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Racconti erotici sull'Incesto

Datemi un pizzico vi prego

By 1 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Vi prego datemi un pizzico perchè non so se sto sognando o sto vivendo nella realtà più pazzesca che esista.
Mi presento, sono Paolo ho 22 anni studio all’università e aiuto mia madre nella sua attività. Sono figlio unico e mio padre l’ho perso da piccolo così diciamo sono cresciuto in un ambiente tutto al femminile, con mia madre e le mie due nonne a crescermi come un principe. la meno giovane è Natalina, 69 anni portati alla grande: fisico pieno ovuto agli anni ma un’esplosività eccezionale, il vero e proprio motore della famiglia con idee nuove, mentre l’altra, Claudia, ne ha 65 ma è la più razionale delle due, quella che pondera ogni cosa prima ancora di farla, la classica ragioniera della famiglia.
Viviamo tutti e tre in una villa bifamiliare visto che da giovani i miei nonni erano amici e quando i miei si sposarono andarono tutti a vivere insieme. Purtroppo il destino ci portò via tutti e tre gli uomini della famiglia quando avevo l’età di 5 anni. Infatti mio padre e i miei due nonni andarono a una fiera lontano dalla nostra città e non vi fecero più ritorno.
Ora parlando di me dico che sono il mix delle due nonne più ciò che mi ha impartito mamma, amo ridere scherzare e stare in compagnia ma non disdegno riflettere e programmare, fisicamente sono rotondetto e sessualmente ho un organo normale, ma dove non arriva il fisico c’è il cervello.
Due giorni fa, come ogni giorno dopopranzo, andai dalle mie nonne per prendere il caffè rituale con le solite chiacchiere di contorno. Appena entrato noto subito Claudia dormire sul divano e quindi non la disturbo, così spinto da un bisogno impellente, non cercai nemmeno la Natalina e mi diressi verso il bagno entrando senza bussare e me la ritrovai nuda che usciva dalla vasca. Senza pensarci chiusi la porta e mi ci appoggiai con la schiena mentre sentivo il rossore salire lungo tutto il viso. Dopo qualche secondo mia nonna uscii dal bagno e sorride dicendomi: “Sono sbadata scusami non ho chiuso la porta” e io:” non ti preoccupare ho sbagliato io a non bussare perdonami” senza rispondermi mi sorrise e si diresse verso la cucina dicendomi: “caffettino macchiato vero?” riusci solo a dire un flebile si.
Anche se eravamo seduti uno di fronte all’altra non riuscivo a guardarla negli occhi alchè lei esordì: “Ciccino non ti preoccupare non ti vergognare mica mi hai offeso e poi non lo sapevi” la sua mano intanto mi accarezzava le gote dolcemente. “Si lo so- dissi io cercando di sostenere il suo sguardo- ma è che oltre a vergognarmi di averti vista nuda diciamo che non mi è dispiaciuto guardare il roseo colore della tua pelle” dissi quasi silenziosamente allora lei mi schioccò un bacio sulla guancia rispondendo “ma dai su cara sono vecchia e tutta floscia, sono solo i tuoi ormoni”.
Quasi confortato ritornai a casa per studiare tutto il pomeriggio ed uscire la sera. La notte, tornato a casa, non riuscii ad addormentarmi se non masturbandomi furentemente.
Il giorno dopo non andai dalle nonne dopopranzo un pò per paura un pò per alcuni lavoretti di casa finchè, intorn o alle 3, non sentii la voce di mia nonna che urlava il mio nome. Ovviamente di corsa la raggiunsi e non trovai nessuno in casa visto che Claudia era con mamma a fare la spesa, cercai per tutte le stanze finchè entrando in camera sua non la trovai solo con gli slip in piedi davanti l’armadio. Rimasi per alcuni secondi a guardarla per poi richiudere la porta dietro di me.
“Paoloooooo” mi richiamò allora entrai con gli occhi bassi dicendo “dimmi nonna” dissi mogio “non ti vergognare stai tranquillo mi devi aiutare ad agganciare il reggipetto”. Il mio rossore aumentò in forma esponenziale mentre mi avvicinai e mettendomi di dietro tentai di allacciare i gancetti, opera quasi impossibile per le condizioni in cui ero, aggiungendo un certo livello di “tensione” per lo spettacolo visto.
Si voltò Natalina e baciandomi tra guancia e labbra mi disse: “vedi che non sei così inesperto come fai sembrare?” il mio volto deve esser stato tutto un programma perchè scoppio in una risata fragorosa e di risposta m’impeperonii di nuovo così da dover creare la scusa di andare a fare la pipì.
Uscito dalla doccia mi ritrovai la nonna, ancora in reggiseno e perizoma, in cucina che si prendeva un bicchiere d’acqua allora le chiesi: “ma nonna vuoi una mano a vestirti?”
“perchè mai? -chiese di rimando- mica devo andare da qualche parte e poi voglio far vedere uno spettacolo bello al mio nipotino” rideva divertita “scherzaci… che poi mi devo frenare per non saltarti addosso” le dissi ridendo di rimando mentre lei frugava nella credenza uscendo trionfante con delle carte piacentine e dicendo “Briscoletta sul lettone di nonna come facevamo una volta?” io annui sorridendo.
Le prime 4 partite andarono praticamente a senso unico: 4 a 0 per me con vincite larghe; lei, allora, quasi cogliendomi alla sprovvista propose: “Facciamo così -canzonandomi- se le prossime quattro le vinco tutte io allora devi fa quello che ti dico io altrimenti sono io a dover fare ciò che tu vuoi” “ma nonna le stai perdendo tutte mi sembra iniquo” controbattei, ma con fare sicuro incalzò: “accetti o no?” allora annui; accettando tale proposta iniziai già a pensare a cosa proporre, tipo mega cena o cose simili, quando mi resi conto della cruda realtà. 4 a 0 per lei e io “schiavetto” di lei per questa mano.
“Allora allora -disse con fare pensieroso- voglio che tu ti tolga tutto rimanendo solo in mutande” rimasi a bocca aperta dicendo “dai su nonna non scherziamo” dissi ridendo imbarazzato “no no -perentoria ora- voglio che ti tolga tutto tranne le mutande”. Mestamente mi alzai e velocemente mi spogliai rimanendo in slip evidentemente tesi. “Ah allora ti piaccio davvero” mi disse sghignazzando mentre io imbarazzato dissi “facciamo che chi vince questa si spoglia completamente no?” punto sull’orgoglio e lei disse “va bene”.
La partita fu tiratissima ma al conteggio io 59 punti mentre la Natalina 61. Come d’accordo mi alzai e anche le mutande andarono via mostrando così il mio cazzo (18 cm x 6 di larghezza)tutto in tiro. “Scusami” dissi ancora abbassando gli occhi e non mi accorsi di mia nonna che altazasi in piedi mi abbraccio donandomi tanti baci anche sulle labbra e ve ne fu uno in particolare in cui io risposi molto intensamente e fu l’inizio di tutto. Mi attirò sul letto e finii sopra di lei mentre i nostri baci iniziarono a farsi lunghi e molto accaldati. Mi staccai e le dissi: “nonna ti rpego spogliati” e lei sorridendo disse: “per te sono solo Natalina la maialina” facendomi l’occhiolino mentre si spoglio in fretta i furia.
I baci persistero per alcuni minuti quando presi l’iniziativa e iniziai a scendere con le mie labbra andando a stuzzicare i grandi capezzoli con le areole color cappuccino e dedicandogli mordicchi e piccole leccatine mentre con la destra due dita massaggiavano l’entrata della fica di mia nonna. La mia bocca segui la discesa soffermandosi sull’ombelico prima e sull’interno coscia poi. “Ti prego leccamela Paolo ti prego” gemendo mi chiese e io mi tuffai con la lingua a solleticare le grandi e le piccole labbra di quel fiore carnoso. Curioso come non mai andai in cerca del bottone magico e lo trovai gonfio e pieno di desiderio così da dedicarmici mentre due dita penetravano l’antro di mia nonna. Dopo alcuni minuti sentii i muscoli vaginali stringersi per poi rilasciare il liquido che annuncia il godimento femminile. Mi staccai da quel fiore e continuai a baciare Natalina seppur sporco delle sue secrezioni. Dopo poco le confessai “Nonna vorrei fare l’amore con te” e lei riempiendomi di baci cinguettò “Ti aspetto sono tutta tua” mentre automaticamente apriva le gambe invitandomi. Impacciato mi posizionai tra le sue gambe mentre lei mi indirizzava nell’entrata del paradiso. Entrai dolcemente pregustandomi l’effetto guantato della vagina di mia nonna Natalina per poi iniziare a prendere il ritmo con colpi più forti provocando il classico rumore dello sbattimento delle palle. L’eccitazione era tanta e non feci nulla per trattenermi e così in men che non si dica spruzzai con potenti fiotti il mio amore nella fica di Natalina la maialina. Sfiniti ci stendemmo nudi e ci coccolammo non più come nonna e nipote ma come due amanti che hanno appena scoperto l’ardore della passione.

 

Per qualsiasi commento, chiarimento o consiglio: erdoctorm@libero.it

Dopo quel meraviglioso pomeriggio con nonna Natalina tutto tornò allo status quo ante.
Io e lei tornammo a rapporto nipote-nonna senza turbe psicologiche ne da parte mia, nemmeno da parte sua, credo. Capivo che forse era stato solo un momento di “pazzia” per lei ma io la trovavo molto avvenente e non vi nego che mi sparai clamorose seghe ripensando a quel giorno.
Proprio durante questo “rituale” notai che dietro la porta della mia camera vi era un’ombra di piedi ferma; ovviamente preso dal momento pensai fosse Natalina e allora mi alzai e andai di fronte alla serratura e finii di segarmi sottolineando con movimenti dell’anca il momento della sborrata. Rivestitomi, uscii dalla camera ma non vi era nessuno e rimasi perplesso dell’accaduto ma pensai di essemi sbagliato.
Solo che nei giorni avvenire, mentre mi dedicavo a quella pratica, l’ombra era sempre li e io, eccitato data la mia natura esibizionista, mostramo tutti il mio tesoro a chi spiava perchè qualcuno doveva esserci.
Un giorno tornato da lezione trovai un biglietto di mia madre con su scritto: “io e nonna Natalina siamo in giro per delle visite vai da nonna Claudia che ti prepara qualcosa quando torni”. Cestinato il tutto mi trasferei dall’altra parte della bifamiliare e non trovai mia nonna in cucina così gridai il suo nome e mi rispose dicendomi di andare in camera sua. Bussai e mi disse di entrare e respirai il profumo della nonna, sempre dolce e delicato, un pò come lei, e vidi che era sotto le coperte con le serrande chiuse e la televisione accesa ma a basso volume, ciò voleva solo dire che stava riposando così mi avvicinai al letto e le dissi: “Scusa nonna non volevo svegliarti ho letto il biglietto di mamma e così pensavo di trovarti sveglia scusa ancora il treno ha fatto ritardo” ma lei dolce mi rispose “non ti preoccupare tesoro mio ora vado a mettere su l’acqua che il sugo è già pronto”; allora io per farmi perdonare mi tolsi i pantaloni e mi misi, in maglietta a maniche corte e mutande, sotto le coperte, notando che lei indossava una camicia da notte lilla di quelle austere, affermando:
“ma no stiamocene così come stavamo quando avevo 10 anni e volevo dormire nel lettone con te nonna Lalia – così la chiamavo da piccolo – va bene?”; mentre il mio braccio sinistro andò all’altezza della pancia come in senso di protezione e il mio petto appoggiai alla sua schiena e il braccio destro sotto il collo come a volerla cullare mentre lievi baci le donavo sul collo. Dopo qualche secondo senti le sue labbra posarsi sul palmo della mia mano mentre lacrime la bagnavano allora le chiesi:”cosa c’è nonnina?” lei si girò e abbracciandomi forte mi disse tra le lacrime: “ti amo mio dolce bambino però sento la mancanza del nonno”. io me la coccolai così, mentre lei si sfogava ancora sulla mancanza della figura del nonno e sulla tragica dipartita e io lì che ascoltavo da bravo e le davo tanti bacini, fichè lei finito di piangere mi disse: “sai qual è la cosa che più mi manca? è sentirmi donna sentirmi adorata”
“ma nonna io ti adoro lo sai – le dissi protestando – se dovessi identificare una donna avrebbe la tua dolcezza e il tuo volto” ma lei mi guardò severa e disse “intendo donna desiderata in quel senso – mentre lievemente arrossiva – come tu immagini tua nonna Natalina”. io li rimasi di sasso e sbalordito così incalzò “si, so tutto perchè lei era in angoscia per quello che ha fatto con te ma si vedeva che è stato qualcosa di talmente travolgente che l’ha fatta vacillare così” mentre ancora qualche lacrima le scendeva allora io le asciugai le lacrime dicendo “so come la pensi quindi non posso dimostrarti…” lasciai in sospeso mentre lei rispose pronta “e come la penso?” “so che per te queste cose sono impensabili e che sicuramente sarai rimasta sdegnata da ciò che abbiamo fatto io e nonna Natalina” “allora mi dovrei disonorare” mi disse lei di sfuggita “perchè?” le chiesi “perchè ti ho spiato” disse arrossendo del tutto “ah eri tu?” dissi ridendo stupefatto mentre lei annuiva ancora rossa in viso. “Vuoi sentire una cosa?” le dimandai diretto “cosa?” disse curiosa allora le presi la mano e gliela misi dentro le mutande facendole sentire il mio alberello dell’amore bello sveglio. Non si mise paura anzi iniziò ad accarezzarlo mentre mi avviocinai baciondola con ardore e le mie mani si intrufolarono sotto la vestaglia andando a sentire quel corpo così stostanzioso. “Lascia fare me” mi disse autoritaria allora mi fermai e tirando via le coperte mi spoglio e mettendosi ai miei piedi inizio a baciarmi l’interno coscia mentre con le mani soppesava i miei coglioni e li massaggiava. La bocca si avvicinava sempre di più al centro dell’eccitazione e lei iniziò a baciare la mia verga per poi leccarla piano come si fa con un gelato da gustare per poi introdurla nella sua bocca e iniziare un pompiuno magnifico, il suo dolce antro mi agguantava il cazzo con una voracità che faceva trapelare la voglia arretrata. “Nonna sto per venire” le dissi cercando di togliermi dalla sua bocca ma lei mi mise le mani sulle natiche e tirò il mio bacino a sè mentre con un dito stimolava l’entrata del mio orifizio. Appena toccato sentii una scarica partire dal cervello e le svuotai le mie palle nella bocca. Rimasi quasi senza fiato ma ripresomi subito le ordinai “ora sdraiati che tocca a me” e ubbidiente lo fece mentre io la baciavo e le toglievo quelle inutili vesti che coprivano quel corpo stupendo, una 5 un pò cadente ma eccitante da morire, quella pancetta che ti fa pensare subito a cose poco caste e quelle gambe un pò grosse ma ben tornite. La mia bocca lambì la sua ma scese prima sul collo poi sui capezzoli torturandoli scendendo sulla pancia per poi soffermarmi su quella figa sotto quella forestina di peli. Grandi labbra rosee e sotto piccole increspature che si uniscono in un bottoncino che la mia lingua va a lambire ed ad accarezzare mentre due dita le penetrano la figa che sento pulsare sotto i miei tocchi. Sarà stata la mia o la sua voglia ma anche questo rapporto orale finì con un suo urlo e io che leccavo tutto il suo nettare in una bevuta stupenda. Il mio cazzo si era risvegliato mentre la Claudia ansimava ma mi posizionai tra le sue gambe e entrai in lei con ardore e mentre l’abbracciavo a me la baciavo con una passione inaudita. Il ritmo dolce accompagnava le nostre parole dolci e i nostri sguardi pieni di tenerezza finchè le sue gambe si incrociarono dietro la mia schiena e iniziai a dare dei colpi portentosi mentre con la bocca stuzzicavo i capezzoli e lei mi incitava a riempirla della mia crema. Il mio cazzo pulsò ancora e farci mia nonna con tutto il mio amore mentre la porta della camera si aprì ed era Natalina…

 

 

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Mi girai di scatto e notai che mia nonna aveva la faccia tra lo stupito e l’arrabbiato ma non disse nulla sbattendo la porta senza dire nulla mentre nonna Lalia mi guardava e diceva:
“abbiamo fatto la frittata credo” quasi dispiaciuta mentre io sereno me la baciai a lungo e le risposi: “ci amiamo cosa abbiamo fatto di male?” lei mi sorrise abbracciandomi e ci addormentammo così.
I giorni dopo non andai a casa delle nonne perchè sapevo che dovevo lasciarle cucinare nel loro brodo e si chiarissero tra loro.
Mia mamma dopo che vide che non andavo da loro per qualche giorno si avvicinò e mi disse:” ma cosa è successo? appena vado dillà sono mute e scontrose e si guardano storto” mi chiese mentre si sedeva di fianco a me sul divano e mi faceva un pò di coccole.
“Non lo so è un pochino che non vado da loro, sai l’università mi impegna molto” dissi quasi giustificandomi; “va bene ma loro ti amano quindi può darsi che parlandogli tu loro possano fare pace si vogliono bene da tanto tempo quindi ogni motivo è futile” mi disse avvicinandosi e dandomi un bacio sulla guancia all’angolo delle labbra. Rimasi interdetto mentre se ne andava la Dea tascabile, così la chiamavo quando scherzavamo, alta 160 cm non magra nè grassa, tutte le curve dove devono stare e un modo di fare dolcissimo.
Aspettai ancora un giorno affinchè il momento fosse propizio cioè che mia nonna Claudia andasse da una sua amica appena tornata dall’ospedale così da poter incontrare mia nonna Natalina da sola.
Entrai quasi in punta di piedi cercando la mia nonnina sexy non trovandola da nessuna parte. Controllai dapperttutto finchè non arrivai in camera e la riconobbi vestita delle sole mutandine che dormiva beata così mi stesi piano sul letto e iniziai a leccarle le tettone piano, con delicati baci, andando a stuzzicare i suoi capezzoloni. I mugolii non mancarono all’appello così misi una mano tra le gambe di Natalina andando a scostare le mutandine e penetrandola con un dito piano, delicatamente, e facendo avanti e indietro aumentavano i mugugni finchè non sentii silenzio e mia nonna che fece:” cosa ci gfai qui brutto porco maiale smettila subito” il tono era di quelli più duri possibili così mi fermai e subito la guardai sinceramente addolorato le dissi: “perchè mi dici così?” ancora un pò stupito dal tono “perchè sei un porco hai avuto ciò che volevi e mi hai gettato come una cartaccia” mentre le lacrime iniziarono a scenderle. Io atterrito mi avvicinai a lei e iniziai a baciarla dapperttutto coccolandola e dicendogli: “ti amo sei mia nonna e una donna dalle quali moltissime devono imparare”
“ma tua nonna claudia no?” mi rispose lei
“ma siete le mie nonne cosa devo fare se vi amo proprio perchè vi ritengo belle tutte e due? non ho fatto distinzioni ma va bene tornerò ad essere quello di prima solo coccole e nulla più” dissi andandome a casa senza voltarmi e dirigendomi direttamente in camera mia e buttandomi sul letto a riflettere.
Forse mi addormentai perchè mi accorsi solo di un bussare alla porta, mi voltai verso l’orologio e notai che ancora era presto per il rientro di mia madre, così andai ad aprire e vidi le mie nonne ad occhi bassi fuori dall’uscio.
Senza dire nulla mi diressi verso il letto e affermai: “entrate e chiudete la porta” mentre mi risedevo nel letto.
Cominciò mia nonna Natalina, delle due sicuramente la più decisa, “scusaci paolo solo che noi abbiamo pensato a te come uomo e non come il nostro cucciolo” intanto si avvicinavanoe si misero ai miei fianchi mentre mi coccolavano “rilassati” diceva la voce di mia nonna Claudia dolce e suadante all’orecchio, allora mi distesi ed a occhi chiusi mi godetti le carezze finchè non le sentii svanire e allora riaprii gli occhi notando le due donne lesbicare amabilmente mentre si spogliavano davanti a me rimanendo in poco tempo solo in slip e guardandomi. “Abbiamo deciso- dissero quasi in coppia- che se proprio dobbiamo fare le cose porche meglio che le facciamo tutti assieme” e sentenziato ciò iniziarono a spogliarmi lasciandomi in poco tempo nudo.
Iniziai a baciare tutte e due una alla volta intrecciando così i nostri corpi come delle bisce in amore.
“Stenditi!” comandò mia nonna Natalina e o obbedii senza fiatare così che lei si potè mettere con la sua figona sulla mia bocca e mia nonna Claudia si potè impalare e formammo un triangolo godurioso dove ognuno aveva e dava qualcosa. Il mio orgasmo fu quasi annunciato dalle mie accelerazioni di leccata così che la nonna potè staccarsi e bere tutto ciò che il mio cazzo offriva.
Arrivata in dirittura d’arrivo anche la meno giovane delle due non ci fermammo affatto ingfatti mi fiondai col viso tra le cosce di mia nonna Claudia insieme a Natalina così da portare anche lei a gridare come una matta.
L’orario ci permetteva di fare ancora qualcosa così feci mettere a pecora tutte e due e mi posi dietro la mia bella culona Natalina così da poterla penetrare mentre con la mano inziai a stuzzicare il clito di Claudia per poi cambiare posizione sempre più rapidamente finchè l’orgasmo stava per sopraggiungere allora mi fermai e ordinai alla morettona “leccagli il culo e preparala”; lei alzandosi mi bacio con trasporto per poi iniziare a fare un lavoretto all’orifizio di Lalia e quando fu pronta la penetrai con vioenza. Natalia rimase li a leccare la mia asta mentre io continuavo il mio andirivieni. Non durai molto vista la mia eccitazione ma rimanemmo nudi facendoci delle coccole stupende finchè non sentimmo la macchina arrivare e loro si ricomposero in tempo epr l’arrivo di mia madre….

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Sono sempre io, Paolo, 22 anni fisico normale anzi con qualche chilo in più, non stupido, che ama le donne mature, le vere e proprie donne.
Dopo quell’episodio del litigio e, per mia fortuna, della rappacificazione passammo una settimana intensissima io e le mie nonne grazie anche ad un impegno di lavoro di mia madre che l’ha tenuta molto occupata.
All’inizio della settimana successiva le mie nonne dovettero andare da una parente per qualche giorno visto che si sposava il figlio e loro avevano la funzione di fare da simbolo della nostra famiglia.
Per me fu una mano santa per lo studio visto che i miei esami universitari iniziavano ad avvicinarsi quindi mi misi a studiare giorno e pomeriggio senza essere interrotto da nessuno e la sera riposo con la televisione che univa me e mia madre nel dopocena.
Una sera mentre c’era un film abbastanza noioso iniziammo a chiacchierare del più e del meno quando lei intervenne dicendo “chissà come staranno le due vecchiette – aggungendo – se mi sentissero mi strozzerebbero” ridendosela mentre io sorridendo le dissi “bene bene si stanno rilassando anche perchè la so servite e riverite essendo le più anziane” continuando a ridere mentre mia madre si fece più seria “a me non chiamano quasi mai a te ogni giorno?”
“beh ma io sono il loro unico e stupendo nipotino” dissi canzonandola mentre ridevo
“si si unico nipotino al cazzo” disse guardando che piano piano mi rabbuiavo scoppiando a ridere subito dopo “scemo lo so che sei il loro unico amore” ancora prendendomi in giro “buongustaie” dissi tra me.
La sera dopo ci ritrovammo come sempre davanti al televisore con il solito film estivo trito e ritrito finchè ad un certo punto mi sentii osservato mi girai e vidi mia madre che mi fissiva sorridendo io quasi intimorito le chiedi “c’è qualcosa che non va mamma?” lei scosse la testa dicendomi “nulla nulla” e poi appoggiandosi con la testa sulla spalla mia.
Tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, complice anche la solita pubblicità che dura secoli, si alzò per mettere in ordine e lavare i piatti allora mi diressi in cucina dandole una mano.
Ero semi impegnato a asciugare le stoviglie quando mia madre se ne uscì “ma quando me lo vuoi dire?” sorridente e tranquilla io allora la guardai stupito dicendole “ma cosa mamma?” non capendo allora lei con gli occhi mi indico l’abitazione delle nonne dicendo “So di te e delle nonne, aspettavo solo che tu ti confessassi ma nada”. io rimasi immobile a bocca aperta dicendo “mamma aspetta che me vado a mette le protezioni prima che mi inizi a menà” lei allora di tutta risposta ride dicendo “non sono arrabbiata sia tu che loro siete adulti e potete fare le vostre scelte solo che mi sarebbe piaciuto che dopo un pò tu fossi venuto a dirmi tutta la verità” io ancora facevo fatica a parlare, a pensare addirittura, così che lei mi venne in aiuto dicendomi “finiamo qui e poi mi racconti va bene?” riuscii solo ad annuire con la testa.
Finito di sistemare tutto, mia mamma (che da ora chiamerò Tania anche perchè è il suo nome) accese la luce della sala, spense la tv e si sedette sul divano aspettandomi. Dopo essermi accomodato le raccontai per filo e per segno tutti i dettagli della storia a luci rosse tra me e le mie due nonne. Arrivato alla fine le chiesi “ma ora dimmi tu come hai fatto a sapere o a capire”; ero curioso e lei mi spiegò come già da tempo sospettava che le nonne si dessero da fare visto che erano delle volte raggianti e delle altre preoccupate o rabbuiate ma soprattutto un giorno di quella fatidica settimana in cui credevamo di essere soli lei tornò a casa prima e sentendo dei ruomori dall’altra parte in pratica assistette a una scena a tre nel lettone di mia nonna Claudia.
Io sentite queste cose arrossii di colpo e lei iniziando a coccolarmi come solo una mamma sa fare mi rincuorò dicendomi “non ti preoccupare anzi mi complimento con te per la prestazione” io arrossii ancora di più farfugliando “faccio il possibile per le persone che amo”
“per tutte le persone che ami?” mi chiese ora mamma indagatoria; allora io colpito nell’orgoglio le dissi “si per tutte, anche per te, anzi mi farei ammazzare per la mia mamma”; lei abbassò gli occhi dicendo “mi basta molto meno”; io allora le misi una mano sotto il mento e dolcemente le portai i miei occhi a livello dei suoi chiedendole “cosa vuoi chiedermi mamma?” oramai la mia timidezza era vinta mentre quella di Tania iniziava ad emergere.
Rimasi senza risposta per qualche istante quando lei avvicinandosi e abbracciandomi mi disse:
“amami come ami le tue nonne. mi sento una donna a metà, mi sento indesiderata e brutta” io mi staccai leivemente da lei e guardandola le dissi: “Tania ma guardati cosa che fisico che hai” – difatti non è alta ma ha un sedere non grosso e sodo e delle tette che saranno una 3 ma di quelle fantastiche che sono poco appesantite dall’età (45 anni) – “tu saresti il sogno di ogni uomo e soprattutto il mio ti amo così come sei con la tua dolcezza e la tua forza”.
lei rimase interdetta allora la presi in braccio e andammo in camera sua. Stesa sul letto le dissi “chiudi gli occhi e goditi questo momento” lei sorridendo hiuse gli occhi e disse “sono nelle tue mani”.
Iniziai a baciarla piano sulla bocca mentre le mie mano percorrevano tutto il suo corpo come se non fossi da solo. I baci erano appassionati, come due innamorati che lo fanno per la prima volta, e le mie dita iniziarono a scoprire sotto la maglietta cosa ci fosse. Dolcemente gliela tolsi facendola rimanere in reggiseno e sbaciucchiai la parte del colpo mordendola dolcemente e provocando piccoli gemitida parte di Tania. Iniziai a scendere fermandomisopra il seno senza togliere il tessuto che copriva quei due mondi stupendi. Mentre le mie mani sbottonarono i pantaloni e li tolsero, le mie labbra si fermarono sulla pancia, ne piatta ne gonfia, di quella meravigliosa donna, per poi passare alle coscie e all’interno coscia e finire con l’arrivare sui polpacci e sulle caviglie. Risalendo piano mentre davo piccoli baci il mio naso senti l’afrore di eccitazione classico della donna e mi inebriai di esso per alcuni secondi per poi dedicarmi alle sue tette.
Tolto il reggiseno la mia bocca andò a stuzzicare alternativamente i due capezzoli mentre la mano destra si insinuò tra le sue gambe andando ad accarezzare da sopra la stoffa la fica grondante di Tania. Le leccate erano alternate a piccoli mozzici a lunghe ciucciate ad ancora piccoli morsi mentre la mia mano andava a velocità alternate. I versi di mamma mi fecero capire che era impaziente allora le tolsi le mutande e andai con la mia bocca e con la lingua a lambire quella figa si pelosa ma con delle labbra carnose e un clito abbatanza sporgente. Mentre con la lingua lappavo lungo il solco col naso stuzzicavo lo stesso e sentii la mano di mia mamma che metteva pressione sulla mia testa. Ciò che la fece impazzire fu l’alfabeto, gli disegnai con la lingua, sul clito, tutte le lettere dell’alfabeto mentre un dito si insinuava in lei. I suoi muscoli vaginali iniziarono a contrarsi finchè non la sentii fremere e gli umori invasero la mia bocca.
Non mi fermai, anzi mi spogliai al volo e mettendomi sopra di lei feci aderire i due corpi nudi mentre la baciavo e ci scambiavamo i suoi umori. Mi avvicinai al suo orecchio mordicchiandolo e dicendole “ora diverrai mia Tania – ancora eccitato e aggiunsi – ti amo”. Piano le divaricai le gambe e poi feci entrare la mia verga in quella caverna umida e calda mentre il mio corpo andava ad appiccicarsi a quello suo unendoci in un abbraccio. Non parlò ma sentivo il suo respiro rotto dalle mie ancate che erano inziate dolci per poi continuare poderose. La mia eccitazione non mi permise una scopata lunghissima ma le emozioni che ci avvolsero ci permisero di fondere insieme di entrare io in lei e lei di entrare in me.
Le venni dentro e la baciai dicendole “ora apri gli occhi” e subito dopo rimanemmo abbracciati e mi confessò “grazie sei il mio uomo da oggi”.
Le coccole seguenti furono un lenire la stanchezza…

 

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