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Racconti erotici sull'Incesto

domenica bestiale

By 20 Settembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Per l’ennesima volta sono stata lasciata, buttata sul letto con lo sguardo fisso al soffitto penso agli uomini della mia vita, le pale del ventilatore mi donano refrigerio in questa calda estate romana.
Mi chiamo Monica ed ho 47 anni, il mio uomo, l’ultimo di una serie di stronzi, mi ha mollata ieri sera durante la cena che avevo organizzato per il nostri primi 6 mesi.
Mi ha detto che non se la sentiva di continuare una relazione così impegnativa, che la presenza di mia figlia Ilaria lo disturbava, che non si sentiva pronto a prendersi delle responsabilità.
Piango; rabbia e sconforto si strattonano nella stanza dei miei sentimenti.
Ilaria vive a casa mia, ha 26 anni ed esce da un brutto divorzio, come poteva pensare lo stronzo che una figlia così grande avrebbe pesato sulle sue spalle.
Mi faccio forza ed esco dalla stanza da letto, Ilaria &egrave in cucina che beve un caff&egrave, i suoi capelli neri arruffati le ricadono sul viso ancora adolescenziale.
‘mamma buongiorno, hai delle occhiaie da paura’.non hai dormito tutta la notte’.vieni ti verso il caff&egrave”.
Mi siedo, Ilaria somiglia a me quando avevo la sua età, fisico snello, gambe ben tornite, sedere tondo; a differenza della mamma ha un seno piccolo mentre io ho un bel decolté.
Sorseggio il caff&egrave accennando ad un sorriso.
‘oggi andiamo al mare, ti porto a capocotta e ti faccio vedere quanti bei uomini ti guarderanno ancora’.non stare a pensare a quel cretino’.’.
Accenno ad un diniego ma mia figlia &egrave categorica : ”..e non se ne parla di dire di no, oggi comando io”.
Sono fiaccata dalla notte insonne e dalla depressione, accetto.
‘..bene’andiamoci a preparare così non troviamo traffico”.
Indosso il bikini bianco sotto un pareo corto e dei sandaletti dorati infradito, metto l’asciugamano ed altre cianfrusaglie da donna nella borsa, la mia settimana enigmistica e sono pronta.
Ilaria mi aspetta in salotto, short jeans, maglietta mini e tacchi alti.
”.dove vai conciata così” gli dico io con un falso broncio, ”.guarda che sono ancora tua madre e ti posso impedire di andare in giro in quella maniera”.
‘Dai su mamma’.non mi fare la babbiona ed andiamo che per arrivare ad Ostia ci mettiamo una vita”.
Alle 7 di mattina l’aria &egrave già calda, la tv ci martella con il caldo record questa estate, montiamo sulla smart di Ilaria.
Con i finestrini aperti e gli occhiali da sole mi sento più giovane, sfrecciamo sulla Cristoforo colombo, musica house (me l’ha detto Ilaria) nello stereo e sigaretta.
Ci fermiamo ad un bar sulla strada, faccio la file per compre una bottiglia d’acqua e delle sigarette.
Il bar &egrave piccolo e siamo tutti accalcati, sento una mano che mi sfiora le natiche da sotto il pareo.
Mi volto esterrefatta, un ragazzo alto almeno 2 metri con una canottiera sull’orlo dello scoppio mi sorride gelido.
Sguaiato ride voltandosi verso i suoi amici, arrossisco, la fila non accenna a scorrere.
La mano si fa più insistente, mi poggia il palmo e carezza piano.
”insomma smettila”, gli faccio irritata.
‘Statte zitta signò..sennò te gonfio de sberle’.’.
La fila si riduce leggermente, voglio solo prendere le mie cose ed andarmene, il bullo continua a palpeggiarmi, io cerco di divincolarmi ma lo spazio &egrave troppo stretto, sento un suo dito che si insinua sotto la stoffa del costume.
Il bullo si avvicina al mio orecchio e mi sussurra :’te scansi ‘te movi’ma sei bagnata’sei proprio nà puttana’.’.
Arriva il mio turno, prendo una bottiglia da un litro ed un pacchetto di camel, esco di corsa tra i risolini del gruppo di bruti palestrati che mi guardano mentre vado via.
Monto in macchina sconvolta, il cuore che batte forte, sento del liquido viscido bagnarmi il costume, il bullo aveva ragione, sono fradicia.
”.che hai fatto’.’, mi chiede Ilaria, ”.sembra che hai visto un fantasma.
”Niente’.’, gli faccio io, ”.muoviamoci ho voglia di stendermi al sole’.’.
Dimentico tutto, il mare &egrave all’orizzonte, troviamo con difficoltà il parcheggio, molliamo 3 euro al solito zingaro, abusivo e posteggiatore, ci dirigiamo verso lo stabilimento del Pirata.
Prendiamo una cabina dove lasciamo la borsa ed il portafogli. Ilaria &egrave solita venire qui con gli amici e mi dice che qui si trova gente di tutti i tipi.
Ci sistemiamo un po’, Ilaria tira fuori dalla sua borsetta una scatolina di legno intarsiato.
”..ne vuoi un po’ ? ‘..’, mi porge una polverina bianca che non lascia dubbi agli equivoci.
‘Che sei matta ? Ilaria ma da quanto tempo &egrave che fai uso di droga ?’.
”Tranqui Mamma’qualche volta’quando ho voglia di stare su, sai dopo il divorzio con Carlo mi sono sentita morire’dai assaggia’poi ti sentirai meglio”.
Mi prepara due striscioline bianche, arrotola 10 euro e me li porge, tiro su, il naso perde sensibilità.
Tira anche lei e ci sistemiamo i costumi.
Usciamo in spiaggia, Ilaria ha un costume dorato ridottissimo, la seguo con i sensi alterati dalla droga e dall’eccitazione.
Ci sistemiamo sui teli da mare, Ilaria si siede e si toglie il pezzo sopra del mini bikini, io non oso dirgli nulla, le sue tettine sono dorate alla luce del sole, mi fa cenno di levarmi anche il mio.
”.ma che sei matta’alla mia età”.
Lei mi guarda severa e me lo slaccia di forza, i miei seni abbondanti si rilassano liberati dalla stretta del costume, i miei capezzoli scuri si inturgidiscono, ho la testa leggera.
Ilaria inizia a spalmarmi la crema protettiva sulle spalle, mi fa sdraiare supina e passa la crema su tutto il mio corpo, quando inizia a massaggiarmi il seno sento il liquido tra le mie gambe scendere lento, faccio finta di nulla e mi godo il massaggio di mia figlia.
”.&egrave il mio turno”, faccio io strappandole la crema dalle mani.
Lei si sdraia pancia all’aria e si sfila anche il pezzo sotto.
”.non mi guardare così’qui &egrave normale’nessuno ci fa caso”.
Annuisco pensierosa, spalmo la crema iniziando dalle spalle, scendo sui suoi piccoli seni , i capezzoli di Ilaria reagiscono al contatto delle mie mani, scendo sulla pancia e lentamente sulle cosce.
Guardo la sua patatina glabra, piccole labbra rosee che a malapena racchiudo un clitoride pronunciato, non ho mai visto mia figlia cosi nell’intimità.
Si gira, passo le mia mani sulla sua schiena, scendo verso le gambe e poi salgo verso le natiche.
Il suo sederino &egrave piccolo, tondo, indugio sulla pelle morbida, il movimento le scosta le natiche mostrando il suo buchino scuro, lo sfioro con le mani unte, lei lancia un gridolino divertito, io mi sento la fica colare umori densi.
Mi sdraio accanto lei, la musica house inonda la spiaggia del Pirata, la gente inizia a popolare l’arenile, ragazzi, uomini donne e ragazze tutti più o meno nudi, accanto a noi si posiziona una coppia, lei &egrave piccola e cicciotella, lui &egrave un adone di ragazzo, guardo il suo pene gigantesco mentre &egrave sdraiato intento a leggere un libro, la cicciotella lo accarezza sulle spalle.
Più avanti a ridosso dell’acqua c’&egrave un gruppo di trans, rigorosamente svestiti che urlano sguaiatamente in una lingua sudamericana, non posso fare e meno di vedere cazzi di tutte le dimensioni ovunque giri lo sguardo.
Ilaria si alza e mi fa cenno di seguirla, entriamo in cabina, tira di nuovo fuori la scatoletta di legno.
”ti piace qui ? ”, mi fa mentre prepara il tutto.
”&egrave’.strano”, rispondo io, ”ma mi mette serenità, avevi ragione, qui sorridono tutti, non ci sono bambini urlanti’.molto bello’grazie tesoro..’.
La bacio sulla guancia, lei tira su col naso e poi porge tutto a me che la imito, sistema la borsa e mi abbraccia, sento i suoi seni premere sui miei, la bacio sul collo, ho la fica fradicia e non posso, non voglio fare niente per impedire questo.
Usciamo di nuovo, ammiro il culetto di mia figlia che attira gli sguardi degli altri bagnanti.
La spiaggia &egrave ancora più piena, corpi nudi ovunque, il lettore superdotato si &egrave girato verso la sua ragazza cicciotella, si baciano con passione, intravedo la mano della ragazza che accarezza il fallo turgido del suo partner.
Ilaria fa un cenno al nero rasta che lavora al bar, ci raggiunge, noi siamo sedute sui teli, il suo uccello enorme &egrave davanti al mio viso, ho l’acquolina in bocca, ordiniamo due gin tonic, commentiamo con risolini e malizia i nostri vicini, Ilaria &egrave attratta dai trans davanti a noi, mi confida che gli piacerebbe farsene uno, dice che sarebbe come stare con un uomo ed una donna allo stesso tempo.
Ci godiamo la giornata, presa da una botta di coraggio mi sfilo anche io il pezzo di sotto, i miei ricci peli neri salutano la spiaggia , ci tuffiamo in acqua accaldate, scherziamo non come madre e figlia ma come amiche, come amo questa ragazza, la gioia della mia vita.
Ci stendiamo al sole, ordiniamo altri due gin tonic, ormai la mia testa turbina come su una giostra, ammiro senza ritegno il pisello enorme del rasta.
‘dio santo come ciuccerei quel cazzo’.’, faccio rivolta ad Ilaria.
Lei mi guarda stupita e poi scoppia a ridere.
”.mamma ti sentissi’.avrei voluto avere un registratore’altro tirino ?..’
‘certo, come faccio a rifiutare”, e ci dirigiamo in cabina.
Passando dal bar faccio un cenno al barista di seguirci, lui non se lo fa ripetere, dice qualcosa al suo amico e ci raggiunge.
Quando Ilaria se lo vede alle spalle mi da un occhiata e sorride.
Entriamo tutti e tre in cabina, Ilaria prepara le strisce mentre la mia mano accarezza il cazzo del ragazzo rasta mentre le nostre lingue si contorcono una sull’altra.
Tiriamo entrambi.
Io mi chino dinanzi al ragazzo, assaggio la sua cappella rossa e calda con la lingua, sento la sua asta indurirsi tra le mie labbra, lecco e succhio come un ossessa mentre Ilaria sta facendo un altro tiro.
Le mani del ragazzo mi spingono al sua nerchia giù per la gola, Ilaria si masturba seduta sulla piccola panca di legno della cabina, vedo le sue dita sparire nel caldo solco della sua fichetta.
Il ragazzo aumenta il ritmo, vuole venire, io gli stringo le natiche mentre, inginocchiata, mi faccio scopare in bocca dal suo uccello, lo sento quando sta per venire, la mia faccia &egrave inondata dal suo sperma caldo e vischioso, io mi struscio il viso con il suo cazzo viscido di sperma e saliva.
Mi bacia in bocca e ci saluta, Ilaria continua a masturbarsi mentre il rasta va via, mi siedo a fianco a lei ed inizio ad accarezzarmi lentamente, ci guardiamo senza toccarci, le nostre mani che tormentano i clitoridi, le nostre dita che penetrano nel solco oscuro delle nostre fiche, liquidi densi che colano sulle nostra cosce, veniamo quasi insieme, colte dall’orgasmo, inebriate dall’eccitazione.
”devo fare pipì’.’, Ilaria ha la faccia rossa e gli occhi rilassati.
”vieni andiamo tra le dune’li si può fare pipì tranquille”.
Facciamo altri due tiri prima di uscire, ci dirigiamo verso la macchia di verde che si trova alle spalle della spiaggia.
Altro che posto tranquillo, appena superata la prima parte di dune un mondo nuovo si dispiega a nostri occhi, due dei trans che sedevano dinanzi a noi si sta facendo inculare da due giovanotti longilinei, a fianco del quadretto un vecchietto che si masturba osservando la scena.
Più avanti due gay stanno scopando alla pecorina, unti di sudore e crema, raggiungiamo uno spiazzetto che sembra isolato, ci chiniamo una di fronte all’altra, la pipì scende impetuosa, io guardo il liquido giallo scendere dalla fichetta glabra di Ilaria, la asciugo con la mano, mi lecco le dita per sentire il sapore, l’odore di mia figlia, ci avviciniamo con le labbra, le nostre lingue si incontrano andando a coronare una mattinata perfetta.
Sentiamo dei rumori.
‘..Anvedi chi c’&egrave’la puttana del bar’a regà ve la ricordate ?’.
Sono i buzzurri del bar, sono in quattro, enormi come sono enormi i loro uccelli, quasi che anche quelli siano stati sviluppati a forza di pesi e pillole.
”.Ce ne stiamo andando’lasciateci perdere”, faccio io impaurita.
‘Ma n’do vai’..’, mi fa quello che mi aveva palpeggiato nel bar, ”’mò ve famo divertì un po’ noi”, mi fa toccandosi quella nerchia enorme.
Si avvicina a me, lento, mi guarda negli occhi :’sei bella signò’.e sei porca’lo so’nun fa la stronza’dove ve stavate a divertì in due se potemo divertì in sei’no ?’.
Io non fiato, il cuore che batte all’impazzata, sento la sua mano toccare la mia, la afferra e l’accompagna verso il suo uccello, lo stringo sentendolo guizzare al mio tocco.
‘lecca l’amica tua signò, faccelo venì duro’.’.
Gli altri tre fanno sdraiare Ilaria, che non dice una parola, calma allarga le gambe, mi guarda mentre io mi chino e mi avvicino alla sua fichetta, la lecco delicatamente, sento il suo odore acre della pipì appena fatta, lei geme al primo colpo di lingua, il suo gemito &egrave per me come un segnale di start, mi dimentico tutto, dove sono, chi sono, chi c’&egrave con noi.
Allargo con le mani le labbra delicate della fica di mia figlia, la mia lingua titilla con forza il suo clitoride, si insinua nella sua fessura scura, succhia il suo nettare dolciastro.
Un energumeno con i capelli lunghissimi avvicina il suo cazzo alla bocca di Ilaria, lo vedo sparire tra le labbra voraci di mia figlia, il bruto del bar mi masturba da dietro, le sue dita si muovono dentro di me, esplorano i miei orifizi, violentano la mia natura.
Ilaria geme, la sento venire nella mia bocca, caldi liquidi vengono succhiati dalla mia lingua golosa.
Il tempo di staccarmi da Ilaria che la mia bocca viene riempita dal tarello di uno dei bruti, ha un sapore nauseabondo ma non mi importa, sono eccitata, stordita dall’alcool e dalla droga, succhio avida la nerchia dell’uomo che a malapena mi entra in bocca. Il bruto del bar mi sta scopando, sento il cazzo scivolarmi tra le cosce, caldo e pulsante, io guardo Ilaria che viene scopata dal capellone, vedo il cazzo dell’uomo slabbrare la fichetta di mia figlia, il bruto del bar mi inonda la fica di sborra venendo.
Mi fanno girare, Ilaria viene inculata a smorzacandela da uno dei bruti, la sua fica invitante mi attira, mi avvicino con il viso verso le cosce aperte di mia figlia, la lecco ancora mai sazia del suo sapore, la mia lingua lecca i suoi umori, scende verso il suo orifizio anale slargato dal cazzo dell’uomo che la sta sodomizzando. Sento una fitta nello sfintere, il mio buco del culo viene penetrato da un altro uomo, ormai non li riconosco più, i miei centri di percezione sconvolti, sento il mio culo slabbrarsi sotto i colpi dell’uccello che mi sta inculando. Mi tormento il clitoride, liquidi caldi scendono verso la mia fica, Ilaria viene di nuovo, l’uomo che la sta scopando nel culo estrae il suo uccello lordo e mi schizza in faccia, lo sperma scivola sul mio viso.
Anche l’uomo che mi sta inculando viene, un fiotto di sperma mi inonda il culo, lo sento caldo dentro di me.
Mi sdraio ed allargo le gambe, invito Ilaria a leccarmi, voglio venire con la lingua della mia patatina.
Ilaria mi penetra con la sua lingua dolce, mi succhia il clitoride, mi strizza i capezzoli, vengo strillando mentre i quattro uomini intorno a noi ci pisciano addosso, beviamo entrambe anche i loro liquidi amari, ingorde e troie come non mai.
Passiamo il resto della giornata sdraiate al sole, mano nella mano, unite da qualcosa che non potremo più dimenticare, grazie Ilaria, grazie bambina mia.

un saluto affettuoso dal vostro umile “scrittore” di quartiere.

man_mind_69@yahoo.it

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