e quindi vestito. Sceso poi nuovamente in cucina, mi sono seduto a tavola ed ho cominciato a far colazione’caffè, toast e spremuta d’arancio, mentre davo una veloce occhiata al giornale.
– Sei molto elegante stamattina, sai, papà? – mi ha sussurrato Cynthia ad un tratto, sorprendendomi, tanto da farmi interrompere la lettura delle notizie economiche.
– Grazie, Cynthia! – le ho sorriso, alzando lo sguardo verso di lei – Sei davvero gentile!
– Mm’non c’è di che, papi! – mi ha risposto mia figlia ‘ Sai’ – ha continuato, guardandomi maliziosamente – ‘è eccitante avere un bel papà come te! – E, così dicendo, si è alzata e quindi, fatto il giro del tavolo è venuta a posarmi un caldo bacio sulla guancia, restandomi poi appiccicata addosso, mentre mi passava una mano tra i capelli.
– Così però mi spettini, Cynthia! – l’ho rimproverata io, scherzosamente, a quel punto, cercando di far finta di niente. Infatti – accidenti a me – il suo profumo mi ha aveva improvvisamente fatto girare la testa e bollire il sangue. Fino a quel momento non avevo mai provato per mia figlia niente di più che tenero affetto’ma in quel momento – mi secca ammetterlo – ero davvero eccitato. Cosa mi stava capitando?
– Papà ha ragione, Cynthia! – è intervenuta in quel preciso istante Raquel, come se fosse gelosa della mia attenzione per sua sorella – Lo stai spettinando, non vedi? – E detto questo mi si è avvicinata a sua volta, circondandomi il collo con un braccio e posandomi praticamente un seno sulla spalla.
A quel punto ho ritenuto indispensabile sganciarmi da quella situazione che si stava facendo sempre più scabrosa e quindi mi sono alzato bruscamente in piedi, liberandomi così dall’assedio delle mie due figliole.
– Beh’è ora che andiamo, adesso – ho detto loro, con voce roca – Forza, andate a prepararvi che vi accompagno a scuola!

Dieci minuti dopo, quindi, tutti e tre insieme ci siamo avviati in auto verso il liceo. Cynthia mi si era seduta affianco, mentre Raquel era salita dietro.
Quando siamo arrivati a destinazione, la mia bionda figliola ha fatto l’atto di aprire la portiera ma poi, improvvisamente, ci ha ripensato e quindi, voltatasi verso di me, si è protesa a schioccarmi un bacio proprio sulle labbra, lasciandomi di stucco.
– Ciao, papi – mi ha sussurrato con voce mielosa, fissandomi spudoratamente – Ci vediamo stasera’mm? – E così dicendo, è scesa velocemente dalla macchina, seguita a ruota da sua sorella, la quale, avviandosi sul prato della scuola, si è pure girata a guardarmi con un largo sorriso stampato sulla faccia.
Cosa staranno tramando queste due? – mi sono chiesto per la seconda volta in quella stessa mattina – Accidenti – ho pensato avviandomi verso l’ufficio – non penseranno mica di’no, impossibile! – ho concluso, cancellando dalla mia mente l’idea che le mie bambine potessero covare sogni incestuosi nei miei confronti.
Tuttavia, questo terribile pensiero ha continuato a tormentarmi per tutta la mattinata ed anche durante il pranzo. Per tutto il pomeriggio poi, sono stato occupato in una riunione con i responsabili dei settori, cosicché è stato poco prima di lasciare l’ufficio che ho potuto telefonare a casa per sapere come stavano andando le cose.

– Pronto? – ha risposto mia figlia Raquel, dopo qualche squillo.
– Ciao, piccola’sono papà. E’ tutto okay, lì? – le ho chiesto, quasi contento del fatto che fosse stata lei a rispondere piuttosto che sua sorella.
– Oh sì, papi – mi ha tranquillizzato lei – Tutto bene! Sai’ – ha continuato poi – ‘Cynthia ed io ti stiamo preparando la cena. Quando pensi di arrivare?
– Oh’tra circa un’ora’ – le ho risposto io, infilandomi nel contempo la giacca – ‘al massimo un’ora e mezza sarò a casa, tesoro!
– Uh’ti aspettiamo, allora, papi’arriva presto! – ha replicato Raquel con una voce’strana’che non le avevo mai sentito prima.
Ormai convinto, comunque, che le mie fossero tutte fisime, sono salito in auto e mi sono diretto verso casa, dove – effettivamente – sono arrivato dopo circa un’ora e mezza.
Era ormai sera inoltrata, ma – ci ho fatto caso, inoltrandomi nel vialetto d’ingresso – le luci erano quasi del tutto spente’a guardarci bene, però, sembrava che quella sera l’elettricità fosse stata sostituita dalla fiamma tremula delle candele.
Le ragazze hanno voluto farmi una sorpresa! – ho pensato, sorridendo tra me e me, mentre parcheggiavo l’auto nel garage – E chissà che cenetta mi avranno preparato’mah’stiamo a vedere!

Una volta entrato in casa, comunque, ho dovuto costatare che la realtà superava di gran lunga ogni mia aspettativa’la sala da pranzo era immersa nella semioscurità e, dappertutto, sopra il tavolo imbandito e qua e là, sopra i mobili, c’erano candele accese, di tutte le dimensioni, che avevano peraltro già sparso abbondantemente il loro profumo nel pur vasto ambiente della sala.
Meravigliato, ho lasciato la valigetta e la giacca sulla poltrona e quindi mi sono diretto verso la cucina, da dove sentivo provenire le voci delle due ragazze, le quali – evidentemente – non mi avevano sentito arrivare.
Giunto sulla porta sono rimasto impietrito, incapace di dire o di fare qualcosa che non fosse guardare allibito le mie due figlie che si stavano dando da fare intorno ai fornelli’più nude, accidenti a loro, che vestite!
Raquel la rossa, che stava rimescolando qualcosa in un tegame posto sul fuoco, infatti, indossava soltanto un baby-doll in raso, dalle spalline sottili, che – non ho potuto fare a meno di notare – le lasciava scoperte, le braccia ed il décolleté e le arrivava a malapena a metà coscia.
Sua sorella, la bionda Cynthia, che stava estraendo una bottiglia di vino dal frigorifero – d’altra parte – non aveva addosso nient’altro che un minuscolo reggiseno ed un paio di slip sgambatissimi ad esibire le cosce e le lunghe gambe affusolate.
Entrambe, poi – ho notato – avevano i capelli sciolti ed erano del tutto scalze.

– Oh’ciao papi! – mi hanno salutato, sorridendomi, quando si sono accorte della mia presenza – Sei arrivato finalmente! – hanno aggiunto, quasi all’unisono, tralasciando quello che stavano facendo ed avvicinandomisi.
– Ebbene, ragazze’ – ho chiesto loro, accarezzandole affettuosamente – ‘cos’è questa storia’eh? Non vi sembra di aver esagerato? – le ho incalzate, alludendo al loro succinto abbigliamento – Va bene che fa caldo, ma’accidenti’guardatevi’ – ho continuato, con voce improvvisamente arrocchitasi – ‘siete mezze nude, bambine mie!
– Oh’dai, papà’siamo grandi abbastanza ormai! – ha soggiunto Cynthia, passandomi una mano sul petto fino a raggiungere il nodo della cravatta – Forza, invece’ – mi ha sussurrato, allentandomelo – ‘mettiti in libertà anche tu e poi vieni a cena’mm’cosa ne dici?
– Sì’dai, papi’ – mi ha incitato a quel punto Raquel, guardandomi negli occhi – ‘vai a metterti comodo mentre noi finiamo di apparecchiare!
A quel punto, allora, sono andato di sopra e quindi, dopo aver fatto una doccia veloce, mi sono cambiato, indossando una maglietta ed un paio di pantaloncini, dopodiché sono sceso per la cena.

Le mie due figliole si sono subito affaccendate intorno a me, dimostrandosi davvero premurose: Raquel mi riempiva il piatto e Cynthia mi colmava il bicchiere, ogni volta che ce n’era bisogno.
Loro, d’altra parte, mentre piluccavano appena il cibo, non lesinavano affatto il superbo Chamblis naturalmente frizzante che avevano evidentemente recuperato dalla cantina e che io tenevo da parte per un’occasione speciale’ma, d’altra parte – come rimproverarle? – non era forse un’occasione speciale quella?
In breve – mentre mangiavamo – ci siamo messi a ridere ed a scherzare, aiutati non poco, in questo caso dal vino che avevamo bevuto.
Le mie due ragazze erano splendide e’accidenti’mi sono reso conto improvvisamente’del tutto disinibite! Se non fossero le mie figlie – ho pensato ad un tratto – ci farei volentieri quattro salti con queste due!
A quel punto – come se mi avessero letto nel pensiero – entrambe, pressoché contemporaneamente, si sono alzate dalle loro sedie e quindi, avvicinandomisi, sono venute a sedersi sulle mie ginocchia, una per parte, come quando erano bambine ed istintivamente io le ho abbracciate, attirandole a me.

– Ti è piaciuta la cenetta, papi? – mi ha chiesto Cynthia con voce maliziosa, accarezzandomi una guancia ed accostando il suo volto al mio.
– Uh’sì, moltissimo – le ho risposto io, mentre Raquel mi faceva scorrere una mano sul torace.
Eravamo vicinissimi’come non lo eravamo mai stati prima’sentivo il calore dei loro giovani corpi seminudi avvolgermi e scaldarmi.
In quel momento, inutile negarlo, ero eccitatissimo e’si sa, l’eccitazione gioca brutti scherzi. Il membro mi si è improvvisamente inturgidito e le mie due figlie, naturalmente, se ne sono accorte subito. Me ne sono reso conto dallo sguardo che si sono scambiate’accidenti a loro’come a dire – Hai visto che gliel’abbiamo fatto venire duro?
Imbarazzatissimo, ho capito allora che ero in loro potere e quindi, nel disperato tentativo di disimpegnarmi per l’ennesima volta da una situazione difficile come quella, ho proposto alle mie due figlie di metterci comodi
– Cosa ne direste se ci sedessimo sul divano, ragazze’mm? – ho proposto loro facendole alzare e riuscendo per il momento ad allentare la tensione erotica che si era venuta a creare tra noi.

A quel punto avevamo terminato di cenare ed eravamo tutti e tre – devo ammetterlo – un po’ brilli.
Cynthia e Raquel mi hanno abbracciato e quindi, tutti insieme ci siamo diretti verso il divano, sul quale infine ci siamo rilassati, io al centro e le due ragazze accoccolate al mio fianco, una a desta ed una a sinistra.
Cynthia, ad un tratto, rompendo ogni indugio, ha allungato una delle sue piccole deliziose manine e scendendo verso il basso me l’ha dapprima appoggiata sopra il pene e quindi ha cominciato a farmela scorrere sopra, lentamente, senza fretta, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
– Cosa stai combinando, Cynthia? – le ho chiesto con voce arrochita dall’eccitazione, non facendo niente comunque per ritrarmi da quella deliziosa carezza – Ti ricordi chi sono’mm? Ti rendi conto di cosa stai facendo?
– Oh’certo, papi! – mi ha risposto lei, accentuando peraltro la profondità della sua stimolazione ed accelerandone il ritmo – Certo che ci rendiamo conto di quello che stiamo facendo’vero, Raquel? – ha chiesto a sua sorella, in un sussurro.
– E’ da un po’ di tempo che ti abbiamo messo gli occhi addosso, sai, papi? – ha continuato sua sorella, infilandomi nel frattempo una mano sotto la maglietta ad accarezzarmi con dita leggere il torace ed il ventre -Non dirci che adesso non l’hai capito cosa vogliamo da te’mm?
– Sentite ragazze’ – ho sussurrato loro a quel punto, conscio di essermi lasciato trascinare troppo oltre – ‘lasciamo perdere, d’accordo? Sono pur sempre vostro padre’ve ne ricordate o no?
– Certo che ce ne ricordiamo! – mi ha bisbigliato Cynthia – Ma in questo momento sei anche – e soprattutto! – il maschione che’se volesse’potrebbe soddisfare tutte le nostre voglie, capisci? ‘ E, così dicendo, con la mano non impegnata a masturbarmi, si è scostata una delle coppe del reggiseno e quindi, denudatasi la mammella, me l’ha avvicinata al volto, provocandomi così oltre ogni limite. Il suo capezzolo era turgido, sporgente e sembrava una caramella di gomma morbida.
Incapace di resistere oltre alla tentazione, allora, ho cominciato a slinguarglielo, lentamente, pennellandoglielo con la punta della lingua e passando poi a succhiottarglielo, mentre Cynthia – denudatasi nel frattempo anche l’altro seno – gemeva felice.
– Succhiami anche questa, papi! – mi ha incitato la puttanella, afferrandomi per i capelli e costringendomi a spostare la bocca dall’una all’altra delle sue splendide piccole mammelle – Oh’è fantastico! – ha sussurrato ad un tratto mia figlia mentre io le lavoravo anche l’altro caporello, suggendoglielo con entusiasmo crescente.
– Ehi’ci sono anch’io! – ha esclamato ad un tratto Raquel, facendomi voltare istintivamente verso di lei.

Anche la rossa, nel frattempo, si era denudata il seno, abbassandosi le spalline del baby-doll ed anche a lei, coscienziosamente, da bravo padre di famiglia, ho leccato e succhiato i capezzoli, prima l’uno e dopo l’altro, protendendomi verso le mammelle che la mia figlia più piccola (‘ma evidentemente non meno porca!) mi porgeva alternativamente, stringendosele tra le piccole mani, gemendo e sospirando nel frattempo di piacere.
Con la coda dell’occhio, nel frattempo, ho visto che Cynthia – dopo essersi alzata dal divano ed essersi liberata del reggiseno – si stava abbassando anche gli slip.
Staccandomi per un attimo dal seno di Raquel – quindi – l’ho ammirata, mentre – ritta di fronte a me e del tutto nuda – mia figlia, accortasi che la stavo guardando, si accarezzava il corpo eburneo e glabro, tempestato di efelidi.
– Ti piaccio, papi? – mi ha chiesto con voce maliziosa, subito prima di inginocchiarsi per terra, sul tappeto, tra le mie gambe, dandosi quindi da fare per cercare di abbassarmi i calzoncini.

Stavo per protestare’per dirle di non farlo, ma proprio in quel momento Raquel, prendendomi il viso tra le mani, mi ha costretto a voltarmi verso di lei dopodiché, protendendomi sopra di me, mi ha fatto dischiudere le labbra e vi ha incollato le sue, infilandomi quindi la lingua in bocca e cominciando subito dopo a mulinarmela dentro.
A quel punto non ho davvero più avuto la forza di reagire’infatti, non solo ho gradito il focoso bacio della mia piccola, ma anzi dopo una pausa fatta per riprendere fiato, pazzo di eccitazione – l’ho afferrata per i capelli e l’ho attratta a me, succhiandole e morsicandole le labbra e ficcandole a mia volta la lingua in bocca.

Nel frattempo, Cynthia era riuscita a calarmi del tutto i calzoncini e gli slip, mettendomi a nudo il membro ormai già completamente in tiro, il quale – finalmente libero dalla sua ormai angusta prigione – si è disteso in tutta la sua lunghezza: venti centimetri di soda carne umana, dai grossi testicoli pelosi fino alla sommità del glande.
A quella vista mia figlia è arrossita fino alla radice dei capelli, emettendo nel frattempo un gemito soffocato.
– Wow! – ha esclamato con voce affievolita dall’eccitazione – Accidenti’davvero non me lo facevo così grosso! Guarda Raquel’ – ha continuato spalancando gli occhi dalla sorpresa – ‘guarda che razza di nerchia che si ritrova il nostro paparino!
Subito dopo, poi, ripresasi dallo stupore, mentre sua sorella ed io la guardavamo, la mia bionda figliola, mi ha fatto scendere i pantaloncini lungo le gambe e, in un attimo, me li ha tolti completamente, gettandoli quindi da parte.
Poi, prima che io potessi fare qualsiasi cosa per reagire, mi ha fatto allargare le gambe e mi si è sistemata in mezzo, spingendosi in avanti fino ad arrivare ad accarezzarmi l’interno delle cosce con i seni, dopodiché ha cominciato a farmi scorrere i polpastrelli delle dita lungo tutto il membro, apprezzandone la serica durezza.
– Ma lo sai, papi’ – mi ha sussurrato ad un tratto, alzando gli splendidi occhi verso di me – ‘che hai un cazzo da favola’mm? – E, così dicendo, se n’è impadronita, stringendoselo nella piccola mano e – senza smettere mai di guardarmi – ha preso a masturbarmi, lentamente, facendomi salire e scendere il cappuccio di pelle del glande, mentre nel frattempo mi sorrideva maliziosamente.

A quel punto Raquel, eccitatissima, si è alzata dal divano, lasciandosi scivolare il baby-doll lungo il corpo e rimanendosene quindi anche lei del tutto nuda, dopodiché ha raggiunto sua sorella, inginocchiandosi anch’essa sul tappeto.
Ecco che – dunque – le avevo tutt’e due ai miei piedi, le mie belle figliole, le quali – nude come la loro mamma le aveva fatte! – mi guardavano con occhi resi languidi dalla lussuria che ormai le pervadeva completamente.
Come potevo resistere oltre?
Impulsivamente, allora, mi sono alzato, togliendomi nel contempo la maglietta – l’unico indumento che mi era rimasto addosso – e mi sono spudoratamente offerto loro, con il membro teso come un palo di carne verso i loro visi.
Le mie bambine hanno mugolato, felici’in quel momento tra noi non esisteva più alcun freno inibitore. Ormai non eravamo più padre e figlie ma soltanto un maschio e due femmine, ciascuno alla ricerca del proprio piacere!

Cynthia ha allungato una mano e con dita leggere, mi ha afferrato il membro alla base, facendo ritrarre in questo modo il cappuccio di pelle che ricopriva il glande dopodiché – mentre Raquel, protendendosi a sua volta verso il mio pene e guardandomi con voluttà, ne pennellava delicatamente con la punta della lingua l’asta costellata di vene turgide – ha spalancato la bocca e, guardandomi a sua volta con estrema lascivia, se l’è infilato tra le labbra dischiuse, posandosene quindi la punta appena appena scappellata sulla lingua.
Un attimo dopo, poi, mentre Raquel – osservando ciò che la sorella mi stava facendo, aveva cominciato ad ansimare eccitata – Cynthia ha nuovamente stretto le labbra, imprigionandomi il glande nella sua piccola bocca calda ed accogliente, dopodiché, muovendo avanti ed indietro la testa, ha cominciato a succhiarmi il membro – lentamente, quasi con circospezione, continuando peraltro nel frattempo a fissarmi spudoratamente con occhi colmi di lussuria.
– Mm’Cynthia, piccola mia’hai una bocca da fata! – le ho sussurrato allora io, contraccambiando il suo sguardo – Continua così, dai! – l’ho incoraggiata.
Al che, preso coraggio, mia figlia, sempre sorreggendomi alla base il membro delicatamente stretto tra le dita, se l’è imboccato – arrivando ad ingoiarsene una notevole porzione – ed è quindi passata a spompinarmi con foga, soffermandosi però ogni tanto, dopo essersi fatta sgusciare il pene dalla bocca, a slinguarmi la cappellona turgida, frullandomela con la lingua mentre mi guardava di sottecchi con espressione vogliosa.
– Sei favolosa! – le ho sibilato io, eccitatissimo, mentre -posandole una mano sul capo per attrarla a me – la incitavo a riprendere la fellazione – Dai, bambina’dacci dentro!
Cosa che Cynthia ha preso a fare alla grande, pompandomi come una forsennata, giungendo ad infilarsi in bocca fino ai testicoli il mio membro ormai enormemente ingrossato, mentre io – pazzo di eccitazione – spingevo a mia volta il bacino verso di lei, andandole incontro, così che alla fine non si poteva dire se era lei a succhiarmi od io a scoparla!
Dopo qualche minuto di tale eccitante andirivieni, però, Cynthia (‘povera piccola, evidentemente non abituata, in questi casi, a respirare con il naso!) ha dovuto rassegnarsi a fermarsi per prendere fiato. Fattasi quindi scivolare fuori dalla bocca il pene schiumante della sua saliva, si è concessa un attimo di tregua, la punta del naso a pochi centimetri dalla sommità del glande tumefatto.
– Accidenti, papà’ – mi ha sussurrato, ansimante, guardandomi con occhi colmi di libidine – ‘hai un cazzo davvero grosso, sai? Mi fa male la bocca a forza di succhiartelo!

– Allora fatti in là, sorellina! – le ha sibilato Raquel a quel punto, spingendola da parte – Tocca a me, adesso!
E così dicendo, la rossa ha preso il posto della sorella ai miei piedi, allungando nel frattempo prontamente una mano ad impadronirsi del mio membro, lucido della saliva di Cynthia e quindi ancora abbondantemente lubrificato.
Un attimo dopo, poi, la mia piccola Raquel ha cominciato a masturbarmi, dapprima lentamente e poi con sempre maggiore foga, facendomi scorrere su e giù lungo tutta l’asta la piccola mano, mentre – guardandomi con intensa lascivia – mi ringhiava oscenità, dicendomi che ero un maiale, un porco voglioso che non vedeva l’ora di fottersi le sue povere, ingenue bambine!
Stavo per replicarle quello che si meritava quando, protendendosi improvvisamente in avanti con la bocca spalancata, Raquel si è infilata a sua volta il membro in bocca, ingoiandoselo tutto – centimetro dopo centimetro – ed iniziando quindi a deliziarmi con un avvolgente massaggio di labbra e di lingua che mi hanno fatto gemere di piacere.
– Ahhh’che goduria! – le ho mormorato, posandole una mano sulla testa, arruffandole i rossi capelli – Tu sì che ci sai fare, piccola! Dai, gioia’ – l’ho incitata, come avevo fatto per sua sorella – ‘succhiami il cazzo come si deve, adesso’ fai vedere al tuo papà quanto sei brava!
Al che mia figlia ha cominciato a sua volta a darci dentro alla grande, pompandomi come una forsennata, andando avanti ed indietro con la testa, facendosi dapprima sgusciare fuori dalla bocca quasi tutto il pene per poi tornare ad ingoiarselo, in un delizioso andirivieni che in breve mi hanno fatto ribollire lo sperma nei testicoli, facendomi giungere sull’orlo dell’orgasmo.
Non volendo però rovinarmi la festa proprio sul più bello, ho afferrato Raquel per i capelli, supplicandola di fermarsi, cosa che la mia piccola ha provveduto a fare quasi subito, non prima – comunque – di avermi elargito un altro paio di vigorose succhiate.

– Siete due pompinare fantastiche, figlie mie! – ho sussurrato loro, mentre inginocchiate ai miei piedi – con i capelli bagnati di sudore e le labbra ed il mento lucidi di saliva – Cynthia e Raquel mi guardavano, evidentemente soddisfatte – Adesso, però’ – ho continuato, chinandomi quindi ad accarezzarle entrambe – ‘voglio divertirmi io un po’ con voi. Mm’cosa ne dite, bambine?
– Wow – hanno esclamato entrambe, quasi all’unisono, scambiandosi uno sguardo complice.
– Non ne vedo l’ora! – mi ha sussurrato Raquel, subito prima di passarsi la lingua sulle labbra, accarezzandosi nel contempo i capezzoloni turgidi.
– Cosa stiamo aspettando? – si è chiesta allora Cynthia, guardando alternativamente me e sua sorella – Io ho già la fica in fiamme! – ha affermato, infilandosi contemporaneamente una mano tra le cosce.
– Mm’a chi lo dici! – le ha risposto la mia piccola rossa, tornando a guardarmi – Dai, papi’ – mi ha sussurrato quindi con occhi languidi – ‘facci la festa come si deve!
– Okay – ho approvato io a quel punto, raddrizzandomi, con il membro ancora prepotentemente in tiro – Forza, ragazze’sistematevi per bene sul divano, allora!

Immediatamente, allora, Cynthia e Raquel si sono alzate in piedi e si sono sedute sul divano, aspettando la mia mossa successiva, mentre io, guardandole – bellissime e nudissime – mi masturbavo, lentamente, facendomi scorrere la mano lungo il pene.
– Non vedo l’ora che tu me lo sbatta dentro, sai, papi? – mi ha sussurrato Cynthia, sorridendomi maliziosamente – Il tuo birillone di carne, intendo! – ha aggiunto poi, ridendo, dopodiché, adagiandosi voluttuosamente all’indietro contro la testiera del divano, ha allargato le gambe, esibendomi, in tutta la sua oscena bellezza, la sua piccola deliziosa vulvetta, nuda e succosa, completamente depilata, dalle piccole ninfe leggermente dischiuse. Tutto questo diceva, la biondina, mentre si accarezzava i seni, tondi come mele, dai piccoli capezzoli rosei.
– Mm’anch’io paparino! – mi ha mormorato di rimando Raquel, sdraiandosi invece di lato, accanto alla sorella – La mia fichetta già smania per il tuo grosso cazzone’guarda! – E così dicendo, schiudendo a sua volta le gambe, si è allargata con le dita le labbra della vulva – che come quella della sorella era accuratamente rasata – esibendomene le pareti interne, di un color rosa vivo, rese luccicanti dalle già abbondanti secrezioni vaginali.
– Siete due troie! – ho sibilato loro, avvicinandomi, già fuori di me dal desiderio di affondare e quindi rimestare la mia clave di carne nei loro teneri ventri – Vi fotterei anche subito, sapete, bambine? Ma prima’ – ho sussurrato loro, inginocchiandomi per terra, sul tappeto, ai loro piedi – ‘voglio godermi un po’ le vostre fichette! Dai, Cynthia’ – ho ordinato alla biondina – ‘apri bene le gambine’fai spazio a papà, forza!

Al che la mia figlia maggiore, obbediente, ha sporto all’infuori il bacino e divaricato al massimo le gambe, alzandole ed appoggiando quindi i talloni sull’orlo del divano, così da permettermi di infilarmi agevolmente tra di esse, cosa che io mi sono affrettato a fare, posizionandomi in modo tale da avere la sua vulva – una piccola oscena conchiglia afrorosa dalle tenere valve schiumanti – a pochi centimetri dalla bocca e dal naso.
– Dolce bambina mia – le ho sussurrato, subito prima di posarle un tenero bacio alla sommità delle ninfe.
– Leccami, papi! – mi ha sussurrato Cynthia a quel punto, chinando la testa per vedere cosa stavo per farle, al che io, allora, le ho allargato delicatamente con le dita le labbra della vulva e quindi, dopo averle fatto scorrere la punta della lingua dal basso verso l’alto lungo tutta la fessura, mi sono concentrato sulla sua clitoride, un piccolo, delizioso, turgido grilletto che ho poi preso a slinguarle con passione, mentre mia figlia – stringendosi le caviglie con le mani – mugolava e sospirava, dimenando il bacino in preda ad un piacere sfrenato.
– Oddio’oddio! – gemeva la biondina, ad occhi chiusi ed a bocca aperta, facendo oscillare la testa da una parte all’altra – Mm…è bellissimo, papi! Continua’ti prego’non smettere!
Io allora sono passato alla seconda fase, posizionandomi in modo da poterle tenere allargate le labbra della vulva solo con le dita della mano sinistra. Poi, senza mai smettere di leccarle la clitoride, le ho infilato senza difficoltà fino alle nocche due intere dita nella vagina, dopodiché ho cominciato a masturbarla, facendogliele scorrere dentro, avanti ed indietro, a ritmo accelerato e senza mai fermarmi, mentre la mia vittima si dimenava senza più alcun ritegno, mugolando come una cagnolina in calore.
Nessuna femmina avrebbe potuto resistere a lungo a quell’azione combinata e tanto meno mia figlia Cynthia, eccitata com’era!
Dopo pochi minuti di quel trattamento, infatti, la biondina ha raggiunto il culmine dell’orgasmo, sobbalzando più volte sopra il divano, mentre singhiozzava di piacere!

Gli spasmi di Cynthia non si erano ancora conclusi che già la mia attenzione si era spostata verso Raquel, la quale – considerato il trattamento subito dalla sorella ed evidentemente entusiasta della prospettiva – si era nel frattempo affrettata a posizionarsi a sua volta in modo da farmi avere campo libero.
La rossa, infatti, si era stravaccata all’indietro contro la testiera del divano, con le gambe divaricate come quelle di una rana e con i talloni ben piantati, ma – a differenza di Cynthia – non aveva avuto nessun pudore ad offrirmisi con la vulva già del tutto aperta alle mie voglie.
– Mangiami la fica, papi! – mi ha infatti incitato la mia figlia minore, con voce resa roca dalla tremenda eccitazione che la pervadeva, tenendosi ben aperte con le dita le grosse ninfe carnose.
Io, allora, che non chiedevo davvero di meglio, mi sono avvicinato, le ho infilato la testa tra le cosce e quindi, dopo averla gratificata con una serie di corpose raspate che l’hanno fatta vibrare di piacere, ho indurito la punta della lingua e gliel’ho infilata nella vagina colante di umori, una’due’tre volte, avanti ed indietro – come se fosse un piccolo membro – finché Raquel ad un certo punto non ha cominciato anch’essa a dimenare i fianchi, a gemere ed a mugolare, senza peraltro – e questo mi ha fatto eccitare moltissimo – smettere di guardare me e ciò che le stavo facendo.
A quel punto, allora, mi sono scostato e – come per Cynthia – alla lingua ho sostituito l’indice ed il medio della mano destra, che le ho infilato nella vagina di Raquel fino alle nocche, cominciando quindi subito dopo a farvegliele scorrere dentro, in un estenuante andirivieni. Mentre la masturbavo, mia figlia continuava a fissarmi, quasi con aria di sfida, stringendo nel frattempo i piccoli denti candidi per non gridare.
– Porco – mi ha sibilato ad un tratto la rossa, i lineamenti stravolti dalla lussuria – Cosa aspetti a fottermi? Non senti’ – ha continuato con voce arrochita – ‘che adesso sono pronta per il tuo grosso cazzo’mm? Non senti che sto sborrando come una fontana? Dai’ – mi ha incitato – ‘mettimelo su, papi’cosa aspetti?

Al che io, a quel punto a mia volta arrazzato come un mandrillo, non ci ho pensato due volte, a sfilarle le dita dalla vagina, a tirarla verso di me in modo che i nostri due sessi fossero l’uno a portata dell’altro e quindi, dopo essermi afferrato il membro, a piazzarle il grosso glande paonazzo tra le labbra della vulva.
– Sei sicura che è quello che vuoi, bambina? – le ho chiesto io, più che altro per scrupolo, guardandola negli occhi, mentre nel frattempo le strusciavo la cappellona tra le ninfe, lubrificandola con gli umori che essudavano dalla sua fessura.
– Oh sì! – mi ha riposto lei, contraccambiando il mio sguardo – Voglio che il mio paparino mi fotta! Mi fotta’e poi mi fotta ancora! Avanti’non farti pregare, maledizione’scopami! – ha soggiunto poi, sorridendomi.
E’ stato così che, un attimo dopo, esercitando appena una leggera pressione in avanti, sono penetrato in mia figlia, scivolando nelle sue carni palpitanti, come un coltello scivola nel burro fuso.
Raquel ha emesso un gemito, strabuzzando gli occhi, mentre venti centimetri di carne umana le riempivano la vagina, tappandogliela completamente.
– Oooh! – è riuscita a dire alla fine, guardandomi fissa negli occhi – Cazzo’ – mi ha mormorato – ‘non mi sono mai sentita così’ piena! Mm’papi’è fantastico!
– Questo è niente, gioia mia! – le ho sussurrato io, afferrandola per le cosce per farla avvicinare ancora di più a me – Aspetta che cominci a fotterti sul serio! – E così dicendo, ho iniziato, facendo oscillare avanti ed indietro il bacino, a muovermi dentro di lei, dapprima lentamente, facendo uscire e quindi rientrare solo di qualche centimetro il membro dalla sua vagina e poi, man mano che le pareti di questa si adattavano come un guanto al mio membro, sempre più velocemente, dapprima ritirandomi e quindi spingendomi gagliardamente nella sua cavernosa profondità.
Raquel ha cominciato a gemere, forte, ogni volta che la mia clava di carne la penetrava, riempiendola e sfregandole ruvidamente le pareti della vagina. La mia piccola era fuori di sé dall’eccitazione: tenendosi strette le caviglie tra le mani, guardava alternativamente me che la stavo scopando ed il mio membro che le scorreva nel ventre.

A quel punto, sua sorella Cynthia – che fino a quel momento se ne era rimasta acquattata nel suo angolo, masturbandosi furiosamente mentre guardava noi due scopare – le si è avvicinata, inginocchiandosi sopra il divano e protendendosi sopra di lei, le ha raggiunto con la mano la vulva, cominciando quindi ad accarezzarle il grosso grillettone turgido della clitoride.
Sotto l’estenuante carezza di Cynthia, Raquel ha reclinato indietro la testa ed cominciato a vibrare, emettendo nel frattempo un roco gemito di gola che mi ha fatto accapponare la pelle.
Era evidente che stava per godere ed allora io, arrazzato come un mandrillo, ho accentuato il ritmo del coito, rifilandole in pochi attimi una raffica di colpi che l’hanno fatta gridare.
Al culmine di quel trattamento – mentre sua sorella continuava imperterrita a masturbarla – Raquel è finalmente venuta, agitandosi come un’assatanata, scuotendo i fianchi e muggendo come una giovenca!

Qualche istante dopo, poi, mentre mia figlia si adagiava sfinita all’indietro, io mi sono sfilato da lei, estraendole dalla vagina il membro lucido dei suoi umori.
Lestamente, a quel punto, Cynthia ha abbandonato sua sorella ed è tornata ad accovacciarsi nel suo angolo di divano, dove – voltandomi le spalle – si è inginocchiata, mettendosi a quattro zampe, dopodiché ha sporto all’infuori e verso l’alto il suo delizioso piccolo sedere dalle natiche rotonde e rosa come pesche, tra le quali occhieggiava il forello anale, grinzoso come una boccuccia.
Subito dopo, poi, si è infilata una mano al di sotto del corpo e quindi, mentre si girava verso di me per scrutare le mie reazioni, si è allargata con le dita le labbra della vulva, rivelandomene l’interno reso luccicante dai suoi umori vaginali.
– Vieni, paparino – mi ha incitato quindi con voce suadente, invitandomi a penetrarla da dietro – vieni a fottere la tua piccola Cynthia – mi ha incalzato – Tocca a me, adesso!
– Sì, gioia mia – le ho sussurrato io, posizionandomi dietro di lei e posandole le mani sulle piccole natiche sode, fin quasi a sfiorarle la vulva con la punta del pene – Adesso tocca a te!
– Fottimi, allora’cosa aspetti? – mi ha chiesto allora lei, digrignando i denti – Ho una spaventosa voglia di cazzo’forza, papi’sbattimelo dentro fino alle palle!
Io allora, presomi in mano il membro, gliene ho collocato la grossa punta tra le ninfe, cominciando quindi subito dopo a fargliela scorrere lungo la fessura, per renderlo scorrevole al punto giusto.
– Dai, papi, mettimelo dentro! – mi ha ringhiato lei a quel punto, impaziente – Vedrai che mi troverai bagnata al punto giusto per il tuo cazzone!
Sentito il che, io non ho indugiato oltre e l’ho penetrata, dapprima infilandole con circospezione il membro nella vagina, lentamente, centimetro dopo centimetro e quindi – resomi conto che quanto Cynthia aveva detto era vero – spingendomi in lei con sempre maggiore decisione, fino a conficcarmi profondamente nella sua calda, accogliente cavità cavernosa.
– Aaahhh – ha gemuto la mia piccola quando si è resa conto di cosa si ritrovava infilato nel ventre – Porca puttana’ – ha singhiozzato poi, muovendo appena il bacino, come per sentirselo bene dentro – ‘che nerchione hai, papi!
– Ti faccio male, piccola? – le ho chiesto io premuroso, avvertendo come le sue pareti vaginali si stringessero intorno al membro.
– Oh no! – mi ha risposto lei, riprendendosi – E’ che non ne ho mai presi di così grossi, accidenti!
– In effetti ti ho lasciato fuori solo le palle! – le ho sussurrato io, a quel accarezzandole dolcemente la schiena – Ti senti piena, tesoro mio?
– Oh sì! – mi ha risposto lei – Dai, papi’ – mi ha esortato poi, girandosi a guardarmi con occhi colmi di lussuria – ‘dacci dentro adesso, dai!
Cosa che io, dopo averla afferrata saldamente per i fianchi snelli, ho subito cominciato a fare, prendendo a ritirarmi e poi ad affondare di nuovo in lei, dapprima lentamente e quindi – man mano che il suo canale si adattava alle dimensioni del mio spadone – sempre più velocemente, un attimo prima estraendogliene dalla vagina ormai rorida di sborra una buona metà, per tornare a reinfilargliela dentro l’attimo dopo.
Durante questa entusiasmante galoppata, mia figlia ha cominciato a gemere ed a singhiozzare senza più alcun ritegno – Oh’ssì, papi’oh’ssì! – mi incitava, mentre – piena della mia carne – dimenava oscenamente il bacino per venire incontro al mio colpi, così da goderseli meglio. Era sudata fradicia per lo sforzo ed i biondi capelli le si erano attaccati al capo a causa del sudore’.cazzo, mi piaceva da morire!
Incredibile – ho pensato in un lampo – mi sto scopando mia figlia alla pecorina’mia figlia! Accidenti’che porco che sono!
Subito dopo, quindi, eccitatissimo, le ho abbrancato le natiche e gliele ho allargate, così da poterla penetrare meglio, dopodiché le ho rifilato una raffica di affondi che l’hanno fatta urlare, mentre io mi arrappavo sempre di più guardando il membro che spariva e quindi riappariva, scorrendole senza sosta nella vagina.

Sua sorella Raquel, che nel frattempo si era ripresa dagli effetti della goduta, ad un tratto mi è venuta alle spalle e mentre io fottevo sua sorella, ha cominciato ad accarezzarmi la schiena, facendovi scorrere sopra prima i palmi delle mani e quindi le unghie.
Dopo qualche minuto, poi, si è alzata, mi è venuta vicino e si è protesa a baciarmi sulle labbra. Io ho risposto al suo bacio. Ci siamo infilati a vicenda le lingue in bocca, mugolando come due pazzi, mentre io continuavo a scopare Cynthia, saziandomi delle sue calde carni pulsanti.
Raquel però mi attizzava di più! Ero pazzo di eccitazione’ormai non capivo più niente! L’unica cosa che volevo, in quel momento, era continuare a possedere carnalmente le mie due figliole, senza dar loro tregua.
Così, improvvisamente, cedendo alle avances della rossa, mi sono sfilato dalla vagina di Cynthia e poi, mentre questa si lamentava piagnucolando di essere stata piantata in asso sul più bello, mi sono seduto sul divano, ho afferrato Raquel e me la sono fatta montare sopra a cavalcioni, faccia a faccia, i suoi seni contro il mio torace, il mio pene tra le sue cosce bollenti.
Mia figlia ha capito subito a cosa puntavo e quindi, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, si è sollevata sopra di me quanto bastava per infilare una mano verso il basso, afferrare il membro e pilotarsene la grossa testona all’imboccatura della vagina, tra le grosse labbra carnose che si sono subito dischiuse come una boccuccia intorno al mio glande, accogliendolo.
Un attimo dopo, poi, mentre io le accarezzavo i fianchi e le cosce, la mia piccola – guardandomi fisso negli occhi, come se volesse impadronirsi della mia anima – si è lasciata scivolare verso il basso, conficcandosi senza esitazioni il mio grosso palo di carne della vagina.
– Ohhh! – ha gemuto la rossa, gettando all’indietro la testa, mentre il mio pene le scivolava in profondità, possedendola – Non mi stancherei mai di fottermi sul tuo grosso cazzo, sai papi? – mi ha sibilato poi, tornando a guardarmi e, così dicendo, appoggiandosi con le mani al mio torace, ha cominciato, alzandosi e riabbassandosi, ad impalarsi sul mio membro, un attimo prima quasi rischiando di farselo sgusciare fuori, un attimo dopo sedendovisi sopra fin quasi a schiacciarmi i testicoli, mentre io – afferratala per i fianchi – la aiutavo a sostenere il ritmo della sua montata, che – cominciata in tono blando – si è piano piano trasformata in un galoppata sfrenata. Nel frattempo, inoltre, le slinguavo i capezzoli, prima l’uno e poi l’altro, non appena questi mi venivano a tiro.

Cynthia, frattanto, si era alzata ed era venuta ad inginocchiarsi accanto a me, prendendo quindi ad accarezzarmi il fianco ed il ventre.
– Ti voglio, papi! – mi ha sussurrato, protendendosi a guardarmi, quasi ignorando sua sorella, che nel frattempo, a bocca aperta ed a occhi socchiusi, continuava imperterrita ad impalarsi sul mio membro – Voglio che tu mi fotta ancora!
– Aspetta il tuo turno, sgualdrinella! – le ho sibilato io in risposta, in quel momento non volendo rinunciare per niente al mondo a godermi la deliziosa fichetta della piccola Raquel, la quale – però – da un tratto, dopo aver progressivamente rallentato il ritmo della sua cavalcata, si è lasciata andare, abbandonandosi poi contro il mio torace ed accasciandosi verso il basso, evidentemente provata dalla cavalcata. Accidenti’peggio per lei!

A quel punto, assolutamente assatanato, mi sono affrettato – senza perdere neanche un attimo – a disarcionarla, togliendomela di dosso e costringendola ad adagiarsi sul divano.
– Vieni, adesso! – ho ordinato quindi subito dopo a Cynthia, invitandola a prendere il posto di sua sorella.
Immediatamente, come se non aspettasse altro, la biondina è salita in ginocchio sul divano, aspettandosi di montarmi come aveva fatto Raquel.
Io invece, l’ho fatta alzare e quindi girare, in modo che mi montasse voltandomi le spalle. Mia figlia allora, intuendo le mie intenzioni, mi ha scavalcato, mettendomi una gamba da una parte e una dall’altra e quindi, mentre io la afferravo per i fianchi, si è lasciata scivolare verso il basso, fino a portare il suo bacino a contatto con il mio.
Un attimo dopo, poi, ha allungato una mano e dopo essersi impadronita del pene, reso viscido dai grassi umori di sua sorella, se l’è infilato nella vagina e quindi – con un gemito che mi ha fatto accapponare la pelle – vi si è seduta sopra, infilandoselo nel ventre fino ai testicoli.
Ripresa quindi confidenza con le dimensioni del mio spadone, Cynthia – appoggiandosi con le mani all’indietro sul mio torace e molleggiandosi sulle gambe – ha cominciato ad impalarvisi, fino a quando il mio membro – agevolato dalle sue sempre più abbondanti secrezioni – non ha preso a scorrerle nella vagina come un pistone nel suo cilindro ben oliato.
– Ahhhh’ahhhh – singhiozzava mia figlia, in preda al piacere sfrenato, dimenando oscenamente il bacino per godersi appieno la mi clave di carne che la penetrava – Hai’davvero’un cazzo ‘incredibile, papi!
– Davvero dici, gioia mia? – le ho ringhiato io – Allora tieni, piccola’prenditelo tutto! – E così dicendo, ho cominciato ad andarle incontro, alzando ritmicamente le anche e penetrando in lei fino a farla strillare.

Dopo qualche minuto di quell’eccitante cavalcata, affaticata dalla posizione che aveva tenuto fino a quel momento ed illanguidita dal piacere, Cynthia si è lasciata andare all’indietro, sdraiandosi praticamente sopra di me. Subito dopo poi – cintomi il collo con un braccio – si è portata una mano in mezzo alle cosce ed ha cominciato a masturbarsi.
– Dai, paparino’fottimi ancora! – mi ha incitato quindi, la troietta, guardandomi fisso negli occhi – Fammi godere, adesso!
A quel punto, allora, senza peraltro mai uscire da lei, l’ho disarcionata, costringendola ad adagiarsi su di un fianco ed aderendole addosso.
Quindi, tenendole alzata una gamba al di sopra della mia anca, ho ripreso a scoparla con veemenza, infoiato come un animale in calore, pistonandola con terribili bordate ed affondandole fino ai testicoli il nerbo nella vagina palpitante.
Cynthia a quel punto ha cominciato a gemere ininterrottamente, pazza di goduria, continuando nel frattempo a masturbarsi con frenesia – Oddio’oddio – biascicava, dimenando la testa – Oh’sto per venire, papi’continua così’ti prego! Oddio’vengo’VENGOOO!
E’ stato così che alla fine ha goduto, la mia piccola, sgrillettandosi furiosamente mentre io la trombavo, emettendo un lungo gemito ululante ed abbandonandosi sfinita sopra il divano, mentre io continuavo imperterrito a scoparla, pur rallentando pian piano il ritmo delle mie sciabordate nel suo piccolo ventre.

Giunto a quel punto, infatti, con i lombi in fiamme, ho avvertito imperativo la necessità di svuotare i testicoli, tanto era l’eccitazione che avevo accumulato fino a quel momento.
Improvvisamente, allora, mi sono sfilato dalla fichetta di Cynthia, mi sono alzato in piedi e quindi, tenendomi il membro ben stretto in mano, ho ordinato alle mie due figlie di venire ad accovacciarsi ai miei piedi, cosa che le due puttanelle si sono subito affrettate a fare, evidentemente intuendo subito cosa le stava aspettando.
Un attimo dopo, mentre le mie due bambine mi guardavano, scrutando le mie reazioni, io – torreggiando su di loro – ho preso a masturbarmi, con metodo, facendomi scorrere la mano lungo l’asta, ben deciso ad inondarle di sperma.
Si era ormai a notte fonda e nella stanza era ormai scesa l’oscurità, dato che le candele si erano ormai quasi del tutto consumate. L’aria – oltre che dall’odore della cera – era ormai permeata anche dell’odore del nostro sudore e dei nostri sessi.
Mi sono reso conto che chinando il capo potevo intravedere appena Cynthia e di Raquel che mi fissavano con occhi resi lucidi dalla lussuria, i visi pallidi e le bocche semiaperte, pronte ad accogliere il mio seme.
– Dai, paparino’godi! – mi ha sussurrato ad un tratto Raquel, incoraggiante, allungando una mano ad accarezzarmi in punta di unghie la coscia – Innaffiaci con la tua crema!
– Sì, dai’sborraci in bocca, papi’forza! – le ha subito dato man forte Cynthia, accarezzandomi a sua volta i testicoli, subito prima di passarsi ostentatamente la lingua sulle labbra.
E’ stato a quel punto che, giunto al culmine dell’orgasmo, ululando come un verro, sono venuto con numerosi e corposi schizzi di sperma, eiaculando loro addosso, lordando le facce di quelle due piccole troie di caldo e vischioso liquido!

Dopo quella sera, naturalmente, niente è stato più come prima, tra le mie due figliole e me.
Per tutto il resto delle serate di quella settimana – infatti – fino a quando, cioè, la loro madre non è tornata a casa, Cynthia, Raquel ed io abbiamo fatto sesso a profusione, facendo a gara – loro – ad offrirmisi in tutti i modi ed in tutte le posizioni ed io per soddisfare le loro apparentemente insaziabili voglie!

Leave a Reply