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Racconti erotici sull'Incesto

giochi in famiglia 2

By 6 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

L’estate scorsa, i miei zii preferiti mi hanno invitato in montagna, in una baita che avevano affittato per le vacanze. Era piccolina, una sola stanza ed un bagno. Dormivamo tutti lì. Alla notte potevo sentirli mentre facevano l’amore. Dato poi che tutti e tre andavamo a letto nudi, ci vedevamo tutte le sere, anzi avevo anche sfilato e fatto spogliarelli di fronte a loro che mi complimentavano, che mi dicevano quanto ero carina, che avrei rotto un mucchio di cuori, (fatto tirare un mucchio di cazzi, pensavo dentro di me)ecc. Però, a parte il lasciarsi vedere nudi non avevano mai fatto niente altro. A me quel senso di intimità piaceva da matti e mi addormentavo sempre facendomi un piccolo ditalino di contentezza. E non credo sarebbe successo niente, se un giorno non avessimo mangiato dei funghi che fecero male alla zia. Chiamato il dottore, questi disse che la cura migliore era un clistere di certe erbe bollite, da ripetere almeno tre volte al giorno, per i primi tre giorni. Il primo giorno la zia stava malissimo, non si muoveva da letto, dovemmo metterle la padella e lavarla. Io aiutai lo zio a prendersi cura di lei. Il secondo giorno stava molto meglio e si alzava già. Il terzo stava quasi bene e quando ci presentammo con la pera si mise in ginocchio sul letto a chiappe aperte. Era la prima volta che la vedevo cosi tutta aperta, da vicino poi. Mia zia ha una fica bellissima.Tutta rosa corallo, contornata da pelo scuro e morbido che lei manteneva ben curato. Era tutta bagnata, la vedevo luccicare.. Lo zio se ne accorse e la prese in giro. Lei rispose che tutte quelle toccatine e infilate la avevano fatta eccitare. Forse c’era qualcosa nelle erbe. Si erano quasi scordati che c’ero anch’io. Lo zio le face la pera ma non come gli altri giorni, prima di infilargliela le lavoro’ a lungo il buchino facendola gemere e quando la infilo’ la accarezzava sulla fica. Finito andò in bagno. Quando tornò non si era messa la vestaglia, era ancora nuda. Suggerì che, dato che anche noi avevamo mangiato i funghi, sarebbe stato meglio se avessimo fatto una peretta, anche noi. Lì per lì, protestai che io stavo benissimo, ma poi lo zio arrivò con la pera in mano, ridendo e dicendomi di mettermi a culo per aria. L’idea di mettermi nuda e farmi vedere tutta aperta come prima la zia, mi piacque improvvisamente, e cosi obbedii. Mi spogliai e mi inginocchiai sul letto nella stessa posizione della zia. Mi sentivo cosi strana! Quando mi unsero, conscia dei loro sguardi e delle loro dita, cercai di aprirmi ancora di più. A turno mi toccarono il culetto, infilandomelo dolcemente con un dito, Come mi piaceva!! Loro scherzavano e ridevano della mia patatina gocciolante che sfioravano continuamente e, quando la zia allungo’ un dito a toccarmi il grillettino duro, mi sentii quasi svenire. Cominciai a godere appena mi infilarono la pera e sentii il liquido caldo riempirmi. Andai in bagno e tornai di corsa ansiosa di perdermi qualcosa. La zia aveva giusto preparato un’altra peretta. Fui io ad urlare a mio zio di mettersi a culo per aria. Sorridendo si spogliò e ci presento’ il suo uccellone duro. Era la prima volta che lo vedevo duro. La zia lo sgridò, ma sorrideva, dandogli dei colpetti di dito sull’uccello. Lui si difese dicendo che era tutta colpa nostra che andavamo in giro tutte nude, anzi che la colpa era tutta mia che avevo goduto e lo avevo fatto eccitare. La zia annuì che era vero. Era colpa mia e che adesso avrei dovuto rimediare. Ero ammutolita. Lo zio si mise sul letto a culo per aria, il paletto duro sotto la pancia, le palle pelose. La zia mi fece vedere cosa dovevo fare. Ancora incredula allungai la mano. Lo afferrai, era caldissimo. Cominciai a muovere la mano su e giù, glielo stavo menando! Avevo in mano il cazzone dello zio e gli stavo facendo una sega! Roba da andare fuori di testa. La zia, con calma gli unse il buchetto infilandogli dentro tutto il dito che lui accoglieva mugolando ad ogni spinta. La zia lo fece girare a pancia in su. Ora potevo segarlo piu’ facilmete e vedere la sua cappella gonfia apparire e sparire quando la mia mano spingeva e tirava la pelle su e giu’. Adesso toccava a lui beccarsi la cannula mentre io menavo svelta per farlo spruzzare. La zia lo riempi’ di liquidi caldo e lui grugnendo fiotto’ la sua sborra fin sul suo petto, sul suo ventre e, naturalmente, sulla mia mano che non potetti fare a meno di leccare. Non avevo mai assaggiato la sborra. Com’era buona. Odorava un po’ di freschino ed il gusto era strano, non riuscivo a definirlo, quasi piccante ma non bruciava. Decisi che mi piaceva. Mentre lui andava in bagno la zia disse di essere in calore e di aver bisogno di godere anche lei. Si sdraiò sul letto e cominciò a farsi un ditalino. Quelli si che sapevo come si facevano! Le chiesi se potevo aiutarla ed un secondo dopo le stavo sditalinando la ficona bagnata. Lo zio arrivò e vedendoci gli venne subito duro. Le saltò addosso e cominciò a scoparsela davanti a me. Ero super eccitata. Mi accarezzavo la fichetta guardandoli, gli occhi fissi sul cazzo dello zio che entrava ed usciva dalla fica della zia, sempre piu’ veloce. Lui grugniva, lei mugolava a lanciava gridolini, infine con un colpo potente lui venne dentro di lei. Dopo qualche secondo si rialzo’ e lo tiro’ fuori. Un rivoletto di sborra perlacea, meschiata al sugo di lei colo’ dalla fica socchiusa. Lo zio offri’ a sua moglie il cazzo gocciolante e lei se lo lecco’ come un gelato. Io raccolsi una goccia del liquido che colava dalla fica della zia, l’assaggiai….buonissimo. La zia mi disse che se volevo potevo leccargliela. Non aspettavo altro e mi tuffai come su di un dolce prelibato. Ora sapevo cosa provavano le farfalle succhiandosi il nettare dei fiori. Non mi resi conto che lo zio era passato dietro di me fino a che non sentii le sue mani che mi aprivano dolcemente le chiappe e la sua lingua che cominciava a leccarmi con forza dal grilletto al buchetto del culo. Urlai di piacere spingendo il culo ancora piu’ in fuori offendomi tutta alla sua lingua. Presi uil grilletto della zia tra i denti e cominciai a mordicchiarlo. Lei mi afferro’ la testa e me la spinse contro di lei, incapace di mantenere i fianchi fermi. Pochi minuti di leccate e ce ne venemmo tutte e due urlando di godimento. Ci addormentammo abbracciati e inzaccherati. Il giorno dopo, appena alzati, andammo in bagno a lavarci, nuovamente la zia mi lascio’ di sasso quando allargo’ le gambe e fce pipi’ li. Nella vasca, sui nostri piedi. Lo zio non fu da meno e comincio’ a farla anche lui, dirigendo il getto sulla fica della zia. Ero eccitatissima e quando mi chiesero di farla anchio, li’ davanti a loro, quasi raggiunsi l’orgasmo. Ci insaponammo e sciacquammo toccandoci dappertutto, commentando su tutto quello che trovavamo. Provavo un piacere grandissimo a toccare i loro corpi, quei seni dalla pelle di seta con i grossi capezzoli duri, la fica sempre intrisa di umori, il cazzo duro, i culi che cedevano alla pressione delle mie dita. Allo stesso tempo loro mi palpavano e infilavano le dita dappertutto. Prima di finire godetti almeno due volte mentre loro si mantenevano in uno stato di eccitazione continua. Rientrati in camera la zia mi insegno’ a succhiare e leccare il cazzo, prima facendomi vedere e poi dandomi consigli. Ebbi un altro orgasmo mentre lo leccavo. Persi il mio boccone in favore della fica della zia che lo reclamava. Io appoggiai la testa sul suo ventre, accarezzandole e pizzicandole il clitoride mentre lui la pompava. La sbatteva con forza seguendo i sui incitamenti e quando lei raggiunse urlando e dimenandosi il suo orgasmo, lui lo estrasse e diresse la sua sorrata nella mia bocca aperta. Non riuscii ad inghiottirla tutta e una parte mi colo’ dalle labbra mentre gli ultimi spruzzi mi colpivano sul viso. Dicendo di volerne un po’ anche lei la zia mi bacio’ e mi lecco’ tutta, poi, assieme, ripulimmo il suo cazzo che stava abbasssando la testa. Lo lasciammo come un sacchettino vuoto.
Peccato che fosse finita la vacanza. La sera mi riportarono a casa facendo promettere ai miei che mi avrebbero rimandata da loro per il prossimo week-end. Non vedevo l’ora. Volevo provare quel cazzo nelle mia fichetta, volevo essere penetrata a fondo come la zia. Quella notte prestai attenzione ai rumori che provenivano dalla stanza dei miei, ma niente. Silenzio.
Ci vollero almeno quattro ditalini al giorno per farmi arrivare al venerdi. Ero in uno stato di eccitazione continua. Per la prima volta lasciai che il mio amichetto mi infilasse la mano nelle mutandine e mi strufugnasse la fichetta mentre io gli aprivo i pantaloni e accarezzavo il suo pisello duro che quasi subito mi inondo’ la mano. La assaggiai. Era dolce con un sapore delicato. Decisamente la sborra mi piaceva. L’avremmo fatto ancora. E finalmente venne venerdi’. Quando la mamma mi lascio’ a casa degli zii avevo gia’ le mutandine inzuppate. Lo zio non c’era ancora e la zia mi porto’ in camera per farmi vedere quello che mi aspettava. Appeso in alto sulla testiera del letto c’era una borsa di plastca con un lungo tubo di gomma, interrotto da un rubinetto, che terminava in una cannula piu’ lunga e grossa di quella della peretta. Era un clistere!! La zia mi disse che la sera avremmo goduto con quello. Lasciandomi ancora piu’ eccitata andammo a farci il te. Mi chiese dei miei amororazzi, delle mie esperienze e mi raccontava le sue di quando era ragazza. Lei non portava biancheria e vedevo la sua fica socchiusa di fronte a me. Non potei fare a meno di togliermi le mutandine bagnate’. Lei allora mi chiese di toccarmi, li’ di fronte a lei che voleva vedermi godere. Venni in un attimo. Lei poi, in piedi di fronte a me, fece lo stesso fregandosi rapidamente il clitoride e sbattendosi contemporaneamente due dita nella fica. Venne rapidamente. Quello era l’antipasto. Mi promise che mi avrebberio fatto godere per ore. E mantennero la promessa.
Lo zio arrivo’ tranquillo, calmissimo. Fino alla fine della leggera cena fece finta di niente, poi, per dessert, volle leccarmi la fichetta, li’ sul tavolo. Seza levarmi la gonna mi sedetti a cosce aperte sul tavolo di fronte a lui che tuffo il volto sulla mia fichetta aperta leccandomi avidamente. Pochi secondi e gli godevo in bocca. Di nuovo mi tennero sulla corda. Ormai l’eccitazione si poteva tagliare col coltello. La zia era tesisima. Solo lui continuava a mostrarsi calmo anche se la bozza nei suoi pantaloni diceva il contrario. Finalmente decisero che era l’ora di andare. In camera ci spogliammo mentre la zia riempiva la borsa con camomilla tiepida. Mi fecero sdraiare sul letto. La zia si acquatto’ sopra di me, la sua fica spalancata a potata della mia lingua. Allo stesso tempo mi sollevo’ le gambe mettendosele sotto le ascelle. Ero tutta aperta, pronta per il sacrificio. Lo zio, inginocchiato per terra comincio’ ad accarezzarmi, prima la fichetta gia’ pronta a godere e poi il culetto. Prima delicatamente con un dito unto. Usavano olio d’oliva mi dissero. Poi sempre piu’ a fodo fino a che il dito entro’, tutto, nel mio culetto. Tratenni il respiro, non mi faceva male…anzi! Mugolai nella fica della zia mentre lui muoveva il dito avanti e indietro, strusciandomi continuamente il clitoride. Poi il dito usci’ lasciandomi con una sensazione di vuoto che spari’ quando, lentamente mi unfilo’ la cannula. Apri’ il rubinetto e il fiotto di liquido mi invase. La zia mi massaggiava il pancino, lui la fica. Come mi spinse dentro un dito esplosi in un orgasmo potente che avrebbe espulso la cannula se lui non l’avesse tenta spinta. Chiuse il rubinetto. Accompagnarono con continue carezze le mie ultime convulsioni e poi la estrasse dicendomi di tenere stretto. Dissi che non avrei resistito per molto. Ancora un paio di carezze e mi lasciarono andare in bagno. La zia mi segui e poi mi aiuto’ a sciaquarmi dicendomi che ero stata bravissima e che ne avevo tento giusto un po’ piu’ di mezzo litro. Molto bene per una ragazzina alle prime armi. Rientammo. Lo zio aveva riempito nuovamente la borsa e fu lui a sdraiarsi sul letto ed io a sedermi sul suo volto mentre io gli sollevavo le gambe e la zia procedeva a lubrificarlo. Due dita gli infilo’ mentre con l’altra mano lo segava lentamente e lui mi leccava sapientemente facendomi godere con piccoli orgasmi a catena. Poi la zia gli infilo’ la cannula e apri’ continuando a segarlo. Lui sospirava, vedevo il livello dell’acqua scendere, scendere. Mi dissero di massagiargli il ventre, dolcemente. Lui non mi leccava piu’ mugolava contro di me e mi mordicchiava. La borsa era ormai quasi vuota quando lui si contrasse, la sua cappella si gonfio’ ed un fiotto potente quasi mi raggiunse. La zia arrivo’ a tempo a raccogliere in bocca il resto. Infine la chiusura, l’estrazione, ancora tante carezze fino a che anche lui si diresse in bagno a liberarsi. Quasi due litri se n’era beccato! Ora toccava alla zia. Ripetemmo la procedura ormai familiare. Io seduta sul suo volto ricevevo le sue leccatine. La zia si dedicava piu’ al mio culetto che alla mia fichetta che ancora non ne aveva avuto abbastanza. Lui le infilo’ prima un dito e poi due gfacendola gemere di piacere. Il suo clitoride si era gonfiato come ancora non lo avevo mai visto e lui lo strofinava tra pollice e indice come fosse un capezzolino. Poi le mise la cannula e apri’, il liquido accolto da un profondo sospiro. Io le stropicciavo i seni, stringendole i capezzoli. Passai a massagiarle il ventre che sentivo riempirsi sotto le mie mani. Ora le dita dello zio si muovevano sul suo clitoride come fosse un cazzetino. Sempre piu’ rapide fino a quando anche lei espolse in un orgasmo liberatorio, urlando contro la mia fica, i fianchi pulsanti. Anche la zia ne aveva accolto quasi due litri. Finite le pulizie ci ritovammo titti e tre sul letto. Baci, carezze, ora mi scopranno pensavo. Lo zio offerse il cazzo alle nostre bocche che lo riportarono in tiro poi la zia, alla pecorina, lo volle nel culo. Non avevo ancora assistito ad un rapporto anale. Lo zio la lecco’ per un po’ poi mi fece prendere ancora un po’ d’olio e mentre lui le lubificava a fondo il buchetto, mi fece ungere per bene il suo cazzo. Pronto lo appoggio’ al buchetto che sembrava cosi’ piccolo. Sotto i miei occhi lo vidi dilatarsi ed accogliere dentro di se prima la cappella e poi tutto il resto. La zia gemeva, mugolava, diceva di si, che lo voleva tutto, fino in fondo, voleva essere tutta aperta, sfondata. Si fermo’ un attimo e poi inizio’ a fotterla, prima lentamente, poi sempre piu’ svelto mentre lei si masturbava con forza la fica. Tre ditta dentro si sbatteva. Godette urlando in un paio di minuti. Quando lui lo estrasse vidi il suo buco oscenamente spalancato per qualche secondo poi, lentamente si richiuse pulsando con le contrazione del suo orgasmo. Lo zio non era venuto ed il suo cazzo mi puntava lucido d’olio. Ancora ansante la xzia mi chiese se volevo provarlo. Non era quello che mi ero aspettata ma ora non vedevo l’ora. Invece di sverginarmi la fichetta lo zio mi avrebbe aperto il culo. Con un brivido mi inginocchiai sul letto. Mi fecero abbassare la testa e singere il culo in alto, la gambe aperte al massimo. Dietro di me lo zio mi apri’ le chiappette con le mani e comincio’ a leccarmi il culetto, spingendo con la lingua fino a che non riusci’ a forzarlo. Ero un grumo di nervi, tutte le sensazioni erano concentrate nel mio buchetto e nel grilletto che la zia continuava a tormentare. Dopo la lingua fu il suo dito ad invadermi, abbondantemente unto d’olio. Poi un secondo, sentii un bruciorino, solo per un attimo poi solo un senso di appagamento. Quelle due dita che mi frugavano, mi riempivano…ebbi un altro orgasmo fugace. Infine sentii la pressione del suo cazzo sul buco che reclamava di essere di nuovo dilatato, riempito, La zia mi sussurava di spingere come se stessi andando ed io obbedii. Spinsi e lo sentii emtrare, forzarmi, slargarmi, rompermi…..era grssissimo, mi avrebbe spaccata, un forte bruciore un urlo, si fermo’. La sensazione cambio’, si bruciava un po’ ma mi setivo piena, posseduta. Spinse ancora, altro urletto, ora me lo sentivo in gola. Gemetti, mugolai, urlai, era bellissimo. Incomincio’ a muoversi lentamente poi con piu’ forza. Quando sentii le sue palle sbattermi contro la fica esplosi in un orgasmo talmente forte da lasciarmi completaente svuotata, d’aria e di forze. Crollai sul letto con il suo cazo ancora piantato dentro. Lui si adagio’ sopra di me e diede ancora un paio di colpi, lo sentii gonfiarsi e poi la sua sborrata mi riempi’ l’intestino. Resto’ steso sopra di me fino a che ci rilassammo un po e pote’ estarre il cazzo che era rimasto preso nella morsa del mio sfintere contratto. La zia si getto’ sul mio culetto e, con la lingua raccolse tutto cio’ che ne usciva. Me ne fece assaggiareun po’ sulla punta del dito. Che buona la sborra all’olio d’oliva…fose mancava un grano di sale.

Continuai a godermi i clisteri con gli zii. Ancora adesso che sono anziani non manchiamo mai. Lo zio non mi svergino’ mai. Tocco’ a mio marito aprire quella porta.

Maria Klister.

Volete sentire la storia del marito convinto ad aprire le chiappe alle cannule degli zii?
Fatemelo sapere a: enemagirl2@hotmail.it

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