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Racconti erotici sull'Incesto

evoluzione dei giochi

By 13 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Buongiorno a tutti, dopo molta esitazione ho deciso di raccontare questa bellissima ed importantissima esperienza che sto vivendo, sperando che qualcuno possa apprezzarla .
Come &egrave successo? Il titolo vi da già un idea: ogni estate, per poter godere un po’ di libertà, i genitori miei e di mia sorella e di mio cugino e mia cugina, ci spedivano dai nonni per luglio ed agosto, non era una cosa sgradevole, avevano una bellissima tenuta con tanto giardino in un paesino lontano e giocavamo tutti e quattro tutto il giorno senza pensieri.
I primi giochi, soprattutto quello del dottore ma anche altri dello stesso tipo, sono iniziati con i primi pruriti sessuaii. Pur essendo più giovane di me, mio cugino &egrave sempre stato più intraprendente e più porco di me, era lui il promotore, quello che riusciva a coinvolgere le nostre ‘pazienti’ e anche l’ideatore di tutti questi giochi, le nostre sorelle tentennavano ma poi ci stavano ed io dovevo fare l’equilibratore nel senso che giocavo perch&egrave mi piaceva tantissimo ma dovevo fermarlo quando voleva esagerare.
Erano giochi che hanno fatto moltissimi ragazzini a quell’età, le visite mediche erano scuse per togliere le mutandine alle nostre malatine e per poterle intanto vedere nude ma, soprattutto, toccare i loro culetti e le loro fessurine o per mettere a loro disposizione i nostri piselli per farci fare le prime pippe.
Mio cugino, come accennavo, era molto più sveglio di me, aveva sempre idee nuove, molte delle quali inattuabili vista la nostra età, ma alcune funzionavano, in particolare, aveva tirato fuori il gioco di prendere la temperatura e c’era sempre un pennarello, pronto a fare da termometro o da supposta x i culetti, io avevo messo il veto, tra le altre sue idee a che si infilasse anche nelle passerine, avevo paura che si facesse qualche danno e penso tuttora di aver fatto bene.
Proprio mentre stavamo raggiungendo l’età, diciamo, più pericolosa, quella in cui forse non l’avrei fermato, le nostre estati insieme sono cessate, eravamo grandicelli ed i nostri rispettivi genitori hanno iniziato a portarci con loro.
Sono passati da quel periodo una quindicina d’anni, noi siamo, ovviamente, cresciuti, abbiamo iniziato ad avere le nostre esperienze, mio cugino si &egrave sposato, io, mia sorella e la sua abbiamo trovato io compagna e loro fidanzati e sembrava che quella esperienza fosse dimenticata.
C’&egrave un detto che recita ‘Nulla &egrave certo tranne le tasse e la morte’ e così, all’età di 92 anni, nostra nonna, serenamente ci ha lasciati. Lasciando i nostri rispettivi in città, noi quattro, in rappresentanza della famiglia, siamo andato in paese per l’ultimo saluto e abbiamo deciso si fermarci per la notte dove avevamo passato tante estati felici e spensierate.
L’atmosfera era triste, quella casa era piena di ricordi, i nostri genitori, anche se era una cosa ancora in discussione pensavano che non l’avrebbero tenuta, troppo lontana e troppo costosa da mantenere, poteva essere l’ultima volta li.
Cercando di distrarci abbiamo deciso di organizzare un po’ di cena, mentre mia sorella Francesca e mia cugina Sara preparavano ed stavo preparando la tavola mi raggiunge Marco, mio cugino e mi dice: ‘Sai che era ancora nel nostro nascondiglio?’ ‘Cosa?’ e mi mostra il pennarello che usavamo come termometro.
Era indubbiamente quello, mi ricordavo il colore: azzurro pallido, ma non c’erano dubbi perch&egrave, per evitare che il tappo venisse via e si perdesse in posti dove sarebbe stato difficile estrarlo, lo avevamo riempito di colla e sigillato al corpo del pennarello. Ovviamente non scriveva più ma non lo usavamo con quello scopo.
‘Ti ricordi?’ ‘certo!’ ‘Hai continuato a giocare con tua sorella quando abbiamo smesso di venire qui?’ ‘No’ ‘Il solito pirla, tua sorella &egrave venuta su una figa della madonna e le piaceva molto giocare, potevi divertirti un casino!’ ‘E tu?’ ‘ Io si, scemo, ha continuato a menarmelo per qualche anno e sono riuscito anche a metterglielo in bocca qualche volta, ma poi ho esagerato con le richieste e mi ha sfanculato’ ‘Ero certo che sarebbe successo!’
Poi, ha lanciato la bomba, mi ha detto: ‘Come pensi che reagirebbero se provassi a convincerle a rigiocare al dottore?’ ‘Ti tratterebbero come uno stronzo che vuole sfruttare una nonna appena seppellita per dimostrare che non ha alcun rispetto per nessuno, tua moglie compresa e ti e ci manderebbero al diavolo’
‘Ma tu lo faresti?’ ‘Non accetteranno mai’ ‘Ti ho chiesto se lo faresti!’ ‘Si’ ‘E romperesti i coglioni come da ragazzino o mi reggeresti il gioco?’ ‘Se per gioco intendi; fare una figura di merda, no, non te lo reggo, se io non capissi un cazzo del mondo e, per assurdo, ci stessero, io non mi tirerei indietro’
‘Ne hai preservativi?’ Mi sono messo a ridere e gli ho detto di no, lui mi ha risposto: ‘Peggio per te, io ne ho uno solo’ Potresti averne anche cento, l’unico uso che potrai farne sarà mettertelo in testa visto che sei una testa di cazzo!’ ‘Non farla tu la testa di cazzo, se sono tentate ed esitano aiutami o, almeno, non remare contro!’
All’inizio &egrave andata come mi aspettavo, senza arrabbiarsi ma sfottendolo, gli hanno detto di no, ma era un no strano, l’argomento non si chiudeva, continuava ad aleggiare nelle battutine e, finito di cenare, una volta che siamo andati in salone, quando Marco ha tirato fuori il pennarello l’atmosfera si &egrave fatta un po’ strana, si sono fatte battute sul suo uso, sui nostri partner lasciati a casa, sul fatto che non l’avrebbe mai scoperto nessuno, intanto la bottiglia di grappa di mia nonna che mio cugino continuava a versare generosamente a Francesca e Sara continuava a svuotarsi.
Ad un certo punto io sono diventato il centro della discussione, hanno iniziato a ricordare delle mie prese di posizione, dei miei no, e le ragazze, sorridendo, mi hanno detto che per loro si poteva anche fare in ricordo dei vecchi tempi e per scacciare un po’ la tristezza, ho pensato di aver capito il gioco che stavano facendo. Ero sicuro che stavano mettendomi in mezzo, che nessuno, soprattutto le ragazze, aveva davvero intenzione di farlo, ma volevano che io facessi di nuovo il bacchettone per potermi prendere per il culo.
Così, e solo per quel motivo, ho deciso di ribaltare i ruoli, ho detto che dovevano ringraziarmi per i veti che avevo messo allora, che ero sicuro che ognuna delle due aveva fatto le esperienze che doveva e voleva fare all’età giusta per capire cosa stava facendo e soprattutto godendosela totalmente, e poi ho detto che visto che ormai erano maggiorenni, di sicuro non più vergini e in grado di intendere e di volere, io non mi sentivo più in obbligo di proteggerle e se avevano voglia di giocare al dottore io ci stavo e avrei appoggiato qualunque idea, anche le più porche, lanciata da Marco.
Mi aspettavo sguardi stupiti ed ero pronto a ridere per averli fregati invece Francesca e Sara si sono guardare un po’ rosse in volto, Sara ha detto: ‘mi sembra il modo più adeguato di dare addio a questa casa’ e mia sorella ha aggiunto ‘passiamo dai giochi da bambini a quelli da grandi l’ultima volta, ok? Di sicuro non lo dimenticheremo mai’
Sono stato investito da mille emozioni, che hanno seguito lo stupore, la più forte &egrave stata indubbiamente l’eccitazione, anche perch&egrave mi sono trovato mia cugina da spogliare, una fortissima invidia per mio cugino che riesce sempre ad ottenere ciò che vuole ma anche una fortissima gelosia quando ho visto mia sorella farsi spogliare da Marco accarezzandogli il pacco e cominciando a sbottonargli i calzoni.
La prima e l’ultima emozione me le sono portate avanti tutta la sera anche se la gelosia ho cercato, come potevo, di ignorarla per non rovinarmi la serata. Fortunatamente Sara mi ha aiutato cominciando a baciarmi e a spogliarmi, mi &egrave piaciuto moltissimo quando mi ha sussurrato: ‘grazie per quello che hai fatto quando eravamo piccole ma ora siamo grandi, lasciati andare!’
Fortunatamente aveva scambiato la mia gelosia e, conseguente, tensione in esitazione. Le ho tolto il reggiseno scoprendo due perette tonde e ben fatte, mi ha detto: ‘Queste non le avevo le ultime volte che mi hai visitata’ Ho pensato a come le aveva mia sorella ma ho deciso di concentrarmi su Sara, da ragazzini ognuno visitava sia la cugina che la sorella e magari poi avrei giocato anche con le sue e visto com’erano.
Ci siamo baciati e abbiamo iniziato la visita con le vecchie frasi di un tempo: ‘dottore mi fa male qui’ ‘Apra le gambe o si chini che la visito’ ma ben presto, il gioco &egrave stato messo da parte, abbiamo iniziato a baciarci e a muoverci come una coppia pronta a fare l’amore, nell’altro divano Francesca e Marco, nudi come noi, facevano lo stesso.
Esauriti gli abbondanti preliminari, le ho chiesto: ‘Fin dove arriviamo?’ ‘Stasera non ci sono limiti a meno che non torni il vecchio Fabio a metterli!’ mi ha risposto sorridente, ho ripensato all’unico preservativo in mano a Marco e le ho detto che non ne avevo, lei mi ha sorriso e mi ha detto: ‘E’ il tuo giorno fortunato, io prendo la pillola!’ mi sono seduto sul divano, lei mi &egrave venuta sopra e si e seduta su di me abbracciandosi ed impalandosi su di me.
Ho visto, dietro di lei, Marco che mi guardava e, visto che Francesca era occupata a succhiarglielo e non poteva vedermi, gli ho indicato che mi scopavo Sara senza preservativo e gli ho fatto vedere il medio, lui mi ha risposto da stronzo qual’&egrave, mi ha indicato mia sorella che lo spompinava e senza parlare, muovendo solo la bocca mi ha detto: ‘Coglione, che cosa ti sei perso in questi anni.’
Sino state due belle scopate, la mia l’ho vissuta, l’altra l’ho sentita, ma nessuno di noi voleva che il gioco finisse e che la notte passasse, abbiamo bevuto acqua fresca e poi c’&egrave stato un altro giro di grappa per continuare a carburare, per la prima volta, da quando ho iniziato la mia attività sessuale, ero ancora eccitato nonostante fossi appena venuto.
Il vulcano di idee Marco, ha subito preso in mano la situazione, il pennarello, dopo anni nascosto dietro una mattonella ha ripreso la sua funzione di termometro e, dopo avermi chiesto se avevo obiezioni si &egrave deciso di prendere le temperature, mentre operavamo, lui &egrave corso in cucina ed &egrave tornato con due banane dicendo: ‘queste sono per la febbre ficaria!’
Ad un certo punto lui ha, come facevamo da piccoli, iniziato a ‘visitare’ io e Francesca ci siamo guardati, lei mi ha fatto un timido sorriso e così mi sono buttato, e, a quel punto, l’ho visitata a fondo, le ho leccato figa e buchetto del culo, le ho succhiato le bellissime tette e, mentre lei mi succhiava il cazzo in modo divino, l’ho scopata con la banana titillandole il grilletto e facendola venire.
Quando ad un certo punto ha iniziato a tornarmi duro ed io ho iniziato a chiedermi se l’avrei scopata, Marco ha chiamato il cambio ed ho fatto di nuovo l’amore con Sara, meglio così, se anche avessi deciso di scoparmi mia sorella non avevo preservativi e Marco, che ne aveva un altro che infatti ha usato per il bis, probabilmente se me l’avesse dato mi avrebbe di sicuro chiesto qualcosa in cambio.
Finita la seconda scopata, nonostante Marco si sforzasse per tenere viva la fiamma eravamo stremati e la magia o la follia e l’eccitazione erano passate, le ragazze hanno recuperato i vestiti e sono corse in bagno, Marco ha cercato ancora di convincerle a dormire una con me e una con lui ma ho capito che si rischiava di rovinare tutto e così &egrave tornato il vecchio me, il vecchio fabio che l’ha spinto in una camera dicendo alla porta chiusa del bagno e a chi ci stava dietro ‘Buona notte ragazze, domani mattina sveglia alle nove, colazione al primo bar che troviamo e si torna al mondo reale’ Dall’altra parte sono arrivati due dolci ‘Buona notte’ e dei sottintesi ‘grazie ‘.
Ho raggiunto mio cugino in camera per dormire con lui ed evitare che tornasse alla carica gli ho detto: ‘C’&egrave andata già di lusso così non esagerare!’ mi ha chiesto se pensavo si potesse rifare, gli ho risposto che non ne avevo idea ma pensavo di no, lui mi ha detto: ‘visto che vivete assieme, quando siete soli, lavorati tua sorella, io quando posso farò lo stesso con la mia e vediamo di riorganizzare, ho detto di si, deciso a non fare, invece nulla e poi ci siamo addormentati.
La mattina dopo, dentro ognuno di noi c’era una tempesta, si vedeva da come evitavamo gli sguardi, il famoso pennarello termometro &egrave finito nell’immondezza che abbiamo buttato nel primo cassonetto e abbiamo lasciato, pensando fosse l’ultima volta che la vedevamo, la casa dei giochi.
Per eventuali commenti o scambi d’idee potete scrivermi a fabiofale91@libero.it

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