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Racconti erotici sull'Incesto

Errore fatale

By 1 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccoti, bella come una dea mentre prendi il sole in piscina. La tua pelle liscia e giovane trasuda voglia di vivere. I tuoi 18 anni riflettono tutto il loro splendore.
Fisso i tuoi capelli biondi, con quei riccioli accennati verso le punte, i tuoi occhi azzurri, le tue labbra carnose. E scendo con lo sguardo. Sui tuoi seni ancora in sviluppo, ma già così sodi, nascosti da quel costume troppo stretto per non risvegliare emozioni forti, troppo forti per me, che sono tuo padre.
Guardo ancora più in basso, il tuo ventre piatto, stupendo. Eccitante. Come il tuo inguine, perfettamente depilato, si vede anche se hai il costume che è depilato accuratamente, come solo una persona sicura della propria bellezza sa fare.
La tua pelle è leggermente scurita da giorni di sole. Ricordo ancora quando ti tenevo sulle ginocchia da piccola. Ma ora sei cresciuta. Eccome.

Prendo la crema solare e mi avvicino a te. Inizio a togliere il tappo, e a versarla sulla tua pelle. Hai un sussulto, non te lo aspettavi, ma appena comprendi, sorridi. ‘Grazie Papà’. Due parole dette con una dolcezza infinita, paragonabile solo alla tua bellezza.
Inizio a scorrere sul tuo corpo con le mani. Le spalle, la schiena, tralascio apposta il sedere, voglio tenerlo per ultimo e mi dirigo sulle gambe. Le ungo in tutta la loro lunghezza. Il mio massaggio ti piace, i tuoi piccoli mugolii di piacere non si fanno attendere. Finalmente il sedere. Bello, sodo, come qualsiasi uomo dotato di buon gusto adorerebbe. Passo sopra quei due frutti dolci della natura, li accarezzo. Forse intuisci il mio stato d’animo, non le intenzioni, per questo sembri un po’ nervosa.
Ti faccio girare e inizio a mettere la crema sulla pancia, su quel ventre che accende ogni mio desiderio. Scendo sulle gambe, sfioro l’inguine. Il tuo sguardo si è fatto più duro, ti irrigidisci. Forse hai capito. Ma io ho bisogno di sentire quel sapore.
Cosa sto facendo? Non lo so, non ragiono più. Nemmeno mentre me lo chiedi, spaventata.
In un attimo gli slip sono tolti. Il tuo stupore è immenso, ma io ho bisogno di te. Cerchi di divincolarti, ‘Ti prego, no!’. Non ti sto ascoltando’ Entro dentro con la foga dell’ardore, in quel cespuglio caldo. Cerco di non farti male, ma la situazione non mi permette di fae piano. Spingo e sento tutta l’eccitazione salire al cervello. Spingo, spingo sempre più forte. Nessuno può sentirti gridare qui. Siamo soli in questa villa.
Spingo, e ti bacio. Tu piangi, ma io cerco di rendere dolce questi momenti.
Ti rassegni, guardi il vuoto. Le tue cosce ormai sono aperte, sei completamente mia. Solo gli dei possono provare certi piaceri e ora io mi sento un dio dentro di te’ Guardo il tuo seno che segue il movimento ritmico dei miei colpi. Ancora e ancora. Sento ogni sensazione come se toccassi il paradiso. Tu non mi guardi, ma piangi in silenzio. Dio, come sei bella.

Sale, sta salendo il piacere. Non voglio farlo dentro, non nel tuo ventre, almeno. Ti giro. Intuisci cosa sto per fare, provi ancora a supplicare, con le lacrime ‘No! Ti prego, no!’. Ma è tardi. Defloro quelle natiche così sode, celestiali. E lascio dentro tutto il mio calore. Tutta la mia essenza. Vengo dentro di te e poi esco. Ti guardo. Dio che cosa ho fatto?
Lascio alle mie spalle i tuoi pianti. Entro in casa. Apro il cassetto. La prendo’ Si, sono un mostro, vado fermato.

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