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Racconti erotici sull'Incesto

Dopo lungo penare divento l’amante di mia madre

By 2 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio nome &egrave Joe. Vivo con mia madre in un casolare di campagna ristrutturato e dotato di tutti i conforti ivi inclusa una piscina. Non abbiamo problemi economici perché Danni (mia madre) &egrave un architetto alquanto quotata nel suo settore. Danni ha 35 anni ed &egrave una bella donna. Longilinea (alta 170 cm) e con un corpo da far perdere la testa al più casto degli uomini. Mi ha avuto che aveva 17 anni. Mio padre, figlio di una famiglia molto ricca, essendone pazzamente innamorato e conscio dell’errore che aveva commesso (l’aveva sverginata ed anche ingravidata) la sposò contro il volere di sua madre. Anche i miei nonni materni non erano molto favorevoli a che si sposasse. Volevano farla abortire ma lei si ribellò. Andò ad abitare con mia nonna paterna che alla fine l’accettò. Questo le permise di portare avanti la gravidanza ed, allo stesso tempo, completare gli studi intrapresi. Si laureò e dopo un lungo periodo di tirocinio aprì un suo studio. Ebbe successo. I rapporti fra mio padre e mia madre andavano a gonfie vele. Io crescevo coccolato sia da mia madre che da mia nonna paterna. Il nonno venne a mancare quando io avevo otto anni. Due anni dopo in piena notte delle grida mi svegliarono. Era una notte invernale faceva un freddo cane. Mi alzai ed andai nella direzione dei suoni. Giunsi sulle scale che portavano al piano sottostante. La voce di mia madre mi giunse chiara e netta.
” ti do un’ora di tempo. Prendi le tue cose e vai via da questa casa. Porta con te anche questa puttana di tua madre. Non voglio più vedervi, ne te e ne lei.’
Poi silenzio. Sentii dei passi salire le scale. Andai a rifugiarmi nella mia camera, mi chiusi dentro. Cosa stava succedendo? Non avevo mai sentito mia madre gridare in quel modo. Doveva essere successo qualcosa di veramente grave. Avevo la testa che mi doleva. Era notte fonda quando mi addormentai. Al mattino mio padre non venne a salutarmi. Mi alzai e andai in cerca di lui. Al piano notte le camere erano tutte vuote. Anche quella della nonna era libera. Scesi al piano giorno e nell’immenso salone trovai mia madre stesa sul divano che dormiva. Aveva lasciato il riscaldamento acceso e faceva molto caldo. Aveva la vestaglia aperta ed un suo seno traboccava dall’apertura della camicia da notte. Mi fermai a guardarlo. Era bellissimo. Ricordo che era bello tondo e grosso, sul davanti spiccava un capezzolo che sembrava una grossa ciliegia intorno alla quale si estendeva un’areola rosea (oggi so che &egrave una quarta taglia coppa D). Trascinai una sedia vicino al divano e, seduto e senza staccare gli occhi da quel magnifico globo di bianca carne, aspettai che si svegliasse. Forse l’inconscio l’avvertì della mia presenza. Aprì gli occhi, mi guardò, mi sorrise e mi invitò a stendermi vicino a lei. Cosa che feci. Lei mi abbracciò e mi strinse a se. La sua stupenda mammella si schiacciò contro il mio viso ed il grosso capezzolo premeva sulle mie labbra. La sentii singhiozzare. Passarono pochi minuti poi la sua calda voce, rotta da singhiozzi, mi giunse ovattata.
‘Sai, da oggi sarò solo io a prendermi cura di te. Tuo padre ci ha lasciati e non lo rivedremo più.’
Danni non sapeva che io l’avevo sentita inveire contro mio padre e contro mia nonna; non sapeva che l’avevo sentita cacciarli di casa. Non dissi niente. Gli anni trascorsero. La figura di mia madre occupava nella mia mente tutti gli spazi liberi. Poi’ passai dall’infanzia alla pubertà. Il mio pistolino assunse un aspetto diverso. Incominciai a fare i primi sogni erotici accompagnati dalle mie prime polluzioni notturne. Al mattino mi svegliavo quasi sempre con le mutandine piene di sostanza appiccicosa; le toglievo e le infilavo nella cesta dei panni sporchi. Un giorno, passando davanti alla stanzetta dove erano sistemati gli elettrodomestici del tipo lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie, congelatore, ecc., vidi mia madre con in mano le mie mutandine, le stava guardando e dopo aver passato le dita sopra la ‘cosa’ appiccicaticcia prima le strofinò tra loro come volesse appurarne la consistenza e poi portò le dita al naso e le annusò. Un sorriso le si allargò sul volto. Mise le mutandine in lavatrice e l’avviò. Prima che si accorgesse della mia presenza scappai in camera mia. Ancora non sapevo cosa fosse il sesso. Poi, a scuola: alle medie, sentii i ragazzi più grandi parlare di ragazze, in particolare di quelle che avevano grandi tette e sentii parlare per la prima volta di masturbazione. Tornai a casa, ero solo, mamma era ancora al lavoro, mi chiusi in camera e mi avventai sul pc. Mi collegai a google ed esplorai il web cercando i termini che avevo sentito a scuola. Oltre ai vari significati ne trovai altri e trovai anche foto di donne nude e di uomini e donne insieme. Di li a trovare film porno il passo fu breve. La mia mente ne rimase scioccata. Mai avrei immaginato che fra un uomo ed una donna potesse accadere quanto avevo visto sul web. Giunse la sera e mia madre rientrò. Spensi il pc e con il cervello in frantumi dedicai il resto della serata allo studio dando ogni tanto delle guardate veloci al corpo di mia madre. I miei occhi si fissavano ora sul seno, ora sulle bocca, anche il culo non sfuggiva ai mie fugaci sguardi. Ebbi subito una strana reazione. Il mio pistolotto si indurì e spingeva contro la patta come volesse uscire. Andai in bagno e lo tirai fuori. Non era grosso ma era abbastanza lungo. Con la mano lo accarezzai e lo massaggiai. Un secondo dopo un liquido perlaceo e denso venne espulso attraverso il meato e si riversò parte sulla mia mano e parte si spiaccicò sul pavimento. Mi sentii rilassato. &egrave stata quella la mia prima sega. Tornai da mia madre la quale mi guardò con occhi scrutatori. Non disse niente. Arrivò l’ora della nanna. Mi ritirai in camera dove fui raggiunto da Danni che mi augurò, come sempre, la buona notte e dopo avermi baciato la fronte sparì. Finalmente solo. Mi lanciai di nuovo all’esplorazione del web. Incappai in siti di racconti erotici. Li divorai. Mi soffermai molto su quelli che parlavano di incesto. Scoprii che i più eccitanti erano quelli che descrivevano i rapporti tra figlio e madre. Mi resi conto che erano dettati da menti perverse e che erano, credo, per la stragrande maggioranza frutto di fantasie. Ciò nonostante mi colpirono molto. Trascorsi l’intera notte a leggerli e quando ne trovavo dei più eccitanti accompagnavo la lettura con lunghe carezze al mio cazzo. Quella notte eiaculai tante di quelle volte che con la quantità di sperma espulso avrei potuto fecondare un reggimento di donne. Il mattino mi sorprese ancora addormentato. Mamma venne nella mia stanza e mi chiese come mai fossi ancora a letto. Le risposi che non mi sentivo bene. Era vero perché le troppe seghe che mi ero tirato durante la notte mi avevano ridotto ad uno straccio. Danni mi mise una mano sulla fronte e constatò che non avevo febbre. Il suo sguardo cadde sul pavimento, notò la macchia di sperma del giorno prima (non avevo pulito) e sorrise. Si chino e mi baciò. I miei occhi caddero nell’apertura della camicia e vidi il solco che separa le tette e la loro parte superiore. Erano bianchissime. Immaginai il resto nascosto dal reggiseno. Il cazzo si sveglio e prese a crescere. Mamma si rimise dritta e dandomi una carezza mi disse che mi avrebbe chiamato ogni ora per sapere come stavo. Andò via. Restai solo con i miei pensieri e con la immagine di mia madre che si proiettava nella mia mente. Da quel momento cominciai a guardare mia madre con occhi diversi. Intanto la feci entrare quale protagonista principale nei miei sogni erotici. La resi l’eroina delle mie fantasie porno. Diventò un’ossessione. Gli anni si succedevano uno dietro l’altro. Raggiunsi i diciotto anni e presi il diploma al liceo classico con il massimo dei voti. Mi iscrissi all’università. Il mese di ottobre Danni raggiunse il suo trentacinquesimo anno di età. Era sempre più bella. Sembrava che il passare degli anni la ringiovanissero. Non lo dico perché &egrave mia madre. La prova era che aveva molti orsi al seguito desiderosi di lappare il suo miele. Anch’io avrei dato tutto me stesso per stringerla nuda tra le mie braccia. Ne ero innamorato così come un uomo ama una donna. Ero ancora vergine. Sì, nessuna ragazza &egrave riuscita ad attirare le mie attenzioni così come lo ha fatto mia madre. Danni ignorava che io la desiderassi come donna. Lei credeva che le mie effusioni fossero dovute al fatto che ero suo figlio. Non immaginava che l’animale che albergava in me aveva, già da un bel pò di tempo, smesso di vederla come madre. Dovevo solo fare il grande passo. Vincere il timore del più che probabile rifiuto e dirle che l’amavo. Non c’era altra via. Dovevo sfidare il fato. Danni doveva essere mia.
Sono una donna di 35 anni. Mi chiamo Danni ed ho un figlio di 18 anni. L’ho avuto che avevo 17 anni. Il padre era un ragazzo della mia stessa età. Eravamo innamorati. Era un amore giovanile e conteneva molta passione più che altro dettata da desiderio. Lui era un bel ragazzo, io ero una ragazzina fisicamente con gli attributi molto sviluppati ma proporzionati alla mia altezza. Le mie misure: 170 cm di altezza ‘ circonferenza seno 101 cm (taglia 36 C) ‘ circonferenza bacino 98 cm. Capelli biondi, ondulati e lunghi fino a metà schiena, fronte ampia, zigomi alti, occhi da gatta e bocca grande con labbra carnose di colore rosa tendente al rosso (non avevo bisogno di rossetto). Ero orgogliosa del mio corpo e facevo di tutto per mettere in evidenza le mie forme. Mi piaceva vedere negli occhi dei ragazzi e degli uomini il desiderio di possedermi. Il mio abbigliamento era studiato. Indossavo sempre abiti che esaltavano le mie forme e che mostravano quel tanto del mio corpo bastante a far infoiare il cosiddetto sesso forte. Godevo al pensiero che sarebbero corsi a masturbarsi. Quello che amavo di più del mio fisico erano le tette. Avevo delle mammelle bellissime. Sembravano fossero scolpite nel marmo tanto erano dure. Non indossavo il reggiseno perché volevo che fossero continuamente in movimento e sobbalzassero ad ogni mio passo. La mia era una provocazione rivolta a tutti gli uomini. A casa le denudavo. Mi piaceva molto guardarle ed accarezzarle. Spesso le sollevavo e, a turno, le portavo alla bocca dove c’era pronta la mia lingua ad accogliere ed a leccare i grossi e rosei capezzoli; operazione che culminava sempre in una sdidalinata al mio clitoride con il conseguente raggiungimento di sconvolgenti orgasmi. Nonostante l’età (ancora minorenne) ero abbastanza addentro nell’arte della seduzione. La mia maestra &egrave stata mamma che mi ha resa edotta sul come gestire il mio corpo e come farlo diventare un arma erotica. Inoltre c’&egrave stato il web. &egrave da non credere a quello che si trova sulla materia. Ma erano solo teorie. Nel pratico devo ringraziare la mia insegnante di inglese che era una bellissima seguace di Saffo e delle sue pratiche. Mi corruppe. Riuscì a trascinarmi nel suo letto. Sono stata e sono ancora la sua amante nonostante sia di 5 anni più grande e nonostante fossi sposata e con un figlio. Con lei ho scoperto i punti erogeni del mio corpo. Mi ha insegnato come controllare il piacere del corpo. Ogni volta che stiamo insieme mi sento trasportata nello spazio infinito. Quando la sue labbra si posano sul mio corpo e la sua lingua si insinua fra le mie cosce violando la mia vulva mi fa impazzire dal piacere. Cloe (&egrave il suo nome) oggi vive con me ed &egrave la mia compagna in tutto. Attraversammo un brutto periodo quando sulla mia strada incrociai un ragazzo che mi fece sciogliere il sangue nelle vene. Corsi il rischio di perderla. Ci volle del bello e del buono per convincerla che mai l’avrei lasciata e che lei sarebbe stata l’unico essere che avrei amato. Alla fine si convinse ed i rapporti ripresero. Di tanto in tanto si faceva prendere dalla gelosia ed in quei momenti dovevo tirare fuori tutta la mia arte adulatoria per calmarla. Non &egrave stato l’unico fronte su cui combattei. L’altro era rappresentato dalla mia futura suocera. Era la classica madre possessiva. Era una bella donna. La sua bellezza fece nascere in Cloe desideri impronunciabili. Fu la mia volta ad essere gelosa. E lo ero per due ragioni. Una era perché la mia amante corteggiava Jessica (mia suocera). La seconda ragione era il rapporto che la mia futura suocera aveva con suo figlio. Cloe non riuscì mai, con mia grande gioia, a trascinare mia suocera nel suo letto però insinuò un tarlo nella mia mente che mi rose il cervello. Mi disse che quello che c’era fa madre e figlio non era normale. Va bene l’amore di una madre verso il prodotto del suo ventre ma lei non aveva mai visto una madre comportarsi in un certo modo con il figlio che ricambiava quando la madre gli faceva. Le chiesi di spiegarsi.
‘Senti. Fra quei due c’&egrave qualcosa che non va. La gelosia della madre nei tuoi confronti non &egrave dettata da amore materno. C’&egrave di più.’
‘Puoi essere più chiara?’
‘Hai visto quando si salutano? Mai un bacio sulle guance. Le loro bocche si uniscono come quelle di due innamorati. A te sfuggono perché certe cose non le noti. L’amore che hai per lui ti fa tenere gli occhi chiusi. Hai mai notato che il tuo Gregory allunga le mani sul corpo della madre e la palpeggia il culo o i seni. In quei momenti dovresti vedere il viso di tua suocera. Trasuda libidine da tutti i pori della pelle.’
Restai allibita per le cose che mi stava dicendo Cloe.
‘Di un po’, non &egrave che ti stai facendo di nuovo impossessare dal tarlo della gelosia. Stai tentando l’impossibile per farmi separare dal mio ragazzo. Sappi che non ci riuscirai. Stai facendo delle allusioni pesanti sul conto di mia suocera e su suo figlio. Dove vuoi arrivare?’
Cloe si avvicina, mi abbraccia.
‘Danni, amore, apri gli occhi; so che quello che sto per dirti ti farà arrabbiare; forse dopo non mi vorrai più vedere ma devo dirtelo. Non ho le prove ma sono sicura che tua suocera si fa chiavare da suo figlio.’
Mi sentii venire meno. Non svenni perché Cloe mi sostenne.
‘Sei impazzita. Ti rendi conto di quello che stai dicendo. Gregory va a letto con sua madre e la chiava. E lei ci sta? Non ci crederò dovessi vederlo con i miei occhi. Sono madre e figlio.’
‘Sono un uomo ed una donna. Lei &egrave pure molto bella.’
Non volli più ascoltarla; mi liberai dal suo abbraccio e scappai in camera. Allora non potevo immaginare quando la mia Cloe avesse ragione. Diventai la moglie di Gregory e gli partorii anche un figlio. Ero una donna felice. Avevo un’amante donna che soddisfaceva il mio lato lesbico. Gregory sapeva di Cloe. Non era favorevole a che mi sollazzassi con una donna ma non mi ostacolava. Avevo un marito che mi adorava e che era perennemente infoiato. Non c’era giorno che non mi cavalcasse. Era uno stallone instancabile. Questo fu anche il motivo che relegai nei meandri del cervello le cose dettemi da Cloe. Il primo anno di matrimonio dovetti subirmi la presenza ossessiva di mia suocera che non tralasciava di farmi notare la sua contrarietà al fatto che fossi diventata la moglie del figlio. (Avessi saputo!). Poi nacque mio figlio e le tensioni si chetarono. Jessica smise di odiarmi e si dedicò al nipote. Trascorsero dieci anni. Una notte mi svegliai e mi accorsi che mio marito non era al mio fianco. Guardai verso il bagno (tutte le camere da letto ne sono fornite) e vidi che non filtrava luce. Mi alzai, indossai una vestaglia sulla mia nudità ed uscii dalla camera. Il corridoio era avvolto nell’oscurità ed il silenzio vi regnava. Una luce fievole si stagliava in fondo al corridoio. Proveniva dal vano aperto nel pavimento che dava sulla scala che porta al piano soggiorno. Mi incamminai in quella direzione. Giunsi sulla rampa di scale e cominciai a scendere. Intanto dei suoni mi giungevano all’orecchio. Conoscevo quei suoni. Erano gemiti di una donna che stava godendo. Pensai che mio marito stesse vedendo un film porno. Continuai a scendere. Poi mi giunse la voce della donna che incitava il suo amante a darci dentro. La riconobbi. Era la voce di mia suocera. Arrestai la discesa. Restai in ascolto.
‘Sì, dai spingi, mettici più forza, sfondami, spaccami l’utero, dimmi che mi ami, dimmi che sono la tua favorita e che quell’altra mi &egrave solo seconda. Si, così. Dio come godo quando mi chiavi in questo modo.’
Mia suocera era nel pieno di un amplesso. Ma chi era l’uomo che la stava montando? Aveva fatto entrare il suo amante in casa. Ripresi a scendere e quando giunsi alla fine delle scale mi bloccai. La scena che mi si presentò davanti agli occhi era strabiliante. Mia suocera, nuda, stava sul divano messa alla ‘pecorina’ e mio marito le stava dietro e le pompava il cazzo nella fica e lo faceva con una violenza tale che le mammelle di Jessica dondolavano come campane ad ogni affondo che il cazzo del figlio le affondava nel ventre. Ero talmente scioccata che non riuscii a proferire parola. Intanto Gregory continuava a stantuffare il suo cazzo nella pancia della madre accompagnando i suoi movimenti con frasi del tipo.
‘Dio, mamma, sei impagabile, ogni volta che ti chiavo alla fine mi sento distrutto e resto con la sensazione di non essere riuscito a soddisfarti.’
Di nuova la voce di mia suocera.
‘Amore, lo sai che quando mi sbatti nella pancia il tuo batacchio non ragiono. In quando ad essere soddisfatta delle tue prestazioni sappi che anch’io ne esco sfiancata. Io ti amo e se ti sembro esigente &egrave perché il mio ventre ha bisogno del nutrimento che le scarichi dentro. Vorrei tenerti sempre dentro di me.’
Di nuovo il silenzio rotto solo dai grugniti di mio marito e dai nitriti di mia suocera. La scena &egrave eccitante. Non avevo mai visto due esseri fare sesso. Il fatto che i due fossero uno mio marito e l’altra sua madre passa in secondo piano. Davanti ai miei occhi c’&egrave un uomo che fionda il suo cazzo nel ventre di una donna. Sono magnifici nel loro atto. Mi eccito. La mia mano si muove da sola; raggiunge la mia patatona e comincia ad accarezzarla. L’altra mia mano si sposta sul petto. Artiglia una zizza e la pastrugna. La libidine si &egrave impossessata del mio corpo. Le dita della mano che ho fra le mie cosce vanno in cerca del clitoride che nel frattempo si &egrave indurito. Ci giocano, lo titillano, lo strizzano provocandomi scosse che si ripercuotono per tutto il corpo. Mi masturbo. Intanto i miei occhi sono fissi su quei due corpi che ci danno dentro con forza ed, aggiungo, con amore. Solo due che si amano possono sfidare la sorte di essere scoperti con tutte le conseguenze che ne possono derivare. I due sono madre e figlio e stanno consumando un rapporto incestuoso. Aveva ragione Cloe ed io non volli darle credito. Un grugnito più forte ed un grido di piacere mi dicono che i due sono arrivati al culmine del piacere. Gregory &egrave bloccato. Il suo dentro fuori &egrave fermo. Le zizze di mia suocera hanno smesso di sballottare. Capisco che mio marito sta scaricando nel ventre di sua madre il risultato dell’amplesso. La conferma la da mia suocera.
‘Sì, innaffia il mio utero; allagami; riempimi tutta. Dio, com’&egrave calda e quanta ne hai.’
Anch’io raggiungo il mio orgasmo e lo accompagno con un grido che per me &egrave il raggiungimento del piacere mentre denuncia la mia presenza. Infatti mia suocera scambia il mio grido di piacere con un grido di sorpresa.
‘Dio, Gregory, c’&egrave tua moglie.’
Riprendo il controllo del mio cervello. Mi precipito verso di loro. Sono infuriata.
‘Fate schifo. Siete due bestie. Ora capisco perché eri contraria a che sposassi tuo figlio. Lo volevi solo per te. Hai raggiunto il tuo obiettivo. Da questo momento puoi tenertelo. Non farò uno scandalo. Puoi continuare a farti riempire la pancia dal suo cazzo. In quanto a te ti do un’ora di tempo. Prendi le tue cose e vai via da questa casa. Porta con te anche questa puttana di tua madre. Non voglio più vedervi, ne te e ne lei.’
I due, senza proferire verbo, in un battere di ciglia spariscono. Non li ho più visti. Il resto della notte lo trascorro sul quel divano che ha visto consumarsi un rapporto incestuoso. &egrave mattina quando apro gli occhi e vedo il mio unico figlio, che, seduto su una sedia, mi sta guardando. Non faccio caso a dove sta guardando. Lo invito a stendersi al mio fianco. Lo abbraccio e lo stringo a me.
‘Sai da oggi saremo soli. Tuo padre ci ha lasciati. Sarò io a prendermi cura di te.’
Il destino ha in serbo delle sorprese. Se avessi saputo?
Più il tempo passa più il mio desiderio per mia madre aumenta. Non riesco più ne a dormire ne a studiare. Mi sto consumando. Sono pazzamente innamorato di Danni. Faccio di tutto per attirare la sua attenzione, la corteggio cosi come stessi corteggiando una ragazza. Niente. Sembra non accorgersi di me. Per lei sono rimasto il suo bambino da accudire e da proteggere. Divento anche geloso. Chiunque si avvicina a lei subisce la mia ostilità. Più di tutti &egrave Cloe che ne fa le spese. Si, Cloe l’amante di mia madre; quella che &egrave stata la sua insegnante di inglese e che, da quando mio padre ci ha lasciati, &egrave venuta a vivere con noi. Ha occupato il posto di mio padre nel letto di mia madre. La odio. Perché Cloe può gioire dell’amore di mia madre e non io? Non posso restare perennemente in quella situazione. Un sabato mattina mi sveglio con la determinazione di dichiarare il mio amore a Danni. Esco dalla stanza mi avvio verso le scale per scendere al piano sottostante. Passo davanti alla camera di mia madre. La porta &egrave aperta. Guardo all’interno. Sul letto giace Cloe, completamente nuda e distesa a pancia sotto. &egrave sola, mamma non c’&egrave. Deve essere in cucina a preparare la colazione. Mi precipito a raggiungerla. La trovo che sta davanti al lavello lavando chissà cosa. Ha indossato una vestaglia di pizzo nero trasparentissima. Sotto &egrave nuda. Si vedono le forme del suo stupendo culo e della sua schiena. Ora o mai più. Mi avvicino e l’abbraccio.
‘Buongiorno mamma.’
Lei gira il viso e me lo offre.
‘Ben svegliato amore. Bacino.’
Vedo le sue rosee e carnose labbra dischiuse ed i denti bianchissimi. Avvicino la mia bocca alla sua e la bacio leccandole le labbra con la punta della mia lingua. Fu un bacio veloce. Danni ne resta sorpresa. &egrave la prima volta che suo figlio la bacia posando le sue labbra sulle sue. Non manca di farmelo notare.
‘Cosa &egrave questa novità? Da quando la mamma si saluta baciandola sulla bocca e stuzzicandomi le labbra con la lingua?’
La stringo di più contro il mio petto. Il mio cazzo che nel frattempo &egrave diventato duro come la pietra preme contro il suo culo.
‘Io, se tu me lo permettessi, lo farei ogni volta che mi viene voglia di baciarti e sai perché?’
Danni aggrotta la fronte, si gira offrendomi in visione il suo magnifico seno che la vestaglia aperta sul davanti non copre più di tanto. Il mio cazzo ha un ulteriore guizzo e si appoggia sul ventre di mamma la quale capisce.
‘Non dire niente, non parlare, potresti dire cose di cui potresti pentirti, quello che pensi &egrave impossibile da concretizzarsi. Taci e vatti a fare una doccia, possibilmente ghiacciata.’
La strinsi più forte.
‘No, mamma, non starò zitto. Io ti amo e ti desidero. Voglio essere il tuo uomo e voglio che tu sia la mia donna.’
Finalmente sono riuscito a confessarle il mio amore. Danni cerca di liberarsi dall’abbraccio, la mia stretta &egrave troppo forte.
‘Lo sapevo che avresti detto una sciocchezza. Sei impazzito? Sono tua madre, come puoi pensare che io diventi la tua donna? Dio, sei uguale a tuo padre, ma io non sono tua nonna.’
Allentai la stretta.
‘Che c’entra mio padre? perché dici che non sei mia nonna? Mamma io ti voglio e niente mi farà desistere dall’amore che sento per te.’
Mia madre riesce a liberarsi dal mio abbraccio e scappa. Resto solo con i miei pensieri e con il mio desiderio.. Per tutta la giornata non la rivedo. A sera tardi, sento bussare alla mia porta. Il cuore mi balza in gola. &egrave mamma che viene a dirmi che anche lei mi ama. La invito ad entrare. La porta si apre e ‘ quale fu la mia delusione vedendo che sulla soglia si staglia la figura di Cloe.
‘Posso entrare?’
La guardo torvo in viso.
‘Lo so, aspettavi tua madre, &egrave lei che mi manda. Mi ha raccomandato di dirti che si aspetta che domani mattina tu non ti faccia trovare. Che lei non può darti quello che tu vuoi. Sei suo figlio, ti vuole bene e ti ama, niente di più. Quando sarai rinsavito potrai ritornare e rivederla. Lei ti aspetterà.’
Mia madre vuole che vada via di casa. Cloe riprende a parlare.
‘So cosa stai provando. Tua madre mi ha raccontato delle tue avance. Conoscendo Danni non ti biasimo ne ti condanno. &egrave troppo bella per non suscitare in te, anche se sei suo figlio, insani desideri. Sai dove andare?’
‘No.’
‘Tieni questo biglietto. C’&egrave un indirizzo. Vacci. Ti accoglieranno a braccia aperte. Ora ritorno da tua madre. Prima di lasciarti tengo a dirti che mi dispiace che tu vada via. Tu mi piaci e aspetterò il tuo ritorno, che mi auguro avvenga presto.’
Esce dalla stanza e chiude la porta alle sue spalle. Cosa avrà voluto dire? leggo il biglietto che mi ha dato. &egrave un indirizzo della Bretagna francese, non c’&egrave nessun nome. Trascorro il resto della notte in preda ad incubi. Il mattino presto mi vesto, raccolgo alcuni indumenti in uno zaino e scendo in cucina dove trovo Cloe ad aspettarmi. Si avvicina e mi da un bacio sulla bocca. resto sorpreso, non me lo sarei mai aspettato.
‘Tua madre &egrave già uscita. Dai, prima di partire fai colazione.’
Mi porge una busta che contiene una somma di danaro molto consistente ed un biglietto. Lo leggo. C’&egrave scritto: ‘Mi raccomando, studia. Ti voglio bene. Non volermene. Mamma.’
Guardo Cloe.
‘Mamma sa dove andrò a stare?’
‘No, se vai all’indirizzo che ti ho dato sarò la sola a saperlo. Vieni, fatti abbracciare.’
Sono anni che la conosco ed &egrave la prima volta che chiede di abbracciarmi. Sono sconcertato. Mi avvicino e lei mi cinge le spalle con le sue braccia e mi stringe schiacciandomi le sue mammelle contro il torace; appoggia le sue labbra sulle mie e mi bacia.
‘Vai. Ti aiuterò a tornare ed aiuterò tua madre ad accoglierti secondo i tuoi desideri. Questo &egrave il numero del mio cellulare. Chiamami ogni qual volta ne senti il bisogno.’
Sono io a baciarla sulla bocca.
‘Ti ringrazio. Spero di rivederti presto.’
‘Se non lo fai sarò io a venirti a cercare. Ho in testa un progetto la cui realizzazione richiede la tua presenza e la tua partecipazione. &egrave anche la soluzione al tuo problema.’
Ancora un enigma. Vado in garage, inforco la mia Ducati 999 e parto.
Mi sono liberata dall’abbraccio di mio figlio e sono scappata in camera. Mi chiudo dentro. Ho timore che mio figlio mi segua e che voglia violentarmi. Mi butto sul letto e scoppio a piangere. Cosa ho fatto di male per meritarmi questa punizione. Mio figlio, il mio piccolo bambino vuole accoppiarsi con me, vuole chiavarmi. La mia mente corre all’indietro negli anni. Rivedo la scena in cui mio marito stantuffa il suo cazzo nel ventre della madre. Io non sono mia suocera. Joe invece &egrave tutto suo padre. Così come Gregory si chiavava sua madre anche lui vorrebbe giacere con sua madre e possederla. Devo trovare una soluzione per uscire da questa incredibile situazione. Cosa posso fare per convincere mio figlio che mai potrò accoglierlo fra le mie cosce. Sto ancora arrovellandomi le meningi quando la mia amante irrompe nella stanza; mi guarda e vede il mio viso rigato dalle lacrime.
‘Cosa &egrave successo? Perché stai piangendo?’
‘Hai visto mio figlio?’
‘Sì. E’ di sotto in cucina. Ha una faccia da paura. C’entra qualcosa con il tuo stato?’
‘Vuole accoppiarsi con me; vuole chiavarmi.’
Cloe sgrana gli occhi e apre la bocca ma non esce nessun suono, poi si riprende.
‘Te lo ha detto lui?’
‘Sì.’
‘Finalmente si &egrave deciso. Non ce la facevo più a vederlo torturarsi l’anima.’
‘Tu sapevi? Ne avete parlato?’
‘No, lo sai che io e tuo figlio non abbiamo molti contatti. L’ho immaginato. &egrave più di un anno che tuo figlio ha smesso di vederti come madre. Tu sei una bellissima donna. Lui ti vede come donna cosi come lo fanno tutti gli uomini che incontri e che ti conoscono. L’unica differenza sta nel fatto che lui &egrave innamorato della donna che &egrave anche sua madre. Tu lo tratti come se fosse ancora un bambino e non ti accorgi che &egrave diventato un uomo.’
‘Lo stai giustificando? Guarda che stai parlando di mio figlio.’
‘Sto parlando di un uomo che vede in sua madre la donna dei suoi sogni. Sto parlando di una stramaledetta bella donna che non si accorge che suo figlio &egrave cresciuto.’
‘Cosa pretendi che faccia?’
‘Fai la stessa cosa che fece tua suocera con suo figlio. Fatti chiavare. Amalo come lui ti ama.’
‘Sei pazza. Come puoi suggerirmi di farmi cavalcare da mio figlio; &egrave frutto del mio ventre. Speravo in un tuo aiuto ma vedo che non hai intenzione di aiutarmi.’
‘E tu fallo ritornare lì da dove &egrave uscito. Altre alternative non ne vedo.’
‘No, non posso farmi chiavare da mio figlio, sarebbe immorale oltre che contro la legge.’
‘Moralità, legalità. Ma ti rendi conto di quello che dici. Anche quello che c’&egrave fra noi due &egrave immorale e su questo non hai mai avuto niente da dire. Hai nominato tutto tranne la cosa più bella: amore. Ecco questa &egrave la parola giusta. Dove c’&egrave amore non esiste ma che tenga e tuo figlio ti ama.’
‘Mi stai violentando, ma non riuscirai a farmi cedere. Mio figlio non mi avrà. Piuttosto preferisco non vederlo più.’
‘Vuoi mandarlo via di casa cosi come facesti con tuo marito e solo perché lui vuole che tu sia la sua donna? che ti vuole chiavare?’
‘Sì, &egrave la soluzione che preferisco.’
‘Lascia che me ne occupi io. Conosco un posto dove saranno felici di accoglierlo. Piuttosto cosa devo dirgli?’
Mi alzo dal letto e mi avvicino allo scrittoio. Prendo un foglio e scrivo: ‘Mi raccomando, studia. Ti voglio bene. Non volermene. Forse un giorno capirai. Mamma.’ Lo metto in una busta insieme ad una somma di danaro e consegno il tutto a Cloe la quale esce per andare da mio figlio. Sono di nuovo sola. Il colloquio avuto con Cloe ha ulteriormente aggravato la situazione. La mia amante ha cercato di convincermi che non sarebbe una tragedia se mio figlio mi chiavasse. Per un attimo mi vedo nuda distesa sotto il corpo di Joe e con il suo cazzo ben piantato nel mio corpo. Un senso di repulsione mi assale. Scaccio il pensiero dandomi della perversa per aver pensato, anche se solo per un attimo, di fare l’amore con mio figlio. Ma poi quell’idea mi tornò in mente in modo prepotente. Dopo circa un’ora Cloe fa ritorno. Ho gli occhi lucidi. Questa volta non sono per il pianto ma per il cattivo pensiero fatto su mio figlio. La mia donna lo capisce e sorride. Mi viene vicino e mi abbraccia.
‘Ha detto che partirà domani mattina.’
‘Ha letto il biglietto?’
‘Sì e non c’&egrave risposta.’
Resto delusa. Inconsciamente mi sarei aspettata di sentire che per lui niente sarebbe cambiato. Mi lancio fra le braccia di Cloe.
‘Oh! Cloe, come riuscirò a dimenticare la dichiarazione d’amore fattami da mio figlio. passeranno gli anni ma le sue parole mi rimbomberanno sempre nella testa.’
Cloe mi stringe contro il suo torace. Le sue poderose mammelle si schiacciano contro le mie.
‘Danni, amore, la soluzione &egrave quella che ti ho suggerito. Se lo farai lo renderai felice e tu lo sarai più di lui. Le vostre menti si calmeranno.’
‘No. Non &egrave facendomi chiavare da mio figlio che sarò più felice. Ma perché insisti? Cosa te ne viene se Joe entra nel mio letto?’
Non mi risponde.
Dopo una intera giornata di viaggio giungo a destinazione. Il posto e proprio quello indicatomi da Cloe. Sullo sfondo del viale vedo una costruzione di pietra lavica che si erge su due livelli. Percorro il viale e mi fermo sul davanti, spengo il motore e scendo dalla moto. Mi avvicino alla porta centrale e pigio il pulsante del campanello. Alcuni minuti e la porta si apre. Il volto sorridente di una ragazza mi appare.
‘Salve, cercate qualcuno?’
&egrave bella, il suo volto mi ricorda una persona che non vedo da diversi anni.
‘Mi hanno dato questo recapito dicendomi che qui avrei trovato gradita accoglienza.’
‘Chi glielo ha detto?’
‘Una donna di nome Cloe.’
La ragazza mi dice di attendere, richiude la porta. Aspetto e dopo un minuto la porta si riapre. Questa volta &egrave una donna quella che mi &egrave davanti. &egrave molto bella. Nonostante siano passati circa otto anni la riconosco. Cercherò, per quanto mi sia possibile, di descriverla. Magra (55 kg), alta (170 cm di altezza), carnaggione bianco latte, capelli corti brizzolati, occhi blu, viso con zigomi alti e niente rughe ai lati degli occhi, bocca non molto grande ma con labbra carnose e pronunciate e da quello che posso intuire un seno che deve essere fra una terza e quarta taglia. Insomma una donna ancora in grado di far perdere la testa, nonostante la sua età (53 anni).
‘Nonna!’
‘Non &egrave possibile. Sei Joe! Dio non posso crederci.’
Mi abbraccia e mi copre di baci. La ragazza che prima mi ha aperto guarda meravigliata le effusioni che la donna ha nei miei confronti.
‘Mamma, mi dici chi &egrave?’
‘Scusami tesoro, questo &egrave Joe, io e tuo padre te ne abbiamo parlato.’
Padre? Ma il nonno non &egrave deceduto? La nonna si &egrave risposata? Sono confuso. La figlia mi squadra dalla testa ai piedi.
‘Lui &egrave il figlio di Danni? E Cloe chi &egrave?’
Sono io a risponderle.
‘&egrave la compagna di mia madre.’
Ho fatto una gaffe. La ragazza mi guarda con aria interrogativa. &egrave mia nonna che mi toglie dall’imbarazzo;
mi prende per mano.
‘Vieni, entriamo in casa. Tuo padre sarà contento di vederti. Avrai molte cose da raccontarci. Tua madre come sta?’
‘Oh, lei sta bene, ha Cloe che la governa e la coccola.’
Nel mio tono di voce c’&egrave una nota stonata che non sfugge alla mia ava.
‘Quando saremo soli mi dirai cosa c’&egrave che non va?’
Indicando la ragazza le chiedo:
‘Non sapevo che avessi una figlia. &egrave giovane, avrà la mia stessa età’
‘Per la verità lei &egrave la terza. Prima viene tuo padre, poi c’&egrave Elena che non conoscerai perché &egrave andata via di casa e infine c’&egrave Margot che hai appena conosciuto.’
‘E tu? Ti trovo bene, quanti anni hai?’
‘Scostumato. Lo sai che non si chiede mai l’età ad una donna.’
‘Scusami, non volevo offenderti.’
‘Sei perdonato. Comunque te lo dico lo stesso. Ho 53 anni.’
‘Ma va. Mi prendi in giro? Non ci credo.’
‘Sentiamo Secondo te quanti anni avrei?’
‘Beh, direi almeno 10 anni in meno.’
Jessica esplode in una fragorosa risata.
‘Hai sentito Margot. Se avessi 10 anni in meno avrei partorito tuo padre prima ancora di essere fertile. Ti sembra possibile? Di un po’ per caso ci stai provando?’
Ma cosa dice? Partorire il padre di Margot. Forse si riferisce a mio padre.
‘Nonna, ti giuro, non ho mai visto una donna bella come te. Tu faresti ombra a molte ragazze che a ben ragione ti invidierebbero.’
‘Dagli. Allora &egrave vero, mi stai filando.’
Interviene Margot.
‘Mamma non scherzare, tuo nipote dice la verità. Tu sei una donna molto piacente, hai ancora un fisico asciutto e sei ben modellata. Anch’io sono fra quelle che ti invidiano.’
‘Via ragazzi, non scherzate, non prendetemi in giro. Sono una vecchia. Chi volete che si accorga di me? comunque grazie dei complimenti. Li apprezzo perché mi fanno sentire giovane.’
Il rumore di un motore richiama l’attenzione delle due donne. Margot corre verso l’ingresso.
‘&egrave arrivato papà.’
Non appena il nuovo arrivato entra lo riconosco: &egrave mio padre. Guardo lui poi sposto i miei occhi sulla nonna ed infine su Margot.
‘Lui &egrave tuo padre? e lei &egrave tua madre?’
La notizia mi colpisce come una martellata sulla testa. Non reggo. Svengo. Riprendo conoscenza. sono disteso su un letto. Sento la voce di mio padre.
‘Dobbiamo arguire che la madre non gli ha mai parlato di noi.’
‘Conoscendo la tua ex moglie penso proprio che così sia stato. Ora lasciatemi sola con lui. Tu Margot vai in cucina e prepara qualcosa da mangiare e aspettaci in cucina. Tra l’altro deve essere anche affamato.’
Margot uscì. Fu ancora mio padre a domandarle.
‘Che intenzioni hai?’
‘Raccontargli tutto di noi due. Non vedo perché le nostre figlie debbano sapere e lui no. E’ tuo figlio ed &egrave giusto che sappia.’
‘Non credo che sia giusto metterlo al corrente del nostro rapporto. Potrebbe avere una reazione negativa. Non dimenticarti di Elena.’
‘Lascia fare a me. Vedrai che ci accetterà per quello che siamo.’
Lanciai un lamento. Jessica invitò Gregory ad andare. Mio padre uscì. Io e nonna siamo soli. Apro gli occhi. Lei &egrave seduta sul letto su cui sono disteso e mi sta guardando con i suoi grandi occhi blu. Una mia mano e fra le sue.
‘Ben tornato nel mondo reale. Hai fatto un lungo viaggio, sarai stanco. Da quando non mangi?’
‘Nonna, sto bene. Non &egrave la stanchezza o la mancanza di cibo che mi ha fatto perdere i sensi. &egrave stato quello che ho sentito, visto e capito che ”
‘Lo so. Se hai voglia di ascoltare ti racconterò la nostra storia.’
‘Voglio sapere. Racconta, non tralasciare niente, anche i particolari.’
‘I particolari te li dovrai immaginare, io ti dirò i fatti e del come &egrave perché sono accaduti.’
‘Dai, rendimi edotto.’
————–
‘Tu non eri ancora nato, per essere più precisa, tua madre non era ancora entrata nell’orbita di tuo padre, non si conoscevano. Fino a che Gregory non raggiunse l’età di sedici anni non accade niente di particolare. Lui cresceva sano e forte. Per un ragazzo della sua età era fisicamente molto sviluppato. Era anche uno studente modello e non aveva ‘grilli’ per la testa. Io e suo padre ne eravamo orgogliosi. Un giorno, ricordo che era una mattina di una calda estate, saranno state le 10.00, uscii sul balcone della mia camera da letto e mi affacciai poggiando le braccia sulla balaustra. Guardai verso la piscina e lo vidi. Tuo padre, completamente nudo, stava disteso sul lettino a prendere il sole. Erano anni che non vedevo mio figlio nudo. I miei occhi si spostarono lungo il suo corpo fino a posarsi sulla macchia di neri peli che stava al centro del suo inguine e da cui si dipartiva il suo piolo che era inalberato come l’albero maestro di un veliero. Rimasi colpita dalla maestosità del suo’ sì insomma hai capito.’
‘Nonna ti vergogni di usare il termine giusto?’
‘Sei un maialino. Insomma tuo padre aveva un cazzo dalle dimensioni a me sconosciute. Non avevo mai visto un cazzo cosi bello. Lungo ed anche grosso. Era uno spettacolo a vedersi. I miei capezzoli si indurirono ed il mio stomaco gorgogliava. Restai a guardarlo per tutto il tempo che lui restò disteso sul lettino. Rientrai solo quando rientrò anche Gregory. In seguito mi disse che si era accorto della mia presenza e che gli piacque farsi guardare. La cosa lo eccitava tanto da fargli dimenticare che ero sua madre. Dopo quella piacevole visione nei giorni seguenti la mia mente fu interamente occupata dalla espressione di potenza che il cazzo di mio figlio manifestava. Nonostante riconoscessi che la mia era pura perversione, cominciai a desiderarlo. Mi vedevo nuda con le cosce allargate e quel magnifico muscolo che mi rovistava le viscere. Feci ricorso alla mia forza di volontà per distogliere dal mio cervello quel pensiero impudico e perverso. Non ci fu verso. Mi convinsi che l’unica soluzione per far sì che il desiderio si placasse e sparisse era affrontare il toro per le corna. Una sera presi la decisione. Tuo nonno era fuori per degli affari e sarebbe rientrato dopo una settimana. In casa eravamo solo noi due. Feci la doccia, indossai la camicia da notte e andai da mio figlio; entrai nella stanza e chiusi, non so perché, la porta a chiave. Lui era disteso sul letto: era nudo. Mi avvicinai. Guardai il centro del suo inguine. Il suo cazzo svettava come un palo. Salii sul letto e lo scavalcai con una gamba. Lui mi guardava con occhi carichi di sorpresa. Con una mano afferrai il suo cazzo e ne guidai il glande fra le mie grandi labbra. Mi lasciai andare e il magnifico affondò nel mio ventre. Gregory ebbe un sussulto.
‘Mamma, cosa ”
‘Zitto, non parlare.’
Quando fu tutto dentro, poggiai le mani sul suo petto e puntai i miei occhi nei suoi. Un attimo dopo venne senza muoversi; sentii i caldi spruzzi del suo godimento infrangersi contro il mio utero; mi stava riempiendo del suo liquido seminale. Dio quando ne aveva. Sembrava non avere mai fine. La sua prima scarica si esaurisce. Mi aspettavo che anche il suo cazzo perdesse di consistenza. Non fu così. Restò, con mia somma gioia, duro e continuava a pulsare. Mi sfilai la camicia da notte e offrii ai suoi occhi lo spettacolo del mio nudo corpo. Mi chinai verso il suo viso e lo baciai infilandogli la lingua in bocca. Lui la serrò fra le sue labbra e la succhiò. Devo dire che, nonostante la giovane età, ci seppe fare. Poi con una mano mi afferrai una mammella e la guidai contro la sua bocca. Gli strofinai il capezzolo sulle labbra.
‘Non vuoi un po di latte. Dai succhia, vedrai com’&egrave buono, ti piacerà.’
Non se lo fece ripetere. Dischiuse le labbra ed accolse il mio capezzolo fra di esse. Sentii prima la punta della sua lingua solleticarlo, poi lo schiacciò contro il palato e cominciò a succhiare. Gridai.
‘Sìììììììììììììì, Sto allattando mio figlio. Dio com’&egrave bello. Continua così, non smettere.’
Intanto il suo cazzo aveva ripreso vigore. Sentivo le pulsazione delle vene che lo attraversavano battere contro le pareti della mia vagina. Mi gettai di lato trascinandolo su di me e senza che il suo cazzo mi uscisse dal ventre. Gli afferrai il viso fra le mani, lo baciai e gridando con quanto fiato avevo in corpo lo incitai a cavalcarmi.
‘CHIAVAMI.’
Descriverti quel momento non mi &egrave facile, sappi che tuo padre riuscì a portarmi in paradiso. Stantuffò il suo cazzo nella mia pancia in un modo tale che mi fece raggiungere una sequela di orgasmi come nemmeno tuo nonno, che pure amavo, era riuscito in diciassette anni di matrimonio. Lo tirava fuori lentamente e prima che il glande fuoriuscisse del tutto affondava il cazzo nella mia pancia con una lentezza tale da farmi gridare di piacere. Da chi avesse imparato a chiavare in quel modo &egrave stato sempre un mistero. Poi accelerò il ritmo e capii che una seconda bordata di sperma si sarebbe riversata nel mio ventre. Così fu. Nonostante avessi il ventre pieno del suo liquido seminale non ero ancora soddisfatta. Mi adoperai affinché il suo cannone fosse di nuovo pronto all’uso. Tenuto conto della giovane età non fu difficile. Dovessi dirti quante volte quella notte tuo padre scaricò la sua forza nella mia pancia non lo rammento. Basti dirti che lui si prese non solo il mio corpo ma si impossessò anche della mia anima. Restai insieme a tuo padre per tutti i giorni di assenza di tuo nonno. Eravamo perennemente in calore. Ogni momento era buono per accoppiarci. Poi tornò tuo nonno e dovemmo regolare e diradare i nostri incontri. Io pur di averlo sfidavo la sorte. Diverse volte abbiamo corso il rischio di essere scoperti. Cosa che poi avvenne. Non fummo sorpresi nel consumare l’atto ma ben altra fu la causa. Il desiderio di stringerlo fra le mie cosce e sentire il suo cazzo che mi frugava la figa mi fece dimenticare di prendere le dovute precauzioni. Il giorno delle mie ‘cose’ arrivò puntuale come un orologio solamente che esse non si presentarono. Incominciai a preoccuparmi. Feci il test di gravidanza e risultò positivo. Ero incinta. Mi precipitai dal ginecologo che confermò quanto già sapevo. Tieni conto che per tutto il periodo che mi sono accoppiata con tuo padre non una volta tuo nonno mi ha cavalcato per cui il padre del bambino che si stava formando nel mio grembo non poteva essere che di Gregory. Il panico mi prese. Cosa fare? Abortire? La cosa mi ripugnava cosi come mi spaventava partorire un bambino frutto di un rapporto incestuoso. A tuo padre non dissi niente. Il problema era tuo nonno. Mi feci coraggio e glielo dissi. Non andò in escandescenze ma voleva sapere con chi. Non glielo dissi. Lo scoprì un anno dopo. Avevo partorito una bambina che chiamammo Elena. Le diedi il mio cognome perché tuo nonno non volle darle il suo.. Un giorno, io e Gregory stavamo tubando come due colombi nel salone quando tuo nonno, che credevamo essere fuori casa, irruppe e ci sorprese. Non avevamo scusanti. Il suo viso si colorò di un bianco calce. Credemmo che ci avrebbe uccisi. Invece senza parlare uscì dal salone e non lo rividi che di rado. Si trasferì in una dipendenza che attrezzò ad abitazione e li visse fino a quando non lasciò questa terra. Poi sulla scena fece il suo ingresso tua madre. Avresti dovuto vederla. Era bellissima. Per tuo padre fu un colpo di fulmine. Se ne innamorò. Io diventai gelosa. Odiai tua madre perché si stava prendendo il mio stallone da monta. Usai tutte le armi in mio possesso per distoglierlo da tua madre. Lo minacciai anche di rivelarle il nostro segreto. Non ci furono versi. Con il consenso di Danni la fece sua e la ingravidò. Un mese dopo la sposò. La notte prima di convolare a nozze venne da me. Io ero in preda alla disperazione più nera. Lui mi abbracciò e mi copri di baci. Mi disse che non avevo nulla da temere, che io sarei stata sempre la sua prima donna. Facemmo l’amore per tutta la notte. L’ultima galoppata la consumò il mattino prima di recarsi in municipio a sposarsi. Un mese dopo risultò che mi aveva nuovamente inseminata. Ero nuovamente incinta. Facemmo le capriole per nascondere la gravidanza e quando non ne potetti più dissi che era il frutto di un rapporto occasionale. Lui, tuo padre, godeva nel vedere me e tua madre circolare per la casa con il ventre gonfio del suo seme. Nascesti prima tu e dopo un mese nacque quella che tu conosci chiamarsi Margot. Tu e la tua sorellastra vi siete visti raramente e negli ultimi otto anni nemmeno una volta. Poi, una notte, tua madre ci sorprese che stavamo copulando e come una furia ci caccio di casa. Ecco ora sai. Spero che non vorrai condannarmi per averti sottratto tuo padre.’
Mi misi seduto e le accarezzai il viso.
‘Mai ti condannerò. Tu hai amato tuo figlio come nessuna donna potrebbe amare il suo uomo. Dimmi: l’ami ancora come allora? E per ‘ hai capito &egrave sempre come allora? E la tua prima figlia perché &egrave andata via?’
Sul viso di Jessica comparve prima un sorriso e poi un’ombra.
‘Lo sai che sei un bel porcellino. Rispondo alla tua ultima domanda. Elena andò via di casa quando venne a sapere che lei era il frutto di un rapporto incestuoso. Sparì e non ne sapemmo più nulla.’
‘Non l’avete cercata.’
‘No. fidiamo di rivederla. Dobbiamo solo saper aspettare.’
‘La risposta alle altre domande?’
‘Tuo padre non ho mai smesso di amarlo ed in quanto al resto sappi che le nostre notti sono sempre molto agitate. Gregory &egrave un amante inesauribile. Ma perché tutto questo interessamento su di me e di quello che ho fatto o faccio con tuo padre?’
Fu il mio istinto a risponderle.
‘Come vorrei che mamma fosse come te.’
Nonna mi guardò.
‘Sei innamorato di tua madre?’
‘Sì.’
‘Vorresti accoppiarti con lei; vuoi chiavarla?’
‘Sì’
‘Glielo hai detto?’
‘Sì.’
‘Lei ti ha cacciato di casa?’
‘Non proprio.’
Misi la mano in tasca e tirai fuori il biglietto che mi aveva dato Danni e glielo porsi. Lei lo lesse poi mi guardò sorridendo.
‘Benvenuto nel mio club. Hai ottime speranze e due grandi alleate: me e Cloe l’amante di tua madre. Ti auguro con tutto il mio cuore di entrare nel letto di tua madre e di realizzare i tuoi sogni.’
Mi abbracciò e mi baciò unendo la sua bocca alla mia. Tirai fuori la lingua e leccai le sue labbra. Una mia mano si avventurò sul suo seno e le palpai una mammella. Nonna non se lo aspettava. Mi allontanò e mi guardò. Sentii il sangue affluirmi alla testa. Nonna si alzò dal letto e trasse un profondo sospiro.
‘Prima che succeda l’irreparabile sarà meglio che vada a raggiungere tuo padre.’
Restai chiuso in camera per tutta la serata e per l’intera notte. Pensavo a quello che avevo fatto. Ci avevo provato con mia nonna. Il mattino dopo scesi in cucina e trovai l’intera famiglia seduta intorno al tavolo. Stavano facendo colazione. Li salutai e mi sedetti vicino alla mia zia/sorellastra. Nonna non mi degnò di uno sguardo e nemmeno rispose al mio saluto. La guardai. Aveva lo sguardo assente e gli occhi cerchiati per il mancato riposo. Di sicuro non aveva dormito. L’avevo fatta grossa. I giorni seguenti non cambiarono. Jessica evitava di trovarsi sola con me e non mi rivolgeva la parola. Margot capì che qualcosa non andava. Una sera venne a trovarmi in camera.
‘Dimmi un po’, che cosa c’&egrave stato fra te e mia madre? cosa le hai fatto? Mi sembrate due animali pronti ad azzannarsi.’
‘Non le ho fatto niente.’
‘Non ci credo. La guardi come volessi scopartela e lei ti tiene lontano anche se i suoi occhi, ogni volta che ti guardano, denunciano un forte desiderio sessuale. Allora cosa &egrave successo fra voi due.’
‘Mi prometti che lo terrai per te solamente.’
‘Giuro.’
Le dissi della storia raccontatami dalla madre. Una storia che mi aveva talmente eccitato da annebbiarmi il cervello. Le dissi del bacio sulle labbra e della palpata al seno. Trascurai la parte che riguardava mia madre.
‘Mamma ti ha raccontato la storia di lei e di mio padre? e tu ti sei eccitato? Ho visto giusto. Te la vuoi chiavare. Perché non glielo dici?’
‘Sei matta. Stai parlando di tua madre. Vuoi che mi faccia cacciare?’
‘Non credo che ti caccerebbe. Da quello che ho capito anche lei vorrebbe che tu la cavalcassi. Fatti sotto e diglielo.’
Non ne ebbi il coraggio. Dopo un mese mio padre ci comunicò che doveva recarsi, per ragioni di lavoro, in Danimarca e ci sarebbe rimasto, se tutto andava bene, per circa 15 giorni. Anche Margot doveva andare, per motivi di studio, in un altra università a seguire un corso, anche lei si sarebbe trattenuta per 15 giorni fuori casa. Li accompagnai all’aeroporto. Papà fu il primo a partire. Prima di lasciarci la mia zia/sorellastra si avvicina e mi da un bacio.
‘Approfitta della nostra assenza e portala a letto. Non aver timore di farlo. Lei ci sta. Vuole che tu la chiavi.’
‘Guarda che stai parlando di mia nonna.’
‘Fratellino, sto parlando di una donna arrapata.’
Dopo avermi dato un bacio sulla guancia si avviò al punto d’imbarco. Feci ritorno a casa. durante il tragitto pensavo che avrei trovato Jessica tutta sola. La frase di Margot mi rimbombava nella mente. Arrivai a casa, parcheggiai l’auto nel garage ed entrai in casa attraverso una scala interna. Mi trovai nel salone. Jessica stava seduta in una poltrona. Ancora la frase di Margot. Mi avvicinai alla poltrona dal retro. Dalla mia posizione vedevo il suo seno che si sollevava e si abbassava. Sapeva che stavo dietro di lei e la stavo guardando. Aveva la camicia bianca sbottonata nei primi tre bottoni. Si vedeva il solco che separa le tette. Allungai le mani e le introdussi nell’apertura della camicia. Raggiunsi le mammelle e le artigliai. Contemporaneamente chinai la testa verso la sua e le baciai il collo. La sentii irrigidirsi, ma non si sottrasse, ne si ribellò. Poi la sua voce.
‘Fermati. Cosa fai? Non puoi. Sei impazzito? Sono tua nonna.’
Cominciai a pastrugnarle le tette. Con l’indice ed il pollice le torturavo i capezzoli.
‘Nonna, so che anche tu lo vuoi. Lo sento nella tua voce; i tuoi occhi parlano per te. Ogni parte del tuo corpo sta urlando il desiderio. Non resistere, lasciati andare. Fatti amare.’
‘Ma come puoi amare una vecchia?’
‘Jessica, hai 53 anni ma sei una donna con un fisico che farebbe impazzire anche un eunuco. Invidio mio padre che ti ha avuta per tutti questi anni.’
Mia nonna si alza dalla poltrona e cerca di liberarsi dalla presa che le mie mani esercitano sulle sue tette.
‘Lasciami. Torna in te.’
‘No, nonna, non ti lascio.’
La stringo più forte. Il mio cazzo preme contro il suo culo. Intanto il resto dei bottoni della sua camicia sono saltati. Le dita delle mie mani sembrano tentacoli di un polpo. Strizzo le poppe di Jessica in modo da procurarle piacere. Sento la sua resistenza venire meno.
‘Non ho mai tradito tuo padre.’
‘Lo so. Nemmeno oggi lo tradirai. Sarà suo figlio a cavalcarti e non un estraneo.’
Riesce a girarsi. Punta i suoi occhi nei miei.
‘Joe, &egrave vero, ti voglio. Ti ho sognato prima ancora di vederti. Baciami.’
Finalmente. Per essere una donna di 53 anni ha una bocca con delle labbra favolose. Le nostre bocche entrano in contatto e le nostre lingue danzano la danza dei serpenti in amore. Ora la mia entra nella sua bocca ed ora la sua entra nella mia bocca. Ci alimentiamo dell’aria che sosta nei nostri polmoni. Poi smettiamo di baciarci.
‘Dio, non ero mai stata baciata con tanta intensità. &egrave venuto un momento che mi sono sentita venire meno. Stavo quasi per svenire.’
‘Nonna, questo &egrave lo stuzzichino. Quando ti mangerò mi implorerai di non smettere. Ti farò toccare le vette del piacere fino a farti realmente svenire. Ora pensiamo a spogliarti.’
‘Perché non andiamo nella tua camera. Credo che il letto sia un luogo più comodo per continuare a giocare.’
‘Sono d’accordo, ma &egrave nel tuo letto che voglio chiavarti. Quello &egrave il luogo in cui il nostro amplesso deve essere consumato.’
‘Vuoi fare un dispetto a tuo padre?’
‘No. Voglio solo sostituirmi a lui come lui si &egrave sostituito a suo padre.’
Entrammo e mentre lei si fermò al centro stanza io accesi tutte le luci e aprii le tende del balcone. Inondai la stanza di luce.
‘Non credi che ci sia troppa luce?’
‘Nonna. il tuo corpo non devi nasconderlo alla mia vista. Voglio che le tue forme, i tuoi lineamenti si imprimano nella mia mente e per farlo il tuo corpo deve essere pieno di luce. Spogliati e tieni solo il reggicalze, le calze e le scarpe.’
Dopo un attimo di esitazione Jessica inizia a spogliarsi, prima si toglie la camicia e poi la gonna. Resta con l’intimo formato da un reggiseno di pizzo nero trasparente e da uno slip pure esso di pizzo nero oltre il reggicalze e le calze pure nere. Per un attimo si ferma e mi lancia uno sguardo carico di voglie poi porta le mani alla schiena e sgancia il reggiseno che lascia cadere sul pavimento. Le sue mammelle, non più costrette, esplodono nell’aria. Sono bellissime. Nonostante i suoi 53 anni e nonostante tre allattamenti, riescono ancora a tenersi su e, da quello che ho sentito sotto le mie mani mentre le pastrugnavo, sono anche abbastanza sode. I capezzoli al contatto con l’aria fresca incominciano ad inturgidirsi. Lei porta le mani al petto e accarezza i suoi seni come se volesse liberarli da qualcosa di invisibile. Le sue mani si spostano sotto le coppe e le solleva, mi guarda.
‘Come le trovi? Riescono ancora a suscitare desideri?’
In un lampo mi libero dei miei vestiti. Resto nudo e con il cazzo in tiro. Lo indico e le rispondo.
‘Guardalo e dimmi se la risposta &egrave di tuo gradimento.’
Ho il cazzo talmente indurito che mi fa male. Nonna lo guarda con occhi spalancati.
‘Dio mio, il tuo non &egrave un cazzo &egrave un ariete. Hai intenzione di sfondarmi l’utero?’
Mi avvicino a lei ed allungo le mani sulle sue poderose zizze. Le ghermisco e affondo le mie dita in quella enorme massa di soda carne. Lei ha un sobbalzo.
‘Nonna, stai tranquilla, non ho nessuna intenzione di farti del male. Io voglio amarti. Posso succhiarti le tette?’
Jessica porta una mano dietro la mia nuca e la spinge verso il suo petto.
‘Sono tue. Vieni a baciarle. Leccale e succhiamele. Mi dispiace solo di non aver latte, mi sarebbe piaciuto molto allattarti cosi come ho fatto con tuo padre quando &egrave nato e che ha continuato a cibarsi del mio latte anche quando sono nate le tue zie/sorellastre. Sai ero molto prolifica di latte e lui mi aiutava a svuotarle.’
La mia bocca &egrave sulle sue tette, sono calde, le bacio, tiro fuori la lingua e la faccio scorrere sull’intera superficie di quei stupendi globi soffermandomi a farla vorticare sui grossi capezzoli. Nonna incomincia a gemere, sento i suoi muggiti da vacca in calore diventare sempre più forti.
‘MMhhh, sììììì, mmhhh, dio come sei bravo, mi stai facendo impazzire, dai succhiamele.’
Apro la bocca e circondo con le labbra un capezzolo inglobando nel mio cavo orale anche buona parte della scura areola, do inizio alla suzione. Jessica lancia un forte nitrito.
‘ìììììhhh, sei un uragano, mi stai facendo morire, sono già tutta un lago.’
Senza tralasciare di succhiarle le mammelle, faccio scorrere una mia mano fra le sue cosce; la poggio sul triangolo di pizzo che copre la sua vulva. &egrave bagnato. Le dita si muovono da sole, si insinuano nelle mutande e facendosi largo fra la massa di peli raggiungono le grandi labbra; il dito medio si avventura fra di esse. Nonna emette un gemito.
‘Non fermarti, continua, mettilo dentro, fammi il ditalino.’
&egrave quello che voglio fare; la chiavo con il dito. Jessica emette dei nitriti in continuazione, poi, un nitrito più forte mi annuncia che sta per godere. L’orgasmo le scuote il corpo. Viene e riversa nella mia mano i suoi umori. Ritiro la mano dalle sue cosce. Smetto di succhiarle le tette e avvicino la dita impregnate dei suoi umori alla mia bocca. Li lappo e poi la bacio travasando nella sua bocca i suoi stessi fluidi vaginali. Jessica li accoglie facendo mulinare la sua lingua nel mio cavo orale. Li ingoia. La faccio indietreggiare fino ai bordi del letto, cade all’indietro trascinandomi nella caduta. Sono disteso sul suo corpo, il mio cazzo &egrave fra le sue cosce e spinge contro le sue mutandine.
‘Nonna, perché le hai tenute?’
‘Voglio che sia tu a sfilarmele e mentre lo fai devi baciarmela e leccarmela. Voglio sentire la tua lingua rovistare la mia caverna.’
Mi inginocchio davanti a lei e mi posiziono fra le sue bianche cosce. Le sfilo le mutandine. Lei tira su le gambe e poggia i talloni sul bordo del materasso; allarga le cosce a compasso ed il centro del mondo si rivela ai miei occhi. Una folta foresta di ricci e neri peli protegge e nasconde il desiderato antro del piacere. Anche il buchetto del culo &egrave circondato da neri peli. Lo vedo pulsare. Mi attrae. Senza staccare gli occhi da quella visione avvicino la mia bocca al buchetto e gli do un sonoro bacio. Nonna sobbalza.
‘Cosa fai? Guarda che quello &egrave il buco del culo, non &egrave la mia fighina.’
‘Lo so, ma &egrave stato più forte di me. Ti dispiace se continuo a baciartelo.’
‘Se non ti fai venire grilli per la testa e se non ti fa schifo fai pure. Voglio solo dirti che sei il primo uomo a cui permetto di baciarmi il buchetto del culo.’
‘Nonna non te ne pentirai. Sei pulita lì?’
‘Si. Puoi stare sicuro. Ogni giorno dopo essermi liberata le viscere faccio un clistere per tenere pulite le budella. Dai continua, fammi vedere di cosa sei capace.’
Riprendo lì da dove ho interrotto. Le mie labbra sono di nuovo sul buco del culo. Tiro fuori la lingua e la faccio spaziare, mulinandola, sulla circonferenza del vermiglio sfintere. Jessica lancia un lungo ululato.
‘Dio, come &egrave bello. Non credevo e ne sapevo che anche il buco del culo fosse un terminale del piacere. Cosa mi sono persa. Ma provvederò a riempire la lacuna. Grazie mio bel porcellino per avermelo fatto scoprire. Dai, datti da fare e fammi vedere di cosa sei capace.’
Mentre le lecco il buco del culo le infilo la mano fra le cosce e raggiungo il clitoride; lo titillo con le dita e lo strizzo. Nonna grida il suo piacere. Il clitoride si &egrave indurito ed &egrave cresciuto. &egrave abbastanza lungo tanto da sembrare un piccolo cazzetto. &egrave invitante. Sposto la bocca e vado a circondare con le labbra quel stupendo organo di piacere. La mia lingua lo avviluppa e ci gioca. Lo mordo, lo sgrilletto con la lingua ed infine lo mungo. Le faccio un pompino. Il corpo di Jessica &egrave in preda a convulsioni. Si dimena. Nitrisce, urla.
‘Basta, mi fai morire, non resisto. Vieni, usa il tuo ariete e sfondami la vulva. Mettimelo dentro. Chiavami.’
L’accontento. Mi stendo sul suo corpo, con una mano afferro il mio cazzo e lo guido fra le grandi labbra. Una lieve spinta ed il glande si apre la strada verso l’interno. Lentamente il mio cazzo avanza nel caldo ventre di mia nonna. Anche se ho una voglia matta di scaricarle nella pancia il mio seme, voglio farla godere. E’ una bella donna e merita di essere amata. Voglio amarla più di quanto ha fatto suo figlio. Le stantuffo nel ventre il mio cazzo con una lentezza tale da tenere alto il suo desiderio.
‘Perché fai così? Muoviti di più. Devi chiavarmi non accarezzarmi la vagina col tuo cazzo. Vuoi che ti faccia un massaggino?’
Mette in azione i suoi muscoli vaginali e mi strizza il cazzo. &egrave magnifico sentire le sue grandi labbra contrarsi sul mio cazzo. Il desiderio di pomparle il cazzo nel ventre &egrave forte, ma riesco a resistere. Devo riuscire a portarla in paradiso. Continuo a stantuffarle il cazzo nella vulva con lentezza. Finalmente capisce le mie intenzioni e mi asseconda.
‘Brutto bastardo, ho capito cosa vuoi farmi. Se ci riesci te ne sarò grata per tutta la vita che mi resta da vivere.’
Smetto di chiavarla e mi abbandono sul suo corpo. La bacio. Sposto la testa sul suo petto e con la bocca gioco con i suoi capezzoli. Jessica muggisce. Imprimendo un movimento rotatorio ai nostri corpi mi ritrovo sotto di lei. Incomincia a cavalcare il mio cazzo. Devo faticare non poco per fermare il suo galoppo. Ci riesco. La costringo a piegarsi in avanti ed a portare le sue mammelle in contatto con la mia bocca pronta ad accogliere i suoi grossi capezzoli. Intanto una mia mano si &egrave insinuata fra i nostri corpi e raggiunge il clitoride che artiglio con le dita e lo strizzo. Un nitrito riempie la stanza. Il lavoro delle mie dita sul suo clitoride insieme al mio cazzo ben piantato nel suo ventre da i suoi frutti. Mia nonna incomincia ad agitarsi. Il suo corpo sembra sia attraversato da scosse elettriche, trema.
‘Mio dio, mio dio. Ti prego, ti prego, non ce la faccio più a resistere. Sto per scoppiare. Mi sento morire.’
Sento le unghia delle sue dita affondare nel mio petto. Un attimo dopo un fluido appiccicoso viene espulso con forza dalla sua uretra e si spiaccica sul mio ventre. Jessica sta squirtando. &egrave un fiume in piena. Poi smette di tremare ed il suo corpo si abbandona sul mio. Perde conoscenza. Ci sono riuscito. Ho portato nonna in paradiso. In quel momento una finestra si apre nella mia mente e l’immagine di mia madre si presenta in tutta la sua bellezza. Ah! Come vorrei che fosse Danni al posto di mia nonna. Ci vogliono diversi minuti perché mia nonna si riprenda.
‘Sei stato magnifico. Sono ancora scombussolata. Mi sento svuotata di ogni briciola di energia. Dio, che chiavata. Dove hai imparato? Da quello che sento sei ancora col cazzo in pieno vigore. Non sei venuto? Te ne vuoi fare un’altra? Io sono pronta.’
Quindici giorni solo in casa con una donna affamata di sesso sono troppi anche se piacevoli. Ma Jessica sa come trattare il suo puledro. La sua esperienza mi pone al riparo da eventuali debacle fisiche. I nostri incontri sessuali sono, anche se fortemente desiderati, programmati. Ci accoppiamo solo quando lei &egrave sicura che io sono fisicamente in grado di darle quello che lei ambisce di ricevere nel suo ventre. Come spesso accade tutte le cose belle giungono a conclusione. Siamo a letto quando squilla il telefono. Nonna risponde. &egrave mio padre che ci annuncia che nel pomeriggio il suo aereo atterrerà. Jessica guarda l’orologio e con un balzo esce dal letto e si precipita in bagno, sento l’acqua scorrere, dopo dieci minuti esce. &egrave nuda ed &egrave bellissima.
‘Nonna calmati. C’&egrave tempo.’
In quella di nuovo lo squillo del telefono. Questa volta &egrave Margot che annuncia il suo arrivo. La famiglia si riunisce.
‘Nonna come faremo? Io non voglio rinunciare a chiavarti.’
Lei mi accarezza il viso.
‘Nemmeno io. Dimentichi che tuo padre ha un lavoro e che starà fuori casa per l’intera giornata.’
‘Ma c’&egrave anche Margot.’
‘Troveremo una soluzione. Ora vestiti che dobbiamo andare all’aereoporto a riceverli.’
Si china in avanti ed incolla le sue labbra alle mie. Ci baciamo. Poi si libera da me e va a vestirsi. &egrave il mio turno ad andare in bagno.
Sono trascorsi già sei mesi che Joe &egrave uscito dalla nostra casa ed ancora il ricordo di quel giorno mi perseguita. Come posso dimenticare quello che mi disse:. Quella frase pronunciata da mio figlio si &egrave impressa in modo indelebile nella mia mente. Come può una mamma dimenticare una richiesta oscena oltre che immorale fatta dal frutto del suo ventre. E come ha potuto solo pensare di farla. In questo denuncia di essere figlio di suo padre; hanno lo stesso DNA. Così come il padre &egrave entrato nel letto di sua madre e l’ha chiavata anche il mio Joe vorrebbe entrare nel mio letto ed accoppiarsi con me che sono sua madre. L’unica differenza sta che Jessica, mia suocera, c’&egrave stata. Si &egrave fatta chiavare e, da quanto ho constatato la notte in cui li sorpresi in fragranza, sono amanti già da diversi anni. Io non sono come mia suocera eppure da quel giorno, quando sono sola, mi lascio trascinare dalla fantasia. Mi vedo insieme a Joe, entrambi nudi, che facciamo all’amore. Quelle fantasie sembrano talmente reali che mi eccitano al punto tale che per calmarmi devo masturbarmi. Di notte lo sogno che &egrave steso sul mio corpo e mi sta chiavando. &egrave diventato il mio incubo. Ne sento la mancanza. Sto innamorandomi di mio figlio. Forse ho sbagliato ad allontanarlo. Ho creduto che il non vederlo avrebbe in qualche modo fatto lenire il ricordo di quelle parole dettemi in quel giorno. Non &egrave stato così. Ho anche rinunciato a parlarne con Cloe, la mia amante. Discuterne con lei significa tenere acceso il fuoco. Cloe sarebbe felicissima se io accogliessi mio figlio fra le mie cosce. Non sono riuscita a capirne il perché. Mi sono sempre promessa di chiederglielo e mai l’ho fatto. Devo sapere. &egrave sabato, Cloe non ha lezioni ne io devo andare in ufficio. Siamo ancora a letto. Cloe sta dormendo con il capo appoggiato sul mio petto. Si &egrave addormentata con un mio capezzolo in bocca; &egrave come una bambina. Non riesce ad addormentarsi se non la faccio succhiare dalle mie zizze. Le do una scrollata. Lei mugugna.
‘Cosa c’&egrave, ho sonno lasciami dormire.’
‘Sveglia dormigliona e rispondi a questa mia domanda: Perché vuoi che mi accoppi con mio figlio?’
Cloe si stiracchia, solleva la testa dal mio petto e mi guarda.
‘Hai ragione, &egrave tempo che io ti metta al corrente di un mio desiderio. Il tutto risale al periodo in cui ci siamo conosciute per meglio dire al tempo in cui siamo diventate amanti. Ricordi? Quando ti conobbi tu eri al digiuno dei piaceri che dona il sesso. Eri una ragazzina bellissima e fisicamente molto sviluppata. Fu il classico colpo di fulmine. Mi innamorai di te nello stesso istante in cui ti vidi. In un primo momento mi vergognai del sentimento che provavo per te, ma poi la mia natura di seguace di saffo ebbe il sopravvento. Non sapevo come fare per fartelo capire. Tu invece avevi già capito. Un giorno, l’orario delle lezioni era finito, ti attardasti in aula ed aspettasti che tutti i tuoi colleghi fossero usciti. Ti avvicinasti alla cattedra e mi cingesti la vita con le tue braccia. Mi desti un bacio sulla guancia, mi guardasti negli occhi e ti offristi.
‘Dove mi porti?’
Restai sconcertata, non sapevo cosa risponderti. Mi venne spontaneo dirti:
‘Ti va bene casa mia?’
‘Andiamo.’
Senza nessuna remora mi seguisti. Salimmo in auto e ci avviammo. Durante il tragitto non staccasti gli occhi dal mio corpo, lo esploravi facendo scorrere i tuoi occhi sulla mia figura. Ti soffermavi a guardarmi il seno, lo guardavi con occhi famelici. Capii che le tette erano le parti del mio corpo che più ti attraevano. Immaginai la tua bocca sulle mie mammelle e mi sentii invasa da una forte eccitazione. Lanciai un fievole miagolio. Lo sentisti. Allungasti una mano e la infilasti fra le mie cosce. Toccasti il centro del mio inguine. Era bagnato. Ci strofinasti sopra le dita inumidendole dei miei succhi, ritirasti la mano e portasti le dita umide prima al tuo naso, le odorasti poi le spostasti alla tua bocca e le leccasti. Chiudesti gli occhi ed esprimesti il tuo favore.
‘Hai un buon odore ed un buon sapore.’
Fu il colmo. Godetti come una vacca. Sentivo scorrere il mio orgasmo sul sedile dell’auto. Non ce la facevo più a resistere. Raggiungemmo la mia villa. Parcheggiai nel viale sul davanti, feci stendere i sedili e mi catapultai su di te. Ti strappai la gonna e la camicetta. Con forza ti strappai le mutandine e fiondai la mia testa fra le tue giovani e bianche cosce. La mia bocca incontrò la tua pelosa vulva. La morsi, la leccai, insinuai la mia lingua fra le tue grandi labbra e giocai con le piccole labbra titillandole e mordendole. Tu gemevi e nitrivi. La mia lingua entrò nella tua vagina, ne esplorai le pareti lappando ed ingoiando le tue secrezioni vaginali che erano abbondanti. Non avevo mai tanto gustato una tale squisitezza. Eri talmente prolifica che mi sentii ubriaca. Poi agganciai con le labbra il tuo clitoride che era gonfio e duro. Lo leccai e lo munsi. Ti feci un pompino che apprezzasti molto. Gridasti, venisti ed esplodesti nella mia bocca tutto il tuo piacere. Lo gustai schiacciandolo contro il palato e lo ingoiai. Ero sfinita. Uscimmo dall’auto. Tu, completamente nuda con indosso solo il reggiseno, le calze autoreggenti e le scarpe. Barcolando sulle gambe mi seguisti in casa. Appena entrate mi assalisti facendomi cadere stesa sul pavimento. Ti avventasti sul mio corpo così come una tigre si avventa sulla sua preda. Le tue mani erano come i tentacoli di un polpo. Le sentivo dappertutto. Mi apristi la giacca e strappasti i bottoni della camicia. Non sono riuscita mai a capire come facesti ma mi ritrovai senza reggiseno e con la tua bocca che spaziava sulle mie mammelle e mi succhiava, a turno, i capezzoli. Ci sapevi fare. Raggiunsi l’orgasmo in poco tempo. Venni, ma tu non ti precipitasti a gustare il frutto del tuo lavoro. Ne restai perplessa. In auto avevi assaggiato i miei umori trovandoli squisiti ed ora che ne ero piena non ti importava. Ti sollevasti e mi facesti alzare. Mi guardasti negli occhi, mi prendesti una mano e mi sollecitasti.
‘Andiamo nella tua camera. Voglio vedere dove dormiremo. Prima devo fare una telefonata.’
Ancora sconcerto. Ti avrei avuta solamente per me e per una notte intera. Ti indicai il telefono. Componesti il numero.
‘Pronto, mamma, sono con una amica. Resto con lei per tutta la giornata e questa sera dormirò a casa sua. Ci vedremo domani e ti racconterò.’
Trascorremmo il resto del giorno e l’intera notte amandoci. Ci siamo cibate del nostro piacere fino a restarne completamente piene ma non sazie. Il mattino dopo ci colse addormentate. Meno male che era domenica e la scuola era chiusa altrimenti sarebbero stati guai per me che mi sarei assentata senza giustificato motivo anche se il motivo vero lo stringevo fra le mie braccia ed eri tu.’
La interruppi.
‘Del come &egrave cominciato il nostro rapporto e del come siamo diventate amanti lo ricordo bene, ma ancora non mi hai detto perché desideri che mio figlio mi chiavi.’
Cloe si strinse al mio corpo.
‘Non essere impaziente. Quello che sto per dirti &egrave da tempo che lo penso. Ho 43 anni e sono ancora in grado di procreare. Ti amo. Sono la tua donna e tu sei la mia. Sono 17 anni che stiamo insieme ed otto anni che dormiamo nello stesso letto. Siamo una famiglia a cui manca qualcosa: un figlio. Voglio avere un figlio nostro.’
Mi irrigidii.
‘Vuoi un figlio e come pensi di farlo? Io non posso ingravidarti perche non sono un uomo. Eppoi non voglio che un estraneo giaccia nel tuo letto e ti ingravidi. Tu sei mia e nessun altro ti avrà. Quindi non parliamone più. Che eresia avere un bambino nostro, come se fosse facile fare figli.’
Cloe mi bacia il capezzolo che aveva vicino alle sue labbra. Sentii delle punture di spilli su tutto il corpo.
‘Danni, non avevo pensato ad un estraneo.’
‘E a chi? In questa casa non ci sono uomini.’
Silenzio. Capisco.
‘Ne sei innamorata? Vuoi che sia lui a fecondarti? Vuoi il mio consenso? Ancora non riesco a trovare il collegamento del perché insisti nel voler farmi accoppiare con mio figlio.’
‘Perché nella testa di Joe non ci sei che tu. In quest’ultimo anno ho più volte tentato di fargli capire che potevo io dargli quello che sua madre gli negava, ma lui non aveva occhi che per te. Solo tu puoi aiutarlo a liberarsi da quella ossessione che gli manda in fumo il cervello.’
Ne io ne Cloe sapevamo di quando &egrave accaduto a casa di mia suocera. Di nuovo l’incubo. Di nuovo mi vedo distesa nuda sotto il corpo di mio figlio. Di nuovo sento il mio ventre sciogliersi. Di nuovo vedo il cazzo di mio figlio sparire nella mia pancia. Di nuovo la mia vulva emette pigolii. Mi bagno, stringo le cosce.
‘Credi che una volta che il suo desiderio di avermi si concretizzi ti sarà più facile trascinarlo nel tuo letto e farti mettere incinta?’
‘In questo mi dovrai aiutare tu. Gli diremo la verità, che vogliamo che lui mi ingravidi perché vogliamo un figlio nostro.’
‘Perché continui a dire un figlio nostro? sarà Joe a chiavarti ed ad ingravidarti non certamente io anche se mi piacerebbe avere un cazzo per potertelo mettere nella tua rigogliosa e polposa vulva.’
‘Danni, amore, &egrave vero, sarà tuo figlio a fecondarmi, ma &egrave come se lo facessi tu. Joe ha il tuo stesso DNA e quando mi chiaverà sarai tu, attraverso lui, a farlo.’
‘Vuoi dire che ti feconderò attraverso mio figlio. Hai una fervida fantasia. Questa &egrave fantascienza.’
Il silenzio cade nella stanza. Io e Cloe siamo immobili. Si sente unicamente il nostro respiro. Nessuna delle due parla. Sono io a rompere il silenzio.
‘Chiamalo.’
Cloe balza a sedere sul letto.
‘Ho sentito bene? Vuoi che lo chiami? Cosa gli dico.’
‘Gli dirai che sento la sua mancanza e che sono pronta.’
‘Sai che questo significa che giacerai con tuo figlio?’
‘&egrave quello che voglio.’
‘Non &egrave che poi ti pentirai? Dopo non potrai più tornare indietro.’
‘Tu chiamalo e fa in modo che venga. Al dopo ci penseremo poi.’
Mio padre e la mia sorellastra sono tornati. Durante il tragitto dall’aeroporto a casa a parte la voce di Gregory altro non si sente. Jessica mi lancia, attraverso lo specchietto retrovisore, sguardi carichi di desiderio. Margot &egrave da quando siamo in auto che non smette di guardarmi. Poi si accorge degli sguardi di sua madre ed allora avvicina il suo viso al mio orecchio e mi sussurra:
‘Da quello che vedo ci sei riuscito? Stanotte verrò a trovarti e mi racconterai.’
Alza la voce e si rivolge alla madre.
‘Allora mamma, la nostra assenza vi &egrave pesata? A guardarvi non si direbbe. Credo proprio che vi siate divertiti.’
Jessica le lancia un sorriso attraverso lo specchietto retrovisore.
‘Tuo fratello &egrave un amabile ragazzo. Sì, ci siamo molto divertiti, non puoi immaginare quanto? Peccato che siete tornati. Avevamo programmato delle escursioni che il vostro ritorno ha mandato in fumo.’
&egrave Gregory, mio padre, ad intervenire.
‘Potete sempre farle. Lo sai che a me fa piacere che tu ogni tanto stacchi la spina. Approfitta della presenza di tuo nipote. Io non ti sarò d’impaccio, il mio lavoro mi terrà impegnato tutto il giorno.’
Questa volta sono io a parlare.
‘Tu, Margot, cosa ne pensi?’
‘Per quanto mi riguarda potete continuare a fare quello che avete fatto in questi giorni durante la nostra assenza. Non sarò certamente io ad ostacolarvi.’
Avvicina di nuovo la sua bocca al mio orecchio.
‘Hai campo libero. Puoi continuare a chiavarti mia madre, una sola cosa voglio da te; ogni notte verrò a trovarti e mi aggiornerai su quello che fate. Voglio sapere tutto.’
La guardo ed arrossisco. Arriviamo a casa. Nonna e mio padre vanno a rinchiudersi in camera. Gregory ha 15 giorni di arretrati da recuperare e Jessica non si sottrae alle voglie più che giustificate dell’amante/figlio.
Margot decide di farsi una doccia. Io mi ritiro in camera mia. Nella mia mente si affaccia la figura di Danni. La fantasia parte e mi vedo abbracciato a mia madre. Siamo entrambi nudi e ci stiamo baciando. Sono talmente preso da quel sogno ad occhi aperti che non mi accorgo che in camera c’&egrave una altra presenza. &egrave Margot. Solo quando viene a sedersi sul letto il sogno si interrompe. La guardo. &egrave appena uscita dalla doccia, ha ancora i capelli bagnati, indossa un accappatoio che &egrave semiaperto sul davanti quel tanto che basta a far si che una sua tetta si affacci nell’apertura. Si accorge del mio sguardo ma non fa niente per sottrarsi, al contrario scuote il torace in modo che l’apertura dell’accappatoio si allarghi. Ecco, ora le sue tette sono entrambe alla portata dei miei occhi. Sono bianche e sono bellissime. Si tengono su molto bene, sono di una rotondità perfetta. Si vedono i capezzoli che sono grossi come due lamponi che sembrano pronti a partire come due missili. La mia zia/sorella &egrave eccitata. Il tono della sua voce &egrave molto caldo.
‘Cosa fai? Mi guardi le zizze? Come le trovi? Ti piacciono? Voi uomini siete tutti eguali. Bastano un paio di tette e il vostro cervello va in frantumi.’
‘Copriti altrimenti non rispondo delle mie azioni.’
‘Cosa faresti? Non dirmi che mi violenteresti? Mi copro a condizione che tu mi dica se ti piacciono.’
‘Sono magnifiche e bellissime, mi piacerebbe molto affondare il mio viso fra loro e leccartele e succhiartele. Ma tu sei qui per un altro motivo e non per farmi giocare con le tue mammelle. Cosa ti porta da me?’
‘Forse un giorno ti farò giocare con le mie tette e non solo con esse. Sono qui per sapere del com’&egrave andata con mia madre. L’hai chiavata? Ti &egrave piaciuto possederla? A letto &egrave brava? Come vi siete messi d’accordo per il futuro? Conta pure sulla mia discrezione. Io voglio bene a mamma e farò qualsiasi cosa per vederla felice. Lei &egrave innamorata di te, ma &egrave anche innamorata di nostro padre. Vi vuole entrambi. Questo &egrave un problema che dovete risolvere. Prima o poi la vostra relazione la dovete confessare a Gregory. Se non lo fate la dovete interrompere. Ora raccontami del come avete trascorso questi 15 giorni.’
Le feci il resoconto partendo dall’inizio. Ogni tanto Margot mi interrompeva chiedendomi maggiori ragguagli sui dettagli. Alla fine ne usci fuori un racconto che se fosse scritto e raccolto in un libro di sicuro conquisterebbe la vetta della classifica della letteratura hard. Margot ha gli occhi lucidi ed il viso arrossato.
‘Non hai esagerato? &egrave tutto vero quello che mi hai raccontato?’
‘Non ti ho mentito. Ho amato tua madre come fosse la mia donna e non ti nascondo che in questo momento sono roso dalla gelosia nel saperla che mio padre la sta possedendo.’
Margot balza in piedi.
‘Aspettami. Ho ancora una domanda da farti.’
Esce dalla stanza e ne fa ritorno dopo circa un’ora. &egrave più rilassate ed il suo viso e disteso.
‘Scusami, ma il tuo racconto mi ha messo in subbuglio. Dovevo scaricarmi.’
Che troia, &egrave andata a masturbarsi. L’accappatoio &egrave ben chiuso. Le sue tette sono ben nascoste.
‘Cosa altro vuoi sapere?’
‘Jessica &egrave una bella donna e so bene che qualsiasi uomo farebbe l’impossibile per giacere con lei. Quello che non capisco &egrave come mai un ragazzo della tua età, mio coetaneo, si innamori di una donna che &egrave di molto più vecchia di lui. Ha 53 quasi 54 anni, ben 35 anni più grande di te. Posso capire che lo hai fatto perché &egrave bella ed avvenente ma da qui ad amarla non ti sembra di esagerare. Guarda che non ti faccio un discorso moralista. So che il rapporto che hai avuto con mia madre &egrave un rapporto incestuoso. &egrave tua nonna, la madre di tuo padre. Ma non me ne frega. Anch’io sono frutto di un rapporto incestuoso e non mi spaventa sapere che mia madre si fa chiavare dal proprio figlio. Mi sarei aspettata che le tue attenzioni fossero rivolte più verso di me che verso mia madre. C’&egrave qualcosa che mi sfugge.’
Per un pò sto in silenzio, decido che &egrave molto meglio se la faccio partecipe dei miei reconditi e immorali desideri.
‘Margot, quello che tra poco ti dirò deve restare tra noi, nessuno deve mai sapere niente. L’unica persona che già sa &egrave tua madre. Sappi che quando la nonna mi ha raccontato del come &egrave cominciato il rapporto tra lei ed il figlio ho invidiato mio padre e sai perché? Lui &egrave riuscito ad entrare nel letto di sua madre e l’ha amata come fosse la sua donna tanto &egrave che l’ha pure ingravidata per ben due volte. Ha continuato ad amarla anche quando sulla sua strada &egrave comparsa mia madre. Non so come facessero ma riuscivano sempre a ritagliarsi pezzi di tempo per copulare senza che mia madre se ne accorgesse. Poi furono sorpresi e mamma li cacciò. Io sono cresciuto all’oscuro di tutto e mentre crescevo mi innamoravo della donna che mi aveva messo al mondo.’
Margot blocca il mio racconto con un grido di stupore.
‘Oh dio, pure tu?’
Se le rispondo non continuo più, proseguo.
‘Un giorno, esattamente il giorno prima del mio arrivo qui da voi, anch’io sono stato invitato ad allontanarmi da casa. Il motivo? Ho detto a Danni che desideravo accoppiarmi con lei. Ne restò scandalizzata. Disse che lei non era come sua suocera e mi invitò, non direttamente, lo fece attraverso la sua amante: Cloe, a lasciare la casa. Dietro suggerimento di Cloe raggiunsi la vostra dimora. Qui vengo a conoscenza che tu sei figlia di mia nonna e quindi sei mia zia. La cosa che non sapevo era che tuo padre &egrave anche il mio. Oltre ad essere zia mi sei anche sorella. La forte emozione, accompagnata alla stanchezza del viaggio, mi fa svenire. Quando mi riprendo mi ritrovo in questa stanza solo con tua madre la quale mi mette al corrente della storia che lei ha con suo figlio. Fu quella notte che mi accorsi di quanto &egrave donna tua madre. Lei se ne frega che nostro padre sia suo figlio. Lo ama come uomo e questo le basta. La cosa straordinaria &egrave che ne &egrave ricambiata. Perché mio padre puo amare sua madre ed io no? Lo dissi a tua madre la quale mi abbracciò e mi baciò poggiando le sue labbra sulle mie. Io tirai fuori la lingua e leccai le sue labbra nel contempo allungai una mano e le palpai una tetta. Jessica prevedendo il peggio mi lasciò solo. Da quella sera, al mio desiderio di possedere Danni si aggiunse il desiderio di possedere Jessica. Cominciai a corteggiarla. Tu te ne accorgesti e, nonostante fosse tua madre ed allo stesso tempo mia nonna, mi incitavi ad insistere nella mia opera di seduzione.’
Margot assume un’aria di rimprovero.
‘Sei andato a letto con mia madre pensando che chiavavi tua madre?’
‘Sei matta. Io di Jessica ne sono innamorato. Tua madre &egrave, nonostante i suoi 53 anni, una bella donna e stare fra le sue cosce con il cazzo ben piantato nella sua pancia é come aver toccato il cielo con un dito. Nemmeno per un istante, quando stavamo insieme, nella mia mente &egrave comparsa mia madre. Era mia nonna che stringevo fra le braccia e non un’altra donna. L’unica cosa che mi ha sempre perseguitato &egrave stata: perché con nonna sì e con mamma no? perché mio padre &egrave riuscito a giacere con la madre ed io non sono riuscito a chiavarmi mia madre?’
‘Caro fratellino non hai pensato che Jessica e Gregory si sono accoppiati perché lo volevano entrambi? Tu, invece, eri solo a desiderare di possedere tua madre che, al contrario di mia madre, non &egrave mai stata presa dal desiderio di farsi montare da suo figlio. Quando le hai manifestato il desiderio di giacere con lei gli &egrave tornata davanti la scena della notte in cui sorprese tuo padre che stava cavalcando la propria madre. Vide nella tua manifestazione il ripetersi di una storia che lei aveva relegato nel magazzino dei ricordi. Presa dal panico ti mandò via di casa. Sei venuto qui ed hai trovato la donna che ha concretizzato quello che tu aneli di avere. Te ne sei innamorato e l’hai fatta tua. Anche Jessica &egrave di te innamorata altrimenti non si sarebbe mai concessa. Il problema &egrave nostro padre. Se resti qui e continuerete a frequentarvi dovete dirglielo che vi amate; non deve scoprirlo da solo. Ne resterebbe amareggiato. In casa per non generare incomprensioni siamo abituati a dirci tutto.’
‘Vuoi dire che Jessica ti ha detto dei sentimenti che nutre per me?’
‘Bimbo, certe cose noi donne le capiamo appena si manifestano. Quando ho capito che tra te e mamma era scoppiata la scintilla le ho chiesto se i miei pensieri avevano un fondamento. Senza tergiversare mi ha detto che avevo visto giusto. Penso che ci siamo detti quello che volevamo sapere. Sono stanca, vado a letto, se manca ancora qualcosa da dirci lo rinviamo a domani. In casa saremo solo noi due a circolare. Mamma e papà se ne starano rintanati nella loro camera a giocare. Ne avranno per diversi giorni. Forse li vedremo a pranzo ed a cena. Ciao fratellino.’
Si alza ed esce dalla stanza lasciandomi solo con i miei pensieri. &egrave una notte insonne quella che trascorro. Al mattino mi sveglio e vado in cucina dove trovo Margot che sta facendo colazione. &egrave seduta al tavolo ed indossa una vestaglia trasparente. Non ha il reggiseno. La saluto e mi avvicino senza staccare gli occhi dalle sue bellissime tette. Lo nota e sorride.
‘Siediti e fai colazione. Smettila di guardarmi il seno altrimenti ti vanno di traverso i biscotti.’
‘Margot tu hai un bel paio di tette e il non ammirarle sarebbe fare un offesa alla bellezza.’
‘Sei sincero? Mi trovi bella?’
‘Sì, sei una splendida e bellissima ragazza. Invidio l’uomo che ti stringerà fra le sue braccia; a questo proposito: hai un ragazzo? ‘
‘No, Vorresti essere tu il mio ragazzo?’
‘Mi piacerebbe, ma cosa direbbe la gente sapendo che sei mia sorella?’
‘Non lo diremo a nessuno.’
‘Cosa direbbe tua madre? e nostro padre come reagirebbe?’
Prima che Margot mi risponda Jessica fa il suo ingresso in cucina. La guardo. &egrave nuda.
‘Scusatemi, credevo non ci fosse nessuno, vi facevo ancora a letto.’
Si precipita a prendere un grembiule e lo indossa coprendosi il davanti e lasciando scoperto il dietro e per evitare che si vedesse il suo culo viene a sedersi al tavolo.
‘Margot, per favore, mi serviresti la colazione?’
Mia sorella si alza e si avvicina al ripiano per preparare la colazione per Jessica e nel farlo parla con la madre.
‘Papà &egrave ancora a letto? Perché non saluti il tuo amante come si conviene?’
Nonna diventa rossa come un peperone. Io non so dove guardare per la vergogna. Come se niente fosse la mia sorellastra ci incita.
‘Non vergognatevi. Sapete entrambi che io so della vostra relazione. Su, datevi almeno un bacio. Fate conto che io non ci sia.’
Non mi faccio ulteriormente sollecitare. Mi alzo e mi avvicino a mia nonna; le metto le dita sotto il mento e le sollevo il viso. Nonna ha gli occhi lucidi. Mi chino in avanti e poggio le mie labbra su quelle di Jessica. Lei dischiude le sue e la mia lingua guizza verso l’esterno e va ad infilarsi nella bocca di mia nonna che l’accoglie stringendola fra le sue labbra e succhiandola. Il bacio dura diversi minuti; quando smettiamo guardiamo entrambi Margot.
‘Sembrate due ragazzini alle prime armi. Volete continuare? Mi allontano e vi lascio soli.’
Prima che rispondiamo il trillo del telefono ci fa rimettere i piedi a terra. Margot mette il viva voce e risponde.
‘Pronto, sono Cloe, posso parlare con Joe?’
Guardo mia nonna che &egrave diventata bianca come la calce. Si alza e scappa via dalla cucina. Rispondo.
‘Cloe, sono Joe. Dimmi?’
L’amante di mia madre proferisce una sola parola.
‘Torna.’
Sono confuso.
‘Puoi ripetere?’
‘Puoi tornare, tua madre ti vuole, &egrave pronta a riceverti.’
‘Sarò da lei al più presto.’
‘Ciao, salutami i tuoi ed in particolare Jessica.’
Un clik e poi il silenzio. Margot lo rompe.
‘Ci lasci? Fai ritorno a casa di tua madre? Prima o poi doveva accadere. Mi dispiace per mia madre.’
‘Margot, devo tornare. Hai sentito? Mia madre mi vuole. &egrave pronta. Il mio sogno si sta avverando. Sta per accadere fra me e mia madre quello che &egrave accaduto fra tua madre e nostro padre.’
‘Dimenticherai mia madre?’
‘Mai. Dammi tempo e faro in modo che la famiglia si riunisca sotto lo stesso tetto. In questo avrò l’aiuto di Cloe e, se sei d’accordo, anche il tuo.’
‘Vuoi che l’intera famiglia torni ad unirsi ed a vivere insieme? sarebbe troppo bello se ciò si avverasse. Ti aiuterò. Ci terremo continuamente in contatto. Peccato che in questo tuo proposito manchi mia sorella Elena.’
‘Penseremo anche a lei. La troveremo e la convinceremo a tornare.’
Margot si avvicina e mi abbraccia, mi bacia poggiando le sue labbra sulle mie. Rispondo al bacio infilandole la lingua in bocca. Lei risponde facendo mulinare la sua lingua con la mia poi si stacca.
‘Non precipitiamo le cose. Vediamo cosa accadrà e poi decideremo. Vai da mia madre e rassicurala.’
‘Dove la trovo? Non posso certamente raggiungerla in camera sua?’
‘Vai nel sottotetto. Quando mamma va in depressione &egrave là che si rifugia.’
Raggiungo Jessica nel sottotetto. La trovo seduta su un divano di pelle. Ha il viso rigato dalle lacrime. Sta piangendo. Vado a sedermi vicino a lei e l’abbraccio. Lei si rannicchia stringendosi a me; le mie mani entrano in contatto con la sua pelle. Nonostante sia coperta solo da un grembiule il suo corpo &egrave caldo.
‘Perché piangi?’
‘Perché vai via. Ti perderò.’
Avvicino il mio viso al suo e prendo a baciarla sulle guance, sugli occhi, sulla fronte, le lecco le lacrime ed infine la bacio infilandole la lingua in bocca. Lei risponde avviluppandola con la sua dando così inizio ad un dolce duello. Ci stacchiamo. La guardo negli occhi.
‘Non mi perderai e sai perché? perché ti amo.’
‘Sono una vecchia. Quando ti troverai fra le cosce di tua madre farai presto a dimenticarmi. Diventerò un piacevole ricordo e il tuo amore per me cadrà nell’oblio della mente.’
‘Jessica, tu non sei vecchia, hai solo un’età avanzata e basta. In quanto al resto puoi benissimo dare punti a molte modelle. Se ti vedesse un editore di quelle riviste hard sbatterebbe il tuo nudo in copertina, stai sicura che la tiratura aumenterebbe e sai perché? gli uomini ed, aggiungo anche le donne, ne farebbero incetto. Si incanterebbero a guardare il tuo corpo nudo e si masturberebbero in continuazione. Nonna, tu, come dicono i ragazzi della mia età, sei una ‘gnoccolona’ ed io ho avuto la fortuna di averti.’
Nel mentre parlo le infilo una mano tra la pettorina del grembiule ed il corpo. Raggiungo le mammelle e gliele accarezzo. Un brivido le attraversa il corpo.
‘Nonna, quale donna della tua età e non solo della tua età può vantarsi di avere delle zizze sode, perfette e belle come le tue e quale ragazza può dire di essere bella come lo sei tu. Anche tua figlia dice che tu le fai concorrenza.’
Jessica si libera dall’abbraccio, mi mette una mano sul petto, mi spinge e mi allontana.
‘Se sono come dici e se veramente sei innamorato di me perché vai via?’
‘Lo sai il perché? io sono qui perché ho detto a mia madre che volevo amarla come donna e non come mamma. Tu lo hai fatto. Hai amato ed ami tuo figlio come uomo. Perché io non dovrei farlo? Nonna, io desidero, voglio chiavare mia madre e questa mia ossessione non mi fa dimenticare di amare anche una donna come te.’
Mi riavvicino a lei, allungo le mani e la libero del grembiule. Il suo splendido corpo &egrave davanti ai miei occhi. Mi libero del pigiama, la faccio stendere sul divano. Lei capisce.
‘Vuoi fare all’amore? Vuoi chiavarmi?’
‘Solo se lo vuoi anche tu?’
‘Prima accendi il fuoco e poi mi chiedi se lo voglio? Certo che lo voglio. Non hai ancora capito che ogni volta che vuoi o desideri entrare nel mio corpo sarò sempre pronta a riceverti.’
Si mette comoda ed allarga le cosce.
‘Vieni, sono pronta, vestiti da pompiere e spegni il fuoco che hai acceso. Prendi il tuo idrante e mettimelo dentro, apri il rubinetto e innaffia la mia fucina. Sbattimi. Fammi sentire il tuo batacchio battere nella mia campana.’
Mi stendo sul suo corpo e guido il mio cazzo fra le sue grandi labbra, spingo ed entro. Quando i miei testicoli sbattono contro il suo buco del culo fermo la spinta. Nonna stringe le sue cosce sui miei fianchi e porta le sue gambe dietro la mia schiena imprigionandomi.
‘Dimmi che mi ami e che non mi dimenticherai?’
‘Jessica, farò di più. Farò in modo che tu e papà vi riappacificate con Danni. In questo so che avrò l’aiuto di Cloe.’
‘Non mi hai detto di amarmi. Posso chiederti di non chiamarmi mai più per nome? Anche quando siamo a letto chiamami sempre nonna. Anche tuo padre quando facciamo sesso mi chiama mamma. &egrave più eccitante. Lo sai che Cloe voleva portarmi a letto?’
‘Non c’&egrave bisogno di dirti che ti amo. In quanto alle mire di Cloe su di te l’ho capito quando mi ha dato il tuo recapito. Come l’abbia avuto non lo so. Sai credo che lei non ti abbia dimenticato, ancora spera. Perché non l’accontenti? Sarà una nostra alleata.’
‘Il recapito glielo comunicai io stessa per telefono. Un giorno telefonai per sapere se tua madre si era calmata. Mi chiedi di concedermi all’amante di tua madre? Non l’ho mai fatto con una donna. Quando mi faceva la corte la tenevo lontana perché non concepivo che due donne potessero amarsi. Tenuto conto che tua madre ci va pazza deve essere piacevole farlo fra donne. Smetti di parlare perché non ce la faccio più a sentire il tuo cazzo pulsare nella mia vagina. Metti fine a questo supplizio e chiavami.’
‘Aspettavo che ti decidessi, anch’io non ce la faccio più.’
Punto le mani sulle sue tette e mi sollevo facendo leva sulle braccia, comincio a muovermi dentro il suo ventre. Lei ha gli occhi aperti e mi fissa. Reggo il suo sguardo. Lentamente ritraggo il mio cazzo dalla sua vulva e prima che il glande esca ritorno a penetrarla sempre con lentezza.
‘Ci risiamo. Allora &egrave vero, vuoi liberarti di me? lo sai che quando mi chiavi in questo modo mi fai impazzire; vuoi che io muoia fra le tue braccia e mentre mi stai chiavando?’
Non mi fermo. Continuo a chiavarla con la moviola.
‘Dimmi che non ti piace e ti sbatterò in modo normale.’
‘Sei un vigliacco. Lo sai che mi piace e che non ti dirò mai di fermarti. Dai continua così. Fammi vedere le stelle del firmamento. Portami in paradiso. Dammi la vita.’
Voglio vederla godere; voglio sentirla gridare dal piacere. Il ritmo del mio dentro/fuori non cambia. Jessica miagola e nitrisce. Ogni tanto mi fermo per recuperare un pò di forza e quando lo faccio sento le pulsazioni che attraversano il mio cazzo battere contro le pareti della vagina di mia nonna. Sono soste brevi. Riprendo a chiavarla sempre nello stesso modo. Lei non resiste, si lascia andare. Sento il suo corpo vibrare. Il suo respiro si fa pesante. Le sue grida aumentano di volume. Scoppia, un urlo annuncia il sopraggiungere dell’orgasmo. Le dita delle sue mani mi artigliano la schiena e mi graffiano. Continuo a chiavarla. Lei continua a dimenarsi sotto di me.
‘Sìììììììì! Dai, dai, dai, non smettere, continua così, dacci dentro. Dio, com’&egrave bello.’
Ancora un grido ed un nuovo orgasmo la invade seguito a breve distanza da un terzo. Il mio cazzo naviga in un oceano di umori. Lo sfregolio delle sue pareti vaginali sul mio cazzo che prima avvertivo &egrave solo un ricordo. Il mio pene completamente farcito dai suoi umori entra ed esce dalla grossa e polposa vulva di mia nonna con facilità. D’un tratto un forte nitrito le esce dalla gola. E insieme ad esso lunghi e copiosi schizzi di liquido appiccicoso le escono dall’uretra e si spiaccicano sul mio ventre. Jessica sta squirtando. Ancora una volta sono riuscito a portarla in cima alla vetta del piacere. Quando l’ultimo schizzo del suo caldo magma viene sparato verso l’esterno, sviene. Tiro fuori il cazzo dalla sua vagina e mi siedo sul pavimento di legno con la testa poggiata sulla sua pancia. Dopo circa 10 minuti mia nonna torna in se. Mi accarezza i capelli.
‘Grazie per quello che mi hai fatto vivere. Ti amo. Vedo che sei ancora in tiro, posso fare qualcosa?’
‘Nonna io non sono venuto.’
‘Come posso aiutarti?’
‘Me lo succhieresti? Mi fai un pompino?’
Jessica si mette seduta.
‘Alzati, mettiti di fronte a me e vediamo se riesco a soddisfare il mio stallone.’
Sono in piedi e con il cazzo puntato verso il suo viso. Una sua mano viene a chiudersi intorno al mio scroto e lo massaggia; una scossa elettrica mi investe facendomi ululare. Flette il capo e poggia la sua bocca sul mio glande. Lo bacia. Un secondo ululato mi esce dalla bocca. Vedo la sua lingua guizzare fuori dalla sua bocca e investire il vermiglio e grosso glande. Alza gli occhi e il suo sguardo si fissa nei miei occhi. Senza smettere di guardarmi fa scorrere le sue labbra lungo la lunghezza del mio cazzo. Arriva alla borsa scrotale, apre la bocca e accoglie nel suo cavo orale i miei testicoli, li solletica con la punta della lingua e poi li succhia. Dio, che goduria. Metto le mani sulla sua testa e le scompiglio i capelli, lei la scuote liberandosi delle mie mani. Non vuole essere toccata. Smette di succhiarmi lo scroto e comincia, salendo lungo la sua lunghezza, a leccarmi il cazzo avviluppandolo con la sua viscida e calda lingua. Arriva al glande e dopo aver giocato facendo roteare la lingua sul frenulo e intorno alla corona lo imbocca e lo succhia. Mi sento invadere da una meravigliosa sensazione di piacere. Vedo sparire il mio cazzo nella bocca di mia nonna, poi lo vedo uscire per vederlo nuovamente immergersi nella calda bocca della madre di mio padre.
‘Dio, nonna, che bocca calda che hai.’
Jessica porta le mani sulle mie natiche e mi attira verso il suo viso. Vuole essere chiavata nella bocca.
‘Sì, nonna, ti chiavo nella bocca. Ti farò bere il mio yogurt. Ti nutrirò con il mio seme. Ti riempirò lo stomaco.’
Sono al culmine; sento il mio orgasmo salire lungo il condotto uretrale; ecco che il vulcano esplode riversando nella bocca di mia nonna un torrente di caldo e denso sperma. Jessica lo convoglia con la lingua nella sua gola, lo ingoia facendolo scivolare lungo la trachea fino a fargli raggiungere lo stomaco. Nonostante che l’esplosione giunge a termine, la bocca di mia nonna non lascia la presa dal mio cazzo, continua a succhiare ed a mulinare la lingua sul mio glande. Lo munge con le labbra e lo pulisce con la lingua nettandolo di ogni residuo di sperma. Poi si stacca e torna a distendersi sul divano mettendosi poggiata su un fianco. Una sua mammella si appoggia sull’altra facendo sì che vada a schiacciarsi sul divano.
‘Sono stata brava? Ti &egrave piaciuto come ti ho succhiato il cazzo?’
‘Nonna &egrave stato meraviglioso. Ho creduto di morire.’
Mi metto in ginocchio e la bacio infilandola la lingua in bocca. Il sapore del mio sperma investe la mia lingua ma non mi importa.
‘Quando andrai via questa &egrave una cosa che perderai.’
‘Io non perderò un bel niente. Ti ho già detto che farò il possibile per riunire la famiglia sotto un’unica tetto e quando accadrà verrò da te e ti violenterò.’
Jessica ride fragorosamente.
‘Nonna, posso farti una domanda? Tu uno come me lo sposeresti?’
‘Se avessi 30-35 anni di meno non ti lascerei scappare. Perché me lo chiedi?’
‘Se fossimo marito e moglie e volessimo cementare il matrimonio con un figlio ti faresti ingravidare?’
Jessica balza a sedere.
‘Cosa stai cercando di dirmi?’
‘Nonna vorrei tanto che tu partorissi un figlio mio.’
‘Il pensiero di tua madre ti fa sragionare. Hai capito o no che sono una vecchia e il mio periodo fecondo si &egrave da tempo concluso. Come potrei darti un figlio?’
‘Se potresti lo faresti?’
Un silenzio assordante cala nel sottotetto. Siamo uno di fronte all’altra. Nonna &egrave splendida nella sua nudità. Le sue mammelle si sollevano e si abbassano seguendo il ritmo del suo respiro, i suoi capezzoli sono ancora dritti come due missili. Mi guarda.
‘Joe, amore, sii serio. Davvero vuoi che io ti dia un figlio? Se ti rispondo di si mi dici come faresti ad impregnarmi se non sono più feconda?’
‘Tu dimmi di sì e ti dirò come farò a far si che nel tuo ventre cresca un figlio mio.’
‘Non scherzare. L’idea di farmi impregnare da te mi stuzzica. Mi piacerebbe molto darti un figlio, ma &egrave una cosa che non si può fare. Non sono più biologicamente in grado di procreare.’
‘La tua risposta &egrave?’
‘Si, se potessi ti darei non uno ma quanti figli vorrai. Come pensi di farlo?’
‘Hai mai sentito parlare di fecondazione assistita?’
‘So di cosa si tratta. Credi che potremmo farlo? Dimentichi che manca la materia prima. Dove prenderemmo gli ovuli da fecondare con il tuo sperma? E siamo sicuri che funzionerebbe?’
‘La donna che ci regalerà gli ovuli c’&egrave. Faremo tanti di quei tentativi fino a che non attecchirà. Piuttosto come pensi di dirlo al tuo figlio/amante ed a tua figlia?’
‘Con Margot non ci saranno problemi e credo nemmeno con tuo padre. Prima che tu parta voglio dirti che Gregory sa di noi due. Questa notte gli ho detto tutto.’
Questa volta sono io a fare un balzo che mi fa cadere col culo per terra.
‘Hai detto a mio padre di quello che c’&egrave fra noi? Gli hai detto che ti chiavo e che a te piace farti chiavare da me? Questa si che &egrave una notizia da mare in tempesta. E qual &egrave stata la sua reazione?’
‘Se uno viene da te e ti dice che la tua donna si fa chiavare da tuo figlio come reagiresti?’
‘Il minimo? Li caccerei di casa. Il massimo dipende dallo stato d’animo in cui verrei a trovarmi.’
‘Io sono ancora qui e poco fa mi hai chiavato ed io ti ho fatto un pompino. Tuo padre &egrave più sensato di te; mi ha fatto una sola domanda. Ha voluto sapere se sono innamorata di te?’
‘Cosa gli hai risposto?’
‘C’&egrave bisogno di chiedermelo?’
‘Scusami.’
Nonna si alza e si incammina verso la porta.
‘Vai a vestirti e preparati a partire. Raggiungo tuo padre e lo informerò della telefonata e della tua partenza. Non gli dirò che vuoi un figlio da me. Quando sarà il momento saremo insieme a dirglielo. Prima di lasciarci devo farti una domanda. Per caso la donna che dovrebbe darci gli ovuli &egrave l’amante di tua madre:Clo&egrave?’
‘Jessica ecco perché ti amo. Oltre che bella e bona sei anche intelligente. Si, &egrave Clo&egrave.’
‘Ora capisco perché mi hai ricordato i tentativi fatti da Cloe per trascinarmi nel suo letto e il perché mi hai invitata ad accontentarla. Quando sarai a casa dille di chiamarmi. Vedremo se fra me e lei ci sarà intesa. Non parlarle della tua idea di fecondarmi.’
La porta si chiude alle sue spalle. Che donna. Un attimo e la mia mente sta già correndo ad incontrare mia madre.
Un attimo e la mia mente sta già correndo incontro a mia madre.
Mi rivesto e scendo a prepararmi per la partenza. In camera incontro Margot.
‘Allora? Com’&egrave andata? Si &egrave tranquillizzata? Certo ce ne hai messo del tempo per rassicurarla. Non &egrave che avete anche copulato?’
‘Ha capito che sto per partire e questo l’ha messa moralmente giù. Le ho detto che non deve preoccuparsi, che mai l’avrei dimenticata e che avrei fatto di tutto per ricongiungermi con lei ed a conferma le ho espresso un desiderio da realizzare con la sua partecipazione. In un primo momento si &egrave mostrata perplessa ma poi ha accettato con entusiasmo. Sta molto meglio. Devo dirti un’altra cosa. Nostro padre &egrave a conoscenza che io ho giaciuto nel letto della sua amante/madre, glielo ha detto lei il giorno stesso di quando &egrave tornato.’
Margot assume una espressione di sorpresa.
‘Ho sempre pensato che mamma avesse un carattere forte, ma mai l’avrei ritenuta capace di dire al suo uomo che suo nipote &egrave diventato il suo amante.’
Poi un velo di malinconia le copre il viso.
‘Allora hai deciso, parti?’
Le faccio scorrere i miei occhi sulla sua figura. &egrave tutta sua madre, &egrave bellissima. Un languore si presenta alla bocca dello stomaco. Mi avvicino, le sollevo il viso, avvicino le mie labbra alle sue e la bacio.
‘Dai, non essere triste. Tornerò. Noi due abbiamo molte cose da dirci. Aspettami.’
Gli occhi le si illuminano.
‘Allora tu’.. Veramente devo aspettarti? Non mi prendi in giro?’
L’abbraccio e la bacio nuovamente. Questa volta le infilo la lingua in bocca e la faccio mulinare contro la sua. Lei risponde serrando le labbra sulla mia lingua e prende a succhiarla. Smettiamo di baciarci.
‘Lo sapevo. Non mi ero sbagliata. Ti piaccio. Joe ti rivelerò un mio segreto: sono ancora vergine e quando accadrà sarai tu l’uomo a cui donerò la mia illibatezza. Io ti amo. Fin dal primo giorno che ti ho visto mi sono innamorata di te. Hai detto che tornerai. Ti aspetterò. Sappi che se non lo farai sarò io a venire a cercarti e ‘ cosa accadrà non lo so. Potrei anche tagliartelo.’
Porto le mani sul mio cazzo.
‘Non dirai sul serio?’
Lei ride.
‘Ora lasciami solo che devo raccogliere le mie cose.’
‘Posso aiutarti?’
‘No, &egrave meglio che vai via altrimenti non rispondo di me stesso.’
‘Allora resto.’
L’afferro per un braccio e l’accompagno alla porta. prima che la porta si chiuda la sento ridere.
‘Joe, ricordati che non potrai sempre scappare. Tu dovrai essere mio.’
Siamo davanti all’uscio di casa; mio padre cinge con un braccio le spalle di Margot la quale ha il viso contratto; Jessica mi sta abbracciando e, senza preoccuparsi della presenza di suo figlio e di sua figlia, mi sta baciando facendo mulinare la sua lingua nella mia bocca. Guardo mio padre e vedo che sta sorridendo. Sto baciando la sua amante e lui sorride. Smettiamo di baciarci.
‘Non dimenticarti di dire a Cloe di chiamarmi. Riserva una parte dei tuoi pensieri alla tua nonnina. Vai, raggiungi tua madre, ti sta aspettando per darti quello che tu desideri avere da lei.’
Mi stacco da lei e mi avvicino a mio padre, il quale tende la mano in segno di saluto. Gliela stringo. Con un cenno della testa indico mia nonna.
‘Papà hai, in casa, una meravigliosa, bellissima, stupenda e fantastica donna. Ti invidio.’
‘L’ho sempre saputo ed &egrave per questo che l’amo. Mi ha detto di voi due. In un primo momento non ti nascondo che ti ho odiato. Poi ho rivisto la scena di quando &egrave venuta a trovarmi nella mia camera e ‘ diventammo amanti. Il risentimento nei tuoi confronti &egrave scemato. Non dimenticarla lei ti ama. Tu per lei non sei un capriccio.’
‘Anche per me non &egrave un capriccio. Tua madre, mia nonna &egrave una donna che sprizza vita da ogni poro della sua pelle. &egrave impossibile non innamorarsi di una si stupenda creatura ed io ne sono innamorato al punto che le ho chiesto un pegno d’amore. Lei ha accettato.’
‘Di cosa si tratta?’
‘Fattelo dire da lei.’
&egrave il turno della mia zia/sorellastra. La prendo per una mano e mi faccio seguire vicino alla moto in modo che ne il padre e ne la madre possano sentire. La circondo con le braccia e la stringo a me.
‘Ricordati, hai promesso di aspettarmi.’
Lei si stringe contro il mio corpo premendo i suoi seni contro il mio torace. Sento la punta dei capezzoli spingere contro il mio petto.
‘Li senti? Saranno in attesa delle tue mani e della tua bocca. Ti aspetterò. Tu fai il possibile per venire altrimenti sai cosa ti aspetta.’
Con il dito indice ed il dito medio mima le forbici. Rido fragorosamente. La libero dal mio abbraccio, le do un bacio sulla guancia ed inforco la moto. Parto. Danni mi sta aspettando. Non voglio arrivare in ritardo all’appuntamento con mia madre.
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&egrave sera quando imbocco il viale che mi porta a casa. Da lontano vedo una figura che sta seduta sotto il portico. La riconosco, non &egrave mia madre, &egrave Cloe la quale vedendomi arrivare si alza e mi viene incontro. Sono davanti al portico. Cloe indossa un pantalone nero ed una camicia rossa aperta sul davanti che mettono in risalto le sue stupende forme. &egrave una bella donna, &egrave la prima volta che la guardo come donna. Si avvicina.
‘Finalmente sei qui. Non so più cosa fare per tenerla buona, sembra una tigre in gabbia. Ha paura che tu ci abbia ripensato. &egrave in cucina, vai, corri da lei.’
Ho due cose da fare prima di incontrare Danni. La prima &egrave di ringraziare Cloe per aver convinta mia madre ad accettare di farmi entrare nel suo letto. La seconda &egrave di manifestarle il mio compiacimento per la sua bellezza. L’abbraccio e la stringo, avvicino le mie labbra alle sue e la bacio. Lei dischiude le labbra ed io penetro la sua bocca con la mia lingua. Cloe la imprigiona fra le sue labbra e la succhia. Il bacio dura qualche minuto e mentre la bacio le palpo il seno ed il culo. Ci stacchiamo. Lei mi guarda con uno sguardo interrogativo.
‘Cloe &egrave la prima volta che ti vedo come donna e non nascondo che mi piaci. Io e te dobbiamo parlarci e cercare di vederci un poco di più da soli.’
‘Forse perché mi hai sempre vista sotto la veste di amante di tua madre. Guarda che sotto queste vesti batte il cuore di una donna ed &egrave già un bel po di tempo che ti sto corteggiando, ma tu hai occhi solo per tua madre, mi auguro che quando la tua ossessione di possedere tua madre si sarà calmata verrai a trovarmi. Ora vai da lei.’
Prima di separarmi ho ancora un compito da eseguire.
‘Cloe, chiama mia nonna, vuole incontrarti. Deve parlarti.’
La lascio con una faccia piena di domande. Entro in casa e mi dirigo in cucina. Danni &egrave davanti al lavello e sta pulendo qualcosa. Indossa una gonna bianca con camicia azzurra. Con passo felpato mi avvicino e l’abbraccio passando le mie braccia sotto le sue ed ancorando le mie mani alle sue tette. Lei ha un sobbalzo e gira la testa.
‘Ciao, sei arrivato. Ho i nervi a fior di pelle nell’aspettarti.’
La bacio sulla guancia.
‘&egrave così che si bacia la propria donna dopo mesi di lontananza. Baciami come si conviene.’
‘Mamma lo sai che se ti bacio come io voglio niente sarà come prima?’
Premendo il suo corpo contro il mio mi risponde.
‘Lo so.’
‘E sai anche che dopo il bacio io ti prenderò e sarai mia?’
‘Lo so.’
‘Sarò il tuo uomo. Non saremo più madre e figlio, saremo amanti? Il nostro sarà un rapporto incestuoso.’
‘Lo so e non vedo l’ora che accada. Tu, però, non dimenticare di chiamarmi sempre ‘mamma’ anche quando faremo i giochini. Sai il pensiero di sentirmi chiamare mamma mentre faccio l’amore con mio figlio mi eccita.’
‘Sei pronta ha ricevermi?’
Non mi risponde. Mi prende una mano e la guida fra le sue gambe. La porta al centro del suo inguine. Sento la massa di peli. Non indossa le mutandine. I peli sono umidi ed appiccicosi.
‘Sono mesi che sono pronta. Non prolungare ulteriormente questa tortura, prendimi e chiavami.’
Il sogno di una vita sta concretizzandosi. La faccio girare e mentre la spoglio incollo la mia bocca alla sue e le infilo la lingua in bocca. Cominciamo a baciarci. Le nostre lingue si incrociano, si avviluppano, ingaggiano un furioso duello. Intanto la sua camicia &egrave caduta sul pavimento, anche la gonna segue la stessa sorte. Il corpo nudo di mia madre si offre alle carezze delle mie mani. Lei non &egrave rimasta ferma. La mia camicia ed i miei jeans hanno seguito i suoi vestiti. Una sua mano &egrave sul mio cazzo ancora coperto dagli slip. Lo stringe.
‘Questo da oggi sarà mio. Portami a letto.’
‘No, mamma, &egrave qui che dovrai essere mia.’
La sollevo e la faccio sedere sul piano della cucina. Mi sfilo gli slip ed il cazzo, sotto gli occhi spalancati di mia madre, svetta come il pennone di un albero maestro.
‘Dio, com’&egrave lungo e grosso, fai piano altrimenti mi sventri.’
Solleva una gamba e poggia il tallone sul piano, allarga le cosce mostrandomi la macchia scura della massa dei neri peli. Mi posiziono fra le sue cosce ed il glande entra in contatto con la sua vulva.
‘Mamma, guarda, tuo figlio sta facendo ritorno nel luogo dove lo hai tenuto per nove mesi nutrendolo e facendolo crescere.’
Incomincio a spingere. i miei e suoi occhi sono puntati su quello che sta avvenendo. Il mio cazzo sta entrando nel ventre di mia madre la quale lancia piccoli gemiti e non stacca gli occhi da quanto sta accadendo.
‘Amore di mamma, &egrave magnifico. Avevo dimenticato cosa significa farsi infiocinare da un gladio come il tuo. Come ho potuto scacciarti di casa.’
Il cazzo continua la sua avanzata nel caldo corpo di mia madre.
‘Mamma, &egrave una sensazione meravigliosa. Ti sto possedendo. Mai avrei pensato che i miei sogni diventassero realtà. Sto chiavando mia madre; la donna più bella che io abbia mai amato &egrave finalmente mia. Mamma ti amo.’
Le ultime parole. Esplodo ed eiaculo. Le scarico nella pancia potenti schizzi di denso e copioso sperma che vanno ad infrangersi contro il suo utero.
‘Scusami mamma, ma non c’&egrave lo fatta a trattenermi; era troppo il desiderio di chiavarti. Spero che sei protetta.’
‘Non scusarti, ti capisco. Ora sei qui, avrai modo e tempo. Se per protezione intendi la pillola, no, non la prendo. Avendo una donna come amante &egrave inutile che io la prenda. Cloe non potrà mai mettermi incinta. In quanto a te non preoccuparti, non sono nel mio periodo fecondo. Andiamo in camera mia, saremo più comodi.’
Scende dal piano della cucina e si china per raccogliere i vestiti dal pavimento. Nel farlo sbatte il suo culo contro il mio cazzo che al contatto con la bianca carne prende a rinvigorirsi. &egrave una provocazione che non mi lascio scappare.
‘Fermati. Non muoverti.’
‘Cosa vuoi fare?’
‘Possederti e chiavarti. Reggiti.’
Danni allunga le braccia e poggia le mani sul tavolo. &egrave piegata a 90′ gradi. Le sue tette penzolano come due campane. Sto dietro il suo culo. Le metto le mani sui fianchi ed avvicino il cazzo alle sue chiappe. Il mio cazzo &egrave già fra le grandi labbra della sua vulva. Un vigorosa spinta ed affondo nel suo ventre. Incomincio a stantuffarle il cazzo nella pancia. Lo faccio con lentezza. Il corpo di mia madre ondeggia sotto le mie spinte. Danni miagola e nitrisce. Metto in azione la mia maestria che &egrave la stessa usata con mia nonna. Danni lo apprezza e me lo fa capire spingendo il suo culo contro il mio ventre e lanciando ululati e nitriti.
‘Dio, che stupida sono stata a rifiutarmi; e tu, mio dolce puledrino, ti sei arreso facilmente. Sei andato via senza combattere. Meno male che il peggio &egrave passato. Ora sei qui. Fai il tuo dovere di stallone. Cavalcami e fammi sfinire dal piacere.’
Imperterrito continuo a stantuffarle il cazzo nella sua calda ed accogliente pancia. Lo faccio con lentezza ed allo stesso tempo con vigore. Le meno dei potenti colpi d’ariete talmente forti da farla gridare.
‘Sìììì, cosììì, più forte, spaccami in due, distruggimi. Dio come mi piace, sto impazzendo.’
Non ho fretta. Riesco a gestirmi. Sento il suo corpo tremare. Capisco che sta per arrivare al culmine del piacere. Accelero il movimento del dentro fuori. Vedo la sua testa dondolare. Un grido e si lascia andare. Mi trascina nella caduta. Il suo corpo &egrave in preda a scosse di piacere. Sta godendo. Il mio cazzo &egrave sempre dentro la sua vulva. Continuo a pompare fino a quando anche per me giunge il culmine. Vengo e le scarico dentro la pancia interminabili schizzi di caldo sperma. Le riempio la vagina. Non mi accorgo che mamma ha perso conoscenza. Il suo corpo giace, inerte, sotto il mio e con il cazzo ancora ben piantato nella sua figa. Sono steso sulla sua schiena. Sento che si sta riprendendo.
‘Joe, amore, &egrave stato bellissimo, mi &egrave piaciuto molto.’
Intanto il mio cazzo, ancora immerso nella sua vulva, riprende ad indurirsi. Lei lo sente crescere e gonfiare.
‘Ancora? Ma cosa ti &egrave preso?’
‘Mamma sei tu che me lo tiri su. Basta sentire la tua voce e lui si imbizzarrisce.’
‘Vuoi farlo di nuovo? Perché non resisti ancora un pochino. Anch’io ho di nuovo voglia, ma qui sul pavimento stiamo scomodi. Andiamo in camera da letto.’
&egrave una notte colma d’amore quella che mi accingo a vivere. Mamma &egrave assetata di sesso. Mi fa entrare nel suo letto e mi ospita fra le sue cosce. La cavalco e la possiedo innumerevoli volte. Il mattino dopo mi sveglio in una realtà completamente cambiata. Sono diventato l’amante di mia madre.

P S: il prosieguo sarà affrontato per singoli episodi.
Sono nel salone, ho un libro tra le mani che non riesco a leggere. La mia mente &egrave occupata da immagini che credevo sepolte sotto strati di ricordi. Invece sono affiorate e mi perseguitano. Rivedo la notte in cui sorpresi mio marito fare sesso con la madre. Erano talmente impegnati nel consumare un focoso atto sessuale che non si accorsero della mia presenza se non alla conclusione del loro atto incestuoso. Da quella notte la mia mente &egrave continuamente in preda a pensieri osceni e immorali. La causa &egrave mio figlio; da quando mi dichiarò il suo amore non faccio che pensare a lui; &egrave diventato la mia ossessione. Credevo che allontanandolo e non trovandomelo davanti avrei dimenticato. Così non &egrave stato. La sua figura &egrave continuamente presente e si materializza nei miei sogni. Non riesco più a dormire. Appena chiudo gli occhi mi vedo nuda e con lui, pure nudo, disteso sul mio corpo ed impegnato a stantuffare il suo cazzo nel mio ventre. A niente &egrave valso cercare comprensione fra le braccia della mia amante. Al contrario Cloe si &egrave prodigata affinché mi convincessi ad accettare l’amore di mio figlio, di farlo entrare nel mio letto e di amarlo come uomo. C’&egrave riuscita. Eccomi qui in trepidante attesa ad aspettare il ritorno di mio figlio. Il grande giorno &egrave finalmente arrivato. Oggi incontro mio figlio e gli permetterò di realizzare il suo sogno che &egrave diventato anche il mio. Lo farò tornare nel grembo materno attraverso la porta da cui &egrave uscito il giorno in cui lo misi al mondo. Odiai mia suocera perché si faceva cavalcare da suo figlio ed ora eccomi qui pronta ad emularla. Sono adulta, posso sempre ribellarmi e cacciare indietro il demone della lussuria. Ma la mia natura di donna libertina e lussuriosa non me lo permette. Desidero, voglio che mio figlio mi stringa fra le sue braccia; voglio che il mio Joe succhi le mie tette e giochi con i miei capezzoli; voglio sentire la sua lingua profanare la mia vulva ed infine voglio che il suo cazzo mi entri nel ventre e mi chiavi. Il rumore di un motore mi distoglie dai pensieri osceni. &egrave la sua moto, &egrave arrivato. I battiti del mio cuore accelerano in modo esponenziale. Poso il libro e mi precipito in cucina. La storia con mio figlio deve cominciare dal punto in cui si interruppe. Sento il rumore dei suoi passi. Mi giro verso il piano della cucina. Attendo. Lo vedo avvicinarsi attraverso il riflesso nelle mattonelle. Il mio corpo &egrave teso come corde di violino. Mi raggiunge. Il suo corpo aderisce al mio; mi sento mancare. Ha le mani poggiate sui miei fianchi. Il suo pube preme sul mio bacino. Dio, &egrave già in tensione. Spingo indietro il culo per meglio sentirlo. Le sue mani risalgono lungo il corpo accarezzandomi, le fa passare sotto le mie ascelle, sfiora i miei seni e va ad ancorarsi alle mie tette, le comprime. Brividi di piacere percorrono il mio corpo. Il suo alito mi soffia sul collo. Mi da un bacio sulla guancia. Sobbalzo e giro la testa.
‘Ciao, sei arrivato. Ho i nervi a fior di pelle nell’aspettarti. &egrave così che si bacia la propria donna dopo mesi di lontananza?’
‘Mamma sai che se ti bacio come io desidero niente sarà come prima?’
Premendo il mio corpo contro il suo gli rispondo.
‘Lo so.’
‘E sai anche che dopo il bacio io prenderò il tuo corpo e lo possiederò?’
‘Lo so. Ed &egrave quello che mi auguro. Potevi scoparmi quella sera invece di aspettare tutti questi mesi. Bastava che mi violentassi.’
‘L’avrei fatto se non ti mettevi a fare tutti quei moralismi materni del cazzo.’
‘L’incesto mi ha sempre spaventata, non avrei mai pensato di scoparmi mio figlio, devo ringraziare Cloe che mi ha fatto capire che farsi chiavare dal proprio figlio non c’&egrave niente di male purché venga fatto con amore ed io ti amo.’
‘Anch’io non avrei mai pensato di scoparmi mia madre, ma avere continuamente davanti una donna bella ed eccitante mi mandava in ebollizione gli ormoni. Masturbarmi non mi bastava più; nelle ragazze vedevo te e quando stavo con loro le ingannavo perché &egrave con te che volevo stare. Ero e sono pazzamente innamorato di mia madre. Ora non ci saranno ostacoli che possano fermarmi. Non saremo più madre e figlio, saremo amanti. Sarò il tuo uomo. Il nostro sarà un sano rapporto tra un uomo ed una donna.’
‘Lo so e non vedo l’ora che accada. Tu, però, non dimenticare di chiamarmi sempre ‘mamma’ anche quando faremo i giochini. Sai il pensiero di sentirmi chiamare mamma mentre faccio l’amore con te mi eccita e il perché sta nel fatto che non &egrave un estraneo quello che giacerà con me nel mio letto ma &egrave mio figlio quello che mi chiaverà.’
‘Sei pronta ha ricevermi?’
Non gli rispondo. Gli prendo una mano e la guido fra le mie gambe. La faccio scivolare sulle mie cosce e risalire fino al centro del mio inguine. Gli faccio toccare i ricci e folti peletti che ornano la mia polposa e grossa vulva. Non indosso le mutandine. I peli sono umidi ed appiccicosi.
‘Senti? Sono mesi che sono pronta. L’attesa mi ha portata sull’orlo della pazzia. Se oggi non venivi non so cosa avrei fatto. Non prolungare ulteriormente questa tortura, realizza il tuo sogno, prendimi e chiavami.’
Mi fa girare e mentre mi spoglia incolla la sua bocca alla mia e le sua lingua avanza nella mia bocca. Cominciamo a baciarci. Le nostre lingue si incrociano, si avviluppano, ingaggiano un furioso duello. Intanto la mia camicetta &egrave caduta sul pavimento, anche la gonna segue la stessa sorte. Il mio corpo nudo si offre alle carezze delle sue mani. Non sono rimasta ferma. La sua camicia ed i suoi jeans raggiungono i miei vestiti. Una mia mano artiglia il suo cazzo ancora coperto dagli slip. Lo stringo.
‘Questo da oggi sarà mio. Portami a letto.’
‘No, mamma, &egrave qui che dovrai essere mia.’
Mi solleva e mi fa sedere sul piano della cucina. Si sfila gli slip ed il cazzo, svetta come il pennone di un albero maestro. Alla vista di quella magnificenza spalanco gli occhi.
‘Dio, com’&egrave lungo e grosso, fai piano altrimenti mi sventri.’
Sollevo una gamba e poggio il tallone sul bordo del piano, allargo le cosce mostrandogli la macchia scura della massa dei neri peli. Si posiziona fra le mie cosce ed il grosso e vermiglio fungo entra in contatto con la mia vulva.
‘Mamma, guarda, tuo figlio sta facendo ritorno nel luogo dove lo hai tenuto per nove mesi nutrendolo e facendolo crescere. Ora sarò io a nutrire la tua passera.’
Incomincia a spingere. I miei e suoi occhi sono puntati su quello che sta avvenendo. Il suo cazzo sta entrando nel mio corpo. Emetto dei piccoli gemiti e non stacco gli occhi da quanto sta accadendo.
‘Amore di mamma, &egrave magnifico. Avevo dimenticato cosa significa farsi penetrare da un gladio come il tuo. Come ho potuto scacciarti di casa.’
Il cazzo continua la sua avanzata nel mio infuocato corpo. Millimetro dopo millimetro lo vedo sparire dentro il mio ventre.
‘Mamma, &egrave una sensazione meravigliosa. Ti sto possedendo. Mai avrei pensato che i miei sogni diventassero realtà. Sto chiavando mia madre; la donna più bella che io abbia mai amato &egrave finalmente mia. Mamma ti amo.’
‘Continua, non ti fermare”
Sono le uniche parole che escono dalla mia bocca. Sono persa nel piacere e nella depravazione e per niente scioccata nello scoprire il livello di perversione mio e di mio figlio.
Le ultime parole. Esplode ed eiacula. Mi scarica nella pancia potenti schizzi di denso e copioso sperma che vanno ad infrangersi contro il mio utero. Quando i nostri corpi sono liberi dagli spasmi del reciproco orgasmo raggiunto ci guardiamo negli occhi che sono ancora accessi dalla luce del desiderio.
‘Scusami mamma, ma non c’&egrave lo fatta a trattenermi; era troppo il desiderio di chiavarti. Spero che sei protetta.’
Lo bacio sulla bocca.
‘Sai che mi &egrave piaciuto molto vedere il cazzo di mio figlio sparire nel mio corpo. Non scusarti, ti capisco. Ora sei qui, avrai modo e tempo. Se per protezione intendi la pillola, no, non la prendo. Avendo una donna come amante &egrave inutile che io la prenda. Cloe non potrà mai mettermi incinta. In quanto a te non preoccuparti, non sono nel mio periodo fecondo. Andiamo in camera mia, saremo più comodi.’
Scendo dal piano della cucina e mi chino per raccogliere i vestiti dal pavimento. Nel farlo sbatto il mio culo contro il suo cazzo che al contatto con la calda e bianca carne delle mie chiappe prende a rinvigorirsi. &egrave una provocazione che non mi lascio scappare. Allungo le braccia e poggio le mani sul tavolo. Sono piegata a 90′ gradi. Le mie tette penzolano come due campane. Mio figlio intuisce il mio pensiero. Mi mette le mani sui fianchi ed avvicina il cazzo alle mie chiappe. Il suo glande &egrave già fra le grandi labbra della mia vulva. Un vigorosa spinta ed affonda nella mia pancia. Incomincia a stantuffarmi il cazzo nella ventre. Lo fa con lentezza. Il mio corpo ondeggia sotto le sue spinte. Le mie zizze ballonzolano. Miagolo e nitrisco.
‘Dio, che stupida sono stata a rifiutarmi; e tu, mio dolce puledrino, ti sei arreso facilmente. Sei andato via senza combattere. Meno male che il peggio &egrave passato. Ora sei qui. Fai il tuo dovere di stallone. Cavalcami e fammi sfinire dal piacere.’
Imperterrito continua a stantuffarmi il cazzo nella mia calda ed accogliente pancia. Lo fa con lentezza ed allo stesso tempo con vigore. Mi mena dei potenti colpi d’ariete talmente forti da farmi gridare.
‘Sìììì, cosììì, più forte, spaccami in due, distruggimi. Dio come mi piace, sto impazzendo.’
Non ha fretta. Riesce a controllarsi. Sento il mio corpo percorso da brividi di piacere. Capisco che sto per arrivare al culmine. Il movimento del dentro fuori diventa più veloce. Le mie tette dondolano come due campane. Il loro movimento contribuisce ad accelerare il sopraggiungere dell’orgasmo.
Un grido e mi lascio andare. Sto godendo. Dalla mia uretra vengono espulsi abbondanti fiotti di limaccioso e denso liquido giallastro. Sto squirtando. Erano anni che non mi capitava. L’ultima volta fu Cloe, una donna, a farmi squirtare ed oggi tocca a mio figlio darmi il massimo del piacere. Il suo cazzo &egrave sempre dentro la mia vulva. Continua a pompare fino a quando anche per lui giunge il culmine. Viene ed erutta come un vulcano. Mi scarica dentro la pancia interminabili schizzi di caldo sperma. Mi riempie la vagina. Perdo conoscenza. Il mio corpo giace, inerte, sotto il suo e con il cazzo ancora ben piantato nella mia figa. Pochi minuti e sono di nuovo in possesso della mia mente.
‘Joe, amore, &egrave stato bellissimo, mi &egrave piaciuto molto.’
Intanto il suo cazzo, ancora immerso nella mia vulva, riprende ad indurirsi. Lo sento crescere e gonfiare.
‘Ancora? Sei di nuovo pronto? Ma cosa ti &egrave preso?’
‘Mamma sei tu che me lo tiri su. Basta sentire la tua voce e lui si imbizzarrisce.’
‘Vuoi farlo di nuovo? Resisti ancora un pochino, qui sul pavimento stiamo scomodi. Andiamo in camera da letto.’
&egrave una notte colma d’amore quella che mi accingo a vivere. Lo faccio entrare nel mio letto e lo ospito fra le mie cosce. Mi cavalca e mi possiede innumerevoli volte e non lo fa solo con il cazzo anche la sua lingua &egrave uno strumento di piacere, la sa usare molto bene. Il mattino dopo mi sveglio in una realtà completamente cambiata. Mio figlio &egrave a pancia sotto ed &egrave nudo. Mentalmente sono calma e per niente scioccata nel razionalizzare quello che ho fatto. Non avrei mai pensato che sarebbe stato così. Mesi addietro se mi avessero detto che mi sarei fatta chiavare da mio figlio avrei pensato a una cosa disgustosa. Invece il fatto che l’uomo che questa notte mi ha posseduta &egrave mio figlio mi fa impazzire di piacere e mi manda in frantumi il cervello. Da questa mattina, dopo questa notte, ho chiaro che la nostra perversione ha preso pienamente il controllo dei nostri sensi. Sono l’amante di mio figlio.
Dopo alcuni mesi mi riappacifico con mia suocera. Le chiedo perdono per averla cacciata. Chiedo perdono anche a mio marito che non gli sembra vero poter ritornare a frequentare il mio letto. Lui, pur sollazzandosi con sua madre, non ha mai smesso di amarmi. Vendo la mia casa e mi trasferisco, insieme al mio adorabile amante nella immensa fattoria di mia suocera. Torniamo a stare insieme, a vivere sotto lo stesso tetto. Diventiamo un unico nucleo familiare. Io, Gregory (mio marito amante di mia suocera nonché padre del mio amante), mia suocera Jessica (madre ed amante di mio marito); Margot (figlia di Jessica e di Gregory); Cloe (la mia amante) ed il più desiderato dalle donne di casa ovvero il mio focoso stallone nonché amante: mio figlio Joe. In seguito si aggiungerà alla famiglia anche Elena (la primogenita di Gregory avuta dal rapporto con sua madre). La famiglia aumenterà di numero. Dal ventre di Jessica nascerà un magnifico maschietto frutto di una inseminazione assistita nel suo utero di ovocite donato da Cloe e fecondato con gli spermatozoi di mio figlio; anche la mia amante darà alla luce un maschietto frutto del rapporto che avrà con il mio amante; ai due beb&egrave si aggiungerà anche una stupenda bambina che il mio ventre genera a seguito del ripreso rapporto con mio marito. Tutto questo fa parte di un’altra storia. Come pure dovrà essere raccontata la storia del rapporto che le due sorelle: Elena e Margot, instaureranno con il loro fratellastro. La più pericolosa delle due si rivelerà Margot di cui noi donne, più avanti negli anni, ne temiamo, a ragione, la concorrenza.

A prossimamente risentirci.

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