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Racconti erotici sull'Incesto

Flash di vita vissuta

By 14 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho 35 anni. Sono laureata in architettura. Sono una bella donna molto desiderata. Suscito invidia in molte mie coetanee. Il mio letto &egrave molto richiesto. Uomini e donne fanno a gara per giacere con me. Gli uomini, li ho sempre incontrati lontano da casa. Le donne, invece, non disdegno di portarle nella mia casa. Sì, sono una bisessuale. Tra i due sessi preferisco quello femminile. &egrave più dolce e più appagante. Ho un figlio di 18 anni ed uno di appena 2 mesi. Non sono sposata. Entrambi i miei figli sono frutto di rapporti occasionali non andati a buon fine. Ciò nonostante non ho voluto abortire. Amo i miei figli. Il mio primo figlio (l’ho avuto che avevo 17 anni): Miky &egrave venuto su che &egrave un bel ragazzo. Ha un fisico da guerriero dell’antica Grecia. Sembra scolpito nel marmo. Ha conseguito il diploma al liceo classico e si &egrave iscritto all’Università. Non &egrave mai stato coinvolto nelle mie occasionali relazioni anche se non gli ho mai nascosto niente. Quando ha visto che la mia pancia incominciava ad ingrossarsi me ne domandò la causa. Avemmo una lunga discussione durante la quale percepii nel timbro della sua voce un pizzico di risentimento. Meglio dire che si trattava di gelosia. Non gli diedi importanza. La gravidanza giunse alla sua naturale conclusione e nacque il mio secondo figlio. Fui molto contenta. Il secondo nato mi prendeva molto più tempo. Gli facevo il bagno due volte al giorno e gli cambiavo il pannolino dopo ogni poppata. Il primo mese dopo il parto non accadde niente di particolare. Mi sto sbagliando qualcosa di nuovo c’era. In un primo tempo non lo notai. Il più grande, ogni qualvolta che il fratello doveva mangiare, era sempre presente alla poppata. Sapeva gli orari e non ne mancava una. Anche di notte me lo trovavo al lato del letto e, con gli occhi spalancati, guardava il fratello che affamato succhiava il suo alimento dalle mie mammelle. Solamente in alcune ore del giorno ovvero dalla ore 08.00 del mattino e fino alle 14.00 del pomeriggio non era presente. &egrave perché andava all’università. Non ci volle molto per capire che il mio primogenito ardeva dal desiderio di sostituire il fratello nella funzione di alleggerimento delle mie tette. Lo capii anche dai numerosi ed insistenti sguardi che lanciava all’indirizzo del mio seno e dalla muta preghiera che leggevo nei suoi occhi ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano. In un primo momento la cosa non mi fece piacere. Poi pensai che già lo avevo avuto attaccato al seno per circa un anno se non di più. Mi vennero in mente le belle sensazioni di benessere fisico che provavo quando lui mi svuotava le mammelle. Chissà se proverei le stesse sensazioni se gli concedessi di succhiarmi le tette. Per saperlo dovevo concederglielo. &egrave domenica. Sono già in piedi ed ho già adempiuto ai miei doveri di mamma. Miky come sua abitudine ha presenziato al’intero rito, poi, finito che ho di allattare il fratellino, mi lascia sola e si dirige in cucina. Sistemo Tommy nella culla e lo raggiungo. Lo trovo seduto e con gli occhi fissi su un tazza da latte vuota. Mi avvicino. Gli metto le mani nei capelli e glieli scompiglio. Lui alza il viso e mi guarda. Di nuovo leggo nei suoi occhi il desiderio. Decido. Devo farlo. Non posso più rinviare.
‘Hai già fatto colazione? Hai già bevuto il latte?’
Miky abbassa le palpebre degli occhi e con voce rotta mi risponde:
‘No, non ho ancora fatto colazione.’
‘Vuoi che mamma te la prepari?’
‘Mamma, non so con cosa la prepari. In frigo non c’&egrave un goccio di latte.’
Il latte &egrave la cosa che non mi manca. Nonostante la voracità con cui il piccolo mi munge le mammelle con la sua piccolissima bocca svuotandole, dopo circa mezzora i miei bianchi globi sono già nuovamente pieni provocandomi oltre che dolore al seno anche l’inconveniente di secernere latte senza che le tette siano stimolate. Ho una ricca ed abbondante produzione di latte ed &egrave quest’abbondanza che mi ha fatta decidere. Invece di usare una tiralatte o stare continuamente a farmi impacchi di acqua fredda per calmare il dolore al seno accontenterò il mio primogenito soddisfacendo il suo desiderio. Gli farò succhiare le mie mammelle. Lo allatterò.
‘So io dove prendere il latte. Ne ho tanto da sfamare un esercito di bambini. Lo vuoi o no questo latte?’
‘Sì, sono curioso di vedere da dove lo prendi.’
‘Non sono io che lo devo prendere. Sei tu che lo devi tirare fuori. Te lo devi guadagnare. Dai, sbottonami la camicia e aiutami a toglierla.’
Vedo nei suoi occhi una scintilla. Ha capito. Le sue mani si avventano sui bottoni e ad uno ad uno riesce a sbottonarli tutti. Quando la camicia &egrave completamente aperta mi giro dandogli le spalle.
‘Mi sganci anche il reggiseno?’
Sento le sue fredde dita armeggiare con i ganci. Ci riesce. Torno a girarmi verso di lui. Mi sfilo la camicia e lascio cadere il reggiseno. Il mio florido seno gli si mostra in tutta la sua bellezza. Lui spalanca gli occhi.
‘Dio, com’&egrave bello, &egrave favoloso. Mamma hai delle tette stupende.’
Sono contenta che gli piacciono. Sono sempre andata fiera delle mie tette. Sono una terza diciamo quasi quarta taglia con capezzoli grossi come lamponi. Sono la mia migliore arma di seduzione. Le mammelle, già gonfie di latte e senza coppe assorbenti, prendono a gocciolare. Metto le mani sotto entrambe le zizze, le sollevo e gliele offro.
‘Su, piccolo, apri la bocca che mamma ti da tutto il latte che riuscirai a bere.’
Miky ha gli occhi fuori dalle orbite. Le sue labbra si muovono, si aprono, ma non un suono gli esce dalla bocca. Poi’
‘Mamma, veramente posso bere il tuo latte?’
‘Se non volevo dartelo credi che sarei qui, con le tette al vento, a farmi guardare da te? Certo che puoi. Non &egrave questo che hai sempre desiderato. Su, sbrigati. Non vedi come il latte gocciola. Ho le tette piene e stanno aspettando che tu le svuoti.’
Stacco una mano da una delle mie tette e la porto dietro la sua nuca e spingo la sua testa contro il mio seno. Non oppone resistenza. Lo vedo dischiudere le labbra ed aprire la bocca. Lo guido verso il mio capezzolo; lui lo circonda con le labbra; la sua lingua entra in azione.
‘Bravo il mio tigrotto. Spero che i ricordi non ti abbiano del tutto abbandonato. Succhia e vedrai quanto latte mamma ti darà. Ti farò ubriacare.’
&egrave più vorace del fratello. Sento la sua lingua premere il mio capezzolo contro il suo palato. Il latte scorre copioso nella sua bocca. Lui lo ingoia. Le sue mani hanno circondato la mia zizza e la tengono ferma. Ha paura che gli scappi. Lo guardo. Il suo viso esprime felicità. Gli sorrido. Un piacere immenso mi percorre la schiena. La mia figa lancia acuti ululati. Dio, non posso crederci, sto provando piacere. &egrave una meravigliosa sensazione. Il tempo trascorre. Dopo dieci minuti gli sottraggo il capezzolo dalla bocca e sposto la sua testa sull’altra mammella. Ci si avventa come un lupo famelico. La prima mammella &egrave completamente svuotata. La mia scelta di allattarlo si &egrave rivelata proficua. La sensazione di piacere non mi abbandona. Il mio ventre ha delle piacevoli contrazioni. Dio, sto godendo. Non mi trattengo. L’orgasmo giunge; valica le grandi labbra e scivola lungo le mie cosce fino a perdersi sul pavimento. Non posso crederci. Ho goduto mentre mio figlio mi sta succhiando il latte dalle zizze. Questo &egrave un inconveniente che non pensavo fosse possibile. Eppure &egrave accaduto. Sto con la mente occupata da quanto mi &egrave capitato che sento la voce di Miky.
‘Mamma, dopo oggi, continuerai ad allattarmi? Mi farai sempre succhiare il latte dalle tue tette?’
‘Certamente. Ricordati, però, che il primo latte spetta a tuo fratello e subito dopo toccherà a te. Tu sarai l’ometto che aiuterà la sua mammina a stare bene.’
‘Grazie, mamma, vedrai che non ti deluderò.’
Riprende a succhiare ed io ritorno al pensiero che mi ha turbata. Dopo venti minuti circa mi sento più leggera. Mio figlio ha smesso di succhiare. Mi ha completamente svuotata le mammelle, ma non per questo smette di giocare coi miei capezzoli. La sua lingua continua a mulinare intorno ai grossi rosei lamponi. Lo stato di eccitazione non mi abbandona. Devo riflettere. Mi sottraggo alla sua presa.
‘Ora basta. Ho bisogno di pulirmi. Non corrucciarti. Riprenderemo dopo la prossima poppata di tuo fratello. Dimmi, ti &egrave piaciuto succhiarmi le tette? e bere il mio latte?’
‘Mamma in un primo momento ho creduto di stare vivendo un sogno. Poi il sapore del tuo latte che mi scendeva nella gola mi ha detto che il sogno non era più tale. Stavo veramente succhiando latte dalle tue meravigliose mammelle. Sapessi da quando tempo ho fantasticato succhiarti le zizze. Da prima ancora che nascesse mio fratello.’
‘&egrave superfluo dirti che non dovrai dire o raccontare a chicchessia che ti ho fatto succhiare latte dalle mie tette.’
‘Perché non posso raccontarlo?’
‘Amore, quello che abbiamo fatto non rientra nelle cose ammesse dalla morale corrente. Tu sei mio figlio ed io sono tua madre e, anche se siamo due adulti, non &egrave visto di buon occhio che una madre si faccia succhiare le tette dal proprio figlio. Dammi retta, se vuoi continuare a dilettarti succhiando le mie zizze che tanto ti piacciono non farne parola con nessuno e quando dico nessuno deve essere nessuno.’
Mi da ascolto. La domenica la trascorriamo in casa. Io a rassettare e preparare il pranzo e lui ad aspettare il turno di incollare la sua bocca alle mie mammelle La sera di quello stesso giorno impaziente di adempiere al suo compito di tiralatte mi raggiunge in camera.
‘Mamma, dopo che mi hai allattato posso restare a dormire con te.’
Con la mente vado all’orgasmo provato. La ragione mi dice che farei bene a non permettergli di dormire nel mio letto ma non me la sento di rispedirlo in camera sua. Dovrei giustificare il mio rifiuto e non so con quale argomento. Decido di lasciarlo dormire con me.
Un anno passa in fretta. Miky ha 19 anni e continua ad aggrapparsi alle mie zizze e, anche se la produzione di latte si &egrave esaurita, non smette di giocaci. ne io glielo proibisco. A me piace sentire la sua lingua leccarmi tette e titillarmi i capezzoli. Quando lo fa succede sempre che lancio urla di piacere e godo. Miky non mi ha mai chiesto il perché delle mia grida. Un altro anno trascorre e nel rapporto che ho con il mio primo figlio qualcosa &egrave cambiato. Ai baci che mi da alle mammelle si sono aggiunti i baci a lingua in bocca. Sono stata io per prima a penetrare la sua bocca con la mia lingua. Avevo voglia di baciare un uomo e l’unico uomo alla mia portata era mio figlio. Non mi feci scrupoli e lo baciai. A lui piacque e da allora non abbiamo più smesso. Per motivi di lavoro il mio secondogenito lo porto da mia madre e poi lo vado a riprendere prima di fare ritorno a casa. Così &egrave anche per oggi con la variante che invece di andare al lavoro faccio ritorno a casa. Ho la micina che sta miagolando. Sono tutta bagnata fra le cosce. Il perché &egrave presto detto. Sono arrapata ed ho una voglia matta di sentire la lingua di mio figlio giocare con i miei capezzoli. Lo trovo dove l’ho lasciato, ancora a letto, non &egrave andato all’università. Mi spoglio nuda ed entro nel letto. &egrave da un mese dopo quella domenica in cui lo feci succhiare latte dalle mie mammelle che dormiamo nudi. Lo abbraccio, le mie tette si schiacciano contro il suo petto. Comincio a baciarlo. Risponde ai miei baci con irruenza.
‘Sai mamma stavo proprio pensando a te.’
‘Davvero? Come mai?’
Si libera dal mio abbraccio e fa roteare il suo corpo sul mio. Me lo trovo disteso su di me. Mi afferra i polsi e immobilizza le mie braccia sulla mia testa. Si dimena quel tanto che basta per meglio posizionare il suo corpo fra le mie cosce. Sento una pressione sul mio ventre. &egrave il suo cazzo. Capisco.
‘No; Miky non puoi farlo; sono tua madre.’
‘Sei mia madre anche quando ci baciamo; sei mia madre anche quando ti succhio le tette; sei mia madre anche quando ti lecco i capezzoli; sei mia madre anche quando urli dal piacere e godi. Mamma io non ce la faccio più; &egrave un anno che non sono più solo tuo figlio. Ti voglio.’
‘Figlio mio quello che vuoi fare &egrave immorale. Solo fra animali avvengono accoppiamenti fra madre e figlio. Noi siamo essere umani, siamo essere ragionevoli.’
‘No, mamma, io non sono un uomo e tu non sei una donna. Siamo due animali desiderosi di accoppiarsi. So che anche tu lo vuoi. Da quando non fai sesso? Lasciati andare.’
Ha ragione. Il mio ultimo rapporto &egrave stato quando sono stata ingravidata per la seconda volta. L’uomo mi manca. Ho bisogno di essere scopata, ma non posso darmi a Miky, &egrave mio figlio. Una cosa e farmi succhiare le tette o farmi baciare e un’altra &egrave farmi chiavare. Mentre sono combattuta da questi pensieri lui ha continuato a muoversi. Oramai il suo cazzo si &egrave posizionato all’ingresso della mia vulva. Il glande &egrave già fra le mie grandi labbra. Lo sento spingere. Il suo cazzo avanza dentro al mio ventre; il panico mi prende.
‘Miky, amore di mamma, fermati. Torna in te.’
Non c’&egrave verso di farlo desistere. Intanto la libidine comincia ad impadronirsi del mio corpo. La bestia che &egrave in me prende il sopravvento. Il sangue acquista velocità e gli ormoni vanno fuori di senno. Mio figlio continua a spingere; il suo cazzo, favorito dalle mie secrezioni vaginali, scivola veloce nella profondità della mia pancia. Smetto di oppormi e lascio che la mia mente si abbandoni al piacere. Sollevo le gambe e le porto, incrociandole, sulla sua schiena, le cosce premono sui suoi fianchi. Sollevo la testa e vado ad incollare la mia bocca sulla sua. Le nostre lingue si incontrano e duellano fra loro. Lui libera i miei polsi dalla sua stretta. Le mie braccia, non più trattenute. Vanno a circondare il suo torace, lo stringo a me.
‘Sìììììììììì, mio amore, figlio mio, &egrave vero, lo voglio. Prendimi, siamo due animali, sarò la tua vacca e tu sarai il mio toro. Chiavami.’
Ha inizio così una nuova vita. Miky &egrave un’amante perfetto. In lui ho trovato quello che ho sempre cercato: l’amore. Molti uomini hanno giaciuto fra le mie cosce ma nessuno di loro &egrave riuscito a darmi quello che il mio Miky ha saputo infondermi. Lui &egrave riuscito a coniugare l’amore che nutre per me in quanto sua madre con il desiderio di avermi come donna. Quando stiamo a letto il sentirlo chiamarmi: ‘Mamma’ nel mentre mi stantuffa il suo cazzo nella pancia mi manda in visibilio. Per me non &egrave più mio figlio ma il mio uomo. Così grande &egrave la passione che nutro per lui che corsi il rischio di renderlo padre. Un giorno dimenticai che mi trovavo in un periodo non protetta. Facemmo l’amore e lui fece centro. Mi impregnò. Lui voleva che io portassi avanti la gravidanza. Ci volle tutta la mia forza di persuasione per fargli capire che un figlio nostro non poteva in nessun modo essere messo al mondo. Si convinse. Abortii. Non corremmo più di questi pericoli.
Oggi &egrave il mio compleanno. Compio 55 anni ed a sentire mio figlio e mia nuora sono ancora una donna piacente. Non credo che lo dicano per farmi contenta perché non hanno mai smesso di frequentare il mio letto. Un pensiero mi tormenta ed &egrave il mio secondo figlio:Tommy. Oggi ha 20 anni e mi ha annunciato che a giorni mi lascerà, andrà a vivere con la sua ragazza. Vuole sposarsi. La ragazza &egrave una neozelandese, &egrave figlia di una ricca famiglia della Nuova Zelanda. Gli chiedo del perché non me l’ha fatta conoscere. La sua risposta mi sconvolge.
‘Perché avrei dovuto farlo? Sei stanca di July? Vuoi che la mia ragazza le dia il cambio nel tuo letto? No mamma, la mia ragazza non diventerà mai un giocattolo con cui poterti trastullare.’
Sono pietrificata. Sa di me e sua cognata e non ha mai parlato. Devo sapere se sa anche di suo fratello.
‘Come l’hai scoperto?’
‘Vi ho viste mentre vi baciavate. Ho creduto di essermi sbagliato ed ho cominciato a spiarvi. Volevo la prova del mio sospetto. Sapevo che in gioventù tu eri una seguace di saffo, me ne hai parlato tu stessa, ma non pensavo che ti saresti scopata tua nuora. Un giorno sono rientrato a casa prima del previsto e sono venuto in cucina per bere. La porta era aperta. La scena che mi si presentò davanti mi bloccò. Tu e July eravate entrambe nude. Tua nuora stava distesa sul tavolo della cucina ed aveva le cosce allargate al massimo. Tu stavi davanti a lei, seduta su una sedia, e con la testa fiondata fra le cosce di July. Cosa stavate facendo non c’era bisogno di vederlo. Tua nuora me lo diceva con le sue grida di piacere. Mi allontanai.’
‘Non mi hai mai detto niente. Eppure ci siamo sempre detto tutto.’
‘Volevo parlartene ma solo per dirti di stare più attenta nello scegliere i momenti più opportuni per sollazzarti. Non lo feci perché quando mi decisi di parlartene feci un’altra più sconvolgente scoperta.’
Ci siamo. Ora mi dirà di suo fratello.
‘Cosa scopristi di cosi sconvolgente?’
‘Non fare la gnorri. Sai benissimo a cosa mi riferisco.’
‘Ti giuro che non riesco ad immaginarlo.’
‘Cosa c’&egrave tra te e Miky?’
Lo sapevo. Sa.
‘Cosa vuoi che ci sia. &egrave mio figlio come lo sei anche tu.’
‘Questo &egrave vero, ma lui &egrave qualcosa di più dell’esserti figlio; lui &egrave anche il tuo amante. Tu con mio fratello hai un rapporto incestuoso. Lui ti chiava. Non negarlo.’
Nella sua voce c’&egrave qualcosa di stridente. Non &egrave un rimprovero &egrave altro. Potrei negarlo ma sono sicura che ci ha visti mentre copulavamo.
‘Non lo nego. Quando l’hai scoperto? Perché non ci hai denunciati?’
‘Il dubbio che fra voi due vi fosse qualcosa di indicibile l’ho sempre avuto. La conferma l’ho avuta due anni fa, durante le vacanze. Eravamo nella nostra villa in montagna. Un mattino decidemmo di fare un escursione. July non venne perché c’erano i suoi due figli da accudire. Eravamo solo noi tre. Ci avviammo. Dopo circa 4 ore di cammino arrivammo vicino ad un fiumiciattolo. Ci sedemmo per riposare. Dopo circa 10 minuti Miky si alza e si inoltra nella boscaglia. Tu lo seguisti. Restai disteso sul prato per diverso tempo. Non vedendovi venire venni a cercarvi. Ad un tratto sentii dei lamenti. Credetti che vi fosse accaduto un incidente. Affrettai il passo e giunsi ai limiti di un piccolo spazio libero da alberi e vi vidi. Non erano lamenti ma miagolii di piacere quelli che avevo sentito ed eri tu ad emanarli. Eravate entrambi nudi. Tu stavi carponi e lui stava su di te e ti montava come un toro monta la sua vacca. Vedevo le tue mammelle dondolare come campane ad ogni colpo che mio fratello ti menava nella pancia. La scena mi bloccò. Restai fermo a guardarvi. Mi eccitai. Mi masturbai e dopo feci ritorno al fiume. Voi mi raggiungeste. Vi comportaste come niente fosse successo. Non parlaste. Facemmo ritorno a casa. Il perché non vi ho denunciati sta nel fatto che cominciai a desiderati. Mi chiedevo il perché mio fratello poteva possederti ed io no.’
Oh, dio. A questo non avevo mai pensato. Piacevo anche al mio secondo figlio. Anche Tommy desiderava giacere fra le mie cosce e riempire la mia pancia con il suo cazzo.
‘Ti sei eccitato nel vederci fare sesso, ti sei anche masturbato, mi hai desiderata. Volevi possedermi e non me lo hai mai detto perché pensavi che mi sarei negata. Mi vuoi ancora?’
Mi guarda. Nei suoi occhi vi leggo il desiderio.
‘Si. Mamma, ti voglio. Ho invidiato mio fratello ed ancora lo invidio. &egrave dal giorno che ti vidi subire gli assalti di Miky che desidero accoppiarmi con te e da allora mai ho smesso di desiderarti.’
‘Ho 55 anni, il mio fisico non &egrave più come quello di una volta. Come puoi ancora volermi?’
‘&egrave vero hai 55 anni ma sei ben messa, tu hai ancora molti colpi da poter sparare. Se cosi non fosse mio fratello avrebbe già smesso di frequentare il tuo ventre, invece so che lui e sua moglie, a giorni alterni, vengono a farti visita nella tua stanza e ci restano per tutta la notte. Sai, da quel giorno ti ho sempre spiata. Sei mia madre ma sei anche una donna terribilmente arrapante. Mamma, ti prego, fa che il mio desiderio venga soddisfatto. Non negarti.’
Non &egrave mia intenzione negarmi. Se avessi saputo mi sarei concessa fin da quel giorno in cui ci vide. Tommy &egrave il mio secondo figlio ed ai miei occhi sono entrambi uguali. Quello che ho dato ad uno anche l’altro deve averlo.
‘Vuoi possedermi? Vuoi chiavarmi? Fallo.’
Mi guarda sorpreso.
‘Quando? Dove?’
‘Ora. Qui. Adesso.’
Si avvicina e mi abbraccia. i nostri occhi si incontrano, si parlano, i nostri visi si avvicinano. Le nostre bocche entrano in contatto, le nostre labbra si dischiudono e le nostre lingue guizzano fuori. Si incontrano e duellano. La mia lingua penetra la sua bocca, lui la succhia. Le sue mani percorrono il mio corpo in lungo ed in largo. Prende a spogliarmi. Le mie vesti mi scivolano sul corpo e si ammucchiano sul pavimento. Mi fa girare e mi sgancia il reggiseno. Mi circonda con le braccia e ancora le sue mani alle mie non più floride mammelle ma ancora abbastanza sode. Le pastrugna e con le dita mi tortura i capezzoli. Miagolo. Sento il suo cazzo premere contro il mio culo.
‘Dio, mamma, come sei calda. Resta cosi, non muoverti.’
Si stacca dal mio corpo. So cosa sta facendo. Si sta spogliando. Di nuovo sento il suo corpo contro il mio; &egrave nudo. La sua voce mi sussurra nell’orecchio. Il suo cazzo &egrave fra le mie natiche.
‘Mamma voglio prenderti standoti dietro. Voglio che tu ti metta nella stessa posizione in cui ti ho vista quando mio fratello ti stantuffava il suo cazzo nella pancia.’
&egrave la posizione che più preferisco. Mi giro e lo guardo.
‘Vuoi che mi metta alla ‘pecorina’?
Mi sfilo le mutandine e mi metto carponi.
‘Va bene così? Sono pronta. Vieni, prendimi, possiedimi, chiavami.’
Tommy si piazza dietro di me, flette le ginocchia e poggia il glande del suo indurito cazzo fra le grandi labbra della mia vulva e spinge. Stende il suo corpo sulla mia schiena e mi circonda il torace con le braccia. Le sue mani artigliano le mie mammelle e le strizzano. Intanto il suo cazzo ha terminato la sua corsa nella mia pancia. Il suo glande &egrave entrato in contatto con il mio utero. Il cappella del fungo deve essere bella grossa ed anche il resto del cazzo deve essere grosso, di sicuro deve avere una larga circonferenza. Mi sembra di avere nel ventre il batacchio della campana del campanile della chiesa principale della città. Tommy accende Il motore e comincia a stantuffare il suo pistone nel mio cilindro.
‘Mamma, quanto ho desiderato chiavarti. Sapessi quante volte sono venuto, quando eri sola, nella tua stanza con l’intenzione di palesarti le mie voglie e non l’ho fatto per paura di essere preso per pazzo.’
‘Amore mio, se avessi saputo ti avrei dato il mio corpo nel momento stesso che lo avresti chiesto. Tu però almeno un cenno, un segnale, potevi farmelo. Avrei capito e di sicuro non ti avrei dato del pazzo. Mi avresti avuta e non avresti sprecato inutilmente la tua linfa vitale scaricandola nel gabinetto. Sarei stata felicissima di farmi riempire la pancia dal tuo cazzo e avrei molto goduto nel sentire il tuo sperma innaffiarmi la vagina e riempirmi il ventre. Quando hai intenzione di lasciarci?’
Senza smettere di pomparmi il cazzo nella pancia mi risponde.
‘Penso di partire appena dopo la laurea.’
‘Allora abbiamo tempo per recuperare il perduto. Da oggi e fino al giorno della tua partenza verrai a stare nella mia stanza e ti prenderai cura della mia passera ed io mi prenderò cura del tuo uccellone.’
‘Davvero farai questo? E Miky? E July? Cosa diranno?’
‘Parlerò io con loro. Gli dirò la verità. Capiranno. Tu però devi farmi conoscere la tua futura moglie.’
Sento le unghia delle sue dita penetrarmi nelle mammelle ed un affondo del suo cazzo più violento tanto da far sbattere il glande contro il mio utero. Mi fa male. Emetto un urlo di dolore.
‘Ahia! mi hai fatto male. Vacci piano. Cosa ti &egrave preso?’
‘Perché vuoi conoscere la mia ragazza? Vuoi fartela?’
‘Che male ci vedi se me la scopo? Tuo fratello non ha avuto problemi quando July &egrave entrata nel mio letto, non erano ancora sposati e fu lo stesso giorno che la conobbi. Vedrai che dopo il trattamento che le farò ti amerà di più. Non rifiutarmela. A proposito, come si chiama?’
‘Katy.’
‘&egrave un bel nome. &egrave bella?’
‘Quando la vedrai te ne innamorerai.’
‘&egrave una promessa? La conoscerò?’
‘Sì. Ti chiedo solo di non traumatizzarla. Lei non sa niente di quello che accade nella nostra famiglia.’
‘Non preoccuparti la tratterò con i guanti. Ora pensa a portare a termine quello che hai cominciato. Non ce la faccio più a trattenermi. Dai aumenta il numero di giri del tuo pistone. Pompa.’
‘Mamma, posso venirti dentro?’
‘Certo che puoi. Guai a te se non lo fai. Mi devi riempire la pancia con il tuo sperma.’
‘Non corri pericoli?’
‘A 55 anni vuoi che corra ancora pericolo? &egrave già un bel po’ che non sono più feconda. Scarica pure il tuo seme nel mio ventre, non mi metterai incinta.’
Mi stringe le braccia intorno al torace.
‘Peccato. Sai mamma mi sarebbe piaciuto impregnarti. Sarebbe stato fantastico se tu avresti potuto partorire un figlio mio.’
Chissà perché me quelle parole non mi sorprendono.
‘Veramente ti sarebbe piaciuto fecondarmi? Lo sai che non &egrave salutare che una madre si faccia impregnare dal proprio figlio?’
‘Lo so. Ma &egrave da quando ho cominciato a desiderarti che il pensiero di metterti incinta non mi abbandona.’
‘Ne parleremo in un’altra vita. Ora non posso accontentarti.’
Il silenzio cala nella stanza. Si sente solo l’ansimare di mio figlio che &egrave impegnato a pomparmi il suo cazzo nel ventre. Lo accompagno nella sua azione lanciando di tanto in tanto ululati di piacere ed incitandolo.
‘Siiiiiiiiiiiiii, dai, amore di mamma. Fammi sentire quanto mi ami. Pompa, pompa. Sventrami. ih,ih,ih. Spaccami l’utero. Fammi uscire il tuo cazzo dalla bocca. Dio com’&egrave bello.’
Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Tommy aumenta il ritmo. Il suo cazzo entra ed esce dalla mia pancia sempre con più velocità. Sento il suo ventre sbattere sulle mie natiche. Poi un forte grugnito mi annuncia che sta per scaricarmi nel ventre il frutto del suo raggiunto piacere. Il suo cazzo comincia ad eruttare. Fiotti di caldo e denso sperma si riversano nella mia vagina. Si infrangono contro il mio utero. Mi riempie la pancia. Tento di girarmi. Voglio vedere la soddisfazione dipinta sul suo viso. Non me lo permette.
‘Mamma, non ho finito. Resta così. Ho ancora voglia.’
‘Amore, anche la tua mamma ha ancora voglia di sentirti dentro il suo corpo.’
Mi sottraggo alla sua stretta. Mi rimetto dritta. Lo prendo per una mano e lo costringo ad alzarsi.
‘Vieni. Andiamo nella mia camera. Sul letto staremo più comodi.’

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